IL RITRATTO DI PISA Marco Romano

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1 IL RITRATTO DI PISA Marco Romano Le città solcate da un fiume hanno sempre una radice contraddittoria per il solo fatto di essere costituite da una riva privilegiata e da una riva secondaria, la cui originaria disparità ha dato poi luogo, col tempo, a forme di integrazione ogni volta originali, specifiche manifestazione del loro stile. A Firenze la città vera e propria, con la piazza principale e quella del mercato, con la strada principale tra piazza della Signoria e la cattedrale, con la strada monumentale voluta da Cosimo il Vecchio - via Cavour - costruendo il suo palazzo al centro della sequenza a croce tra la chiesa di San Lorenzo a ovest e l ospedale a est, con le maggiori piazze conventuali di Santa Maria Novella, di San Marco, di Santa Croce, con gli Uffizi, con le tre piazze monumentali - la celebre piazza dell Annunziata e quelle dedicate alla Libertà e a Cesare Beccaria -, con il grandioso square di piazza Indipendenza contrappuntato da quello di piazza D Azeglio, con l Orto botanico, con la passeggiata delle Cascine, sarà tutta sulla riva destra, mentre la riva sinistra verrà in qualche misura riscattata dalle chiese del Carmine e di Santo Spirito ma soprattutto dal capriccio di Eleonora di Toledo di spostare la residenza granducale a palazzo Pitti consolidandone il giardino, e dall iniziativa di Bianca Cappello di costruire il proprio palazzo nella strada proprio lì sotto, sotto il palazzo della sua suocera virtuale, suggerendo così una schiera di altri palazzi a delineare un nuova strada monumentale che contrappunta via Cavour sulla riva sinistra: ma la dicotomia resterà per sempre. 1

2 A Parigi la riva destra sarà per secoli la vera Ville, con la piazza principale aperta sul fiume, con il grande mercato delle halle, con il palazzo reale trasferito dalla Conciergerie al Louvre da Francesco I, con lo sterminato Cours de la Reine e la grandiosa passeggiata degli Champs Elysées, con le quattro place royale, con il palais royal dei caffè e dei comizi rivoluzionari, con i grand boulevard e i loro teatri, con la haute couture del faubourg Saint Honorè, e se proprio non sarebbe stato possibile spostare Notre Dame da l Ile de Cité proprio Francesco I farà erigere una grandiosa chiesa, Sant Eustachio, a contrappuntare nella Ville la cattedrale riconoscendone così la dignità anche nella sfera simbolica, mentre la riva sinistra sarà per secoli quella dei sorboniani, quella poi dell Ecole militaire con il campo di Marte, con la spianata e l hotel degli Invalidi - non proprio istituzioni di stampo civile -, e neppure il palazzo del Lussemburgo, voluto da Maria dei Medici proprio sulla riva sinistra come il palazzo Pitti della sua vita giovanile a Firenze, riuscirà a riscattarla, e nonostante le grandi chiese settecentesche o il teatro dell Odeon la sua impronta resterà quella leggermente eccentrica degli artisti nei caffè di Saint Germain. A Lione le cose saranno ancora più complicate perché la città vecchia, sulla riva destra della Saone - con la sua cattedrale, con la strada principale e con la piazza del mercato - verrà contrappuntata dal Seicento sulla riva sinistra da una città nuova che diventerà la vera Lione, con il palazzo municipale affacciato su una sterminata piazza principale, con il palazzo della borsa, con il teatro, con la passeggiata e con la place royale più grande di Francia, e con due strade ottocentesche degli anni Sessanta, un tempo le rue dell Imperatore e dell Imperatrice, in una sequenza chiusa a valle dalla stazione ferroviaria. Ma ecco che questa città nuova, sulle riva sinistra della Saone, sarà a sua volta anche una città vecchia sulla riva destra del Rodano la cui riva sinistra verrà rigorosamente pianificata a partire dalla metà di quel secolo, con una ricca sequenza di boulevard e di piazze, con il grande parco della Téte d Or, soprattutto con le testimonianza novecentesche di Tony Garnier - che ne disegnerà lo stadio e progetterà un celebre quartiere che da lui prende il nome - poi con 2

3 l altro quartiere moderno di Villeurbanne e con un complesso edilizio rivierasco di Renzo Piano. E Pisa non sembrerebbe fare eccezione, con la cattedrale ai margini dell abitato a ridosso delle mura, com era del resto il suo sito canonico nelle città dell XI secolo e come era per esempio a Firenze o a Lucca o a Digione, corredata secondo l uso dal battistero e dal campanile e qui anche dal camposanto - quest ultimo una vera novità europea -, con il palazzo arcivescovile a far da fondale alla sola strada trionfale della città, con la piazza monumentale dei Cavalieri, tutta circondata da palazzi di mirabile architettura rinascimentale, con una strada principale dovutamente porticata, Borgo Stretto, con la piazza del mercato anch essa porticata, con la piazza conventuale dei francescani e quella dei domenicani - questa ampliata nell Ottocento in un grande square alberato -, con una strada monumentale ricca di palazzi che risale dall Arno verso la cattedrale, e con una sequenza trasversale moderna dal teatro e dalla piazza del palazzo di giustizia a est alla piazza dell università a ovest, una sequenza che ricuce i tracciati antichi di via dei Rigattieri e di via dei Mille. La via dell Arcivescovado e lo square di Santa Caterina 3

4 La piazza monumentale dei Cavalieri e la piazza del mercato Nel primo antico tratto di Borgo Stretto è affacciata una chiesa ed è stata aperta una piazza moderna, mentre il secondo tratto, anche questo esito di una rettifica posteriore - come sembra testimoniare il dente porticato che vi sporge - prende un nome diverso La piazza dell Università e quella del palazzo di Giustizia 4

5 Via dei Rigattieri e via dei Mille Salta tuttavia agli occhi come il Lungarno della riva destra sia stato immaginato come una vera e propria strada monumentale, con una schiera di palazzi ragguardevoli - forse un tempo i più ragguardevoli - affacciata sul fiume, il cui rilievo verrà clamorosamente sottolineato dai Medici, che nel tardo Quattrocento adotteranno l antico palazzo di una signoria locale alla sua estremità a monte, accanto al convento che diventerà oggi un museo, e nel Cinquecento ne sottolineeranno il limite a valle costruendo lì il palazzo Reale, anche questo presidiato da un convento, là dove aveva inizio la strada monumentale verso la cattedrale. Palazzo Medici e palazzo Reale Il Lungarno destro fino a palazzo Reale 5

6 A noi oggi questo Lungarno monumentale non sembra cosa rilevante, ma così non era: fino al tardo Cinquecento la vista del fiume in una città era piuttosto da nascondere che da apprezzare - del resto vi venivano affacciati i retri delle case, come ancora oggi li possiamo vedere a Firenze - e tutti i ponti, come appunto il ponte Vecchio, erano abitati quasi per nasconderlo, e soltanto nel secolo successivo cominceranno a Parigi a venire apprezzati i quai lungo la Senna e in seguito i lungofiume in tutta Europa, quello di Bordeaux costituito come a Senigallia da una palazzata monumentale. I retri delle case lungo l Arno a Firenze accanto al ponte Vecchio La palazzata di Bordeaux e quella di Senigallia Questa schiera di palazzi sull Arno è poi anche scandita da tre piazze aperte sul fiume, due a sottolinearne le estremità orientali e occidentali, accanto al palazzo 6

7 mediceo e al palazzo reale, e la terza a registrare il ruolo fondamentale del mercato, piazze disposte a esaltare il rilievo simbolico del Lungarno nella sfera cittadina, quasi lo scenario privilegiato della sua dignità. Piazza Carrara con il monumento a Ferdinando de Medici e a sinistra il palazzo Reale, e piazza Mazzini con il monumento a Mazzini e a destra il palazzo Medici rifatto alla gotica nell Ottocento Il portico di piazza Cairoli annuncia, con la cinquecentesca statua del Abbondanza - statua e colonna simili a quelle nel mercato vecchio di Firenze, qui nel corso della sua demolizione - che questo è un mercato, un tempo quello dei cavoli, legato in una sequenza con la radice di Borgo Stretto attraverso via dei Rigattieri e poi alla piazza del mercato Questa curiosa anomalia, un lungofiume promosso a scenario monumentale della città, rispecchia la radice marinara di Pisa, l Arno come porto mercantile e i palazzi dei maggiorenti lì schierati per gestire e sorvegliare de visu i suoi traffici. Ma quei traffici coinvolgevano poi anche sulla riva sinistra quanti vivevano sul loro indotto, sia quanti appartenevano ad altre nazioni - magari gli stessi arabi progressivamente cacciati dalla Sardegna - sia quei ceti popolari addetti a compiti manuali ma anche gli artigiani dei cantieri e i costruttori delle stesse navi. Che i quartieri della riva sinistra dell Arno avessero un rilievo cittadino riconosciuto era di dominio comune, tant è che mentre sulla riva destra i pisani andavano costruendo la nuova cattedrale la contrappuntavano sulla riva sinistra con la grande chiesa di San Paolo a Ripa d Arno - in qualche misura con il medesimo ruolo simbolico di Sant Eustachio a Parigi - spesso integrata nelle cerimonie religiose con lo stesso duomo, quasi fosse a sua volta una concattedrale: e la sua stessa disposizione ai margini dell abitato, davanti a un prato, corrispondeva di fatto al sito canonico di una cattedrale. 7

8 San Paolo a Ripa d Arno Ma a questo riconoscimento simbolico non corrisponde l ambizione architettonica dei suoi cittadini: mentre infatti il Lungarno di destra sarà fitto di palazzi sul Lungarno della riva sinistra nessuno vorrebbe per ora costruire palazzi, sicché sarà continuamente interrotto dal fitto affacciarsi dei vicoli di una lottizzazione a spina di pesce, in linea di principio quella egualitaria adottata quindici secoli prima nelle colonie greche perché sulla strada di spina - qui la via San Martino a ridosso 8

9 delle strisce di case attestate sul greto dell Arno - verranno affacciati soltanto i muri laterali delle case La pianta di Metaponto La lottizzazione a pettine della riva sinistra, il quartiere che avrà un suo nome, Chinzica Qualcuno dei superstiti vicoli di Chinzica E del resto la collocazione tutt altro che monumentale di Santa Maria della Spina, su una sorta di sporto sull Arno, sembra a sua volta manifestare il carattere in fondo secondario della riva sinistra. 9

10 Come in tutte le città - a Lucca a Siena o a Firenze - anche a Pisa avremmo dovuto vedere nel suo centro una piazza principale con il palazzo comunale e con la sua torre, la manifestazione nella sfera simbolica della stessa civitas, come del resto la evoca questa crocifissione immaginata davanti alle mura della città: solo che la cupola del battistero è ancora lì ma della torre del palazzo non rimane traccia, quel palazzo un tempo nella piazza dei Cavalieri e spregiudicatamente demolito da Cosimo I per far posto ai palazzi ridisegnati da Giorgio Vasari. La curiosa crocifissione raffigurata fuori delle mura, e piazza Manin oggi Nelle città europee la strada principale è di consueto disposta in sequenza tra la piazza principale e la porta di maggiore rilievo, qui porta Lucca, ma da quando la piazza principale è diventata la piazza monumentale dei Cavalieri, mancherà del tutto una piazza principale, sicché per ripristinare la sequenza consueta verrà ora consolidato il riconoscimento della riva sinistra costruendo lì, oltre il ponte di Mezzo che la connette alla riva destra, la loggia e il palazzo municipale - un accostamento in Toscana ricorrente, a Firenze o a Vicopisano, mentre in area padana la loggia sarà al piano terreno del palazzo municipale - seppure poi non sarà qui possibile aprirvi accanto la piazza principale. Sicché i pisani rimarranno per sempre privi di una piazza principale, quella piazza che tutte le città europee hanno nel cuore, la materializzazione nella sfera simbolica del sentimento cittadino di costituire una civitas con una propria riconoscibilità e una propria giurisdizione, quella piazza dove i cittadini accorrono 10

11 spontaneamente quando sia il caso di una manifestazione politica, contro un governo poco gradito, o anche per la vittoria in un campionato di calcio. E se secoli dopo verrà aperta, all altro capo del ponte di Mezzo e al centro della riva destra, quella piazza che mancava sulla riva sinistra, costruendovi un palazzetto destinato al casino dei nobili ma anche erigendovi il monumento a Garibaldi, forse nella speranza di farne la piazza principale al centro della croce del monumentale Lungarno di destra con la strada principale dalla loggia e dal nuovo palazzo municipale a porta Lucca, di fatto questa speranza rimarrà lettera morta e Pisa continuerà e rimanere priva di una piazza principale. La Loggia e il palazzo municipale La Loggia da piazza Garibaldi La loggia da corso Italia e piazza Garibaldi Il viaggiatore curioso che scenda oggi alla stazione, in uno stile architettonico quasi toscano - quello medesimo della stazione di Lucca - viene subito accolto da una piazza nuova decorata da una fontana, e di lì un ampio parterre lo conduce verso una piazza ellittica disegnata con l intenzione di circondarla poi di edifici 11

12 porticati della medesima architettura, come piazza della Libertà a Firenze, intenzione rimasta a mezz aria ma comunque riconoscibile. La stazione Piazza Vittorio Emanuele Ci sono città dove l arrivo della ferrovia e della nuova stazione suggerisce di consolidare la presa di distanza dal nucleo più antico - come a Bari o a Gallipoli - disegnando nuove più moderne sequenze, e qui a Pisa piazza Vittorio Emanuele sarà all origine di una nuova sequenza verso oriente costituita da un boulevard nel primo tratto porticato, dal solo giardino pubblico della città ricavato sul sedime di una fortezza cinquecentesca - della quale rimangono peraltro i suggestivi resti -, da una larga piazza alberata contrappuntata da una piazza simmetrica dalla parte opposta del Arno, sulla quale era stata radicata nell Ottocento la lunghissima passeggiata delle Piagge sul bordo del fiume e, di recente, il palazzo dei Congressi. Via Benedetto Croce e piazza Fiorentina, dove compaiono i pini marittimi venuti di moda, evocazione della mediterraneità italiana, nei tardi anni Venti 12

13 del Novecento e che compariranno dovunque, in piazza Vittorio Emanuele o di là dell Arno in piazza San Silvestro Piazza San Silvestro e il giardino pubblico Il viale delle Piagge nel 1994 e vent anni dopo Sul versante occidentale di piazza Vittorio Emanuele le cose saranno più complicate perché demolire le mura medievali è ora fuori questione, sicché il programma di cingere Chinzica con un boulevard continuo che includa San Paolo a Ripa d Arno verrà affidata a una seconda cerchia di boulevard minori a contrappuntare via Benedetto Croce. Questo programma registra e reagisce in realtà al declino della città mercantile già iniziato forse nel Trecento e maturo alla metà del Quattrocento, quando quasi la metà delle famiglie eminenti emigrerà, soprattutto in Sicilia, e quando Pisa rimarrà per secoli - salvo una breve parentesi - dai Medici in poi inclusa nei domini fiorentini, un declino della riva destra contrassegnato, abbiamo visto, dal sito della loggia e dalla sede del comune sulla riva sinistra. La celebre palazzata sull Arno declina anch essa lentamente e restano a presidiarne il ricordo quasi soltanto i due palazzi dei Medici, mentre il viaggiatore curioso che scende ora dalla stazione vede non soltanto sul tracciato antico, interrotto dalla chiesa dei carmelitani come sulla riva sinistra di Firenze, la nuova strada principale con i negozi più moderni e raffinati - Borgo Stretto resta soprattutto il testimone del colore locale - ma vede anche la schiera di palazzi costruiti dal Cinquecento da quelle nuove famiglie eminenti le cui fortune non saranno più marinare. 13

14 Ora palazzo municipale e loggia saranno davvero al centro della sequenza a croce che domina la città intera, dalla stazione a porta Lucca da nord a sud e trasversalmente dal Lungarno, soprattutto quello di destra ché quello di sinistra rimarrà secondario perché poi la strada monumentale trasversale di Chinzica sarà la parallela al fiume più interna, disposta in sequenza con la loggia 14

15 Corso Italia con i suoi palazzi I palazzi lungo la via San Martino Questi edifici fatiscenti sono stati scelti tra i molti perché sul tracciato di via Santa Maria, un tempo strada monumentale della città Se a questo declino verrà in qualche modo fatto fronte fin dai tempi medicei promuovendo Pisa a sede universitaria privilegiata - dal XIII secolo le università erano motivo di orgoglio dello stato ma anche teatro di endemici disordini studenteschi (financo negli anni sessanta del Novecento) e quindi confinate in città minori come Oxford Salamanca Pavia o relegate a Parigi, abbiamo visto, 15

16 sulla riva sinistra della Senna - e in tempi più recenti costruendo lì il nuovo palazzo di giustizia, questo declino lo si legge melanconico nella decadenza materiale degli edifici. Così, in definitiva, la città antica sulla riva destra con il suo complesso episcopale verrà lasciata agli ammiratori della torre pendente - del resto gli operatori turistici conducono direttamente i loro clienti nel suo prato e subito li riportano ai loro pullmann parcheggiati lì fuori -, la piazza dei Cavalieri a qualche visitatore appassionato o forse distratto e i portici del Borgo Stretto a chi cerchi il colore locale e ai pisani il tavolo di un aperitivo, le sue strade e le sue piazze forse percorso da qualche curioso ma soprattutto dalla allegra miriade dei suoi studenti, mentre poi tutti sembrano sapere che le compere più ragguardevoli sono in corso Italia e il jogging nelle Piagge. E tuttavia, a contrappuntare orgogliosamente Chinzica nei quartieri settentrionali, sarà l apertura del suggestivo boulevard ai piedi delle mura, nel cui tratto centrale la porta di Lucca suggerirà un magnifico viale verso la campagna a dominare la lottizzazione dei nuovi quartieri settentrionali, un tracciato radicato diritto nel Borgo Stretto e più lontano ancora fino alla stazione, sottolineando ancora una volta la sequenza della città più antica con quella più recente, e persino, più oltre, con quella proprio recentissima. Il boulevard accanto alle mura e porta Lucca Che questo viale fosse destinato a costituire la spina della città moderna è poi testimoniato dal sito del nuovo grande stadio, a ridosso dei suoi primi passi, ma anche dal fervore con il quale i nuovi ceti benestanti ne faranno il palcoscenico delle loro ville e dei loro fantasiosi giardini, mentre più oltre i nuovi quartieri della città del secondo Novecento continuano a cogliere il vago desiderio di una città fatta di boulevard alberati Via Bianchi e il boulevard recente 16

17 Le città hanno un anima, che siamo in grado di leggere nel loro aspetto esteriore, e lo spirito pisano è, come in molte città europee, dibattuto tra l immagine del proprio passato nel centro storico e la città nuova e moderna, e qui a Pisa sembra delinearsi un qualche imbarazzo tra una città antica sulla sponda destra dell Arno che non sappiamo bene come riabitare - suggestionati forse dal non essere degni del prato dei Miracoli, una curiosità mondiale piuttosto che un tema della città - e che lasciamo al suo incerto destino di città universitaria, e una città moderna che la aggira verso la campagna con una propria vocazione quasi lontana alla torre pendente: una dicotomia forse irrisolvibile, come rimarrà per sempre nell aria la mancanza di quel cuore della riconoscibilità cittadina che è la piazza principale. Questo ritratto è dedicato a Luca Nannipieri, che me ne ha dato l occasione e qualche acuto consiglio 17