Scheda Tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari

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1 Piano Triennale Sicurezza Alimentare Area Tematica 1: Acque Scheda Tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di RAPPORTO TECNICO FINALE Area Tecnico-Scientifica Servizio Acque Interne Padova, ottobre 2008

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3 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari INDICE 1 SINTESI QUADRO DI RIFERIMENTO OBIETTIVI DEL PROGETTO ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ANALISI DEI DATI MICROBIOLOGICI DEI MONITORAGGI DEI CORPI IDRICI DEL VENETO Elaborazione dei dati di presenza di salmonelle Elaborazione dei dati di concentrazione di Escherichia coli ANALISI DELLE PRESSIONI Depuratori pubblici Agglomerati urbani Allevamenti BONIFICA E IRRIGAZIONE NEL VENETO PROGETTO SIGRIA ED ATLANTE DEI DISTRETTI E DELLE RETI IRRIGUE DEL VENETO Programma Interregionale Monitoraggio dei sistemi irrigui Sistema Informativo territoriale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura (SIGRIA) Realizzazione di un atlante dei distretti e delle reti irrigue del Veneto basato sul sistema informativo SIGRIA RASSEGNA DELLE FONTI BIBLIOGRAFICHE E DELLE NORMATIVE CONSULTATE PROPOSTA METODOLOGICA PER LA CLASSIFICAZIONE MICROBIOLOGICA DEI CORSI D ACQUA AD USO IRRIGUO APPLICAZIONE DELLA METODOLOGIA AL RETICOLO IDROGRAFICO REGIONALE PROPOSTA DI STRUMENTO DI DIFFUSIONE DELL INFORMAZIONE BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI NORMATIVI... 52

4 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari ALLEGATI: Allegato 1: I corsi d acqua nel Veneto: descrizione generale dei bacini idrografici e dei corpi idrici significativi e di interesse ambientale. Allegato 2: Anagrafica delle stazioni di campionamento sui corsi d acqua. Allegato 3: Piano di monitoraggio acque superficiali - corsi d acqua e laghi. Allegato 4: Attività di ARPAV per il monitoraggio delle salmonelle in varie matrici. Allegato 5: Depuratori pubblici Allegato 6: Popolazione servita da fognatura e da depurazione. Allegato 7: Allevamenti zootecnici. Allegato 8: Valutazione degli aspetti microbiologici e sperimentazioni pratiche nel Bacino Cavallino. ALLEGATI CARTOGRAFICI: Tav. 0.0: Classificazione microbiologica dei corsi d acqua nel periodo Tav. 1.0: Superficie effettivamente irrigata rispetto alla SAU comunale Tav. 1.1: Coltivazione delle foraggere a confronto con la superficie effettivamente irrigata Tav. 1.2: Coltivazione delle ortive a confronto con la superficie effettivamente irrigata Tav. 1.3: Coltivazione dei frutteti a confronto con la superficie effettivamente irrigata Tav. 2.0 : Fonti di pressione microbiologica Tav. 3.0 : Classificazione microbiologica sperimentale dei corsi d acqua per uso irriguo Tav. 3.1 : Classificazione microbiologica sperimentale e localizzazione delle derivazioni a uso irriguo Tav. 3.2: Classificazione microbiologica sperimentale e superficie irrigata destinata a frutteti, orticole e foraggere avvicendate. BOLLETTINO: Bollettino della qualità microbiologica e chimico-fisica dei corsi d acqua ai fini irrigui. CDROM: Atlante dei distretti e delle reti irrigue del Veneto

5 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari 1 Sintesi Nell ambito del Piano Triennale Sicurezza Alimentare della Regione del Veneto, ARPAV ha sviluppato il progetto Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione delle. Nella prima fase del lavoro sono stati analizzati i dati ambientali dei monitoraggi effettuati da ARPAV tra il 2003 ed il 2006 nei corsi d acqua della regione, con particolare riferimento agli indicatori di inquinamento fecale (coliformi fecali, Escherichia coli e salmonelle); lo studio ha evidenziato una diffusa presenza di contaminazioni, che interessano in molti casi corpi idrici utilizzati a scopo irriguo. Nell ambito del progetto è stata realizzata una mappatura, integrata su sistema informativo geografico, delle specifiche fonti di pressione: scarichi di depuratori pubblici, agglomerati urbani carenti in termini di reti fognarie e depurazione, aree interessate da diversi tipi di allevamenti. L analisi della distribuzione delle contaminazioni fa ritenere che sia le pressioni puntuali sia quelle diffuse siano responsabili del degrado individuato. Sono state altresì implementate la mappatura dei punti di captazione di acque irrigue gestiti dai Consorzi di Bonifica e lo sviluppo dei distretti irrigui a essi collegati (avvalendosi dei dati del progetto SIGRIA forniti dalla Direzione Regionale Agroambiente) e la distribuzione delle colture irrigue (derivate dall ultimo censimento ISTAT). E stata poi formulata una proposta metodologica per la classificazione della qualità microbiologica delle acque a uso irriguo, basata sull indicatore batterico Escherichia coli. Tale procedura, definita a seguito dell esame della normativa nazionale ed internazionale, della pertinente letteratura scientifica in materia e delle più recenti linee guida dell O.M.S. ( Guidelines for the safe use of wastewater, excreta and greywater. Volume 2: Wastewater use in agricolture ) prevede cinque classi di qualità e definisce specifiche restrizioni sia in termini di colture irrigabili che di tecniche irrigue in funzione del grado di contaminazione. La metodologia è stata applicata al reticolo idrografico regionale utilizzando i dati del monitoraggio effettuato da ARPAV nel biennio In tale fase è stata altresì studiata ed implementata una procedura per una prima definizione semplificata di tratti omogenei di corsi d acqua dal punto di vista delle contaminazioni microbiologiche. - 1

6 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari E stata infine realizzata la bozza di un bollettino informativo sulla qualità microbiologica e chimico-fisica dei corsi d acqua che, in caso di recepimento da parte della Regione della metodologia proposta, potrà essere diffuso presso gli Enti interessati ed eventualmente pubblicato via WEB. - 2

7 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari 2 Quadro di riferimento L Unione Europea persegue da tempo la tutela del cittadino-consumatore attraverso un approccio organico, analitico e complessivo al problema della sicurezza alimentare ed alla razionalizzazione degli interventi delle autorità sanitarie effettuati sull intera catena alimentare (dall alimento per l animale a quello per l uomo), con l obiettivo di intercettare eventuali problemi durante il percorso di produzione. Anche la Regione Veneto si è prefissata di coordinare la complessità delle attività e dei programmi atti a garantire la sicurezza alimentare e fin dal 2002 ha approvato uno strumento programmatico di prevenzione denominato Piano Triennale Sicurezza Alimentare. Con il Piano si intendono individuare idonei strumenti di prevenzione del rischio, sulla base delle informazioni ottenute dall attivazione o dall aggiornamento di sistemi di monitoraggio, di sorveglianza, di condivisione informatica e di formazione di diverse figure professionali nei Servizi Sanitari e nelle Strutture di Analisi Ufficiali. Un aspetto della tutela igienico-sanitaria degli alimenti destinati al consumo umano su cui rivolgere l attenzione è costituito dalle acque superficiali correnti ad uso irriguo di colture alimentari, in considerazione sia della grande quantità di risorsa impiegata che del suo potenziale rischio sanitario come veicolo di agenti patogeni. Nel Veneto non sono infrequenti le ordinanze che vietano l uso irriguo di corsi d acqua. Tale decisione viene presa, pur in carenza di specifiche normative in materia, in genere quando si evidenzia la presenza nelle acque di microrganismi patogeni quali per esempio la salmonella. In tale quadro, la Regione del Veneto, nell ambito del Piano Triennale Sicurezza Alimentare , Area Tematica 1 (Acque), ha promosso la realizzazione del progetto Scheda Tematica 2 - Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione delle (D.G.R.V. n del ). - 3

8 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari 3 Obiettivi del progetto ed organizzazione del lavoro L obiettivo generale della Scheda Tematica 2 (ST2) prevedeva di indagare la correlazione tra i dati relativi all analisi delle acque, i dati relativi alla contaminazione dei prodotti agricoli ed eventuali effetti sanitari derivanti dall assunzione di prodotti agricoli contaminati ed elaborare una proposta di valori di parametro da rispettarsi nelle acque di irrigazione. In particolare, le attività di progetto sono state organizzate sulla base dei seguenti task: Raccolta di informazioni sull uso irriguo delle acque in relazione alle tipologie di coltura; Valutazione delle fonti di pressione; Valutazione dei dati di qualità microbiologica dell acqua dei corsi d acqua e creazione di un database georiferito in ambiente GIS; Indagine sulla correlazione tra contaminazione delle acque irrigue e i prodotti alimentari; Studio di criteri per la valutazione dell idoneità dei corsi d acqua all uso irriguo; Studio di possibili strumenti per la diffusione delle informazioni. Il Gruppo di Lavoro della ST2 è composto come segue: ARPAV-DAP Vicenza: Dott. Alessandro Bizzotto (referente ARPAV per Area Tematica Acque nell ambito del PTSA) ARPAV - Direzione Tecnica - Servizio Acque Interne (Referente ST2): Dott. Paolo Parati ARPAV - Direzione Tecnica - Servizio Acque Interne: Dott.ssa Paola Vazzoler Regione del Veneto, Direzione Agroambiente e Servizi per l Agricoltura: Dott. Massimo Toffanin Dott.ssa Roberta Rainato Consorzio di Bonifica Basso Piave: Dott. Lorenzo Furlan Consorzio di Bonifica Sinistra Medio Brenta: Dott. Carlo Casoni Unione Veneta Bonifiche: Dott. Enzo Chinellato Hanno collaborato alle attività di acquisizione, elaborazione dei dati e stesura delle relazioni: Dott. Giampaolo Dalla Costa Dott.ssa Anna Collarin Dott.ssa Laura Terranova Dott. Ivano Tanduo Dott.ssa Claudia Visentin - 4

9 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari 4 Analisi dei dati microbiologici dei monitoraggi dei corpi idrici del Veneto L attività ha riguardato la sistematizzazione e l elaborazione dei dati ambientali già disponibili presso ARPAV, riguardanti la qualità delle acque superficiali correnti e la qualità degli scarichi dei depuratori pubblici. La scelta di non prendere in considerazione le acque sotterranee è legata alla modesta incidenza dei prelievi irrigui consortili da tale categoria di corpi idrici e al fatto che gli stessi presentano altresì un limitato rischio d inquinamento microbiologico. Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali, sono state prese in considerazione le informazioni raccolte da ARPAV attraverso i monitoraggi attuati ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999 e del D.Lgs. n. 152/2006. La definizione dei bacini idrografici, dei corpi idrici superficiali e la loro descrizione e rappresentazione è riportata nell allegato 1 I corsi d acqua nel Veneto: descrizione generale dei bacini idrografici e dei corpi idrici significativi e di interesse ambientale. I punti della rete di monitoraggio dei corsi d acqua sono stati definiti da ARPAV sulla base del preesistente Piano Regionale di Rilevamento delle Caratteristiche Quali-quantitative dei Corpi Idrici (P.R.Q.A.) ed approvati dalla Giunta Regionale del Veneto con DGR n dell 11 aprile 2000; successivamente sono stati effettuate modifiche ed integrazioni volte ad ottimizzare la funzionalità della rete. Attualmente i punti di rilevamento sono 234, distribuiti su 114 corsi d acqua. In allegato 2 sono descritti e localizzati tutti i punti. Nella figura di seguito riportata (Figura 1) è rappresentata la distribuzione delle stazioni nel territorio veneto. - 5

10 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari Figura 1: La rete di monitoraggio delle acque superficiali correnti Gli operatori dei Dipartimenti Provinciali ARPAV eseguono i campionamenti manuali con una frequenza che varia dalle 4 alle 12 volte l anno a seconda del tipo di destinazione d uso del corso d acqua (vedi Allegato 3 Piano di monitoraggio acque superficiali - corsi d acqua e laghi ). La normativa ambientale nazionale vigente al momento dell avvio del presente progetto (D.Lgs. 152/99) prevedeva, per i corsi d acqua e per gli scarichi il monitoraggio dei seguenti parametri microbiologici: a) Escherichia coli: per la determinazione dello stato ambientale dei corsi d acqua e per il controllo degli scarichi; b) coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali e salmonelle: per la classificazione delle acque destinate alla produzione di acqua potabile. - 6

11 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari Il programma di monitoraggio approvato dalla Giunta Regionale del Veneto con DGR n dell 11 aprile 2000 prevedeva, in aggiunta a quanto sopra, il rilevamento del parametro salmonelle in tutti i punti della rete finalizzati alla determinazione dello stato ambientale. A titolo di approfondimento, ancorché non richiesto dalla normativa, nelle province di Venezia e Verona è stato effettuato il rilevamento del parametro salmonelle anche nelle acque di scarico dei depuratori pubblici. La normativa ambientale assegna un ruolo primario al parametro microbiologico E. coli: quale indicatore di inquinamento fecale; tale microrganismo è infatti ospite normale predominante della flora batterica intestinale umana e animale; la sua presenza in un qualsiasi materiale (acqua, alimento,..) è considerata indizio sicuro di contaminazione fecale, col rischio che nel materiale indagato possano esservi altri microrganismi non esclusi germi patogeni quali p.es. le salmonelle. Il metodo analitico per la ricerca di E. coli nelle acque è di tipo quantitativo e si basa sul conteggio del numero di unità formanti colonia (UFC ), cioè il numero di batteri presenti nel campione che sono stati in grado di riprodursi nel terreno di coltura e formare colonie distinte. Il metodo analitico previsto dalla normativa ambientale per la ricerca delle salmonella nelle acque è di tipo qualitativo, con determinazione di presenza/assenza e del gruppo di appartenenza; l identificazione sierologica, ovvero l identificazione del ceppo o sierotipo (sierotipizzazione), che viene eseguita sulla matrice una volta riscontrata la presenza del patogeno, è stata effettuata sino alla fine del 2003 appoggiandosi per le analisi al CEPVE (Centro Enterobatteri Patogeni della Regione Veneto). Non è invece effettuata la determinazione quantitativa, in altre parole il conteggio del numero di salmonelle presenti nel campione. Tutti i dati di qualità microbiologica delle acque superficiali interne e degli scarichi dei depuratori pubblici del Veneto relativi al periodo sono stati implementati in una specifica banca dati collegata ad un sistema informativo territoriale; il sistema comprende anche la localizzazione delle fonti di pressione puntuali e diffuse ed i dati dell ultimo censimento ISTAT sull agricoltura. Su tale base sono state eseguite le elaborazioni statistiche e cartografiche descritte nei paragrafi che seguono. Si veda, ad esempio, la Tav. 0.0: Distribuzione della percentuale di presenza delle salmonelle e della concentrazione di E. coli riscontrata nelle acque correnti nel periodo

12 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari 4.1 Elaborazione dei d ati di presenza di salmonelle L analisi dei dati analitici relativi alla ricerca delle salmonelle nelle acque superficiali interne (corsi d acqua e laghi) nel periodo (vedi anche Allegato 4) mostra che mediamente la percentuale di campioni positivi sul totale si aggira attorno al 34%, variando da un minimo del 30.5% nel 2005 a un massimo del 37.7% nel 2004 (Figura 2). 50% 48% 45% 43% 40% 38% 35% 33% 30% 28% 25% 23% 20% Figura 2: presenza delle salmonelle nelle acque superficiali interne del Veneto nel periodo Le province maggiormente interessate dalla presenza di salmonelle nei corsi d acqua (Tabella 2 e Figura 3) sono in ordine decrescente Treviso (con una media di campioni positivi del 56.4%), Verona (51.6%), Venezia (34.8%), Padova (31.2%), Belluno (25.4%), Vicenza (24.2%) e Rovigo (15.6%). - 8

13 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di Tabella 1: Acque superficiali correnti e laghi. Campioni e campioni positivi di Salmonella spp per anno e per principali bacini idrografici. Valore assoluto, distribuzione percentuale sul totale e percentuale campioni positivi 2003* Campioni Campioni positivi Campioni Campioni positivi Campioni Campioni positivi Campioni Campioni positivi % Principali bacini idrografici N campioni effettuati % campioni effettuati N campioni positivi % camp positivi % camp. positivi sul totale N campioni effettuati % campioni effettuati N campioni positivi % camp positivi Adige Bacchiglione Brenta Canal Bianco Fratta-Gorzone Po Laguna Veneta Livenza Piave Sile Totale % camp. positivi sul totale N campioni effettuati % campioni effettuati N campion i positivi % camp. positiv i % camp. positivi sul totale N campioni effettuati % campio ni effettuat i N camp. positivi % camp. positivi camp positi vi sul totale Tabella 2: Acque superficiali correnti. Campioni e campioni positivi di Salmonella spp per anno e per provincia. Valore assoluto, distribuzione percentuale sul totale e percentuale campioni positivi 2003* Campioni Campioni positivi % Campioni Campioni positivi % Campioni Campioni positivi % Campioni Campioni positivi % camp camp Provincia % % % camp N camp N % N positivi N % N positivi N % N positiv N % % di camp camp camp campio positi campioni campioni campioni positiv sul campioni campioni campioni sul campioni campioni campioni positiv i sul campioni campioni camp positiv ni vi sul effettuati effettuati positivi i totale effettuati effettuati positivi i totale effettuati effettuati positivi i totale effettuati effettuati positivi positivi totale Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Totale * i dati della provincia di Vicenza non sono disponibili per il

14 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari A scala di bacino, le maggiori presenze si ritrovano nei bacini del Livenza e del Sile, con valori percentuali dell ordine del 50-60% (il Livenza nel 2006 il 63.8%). Seguono il bacino dell Adige, del Fratta Gorzone, il bacino scolante nella laguna di Venezia, il Bacchiglione, il Piave, il Brenta, il Canal Bianco ed il Po. (Tabella 1 e Figura 4). 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% BL PD RO TV VE VI VR Figura 3: presenza media di salmonelle nei corsi d acqua (periodo ). Analisi per provincia 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Adige Bacchiglione Brenta Canal Bianco Fratta-Gorzone Po Laguna Veneta Livenza Piave Sile Figura 4: presenza : presenza media di salmonelle nei corsi d acqua (periodo ). Analisi per bacino idrografico - 10

15 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari 4.2 Elaborazione dei d ati di conce ntrazione di Escherichia coli A partire dai dati puntuali di concentrazione degli Escherichia coli relativi ad ogni stazione di monitoraggio, si è calcolato il 75 percentile su base annua e di tali valori è stata calcolata la media sul quadriennio A ciascuna stazione è stata poi assegnata una classe di qualità in base alla scala definita dal D.Lgs 152/99 per la determinazione del LIM, livello di inquinamento da macrodescrittori, che prevede per Escherichia coli cinque livelli di concentrazione: Classe 1: < 100 UFC /100 ml Classe 2: UFC /100 ml Classe 3: UFC /100 ml Classe 4: UFC /100 ml Classe 5: > UFC /100 ml Successivamente i dati sono stati analizzati per provincia e per bacino idrografico, considerando esclusivamente le stazioni attive con continuità nel quadriennio. Le tabelle e i relativi grafici riportati di seguito evidenziano la distribuzione percentuale delle stazioni ricadenti nelle diverse classi per provincia (Tabella 3 e Figura 6) e per bacino (Tabella 4 e Figura 5). Si evidenzia la situazione critica della provincia di Verona che non ha neanche una stazione nelle due prime classi di qualità e la percentuale più alta di stazioni nella classe 4 (41%); viceversa Rovigo presenta la casistica migliore con il 69% delle sue stazioni nella classe 2. Particolare la situazione di Belluno che rispecchia quella del bacino del Piave, con un 41% complessivo delle prime due classi e una significativa presenza delle ultime due (28%). Il bacino del Bacchiglione ha la più alta percentuale di stazioni nella classe 5 (13%). - 11

16 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di Tabella 3: percentuale delle stazioni di monitoraggio per il parametro E. coli nelle cinque classi di qualità suddivise per Provincia Provincia 2003/2006 n campioni % camp. sul totale STAZIONI ATTIVE NEL QUADRIENNIO 2003/2006 DISTRIBUITE PER CLASSI DI QUALITA' * < > NUM. TOT. STAZ. BL ,2 9% 32% 32% 23% 5% 22 PD ,4 24% 51% 22% 2% 41 RO ,8 12% 69% 19% 26 TV ,5 3% 17% 48% 31% 29 VE ,5 3% 33% 52% 9% 3% 33 VI 665 8,8 5% 36% 32% 18% 9% 22 VR ,9 55% 41% 3% 29 Totale ,0 4% 29% 43% 21% 3% 202 Tabella 4: percentuale delle stazioni di monitoraggio per il parametro E. coli nelle cinque classi di qualità suddivise per Bacino idrografico 2003/2006 Bacino Idrografico n campioni % camp. sul totale STAZIONI ATTIVE NEL QUADRIENNIO 2003/2006 DISTRIBUITE PER CLASSI DI QUALITA' * < > NUM. TOT. STAZ. ADIGE 699 9,3 33% 39% 22% 6% 18 BAC. SCOL. LAGUNA DI VENEZIA ,5 3% 15% 59% 21% 3% 39 BACCHIGLIONE 735 9,7 29% 29% 29% 13% 24 BRENTA 513 6,8 13% 38% 44% 6% 16 FISSERO - TARTARO - CANAL BIANCO ,7 4% 35% 50% 12% 26 FRATTA-GORZONE ,4 12% 47% 41% 17 LEMENE 114 1,5 60% 40% 5 LIVENZA 219 2,9 14% 14% 43% 29% 7 PIAVE ,6 4% 38% 35% 19% 4% 26 PO 375 5,0 20% 60% 20% 10 SILE 439 5,8 8% 50% 42% 12 SIST. IDR. FRA LIVENZA E PIAVE 15 0,2 100% 1 TAGLIAMENTO 47 0,6 100% 1 Totale ,0 4% 29% 43% 21% 3% 202 * = medie calcolate su stazioni attive sui quattro anni (sono state escluse quelle attive per periodi inferiori) - 12

17 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% Classi di qualità (UFC /100 ml) < > % 20% 10% 0% ADIGE BAC. SCOL. IN LAGUNA DI VENEZIA BACCHIGLIONE BRENTA FISSERO - TARTARO - CANAL BIANCO FRATTA-GORZONE LEMENE LIVENZA PIAVE PO SILE Figura 5: percentuale delle stazioni di monitoraggio per il parametro E. coli nelle cinque classi di qualità. Analisi per Bacino idrografico nel quadriennio 2003/ % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% Classi di qualità (UFC /100 ml) < > % 10% 0% BL PD RO TV VE VI VR Figura 6: percentuale delle stazioni di monitoraggio per il parametro E. coli nelle cinque classi di qualità. Analisi per Provincia nel quadriennio 2003/

18 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di Osservando l andamento nel quadriennio della media regionale di concentrazione degli E. coli (75 percentile) si nota una variabilità abbastanza limitata. Il valore si colloca tra la terza e la quarta classe di qualità microbiologica, sempre con riferimento alla metodologia indicata dal D, Lgs. 152/99 (Figura 7) UFC/100 ml Figura 7: concentrazione media degli E. coli nelle acque superficiali del Veneto - 14

19 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di 5 Analisi delle Pressioni Nell ambito del progetto sono state considerate e valutate le seguenti fonti di pressione come possibili cause di inquinamento microbiologico delle acque superficiali interne: scarichi di depuratori pubblici, agglomerati urbani carenti in termini di reti fognarie e depurazione, aree interessate da allevamenti. I risultati delle elaborazioni su tali strati informativi sono rappresentati nella Tav Fonti di pressione microbiologica sulle acque superficiali. 5.1 Depuratori pubblici INQUADRAMENTO NORMATIVO Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 parte terza individua, come peraltro già fatto dal D.Lgs. n. 152/1999, nel Piano di Tutela delle Acque lo strumento del quale le Regioni devono dotarsi per il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici regionali. La Regione Veneto, ai sensi del D.Lgs. n. 152/1999, ha redatto e adottato il Piano di Tutela delle Acque con D.G.R.V. n. 4453/2004, integrato successivamente, a seguito delle osservazioni pervenute da parte di diversi soggetti e delle variazioni normative introdotte da D.Lgs. n. 152/2006, con D.G.R.V. n del 24/07/2007, e poi sottoposto all esame del Consiglio Regionale. Nella sua versione originaria il Piano prevedeva, all articolo 23, per tutti gli impianti di depurazione di potenzialità superiore a AE l obbligo di installare un sistema di disinfezione, da attivare in ragione della prossimità dello scarico agli usi antropici del corpo idrico (irriguo, potabile, balneazione), secondo le prescrizioni dell Ente competente al rilascio dell autorizzazione allo scarico. Dal 1 gennaio 2008, inoltre, si vietava l utilizzo di sistemi di disinfezione che impiegano Cloro gas o Ipoclorito, a favore invece di sistemi alternativi quali l impiego di Ozono, Acido Peracetico, raggi UV, o altri trattamenti di pari efficacia purché privi di cloro. Il limite di emissione per l Escherichia coli è fissato, infine, in UFC/100 ml, da rispettare nei periodi e nelle situazioni in cui la disinfezione è obbligatoria: in sede di autorizzazione allo scarico, tuttavia, l autorità competente - 15

20 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di può fissare il limite più opportuno in relazione alla situazione ambientale e igienico-sanitaria del corpo idrico recettore e agli usi esistenti. Le integrazioni, introdotte successivamente con D.G.R.V. n del 24/07/2007, confermano l orientamento adottato nella prima versione del Piano: in particolare si introduce l obbligatorietà l attivazione della disinfezione, almeno per il periodo di campionamento e analisi delle acque destinate alla balneazione, per tutti gli impianti di depurazione di potenzialità pari o superiore a AE situati ad una distanza pari o inferiore a 50 km dalla costa, misurati lungo il corso d acqua, per tutti i corsi d acqua, compresi gli affluenti di ogni ordine, anche non significativi. Tuttavia tali disposizioni non sono attualmente vincolanti dal momento che il nuovo articolo 23 non risulta tra quelli posti dalla Regione in regime di salvaguardia: in attesa quindi dell approvazione finale del Piano di Tutela è tuttora ammesso l utilizzo del cloro quale agente disinfettante. - 16

21 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di ANALISI DEI DEPURATORI SUPERIORI AI 2000 AE: il parametro E. coli In questo lavoro sono stati elaborati i dati di analisi dei depuratori superiori ai 2000 AE negli anni sia per quanto riguarda gli E. coli che le salmonelle laddove queste ultime vengano effettivamente cercate. Per quanto riguarda gli E. coli, come da prassi è stata calcolata la mediana annua della concentrazione allo scarico. In allegato (Allegato 5: Depuratori pubblici) si riporta inoltre l elenco dei depuratori del Veneto con i dati relativi alla potenzialità, la mediana di concentrazione degli E. coli allo scarico e la percentuale di presenza delle salmonelle. Per rendere possibile un confronto dell effettivo livello medio di contaminazione microbiologica degli scarichi dei depuratori pubblici in diverse unità territoriali (province, bacini idrografici) si è provveduto a calcolare, per ogni unità territoriale presa in considerazione, la media delle concentrazioni mediane di E. coli allo scarico, pesata rispetto alla potenzialità dei relativi impianti. I risultati sono riportati in due grafici distinti per le province (Figura 8) e per i bacini idrografici ( Figura 9) UFC / 100ml BL PD RO TV VE VI VR Figura 8: media pesata delle mediane di concentrazione di E. coli agli scarichi dei depuratori. Analisi per provincia sul quadriennio

22 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di La non obbligatorietà di precisi limiti di emissione microbiologica, e quindi di disinfezione nei depuratori, si rende evidente nella provincia di Belluno che presenta una concentrazione media di E. coli > UFC/100 ml, seguita da Treviso, poco sopra la soglia degli UFC/100 ml e Verona vicina ai Le situazioni migliori si rilevano a Rovigo e Venezia, dove gli scarichi sono spesso sottoposti a disinfezione anche in funzione della tutela delle acque destinate alla balneazione. Ovviamente i valori riportati nel grafico non sono rappresentativi degli effettivi carichi microbiologici complessivamente sversati nei corpi idrici. Una tale valutazione a scala regionale porterebbe a dire che la pressione maggiore viene generata in provincia di verona, dove ad una elevata potenzialità complessiva degli impianti corrisponde un livello medio-alto di concentrazione batterica negli scarichi. In coerenza con i dati per provincia, il bacino che presenta la più elevata concentrazione batterica agli scarichi è il Piave, con quasi UFC/100 ml, seguito dal Fissero Tartaro - Canalbianco con circa UFC/100 ml; altri bacini con scarichi ad elevato indice di contaminazione sono il Livenza e l Adige (entrambi con poco meno di UFC/100 ml). I rimanenti bacini si attestano su livelli sensibilmente inferiori UFC / 100 ml Adige Brenta FTC Bac. Scol. in Laguna di Venezia Lemene Livenza Aree diret. scol. in Mare Pianura tra Livenza e Piave Piave Po Sile Tagliamento Figura 9: media pesata delle mediane di concentrazione di E. coli agli scarichi dei depuratori. Analisi per bacino idrografico sul quadriennio

23 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di ANALISI DEI DEPURATORI SUPERIORI AI 2000 AE: il parametro salmonelle La presenza di salmonelle negli scarichi dei depuratori pubblici è stata rilevata solo nelle province di Venezia e Verona. L elaborazione di tali dati, riferiti al periodo , mostra complessivamente per le due province una presenza media del patogeno in circa il 40% dei campioni esaminati. Dal grafico (Figura 10) si nota un certo aumento di positività dal 2004 al 2006 passando dal 35% di presenza sul totale delle analisi del 2004 a un 52% nel Occorre però tener presente che il numero limitato di anni elaborati non permette di identificare un trend significativo. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Figura 10: presenza delle salmonelle negli scarichi dei depuratori nel Veneto - 19

24 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di 5.2 Agglomerati urbani L inquinamento microbiologico dei corsi d acqua di origine civile, oltre che legato allo scarico degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, può essere imputato ad altre cause, tra le quali: presenza di agglomerati urbani non allacciati (o parzialmente allacciati) alla rete fognaria e provvisti di trattamenti di tipo individuale (vasche biologiche, fosse settiche, fosse Imhoff, ecc.), che garantiscono un certo grado di abbattimento per la sola componente sospesa del carico inquinante. I carichi residui derivanti dalla popolazione non allacciata alla rete fognaria devono essere poi ripartiti tra acque superficiali e sotterranee secondo la tipologia del corpo recettore e della situazione idrogeologica presente. Presenza di agglomerati urbani allacciati alle reti fognarie ma non sottoposti a depurazione, ad esempio nel caso in cui la potenzialità dell impianto di trattamento finale risulti insufficiente a ricevere il carico di acque reflue urbane generato in regime di tempo secco. In questo caso i carichi inquinanti sono veicolati direttamente nelle acque superficiali, senza alcun tipo di abbattimento. Carichi inquinanti immessi nel corpo idrico recettore attraverso gli scaricatori di piena degli impianti pubblici di depurazione e delle reti fognarie: può essere considerato questo un problema di tempo di pioggia, legato alla sempre maggiore urbanizzazione del territorio, al probabile aumento dell intensità delle precipitazioni atmosferiche ed alla presenza di reti fognarie prevalentemente di tipo misto, con grosse difficoltà di allontanamento delle acque meteoriche in caso di eventi particolarmente intensi e pesantissima incidenza dei carichi inquinanti legati agli sfiori. I dati sugli abitanti allacciati a fognatura e quelli serviti da impianti di depurazione pubblici, a scala di agglomerato (inteso ai sensi della Direttiva 91/271/CEE e del D.Lgs. 152/2006), sono ricavati dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto (D.G.R.V. 4453/2004) e dai report di trasmissione dati che la Regione ha inviato all APAT e all Unione Europea nel corso del 2007, ai sensi del D.M. 18 settembre 2002 n 198, e che vengono riportati in allegato (Allegato 6: Popolazione servita da fognatura e da depurazione). Al fine di valutare l incidenza della popolazione civile non sottoposta a depurazione, in Tabella 5 si riportano, per ciascuna provincia, i dati relativi agli abitanti non depurati presenti negli agglomerati (che per definizione non comprendono le cosiddette case sparse ) al di sopra i AE. - 20

25 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di La percentuale è stata calcolata con riferimento non al carico di abitanti equivalenti complessivamente generato all interno degli agglomerati (dal momento che esso comprende, oltre alle acque reflue domestiche, anche quelle industriali convogliate in pubblica fognatura; per le definizioni si veda l Allegato 6), ma alla popolazione civile (residente e fluttuante) presente nelle singole province del Veneto. La provincia di Treviso ( Tabella 5, Figura 11) ha il numero più elevato di abitanti non collegati a fognatura e la percentuale più alta di abitanti non depurati, pari al 46%, seguita da Padova con il 42%. A livello regionale l incidenza è pari al 34%. Si ribadisce che con il termine popolazione non depurata si intende la frazione non servita da impianti pubblici, prescindendo dai trattamenti individuali. Tabella 5: numero di abitanti non serviti da depurazione suddivisi per Provincia PROVINCIA ABITANTI (RESIDENTI + FLUTTUANTI) ABITANTI NON DEPURATI % NON DEPURATI BL % PD % RO % VI % VR % TV % VE % Totale % 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% BL PD RO VI VR TV VE Figura 11: percentuale di abitanti non depurati. Analisi per provincia - 21

26 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di 5.3 Allevamenti I reflui zootecnici sono in gran parte reimpiegati agronomicamente sui terreni coltivati come fertilizzanti organici. Ne consegue la possibile generazione, in corrispondenza di precipitazioni, di scorrimento superficiale con trasporto degli inquinanti, anche microbiologici, nella rete scolante. Per valutare tale tipo di pressione sono stati utilizzati i dati Istat 2000 sul censimento del comparto zootecnico che riguardano il numero di capi per ogni comune del Veneto. Per la conversione in peso vivo si è fatto riferimento agli standard stabiliti dal D.M. n. 120 del 7/04/06. Viene riportata in allegato (Allegato 7: Allevamenti zootecnici) la tabella con i dati sul numero di capi e corrispondente peso vivo per comune. I dati di peso vivo relativi agli allevamenti più significativi (bovini, suini ed avicoli) su base comunale sono rappresentati nella già citata Tav Fonti di pressione microbiologica sulle acque superficiali. Gli stessi dati sono stati elaborati su base provinciale (Tabella 6) e su scala di bacino effettuando una stima tramite la percentuale di appartenenza di ciascun comune ad ogni bacino idrografico (Tabella 7). Tabella 6: distribuzione degli allevamenti della regione Veneto nelle singole provincie Peso vivo (t) Provincia Bovini Ovini Equini Suini Conigli Struzzi Avicoli VR VI BL TV VE PD RO Come si nota anche dal grafico ( Figura 12), la provincia con il maggior carico zootecnico risulta essere quella di Verona per tutte e tre le principali tipologie animali (bovini, suini, avicoli) in contrapposizione a quella di Belluno, che ha il carico minore. - 22

27 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di Allevamenti Peso vivo (tonnellate) Avicoli Struzzi Conigli Suini Equini Ovini Bovini VR VI BL TV VE PD RO Figura 12: presenza delle diverse categorie di allevamenti. Analisi per provincia Per quanto riguarda i bacini, le pressioni zootecniche maggiori si registrano nel bacino del Fissero Tartaro Canalbianco, nel bacino scolante in Laguna e nel bacino del Bacchiglione (Tabella 7, Figura 13); sul Fratta Gorzone si stima in particolare la presenza del carico maggiore di avicoli. Tabella 7: stima della distribuzione degli allevamenti della regione Veneto nei singoli bacini idrografici Peso vivo (tonnellate) Bacino idrografico Bovini Ovini Equini Suini Conigli Struzzi Avicoli Adige Aree diret. scol. nel Mare Adriatico Bac. scol. nella Laguna di Venezia 43 0, , Bacchiglione Fratta - Gorzone Brenta Fissero - Tartaro - Canalbianco (F.T.C.) Lemene Livenza Pianura tra Livenza e Piave Piave Po Sile Tagliamento

28 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari Allevamenti Peso Vivo (tonnellate) Adige Aree diret. scol. nel Mare Adriatico Bac. scol. nella Laguna di Venezia Bacchiglione Fratta - Gorzone Brenta Fissero - Tartaro - Canalbianco (F.T.C.) Lemene Livenza Pianura tra Livenza e Piave Piave Po Sile Tagliamento Avicoli Struzzi Conigli Suini Equini Ovini Bovini Figura 13: incidenza delle diverse categorie di allevamenti. Analisi per bacino idrografico - 24

29 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di 6 Bonifica e irrigazione nel Veneto L irrigazione nel Veneto è largamente impiegata e costituisce un fattore produttivo indispensabile per assicurare la costanza delle produzioni in genere ed in particolare la qualità delle produzioni di pregio. Ad essa sono associati consumi idrici decisamente prevalenti, anche di risorse di pregio, rispetto agli alti usi (civile ed industriale). I dati recentemente pubblicati dall Unione Veneta Bonifiche riportano (Tabella 8) una superficie complessiva interessata dall irrigazione nel Veneto pari a circa ettari. Tale valore è comparabile con i ettari di superficie irrigabile rilevati dall ISTAT (censimento generale dell'agricoltura 2001). La parzializzazione irrigua è comunque rilevante, se si considera che, sulla base dei dati dello stesso censimento ISTAT, nel 2001 risultavano effettivamente irrigati circa ettari. La superficie irrigata interessa prevalentemente i seminativi (58% del totale, con larga prevalenza del mais), seguono col 20% le foraggere (ed altre colture), col 16% i frutteti ed i vigneti e col 5% le colture orticole (Figura 16). Sempre con riferimento ai dati dell Unione Veneta Bonifiche (Figura 14) la superficie irrigata con metodi organizzati è pari a circa il 38% della superficie irrigua totale, mentre la parte rimanente è interessata dall'irrigazione di soccorso. Nell ambito dell irrigazione organizzata prevalgono ancora largamente (80%) i sistemi irrigui a gravità (scorrimento, infiltrazione laterale, sommersione, ecc,) rispetto ai sistemi con acqua in pressione (aspersione e microirrigazione). Considerando l'attività irrigua nel suo complesso (Figura 15), prevale nettamente il metodo per aspersione (58% della superficie) seguita dai metodi a gravità (34%); nettamente inferiore la frazione di superficie interessata dai sistemi irrigui a microportata (4%). Nel Veneto sono attivi 20 Consorzi di Bonifica, che gestiscono anche la distribuzione organizzata di acque irrigue. I prelievi idrici (Tabella 8) complessivamente assentiti a scopo irriguo ai Consorzi di bonifica assommano a circa 368 mc/s (portata massima); tali risorse sono attinte per circa il 95% da acque superficiali. Da tale dato risulta una dotazione specifica di 0,69 litri al secondo per ettaro irrigabile (valore che passa a 1,42 l/s*ha se si considera la superficie effettivamente irrigata secondo ISTAT). La dotazione specifica è però molto variabile sul territorio: si va un minimo di 0,2 l/s*ha del Consorzio Dese Sile (100% irrigazione di soccorso) a valori massimi di 2,41 l/s/ha per il Medio Astico-Bacchiglione e 1,63 l/s*ha del Consorzio Pedemontano Brenta (entrambi con prevalenza di irrigazione organizzata con sistemi a gravità). - 25

30 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di I problemi principali del settore irriguo nel Veneto riguardano: a) la disponibilità d acqua, che va sempre più riducendosi, anche in funzione dei livelli minimi vitali di deflusso che è necessario assicurare negli alvei fluviali della media e bassa pianura; b) la ridotta efficienza che caratterizza l assetto irriguo dominante, specie nella fascia pedemontana e della prima pianura; c) la qualità delle acque utilizzate, spesso degradata dagli impatti antropici, sia in termini microbiologici che, anche se con minor frequenza, per le alte concentrazioni saline e di microinquinanti. Con particolare riferimento all'aspetto della qualità microbiologica, oggetto del presente studio, va evidenziato che esso riveste la massima importanza per l'irrigazione delle colture specializzate (orticole e frutticole) destinate al consumo fresco. Tale aspetto va innanzitutto posto in diretta relazione con i potenziali rischi per la salute, ma non va sottovalutata l'importanza di una buona qualità dell'acqua irrigua come fattore produttivo certificato per le colture di pregio. Nel Veneto (Tabella 9) le aree a maggior concentrazione di colture orticole sono situate nella parte centromeridionale del litorale adriatico (nei Comuni di Cavallino-Treporti, Chioggia, Codevigo, Cavarzere, Rosolina e Porto Tolle); molto rilevante è poi l'orticoltura nella zona di Lusia (Rovigo); di significativa importanza le aree orticole della parte sud della provincia di Verona, della provincia di Treviso e di Padova. Nelle zone molto vocate, l'incidenza delle colture orticole irrigate sulla superficie irrigua complessiva è molto elevata (Tabella 11): in comune di Cavallino Treporti tale frazione è sopra il 90%; su gran parte dei comuni del litorale si supera il 30%, così come nelle principali aree orticole dell'entroterra. L'attenzione e le azioni di tutela qualitativa della risorsa irrigua andranno quindi concentrate in tali aree. In particolare, in termini di qualità microbiologica, l'attenzione andrà però focalizzata nelle aree orticole dove maggiore è il ricorso ad acque irrigue prelevate da corsi d'acqua (più esposti al rischio di contaminazione di origine fecale). Nella Tabella 10 sono riportati, sempre con riferimento ai succitati dati ISTAT, i comuni in cui si ha contemporaneamente una rilevante incidenza di superfici orticole irrigue e di approvvigionamento idrico da corsi d'acqua superficiali. Una sintetica elencazione dei comuni di maggior spicco comprende: in provincia di Verona: i comuni di Verona, Bovolone, Cerea, in provincia di Venezia: i comuni di Chioggia, Cavarzere e Scorzè in provincia di Treviso: i comuni di Treviso e Zero Branco in provincia di Padova: i comuni di Codevigo, Montagnana e Due Carrare in provincia di Rovigo: i comuni di Rosolina, Lusia e Porto Tolle - 26

31 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di 31% irrigazione di soccorso irrigaz organizzata in pressione 7% 62% irrigaz organizzata a gravità Figura 14: ripartizione della superficie irrigua (irrigazione di soccorso irrigazione organizzata) 4% 34% 4% 58% altri sistemi irrigui aspersione microirrigazione sistemi a gravità Figura 15: ripartizione della superficie irrigua (metodi irrigui) 16% 5% 20% 59% seminativi foraggere ed altre coltivazioni frutteti e vigneti orticole Figura 16: ripartizione della superficie irrigua (colture irrigue) - 27

32 Scheda tematica 2: Indagine per l individuazione dei requisiti delle acque idonee all irrigazione di colture alimentari Tabella 8: Dati sull irrigazione nel Veneto (fonte: Unione Veneta Bonifiche, Atlante Irriguo del Veneto) Consorzio Superficie irrigua (ha) Prelievi assentiti di acque irrigue mc/s (portata massima) Prelievi assentiti di acque irrigue da acque superficiali Prelievi assentiti di acque irrigue da acque sotterranee Superficie con irrigazione di soccorso Superficie irrigata con metodi organizzati Superficie irrigata con metodi a gravità Superficie irrigata con metodi in pressione dotazione l/s * ha % prelievi da acque sotterranee % irrigazione con metodi a gravità % irrigazione con metodi organizzati Adige Bacchiglione ,74 9,74 0, ,42 0% 0% 0% Adige Garda ,74 21,74 0, ,14 0% 71% 100% Agro Veronese Tartaro Tione ,00 34,00 0, ,18 0% 56% 56% Bacchiglione Brenta ,55 8,55 0, ,54 0% 0% 0% Basso Piave ,38 38,38 0, ,96 0% 95% 95% Delta Po Adige ,70 30,70 0, ,97 0% 83% 88% Dese Sile ,00 4,00 0, ,20 0% 0% 0% Destra Piave ,50 29,50 0, ,81 0% 52% 55% Euganeo ,93 15,73 0, ,50 1% 0% 0% Medio Astico Bacchiglione ,50 7,80 1, ,41 18% 67% 100% Padana Polesana ,48 12,48 0, ,23 0% 0% 3% Ped.no Brentella di Pederobba ,30 34,20 0, ,07 0% 40% 97% Pedemontano Brenta ,00 37,00 15, ,63 29% 72% 94% Pedemontano Sinistra Piave ,37 17,37 0, ,48 0% 22% 25% Pianura V.ta tra Livenza e Tagl.to ,10 15,10 0, ,85 0% 0% 3% Polesine Adige Canalbianco ,15 20,15 0, ,34 0% 4% 6% Riviera Berica ,17 4,87 0, ,40 6% 0% 2% Sinistra Medio Brenta ,00 7,00 3, ,28 30% 2% 3% Valli Grandi e Medio Veronese ,12 18,12 0, ,60 0% 14% 14% Zerpano Adige Guà ,83 10,56 0, ,48 3% 1% 7% Totale ,60 348,30 20, ,69 6% 31% 38% - 28

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