REVISIONE GENERALE DEL PIANO STRUTTURALE

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1 CIRCONDARIO DELLA VAL DI CORNIA COMUNI DI : CAMPIGLIA M.MA PIOMBINO SAN VINCENZO SASSETTA - SUVERETO PROVINCIA DI LIVORNO SAN VINCENZO 2020 REVISIONE GENERALE DEL PIANO STRUTTURALE AVVIO DEL PROCEDIMENTO ART. 15 L.R.T. 1/2005 RELAZIONE SETTEMBRE 2009

2 Documento per l avvio del procedimento per la revisione del Piano Strutturale del comune di San Vincenzo. Relazione Indice. 1 Gli indirizzi della pianificazione territoriale della Regione e della Provincia. 1.1 Il Piano di Indirizzo territoriale della Regione Toscana I contenuti generali e la disciplina del P.I.T I contenuti e la disciplina paesaggistica del P.I.T Il masterplan dei porti. 1.2 Il nuovo P.T.C. della Provincia di Livorno I sistemi territoriali I sistemi funzionali L atlante dei paesaggi 2 I progra mmi e gli atti di tutela a mbientale. 2.1 Il piano dell Ambito Territoriale Ottimale n Il piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani. 2.3 Il piano regionale e provinciale di bonifica dei siti inquinati. 2.4 Il piano stralcio per l assetto idrogeologico del bacino Toscana coste. 2.5 Il sistema delle aree protette. 3 Le stato delle risorse ambientali. 3.1 La politica ambientale del Comune di San Vincenzo, la registrazione Emas; 3.2 L acqua; 3.3 I rifiuti; 3.4 L aria. 3.5 L inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso; 3.6 I consumi energetici; 3.7 Gli obiettivi di politica ambientale assunti con la registrazione Emas. 4 La pianificazione coordinata della Val di Cornia. 4.1 L esperienza della pianificazione coordinata degli anni settanta; 4.2 Il coordinamento ex articolo 8 della L.R. 74/ Un bilancio sui piani coordinati. 4.4 Il Piano Strutturale d Area e la nuova stagione della pianificazione coordinata. 5 Lo stato della pianificazione co munale. 5.1 Lo strumento vigente e le varianti ad esso approvate. 5.2 La variante gestionale al Regolamento Urbanistico. 5.3 I piani attuativi di iniziativa pubblica e privata. 5.4 Lo stato di attuazione del piano. 5.5 I procedimenti di variante svincolati dal processo di revisione del Piano. 6 Gli obiettivi strategici da perseguire. 6.1 Gli obiettivi strategici e territoriali dello sviluppo comprensoriale e le loro relazioni con il territorio di San Vincenzo. 6.2 L articolazione degli obiettivi strategici alla scala comunale. 1

3 6.2.1 Il potenziamento degli assi trasversali e il ruolo del villaggio industriale di San Carlo Indirizzi preliminari per il territorio edificato, la necessità di opporsi alla rarefazione dell edificato e la valorizzazione dei tessuti edilizi La città delle funzioni e delle relazioni. Una nuova socialità urbana La città delle vacanze, il turismo 7 L organizzazione del processo di revisione ed aggiornamento del piano. 7.1 Un piano partecipato e un processo di for mazione trasparente. 7.2 l Ufficio di Piano. 2

4 1 La pianificazione territoriale della Regione e della Provincia. 1.1 Il piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana I contenuti generali e la disciplina del P.I.T.. Il piano di indirizzo territoriale è stato approvato con deliberazione del consiglio regionale 24 luglio 2007, n. 42, ed è divenuto efficace a seguito della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 42 del 17 ottobre Esso, nella sua versione originaria, come prescritto dai contenuti generali della L.R.T. n. 1/2005 è composto da una parte statutaria che definisce i fattori territoriali che compongono la struttura del territorio, e da una parte strategica, che attraverso la identificazione di appositi sistemi funzionale si pone l obiettivo della messa in opera delle politiche del Piano. Lo statuto del territorio, definito nel PIT come agenda statutaria oltre che rappresentare la visione dei caratteri fondanti ed identitari della Toscana, si pone l obiettivo di conseguire risultati coerenti alla conservazione del patrimonio territoriale, ed insieme alla correzione di fenomeni ritenuti incompatibili con la qualità dello sviluppo sostenibile. Il PIT, oltre a quanto avremo modo di vedere nella parte riferita alla sua implementazione di natura paesaggistica, è costituito dai seguenti elaborati: a) Il Documento di Piano contenente: - l agenda per l applicazione dello statuto del territorio toscano; - i metaobiettivi del PIT (unitamente agli obiettivi conseguenti ai medesimi) - l agenda strategica; - la strumentazione di cui il PIT si dota per presidiare l efficacia delle sue opzioni. b) la Disciplina che: - definisce le invarianti strutturali e individua i principi cui condizionare l uso delle risorse essenziali di cui all articolo e della legge regionale n. 1/2005; - contempla come sua parte integrante la disciplina dei paesaggi che assumerà valor di piano paesistico ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, una volta concluso il procedimento relativamente all intesa con le competenti autorità statali ai sensi dell art. 143 del 3

5 D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, come da ultimo modificato con il D.lgs. 157/2006. c) il Quadro conoscitivo costituito da: - i quadri analitici di riferimento; - il quadro aggiornato allo stato di fatto di fatto degli elementi territoriali del Piano regionale della mobilità e della logistica; - l atlante ricognitivo dei paesaggi. Oltre a tali documenti, la cosiddetta disciplina è integrata da uno specifico documento riguardante le connessioni tra le strategie dello sviluppo territoriale della Regione e il quadro delle politiche di sviluppo nazionale intitolato La Toscana nel quadro strategico nazionale , nonché da indirizzi e prescrizioni per la pianificazione dei porti e degli aeroporti toscani definiti come Master plan dei porti toscani e Master del sistema artoportuale toscano. La struttura del territorio toscano sono individuate e argomentate nel Documento di piano mediante le definizioni generali di universo urbano della Toscana e di universo rurale della Toscana e ad essa risultano correlate una serie di invarianti strutturali ricomprese nelle seguenti formulazioni sintetiche: - la città policentrica toscana ; - la presenza industriale in Toscana ; - i beni paesaggistici di interesse unitario regionale; - il patrimonio collinare della Toscana; - il patrimonio costiero, insulare e marino della Toscana; - le infrastrutture di interesse regionale unitario. Per ognuna di queste categorie di invarianti il PIT fornisce tutta una serie di valutazioni, di direttive per il raggiungimento degli obiettivi qualitativi prefissati dalle politiche strategiche e di prescrizioni al fine di scongiurare ed impedire trasformazioni non compatibili con gli scenari territoriali ricercati. Ci pare opportuno segnalare che le definizioni, le direttive e le prescrizioni per il patrimonio collinare e quello costiero, insulare e marino della Toscana che più interessano il comprensorio della Val di Cornia sono dettati dagli articoli che vanno dal n. 20 al n. 28 dell elaborato recante la disciplina del Piano. Per ciò che concerne la Val di Cornia il PIT la inserisce, in parte, nel sistema delle Aree interne e meridionale, e quasi per intero nella Toscana della costa e dell Arcipelago. A dire il vero tali sistemi territoriali non sono intesi con la rigida perimetrazione della pianificazione tradizionale, ma piuttosto come la matrice fondativa delle capacità personali e civili di cui dispongono ogni individuo e le collettività locali di cui egli è parte. Ciò che rende il territorio un essenziale patrimonio pubblico, quale che sia la 4

6 formale titolarità pubblicistica o privatistica dei beni materiali che lo compongono. A sua volta nei territori della Toscana sono individuati degli ambiti, 38 in tutto, per ognuno dei quali vengono descritti i caratteri strutturali, i valori e gli obiettivi di qualità da perseguire attraverso l applicazione della disciplina del PIT e le politiche territoriali di ambito locale. I territori sono stati classificati secondo una serie di parametri, non esclusivamente territoriali, tali da connotare i luoghi e fornire criteri interpretativi, sia di tipo sociale che più propriamente urbanistico programmatorio. Sui territori, e sulle loro caratteristiche identitarie il PIT incentra le prescrizioni e gli indirizzi di tipo paesaggistico, che più che costituire una componente settoriale della disciplina fornisce l elemento unitario di interpretazione di tutto l impianto costitutivo del Piano. I parametri che il PIT utilizza per la individuazione dei 38 territori sono i seguenti: - la realtà geografica; - il paesaggio; - la storia politico-amministrativa; - l esistenza dei centri urbani; - la coscienza dei cittadini di appartenere ad un territorio; - il mito e la leggenda del luogo; - il mercato locale del lavoro; - l organizzazione amministrativa; - le infrastrutture per la mobilità. La Val di Cornia è identificato con l ambito n. 23. Per esso viene sottolineato che la struttura economica incentrata sulla realtà produttiva delle acciaierie di Piombino sta subendo un processo di diversificazione anche puntando sulle attività legate alla nautica da diporto. Così come nel settore turistico sono in corso alternative alla sfruttamento della risorsa mare con investimenti legati alla valorizzazione dell archeologia mineraria, dei parchi e delle risorse termali. Viene segnalato la connotazione delle aree collinari da un rilevante interesse naturalistico, sebbene segnate dalla pesante presenza di cave e concessioni minerarie in piena attività. La Val di Cornia, nei territori della Toscana, viene segnalata come una delle aree a maggiore identità, sviluppatasi anche con una feconda attività di pianificazione territoriale unitaria. Significative le esperienze dei PRG coordinati degli anni 80 e del sistema dei cinque Parchi culturali collocati nei comuni di Piombini, Campiglia M.ma, San Vincenzo e Sassetta. A seguito di tale attività pregressa, la Regione ha istituito, in base alle leggi n. 77/ 95 3 n. 38/ 97 il Circondario dei Comuni della Val di Cornia, corrispondente al perimetro dell ambito territoriale del PIT. Il Piano regionale individua quale punti di forza della Val di Cornia: 5

7 - La pianificazione territoriale strategica coordinata dell area; - L alto valore paesaggistico e archeologico; - Le grandi estensioni di zone a protezione ambientale; - I rilevanti elementi di biodiversità; - Le attività turistiche diverficate: l agriturismo, il turismo archeologico, naturalistico e termale. I punti di debolezza sono così riassunti: - Il livello qualitativo delle strutture ricettive è complessivamente piuttosto basso; - Il progressivo consumo di territorio agricolo di pianura, di notevole pregio paesaggistico e altamente produttivo, soprattutto a favore dell espansione delle attività manifatturiere e commerciali; - L ampliamento degli insediamenti urbani esistenti tende in alcuni casi a occupare aree pedecollinari; - Il difficile accesso al porto commerciale di Piombino. Le valutazioni che il PIT fornisce in merito alla composizione statutaria e alle connotazione dei valori ambientali della Val di Cornia sono racchiusi nella definizione dei caratteri strutturali identificativi e nei caratteri strutturali ordinari del territorio. Il PIT segnala quali caratteri strutturali identificativi del paesaggio nell ambito territoriale della Val di Cornia: 1. Il promontorio del golfo di Baratti rappresenta la visuale meridionale del litorale sabbioso di San Vincenzo, la cui bellezza è tutelata dal Parco Naturale di Rimigliano; 2. Lo stoccaggio delle cortecce delle querce in prossimità della Casa del Parco Naturale di Montioni a Suvereto, testimonia il carattere forestale del paesaggio della Val di Cornia; 3. Il paesaggio agricolo è segnato da estesi vigneti, anche di recente impianto; 4. Il castello Aldobrandesco di Scarlino del secolo XIII rappresenta il punto emergente del paese di Scarlino, in posizione dominante sulla piana di Follonica; 5. La città di Piombino ruota attorno al suo porto, storicamente luogo di arrivo di materie prima, in particolare ferro dall Isola d Elba, con la quale mantiene ancora oggi un rapporto privilegiato per il collegamento turistico; 6. L industria mineraria ha storicamente caratterizzato e profondamente segnato le colline metallifere della Val di Cornia, in particolare le cave di versante sui monti di Campiglia Marittima; 7. La trasformazione dei campeggi litoranei in villaggi turistici con utilizzo di unità abitative di tipo seriale e di scarsa qualità rappresenta un elemento di profonda trasformazione dei caratteri paesaggistici dei luoghi senza alcun elemento di relazione con il contesto. 6

8 Ad essi vengono integrati, i caratteri strutturali ordinari che sono rappresentati dai seguenti elementi: 1. La presenza di dune colonizzate dalla vegetazione spontanea sottolinea il carattere di particolare naturalità del Parco Naturale di Rimigliano; 2. Il litorale del golfo di Follonica è chiuso a nord dal promontorio di Piombino e dalle due ciminiere della Centrale Enel di Torre del Sale; 3. Le colture ad olivo caratterizzano i versanti della campagna di Suvereto lasciando il posto, alle quote più alte, ai boschi di sughere e lecci; 4. Nella piana di Scarlino e di Follonica il mosaico agrario presenta caratteri di notevole varietà colturale con filari di alberi e masse arborate in prossimità nell abitato. 5. Nella campagna di Follonica si affiancano ai prevalenti seminativi colture intensive a frutteto; 6. Il paesaggio costiero di Piombino è caratterizzato dalla presenza degli stabilimenti metallurgici, il cui impianto risale alla fine dell ottocento; 7. Nel paesaggio di pianura il passaggio delle reti infrastrutturali rappresenta un elemento di criticità, che assume caratteri esasperati se coinvolge ambienti particolarmente sensibili: l area umida delle paludi Orti Bottegone, in prossimità della centrale termoelettrica Enel di Torre del Sale, è attraversata da reti e tralicci elettrici; 8. Gli impianti della centrale termoelettrica costituiscono elemento di trasformazione paesaggistica puntuale e profonda del tratto di costa limitrofo alla foce del fiume Cornia e del promontorio di Piombino; 9. I terrazzamenti ad oliveto presentano ampi tratti mancanti, con ricolonizzazione di vegetazione spontanea e degrado dei coltivi; 10. I terrazzamenti con muri a secco fittamente erborati ad oliveto e l emergenza architettonica del Castello della Magona costituiscono elemento di eccezionale rilievo in prossimità dell abitato di Venturina, in contrasto con l espansione urbana recente. In ragione di tali caratteri identificativi il piano regionale organizza l articolazione della disciplina, che di recente, è stata anche oggetto di una rivisitazione affinchè essa assumesse i caratteri di piano paesistico. Per l analisi puntuale della stessa si rinvia, perciò, al paragrafo succesivo, con il doveroso avvertimento che essa debba intendersi come un insieme organico ed unitario di disposizioni, nel quale le valutazioni sul paesagio si integrano e si vanno a comporre con gli indiri generali di ordine strategico. 7

9 1.1.2 I contenuti e la disciplina paesaggistica del P.I.T.. Dopo un lavoro complesso e articolato che ha visto coinvolti gli enti economici e territoriali, le istituzioni locali, l associazionismo la Regione Toscana, con la deliberazione del consiglio regionale del 16 giugno 2009, n. 32, ha adottato la implementazione del P.I.T. per la disciplina paesaggistica. I riferimenti normativi e legfislativi che hanno originato l atto sono costituiti dall art. 143 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio e dall art. 33 della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 Norme per il governo del territorio. L aggiornamento dei contenuti del P.I.T. intendono essere la conseguenza al dibattito che in Toscana ha investito il mondo della cultura e dell urbanistica sui temi della tutela paesaggistica e ambientale che ha avuto inizio con il cosiddetto caso Monticchiello. La generale e condivisa domanda di nuove politiche di valorizzazione dei paesaggi e delle identità locali si tramuta in una rivisitazione dei contenuti strategici del P.I.T. e nella loro valutazione anche in termini di qualità ed efficacia paesaggistica. L azione di implementazione del P.I.T. è stato preceduto da un intesa, sui contenuti e sulle procedure da peseguire, tra la Regione stessa e gli altri enti statali e territoriali competenti in materia di tutela del paesaggio. In particolare in data 11 dicembre 2006 è stato sottoscritto il protocollo d intesa tra la Regione Toscana, l A.N.C.I., l U.N.C.E.M. e l U.R.P.T. denominato Patto per il governo del territorio, mentre il 23 gennaio 2007 venne siglato il protocollo di intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali, al quale ha seguito il relativo disciplinare di attuazione al fine di procedere alla elaborazione progressiva e congiunta dello statuto del P.I.T. con valore di piano paesaggistico, in coerenza e uniformità alla disciplina di tutela del Codice dei beni culturali tramite la collaborazione dei diversi livelli di pianificazione. La valenza del P.I.T. di piano paesaggistico deve comunque intendersi non solo come adempimento formale ai dettami del Codice dei beni culturali di cui al D.L. 22 gennaio 2004, n. 42, ma soprattutto in virtù della cultura di governo del territorio che esso intende esprimere laddove il paesaggio non rappresenta più un fattore da trattare in forma specifica e settoriale. Dunque, una concezione del paesaggio che vede e apprezza la molteplicità dei fenomeni espliciti e sottesi, così come dei valori che esso racchiude e promuove. Una nozione che sa connettersi all insieme di processi sociali e ambientali che lo attraversano e che sa interagire con il flusso dei mutamenti, sia quelli più superficiali e reversibili, sia quelli più profondi e penetranti nelle strutture profonde di un territorio, che conferiscono i connotati strutturali ed esteriori che lo identificano, lo rendono riconoscibile, lo 8

10 qualificano come un luogo, ne permettono la percezione estetica della sua storia e della sua genesi formativa. Il paesaggio, quindi, è insieme obiettivo e parametro di valutazione della capacità progettuale. Una capacità da intendersi come progettualità sociale che nei processi di formazione, trasparenti e certi, delle scelte delle pubbliche amministrazioni, deve integrare tanto le responsabilità collettive soggettive di una comuntià territoriale, quanto le sue energie vitali del lavoro, dell impresa, della cultura. E su tale pluralistica integrazione che la Regione Toscana, con l avvenuta implementazione del proprio strumento principe di governo del territorio, vuole fondare una reale applicazione della Convenzione europea del paesaggio. Si tratta, con il nuovo P.I.T. e mediante il suo recepimento nella strumentazione normativa e pianificatoria provinciale e comunale, di leggere e rendere effettivi i contenuti della Convenzione nel contesto paesistico e culturale della Toscana e di farlo secondo quell approccio percettivo al divenire dei fenomeni e delle funzioni che danno forma al territorio che la stessa Convenzione elabora e definisce. P.I.T. e Convenzione europea del paesaggio condividono un postulato essenziale nella concenzione del paesaggio all interno della nozione di territorio e del suo governo. Vale a dire, la piena convinzione che «tutto il territorio è paesaggio». Dagli spazi urbani o infrastrutturali fino agli spazi naturali protetti, passando per quei mosaici agro-forestali che storicamente hanno svolto un ruolo essenziale per l a for mazione e lo s vi luppo della qualità ecologicopaesaggistica della Toscana. Il documento di piano elaborato dalla Regione Toscana, per meglio esplicare tale concetto si affida ad una illuminata citazione di Franco Zagari, tratta da Questo è paesaggio. 48 definizioni. Roma, Mancosu Editore, 2006 che ci pare utile riproporre integralmente. Ha ragione chi evidenzia come il tessuto di beni e di funzioni che compongono il patrimonio paesaggistico di un territorio come quello toscano, dia vita a una sorta di gioco inesausto e infinito fra storia e mito che si legge nei paesaggi come in un volto antico, a volte mappa di non comune bellezza, ma anche trama di conflitto. Un gioco alimentato dal sentimento che una comunità ha dei propri paesaggi e che prende corpo in una dinamica fra due rappresentazioni fra loro dialettiche, quella della storia e quella del mito. Questa percezione essenziale della nostra cultura è ispirata da due attitudini mentali apparentemente opposte, la nostalgia e la speranza, così diverse e così compresenti in noi. Fra queste due dimensioni del nostro pensiero, che guardano rispettivamente al passato e al futuro, opera il progetto, che stimola e interpreta il sentimento che la comunità ha del proprio paesaggio, con una consapevolezza insieme estetica, etica e di conoscenza, un ponte sempre vivo fra passato e futuro. 9

11 Il valore di piano paesaggistico del PIT si espleta attraverso un arricchimento dei documenti e delle disposizioni dello strumento originario. I contenuti su cui fonda i principi del riconoscimento dei valori del territorio, anche attraverso la sua qualificazione esteriore, vengono ulterioremente rimarcati nel documento di piano ed in particolare nei paragrafi 2 e 3. Sono, poi, evidenziati e normati con la individuazione delle componenti essenziali dello statuto del territorio nel Titolo 2 della disciplina generale del piano. Nella disciplina sono stati focalizzati le componenti inderogabili del: - Patrimonio collinare (artt. 21, 22, 23, 24 e 25); - Patrimonio costiero, insulare e marino (artt. 26, 27 e 28); - Città policentrica toscana (artt. 4, 5, 6, 7, 6, 8, 9, 10, 13, 14, 15). Contenuti che intrinsecamente concernono la qualità paesaggistica del territorio toscano e che la disciplina generale del P.I.T. ulteriormente precisa e rafforza con alcune ulteriori mirate integrazioni normative. Con esse vengono infatti perseguite, attraverso il recepimento e l adaguamento nella strumentazione pianificatoria locale, finalità paesaggisticamente essenziali quali sono le seguenti: - Una progettazione e una messa in opera delle infrastrutture, sia nuove che necessitanti di riqualificazione che, mediante la più congrua collaborazione con le amministrazioni interessate, ne persegua la migliore contestualizzazione paesaggistica sì da farne realizzazioni di nuovo, integrato e armonioso paesaggio e non violenze al medesimo (art. 9, commi 12 bis e 12 ter, recanti le prescrizioni per la città policentrica toscana ); - La tutela e il consolidamento della continuità e della biodiversità delle reti naturali nei corridoi ecologici in cui quelle reti si articolano dipanandosi attorno agli insediamentiurbani e all interno del loro tessuto edificato e spaziale. Ciò, al fine di correlare organicamente beni, ambienti e contesti d insieme sia del paesaggio urbano e sia del paesaggio rurale, come due volti di una cultura ambientale e paesistica evoluta e unitaria (art. 10, recante le direttive «per sostenere la qualità della e nella città toscana»). Concezione e norme che, ad un tempo, si legano a una tutela attiva del «valore civile, storico e artistico dei paesaggi urbani» quale disposta dall art. 10 bis, che prevede, per esempio, ad opera del pianificatore locale, l obbligo di evitare le espansioni lineari lungo gli assi viari che determinano la saldatura degli insediamenti urbani; l obbligo di mantenere le scansioni degli spazi edificati con quelli inedificati per conservare la pluralità paesaggistica dei tessuti urbani; l obbligo di evitare e prevenire la marginalizzazione degli spazi urbani residui; l obbligo di individuare i centri e i nuclei di valore storico e culturale e di tutelarne il valore paesaggistico unitamente al loro intorno territoriale; l obbligo di disciplinare le trasformazioni e riqualificazioni in funzione della qualità dei paesaggi urbani anche di nuova formazione nel significato che essi assumono per la cultura civica; 10

12 - la subordinazione del recupero e della riqualificazione delle aree industriali dismesse, oltre che ai criteri sanciti nel paragrafo del documento di piano, alla soddisfazione discriminante di esigenze di qualità paesaggistica, architettonica e di piena integrazione nei contesti paesistici di riferimento, unitamente alla ponderazione tecnica dei carichi urbanistici e ambientali dei progetti implicanti mutamenti di destinazioni d uso (come disposto dagli artt. 18, commi 4, 4 bis e 5, e 19) nell ambito di una complessiva strategia protesa a consolidare la «presenza industriale» in Toscana quale invariante strutturale di questo Pit attraverso un ulteriore serie di prescrizioni specifiche a diretta valenza paesaggistica su scala comunale, sovracomunale e conseguentemente perequativa; - una gamma di prescrizioni puntuali a sostegno della tutela e della valorizzazione degli itinerari storico-culturali dotati di specifica attrattività turistica (art, 34 ter). Un aspetto specifico che l implementazione del PIT tratta è quella del sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili e la correlazione tra i contenuti del piano di indirizzo energetico regionale (PIER) di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 8 luglio 2008, n. 47, e la tutela del patrimonio paesaggistico toscano, proprio secondo le prescrizioni disposte dall art. 34 bis della disciplina generale del piano. Un nesso logico e normativo reso urgente dalle specifiche dinamiche di mercato e dalla primaria necessità di sostenere la diffusione di una pluralità di risorse energetiche coerenti con gli obiettivi ambientali che la Toscana condivide con l'unione Europea e con l'esigenza di riqualificare a tal fine l'insieme del sistema economico regionale. L obiettivo è quello di contribuire alla crescita di una green economy toscana che sappia correlare l unicità del suo paesaggio con la qualità di una nuova igiene energetica e dunque con una apertura a quanto di più nuovo e pulito si sviluppi in materia. Così, la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, i relativi impianti e le connesse programmazioni, progettazioni, localizzazioni, realizzazioni e i conseguenti funzionamenti debbono essere concepiti, da un lato, secondo le più efficienti ed efficaci capacità di incremento e di evoluzione tecnica e funzionale e, dall altro, la più congrua armonizzazione e contestualizzazione paesaggistica, sapendo creare, laddove necessario, nuovo paesaggio sul ceppo del patrimonio paesaggistico esistente e nel mantenimento dei valori che esso esprime. Di qui, anzi, l'assunzione ad opera del piano del principio generale della coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica statuiti nelle «schede dei paesaggi» come elemento costitutivo degli stessi criteri di valutazione da assumere in materia. Di qui, ancora, una disciplina specifica (art. 34 bis) - ma del tutto coerente con l impostazione pianificatoria della matrice paesaggistica del Pit stesso - che prevede, tra l altro: 11

13 - L obbligo per la pianificazione territoriale delle province di definire indirizzi e criteri con cui, non solo consentire, ma promuovere la produzione energetica da fonti rinnovabili (quali derivanti da impianti eolici, da impianti solari termici e fotovoltaici, da impianti alimentati da biomasse) mediante apposite previsioni nella pianificazione territoriale deicomuni da formulare in osservanza alle disposizioni di cui allo stesso art. 34 bis; - Il raccordo necessario tra l installazione di impianti eolici e: a) il perseguimento degli obiettivi di qualità contemplati dalle «schede dei paesaggi», con una ulteriore serie di cautele ambientali e paesaggistiche e di modalità localizzative inerenti gli impianti eolici di maggiori dimensioni e la loro ubicabilità in ambiti territoriali già dotati di specifiche tutele; b) il rispetto di un generale criterio localizzativo e realizzativo fondato sull efficacia e sull efficienza energetica quale essenziale parametro decisionale in funzione della tutela paesaggistica e ambientale (...che subisce un evidente smentita ogniqualvolta una "pala eloica" svetti nella sua stasi per insufficienza di vento); - L'obbligo per la pianificazione territoriale dei comuni e per la strumentazione attuativa che ne consegue, unitamente ad eventuali regolamentazioni specifiche delle stesse amministrazioni municipali, di regolare l'installazione di impianti solari termici e fotovoltaici prevedendo la più congrua collocazone tecnica al fine di garantire la qualità paesaggistica e architettonica delle relative installazioni, con una attenta distinzione tra interventi in insediamenti e complessi edilizi di valore storico e paesaggistico e interventi in insediamenti e complessi edilizi di tipo diverso, rispetto ai quali il piano impone comunque il perseguimento sia delle soluzioni energetiche ottimali sia delle soluzioni architettoniche e paesaggistiche contestualmente più coerenti anche sotto il profilo vedustistico; - L'obbligo per il pianificatore locale così come per gli atti di governo del territorio di disciplinare l'installazione a terra di impianti solari termici e fotovoltaici, in modo da garantire che quest'ultima abbia luogo prioritariamente «presso siti degradati o bonificati, laddove disponibili, o in zone a destinazione produttiva, commerciale o comunque correlata alla produzione o erogazione di servizi» (art. 34 bis, comma 10, lettera a), senza tuttavia, come si vede, postulare un legame concettuale biunivoco fra aree degradate e aree vocate ad accogliere simili impianti. Il piano, infatti, non condivide affatto l'ipotesi di un raccordo "funzionale" tra complessità (ed anche conflittualità) infrastrutturale e marginalità territoriale. Al contrario, esso ipotizza un legame positivo tra conservazione attiva dei valori paesaggistici e innovazione paesaggistica anche e proprio mediante la qualità progettuale e la contestualizzazione di nuove funzioni e di nuove conseguenti opere infrastrutturali. La versione aggiornata del PIT consente anche una lettura più approfondita dei caratteri del territorio regionale, così da consentire le ulteriori specificazioni ed articolazioni proprie dei piani provinciali e comunali. Questo avviene con un arricchimento dei contenuti e degli obiettivi 12

14 strategici da perseguire con la pianificazione territoriale contenuti nelle schede che vanno a comporre L Atlante dei paesaggi. Nel paragrafo precedente abbiamo visto che il PIT suddivide l intero territoriale regionale in 38 ambiti. La Val di Cornia costituisce l Ambito unitario n. 23, al quale è correlata la relativa scheda. Di seguito descriviamo la impostazione della scheda della Val di Cornia così come essa risulta dalla implementazione del PIT in funzione delle valenze paesaggisitiche. La scheda va ad individuare una serie di valori all interno delle tre macro categorie già viste nel paragrafo precedente, gli Elementi costitutivi naturali, gli Elementi costitutivi antropici, gli Insediamenti e le infrastrutture, che di fatto costituiscono una specificazione di dettaglio di quanto già contenuto nella scheda del PIT originario. Per i valori poi sono descritti gli obiettivi di qualità da raggiungere e le azioni che gli strumenti della pianificazione comunale e provinciale dovranno favorire per il raggiungimento degli obiettivi medesimi. L articolazione complessiva risulta essere, così, la seguente. Elementi costitutivi naturali. Valori naturalistici ed estetico percettivi: - La macchia mediterranea; - La fascia costiera; - Gli ambiti fluviali; - Le zone umide. Per la macchia mediterranea vengono individuati i seguenti obiettivi di qualità: - Tutela del mosaico vegetazionale della macchia mediterranea, con particolare riferimento a gariga macchia bassa; - Incremento del valore naturalistico delle formazioni forestali; - Conservazione della estensione e della continuità delle aree boscate a cespuglieto e a prato delle colline di Riotorto e Montioni. Per ragioni di snellezza della trattazione, e di appropriazione di contenuto rispetto alla funzione del presente documento vengono riportate solo le azioni di indirizzo alla pianificazione comunale. Per quelle relative alla pianificazione provinciale si rinvia al PIT nel suo insieme. Le azioni che la pianificazione comunale dovrà avviare, relativamente alla macchia mediterranea sono: - La disposizione del monitoraggio della sua consistenza e del suo stato di conservazione secondo la definizione di bosco di cui all art. 3 della L.R. n. 39/2000 e le specifiche tecniche di cui al deceto dirigenziale n del ; 13

15 - La previsione della conservazione nell ambito dell applicazione della disciplina relativa alle trasformazioni stabilita dalla L.R. n. 39/2000 e dal regolamento di attuazione n. 48/R/2003. Oltre a ciò la pianificazione comunale dovrà assicurare, nella gestione dei procedimenti amministrativi di competenza comunale interessanti i SIR Le Bandite di Follonica e Montecalvi di Campiglia, l applicazione delle Principali misure di conservazione indicate nella D.G.R. n. 644/2004. Le politiche di settore dovranno, invece, promuovere le azioni di sostegno alle attività agricole che privilegiano la conservazione dei mosaici agrari e l adozione di tecniche di ingegneria naturalistica. Per la fascia costiera gli obiettivi di qualità sono: - La tutela e incremento del grado di naturalità della costa sabbiosa e della pineta costiera, in particolare nei tratti di costa in condizioni di totale naturalitàè da escludere la localizzazione di attrezzature portuali; - La tutela integrale dei sistemi dunali; - Conservazione, mantenimento o ricostituzione del suolo, del sottosuolo, delle acque, della flora e della fauna nei tratti di costa alta. Per la fascia costiera gli strumenti di pianificazione e gli atti di governo comunali: - Individuano per le dune, le pinete, le scogliere, il grado di conservazione, attenendosi (per quanto riguarda le pinete) alla definizione di bosco di cui all'art. 3 della L.R. n. 39/2000 in merito all individuazione del bosco come valore paesaggistico, e secondo le specifiche tecniche di cui al D.D. n.3212 del in merito alla sua perimetrazione e al suo rilievo cartografico e ad esclusione delle pinete per le quali vige la disciplina sancita dalla L.R. n. 39/2000 e dal suo regolamento di attuazione n. 48/R/2003, stabiliscono, per quanto di propria competenza, la relativa disciplina di tutela e le eventuali operazioni di ripristino e di manutenzione; - Stabiliscono norme volte a limitare la possibilità di prevedere nuovi carichi insediativi sul fronte litoraneo all esterno dei margini consolidati degli insediamenti urbani. In particolare essi non ammettono alcun tipo di edificazione nei tratti di costa alta né la localizzazione di attrezzature portuali nei tratti di costa in condizioni di totale naturalità; - Prevedono inoltre che nei campeggi della costa, qualora si proponga l installazione di strutture tipo bungalows, si utilizzino materiali facilmente smontabili, staccati dal suolo e diluiti nel verde la cui installazione sia preceduta da un piano di ridisegno del sistema di piazzole affinché esse siano proporzionate alle nuove strutture. La pianificazione comunale, inoltre,per quanto di propria competenza, assicura, promuove ed incentiva nella gestione dei procedimenti amministrativi di competenza comunale interessanti al SIR Promontorio di Piombino e Monte Massoncello, l applicazione delle misure di tutela 14

16 contenute nelle Principali misure di conservazione indicate nella D.G.R. n. 644/2004. Ed infine la pianificazione comunale è anche tenuta all applicazione degli indirizzi di tuela definiti nella Sezione 4 della scheda dell Ambito di Paesaggio n. 23 della Val di Cornia, relativi al D.M fascia costiera nel comune di San Vincenzo e al D.M fascia costiera tra il golfo di Barati e il golfo di Salivoli, nel comune di Piombino. Per gli ambiti fluviali gli obiettivi di qualità sono: - La tutela dei corsi d acqua; - La conservazione dei caratteri ambientali e degli equilibri ecologici, in particolare della biodiversità, nell ambito fluviale del Cornia. - La tutela della vegetazione riparia del reticolo idraulico minore. - La combinazione di politiche tradizionali di protezione del rischio idraulico con politiche di gestione delle risorse naturali. Viceversa, la pianificazione comunale: - Favorisce nella gestione dei procedimenti amministrativi di propria competenza interessanti il SIR Padule di Orti Bottagone, l applicazione delle misure di tutela contenute nelle Principali misure di conservazione indicate nella D.G.R. n. 644/2004; - Assume, relativamente al SIR Padule di Orti Bottagone, le misure di conservazione relative alla zona di protezione speciale di cui all allegato A della D.G.R 454/ ; - Stabilisce proprie misure di tutele azioni finalizzate alla valorizzazione e conservazione degli ambienti naturali e seminaturali presenti nelle aree umide e nelle aree ad esse circostanti e le eventuali operazioni di ripristino; - Definisce la specifica disciplina delle trasformazioni per le limitare la pressione insediativa e infrastrutturale nelle aree circostanti le aree umide. Elementi costitutivi antropici. Valori naturalistici ed estetico percettivi: - La fascia costiera tra il golfo di Baratti e il golfo di Salivoli; - Il sistema di appoderamento dell Ente Maremma; - Il sistema dei percorsi d acqua; - Il paesaggio agricolo. Per la fascia costiera tra il golfo di Baratti e il golfo di Salivoli gli obiettivi di qualita individuati dal PIT risultano essere i seguenti: - Limitare la nuova edificazione e verificare ubicazione e qualità delle nuove previsioni, evitando in particolare la realizzazione di edifici in prossimità della spiaggia; 15

17 - Conservazione dei caratteri tipologici degli edifici rurali di impianto storico e delle loro pertinenze; - Riqualificazione delle aree insediate esistenti sulla fascia costiera in corrispondenza della Principessa. La pianificazione comunale, invece, assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela definiti nella Sezione 4 della scheda dell Ambito di Paesaggio n. 23 della Val di Cornia, relativi al D.M fascia costiera tra il golfo di Barati e il golfo di Salivoli, nel comune di Piombino. Per il sistema di appoderamento dell Ente Maremma e per il sistema dei percorsi d acqua gli obiettivi di qualità sono: - La conservazione del reticolo idraulico della pianura alluvionale del fiume Cornia, anche in quanto sistema di connessione ecologica, con particolare riguardo al mantenimento delle sistemazioni idrauliche e dei manufatti del sistema della bonifica. - La tutela e valorizzazione delle fattorie e delle opere d arte attinenti alle sistemazioni idaulico-agrarie della bonifica. Gli strumenti di pianificazione e gli atti di governo comunali: - Individuano il sistema dei percorsi d acqua creati per la regimazione delle acque nel contesto delle bonifiche, interessante tutta la pianura della Val di Cornia; - Perimetrano le aree caratterizzate da vegetazione ripariale delle sponde dei principali corsi d acqua; - Dispongono la tutela dei manufatti, delle fattorie, dei poderi e degli annessi attinenti al sistema della bonifica dei quali dovranno essere mantenute le peculiari caratteristiche architettoniche e stilistiche. Le politiche di settore dovranno promuovere e incentivare: - La conservazione e valorizzazione del sistema dei percorsi d acqua creati per la regimazione delle acque nel contesto delle bonifiche; - Gli interventi di rinaturalizzazione o il potenziamento della vegetazione ripariale delle sponde dei principali corsi d acqua. Per gli elementi costitutivi antropici del paesaggio agricolo gli obiettivi di qualità sanciti dal PIT sono: - Il mantenimento degli elementi stutturanti del paesaggio rurale, quali sistemazione idrauliche, elementi di equipaggiamento vegetale, trama viaria agricola, strade, muretti a secco, terrazzamenti e ciglionamenti, favorendone la ricostituzione, il ripristino e la valorizzazione; - Conservazione degli assetti rurali del territorio agricolo di pianura. Per il raggiungimento di tali obiettivi la pianificazione comunale dovrà: 16

18 - Individuare le sistemazioni agrarie storiche o di valore identitario quali la tessitura agraria a maglia fitta e le aree con sistemazioni a terrazzi e ciglioni; - Individuare gli elementi della struttura profonda di impianto del paesaggio agrario e il loro grado di conservazione con particolare riguardo agli elementi di equipaggiamento vegetale, alle strade poderali, alle sistemazioni idrauliche; - Individuare le componenti paesaggistiche indicate ai precedenti punti e nelle zone collinare i principali elementi persistenti del paesaggio storico agrario: a) Le sistemazioni fondiarie (terrazzamenti, muri a secco e ciglionamenti); b) Gli elementi vegetazionali tipici, quali siepi e filari alberati da tutelare con le procedure e le norme di cui agli artt. 55 e 56 del Regolamento Forestale n. 48/R/2003; c) La maglia della viabilità minore. Inoltre e amministrazioni comunali dovranno, per quanto di propria competenza, assicura nella gestione dei procedimenti amministrativi l applicazione di misure di conservazione e comunque favorire e incentivare la permanenza del valore cosi come riconosciuto. Ed infine, disporre misure volte ad evitare che l introduzione di attività ricettive turistico-alberghiere vada a sminuire il alore storico ambientale del paesaggio agricolo. Insediamenti e infrastrutture. Valori storico culturali ed estetico percettivi: - Dotazione ambientale all interno delle strutture urbane; - Porto commerciale e passeggeri di Piombino; - Aggregati e centri storici minori; - Ambito rurale adiacente ai centri storici e agli aggregati; - Sistema difensivo costiero; - Ville e giardini; - Case coloniche; - Complessi religiosi; - Castelli; - Viabilità storica, anche di matrice rurale; - Aree e insediamenti di valore archeologico; - Parco Archeo-Minerario di San Silvestro; - Strade panoramiche; - Cave dismesse; - Porti turistici. Per la Dotazione ambientale all interno delle strutture urbane gli obiettivi di qualità determinati sono: - Il mantenimento della continuità ecologica e ambientale delle aree inedificate al fine di conservare l equilibrio fra la realtà produttiva e 17

19 quella agricolonaturalistica e di scongiurare effetti di saldatura tra nuclei e la conseguente marginalizzazione degli spazi rurali residui; - Il mantenimento della discontinuità dell edificato quale valore identificativo. La pianificazione comunale dovrà: - Individuare le dotazioni ecologico-ambientali degli insediamenti quali i corsi d acqua e le relative aree di pertinenza, le dotazioni di verde anche privato degli insediamenti litoranei, le aree collinari limitrofe agli insediamenti urbani, definisce per esse specifiche disposizioni di tutela e e riqualificazione; - Favorire la conservazione dei corridoi ecologici esistenti in conformità con l art. 55 del Regolamento Forestale n. 48/R/2003 e promuovere la loro ricostituzione e implementazione attraverso l'impianto di fasce alberate e la sistemazione delle strade e dei canali con i criteri dell'architettura paesaggistica. Per il porto commerciale e passeggeri di Piombino gli obiettivi di qualità previsti dal PIT sono: - La riqualificazione funzionale e fisica delle aree e delle strutture di interfaccia e di relazione fra la città e il porto di Piombino; - Il mantenimento del valore storico identitario associato ai luoghi e alle attrezzature portuali. La pianificazione comunale e il piano regolatore portuale sono chiamati a: - Attivare processi di integrazione fra strutture urbane e portuali in riferimento sia al loro uso che alla percezione visiva da esse offerta; - Applicare i criteri per la qualificazione della portualità turistica di cui all allegato 1 del Masterplan dei porti ai fini della valorizzazione, riqualificazione delle aree portuali in relazione alla gestione e progettazione degli elementi storicizzati, delle opere a mare, dei waterfront e al controllo delle relazioni visuali. Per gli aggregati, i centri storici minori e gli ambiti rurali ad essi adiacenti gli obiettivi di qualità sono: - Tutela dei centri antichi e degli aggregati nella loro configurazione storica, estesa all intorno territoriale ad essi adiacente a salvaguardia della loro integrità storica e culturale e delle visuali panoramiche da essi offerta; - Riqualificazione ambientale e urbanistica delle aree di contatto fra la città di Piombino e le aree industriali delle acciaierie. La pianificazione comunale: - Individua l intorno territoriale di tutela dell integrità dei valori storico culturali dei centri urbani, degli aggregati e dei nuclei insediativi di valore storico o comunque identitario; 18

20 - Definisce strategie volte a mantenere/conseguire la vitalità dei centri storici minori potenziandone il ruolo di luoghi dell integrazione sociale e di attrattori per attività economiche, manifestazioni di promozione e cultura; - Definisce la puntuale disciplina per la tutela dei valori espressi dagli edifici; - Individua e per quanto di competenza sottopone a specifica disciplina di tutela le aree agricole a corona degli insediamenti e la relazione tra gli usi del suolo e la maglia agraria tradizionale, favorendo l uso agricolo del suolo; - Dispone che la progettazione degli assetti urbani risulti coerente con le regole insediative storiche e che sia specificatamente controllata la qualità progettuale delle addizioni insediative nonché la dimensione d intervento in rapporto alla consistenza dell insediamento esistente; - Prevede che le installazioni tecnologiche e di impianti per l utilizzo di fonti energetiche alternative in contesti urbani storici avvenga solo senza alterare la percezione visiva dei caratteri architettonici peculiari o comunque di valore storico e identitario; - Prevede che in contesti urbani storici sia inibita ogni manomissione delle coperture e delle facciate, se non riconducibile al recupero di caratteristiche perdute. - Prevede l attivazione di processi di recupero e riqualificazione delle aree e delle strutture di interfaccia fra la città di Piombino e la zona industriale delle acciaierie in riferimento sia al loro uso che alla percezione visiva da esse offerta; - Dispone che le nuove addizioni insediative, laddove consentite e comunque da prevedersi al di fuori degli intorni territoriali di tutela, siano adiacenti al perimetro consolidato dell insediamento al fine di una migliore utilizzazione della dotazione infrastrutturale e della definizione e qualificazione dei margini urbani, usando particolare attenzione al rapporto visuale fra margine dell edificato e contesto rurale che ne costituisce l immediato intorno; - Dispone che sia specificatamente controllata la dimensione d intervento rispetto alla consistenza dell insediamento esistente. Per il sistema difensivo costiero, le ville e giardini, le case coloniche, i complessi religiosi e i castelli gli obiettivi di qualità sono: - La tutela del patrimonio diffuso di architetture storiche costituito da castelli, ville e giardini, edifici rurali di grande valore, edifici e complessi religiosi; - La tutela, anche da un punto di vista dei rapporti visuali, mantenendone in particolare la visibilità reciproca, del sistema delle torri e dei forti di avvistamento e individuazione di un area di rispetto e/o di servizio per la fruizione culturale del bene; - La tutela del sistema delle pievi; - Il riconoscimento e tutela delle alberature aventi valore di testimonianza storica, quali i filari a corredo della viabilità, le palme, le alberature segnaletiche. 19

21 La pianificazione comunale, per favorire il raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica e territoriale deve: - Tutelare l integrità delle ville storiche, delle residenze padronali e dei giardini, dei castelli, del sistema delle torri e dei forti di avvistamento, del sistema delle pievi e delle case coloniche di valore storico o comunque identitario, ed estende tale tutela ad adeguati intorni territoriali; - Valorizzare il sistema dei castelli e delle ville storiche di pregio architettonico, eventualmente attraverso la creazione di appositi percorsi. - Disporre il recupero di fabbricati di attività produttive dimesse, anche per funzioni diverse. Gli obiettivi si qualità per la viabilità storica, anche di matrice rurale sono: - La tutela e valorizzazione della rete della viabilità storica, in particolare della vecchia Aurelia e della cosiddetta Via dei Cavalleggeri, compresi i percorsi storici di matrice rurale, con i manufatti che ne costituiscono annessi ed elementi di arredo, quali muri a retta e di cinta, ponti, cippi miliari, edicole votive, filari alberati. La pianificazione comunale, attraverso il coordinamento della pianificazione territoriale con le attività di programmazione, progettazione e manutenzione delle strade comunali dovrà disporre la manutenzione e la riqualificazione delle sistemazioni e degli arredi delle aree contigue alla viabilità storica, quali muri a retta e di cinta, ponti, cippi miliari, edicole votive, filari alberati da tutelare con le procedure e le norme di cui agli artt. 55 e 56 del Regolamento Forestale n. 48/R/2003. Per le aree e gli insediamenti di valore archeologico il PIT prevede: - La tutela, restauro e valorizzazione, attraverso specifiche misure, delle aree archeologiche del promontorio di Populonia, del Golfo di Baratti, e di San Silvestro; - La tutela del sistema insediativo/difensivo di età ellenistica costituito dai centri fortificati disposti sulle creste collinari. La pianificazione comunale, in accordo con la Soprintendenza archeologica, dovrà definire specifici ambiti di rispetto e le misure per tutelare le emergenze di valore archeologico e paleontologico in contesti di pregio paesaggistico e per la valorizzazione dei relativi siti, anche attraverso opportune sistemazioni, servizi essenziali e strutture connesse, quali quelle per le funzioni didattico-informative e documentaristiche, che ne consentano una fruizione compatibile. Per il Parco Archeo-Minerario di San Silvestro l obiettivo di qualità è rappresentato dalla tutela, recupero e valorizzazione integrata del patrimonio di archeologia industriale legato all'attività metallurgica e 20

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