CONFARTIGIANATO IMPRESE

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1 PRIMA PARTE

2 Un progetto di CONFARTIGIANATO IMPRESE Con il sostegno di REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI COMO UNIONCAMERE Ringraziamenti Un ringraziamento particolare alla Camera di Commercio di Como per i dati forniti Una realizzazione di Coordinamento generale Kissi Scarpina - Evento Coordinamento editoriale Gerardo Monizza - Nodo Ricerche storiche e iconografiche, testi e fotografie Fabio Cani - Nodo Delia Guasco Luigi Leoni Bruno Perlasca - Fo(u)r press Carlo Pozzoni Luca Schenini Progetto grafico e impaginazione del volume Lavori in corso Sito internet Techne Supporti video Simone Bottinelli - Evento Stampa Grafica Malima

3 PRIMA PARTE

4 PRESENTAZIONE

5 Con il progetto Made in Lario si conferma, da un lato, la fiducia che questa Amministrazione ripone nel lavoro delle associazioni di rappresentanza degli artigiani e, dall altro, l attenzione che rivolge a quei territori considerati storicamente ai margini dell economia comasca, considerata tradizionalmente concentrata nelle aree produttive a sud del capoluogo. Made in Lario ci fa scoprire un territorio che, se ha nel turismo la vocazione economica naturale, ha saputo negli anni conservare e coltivare una sapienza artigiana tanto più degna di nota se si pensa alle difficoltà logistiche e infrastrutturali che gli abitanti del lago e delle montagne comasche incontrano quotidianamente. Spesso, in particolare nei contesti paesaggisticamente e turisticamente rilevanti, la capacità artigiana viene vista solo in termine di tradizione da riscoprire, legata ad antichi mestieri e praticata solo in rare e felici circostanze, sempre a rischio di scomparsa. Con questa guida, e con il lavoro di ricerca che l ha resa possibile, testimoniato anche dal sito e dal video che completano il progetto, si cerca di sfatare questa immagine un poco stantia, evidenziando, insieme alla diffusa presenza di una realtà produttiva spesso a conduzione familiare, quelle realtà economiche che, partendo dalle terre lariane, hanno saputo mostrare vivacità e apertura anche sul mercato internazionale. Assessore alla Cultura e Attività Economiche della Provincia di Como Edgardo Arosio

6 INTRODUZIONE

7 Le due Associazioni di categoria dell artigianato di Como (CNA e Confartigianato Imprese), con un progetto cofinanziato dalla Regione Lombardia e Unioncamere e il contributo dell Amministrazione Provinciale, vogliono offrire una serie di strumenti di conoscenza del territorio lariano e del suo lavoro. Questo libro è uno dei mezzi, certo il più tradizionale e di facile consultazione, utilizzati per informare delle tante bellezze del Lario e delle tantissime attività imprenditoriali che lo caratterizzano. Il progetto Made in Lario si sviluppa anche con il sito internet che interamente riporta e aggiorna le informazioni di questo volume, in cui sono inseriti brevi video. Made in Lario tratta di imprese artigiane che per tradizione o per nuova spinta e fantasia sono attive sul ramo del lago di Como e che sono state scelte tra le numerosissime attività presenti in questo territorio. È una prima selezione che ha voluto privilegiare ciò che di più caratteristico si trova (attività del legno, del ferro, alimentare e nautica), non dimenticando che ci sono numerose altre imprese attive in questa parte della provincia di Como. Gli Enti pubblici e le Associazioni di categoria che partecipano al progetto Made in Lario vogliono dimostrare la vivacità dei diversi comparti e la capacità di adattamento e di innovazione delle imprese lariane. Tutte aziende di piccola struttura, ma di notevole e riconosciuta abilità imprenditoriale e progettuale. Prova ne sia la vivacità del mercato e la qualità dei prodotti. Made in Lario è una guida rivolta al turista (che non conosce o conosce poco il lago di Como) e anche a coloro che queste terre le abitano (o che vi risiedono a poca distanza), ma che spesso ignorano la vastità e la varietà dei prodotti realizzati. È un progetto che intende valorizzare le ricchezze presenti e vuole indirizzare lo sviluppo di un settore in crescita e che sta trovando, o ritrovando, una propria originalità. CNA Como Confartigianato Imprese Como

8 GUIDA ALLA LETTURA

9 Il libro è diviso fisicamente in due parti. La prima contiene le informazioni storiche raggruppate in tre diversi itinerari: la Strada Regina, la Via Regia e la Via d Acqua. Si tratta di nomi non convenzionali con i quali si è cercato di indirizzare a una visione più organica del territorio. I tre percorsi partono da Como: la Strada Regina (sponda Occidentale) è oggi una statale, ma ha origini mitiche e antiche; la Via Regia (orientale) è oggi un percorso a mezza costa, poco più di un sentiero percorribile attraverso i boschi, appena superiore alla provinciale che collega Como e Bellagio; la Via d Acqua è un itinerario immaginario e tuttavia percorribile sia con motonavi pubbliche (Navigazione del lago di Como) sia con servizio a noleggio (dalla piazza Cavour di Como e da altre parti del Lario). Ovviamente è possibile seguire il tragitto anche con imbarcazioni private. Le tre direzioni prevedono itinerari specifici, informazioni sulle zone emergenti e brevi schede dei principali paesi, nonché dei monumenti più significativi. Si è voluto, in questo modo, dare esauriente informazione della storia e dell arte. I percorsi sono suddivisi secondo l appartenenza alle Comunità montane che, geograficamente e amministrativamente, segnano il territorio: Comunità Montana Altolario Occidentale, Comunità Montana Alpi Lepontine Meridionali, Comunità Montana Lario Intelvese e, sulla sponda opposta, Comunità Montana Triangolo Lariano. Un colore specifico contraddistingue le diverse zone, facilitando la lettura. La seconda parte è dedicata alle attività e ai prodotti. Si troveranno elencate le imprese, per lo più artigiane, con alcune schede di approfondimento che valorizzano le specificità e l articolazione delle aziende del lago. Le attività sono divise in quattro sezioni. Per una più completa e aggiornata informazione è possibile collegarsi a

10 Dongo Musso Montemezzo Sorico Gera Lario Livo Vercana Peglio Domaso Dosso del Liro Gravedona Stazzona Cremia da Menaggio a Sorico, pag 38 Menaggio Ossuccio Mezzegra Tremezzo Lenno Griante BELLAGIO Blessagno Argegno da Argegno a Menaggio, pag 24 Brienno Carate Moltrasio Cernobbio da Como ad Argegno, pag 14 COMO

11 LE VIE D ACQUA LA STRADA REGINA 11

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13 La Strada Regina è un mito o forse un inganno storico e anche un errore toponomastico. Vecchie lastre in pietra messe sulle case d angolo, in molti paesi del lago, e più recenti cartelli in metallo la nominano Strada Regina Teodolinda e in qualche caso si precisa anche il riferimento a Teodolinda (regina dei Longobardi nel VII secolo d.c.) che però nulla ebbe a che fare con questa strada che collega Como con il Nord del Lario. La Strada Regina è ben più antica e doveva esistere già in epoca preromana e il nome semmai riconduce alla Retia, oppure al suo carattere regio (come dire: strada statale). Un rifacimento del tracciato si attribuisce ai Romani, che tuttavia non la considerarono mai fondamentale per i collegamenti ai passi alpini (Spluga, Septimer, Maloja-Julier), preferendole sempre la via d acqua, da Como a Mezzola, più rapida e sicura. La strada restò dunque poco più che una mulattiera e talvolta quasi un sentiero, anche abbastanza ripido, nonostante i continui lavori di riattamento e miglioramento che si susseguirono nel corso dei secoli e con maggiore frequenza nei tempi moderni. La Strada Regina è oggi in realtà un insieme di strade (anche tre o quattro) che a tratti corrono parallele, a tratti si intersecano e si sovrappongono, costituendo quasi un palinsesto sul territorio, in grado di restituire anche a occhi non specialistici differenti organizzazioni urbanistiche ed economiche. Completamente diverso è, infatti, muoversi a piedi a mezza costa su uno stretto acciottolato, oppure spostarsi in automobile, quasi sulla riva del lago. La Strada Regina, che oggi si percorre in auto con difficoltà, è tuttavia una via di comunicazione tra le più belle d Italia, che permette di godere della vista continua del lago e delle sponde opposte. Attraversando paesi e borghi diventa una stradina angusta non sempre agevole; il viaggio è lento, ma affascinante e consente di vedere da vicino una serie di belle ville, numerosi giardini e parchi (alcuni anche pubblici e visitabili) e molte chiese di grande interesse artistico. Strette viuzze si diramano dall arteria principale, salendo a frazioni più a monte o, all opposto, quasi precipitando (con scalette ripide) verso le rive del lago. Fermarsi spesso, anche in ogni piazzetta o slargo, per il turista è un occasione che consente di scoprire improvvisi scorci e colori del lago e delle terre che lo circondano. 13

14 In uscita da Como verso nord, l attuale Strada Regina non corrisponde in nulla all antica. L odierna statale che corre sulla sponda del lago deriva infatti dalla strada appositamente realizzata all inizio dell Ottocento dalla principessa Carolina di Brunswick, allora proprietaria di Villa d Este, per avere un comodo accesso dal capoluogo alla sua proprietà, evitando il faticoso tracciato della strada antica, che saliva a mezza costa verso Bignanico e poi ridiscendeva quasi sulla riva a Tavernola, passando il Breggia su un antichissimo ponte (poi distrutto da una piena alla fine dell Ottocento). Il percorso ottocentesco si è poi ulteriormente modificato con la realizzazione della lunga galleria che aggira l abitato di Cernobbio. Seguendo la vecchia Regina si incontra Cernobbio, nota per le sue ville e per le moderne attrezzature turistiche. Dopo il paese, la strada nuovamente si divide: in alto il tracciato degli anni Cinquanta evita i paesi, ma regala aperture paesaggistiche di straordinaria bellezza e incontra qualche preesistenza storica di grande fascino, come la chiesa di S. Marta sopra Carate con l annesso DA COMO AD ARGEGNO 14 cimitero; in basso il tracciato ripete quello antico, attraversando Moltrasio, Carate, Urio, Laglio, con le loro ville e le loro chiese. Non mancano i punti che meritano una sosta attenta, tra cui la vecchia piazzetta di Moltrasio, la chiesa di Carate proprio sulla sponda del Lario e la piramide funeraria del Franck a Laglio. Prima di Brienno le due strade si riuniscono, lambiscono l antica chiesa di S. Anna, per poi dividersi di nuovo. Mentre il tracciato recente entra in galleria e aggira l abitato, il tracciato antico si dirige al paese, che taglia esattamente a metà (anche qualche casa è stata in passato affettata per guadagnare qualche centimetro alla strada), per poi sfiorare il vecchio cimitero (con una vista invidiabile). Di nuovo riuniti i percorsi, la Regina giunge ad Argegno. Prima e dopo il paese si incontrano le due carrozzabili che conducono alla Valle d Intelvi (la prima si dirige a Casasco la seconda a Muronico). La strada statale attuale si dispone proprio lungo la riva, offrendo un ampia panoramica del Lario, sia verso nord sia verso sud, mentre il tracciato antico penetrava nell abitato, superando poi il torrente Telo, proveniente dalla Valle d Intelvi, con un antico ponte a schiena d asino incastonato nelle vecchie case. Da Argegno il percorso della Strada Regina riprende verso nord lungo la sponda del lago.

15 CERNOBBIO LE VILLE Famosa quasi quanto Villa d Este e forse più antica, è la Villa Pizzo, circondata da un suggestivo parco a terrazze digradanti fino al lago. Di proprietà della famiglia Mugiasca per ben quattro secoli, fino alla prima metà dell Ottocento, ebbe successivamente numerosi illustri proprietari. Sull altro lato dell insenatura sorge Villa Erba, edificata nei pressi della Villa Cima di inizio Ottocento negli anni tra il 1894 e il 1898 su progetto di Gianbattista Borsani e Angelo Savoldi, con pianta quadrata, torretta, portico e patio d accesso rivolti verso il lago. Fu abitata dal regista Luchino Visconti. Il parco rigoglioso ospita anche i padiglioni espositivi costruiti su progetto di Mario Bellini che sono utilizzati come centro fieristico e culturale. Altre ville da citare: Villa Fasana, edificata in stile neoclassico nei pressi del centro storico; Villa Bernasconi, progettata da Alfredo Campanini, con decorazioni liberty; Villa Besana, in cui si riunivano patrioti e uomini politici nella seconda metà dell Ottocento. 15 LARIO INTELVESE Cernobbio, panorama del centro urbano e della valle del Breggia.

16 Costretti a percorrere le sponde del lago lungo le carrozzabili si intrevede delle ville solo il retro. La facciata, infatti, è sempre rivolta al lago, in ossequio alla principale direzione di percorrenza originaria: gli antichi padroni giungevano sempre dal lago, a bordo di sontuose barche che riposavano poi nelle darsene. Villa La Rotonda in Borgo Vico, infatti, ha la sala ellittica verso il lago, così come Villa Pliniana a Torno (assolutamente invisibile dalla ex statale Lariana) si affaccia sul Lario con un ariosa loggia che mette in collegamento lago e giardino. Dall acqua si apprezzano al meglio sia la gigantesca mole di Villa d Este a Cernobbio, sia quella di Villa Passalacqua a Moltrasio, alta sulla riva sopra un sistema di terrazze appositamente costruito. Dal lago si gode la sequenza di ville e villini dalla punta di Geno a Blevio, tutta giocata su una continua variazione delle tipologie eclettiche e revivalistiche. Sul lago si affaccia il Castello di Urio, preceduto da una lunga scalinata; dal lago ritrovano la loro simmetria le ville del Balbiano e della Quiete, per cui la visione dalla strada (retrostante o antistante, 16 VILLE DAL LAGO VILLA OLMO visitabile. Info: Como. Via Simone Cantoni 1. Tel. 031/ VILLA ERBA visitabile. Info: Cernobbio (CO) Largo L. Visconti 4. Tel. 031/3491 VILLA CARLOTTA visitabile. Info: Tremezzo (CO) Via Regina 2. Tel. 0344/40405

17 secondo i casi) toglie effetto scenografico. Dall acqua risulta meno incombente la facciata di Villa Carlotta mentre la loggia aperta del Balbianello ritrova tutto il suo fascino di quinta che inquadra il cielo. Dal lago la mole castellana della Villa La Gaeta a San Siro acquista la leggerezza di un illustrazione da romanzo gotico. E ancora la successione di edifici e siepi e alberi e statue di Villa Monastero a Varenna appare quasi un ritmo musicale. Dal lago le quattro torri del Palazzo Gallio a Gravedona si mostrano per quello che sono: aulica simmetria architettonica e non certo evocazione di truci battaglie. Dal lago, e solo dal lago, si possono ammirare le ville razionaliste di Lingeri a Lenno, Ossuccio e Isola. Dal lago, a saper guardare con attenzione, si vedono decine e decine di ville e villini, di cui non si sarebbe nemmeno sospettata l esistenza: logge e torrette, terrazze e verande, alberi piegati a fornire fresca ombra o prati aperti a dare importanza a una facciata. Basse sulle rive o alte sui pendii, le ville del lago sono proprio questo: edifici pensati in rapporto al mutevole specchio delle onde. Como, la facciata della neoclassica Villa Olmo. 17 VILLA MELZI visitabile. Info: Bellagio (CO) Via Lungolago Marconi. Tel. 031/ / VILLA BALBIANELLO visitabile. Info: Lenno (CO). Tel. 0344/56110 PALAZZO GALLIO visitabile. Info: Gravedona (CO) Via Tolomeo Gallio. Tel. 0344/89038.

18 MOLTRASIO VILLA PASSALACQUA 18 LARIO INTELVESE Moltrasio, per la sua favorevole posizione sul lago, è ricca di ville che dominano le acque antistanti. Tra le altre, per la sua notevole mole, spicca Villa Passalacqua, ampliata all inizio del XIX secolo su progetto di Felice Soave per il conte Andrea Passalacqua. A tre piani, di stile sobrio, possiede uno splendido giardino che digrada a terrazze verso il lago. Per realizzarlo servirono interventi di scavo per modificare la configurazione del suolo e furono costruiti imponenti volte e muraglioni di contenimento. Gli ampi spiazzi così ricavati vennero collegati con scale in pietra e decorati con statue, grandi vasi, fontane, chioschi e balconate. Il musicista Vincenzo Bellini vi soggiornò più volte e, secondo alcuni, vi ideò la Sonnambula, forse ispirato dalla cantante Giuditta Pasta che abitava sull altra sponda del lago. Moltrasio, la sponda e, sullo sfondo, la mole di Villa Passalacqua.

19 CARATE S. MARTA Carate è nota fin dall antichità per le sue cave di pietra grigia, materia prima per la costruzione degli edifici del paese e di buona parte dei nuclei abitati del lago. Insieme con Urio, cui nel 1927 venne unita in un unica realtà amministrativa, Carate si sviluppa sulle pendici dei monti Comana e Colmegnone. Il Santuario di S. Marta, già consacrato nel 1096 da Urbano II ai SS. Nazaro e Celso, sorge in alto a Carate nei pressi della strada statale, alla fine di una scalinata ai cui lati sorgono quattordici cappelle di una settecentesca Via Crucis. Il campanile a destra dell edificio rende evidente l origine romanica dell intero complesso. L interno custodisce numerose opere di pregio: affreschi del XV secolo (i più significativi sul lato destro); pale, dipinti, stucchi, statue, un acquasantiera e una balaustra del XVII secolo e una Pietà in stucco del XVIII secolo. 19 LARIO INTELVESE Carate Urio, la chiesa di S. Marta.

20 BRIENNO L ANTICO BORGO 20 LARIO INTELVESE Brienno si affaccia sullo specchio del Lario nel punto in cui il lago raggiunge la sua massima profondità (oltre 400 m). Con le sue caratteristiche case edificate a picco sul lago, le sue stradine strette, i ponti e i sottopassi, il paese, tradizionalmente legato alla pesca, mantiene una struttura medioevale. Documenti che lo citano risalgono al X secolo, anche se probabilmente il territorio fu abitato molto tempo prima (forse in epoca preromana). Merita una visita il porticciolo circondato da case con portici, affiancato da un lato da una vecchia filanda restaurata e, dall altro, dalla chiesa parrocchiale dei SS. Nazaro e Celso, oggi in stile barocco, ma che appare già in documenti del XII secolo. Al suo interno, insieme con numerose altre opere, si può ammirare il polittico di Andrea De Passeris la Madonna col Bambino e i SS. Giovanni Battista, Pietro, Nazario e Vittore. Brienno, vista dal lago.

21 ARGEGNO E IL SUO TERRITORIO Il paese si è sviluppato già in epoca romana sulla riva occidentale del Lario, all imboccatura della Valle d Intelvi, intorno alla foce del fiume Telo che lo divide in due parti, collegate da un antico e suggestivo ponte in pietra. La sua posizione strategica, di controllo delle vie di comunicazione, ne ha condizionato in passato il ruolo di protagonista nelle numerose contese per il dominio del lago. Se i resti delle fortificazioni e dei castelli lo documentano, appare comunque evidente, dalla struttura architettonica del borgo con le abitazioni addossate le une alle altre, che Argegno era prevalentemente un paese di pescatori. Superata Argegno, sulla Strada Regina si trova la stazione della funivia che permette di raggiungere il paese di Pigra, situato a 881 m s.l.m., da dove si domina il lago e parte della Valle d Intelvi. 21 LARIO INTELVESE Argegno e la sponda verso Brienno.

22 ARGEGNO S. ANNA 22 LARIO INTELVESE La chiesa di S. Anna, in precedenza dedicata alla Madonna del Gelpio, sorge in posizione panoramica lungo la strada che immediatamente prima di Argegno conduce a Schignano. L interno ha due cappelle costruite lateralmente all unica navata. Le ricche rifiniture, che comprendono stucchi, decorazioni e dipinti (risalenti ai secoli XVII e XVIII), oggi purtroppo in pessimo stato di conservazione, testimoniano l importanza dell edificio sacro che, sebbene fuori mano rispetto all abitato, è sempre stato oggetto di devozione popolare. Secondo la tradizione la chiesetta fu infatti costruita come ringraziamento per lo scampato pericolo dopo un epidemia di peste. Notevoli sono pure gli affreschi, rappresentanti storie della Vergine, e i gruppi lignei di Sant Antonio da Padova col Bambino e di Sant Anna con la Madonna bambina. Argegno, il portico della chiesa di S. Anna.

23 BLESSAGNO CHIESA DI S. SILVESTRO A LURA Blessagno, con la sua frazione di Lura, si stende su un territorio ricco di boschi, prati e terrazzamenti, ancora adesso ben curati. Ristrutturata più volte nel corso dei secoli, la chiesa di S. Silvestro a Lura ha mantenuto l antica struttura romanica soltanto nella parete ad archi ciechi nel lato nord-orientale. Nel XV secolo fu aggiunta un abside con annessa sacrestia; nel XVIII secolo la struttura venne ulteriormente modificata con la costruzione di un altra abside e la ristrutturazione del campanile e dell oratorio: in questo modo si determinò il ribaltamento totale dell asse della chiesa. Le decorazioni interne comprendono affreschi del Quattrocento, Cinquecento, Seicento e Settecento, stucchi e dipinti. 23 LARIO INTELVESE Blessagno, la chiesa di S. Silvestro a Lura.

24 In uscita da Argegno, la Strada Regina percorre un tratto quasi del tutto privo di costruzioni, su cui incombe il fianco scosceso del monte di Pigra. Il paese successivo è Colonno, penalizzato dall attraversamento della statale che ha tagliato non poche case; più appartato è il piazzale a lago su cui si affaccia la bella chiesa ottocentesca. Si incontra poi Sala Comacina, che sorge proprio di fronte all Isola; il paese è arricchito da molte case antiche e da una notevole chiesa parrocchiale che sorge a monte della statale. Più in basso, non distante dalla riva, il fitto tessuto delle case è attraversato dall antico tracciato che si può apprezzare anche a Ossuccio, in particolare nei pressi della chiesa di S. Giacomo a Spurano e di S. Maria Maddalena a Ospedaletto. Qui la Strada Regina sembra quasi una strada campestre, conservando il vecchio acciottolato e correndo tra i muri di sasso delle recinzioni. Di notevole interesse è il complesso di S. Maria Maddalena che, oltre al famosissimo campanile con la guglia, diventata uno dei simboli del lago, conserva gli edifici che furono uno degli xenodochi (ospedaletti con ospizio DA ARGEGNO A MENAGGIO 24 per i viandanti) sorti a servizio proprio del traffico sulla Strada Regina. Nel tratto successivo si incontrano alcune ville (tra cui Balbiano e, discosta però dalla strada, Balbianello), sorte in questa zona grazie al favore del clima: è la Zoca de l oli ( conca dell olio ), dove ancor oggi si coltivano gli ulivi. Lenno è centro importante che conserva, proprio in riva al lago il complesso plebano con la chiesa e il battistero romanico. Mezzegra, Tremezzo e Griante sono costituiti da un ininterrotta corona di ville, antichi nuclei e paesaggi straordinari: Villa Carlotta è certamente uno dei luoghi più famosi (non solo del lago di Como) grazie al suo parco rigoglioso (notissima è, in primavera, la fioritura delle azalee) e alle sue collezioni d arte. Qui il tracciato carrozzabile moderno della Strada Regina, che corre in riva al lago, è duplicato a mezza costa da un più antico percorso che incontra frazioni appartate e meno sconosciute (come Volesio di Tremezzo), ma anche importanti edifici come la parrocchiale di S. Abbondio a Bonzanigo. Menaggio riveste importanza fondamentale per il Centro lago: qui si dividono le strade che si dirigono a nord (verso l Alto lago e poi i passi alpini), o a ovest (verso Porlezza, il lago di Lugano, il Canton Ticino e le valli circostanti); di questa centralità il paese porta i segni nei numerosi alberghi, nelle ville eleganti e nel traffico intenso.

25 OSSUCCIO S. MARIA MADDALENA A OSPEDALETTO La chiesa di S. Maria Maddalena sorge tra case di pescatori nella frazione di Ospedaletto, che deve il suo nome alla presenza nei secoli passati di un hospitium dove trovavano alloggio i pellegrini. Ciò che dell edificio sacro colpisce immediatamente lo sguardo è il campanile: in stile romanico, è stato sopralzato con un originale cella campanaria gotica, creando in tal modo un effetto suggestivo. La chiesa, a navata unica, è preceduta da un portico sulla parete destra del quale è possibile ammirare un fregio romanico zoomorfo molto simile, come stile, a quelli presenti in S. Abbondio a Como. All interno dell edificio sono presenti pochi e malconservati affreschi. 25 LARIO INTELVESE Ossuccio, il famoso campanile della chiesa di S. Maria Maddalena.

26 L unica isola del Lario ha una storia complessa e ancora in parte avvolta nell incertezza, così che continua a offrire materia feconda per miti e leggende (e invenzioni). Fu certamente caposaldo militare in epoca romana e altomedioevale (ma per entrambi i periodi si dispone di scarse informazioni riguardo alla reale consistenza delle fortificazioni). Allo stesso modo, con la diffusione del Cristianesimo, sicuramente accolse edifici religiosi, ma non fu mai quella Cristopoli che si volle riconoscere in un passo del vescovo pavese Ennodio (che invece si riferiva all Isola di Lérins, al largo della Provenza). Vi si stratificarono però, nel corso dei secoli, numerosi elementi di destinazione sacra, tra cui un aula biabsidata (forse un battistero) di cui si sono recuperate le fondazioni e lacerti dell apparato decorativo. Nella prima epoca romanica vi fu realizzata una grande basilica a tre navate e in quella tarda un edificio dall accurato paramento murario (forse una chiesa biabsidata). L isola, che in quell epoca aveva guadagnato un ruolo fondamentale nell area 26 ISOLA COMACINA L Isola Comacina di fronte alla riva di Ossuccio.

27 del Centro lago, cercò di emanciparsi dalla tutela di Como schierandosi con Milano nelle lotte che tra XI e XII secolo opposero le due città per il controllo dei traffici alpini. Con Milano trionfò in una prima fase, ma subì poi la vendetta di Como che nel 1169, dopo essersi alleata con Federico Barbarossa, la distrusse completamente. Da allora perse la sua importanza e anche la sede plebana venne trasferita sulla vicina sponda occidentale. Solo una cappella eretta nel punto più alto dell isola ricordava i suoi fasti passati. All inizio dell Ottocento venne lasciata in eredità ai regnanti del Belgio, i quali a loro volta la donarono all Accademia di Brera, che ne avrebbe voluto fare una colonia per artisti; dopo numerosi progetti, negli anni Trenta vennero realizzate tre villette di stile razionalista, su disegno dell architetto Pietro Lingeri, assai poco utilizzate. Meta turistica più ammirata da lontano che visitata realmente, l isola è da qualche anno al centro di un articolato piano di recupero e valorizzazione che si propone di farne un caposaldo per il rilancio del turismo culturale ed ecologicamente sostenibile in tutto il Centro lago, in collegamento con gli altri monumenti e le strutture ricettive della zona. 27

28 OSSUCCIO SACRO MONTE 28 LARIO INTELVESE Unico esempio nella diocesi di Como di un modello architettonico-devozionale assai diffuso in area prealpina, il Sacro Monte di Ossuccio venne realizzato nel corso del XVII secolo (a partire dal 1635 e verosimilmente fino ai primi anni del Settecento). Al termine del percorso si situa il cinquecentesco santuario della Madonna del Soccorso che accoglie una statua della Vergine, di epoca trecentesca, ritenuta miracolosa. Le quattordici cappelle che lo precedono mettono in scena i misteri del rosario (il quindicesimo è rappresentato dal santuario stesso) con l ausilio di statue in terracotta a grandezza naturale e dipinti scenografici di sfondo. Molto più semplice e meno affollato di statue rispetto a quelli più famosi (come Varese e Varallo Sesia), il Sacro Monte di Ossuccio si avvale comunque delle opere di imporanti artisti come i pittori Recchi di Como e i plasticatori Silva di Morbio, cui alcuni recenti restauri hanno ridato freschezza di colore e di immagine. Di grandissima suggestione è l ambientazione paesaggistica del percorso che quasi dalla sponda del lago (nei pressi della chiesetta di S. Maria Maddalena) risale il fianco della montagna, alternando ampi squarci di visuale sul Lario a strette prospettive della valle del torrente Perlana. Ossuccio, Sacro Monte della Madonna del Soccorso: seconda cappella La visitazione.

29 LENNO IL BATTISTERO DI S. GIOVANNI Il centro storico di Lenno testimonia un importante passato. Al suo interno sorge la chiesa di S. Stefano, che custodisce, oltre a una cripta dell XI secolo, anche reperti pagani e protocristiani. Accanto all edificio sacro, sulla sinistra, si può ammirare il battistero di S. Giovanni, raro esemplare romanico ben conservato. I due edifici sono quanto rimane di un importante area consacrata, un tempo racchiusa da un alto muro di cinta entro il quale era situato anche il cimitero. A pianta ottogonale, il battistero era sorto probabilmente su una precedente costruzione paleocristiana. Nel corso dei secoli l edificio, che conserva alcuni frammenti di affreschi medioevali e una serie di dipinti barocchi, ha comunque subito rimaneggiamenti significativi. 29 LARIO INTELVESE Lenno, il battistero romanico di S. Giovanni.

30 LENNO L ABBAZIA DELL ACQUAFREDDA 30 LARIO INTELVESE Sopra l abitato di Lenno, sulle falde del Monte Ossino a poco più di 300 m s.l.m., sorge l Abbazia medioevale dell Acquafredda. Edificato dai monaci cistercensi di Morimondo, ai quali nel 1142 era stato donato il terreno da Ottone detto Pellegrino da Isola, il monastero conserva poche tracce della costruzione originaria, ciò anche a causa delle alterne vicende di cui è stato protagonista nei secoli passati. La chiesa è riuscita invece a mantenere uno stile barocco unitario. L interno, a navata unica, è arricchito da stucchi e conserva preziosi affreschi, alcuni dei quali attribuiti a Giovanni Mauro della Rovere, detto il Fiammenghino. Lenno, la facciata dell abbazia dell Acquafredda.

31 MEZZEGRA CHIESA DI S. ABBONDIO A BONZANIGO Bonzanigo è una delle frazioni di Mezzegra, il paese famoso per la fucilazione di Mussolini. La parrocchiale di S. Abbondio sorge in posizione isolata nei pressi del cimitero e dominante lo specchio del Centro lago. L edificio originario sorse probabilmente nel corso del XII secolo, fu più volte restaurato e nel XVIII secolo ricostruito in stile rococò. Della chiesa più antica restano le fondamenta del campanile, parte delle strutture murarie inglobate nella sacrestia, alcune decorazioni, affreschi, statue e un altare a tempietto attualmente custodito nella cappella del tabernacolo. La chiesa nuova, esempio tra i più eleganti del barocco lariano di ispirazione mitteleuropea, presenta l ampia volta affrescata dall artista intelvese Giulio Quaglio, un pulpito policromo, gli altari (in particolare quello maggiore) e le balaustre in marmo nero che contrastano con le statue realizzate in marmo bianco. 31 LARIO INTELVESE Mezzegra, la parrocchiale di S. Abbondio a Bonzanigo.

32 Quando, tra la fine del Settecento e l inizio dell Ottocento, il Lago di Como cominciò a entrare stabilmente nel circuito del turismo, non ancora di massa ma già abbastanza diffuso tra gli strati alti delle popolazioni straniere, si dovette mettere mano alle strutture ricettive. Nacquero quindi i primi alberghi moderni, che si svilupparono dalle antiche locande, alcune delle quali documentate già nel Medioevo. Ovviamente, la maggior parte degli alberghi sorsero intorno al lago, principale attrattiva turistica e anche fondamentale percorso di transito. Uno dei più famosi alberghi fu, a Como, quello dell Angelo, non a caso affacciato proprio sul porto. Analogamente, altri alberghi prestigiosi sorgono sul lago, quasi in tutte le località rivierasche. Proprio sulla sponda è il famosissimo Villa d Este, edificato sulla struttura di una villa neoclassica, e cresciuto fino a occupare con una propria piscina galleggiante anche una porzione di golfo. Sulla sponda sono anche molti degli alberghi di Moltrasio e quasi tutti quelli di Bellagio: qui, addirittura, hanno 32 ALBERGHI SUL LAGO

33 riutilizzato quasi l intera cortina di case a portico del fronte a lago del paese, un tempo, forse, povere abitazioni di pescatori. Sempre a Bellagio sul lago è il lussuoso albergo Villa Serbelloni, mentre a poca distanza il grandioso Grande Bretagne vive da decenni ormai un triste abbandono. Sul lago si affacciano i numerosi esercizi che in una sequenza quasi ininterrotta costellano i paesi di Lenno, Tremezzo, Griante, Menaggio: non si può fare a meno di notare l imponente Grand Hotel Tremezzo, cresciuto di piano in piano fino a una mole cui i fregi liberty cercano di conferire leggerezza, o l allungato Belle Vue di Cadenabbia, articolato in una serie di corpi con delicati decori in ghisa, o ancora il Vittoria di Menaggio e il Bazzoni di Tremezzo, noto per essere stato oggetto di un incursione aerea nell ultimo conflitto mondiale. In posizione panoramica, dominante sul lago, è l albergo di Villa Cipressi a Varenna, il più famoso forse di una serie notevole di strutture della sponda lecchese. Ciascuno di questi, e tanti altri ancora, offre una speciale prospettiva di un brano di quel lago che tutti conoscono come il più bel lago del mondo e anche uno dei più accoglienti. 33 Tremezzo, l imponente mole del Grand Hotel Tremezzo.

34 ALPI LEPONTINE MERIDIONALI TREMEZZO VILLA CARLOTTA 34 Villa Carlotta, una delle più visitate del Lario, deve il suo nome alla figlia della principessa Marianna di Nassau, che la ricevette come dono di nozze quando nel 1856 andò in sposa a Giorgio II, duca di Sachsen- Meiningen. Tuttavia la lettera C, in evidenza sul settecentesco cancello d ingresso, fu apposta dal primo proprietario, Giorgio Clerici, che la fece edificare intorno al La villa (ora pubblica) è un edificio di un rigoroso barocco lombardo che conserva al suo interno numerose opere d arte, tra cui alcune statue del Canova. I diversi proprietari, tra cui Giovanni Battista Sommariva e il principe di Sassonia, appassionato botanico, si occuparono in particolare del parco e, accanto a quello all italiana, nacque un giardino all inglese, secondo i dettami dello spirito romantico dell epoca. Tremezzo, la facciata di Villa Carlotta.

35 Il clima mite, insieme con gli scorci panoramici sul lago hanno fatto di Griante la meta preferita di numerosi turisti stranieri, a partire già dal XIX secolo. Molte ville vennero edificate su progetti dei Mantegazza (padre e figlio), tra cui Villa Norella costruita per l artista inglese Murchinson. Fu proprio quest ultimo a decorare con i suoi mosaici la facciata esterna GRIANTE CHIESA ANGLICANA A CADENABBIA della chiesa dell Ascensione, più nota come Chiesa anglicana. L edificio sacro, in stile neogotico, sorse alla fine dell Ottocento in frazione Maiolica, su disegno dell architetto Brentano. La chiesa, la prima di questa confessione a essere costruita in Italia, veniva incontro alle specifiche esigenze religiose dei numerosi inglesi che via via si erano stabiliti nel territorio di Griante. ALPI LEPONTINE MERIDIONALI 35 Griante, la chiesa anglicana di Cadenabbia.

36 ALPI LEPONTINE MERIDIONALI MENAGGIO LE TRE FRAZIONI 36 Situato in posizione strategica, là dove la Strada Regina si interseca con quella che, attraverso la Val Menaggio, conduce in Ticino, il paese è stato fin dai tempi più antichi luogo di insediamento. Ciò anche per il clima particolarmente mite e la bellezza del paesaggio, oggi valorizzata dalla presenza di un lungolago molto apprezzato anche dai turisti. Fra le sue tre frazioni, Croce, Nobiallo e Loveno, è proprio quest ultima a ospitare numerose ville, utilizzate come residenze estive già nel corso del XIX secolo. Nobiallo, borgo di pescatori, noto per le ricche cave di gesso, è invece caratterizzato dalla presenza del campanile pendente (XIII secolo) della chiesa parrocchiale dei SS. Bartolomeo e Nicola. La frazione di Croce, situata nella parte alta del paese, mantiene la struttura di un abitato agricolo e gode di una vista panoramica invidiabile. Menaggio, la frazione di Nobiallo.

37 MENAGGIO MENAGGIO E CADENABBIA GOLF CLUB ALPI LEPONTINE MERIDIONALI La presenza degli inglesi sul territorio lariano sin dall Ottocento non è testimoniata soltanto dalla Chiesa anglicana di Cadenabbia, ma anche dal campo di golf realizzato ai primi del Novecento in località Croce a Menaggio. Nato dalla passione per questo sport del banchiere Henry John Mylius, che ne fu il primo presidente, inizialmente era un limitato percorso a nove buche. Nel 1919 il nuovo presidente, A.W.N. Wyatt, acquistò nuovi terreni e fu così possibile portare il campo a diciotto buche. Negli anni Sessanta del secolo scorso il campo venne riprogettato da John Harris su commissione dell allora presidente Antonio Roncoroni che, per promuovere questa disciplina sportiva, organizzò proprio nel Cadenabbia Golf Club il primo Campionato Nazionale Cadetti e Pulcini. 37 Menaggio, il lungolago con il pontile di imbarco.

38 DA MENAGGIO A SORICO 38 Uscendo da Menaggio verso nord, la Strada Regina incontra Nobiallo, antico nucleo oggi penalizzato dalla sovrapposizione dello svincolo della più recente variante della strada statale; ciò nonostante, si riconoscono ancora interessanti elementi antichi, tra cui il ponte sul vecchio tracciato. Lo sperone roccioso del Sasso Rancio si supera oggi con una galleria, mentre un tempo lo si doveva faticosamente aggirare. Si raggiunge poi San Siro, recentemente costituito con la riunificazione di due comuni preesistenti e di molti nuclei antichi. La Gaeta è una scenografica villa neomedioevale che sorge su un promontorio, cui segue poi un ampio pianoro; a Santa Maria Rezzonico, accanto all antica chiesa domenicana, si trova un interessante fortezza di epoca tardoromana. Si entra poi nel territorio delle Tre Pievi superiori del Lario. Cremia e Pianello conservano antiche chiese e interessanti nuclei abitati; Musso è dominata dallo sperone del Sasso omonimo, su cui si trovano le rinomate cave di marmo bianco e i resti del castello, da cui il Medeghino cercò di costruire, nel Cinquecento, una propria signoria. Oggi anche il Sasso di Musso si supera in galleria, mentre l antica strada risale la montagna, attraversando ciò che resta del Giardino del Merlo, singolare parco mediterraneo in riva al Lario. Si giunge poi a Dongo, importante centro manifatturiero e industriale già in epoca antica, con il signorile Palazzo Manzi, antiche chiese e il santuario della Madonna delle Lacrime. Da qui, dopo Consiglio di Rumo, si giunge a Gravedona, ricco di storia e di arte: il Palazzo Gallio, imponente villa cinquecentesca, e le sue numerose chiese (tra cui la romanica S. Maria del Tiglio, la rinascimentale S. Maria delle Grazie e la barocca SS. Gusmeo e Matteo) ne fanno una meta obbligata per il turismo culturale. Da Gravedona si dipartono verso ovest le strade che risalgono le valli del Liro e di Livo. Domaso e Gera Lario sono altri importanti paesi, dove alle tracce di un antica economia rurale si sovrappongono i resti di una non marginale vita commerciale e manifatturiera; anche qui non è difficile ritrovare qualche resto dell antica Strada Regina, sfuggito al rinnovamento per il moderno traffico. In posizione elevata si affacciano sul lago i paesi di Vercana, Trezzone e Montemezzo. Sorico è l ultimo paese sulla sponda occidentale del Lario. L attuale Strada Regina lo attraversa e supera poi il Mera sul ponte del Passo, che ne segna, di fatto, la conclusione; un tempo, invece, risaliva il fianco del monte, raggiungendo la chiesa di S. Miro e si dirigeva poi a nord verso la Val Chiavenna.

39 ALTO LARIO OCCIDENTALE CREMIA SS. VITO E MODESTO Il paese, già abitato in epoca romana, si sviluppa con numerose frazioni lungo le pendici del monte Bregagno, giungendo fino alla riva del lago. Qui nella frazione di San Vito, in parte nascosta dall abitato e affiancata dalla massiccia ciminiera di una filanda ottocentesca, sorge la vecchia parrocchiale dedicata ai SS. Vito e Modesto. Il complesso è caratterizzato dalla presenza di due campanili: il più piccolo risale all XI secolo, mentre il più imponente fu modificato tra il XVI e il XVII secolo. La chiesa, quasi certamente una delle più antiche del lago, ha subito nel corso del tempo numerosi rimaneggiamenti per quanto riguarda la parte architettonica e si è arricchita di pale, tele e affreschi soprattutto nel periodo rinascimentale. Al suo interno sono presenti tra gli altri una Madonna in trono col bambino del primo Cinquecento, che alcuni attribuiscono al Bergognone, una Madonna in trono fra i SS. Sebastiano e Rocco (1499), affresco di Battista da Musso e una Crocifissione (1540), pala di Pietro Martire Della Torre di Rezzonico. 39 Cremia, i due campanili della chiesa dei SS. Vito e Modesto.

40 Plesio si affaccia sul lago di Como e la conformazione del territorio fa sì che si possa godere di splendidi panorami. Il paese è ricco di chiese e cappelle, testimonianza di una profonda fede dei valligiani. Numerosi sono i ritrovamenti archeologici effettuati nell area, in modo particolare il masso avello, unico nel suo genere in quanto dotato ancora di copertura, e una tomba del IV secolo a.c., il cui corredo è confluito nella collezione Pisani Dossi a Corbetta (MI). Nella Chiesa parrocchiale di S. Fedele troviamo le opere del Beghè, che raffigurano il martirio di S. Fedele, nella Chiesa di S. Maria Maddalena in Barna si ammira un antico crocefisso ligneo e in S. Gregorio (Breglia) un fonte battesimale donato da Domenico Molo nel Proprio a Breglia sorge il Santuario dedicato alla Vergine del Rosario, chiesa 40 PLESIO SANTUARIO DELLA MADONNA DI BREGLIA

41 conosciuta in tutto il Centro lago come Madonna di Breglia. Edificato intorno al 1750 sui resti di una precedente cappella, domina il Centro lago e da qui è possibile spaziare su un panorama unico, godendo della punta di Bellagio e del ramo di Lecco. La chiesa fu benedetta nel 1781 e vi si trovano numerosi ex voto per grazie ricevute. Alcuni testi annotano il fatto che la Strada Regina raggiungesse l abitato di Plesio, per poi passare, attraverso Breglia, nel territorio di Santa Maria Rezzonico (ora San Siro). Agli inizi del 500 Vignati scriveva nei suoi Itinerari che il passaggio del Rancio era così cattivo che la maggioranza dei viaggiatori preferiva utilizzare il percorso lungo la sella di Breglia, l unico, o perlomeno il più importante, in epoca romana e altomedioevale. 41 Plesio, panorama dei monti circostanti con il santuario di Breglia.

42 ALTO LARIO OCCIDENTALE MUSSO CAVE DI MARMO E IL GIARDINO DEL MERLO 42 Il paese sorge ai piedi del monte Bregagno, su uno sperone roccioso chiamato Sasso di Musso. Già anticamente erano note le sue cave di marmo, come testimoniano alcuni reperti di epoca romana ritrovati in loco. Per la sua posizione strategica la zona era stata fortificata fin dall Alto Medioevo, ma la sua fama risale al XVI secolo, quando il Medeghino si stabilì nella roccaforte e da lì governò, per un decennio, su tutto il lago e la bassa Valtellina prima di essere sconfitto dagli Sforza, alleati con gli Svizzeri. Il castello fu distrutto, ma lo sfruttamento delle cave continuò. Il filone di marmo che prosegue sull altra sponda del lago, a Olgiasca, fornì la materia prima per le colonne di S. Lorenzo a Milano e per il Duomo di Como. Tra i ruderi della fortezza nel XIX secolo fu realizzato un giardino particolarmente scenografico, il Giardino del Merlo: si racconta di piante esotiche (alcune sono ancora visibili dall alto), ampie grotte (si favoleggia di un intero appartamento ricavato nella roccia), ponti, giochi d acqua, sentieri e passaggi... Nel corso degli anni subì un lento e inesorabile degrado e ancora oggi è in stato di abbandono. Musso, le antiche cave di marmo bianco.

43 ALTO LARIO OCCIDENTALE DONGO E IL SUO CENTRO STORICO Sorta alla fine della vallata formata dal torrente Albano, Dongo è stata un grande centro industriale legato ai giacimenti di ferro presenti nel territorio circostante. Lo testimonia ancora oggi l imponente complesso industriale delle Acciaierie e Ferriere Lombarde dell ex Cagiva ed ex Falk che convive con le frazioni edificate sui terrazzamenti della valle. Nel centro storico, in piazza Parravicino, si affaccia l ottocentesco Palazzo Manzi, attualmente sede del municipio, in cui vennero rinchiusi alcuni ministri di Mussolini, quando il duce fu catturato dai partigiani sulla strada tra Musso e Dongo. A dispetto dell austerità della facciata, l interno del palazzo è riccamente decorato: fregi in oro, specchiere, affreschi, mobili in stile... La sua famosa Sala d Oro può essere visitata durante gli orari d ufficio. Altri edifici del centro storico presentano pitture murali e portali in pietra con antichi stemmi nobiliari. 43 Dongo, il lungo lago.

44 ALTO LARIO OCCIDENTALE DONGO IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME 44 Il Santuario della Madonna delle Lacrime, cui si accede direttamente dalla strada statale, fu eretto a partire dalla metà del Cinquecento per ricordare un evento miracoloso : una Madonna col bambino, affresco che si era già salvato qualche anno prima da una devastante piena dell Albano, improvvisamente aveva iniziato a lacrimare. Nei secoli successivi il Santuario venne via via ampliato e arricchito con tele, affreschi, pale e gruppi scultorei in legno. Vi si possono ammirare in particolare il ciclo delle Storie di Maria, opera di Domenico Caresana da Cureglia del 1599 e l Estasi di San Francesco di Gerolamo Cotica da Premana. Nel corso del Seicento fu edificato sulla destra della chiesa un convento francescano che conserva un importante biblioteca con antichi e rari libri, alcuni dei quali miniati. Dongo, il gruppo scultoreo dell Ultima Cena nel santuario della Madonna delle Lacrime.

45 ALTO LARIO OCCIDENTALE STAZZONA GLI ANTICHI CROTTI Secondo alcuni il termine Stazzona deriverebbe dal latino statio, cioè luogo di cambio dei cavalli (stazione). In effetti il paese si trova lungo la strada che conduce al passo di S. Jorio e si sviluppa in numerose contrade e frazioni. Il territorio montano è ricco di fenditure nella roccia, vere e proprie grotte, che sono state utilizzate da secoli per la conservazione di formaggi, insaccati e vini, grazie a un particolare tipo di ventilazione (il surèl) in grado di garantire umidità e temperatura costante (7, 8 C). Da semplici cantine queste grotte (i crotti) divennero già secoli addietro luoghi di ritrovo in cui si poteva non solo bere del buon vino e mangiare cibi sani a prezzi modici, ma anche stare in buona compagnia. Ancora oggi a Stazzona si mantiene viva questa tradizione, che ha il suo culmine nel corso del mese di agosto con la Sagra dei Crotti. 45 Stazzona, antichi edifici rurali nei nuclei sparsi del paese.

46 ALTO LARIO OCCIDENTALE STAZZONA ORATORIO DI S. GOTTARDO A VERGOSIO 46 A un paio di chilometri da Stazzona si trova la frazione di Vergosio. Già abitata nel XII secolo, fu completamente abbandonata intorno al 1630 quando, secondo la tradizione, i Lanzichenecchi, scesi dalla Valtellina, portarono la peste. Ancora adesso le abitazioni sono quasi tutte utilizzate come fienili oppure come rustici per il ricovero degli attrezzi. In questo ambiente sorge l antico oratorio di S. Gottardo, ricco di affreschi che secondo le iscrizioni tuttora visibili possono collocarsi nel corso del XVI secolo. Il santo, venerato in tutto il territorio dell arco alpino, raccoglieva la devozione sia dei contadini, in quanto era invocato con san Grato contro i danni provocati dalla grandine, sia dei commercianti come protettore delle loro attività. Stazzona, veduta del nucleo urbano.

47 ALTO LARIO OCCIDENTALE GRAVEDONA PALAZZO GALLIO Il Cardinale Tolomeo Gallio, ottenuto nel 1580 il feudo delle Tre Pievi da Filippo II di Spagna, fece edificare a Gravedona, sui resti dell antico castello, un austero palazzo a pianta quadrata con torri angolari, ingentilito da logge tipicamente rinascimentali. La facciata a lago ne annovera tre, mentre quella a monte due. All interno dell edificio è presente un imponente salone, sul quale si affacciano numerose stanze. Il muro di cinta, antecedente al palazzo, faceva parte delle fortificazioni del castello e racchiude un giardino con alberi d alto fusto verso monte, e con piccole aiuole all italiana, spiazzi e terrapieni verso il lago. La favorevole posizione del complesso permette di godere di un ampia e suggestiva vista sul Lario (in particolare si può ammirare l Abbazia di Piona), sulla Valtellina e sul Monte Legnone. 47 Gravedona, l elegante mole di Palazzo Gallio.

48 ALTO LARIO OCCIDENTALE GRAVEDONA SS. GUSMEO E MATTEO 48 Adagiata sulla piana alluvionale formata dal torrente Liro, estesa su un ampio golfo dell Alto lago, Gravedona con i suoi monumenti, le sue chiese e i suoi palazzi (primo fra tutti Palazzo Gallio) racconta ancora oggi la sua partecipazione a una storia antica e ricca di vicende significative. La chiesa dei SS. Gusmeo e Matteo emerge in un suggestivo bosco di platani sopra la Strada Regina. Edificata nel corso del XIII secolo nel luogo che la tradizione indica come quello in cui furono martirizzati i due santi, fu restaurata e modificata in modo significativo nel XVI secolo. L interno è impreziosito da statue e stucchi policromi, da affreschi e tele. In particolare è da segnalare l affresco del presbiterio, Gloria di Dio Padre (1608), opera di Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiammenghino. Gravedona, il fianco della chiesa dei SS. Gusmeo e Matteo.

49 ALTO LARIO OCCIDENTALE GRAVEDONA S. MARIA DELLE GRAZIE Poco oltre la chiesa dei SS. Gusmeo e Matteo sorge quella di S. Maria delle Grazie con l annesso convento agostiniano. Il complesso, che domina il borgo del Castello, fu edificato a partire dal 1467 su una precedente costruzione dedicata al Salvatore, anche con il contributo finanziario di Galeazzo Sforza. L ampio spazio interno è scandito da cinque archi acuti che, giungendo fino a terra, danno origine a stretti comparti laterali. Stucchi, affreschi e dipinti in stili diversi si sono aggiunti nel corso dei secoli, creando un ricco effetto decorativo. Molte delle opere sono state realizzate da maestranze lombarde attive in tutto il territorio lariano tra Rinacimento e Barocco. Si segnalano in particolare tra gli affreschi l Annunciazione, l Incoronazione di San Nicola da Tolentino, il Martirio di Sant Agata, la Madonna tra San Pietro e San Giovanni Battista, la Crocefissione e le Storie della Croce, le Storie di Sant Antonio e le Storie di San Giovanni Battista. 49 Gravedona, l antica chiesa conventuale di S. Maria delle Grazie.

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