Focolari e bracieri tra il Neolitico recente e l Eneolitico in Sardegna

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1 XLIII Riunione Scientiica - L età del rame in Italia giuseppa tanda (1) - giacomo paglietti (2) Focolari e bracieri tra il Neolitico recente e l Eneolitico in Sardegna RIASSUNTO - focolari e BraCieri tra il neolitico recente e l eneolitico in Sardegna - Alcuni ipogei funerari del Neolitico Recente della Sardegna mostrano al loro interno, ricavati nella roccia, la riproduzione di elementi sia strutturali (pilastri, travi, tetto) che funzionali (porte, scale etc.) della casa. Tra gli elementi funzionali si segnala la rappresentazione di un focolare circolare, collocato al centro del vano principale, realizzato tramite la tecnica dell incisione o del rilievo. Questo elemento non trova, attualmente, alcun riscontro in coevi ambienti d uso abitativo né in manufatti ceramici, litici o metallici; soltanto un esemplare ceramico di braciere della cultura/facies eneolitica di Monte Claro sembra potersi considerare la riproduzione di un modello già noto. SUMMARY - fireplaces and BrazierS in Sardinia BetWeen the late neolithic age and the Copper age - Some funerary hypogea of the Late Neolithic Age of Sardinia show a reproduction of both structural (pillars, beams, roof) and functional (doors, stairs etc.) elements of a house at their inside. The representation of a circular ireplace situated in the middle of the main room and realized through the techniques of incision or relief proves to be noteworthy among the other functional elements. At he present time this element does not have any counterpart in coeval ceramic, lithic or metal handmade articles. Only a single ceramic exemplar of brazier belonging to the Chalcolithic culture of Monte Claro could be considered the copy of a former well-known model. la rappresentazione del focolare nelle domus de janas Tra le manifestazioni d arte realizzate a rilievo, incisione e pittura nelle domus de janas, grotticelle funerarie del Neolitico recente e dell Eneolitico, si osservano, accanto a bucrani, antropomori, armi, utensili e motivi geometrici, numerosi elementi architettonici che riproducono non solo le parti strutturali di un abitazione, quali il sofitto trabeato, i pilastri e le colonne e quelle funzionali, come le porte, i gradini e/o le scale d accesso, i focolari, i tavoli ed i sedili, ma anche il modulo architettonico di base. L imitazione di particolari o di modelli dell architettura domestica assume una valenza simbolica, funzionale all ideologia funeraria di cultura/facies Ozieri. Dei motivi decorativi, oggetto di approfondite e dettagliate analisi, tutt ora in corso, sono stati individuati e/o delineati tipologia, tecniche di esecuzione, cronologia e signiicato (Tanda 1977, 1984, 1985; 1992, pp ; 1998, pp ; 2000, pp ; 2008, pp ). Tra le igurazioni geometriche appaiono particolarmente interessanti i motivi costituiti da uno o più anelli o cerchi concentrici, per lo più con piccola cavità centrale, ubicati sul pavimento in posizione pressoché centrale, realizzati ad incisione, in tecnica lineare, oppure a rilievo e falso rilievo (Ead. 1984, p. 36). Vari autori hanno interpretato questo motivo come focolare di tipo rituale (Foschi Nieddu 2000, p. 804; Lilliu 2004, p. 253; Contu 2006, p. 143), bacino sacro (Contu 1964, pp ; Cambosu 2000, p. 823) o come focolare semplice quale riproduzione di un elemento dell ambiente domestico (Contu 1964, pp ; Tanda 1984, p. 36; Demartis e Canalis 1989, p. 48; Contu 2000, p. 319; Meloni 2000, pp ). Un aggiornata rassegna dei motivi noti in letteratura ha permesso di veriicare tecniche, tipologia, numero e diametro dei cerchi/ anelli concentrici, ubicazione all interno dell ipo- (1) Centro Interdipartimentale per la Preistoria e la Protostoria del Mediterraneo (C.I.P.P.M.), Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico Artistiche - Università degli Studi di Cagliari, Piazza Arsenale 1, Cagliari; gtanda@unica.it. (2) Dottorato in Archeologia, Università degli Studi di Roma La Sapienza ; giacomo.paglietti@tiscali.it

2 350 g. tanda g. paglietti N Denominazione Rilievo Incisione Anticella/ cella di raccordo Cella principale Diam. esterno cm 1 Usini, S Elighe Entosu 1 * * 62 2 Usini, S Elighe Entosu 4 * * 76 3 Ossi, Mesu e Montes II * * 56 4 Putiigari, S Incantu * * Anela, Sos Furrighesos II * * 38 6 Illorai, Molia I * * Thiesi, Mandra Antine III * * 54 8 Bonorva, S. Andrea Priu I * * 70 9 Bonorva, S. Andrea Priu X (?) * Bonorva, S. Andrea Priu XIII * * Macomer, Filigosa I * * Macomer, Filigosa II * * 13 Macomer, Filigosa III * * 14 Macomer, Filigosa IV * * 15 Nuoro, Janna Ventosa 1 * * 16 Orgosolo, Sa Lophasa I * * S. Antonio Ruinas, Genna Salixi II S. Antonio Ruinas, Fontana Caberis * * Tab. I - Caratteristiche e ubicazione dei motivi a focolare inora editi. * geo e distribuzione nel territorio regionale. Gli esemplari inora editi sono diciotto; di questi tre sono realizzati ad incisione: in tecnica lineare a quattro cerchi concentrici (e tre anelli) sul pavimento della t. XII di Sos Furrighesos-Anela (ig ) con diam. esterno di 38 cm (Tanda 1984, pp , igg. 90.2; 91.2; ; 99.3), a tre cerchi concentrici con diam. di 62 cm nel pavimento della cella principale della t. 1 di S Elighe Entosu-Usini 1 (Contu 1968, p. 430; Tanda 1984, p. 36; Melis e Marras 2007, p. 150, ig. 8.3); a martellina diretta e con effetto di falso rilievo, a quattro cerchi concentrici nella cella principale della t. III di Mandra Antine-Thiesi (ig. 1.4), con diam. esterno di 54 cm (Contu 1964, p. 236, igg. 4, 6; Tanda 1985, pp ). Tra i motivi realizzati a rilievo sono dieci quelli ad un anello con cavità centrale: dalla necropoli di S. Andrea Priu-Bonorva sono noti tre esemplari, uno dalla cella della t. I con diam. esterno di 70 cm (Caprara 1986, p. 11), dall anticella della t. XIII o del Ciglione con diam. esterno di 50 cm (ig. 1.2) (Taramelli 1919, pp , igg ; Caprara 1986, pp , ig. 15), un terzo esemplare con diam. esterno di 45 cm (Contu 1969, p. 378), probabilmente pertinente alla t. X (Solinas e Boninu 1999, p. 26), è esposto al Museo Archeologico Nazionale G.A. Sanna di Sassari; quattro dalla necropoli di Filigosa-Macomer, dall anticella/cella di disimpegno 2 della t. I con diam. esterno di 97 cm (Contu 1965, pp ; Foschi Nieddu 1980; pp , 2000; pp , ig. 2) e dall anticella/cella di disimpegno delle tt. II, III, e IV; dalla t. I con corridoio megalitico di Janna Ventosa-Nuoro (Foschi Nieddu 1985, p. 35, 1986, p. 147, 2000, p. 808, ig. 5); dalla t. I di Molia-Illorai con diam. di 116 cm (Tanda 1980, pp ); dalla t. 4 con diam. di cm 76 della necropoli di S Elighe Entosu-Usini (Melis, Marras 2007, p. 150, ig. 8.4). Altre rappresentazioni di focolari delle quali non sono noti i dati tipologici e metrici sono presenti nella necropoli di Genna Sàlixi nella cella principale della t. II (Lilliu , p. 152, ig. 3; Santoni 1976, p. 47, ig. 9; Tanda 1984, p. 36) e nella t. II di Fontana Caberis (Nuvoli 1984, pp ), entrambe situate nel territorio di S. Antonio Ruinas. Costitui sce un caso isolato la rappresen- 1 Si ringrazia M.G. Melis per aver fornito i dati metrici dei focolari delle tt. 1, 4 della necropoli di S Elighe Entosu di Usini (Sassari). 2 Sono così denominati i vani che fungono da raccordo tra le celle e che presentano particolari architettonici o decorativi classificabili come elementi rituali.

3 focolari e BraCieri tra il neolitico recente e l eneolitico in Sardegna 351 Fig Sa Lophàsa-Orgosolo, tomba I (da Tanda 1985); 2. S. Andrea Priu-Bonorva, tomba XIII (da Taramelli 1919; Caprara 1986); 3. Mesu e Montes-Ossi, tomba II (da Demartis, Canalis 1985); 4. Mandra Antine-Thiesi, tomba III (da Tanda 1985); 5. S Incantu-Putiigari, tomba dell architettura dipinta (da Demartis 1990). tazione di focolare situato nella cella principale della t. II di Mesu e Montes-Ossi (ig. 1.3) con diam. di 56 cm (Tanda 1985, pp ; Demartis e Canalis 1989, pp ) con all interno tre bozze ellittiche in rilievo disposte a triangolo. Presenta un anello semplice senza cavità centrale, invece, il motivo osservato sul pavimento della cella principale della t. I di Sa Lophàsa- Orgosolo (ig. 1.1), con diam. esterno di cm 56 (Mereu 1978, p. 22; Sanges 1980, pp ; Tanda 1985, pp ). È noto un solo esemplare a tre anelli concentrici a sezione degradante

4 352 g. tanda g. paglietti dalla cella principale della Tomba dell Architettura Dipinta nella necropoli di S Incantu- Putiigari (ig. 1.5,8-9) con diam. esterno di 100 cm (Demartis 1990, pp , igg. 3, 4; 1997, pp ). Il motivo a focolare è ubicato nella cella principale in sette casi, in nove nell anticella/vano di raccordo; per due non si hanno informazioni. I diametri (tab. I) sono compresi tra 38 cm (t. XII Sos Furrighesos) e 116 cm (t. I, Molia). Sono ritenute rappresentazione di focolare anche alcune fosse circolari talvolta associate a coppelle documentate, allo stato attuale, in sei ipogei: nell anticella della t. del Capo di S. Andrea Priu-Bonorva (Caprara 1986, pp ), dove la cavità (diam. est. cm 100), assai danneggiata, è circondata da coppelle forse destinate a raccogliere offerte in solidi e liquidi in onore dei defunti (Tanda 1985, p. 61); nella necropoli di Sas Concas-Oniferi nella cella principale della tomba dell Emiciclo in cui la fossa circolare (diam. est. 50 cm; prof. 7 cm) è posta al centro del vano principale, nella tomba Nuova Ovest dove la fossa circolare, ubicata nella cella principale, è associata ad una coppella e nella t. XVIII con cavità disposta nell anticella ed associata a nicchiette e coppelle parietali (Santoni 2000, pp , ig. 2); nella cella principale della t. VIII di Sos Furrighesos-Anela (diam. 24 cm) associata con 67 piccole cavità poco profonde (queste ultime forse d età storica) (Tanda 1984, p. 47); nell anticella della domus de janas di Martì o Maddi-Tonara (diam. est. 45 cm, prof. 7 cm) (Taramelli 1911, pp ). Delle diciotto domus de janas dieci hanno restituito materiali archeologici, in seguito a scavi 3 (tab. II). I reperti più antichi, del Neolitico recente/cultura Ozieri, sono presenti negli ipogei di Sos Furrighesos XII (Tanda 1984, pp , igg , 95), Molia I (Ead. 1980, pp ), S Incantu (Demartis 1997, pp ) e Janna Ventosa (Foschi Nieddu 1985, p. 35). Più recenti, in contesto Abealzu/Filigosa, sono quelli delle tt. I-IV di Filigosa (Contu 1965, pp ; Foschi Nieddu 2000, pp ); materiali Abealzu/Filigosa provengono anche da Mesu e Montes II (Demartis e Canalis 1989, pp ); dell età del Rame, in generale, da Mandra Antine III. Le culture/facies di Monte Claro e del Vaso Campaniforme sono attestate a Sos Furrighesos XII. Questa situazione, pertanto, porterebbe a ritenere più antichi i motivi realizzati nelle tt. Molia I, S Incantu e Sos Furrighesos XII. La presenza di ceramiche M. Claro e Campaniforme a Sos Furrighesos XII e la tecnica di esecuzione utilizzata, l incisione lineare, non escludono, anzi suggeriscono un attribuzione del motivo a focolare all Eneolitico, preferibilmente alla cultura/facies di M. Claro 4. Tutti gli altri elementi ad anello sarebbero, pertanto, d orizzonte culturale eneolitico. Alle medesime conclusioni portano alcune rilessioni sulle planimetrie. Sono attribuiti al Neolitico recente il modello a T (S Incantu, Mandra Antine III), anche ristrutturato (Mesu e Montes II) e tipo Serra Linta (Molia I); all Eneolitico, alla cultura/facies di Filigosa il modello architettonico a lungo dromos trapezoidale, anticella subrettangolare di disimpegno con focolare rituale, le coppelle e le nicchie scavate con cura (Foschi Nieddu 2000, p. 803). Questo modello s integra con quello deinito sassarese o a sviluppo centripeto individuabile a S Elighe Entosu. Il focolare a rilievo compare nel Neolitico recente e perdura, con ricchezza di esemplari, durante l Eneolitico, in contesti di cultura/facies Filigosa/Abealzu. G.T. un BraCiere di Cultura monte Claro Nel 1962 Enrico Atzeni pubblicò i risultati delle esplorazioni compiute nell area del Campidano ed in particolare quelle di supericie nell allora periferia del paese di Sestu (Cagliari). A ca. 4 km dall abitato, 300 m a sud della chiesa medioevale di San Gemiliano, le ricerche rilevarono un grosso insediamento capannicolo caratterizzato dalla presenza di sacche riconducibili a piccole capanne infossate rivestite da intonaco di argilla con documentate frequentazioni di cultura 3 Le rimanenti non hanno restituito materiali, a quanto è noto. 4 Mentre per il motivo a rilievo è probabile che fosse prodotto nel momento finale della realizzazione della tomba come ultimo elemento del pavimento, per il motivo a incisione il momento di esecuzione è di difficile collocazione temporale, il che non esclude la sua realizzazione a momenti, anche culturali, successivi.

5 focolari e BraCieri tra il neolitico recente e l eneolitico in Sardegna 353 N Denominazione 1 Usini, S Elighe Entosu 1 2 Usini, S Elighe Entosu 4 Elementi culturali Ozieri Ozieri inale Filigosa/ Abealzu Monte Claro 3 Ossi, Mesu e Montes II * * * 4 Putiigari, S Incantu * * Campaniforme 5 Anela, Sos Furrighesos XII * * * * 6 Illorai, Molia I * * 7 Thiesi, Mandra Antine III * * 8 Bonorva, S. Andrea Priu I 9 Bonorva, S. Andrea Priu X (?) 10 Bonorva, S. Andrea Priu XIII 11 Macomer, Filigosa I * * * 12 Macomer, Filigosa II * * 13 Macomer, Filigosa III * * 14 Macomer, Filigosa IV * * * 15 Nuoro, Janna Ventosa 1 * * 16 Orgosolo, Sa Lophasa I 17 S. Antonio Ruinas, Genna Salixi II 18 S. Antonio Ruinas, Fontana Caberis Tab. II - Elementi culturali restituiti. N Denominazione Tipo T Tipo Serra Linta Tipo Filigosa n.d Ozieri classico 1 Putiigari - S Incantu * * 2 Thiesi, Mandra Antine III Ozieri inale Filigosa Abealzu * * 3 Ossi, Mesu e Montes II * * 4 Illorai, Molia I * * 5 Anela, Sos Furrighesos XII Monte Claro Campaniforme * * * * 6 Macomer, Filigosa I * * * 7 Macomer, Filigosa II * * 8 Macomer, Filigosa III * * 9 Macomer, Filigosa IV * * 10 Usini, S Elighe Entosu 1 * 11 Usini, S Elighe Entosu 4 * 12 Nuoro, Janna Ventosa 1 * * 13 Orgosolo, Sa Lophasa I * 14 S. Antonio Ruinas, Genna Salixi II 15 Bonorva, S. Andrea Priu I 16 Bonorva, S. Andrea Priu X 17 Bonorva, S. Andrea Priu XIII 18 S. Antonio Ruinas, Fontana Caberis Tab. II - Elementi culturali restituiti. Ozieri, Monte Claro e di Età Nuragica. Dalla capanna 13, sezionata di netto dall esecuzione di una strada in direzione della chiesa medioevale, si individuò un manufatto ceramico che si presentava ancora in situ: un grande scodellone tronco-conico, contenente sul fondo ca. 10 cm di cenere, adagiato su uno strato di cenere con resti di qualche conchiglia, piccole schegge di

6 354 g. tanda g. paglietti Fig. 2 1, 2. Sos Furrighesos-Anela, tomba XII (da Tanda 1984); 3, 4. S Incantu- Putiigari, tomba dell architettura dipinta (dis. da Demartis 1990); 5. Riproduzione del manufatto di San Gemiliano-Sestu dal Museo Civico Genna Maria di Villanovaforru, Cagliari (foto: G. Paglietti). ossidiana, cocci di ceramiche a scanalature dei tipi di Monte Claro ( ), ha la sagoma di un grande braciere di forma troncoconica schiacciata, con orlo a larga tesa esterna, leggermente obliqua, con duplice scanalatura separata da un rilievo mediano ad angolo vivo, orizzontale all apertura della bocca. Impasto nero; supericie interna rosso mattone con chiazze scure, accuratamente lisciata, superficie esterna rosso mattone, scabra e ruvida come spesso si nota nella categoria dei vasi non decorati. H. 12 cm; diam. del fondo 36,5 cm; diam. della bocca 44 cm; largh. della tesa dell orlo 7,5 cm; spess. 0,7-1 cm; largh. delle scanalature della tesa 3 cm (Atzeni 1962, pp. 16, 99, ig. 3.4, tav. III.3). Il manufatto 5, trova confronti con analoghi frammenti di orli rinvenuti in località Monti (Lunamatrona, Cagliari), custoditi presso il Civico Museo Genna Maria di Villanovaforru (Cagliari) associati ad altri frammenti ittili di cultura Monte Claro. I frammenti di Monti si riferiscono ad orli a tesa a quattro scanalature concentriche (largh. 8,5 cm), con diam. esterno di 57 cm e apertura della bocca di 40 cm, misure molto simili al reperto di San Gemiliano; di quest ultimo il laboratorio di restauro del museo di Villanovaforru, su indicazione di Ubaldo Badas 6, ha realizzato una copia del manufatto (ig. 1.10). Sull interpretazione funzionale dello 5 Il manufatto di San Gemiliano è definito all interno della classe delle ciotole, categoria con orlo a tesa, da A. Depalmas. (Depalmas 1991, pp , tav. XI.10), dei piatti tipo troncoconico da F. Farci (Atzeni et alii 2007, p. 54, tav. IV.4). 6 Si ringrazia U. Badas per aver suggerito il tema di questo contributo.

7 focolari e BraCieri tra il neolitico recente e l eneolitico in Sardegna 355 scodellone di San Gemiliano possediamo i pochi ma importanti dati relativi al momento del ritrovamento: il fatto che conteneva sul fondo ca. 10 cm di cenere sta ad indicare che si trovava al momento del ritrovamento quasi colmo essendo l altezza totale di 12 cm; la presenza delle ceneri all interno può spiegarsi come l esito della consumazione di braci prodotte da un fuoco acceso nello stesso contenitore o prelevate da un focolare esterno alla capanna e riposte nel braciere. Il manufatto si trovava adagiato su uno strato di ceneri, indizio di possibili azioni ripetute di consumazione di braci e periodici svuotamenti del contenuto in posto; probabile è la sua collocazione al centro dell ambiente in modo che il calore si distribuisse uniformemente in tutto l ambiente e non è escluso che fosse interrato in una piccola fossa ricavata nel terreno: questo semplice espediente avrebbe impedito la dispersione del calore. Gli stessi caratteri della forma vascolare indirizzano verso quest ultima collocazione: le superici esterne di fattura scabra e ruvida, ossia non riinite e prive di decorazione, proverebbero il fatto che chi ha prodotto quel manufatto non ha riinito di proposito quelle pareti che stavano infossate, dunque non visibili; l impasto di colore scuro all esterno rosso mattone con chiazze scure all interno fa presumere la costante vicinanza con una fonte di calore. L ipotesi funzionale più probabile è dunque quella di calorifero; la presenza del grosso orlo a tesa obliquo proverebbe la possibilità di rimuoverlo secondo le esigenze, oltre che evitare, quando colmo di braci, il rischio di scottature. A questo proposito è possibile che il braciere fosse caricato di volta in volta di braci prodotte da fuochi accesi all esterno della capanna: sopravvive ancora, nelle abitazioni di molti paesi della Sardegna, l uso di porre in un braciere di ottone (su braxeri), generalmente posto sotto il tavolo da mensa, delle braci prodotte da un focolare di un caminetto o di un forno per cucina. A seguito di queste preliminari considerazioni si vuole proporre per il manufatto di San Gemiliano la funzione di braciere mobile di uso domestico. In questo contributo il motivo deinito focolare presente nei pavimenti delle domus de janas è stato distinto nel tipo ad un anello e a cerchi/ anelli concentrici. Per il tipo ad un anello è plausibile la rappresentazione di un focolare strutturato nel pavimento realizzato interamente in argilla o in una fossa scavata e integrata da un anello di argilla per il contenimento delle braci, già documentato in contesti neolitici ed eneolitici del Mediterraneo. Le tre bozze ellittiche in rilievo disposte a triangolo della t. II di Mesu e Montes-Ossi interpretate dagli autori dello scavo quali sassi che fungevano da sostegno per le stoviglie da fuoco (Demartis e Canalis 1989, p. 57) potrebbero altresì rappresentare ciottoli utilizzati per immagazzinare il calore destinato sia al riscaldamento dell ambiente che per portare ad ebollizione l acqua o per la cottura dei cibi così come documentato anche in contesti preneolitici europei (Perlès 1983, pp ). Più dificoltosa l interpretazione del motivo a più cerchi/anelli concentrici: nell ipotesi di rappresentazione di un focolare strutturato manca il confronto con tipi con caratteristiche simili. Si ritiene utile, perciò, attuare un confronto con l esemplare ceramico di braciere sopra descritto: quando il manufatto era collocato nell abitazione, verosimilmente all interno di una buca, ciò che supericialmente era in evidenza era l orlo a tesa ad anelli scanalati; quest immagine poteva essere tradotta tramite incisione o rilievo ottenendo motivi come quelli osservati a Sos Furrighesos, Mandra Antine, S Elighe Entosu e Putiigari. Quest ultimo, in particolare, mostra un andamento degli anelli concentrici degradante verso l interno che trova corrispondenza con l inclinazione dell orlo a tesa verso il centro del contenitore Monte Claro (ig. 1.10). L interpretazione del motivo ad anelli concentrici presente nelle domus de janas quale rappresentazione di un braciere ceramico mobile deve tener conto dell attribuzione culturale delle tombe ipogee e dei motivi in esse contenute: sono state delineate le problematiche a riguardo; nell ipotesi dell attribuzione del motivo a cerchi/anelli concentrici alla fase Ozieri il braciere Monte Claro indicherebbe l uso, in età eneolitica, di un modello tradizionalmente noto di cui però, allo stato attuale, non abbiamo alcun reperto mobile. G.P.

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