TECNICHE D'ARMO A CURA DI GRUPPO SPELEOLOGICO NATURA ESPLORA
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- Caterina Palumbo
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1 TECNICHE D'ARMO A CURA DI BERARDINO BOCCHINO GRUPPO SPELEOLOGICO NATURA ESPLORA
2 Un ancoraggio serve a fissare qualcosa!! Banale, forse ma in effetti corde, scale e quant altro si rivelano di poca utilità se non vengono ancorate almeno da un capo a qualcosa e con qualcosa in qualche modo!!! La sicurezza e la logica impongono per quanto possibile che l insieme corda ancoraggio possieda una resistenza alla rottura ottimale, senza presentare dei punti di debolezza: non viene in testa a nessuno mi auguro di ancorare una buona corda da 10 mm ad un maillon rapide da 5 magari chiuso male, o no!? Detto questo va ricordato che allo stesso modo:
3 Non bisogna mai confondere il correre dei rischi con la difficoltà Un passaggio può essere oggettivamente molto difficile ma poco esposto, ad esempio se banalizziamo un passo di arrampicata di un metro liscio e fangoso situato ad un metro da terra nonostante la difficoltà oggettiva non è necessario proteggerlo con una corda. Al contrario una cengia larga un metro dove si cammina facilmente ma situata a dieci metri d altezza va protetta con un corrimano d assicurazione perché una caduta, anche se poco probabile, avrebbe conseguenze gravi
4 Coerenza, semplicità, comodità Si deve sempre attrezzare in funzione di una certa necessità (rischi, livello di esperienza degli speleo, ). Un armo coerente tiene conto di tutti questi differenti parametri lungo l intero percorso della grotta. Non si rischia maggiormente vicini all ingresso o verso il fondo, non si devono ne sottovalutare ne soprattutto sopravalutare le capacità tecniche ed atletiche degli speleo che la percorreranno. Allo stesso modo la mancanza durante l esplorazione di materiale appropriato non deve giustificare il superamento dei principi basilari di sicurezza. Ad esempio se alla partenza di un corrimano si trova un solo spit, l ancoraggio va doppiato con un naturale e se questo manca nelle vicinanze si prende il tempo necessario per piantare un secondo spit. La semplicità, la linearità di un armo rappresentano un importante fattore di sicurezza.
5 Coerenza, semplicità, comodità Un armo incasinato, dove le corde si incrociano inutilmente, dove penzolano capi non ordinati, dove si è obbligati, senza ragione, a passare da una parete all opposta, dove, in sintesi, non si riesce a capire a colpo d occhio l utilità e la funzione di ogni cosa è causa di inutili rischi supplementari.. Allo stesso modo rendere se possibile un armo più comodo (regolazione delle asole, posizione degli ancoraggi, ) aiuta a diminuire la fatica anche psicologica, a rendere più fluide e meno atletiche le manovre ed in sintesi ad ottimizzare l apprendimento delle tecniche
6 La corda PRINCIPI: Gli ostacoli verticali di una grotta vengono attrezzati con una corda semplice che permette la progressione in sicurezza degli speleologi.
7 Corde Il materiale usato per le corde è il nylon (poliammide): 6.6 (nylon) o 6 (perlon) e il poliestere (tergal), materiali innovativi, che sostituiscono la fibra vegetale: la canapa. Le qualità di questi materiali sono le seguenti: Leggerezza Resistenza alle abrasioni, torsioni e surriscaldamento Il nylon 6.6 ha un punto di fusione di 260 C, mentre il 6 perlon è a 220 C ed il poliestere resiste a temperature di 300 C. Questa differenza di fusione è minima, ma diviene molto importante nel caso di una caduta, considerando che la rottura della corda avviene sull allungamento delle monofibre che formano i trefoli, contenute nel nodo con la loro possibile fusione. Ogni trefolo ha una tenuta di circa 130 kgp Tra i trefoli è presente una fascetta dove è indicato l anno di fabbricazione Inalterabile, al contrario della canapa, che il più delle volte, con l umidità, marcisce Le corde sono formate da 2 parti ben distinte: la calza i trefoli
8 Come è costruita una corda: La calza La calza è la guaina esterna della corda ed è formata da mono filamenti di fibre intrecciate chiamate stoppini. Alcune di esse sono colorate e fungono da disegno, per rendere visivo l intreccio. Questo disegno è chiamato testimone. È di protezione ai trefoli interni, per le possibili abrasioni Costituisce 1/3 del carico di rottura della corda. I trefoli I trefoli sono l anima della corda Sono solitamente formati da mazzetti di monofibre continue, di numero dispari (tre), per evitare la rotazione della corda quando è in trazione La tenuta di ogni singolo trefolo è di 130 kg Questi mazzetti di trefoli sono raggruppati e formano l anima della corda. Essi sono tenuti insieme dalla calza, che li protegge dalle abrasioni. Costituiscono i 2/3 del C.d.R. della corda.
9 Molto importante: per appendersi, usare solamente corde da speleologia o da arrampicata, le corde navali, da ferramenta e da cantiere non hanno le caratteristiche suddette, possono essere mortali.
10 Le corde possono essere dinamiche o statiche Corde dinamiche Queste sono usate da alpinisti e arrampicatori. La progressione di questi soggetti è sulla roccia ed usano la corda come sicurezza per trattenere le eventuali cadute L allungamento, in caso di volo, è del 7% - 10%, (test eseguito con corda del diametro di 10 mm. e peso di 80 kg.) Le corde dinamiche non devono superare un fattore di caduta maggiore a 2, perché potrebbero lesionarsi. Per ottenere l omologazione U.I.A.A., devono superare i seguenti test: Corde: ,5-11 Numero di cadute a F.d.C. = 2 con 80 kg. 5 Forza d arresto (shock): 1200 kgp con 80 kg; Allungamento con 80 kg: 10%.
11 Corde statiche Queste sono le corde usate da noi speleologi che seguiamo la nostra progressione quasi esclusivamente sulla corda. Abbiamo bisogno di corde, che non ci facciano oscillare troppo e non disperdano con smorzamenti e flessioni le energie impiegate per la risalita. Solitamente sono usate corde di 10 mm. di diametro che garantiscono un buon rapporto tra sicurezza e leggerezza ed hanno una tenuta (carico di rottura = C.d.R.) di circa 2000 / 2800 kg, asseconda del modello (Superstatic, Antipodes, E-Plus 10, Tec Static, Performans,ecc.) e casa costruttrice (Edelrid, Beal, Cousin, Mammut, ecc.). L allungamento, (test eseguito con un peso di 80 kg.), non deve essere (maggiore) del 2% - 3%. Le corde statiche, non devono mai superare un F.C. maggiore a 1, perché si potrebbero lesionare e per ottenere l omologazione U.I.A.A. devono superare i seguenti test: Corde: 9, : Numero di cadute a F.C. = 1 con 100 kg varia dal modello e dalla casa costruttrice (dalle 6 alle 14 cadute) Forza d arresto (shock): (vedi corde dinamiche) Allungamento con 80 kg: 3%;
12 Prima dell uso, sarebbe consigliato srotolare le corde dalla bobina e immergerle nell acqua per una notte intera e caricarle (stirarle). L umidità accorcia le corde anche del 10-15%. Buona norma è controllarne periodicamente la lunghezza ed eventualmente ricontrassegnare ogni capo.
13 Carico di rottura di una corda Il C.d.R. di una corda è influenzato da diversi fattori, che possono essere: L acqua, una corda bagnata perde l 8-10% del suo C.d.R. L usura è data: dalle continue sollecitazioni del discensore, che torce e abrade la corda, producendo attrito. Questo si trasforma in energia termica; molto pericolosa, soprattutto quando la velocità di discesa è elevata e la corda è asciutta. In questo caso l attrezzo diviene molto caldo e causa microfusioni e deterioramento della calza (che è bene ricordare, concorre ad almeno il 33 % della resistenza totale della fune) dalle abrasioni dei bloccanti, che con i loro cricchetti dentati, vengono caricati dal peso sulla corda, mordendola ad ogni salita e causandole, con l andare del tempo, delle microlesioni.
14 dai nodi, che in maniera più o meno importante riducono il C.d.R. della corda anche del 50-60%, vediamone qualche esempio:
15 Lo shock da caduta È la sollecitazione data alla corda, dal peso di uno speleo, durante una caduta. Va notato che la sollecitazione dinamica di una corda da parte di uno speleologo, può comportare su di essa forze di shock ben superiori al peso dello speleologo stesso. Le corde vecchie o danneggiate, devono ovviamente essere scartate e sostituite da altre nuove. Sebbene queste possano ancora reggere staticamente il nostro peso, verrebbero sicuramente spezzate in caso di sollecitazione dinamica. L invecchiamento è dato : Dai raggi ultravioletti per il 10% (raggi solari) Per l uso degli attrezzi l 80% (bloccanti, discensore e nodi) Per il restante 10%, dal fango, dal calcare e da materiali inquinanti (oli, acidi, ecc.), che troviamo in grotta Nel primo anno di vita, le corde, si accorciano fino al 10-15%, a causa di assestamenti chimico fisici degli elementi, che la compongono (calza e trefoli), col tempo la lunghezza si stabilizza. Al momento dell acquisto si deve tener conto anche di questo fattore.
16 Tabella riepilogativa test UIAA * Il Carico di Rottura (C.d.R.) viene calcolato senza alcun tipo di nodo. La corda viene tirata e messa in tensione su dei tamburi fino al cedimento dei trefoli interni.
17 Conservazione e stoccaggio delle corde Lavare ad ogni uscita le corde, soprattutto se sono bagnate e infangate. Nel lavaggio usare solamente acqua e nessun tipo di detersivo. Non asciugarle al sole, bensì all ombra. Riporle in magazzino distese (se possibile) e conservarle all oscurità. Controllare tutta la lunghezza della corda, facendola passare tra le dita, piegandone un estremità e facendone compiere un ansa molto stretta, se nella curva notiamo un avvallamento o una protuberanza, la corda in quel punto va tagliata, perché lesionata. Se (la corda) ha subito strappi o cadute accidentali, va assolutamente scartarla e rimpiazzarla con una nuova, se riusata potrebbe essere veramente pericolosa. Le corde normalmente usate anche se poco usurate, vanno comunque sostituite ogni 5-6 anni. Le caratteristiche delle funi vecchie sono spesso al di sotto dei limiti di sicurezza. Regola importantissima: Non calpestare mai le corda, potremmo lesionarle; ad esse affidiamo la nostra vita.
18 Cause della rottura di una corda La rottura di una corda può avvenire in 3 modi: Per snervamento delle fibre durante una caduta: la forza di arresto eccedente il C.d.R. della corda causa il cedimento delle fibre Per trazione sul nodo durante una caduta: viene interessato il nodo con la conseguente fusione della corda. Se il nodo subisce un rapidissimo stiramento, si produce un forte attrito dovuto allo sfregamento della fune tra le maglie del nodo, che si trasforma in calore. In questo caso si ha l aumento immediato della temperatura e la conseguente fusione della corda Per abrasione: in grotta bisogna fare attenzione, che la corda non strofini mai sulla roccia viva, per evitare questa evenienza, frazionarla sempre con un armo (tassello con piastra e moschettone).il problema si riscontra sia in discesa che in risalita. In quest ultima manovra specialmente, si ha la tensione della corda ed un oscillazione, impostata dalla pedalata, a destra e a sinistra. Questi due movimenti in combinata, abbinati ad una lama di roccia tagliente, danno risultati catastrofici.
19 LA CORDA Corda di sicurezza. RUOLO DELLA CORDA Serve esclusivamente di sicura per il superamento di una certa difficoltà. Lo speleologo progredisce senza utilizzarla direttamente, in libera su roccia, su corda fissa, su scala, ecc.. Questa verrà sollecitata solo nel caso eccezionale di una caduta (ad esempio progressione su di un corrimano) Corda di progressione. Serve come mezzo di progressione e di sicurezza allo stesso tempo. Viene sollecitata costantemente per il superamento dell ostacolo. L armo va adeguato al tipo di utilizzo della corda.
20 LA CORDA REGOLE GENERALI 1) La corda va ancorata in maniera irreprensibile (ancoraggio naturale affidabile o doppio ancoraggio artificiale) prima di trovarsi esposti in una zona dove si è in sicurezza 2) Eseguita la partenza la si utilizza per assicurarsi durante l esecuzione del restante armo. 3) Una corda fissa d assicurazione, un corrimano vengono sollecitati solo eccezionalmente, ma devono comunque essere installati in modo assolutamente sicuro e giudizioso.
21 LA CORDA INSTALLAZIONE La sistemazione di una corda di progressione va eseguita con la massima attenzione. Questa non deve in alcun caso sfregare, ne al livello dell ancoraggio, ne in qualsiasi altro punto durante l utilizzo quando viene tesa dal peso dello speleologo in movimento
22 LA CORDA LOGICA L attrezzamento di una difficoltà deve dare protezione allo speleologo su tutto lo sviluppo della stessa. Lo speleo deve partire in una situazione di totale sicurezza e terminare allo stesso modo, senza alcuna interruzione che determini situazioni di pericolo. Un armo deve contenere la stessa logica di resistenza su tutta la sua lunghezza. Non deve avere dei punti deboli dovuti ad un materiale non adatto o utilizzato male.
23 LA CORDA Il PRIMO ANCORAGGIO Deve essere irreprensibile, rappresenta la base di tutto l attrezzamento. Se si utilizza un ancoraggio naturale deve avere dimensioni e resistenza sufficienti oppure va doppiato. Se si tratta di un ancoraggio artificiale (spit, fix, chiodo, nut, fittone, ) deve essere sistematicamente doppiato sospettando sempre una possibile cattiva installazione (magari non rilevabile visivamente): roccia fratturata, incollaggio mal realizzato,
24 ANCORAGGIO DISTINZIONE DEL RUOLO DELL ANCORAGGIO ANCORAGGIO DI TRAZIONE: viene sollecitato in permanenza durante la progressione, va eseguito in modo che la corda trazionata non vada mai a toccare da qualche parte.
25 ANCORAGGIO DI SICUREZZA viene sollecitato solo eccezionalmente in caso di caduta dello speleologo o di rottura dell ancoraggio di trazione. ANCORAGGIO DISTINZIONE DEL RUOLO DELL ANCORAGGIO Il suo posizionamento è importante; va evitato che dalla posizione dove viene eventualmente sollecitato vada a guidare la corda e/o lo speleologo verso una situazione di rischio immediato (lama tranciante, fessura stretta, ).
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27 IL FATTORE DI CADUTA Il materiale utilizzato in speleologia è concepito per essere utilizzato in situazioni che possono determinare un fattore di caduta inferiore o uguale ad 1. Determinare situazioni d attrezzamento che portino a fattori superiori è pericoloso se non mortale.
28 IL FATTORE DI CADUTA Bisogna ricordare che per fattore di caduta si intende il rapporto fra l altezza totale della caduta (H) e la lunghezza di corda (L) che deve lavorare, nel caso questa avvenga, in altre parole : Fc = H/L
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30 LA CORDA
31 SCELTA DEL PASSAGGIO Durante la progressione sotterranea va sempre considerato il possibile pericolo scegliendo quindi il proprio itinerario di conseguenza. Bisogna possibilmente evitare le strettoie severe, gli ambienti ed i pozzi franosi, Per attrezzare un pozzo si deve cercare di individuare d anticipo la continuità, la morfologia di questo, sistemando gli ancoraggi nella migliore posizione sia per quanto riguarda la comodità (ancoraggi abbastanza alti ) sia per la posizione della corda trazionata (tratti in vuoto ); inoltre va sempre verificato lo stato dell ancoraggio prima di fissarci la corda e di utilizzarlo (condizioni del naturale, dello spit, ).
32 PULIZIA DEL PASSAGGIO Prima di attrezzare un pozzo, la prima automatica operazione da eseguire deve essere di pulirne la partenza. Restando in situazione di sicurezza sulla corda si elimina tutto ciò che instabile rischia di cadere, sassi, rami, pietrisco,nel pozzo. Man mano che si procede nella discesa si verifica che nei ripiani, nelle pareti del salto non ci sia materiale instabile e nel caso si pulisce tutto.
33 ATTENZIONE il pozzo va pulito prima che la corda venga distesa man mano che si cende! La pulizia evidentemente va eseguita dallo speleo che provvede all armo del pozzo per evitare che i compagni scendendo a loro volta possano far cadere qualcosa sugli altri e sulla corda già installata con rischio serio di lesioni la corda di progressione dello speleo che arma deve essere portata dallo stesso dentro un sacco e liberata man mano, in nessun caso la corda va prima distesa nel pozzo e poi scendendo si provvede a pulirlo, la corda correrebbe seri rischi di essere danneggiata!!
34 REGOLE IMPERATIVE Durante la preparazione dei sacchi bisogna essere assolutamente sicuri che il capo terminale abbia un nodo ad otto ben stretto a circa un metro dal termine della corda. Rimane sempre la possibilità che malgrado le precauzioni prese, la corda risulti più corta della verticale da discendere e questo può causare incidenti gravi se non mortali.
35 REGOLE IMPERATIVE Ricordarsi di non lasciare mai un capo inutilizzato di una corda penzolante da qualche parte, riempirlo di nodi o congiungerlo all ancoraggio, o ancora se è abbastanza lungo farlo su, sempre avendo cura di eseguire ad un metro dal termine un nodo ad otto, per evitare che qualcuno l utilizzi come corda di progressione o di sicurezza
36 NODI FONDAMENTALI
37 Si distinguono in: Nodi di vincolo Nodi di giunzione Nodi autobloccanti Nodi scorrevoli
38 Barcaiolo infilato Nodi di Vincolo Guide con Frizione da doppino e infilato Guide con Frizione doppio da doppino Bolina infilato Bolina doppio da doppino e infilato
39 Barcaiolo infilato Guide con Frizione da doppino e infilato Guide con Frizione doppio da doppino Bolina infilato Bolina doppio da doppino e infilato Barcaiolo
40 Barcaiolo infilato Guide con Frizione da doppino e infilato Guide con Frizione doppio da doppino Bolina infilato Bolina doppio da doppino e infilato Guide con frizione
41 Guide con frizione doppio
42 Barcaiolo infilato Guide con Frizione da doppino e infilato Guide con Frizione doppio da doppino Bolina infilato Bolina doppio da doppino e infilato Bolina
43 Barcaiolo infilato Guide con Frizione da doppino e infilato Guide con Frizione doppio da doppino Bolina infilato Bolina doppio da doppino e infilato
44 Nodi di Giunzione Guide con frizione Inglese doppio combaciante Galleggiante
45 Guide con frizione Galleggiante Inglese doppio combaciante
46 Guide con frizione Galleggiante Inglese doppio combaciante
47 Inglese doppio combaciante Guide con frizione Galleggiante Inglese doppio combaciante
48 ANCORAGGI & ATTACCHI
49 Ancoraggi ed Attacchi definizioni Ancoraggio è il singolo punto di presa sul terreno o la roccia, l elemento base per la costruzione dell attacco Attacco è il sistema al quale si vincola un carico ; si costruisce collegando opportunamente i singoli ancoraggi
50 ANCORAGGI
51 ANCORAGGI ANCORAGGI NATURALI ANCORAGGI ARTIFICIALI
52 ANCORAGGI NATURALI
53 ANCORAGGI NATURALI
54 ANCORAGGI NATURALI
55 ANCORAGGI NATURALI
56 ANCORAGGI NATURALI
57 ANCORAGGI NATURALI
58 ANCORAGGI NATURALI
59 ANCORAGGI ARTIFICIALI
60 ANCORAGGI ARTIFICIALI non sempre le grotte sono così semplici da presentare tutti gli ancoraggi già pronti, per ovviare a ciò vengono usati tutta una serie di mezzi che permettono di creare degli ancoraggi sulla nuda roccia. Generalmente useremo dei tasselli (spit, fix, ecc) con le relative piastrine,anelli.
61 ANCORAGGI ARTIFICIALI SPIT si tratta di tasselli autoperforanti per il cui impiego è necessario avere una mazzetta ed un attrezzo particolare chiamato tampone o meglio piantaspit.
62 ANCORAGGI ARTIFICIALI SPIT
63 ANCORAGGI ARTIFICIALI SPIT
64 ANCORAGGI ARTIFICIALI SPIT
65 ANCORAGGI ARTIFICIALI SPIT
66 ANCORAGGI ARTIFICIALI Fix si tratta di tasselli non autoperforanti, per l'uso dei quali è necessario un trapano, attrezzo molto costoso. Ne esistono di varie misure solitamente vengono usati quelli di 8 mm. di diametro e 70 mm. di lunghezza, si tratta di aste filettate in ferro zincato o acciaio inox con una delle estremità a forma conica sulla quale è inserita una camicia.
67 ANCORAGGI ARTIFICIALI TRAPANI E BATTERIE
68 ANCORAGGI ARTIFICIALI FIX
69 ANCORAGGI ARTIFICIALI FIX
70 ANCORAGGI ARTIFICIALI FIX
71 ANCORAGGI ARTIFICIALI HECO-MULTI-MONTI
72 ANCORAGGI ARTIFICIALI HECO-MULTI-MONTI è un sistema di ancoraggio pesante a vite che sostituisce i classici tasselli metallici ad espansione o le resine chimiche. Grazie alla dentatura presente nella prima parte del filetto, durante la fase di avvitamento viene creata una sede che aderisce alla forma stessa del MULTI-MONTI, generando un accoppiamento geometrico privo di forze di espansione. Il sistema di ancoraggio a vite MMS è disponibile in versioni in acciaio di classe 8.8 zincato, in versioni in acciaio tradizionale ad alta resistenza alla corrosione, e in acciaio inox A4 (AISI 316) o A5 (AISI 316 TI).
73 ANCORAGGI ARTIFICIALI
74 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette e Anelli per collegare la corda agli spit o ai fix occorre un elemento di giunzione, questo prende il nome di piastrina o placchetta e anello. Si tratta in ogni modo sempre di pezzi di acciaio o lega sagomati e recanti due fori, in quello piccolo viene messo un bullone (solo se usato con gli spit) in acciaio 8.8 ad alta resistenza che viene avvitato con una chiave da 13 mm. Nel caso dei fix si usa il dado fornito con il tassello. Il foro più grande viene usato per inserirvi il moschettone sul quale si aggancia la corda.
75 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette e Anelli
76 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette
77 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette
78 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette
79 ANCORAGGI ARTIFICIALI
80 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette
81 ANCORAGGI ARTIFICIALI Placchette
82 ANCORAGGI ARTIFICIALI Anelli
83 ANCORAGGI ARTIFICIALI
84 ATTACCHI
85 IN PARALLELO IN SERIE
86 CARICHI
87 Collegamento in serie di due ancoraggi
88 Attacco a due ancoraggi con anello Garda
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93 ALLORA PARTIAMO
94 ARMIAMO LA GROTTA CORRIMANO Un corrimano è una corda suborizzontale sistemata per evitare la possibile caduta di uno speleo durante l avvicinamento al bordo di un pozzo o la progressione in quota in una diaclasi o un meandro. Per la comodità il corrimano non deve essere sistemato raso terra (rovina la corda, incasina la progressione ) ma piuttosto ad altezza d uomo. La corda deve essere tesa. Gli ancoraggi di partenza devono essere assolutamente sicuri, sia un naturale di generose dimensioni o allora due tasselli.
95 ARMIAMO LA GROTTA PARTENZA DEL POZZO Per una maggiore comodità in partenza è preferibile scegliere degli ancoraggi abbastanza alti, stando in piedi diciamo più o meno all altezza degli occhi. In questo modo risalendo sarà possibile poggiare direttamente i piedi sul bordo del pozzo ed uscire sul mancorrente con uno sforzo minimo. Alla partenza gli ancoraggi (sicurezza e progressione) devono essere assolutamente sicuri e, in linea generale, non troppo distanti tra di loro per evitare in caso di rottura del principale un pendolo troppo importante.
96 ARMIAMO LA GROTTA PARTENZA DEL POZZO
97 ARMIAMO LA GROTTA PARTENZA DEL POZZO
98 ARMIAMO LA GROTTA PARTENZA DEL POZZO Per una maggiore comodità in partenza è preferibile scegliere degli ancoraggi abbastanza alti, stando in piedi diciamo più o meno all altezza degli occhi. In questo modo risalendo sarà possibile poggiare direttamente i piedi sul bordo del pozzo ed uscire sul mancorrente con uno sforzo minimo. Alla partenza gli ancoraggi (sicurezza e progressione) devono essere assolutamente sicuri e, in linea generale, non troppo distanti tra di loro per evitare in caso di rottura del principale un pendolo troppo importante.
99 ARMIAMO LA GROTTA
100 ARMIAMO LA GROTTA DEVIAZIONE Per evitare uno sfregamento della corda è possibile sistemare un punto di deviazione. Questo devia la corda dalla verticale tramite un moschettone senza ghiera ed un anello di cordino o fettuccia (anche sottile ) fissato in qualche maniera sulla parete opposta allo sfregamento sia tramite un ancoraggio naturale che artificiale. Il suo punto di ancoraggio deve essere abbastanza solido da non cedere durante la progressione e provocare lo sfregamento della corda. Per evitare un applicazione di forza troppo importante sulla deviazione l angolo creato tra la verticale e la corda non deve superare circa 20, questo tra l altro consente di installarlo e di superarlo con più facilità e riduce il pendolo in caso di rottura dello stesso.
101 ARMIAMO LA GROTTA
102 ARMIAMO LA GROTTA FRAZIONAMENTO Per evitare uno sfregamento della corda si può sistemare opportunamente un punto di frazionamento che interrompe la discesa facendola riprendere trazionando questo nuovo punto di ancoraggio. Il punto di frazionamento va effettuato nel punto in cui la corda tocca, si lascia un ansa sufficiente al suo superamento e la si fissa sul nuovo ancoraggio per continuare la discesa.
103 ARMIAMO LA GROTTA
104 ARMIAMO LA GROTTA Il nodo Per fissare la corda sull ancoraggio si esegue di norma un nodo ad otto/ nodo delle guide con frizione.
105 ARMIAMO LA GROTTA L ASOLA L asola deve essere, salvo casi particolari, la più corta possibile per facilitare l aggancio della longe d autosicura.
106 ARMIAMO LA GROTTA L ANSA AL FRAZIONAMENTO Durante il confezionamento dell armo bisogna vigilare affinché rimanga una lunghezza dell ansa sufficiente perché gli speleo che seguono possano montare il discensore e sganciare la longe di autosicura con semplicità. Se la lunghezza del tratto precedente è importante va tenuto conto dell elasticità della corda; soprattutto nel caso l armo debba rimanere in posto a lungo va considerato il ritiro causato dall assorbimento dell umidità da parte della corda che tenderà a gonfiarsi e ad accorciare, anche notevolmente, secondo il tipo, l ambiente, le fibre Per regolare a modo il capo dell ansa ci si deve assicurare con il capo corto della longe al moschettone di ancoraggio, si lascia filare nel discensore la corda sino ad avere la lunghezza voluta e quindi si confeziona il nodo che si attacca allo stesso moschettone (che ovviamente deve essere del tipo apribile sotto carico ). Per diminuire danni da eventuali cedimenti di un ancoraggio si deve curare sia la posizione degli stessi, che la lunghezza dell ansa.
107 ARMIAMO LA GROTTA
108 ARMIAMO LA GROTTA
109 ARMIAMO LA GROTTA
110 ARMIAMO LA GROTTA Doppiare un frazionamento Il frazionamento si esegue di norma su di un solo punto di ancoraggio, ma in certi casi questo va comunque doppiato. In particolare vi è pericolo in caso salti l ancoraggio se: - il pendolo conseguente è importante e lo speleo rischia di ferirsi contro la parete opposta.
111 ARMIAMO LA GROTTA
112 ARMIAMO LA GROTTA Doppiare un frazionamento ATTENZIONE l altezza del tratto precedente è importante e il frazionamento si trova a pochi metri dal suolo, un eventuale rottura porterebbe lo speleo a sbattere con il pavimento.
113 ARMIAMO LA GROTTA
114 ARMIAMO LA GROTTA attenzione
115 ARMIAMO LA GROTTA Giunzione di corde al frazionamento Per evitare il superamento di un nodo di giunzione si può approfittare di un frazionamento per cambiare corda. Per questo si avvolge ordinatamente ed in maniera solidale il resto della corda superiore al livello del frazionamento senza disfare il nodo di arresto terminale; si fissa la nuova corda di discesa al frazionamento senza dimenticare di unirla alla precedente incatenando le asole e curando che l asola trazionata appoggi direttamente sul moschettone senza accavallarsi sull asola della corda precedente schiacciandola.
116 ARMIAMO LA GROTTA
117 ARMIAMO LA GROTTA Nodi di giunzione Per unire due capi di corda si utilizzano essenzialmente il nodo inglese doppio ed il nodo ad otto. - Nei corrimanoi, utilizzando il nodo ad otto lo si insegue con la corda da unire.
118 ARMIAMO LA GROTTA
119 ARMIAMO LA GROTTA Nodi di giunzione Nei pozzi si esegue un nodo ad otto triplo, confezionando un asola ad otto con la corda a monte ed inseguendo il nodo con il capo a valle. Si tratta di un nodo semplice da disfare, con una discreta tenuta utilizzato con corde di diametro diverso con il vantaggio dell asola per assicurarsi con la longe già insita nella composizione del nodo stesso.
120 ARMIAMO LA GROTTA
121 ARMIAMO LA GROTTA Nodi di giunzione Per chiudere un anello di corda è preferibile l inglese doppio. - Per un anello di fettuccia o nastro, l unico nodo serio è il semplice inseguito.
122 ARMIAMO LA GROTTA
123 CONCLUSIONI Mai confondere il correre dei rischi con la difficoltà Coerenza, semplicità, comodità SICUREZZA Grazie per l attenzione
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