Gli Eurocodici i. edizione italiana a cura di Maria Pia Limongelli. Professionisti, tecnici e imprese Gruppo Editoriale Esselibri - Simone

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1 E122 PROGETTO QUALITÀ COSTRUZIONE J. Moreau de Saint-Martin J. A. Calgaro Gli Eurocodici i e edizione italiana a cura di Maria Pia Limongelli Se sistemi editoriali Professionisti, tecnici e imprese Gruppo Editoriale Esselibri - Simone

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3 Copyright 2008 Esselibri S.p.A. Via F. Russo, 33/D Napoli Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo senza l autorizzazione scritta dell editore. Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l editore è a disposizione degli aventi diritto. L editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati. Edizione originale: Les Eurocodes Groupe Moniteur (Editions du Moniteur), Paris, 2005 Traduzione: Wonderland s.n.c. di Marini Marco & C. (a cura di Michele Portoni e Alice Berto) Prima edizione: aprile 2008 E122 - Gli Eurocodici ISBN Ristampe Questo volume è stato stampato presso: MultiMedia V.le Ferrovie dello Stato Zona ASI Giugliano (NA) Coordinamento redazionale: Alice Berto Per conoscere le nostre novità editoriali consulta il sito internet:

4 Introduzione all edizione italiana 3 Gli Eurocodici sono norme europee da applicare al progetto strutturale delle opere di ingegneria civile e che, secondo le indicazioni della Commissione Europea, a partire dal 2010 diventeranno l unico riferimento per la progettazione strutturale in Europa. Tali norme, oltre a fornire le specifiche per la progettazione strutturale di opere realizzate con materiali di vario tipo (cemento armato, acciaio, muratura, legno, alluminio), trattano degli aspetti geotecnici della progettazione, della resistenza delle strutture al fuoco e alle azioni sismiche e infine delle azioni sulle strutture in fase di esecuzione e su strutture temporanee. Lo scopo principale dei 10 Eurocodici è quello di fornire un approccio comune alla progettazione strutturale che uniformi il livello di sicurezza delle costruzioni in Europa. Inoltre l utilizzo delle norme europee, unitamente agli standard europei di esecuzione, di prodotto e di tecniche di prova, agevolerà la libera prestazione di servizi d ingegneria, oltre alla libera circolazione dei prodotti. Ciascuno degli Eurocodici è costituito da una parte generale (EN), uguale per tutti gli stati europei e da un Allegato Nazionale (NAD), variabile da uno stato europeo all altro, che contiene i valori di parametri (NDP) che vengono fissati dall autorità nazionali in funzione delle specificità di ciascuno stato. Ogni stato Europeo, entro il 2010, dovrà adottare tutte le misure necessarie all applicazione degli Eurocodici e quindi pubblicare la traduzione nella lingua nazionale del testo della norma Europea, completare la redazione degli Allegati Nazionali mediante definizione dei Parametri determinati a livello nazionale e promuovere la formazione e l aggiornamento dei tecnici del settore edilizio sugli Eurocodici. Introduzione all edizione italiana

5 Introduzione all edizione italiana 4 Il corpus normativo italiano negli ultimi anni, sia pur in maniera un po tormentata, sta evolvendo verso una filosofia europea della progettazione. A una progettazione di tipo prescrittivo, basata sul metodo delle tensioni ammissibili, ancora previsto come metodi di progettazione nelle norme tecniche per le costruzioni emanate in Italia nel 1996, è stato sostituito, nelle ultime versioni delle norme tecniche, un approccio prestazionale che utilizza il metodo agli stati limite sul quale è basata anche la progettazione secondo gli Eurocodici. Nel medesimo spirito di aggiornamenti, la struttura un po frammentata del corpus normativo italiano, articolato in una serie di decreti e circolari ministeriali che coprivano i vari aspetti della progettazione strutturale (sismica, geotecnica, resistenza al fuoco ecc.) è stata sostituita, nelle norme tecniche di ultima emanazione (2005, 2008), dalla struttura unitaria dal Testo Unico delle Norme sulle Costruzioni nel quale tutti questi aspetti della progettazione strutturale sono ugualmente considerati. Inoltre nel Testo Unico si fa esplicito riferimento alla possibilità di utilizzare fin d ora gli Eurocodici come norme di comprovata affidabilità. L obiettivo di questo libro è da un lato quello di fornire un quadro completo sulla progettazione strutturale condotta mediante gli Eurocodici, dall altro quello di facilitare l introduzione di norme basate su una filosofia di progetto differente da quella tradizionale. A tale scopo nel capitolo 2, completamente riscritto per l edizione italiana del libro, è descritta la situazione normativa italiana e le modalità con cui essa sta gradualmente evolvendo verso l adozione delle Norme Europee. Inoltre, all inizio di ogni capitolo del libro, ciascuno dedicato a uno degli Eurocodici ( ), è riportato un breve confronto con le norme italiane. Queste parti del testo sono quelle sulle quali si sono operate le modifiche più significative rispetto alla versione originaria del libro che si riferivano, invece, alle norme francesi. Rispetto alla versione originaria, questo testo differisce anche per tutti i riferimenti ai valori dei parametri determinati a livello nazionale (NDP) che sono stati modificati, ove necessario, sulla base dei valori fissati dagli Annessi Nazionali Italiani (NAD). A tale proposito si precisa che al momento della redazione di questo testo non tutti i NAD italiani sono stati pubblicati nella versione definitiva; nei richiami del testo a tali documenti si è fatto, perciò riferimento alle versioni in bozza dei documenti. È anche grazie al continuo riferimento alle Norme attualmente vigenti che questo testo potrà essere di ausilio ai progettisti e in generale ai tecnici delle costruzioni a prepararsi per la scadenza del 2010 oltre la quale la coesistenza delle norme italiane ed europee dovrebbe cessare. Prof. Ing. Maria Pina Limongelli

6 Prefazione 5 Le prime parole che vengono in mente quando si scopre gli Eurocodici sono: non ce n era bisogno! Così, partita da un iniziativa delle associazioni professionali e accolta dalla Commissione Europea nel 1974, beneficiando del supporto e dell organizzazione del Comitato Europeo di Normazione a partire dal 1989, questa lunga maturazione è finalmente riuscita a creare uno strumento comune, accettato da tutti gli Stati membri dell Unione, per progettare ogni genere di opera (di edilizia e di ingegneria civile). Conoscendo le differenze culturali e professionali tra Paesi anche in materia di regolamentazione nazionale, il peso delle tradizioni, la forte personalità di esperti di alto livello in un contesto molto tecnico, si capisce quale necessità c era di realizzare il mercato unico dell edilizia, e quanta fatica sia costata l elaborazione di un testo accettato da tutti! Fortunatamente, oggi questo processo è quasi al termine dato che pazientemente, ostinatamente, malgrado le difficoltà, la maggior parte delle 56 norme che costituiranno, a breve, l insieme della serie degli Eurocodici è a oggi definita e in corso di pubblicazione dal CEN. Questo passo è ancor più interessante, raro esemplare, per il fatto di essere volontario: all origine non c è nessuna direttiva, nessuna regolamentazione ma solo una volontà comune, tra professionisti del settore, di sviluppare questo riferimento tecnico e applicarlo. La pubblicazione di questo libro costituisce la dimostrazione migliore di questo successo: si colloca già in una fase di messa in opera degli Eurocodici e ha come scopo quello di presentarne i contenuti e di spiegarne l utilizzo. Prefazione

7 6 La Commissione Europea ha chiaramente espresso l importanza che attribuisce agli Eurocodici e la propria intenzione di sostenerne la messa in opera e il mantenimento nella raccomandazione 2003/887/EC dell 11 dicembre 2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea il 19 dicembre Nonostante non siano soggetti a obbligo nel senso giuridico del termine, gli Stati membri sono invitati a rendere gli Eurocodici applicabili sui propri territori, in modo da facilitare la libera circolazione dei servizi (relativi alla costruzione) e contribuire alla libera circolazione dei prodotti strutturali. Si devono accettare i progetti concepiti utilizzando gli Eurocodici senza che nessuna regolamentazione nazionale nei limiti l uso. Si devono fissare i parametri nazionali tra i quali,secondo buona applicazione del principio di sussidiarietà, si può scegliere, al fine di tenere conto delle specificità dei vari Stati. Entro qualche anno, gli Stati membri saranno invitati a sviluppare un bilancio dell influenza di queste scelte specifiche per accrescere ancora il livello di armonizzazione e per sopprimere eventuali differenze ingiustificata. Questo libro, la cui qualità innegabile è dimostrata dal valore dei redattori che hanno contribuito e che sono stati tutti protagonisti influenti nell elaborazione di queste norme a livello europeo, permette di familiarizzare, d informare e di formare i professionisti, ingegneri, architetti, all uso degli Eurocodici. Riflette quindi direttamente lo spirito della raccomandazione dell 11 dicembre Io non posso fare altro che acclamare lo sforzo così realizzato per ringraziare tutti i protagonisti che, con questo libro e con le loro azioni quotidiane, aiutano a promuovere gli Eurocodici. Essi permettono così di beneficiare pienamente dell importante progresso che rappresenta l elaborazione di questi metodi unificati e comuni di calcolo, per una migliore circolazione dei servizi, per un miglioramento della competitività delle imprese, in Europa e all estero, per una migliore qualità delle costruzioni in Europa e infine per contribuire in qualche modo, con realtà concrete che entreranno a far parte della vita quotidiana di ciascuno, alla costruzione dell Unione Europea. Dr.-Ing. Reinhard Klein Prefazione

8 Introduzione 7 Da parecchi anni si sente parlare, in maniera più o meno intermittente o disparata, di un progetto europeo ambizioso chiamato Eurocodici. Questi Eurocodici hanno lo scopo di armonizzare le regole di progettazione e di calcolo nell Unione Europea e di contribuire alla creazione del mercato unico delle costruzioni di edifici e opere di ingegneria civile. Le amministrazioni pubbliche hanno espresso la volontà di seguire la raccomandazione 2003/887/CE della Commissione Europea relativa alla messa in opera e all utilizzo degli Eurocodici per le costruzioni e i prodotti strutturali. Al di là di questa ambizione europea, non è un utopia pensare che questi Eurocodici possano diventare un riferimento tecnico mondiale. L adozione in corso, da parte dei 25 Paesi dell Unione Europea, delle norme europee definitive, denominate EN, ha motivato l iniziativa di pubblicare l opera importante che avete tra le mani, con la partecipazione dei migliori specialisti in materia, che vorrei ringraziare per l aiuto all elaborazione e alla diffusione degli Eurocodici. Dal momento che la redazione degli Eurocodici è terminata, è importante che essi siano applicati approfittando del loro potenziale innovativo. Alcuni studi dimostrano che l applicazione di queste nuove norme europee non comporta grandi sconvolgimenti della nostra pratica, quanto meno a livello economico dei progetti. Ciò nonostante, è Introduzione

9 8 necessario un grande sforzo di formazione di ingegneri e di tecnici presso gli studi professionali e nelle imprese pubbliche e private, e sono convinto che questo libro sarà un mezzo di iniziazione estremamente prezioso sia per i formatori che per i progettisti, e servirà anche ai responsabili di cantiere per le scelte che richiamino i programmi di costruzione. Auguro a ciascuno una buona lettura. Michel Pernier Introduzione Per semplificazione e omogeneità con il nome degli altri Eurocodici, l EN 1990 è chiamato Eurocodice 0, denominazione non ufficiale. I rinvii agli Eurocodici sono composti dalla loro denominazione ufficiale (EN 199X),seguita eventualmente dal numero della parte (EN 199X-X), o sottoparte (EN 199X-X-X), seguita dal riferimento alla sezione, al paragrafo ecc. (cfr. EN 199X-X. X, X.X.X.). I rinvii a capitoli o paragrafi di questa opera sono preceduti dall espressione: cfr.infra o cfr. supra seguita dal numero del capitolo o del paragrafo, per esempio: (cfr. infra cap. X). I nomi delle figure (e tabelle) sono annotati come di seguito: fig.x.x*.la prima cifra indica il numero del capitolo nel quale si situa la figura (o la tabella),il secondo il numero d ordine della figura (o della tabella) all interno del capitolo. I riferimenti bibliografici sono annotati tra parentesi quadre: [X].

10 1 Ruolo della normazione nell armonizzazione europea Nuovo Approccio e direttiva sui prodotti da costruzione Principi del Nuovo Approccio L obiettivo di realizzare il Mercato Unico prima del 31 dicembre 1992 ha portato le autorità europee a immaginare nuovi strumenti per eliminare le disposizioni che fossero d intralcio agli scambi all interno di questo mercato. L armonizzazione delle legislazioni e delle regolamentazioni nazionali che prende il nome di Nuovo Approccio è divenuta oggetto di una risoluzione del Consiglio in data 7 maggio I principi di base sono i seguenti: l armonizzazione legislativa è limitata all adozione delle norme essenziali di sicurezza alle quali i prodotti immessi sul mercato comunitario devono essere conformi; per essere sul mercato e beneficiare della libera circolazione nello spazio economico europeo, i prodotti devono soddisfare alcuni requisiti richiesti; le specifiche tecniche dei prodotti che permettono di rispondere ai requisiti essenziali sono contenute nelle norme armonizzate; i prodotti conformi a queste norme armonizzate beneficiano di una presunzione di conformità ai requisiti essenziali; al produttore rimane la possibilità di applicare altre specifiche per soddisfare nuove esigenze. Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

11 10 Questo metodo operativo presenta il vantaggio di alleggerire il compito del legislatore europeo in materia di elaborazione dei regolamenti comunitari: non deve più entrareneidettaglitecnicidellespecifiche(lavorodiorganismieuropeidinormazione)e nemmeno nelle modalità di applicazione proprie di ciascuno Stato membro, visto che la legislazione delle direttive fissa obiettivi in termini generali obiettivi che ciascuno Stato deve adottare in funzione del proprio quadro giuridico. Nuovo Approccio e direttiva sui prodotti da costruzione Meccanismi e strumenti del Nuovo Approccio Una ventina di direttive è già stata adottata seguendo questi principi. Esse coprono in genere settori abbastanza omogenei e rispondono soprattutto a requisiti di sicurezza: sicurezza delle macchine, dei giocattoli, degli impianti a gas, dei materiali elettrici in bassa tensione, degli impianti terminali di telecomunicazione, degli ascensori ecc. con l obiettivo della protezione dei consumatori: compatibilità elettromagnetica, strumenti di pesatura, prestazioni e rendimento delle caldaie. Ciascuna direttiva ha dato luogo a incarichi (mandati) passati dalla Commissione Europea per stabilire norme armonizzate attraverso gli organismi europei di normazione: Comitato Europeo di Normazione (CEN), Comitato Europeo di Normazione Elettrotecnica (CENELEC), Istituto Europeo di Normazione delle Telecomunicazioni (ETSI). I primi due comprendono gli istituti nazionali di normazione che, per l Italia, sono l Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) e il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). Emanata all inizio degli anni Ottanta, la legge che impone a questi istituti di riprendere integralmentelenormeeuropeeallorointernoèunpotentefattorediuniformazionedei riferimenti tecnici tra i diversi Paesi, e dunque di armonizzazione a scala europea. Le norme cosiddette armonizzate si distinguono dalle norme europee ordinarie, chiamate volontarie, per il fatto di essere strumenti della legislazione europea (espressa dalle direttive del Nuovo Approccio); questo offre loro un autorità particolare in materia di presunzione di conformità ai requisiti regolamentari. In pratica, gli enti normatori possono trattare in queste norme sia aspetti relativi all armonizzazione che altri aspetti. Questo conduce a identificare le clausole a vocazione regolamentaria in un allegato specifico, l allegato Z. Il ruolo riconosciuto alle norme armonizzate è ufficializzato attraverso la pubblicazione del loro riferimento nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. L utilizzo delle norme armonizzate non è obbligatorio; il produttore può ricorrere a qualsiasi altra soluzione tecnica per garantire la conformità del proprio prodotto ai requisiti richiesti. Però, a seconda del carattere più o meno sensibile dei prodotti anche in materia di sicurezza, la direttiva prevede verifiche più o meno dettagliate, ed eventualmente un controllo eseguito da un organismo terzo. La conformità ai requisiti richiesti è attestata dall applicazione del marchio CE da parte del fabbricante sul prodotto (o, a seconda del caso, sull imballaggio o su un documento di accompagnamento).

12 Quando è dotato del marchio CE, il prodotto si presume conforme ai requisiti richiesti e può essere liberamente messo sul mercato, commercializzato e utilizzato, senza dover subire verifiche di conformità a una regolamentazione nazionale. Gli Stati hanno quindi un obbligo di sorveglianza del mercato per evitare la presenza di prodotti che non soddisfino i requisiti richiesti Direttiva sui prodotti da costruzione Elaborata dal 1986 al 1988, la Direttiva sui Prodotti da Costruzione (DPC) è stata adottata il 21 dicembre 1988 e pubblicata all inizio dell anno 1989 con n. 89/106/CEE. Ispirandosi al Nuovo Approccio, se ne discosta su vari punti sostanziali. In conformità con il Nuovo Approccio, la direttiva definisce sei requisiti essenziali: resistenza meccanica e stabilità; sicurezza in caso di incendio; igiene, salute e ambiente; sicurezza nell uso; protezione contro il rumore; risparmio energetico e isolamento termico. Prevede la marcatura CE, con diverse procedure di attestazione di conformità a seconda delle caratteristiche dei prodotti, e la sorveglianza della regolarità degli appalti. Si basa sulla stabilizzazione delle norme armonizzate. Nondimeno questa direttiva presenta forti particolarità rispetto al Nuovo Approccio. Considerando che la rispondenza ai requisiti richiesti deve dimostrarsi in opera, non si lascia al produttore la facoltà di giudicare se tali requisiti sono presenti; si esige, di conseguenza,che il prodotto sia conforme a specifiche armonizzate.non è possibile stabilire norme armonizzate per tutti prodotti da costruzione: l esperienza ha dimostrato che gran parte dei prodotti mostra attitudini all impiego diverse caso per caso. Per questo la direttiva ha previsto, oltre alla norma europea, un altra forma armonizzata di specifiche: l accordo tecnico europeo, stabilito caso per caso. Un altra particolarità riguarda il carattere di semiprodotto per i prodotti da costruzione, intermediari del processo di realizzazione di un opera.il livello di requisito richiesto al prodotto può essere più o meno alto in funzione della natura dell opera stessa; è il caso per esempio del comportamento richiesto a un opera in caso di incendio che varia a seconda che la costruzione considerata sia un immobile ordinario, un immobile molto alto o un luogo aperto al pubblico. Sarebbe inutilmente costoso imporre la prestazione più elevata per tutti prodotti sul mercato. In più bisogna evitare di sottoporre i prodotti a verifiche secondo ciascuna regolamentazione nazionale, prassi che ristabilirebbe ostacoli agli scambi. È per questo che il marchio CE dei prodotti da costruzione è accompagnato da un identificazione delle prestazioni: permette di giudicare la conformità ai requisiti regolamentari, per ogni caso di utilizzo, senza nessuna altra procedura addizionale a carattere nazionale. L appendice Z delle norme armonizzate offre Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

13 12 indicazioni precise sull identificazione delle caratteristiche del prodotto a completamento del marchio CE. In maniera analoga, le normative per le costruzioni devono essere adattate affinché le loro prescrizioni siano espresse attraverso caratteristiche richieste ai prodotti, identificate dal marchio CE. Comunque queste normative restano di competenza degli Stati dato che, in materia di lavori di costruzioni, non hanno delegato la loro competenza a livello europeo. Recepita dall Italia con DPR 21 aprile 1993, n. 246 (246/1993) e successiva modifica del 10 dicembre 1997, n. 499, la direttiva dei prodotti da costruzione ha impiegato molto tempo a essere applicata, diversamente dalle direttive più puramente di Nuovo Approccio. Queste sono potute entrare in applicazione a breve termine perché, in questo caso, l impiego delle norme armonizzate non ha avuto preavviso. Al contrario, il marchio CE dei prodotti da costruzione esige che le specifiche armonizzate siano disponibili.i documenti interpretativi, previsti dalla direttiva per fare da tramite tra le esigenze sulle opere e le caratteristiche dei prodotti, non sono stati approvati che nel 1994, e i primi mandati al CEN risalgono al 1995.Soltanto nel 1999 ha potuto entrare in vigore il primo marchio CE di un prodotto da costruzione (tasselli di ancoraggio per calcestruzzo) basandosi su un accordo tecnico europeo. Dato il vasto ambito coperto dalla direttiva, il programma di normazione in corso è molto importante: da 500 a 600 norme armonizzate completate da circa norme di prova. 1.2 Direttive sugli appalti pubblici Direttive sugli appalti pubblici Storia Simultaneamente all armonizzazione delle normative nazionali, 1 la costruzione del mercato unico ha fatto affidamento per lungo tempo alle pubbliche amministrazioni alle quali era stato chiesto di aprire il mercato alla concorrenza europea e di evitare qualsiasi comportamento discriminatorio o di preferenza nazionale. È stato quindi l ambito della costruzione che ha dato luogo alla prima direttiva sugli appalti pubblici: la direttiva 26 luglio 1971, 71/305/CEE. Si trattava principalmente di codificare i criteri di selezione e di attribuzione degli appalti, e imporre la pubblicità a livello europeo per le richieste di appalti di una certa importanza.in seguito c è stata la direttiva 21 dicembre 1976, 77/62/CEE, per gli appalti di forniture. Oltre alle direttive di modifica, si sono aggiunte la direttiva 17 settembre 1990, 90/531/CEE, per le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua ed energia, degli enti che forniscono i servizi di trasporto nonché degli enti che operano nel settore delle telecomunicazioni, la direttiva 18 giugno 1992, 92/50/CEE, per il mercato dei servizi. Una ricodificazione è avvenuta nel 1993 con le direttive del 14 giugno 1993: 93/36/CEE (forniture), 1 Il titolo esatto della direttiva 89/106/CEE è Direttiva del Consiglio del 21 dicembre 1988 relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti i prodotti da costruzione.

14 93/37/CEE (appalti pubblici dei lavori) e 93/38/CEE (procedure di appalto degli enti erogatori di acqua ed energia, degli enti che forniscono i servizi di trasporto nonché degli enti che operano nel settore delle telecomunicazioni). Un nuovo rimaneggiamento le ha sostituite con due direttive del 31 marzo 2004: una per le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua ed energia, degli enti che forniscono i servizi di trasporto nonché degli enti che operano nel settore delle telecomunicazioni (2004/17/CE), l altra che raggruppa appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi (2004/18/CE) Ruolo della normazione Il ruolo della normazione, volto a rendere più omogenee e trasparenti, a livello europeo, le specifiche tecniche del appalti pubblici, si è progressivamente affermato. La direttiva 71/305/CEE indicava solamente le norme nazionali come riferimenti possibili. Con la direttiva 77/62/CEE appare il riferimento alle norme europee, senza intenderne l obbligo dato che l esigenza di usare le norme europee quali norme nazionali non esisteva ancora. È stato nel che si sono affermate le norme europee (attraverso le norme nazionali) come riferimento da utilizzare con priorità per le specifiche tecniche degli appalti pubblici (modifica delle direttive precedenti attraverso la direttiva 22 marzo 1988, 88/295/CEE, per appalti di forniture, e la direttiva 18 luglio 1989, 89/440/CEE, per appalti di lavori pubblici). Queste disposizioni sono arrivate in Italia attraverso il D.lgs. 24 luglio 1992, n. 358 e s.m.i. recante il Testo Unico delle disposizioni in materia di appalti pubblici di forniture e il D.lgs. 19 dicembre 1991, n. 406, recante l attuazione della direttiva 89/440/CEE in materia di procedure di aggiudicazione degli appalti di lavori pubblici Problema dei metodi di calcolo Dal 1971, la direttiva 71/305 aveva identificato le diversità delle normative nazionali sulle costruzioni come un ostacolo potenziale alla libertà delle prestazioni dei servizi. L ambizione era quella di dare la possibilità a un imprenditore o progettista di far approvare un progetto, sia in varianti che in bandi di gara, in un Paese diverso dal proprio. Per soppiantare quest ostacolo, l art. 11 di questa direttiva stabiliva che [...] l amministrazione aggiudicatrice non può respingere un offerta per il solo motivo che è stata elaborata con un metodo di calcolo delle opere civili diverso da quello in uso nel Paese in cui viene aggiudicato l appalto. Come ispirazione questa clausola è vicina al principio di mutuo riconoscimento delle regolamentazioni: le disposizioni regolamentari giudicate sufficienti in uno Stato membro dell unione ed europea devono essere riconosciute come sufficienti negli altri Stati. Di conseguenza, questi devono astenersi da divieti o altre richieste supplementari. Ma la disposizione dell art. 11 si è rivelata inapplicabile: in effetti era irreali- Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

15 14 stico pensare che i professionisti potessero giudicare l adeguatezza dei loro calcoli condotti secondo metodi non utilizzati nei propri Paesi. 1.3 Eurocodici: obiettivi, tappe principali dell elaborazione Eurocodici: obiettivi, tappe principali dell elaborazione Obiettivi degli Eurocodici Il primo obiettivo assegnato agli Eurocodici è di contribuire alla libertà delle prestazioni di servizi per quanto riguarda la progettazione di opere. Sostanzialmente, di dare una risposta vitale alla difficoltà rilevata con l art. 11 della direttiva 71/305. Invece di effettuare il mutuo riconoscimento di tutte le regole di calcolo utilizzate in Europa, si trattava di stabilire un insieme di regole di progettazione comuni che sarebbero state giudicate accettabili dall insieme della Comunità Europea, e che gli imprenditori e i progettisti potessero utilizzare senza temere di vedere le loro offerte rifiutate per principio. A metà degli anni Settanta, la Commissione Europea ha preso dunque l iniziativa di incaricare un certo numero di esperti per l elaborazione di queste regole comuni, conosciute con il nome di Eurocodici. I primi lavori sono stati disponibili all inizio degli anni Ottanta, poi sono stati sottoposti agli Stati membri attraverso la Commissione, per ottenere la loro accettazione e conoscerne le osservazioni. Nonostante questi lavori si siano basati sui codici modello stabiliti dal CEB o dalla CECM, questi primi Eurocodici hanno ricevuto un gran volume di osservazioni, che hanno poi costretto gli esperti a rielaborarle. Nel frattempo, l adozione alla fine del 1988 della direttiva sui prodotti da costruzione, con la prospettiva di un programma importante di normazione del settore, ha portato la Commissione a non gestire più direttamente il dossier molto tecnico degli Eurocodici e a trasferirne il carico al CEN.In quest occasione gli obiettivi degli Eurocodici sono stati ridefiniti come segue: permettere di verificare la conformità degli edifici e dei lavori di ingegneria civile ai requisiti essenziali della direttiva sui prodotti da costruzione, in particolare la prima (resistenza meccanica e stabilità) e, in parte, la seconda (sicurezza in caso di incendio); definire la parte tecnica delle specifiche degli appalti pubblici; costituire il supporto delle specifiche tecniche armonizzate per i prodotti da costruzione (determinazione delle prestazioni di calcolo). Si noti che, agli obiettivi originari (regole comuni riconosciute dai regolamenti, che traducono concretamente le esigenze essenziali), si è aggiunta la caratterizzazione dei prodotti strutturali del quadro della direttiva 89/106. Inoltre dagli Eurocodici ci si aspettava che:

16 favorissero lo sviluppo del mercato unico per i servizi e prodotti di ingegneria, annullando gli ostacoli dovuti alle differenze tra le pratiche nazionali per la valutazione dell affidabilità strutturale; migliorassero la competitività dell industria europea delle costruzioni e delle professioni connesse nei Paesi fuori dall Unione Europea Programma degli Eurocodici L ambizione degli Eurocodici è di fornire un corpo di regole coerenti e omogenee per la valutazione dell affidabilità delle costruzioni, sia riguardo i diversi materiali che i diversi tipi di opere. La struttura elaborata comporta dieci norme europee: EN Eurocodice: Criteri generali di progettazione strutturale; EN 1991 Eurocodice 1: Azioni sulle strutture; EN 1992 Eurocodice 2: Strutture di calcestruzzo; EN 1993 Eurocodice 3: Strutture di acciaio; EN 1994 Eurocodice 4: Strutture miste acciaio-calcestruzzo; EN 1995 Eurocodice 5: Strutture di legno; EN 1996 Eurocodice 6: Strutture di muratura; EN 1997 Eurocodice 7: Progettazione geotecnica; EN 1998 Eurocodice 8: Strutture in zona sismica; EN 1999 Eurocodice 9: Strutture di alluminio. È variata la modalità del formato comune di verifiche: in un primo tempo si era si assunto che i capitoli-modello fossero sufficienti, successivamente una parte dell Eurocodice 1 è stata trasformata in un Eurocodice intero a parte (EN 1990), come si vedrà più avanti. In ogni progetto, l applicazione degli Eurocodici fa appello a uno o all altro degli Eurocodici 2,3,4,5,6,9 a seconda del materiale utilizzato,ai testi generali che sono l Eurocodice 0 e l Eurocodice 1, e all Eurocodice 7 ed eventualmente all Eurocodice 8 per quanto riguarda il terreno, la sua resistenza e la sua azione sulla struttura (cfr. infra cap. 3). Inoltre gli Eurocodici si suddividono in sottoparti nelle quali sono trattati i diversi tipi di opere (edifici, ponti, strutture di contenimento liquidi ecc., i ponti sono in genere trattari nella parte 2) e i diversi aspetti (la resistenza contro l incendio si trova nella parte 1-2).Nel complesso,si tratta di un insieme composto da una sessantina di documenti, ciascuno formato da un numero di pagine variabile da qualche dozzina a qualche centinaio. L elenco dettagliato dei documenti è riportato nella tabella Prima tappa della normazione: le norme provvisorie (ENV) Grazie al lavoro degli esperti realizzato prima del 1990, i processi di normazione hanno potuto procedere rapidamente.un comitato tecnico specializzato, il CEN/TC 250, è sta- 2 Chiamato Eurocodice 0. Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

17 16 to costituito nel quadro del Comitato Europeo di Normazione ed è stato organizzato in 9 sottocomitati, ciascuno incaricato di sviluppare un Eurocodice. Tenuto conto del carattere innovativo del programma, è stato consentito il passaggio attraverso lo stadio di norma europea provvisoria, il cui simbolo è ENV: per esempio, ENV 1991 per l Eurocodice 1. La messa a punto di questi Eurocodici-ENV e la loro adozione sul piano europeo sono state scaglionate nel periodo compreso dal 1993 al 1998, in un programma relativamente rapido per dimensione e ambizione. In Italia il recepimento degli Eurocodici avviene tramite le norme pubblicate a cura dell UNI (UNI EN) che contengono il testo degli Eurocodici integrato e adattato al quadro normativo nazionale tramite una premessa e un appendice nazionale. L appendice contiene informazioni sui parametri la cui definizione negli Eurocodici viene lasciata agli orgasmi normativi nazionali. Con il DM 9 gennaio 1996 le norme tecniche italiane hanno recepito le versioni sperimentali dell Eurocodice 2 (Progettazione di strutture di calcestruzzo Parte 1-1: regole generali e regole per gli edifici) e dell Eurocodice 3 (Progettazione delle strutture in acciaio Parte 1-1: regole generali e regole per gli edifici). Il testo delle norme fornisce i valori numerici e le varianti prescrittive che costituiscono il Documento di Applicazione Nazionale (DAN) per l uso degli Eurocodici e che hanno lo scopo di adeguare le verifiche contenute negli Eurocodici agli stessi livelli di sicurezza previsti in ambito nazionale. Eurocodici: obiettivi, tappe principali dell elaborazione Conversione degli Eurocodici provvisori (ENV) in norme europee (EN) Lo stato di norma provvisoria (ENV) è normalmente accettato per tre anni. Nell arco di dieci anni (tempo consentito per permetterne la sperimentazione) le regole del CEN prevedono un inchiesta pubblica per determinare la sorte del documento: ritiro puro e semplice di un documento giudicato non soddisfacente, consacrazione del testo come norma europea definita EN o conversione del testo in EN ma dopo verifica tecnica, o ancora prolungamento come ENV per un periodo supplementare. In pratica, e benché il grado di maturità delle diverse parti non fosse omogenea, il CEN/TC 250 è arrivato ogni volta alla conversione in EN dopo revisione tecnica. C è stata, su questo punto, una forte attenzione da parte della Commissione Europea affinché il conseguimento dello Stato di norma europea definitiva, ripresa integralmente nell ambito delle norme nazionali, diventasse una tappa importante che assegna ai documenti un peso corrispondente al ruolo loro assegnato, di fronte alla legislazione e agli appalti pubblici. Il programma di conversione ha beneficiato (come la tappa ENV) di un finanziamento della Commissione Europea. È stato suddiviso in quattro parti, dando priorità alle parti significative per i progetti di edifici.

18 Simultaneamente, la riflessione sulle condizioni di applicazione degli Eurocodici è continuata, con la formazione di un gruppo di corrispondenti Eurocodici nazionali presso il Comitato permanente della direttiva 89/106. Il suo obiettivo è di evitare che divergenze di punti di vista tra le delegazioni nazionali del CEN/TC 250 e le autorità statali compromettano l acquisizione degli Eurocodici nella legislazione relativa alle costruzioni nazionali Particolarità degli Eurocodici come norme europee Quando la prospettiva di questa conversione da Eurocodici-ENV in norme europee EN è stata dichiarata dal Comitato permanente della direttiva 89/106, negli anni , i rappresentanti degli Stati membri hanno ottenuto che la responsabilità di decidere i livelli di sicurezza delle opere appartenga agli Stati e non debba essere lasciata alle scelte di esperti tecnici del CEN/TC 250. Per accogliere questa obiezione giuridica, la Commissione e il CEN hanno ammesso che gli Eurocodici includessero dei parametri determinati a livello nazionale (Nationally Determined Parameters, NDP). Questi parametri danno alle autorità nazionali il modo di esercitare le loro prerogative nel momento in cui gli Eurocodici sono applicati nel loro territorio. Queste scelte nazionali sono dichiarate all interno di allegati nazionali agli Eurocodici, pubblicati dagli istituti nazionali di normazione. Si tratta di una disposizione per niente inusuale, che testimonia il peso degli Eurocodici nella normazione europea. Fornendo gli strumenti per elaborare e verificare un progetto, gli Eurocodici devono applicarsi in coerenza con i materiali e prodotti utilizzati per le opere. Pertanto è necessario che essi si armonizzino con le norme dei prodotti, con gli accordi tecnici europei e con le norme di prova mediante le quali sono determinate le caratteristiche dei materiali e dei prodotti. Gli Eurocodici 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 9 sanciscono sviluppi sostanziali per i materiali (calcestruzzo, acciaio, legno ecc.) ai quali si applicano pertanto la loro messa a punto richiede legami, seguiti dal CEN/TC 250, con molti altri comitati tecnici del CEN e con l EOTA. Gli Eurocodici si dimostrano molto aperti a una varietà di metodi di complessità variabile, permettendo al progettista di scegliere tra la ricerca spinta dell economia, e la soluzione più semplice e robusta. Alcuni metodi, che non sono ancora pienamente convalidati o che non sono di applicazione generale, vengono proposti sotto forma di allegati informativi che non hanno carattere prescrittivo. L utilizzo degli allegati informativi è dunque facoltativo e potrà essere guidato da scelte effettuate a livello nazionale Calendario Il calendario previsionale del CEN mostra che le 58 parti costituenti il corpo degli Eurocodici (tab. 1.1) sono diventate disponibili essenzialmente nel corso dei tre anni 2003, 2004 e Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

19 18 Tabella 1.1 GliEurocodici Eurocodici: obiettivi, tappe principali dell elaborazione Riferimento Titolo UNI EN 1990:2006 Criteri generali di progettazione strutturale Eurocodice 1 Basi di calcolo e azioni sulle strutture UNI EN :2004 Parte 1-1: Azioni sulle strutture Pesi per unità di volume, pesi propri e sovraccarichi per gli edifici UNI EN :2004 Parte 1-2: Azioni in generale Azioni sulle strutture esposte al fuoco UNI EN :2004 Parte 1-3: Azioni in generale Carichi da neve UNI EN :2005 Parte 1-4: Azioni in generale Azioni del vento UNI EN :2004 Parte 1-5: Azioni in generale Azioni termiche UNI EN :2005 Parte 1-6: Azioni in generale Azioni durante la costruzione UNI EN :2000 Parte 1-7: Azioni sulle strutture Azioni eccezionali UNI EN :2005 Parte 2: Carichi da traffico sui ponti UNI EN :2006 Parte 4: Azioni indotte da gru e da macchinari UNI EN :2006 Parte 5: Azioni su silos e serbatoi Eurocodice 2 Progettazione delle strutture di calcestruzzo UNI EN :2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici UNI EN :2005 Parte 1-2: Regole generali Progettazione strutturale contro l incendio UNI EN :2006 Parte 2: Ponti di calcestruzzo Progettazione e dettagli costruttivi UNI EN :2006 Parte 3: Strutture di contenimento liquidi Eurocodice 3 Progettazione delle strutture di acciaio UNI EN :2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici UNI EN :2005 Parte 1-2: Regole generali Progettazione strutturale contro l incendio UNI EN :2007 Parte 1-3: Regole generali Regole supplementari per l impiego dei profilati e delle lamiere sottili piegati a freddo UNI EN :2007 Parte 1-4: Regole generali Regole supplementari per acciai inossidabili UNI EN :2007 Parte 1-5: Elementi strutturali a lastra UNI ENV :2002 Parte 1-6: Regole generali Regole supplementari per le strutture a guscio UNI ENV :2002 Parte 1-7: Regole generali Regole supplementari per lastre ortotrope caricate al di fuori del loro piano UNI EN :2005 Parte 1-8: Progettazione dei collegamenti UNI EN :2005 Parte 1-9: Fatica UNI EN :2005 Parte 1-10: Resilienza del materiale e proprietà attraverso lo spessore UNI EN :2007 Parte 1-11: Progettazione di strutture con elementi tesi UNI EN :2007 Parte 3-1: Torri, pali e ciminiere Torri e pali

20 19 UNI EN :2007 Parte 3-2: Torri, pali e ciminiere Ciminiere UNI ENV :2002 Parte 4-1: Silos, contenitori e condotte Silos UNI ENV :2002 Parte 4-2: Silos, contenitori e condotte Serbatoi UNI ENV :2002 Parte 4-3: Silos, contenitori e condotte Condotte UNI ENV :2002 Parte 5: Pali e palancole UNI ENV :2002 Parte 6: Strutture per apparecchi di sollevamento Eurocodice 4 Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo UNI EN :2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici UNI EN :2005 Parte 1-2: Regole generali Progettazione strutturale contro l incendio Eurocodice 5 Progettazione delle strutture di legno UNI EN :2005 Parte 1-1: Regole comuni e regole per gli edifici UNI EN :2005 Parte 1-2: Regole generali Progettazione strutturale contro l incendio UNI EN :2005 Parte 2: Ponti Eurocodice 6 Progettazione delle strutture di muratura UNI EN :2006 Parte 1-1: Regole generali per strutture di muratura armata e non armata UNI EN :2005 Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l incendio UNI EN :2006 Parte 2: Considerazioni progettuali, selezione dei materiali ed esecuzione delle murature UNI EN :2006 Parte 3: Metodi di calcolo semplificato per strutture di muratura non armata Eurocodice 7 Progettazione geotecnica UNI EN :2005 Parte 1: Regole generali UNI ENV :2002 Parte 2: Progettazione assistita da prove di laboratorio UNI ENV :2002 Parte 2: Progettazione assistita con prove in sito Eurocodice 8 Progettazione delle strutture per la resistenza sismica UNI EN :1997 Parte 1: Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici UNI EN :2006 Parte 2: Ponti UNI EN :2005 Parte 3: Valutazione e adeguamento degli edifici UNI EN :2006 Parte 4: Silos, serbatoi e condotte UNI EN :2005 Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento e aspetti geotecnici UNI EN :2005 Parte 6: Torri, pali e camini Eurocodice 9 Progettazione delle strutture di alluminio UNI ENV :2002 Parte 1-1: Regole generali Regole generali e regole per gli edifici UNI ENV :2001 Parte 1-2: Regole generali Progettazione della resistenza all incendio UNI ENV :2002 Parte 2: Strutture sottoposte a fatica Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

21 20 Questo significa che l insieme delle regole che conosciamo, che sono state stabilite progressivamente nell arco di un periodo di 20 o 30 anni, dovranno lasciare posto al corpo degli Eurocodici nel giro di tre anni (cfr. supra cap. 2). L elaborazione in un intervallo di tempo così breve degli allegati nazionali e degli altri documenti di accompagnamento appare necessaria per un applicazione generalizzata degli Eurocodici, anche se l applicazione senza allegato nazionale è possibile (richiede di fissare per ciascun progetto i valori dei parametri determinati a livello nazionale, NDP). Consapevoli del fatto che il settore delle opere d arte possa giocare il ruolo di locomotiva per l applicazione degli Eurocodici, le autorità francesi e tedesche hanno deciso fin dal 2005 di passare all impiego sistematico degli Eurocodici per il progetto dei ponti. 1.4 Organizzazione dell elaborazione delle norme Organizzazione dell elaborazione delle norme Organismi Il ruolo delle norme è di servire come riferimenti pubblici e utilizzabili da tutti. Ma affinché i documenti prodotti sotto questo titolo siano effettivamente accettati come riferimenti, devono essere emanati da organismi competenti e devono prendere in considerazione l insieme dei punti di vista. In Italia lo Statuto dell UNI, approvato con DM 6 settembre 1991 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 7 dicembre 1991, recita (parte XI, art. 29): Le Commissioni Tecniche, costituite sia presso l UNI sia presso gli Enti Federati, sono organi a carattere nazionale con il compito di predisporre ed elaborare i progetti di norma tecnica nei settori di loro rispettiva competenza. La costituzione di ciascuna Commissione Tecnica va fatta in modo che vi sia un equa rappresentanza di elementi tecnici, così delle categorie produttive come di quelle consumatrici. Di ogni Commissione Tecnica farà parte un esperto rappresentante di ciascuna amministrazione dello Stato interessata. A livello europeo, la direttiva 93/37/CEE indica nell allegato III (par. 2): norme le specifiche tecniche, approvate da un organismo riconosciuto avente funzioni normative, per un applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non è, in linea di principio, obbligatoria. Questa definizione ufficiale della normazione rinvia dunque a organismi specializzati. In Italia l attività normativa è svolta dall Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) in tutti i settori industriali a eccezione di quelli elettrico ed elettrotecnico di competenza del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). A livello europeo il Comitato Europeo di Normazione (CEN) e il Comitato Europeo di Normazione Elettrotecnica (CENELEC) e, a livello mondiale, l Organizzazione Internazionale di Standardizzazione (ISO) e la Commissione Elettrotecnica Internazionale (CEI) sono federazioni di organismi nazionali aventi la stessa attività (come l UNI). Que-

22 sto non avviene per il settore delle telecomunicazioni: l Istituto Europeo per la Normalizzazione delle Telecomunicazioni (ETSI) non è un raggruppamento di organismi nazionali Stadi e procedure La creazione di una norma passa per tre grandi stadi: l iscrizione al programma; l elaborazione di un progetto; la validazione. L iscrizione al programma di una nuova norma fa seguito alla proposta di una parte interessata, dopo esame in seno dell organismo di normazione competente ed eventualmente dopo la consultazione con altri organismi: quando un organismo propone l elaborazione di una norma nazionale, la direttiva 98/34/CE stabilisce una procedura di informazione che permette di mettere in cantiere una norma europea sull argomento per arrivare alla sua armonizzazione. Ogni organismo di normazione ha le proprie regole e strutture di programmazione: per esempio, presso il CEN c è l ufficio tecnico (CEN/BT). La decisione dell iscrizione al programma si accompagna con la costituzione di un istanza di lavoro o con l attribuzione a una istanza di lavoro preesistente: Commissione di Normazione presso l UNI, comitato tecnico del CEN. In seno a questa istanza, gli esperti tecnici elaborano il progetto di norma e lo discutono, lo emendano. Poi una consulta dei membri permette una prima validazione. Questa tappa di lavoro tecnico può essere lunga o al contrario molto breve se si tratta semplicemente di prendere un testo esistente, come per esempio le norme ISO. Il progetto viene quindi sottoposto a una consulta più ampia: inchiesta probatoria, pubblica, presso l UNI per le norme italiane, inchiesta di sei mesi presso i membri del CEN per le norme europee.le osservazioni formulate vengono analizzate prima dell adozione finale: per consenso all UNI, per voto formale (adozione per maggioranza di voto) presso il CEN Articolazione tra livello nazionale e livello europeo In seno al CEN, i punti di vista italiani vengono espressi dall UNI. Questi (contributi all elaborazione delle norme, osservazioni sui progetti, prese di posizione e voti) sono elaborati nell ambito della Commissione Ingegneria Strutturale dell UNI.Tale Commissione è strutturata in Sottocommissioni (SC) costituite secondo una struttura parallela a quella della normazione europea. Nell ambito di ciascuna Sottocommissione possono essere formati dei Gruppi di Lavoro (GL) su argomenti specifici. Ruolo della normazione nell armonizzazione europea

23

24 2 Integrazione degli Eurocodici nel sistema normativo italiano Struttura delle Norme Tecniche per le Costruzioni in Italia In Italia le Norme Tecniche per le Costruzioni sono di tipo cogente ossia devono essere rispettate in quanto norme di legge. Le Norme Tecniche vengono emanate sotto forma di Decreto Ministeriale (DM), del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (in passato dal Ministero dei Lavori Pubblici), in forza delle leggi che regolano la disciplina delle costruzioni. I DM sono affiancati dalle Circolari Ministeriali (CM) nelle quali si forniscono ulteriori precisazioni circa gli ambiti di applicazione e le modalità di applicazione dei DM. Le CM non hanno valore di legge, ossia non sono cogenti, tuttavia fa parte delle regole del buon costruire uniformarsi alle loro indicazioni. Oltre ai metodi indicati dalle Norme Tecniche, le leggi su cui è basato il sistema delle norme tecniche prevedono la possibilità di adottare metodi di verifica e regole di dimensionamento diversi da quelli contenuti nelle norme tecniche purché fondati su ipotesi teoriche e risultati sperimentali scientificamente comprovati e purché sia comprovata una sicurezza non inferiore a quella prescritta dalle Norme Tecniche. Tale carattere rivestono per esempio le Istruzioni riportate dai bollettini del CNR per il progetto di alcune tipologie strutturali (costruzioni in acciaio, travi composte, apparecchi di appoggio, strutture resistenti al fuoco, analisi con elaboratore ecc.). Integrazione degli Eurocodici nel sistema normativo italiano

25 Evoluzione delle norme tecniche in Italia In Italia le Norme Tecniche per le Costruzioni negli ultimi anni hanno subito un processo di modifica volto a un ammodernamento che le allineasse con le norme degli altri Paesi europei e con gli Eurocodici. Le leggi che definiscono i principi generali e regolamentano l attività normativa nel campo delle costruzioni risalgono all inizio degli anni Settanta e sono: legge 5 novembre 1971, n Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio normale e precompresso e a struttura metallica ; legge 2 febbraio 1974, n. 64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche. Evoluzione delle norme tecniche in Italia In ottemperanza alle disposizioni contenute in tali leggi, il Ministero dei Lavori Pubblici, sentito il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha successivamente emanato a più riprese le norme tecniche nella veste di DM, aggiornandole di volta in volta allo stato dell arte. Le ultime due versioni di tali norme sono contenute nei seguenti DM con le relative circolari esplicative: DM LL. PP. 9 gennaio 1996 Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione e il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche ; CM LL. PP. 15 ottobre 1996, n. 252 Istruzioni per l applicazione delle Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione e il collaudo delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche di cui al DM 9 gennaio 1996 ; DM LL. PP. 16 gennaio 1996 Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi ; CM LL. PP. 4 luglio 1996, n. 156 Istruzioni per l applicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al DM 16 gennaio 1996 ; DM LL. PP. 16 gennaio 1996 Norme tecniche per le costruzioni in zona sismica (valida fino a novembre 2004) ; CM LL. PP. 10 aprile 1997, n. 65 Istruzioni per l applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni in zona sismica di cui al DM 16 gennaio Nel dicembre 2002, in seguito al terremoto di San Giuliano di Puglia che provocò il crollo di una scuola e la morte di 30 persone di cui 27 bambini, fu istituito con decreto del sottosegretario alla Presidenza dei Ministri, un Gruppo di Lavoro per la definizione dei criteri per l individuazione delle zone sismiche sul territorio nazionale e la redazione delle relative norme tecniche di costruzione. Nel marzo 2003, sulla base delle attività del Gruppo di Lavoro venne emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l ordinanza seguente:

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