N.3 DICEMBRE 2004 CON IL CREDITO COOPERATIVO TREVIGIANO

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1 CON IL CREDITO COOPERATIVO TREVIGIANO N.3 DICEMBRE 2004 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento Postale - 70% - DCB TV - Rivista quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale

2 PER UN NATALE SOLIDALE Se no che Natale sarebbe? Anche se per molte famiglie la stretta economica si farà sicuramente sentire, tuttavia non è un buon motivo per rinunciare a qualche piccolo-grande gesto in favore di chi è meno fortunato di noi. Anche per sentirci meglio con noi stessi. Occasioni non ne mancano davvero, basta girare l angolo. E magari ti trovi qualcuno che stende la mano in vari modi, a volte dalle vetrine di una bottega particolare, ad esempio una Bottega del mondo, come capita a Castelfranco, percorrendo la Galleria Nuova, vicino al Caffè di Mezzo, od a Treviso od a Montebelluna ed in altre città. Là puoi trovare molti prodotti, dagli alimentari ad oggetti di arredamento e di artigianato, tutti di buon pregio e di notevole qualità, provenienti dal Terzo Mondo, in gran parte dai paesi dell America andina. Qual è il valore aggiunto? È che provengono direttamente dai produttori, di solito riuniti in cooperativa, come quella di Salinas, in Ecuador, ormai quasi storica. I soci producono quello che sono capaci di produrre, oggetti di artigianato molto belli e pregiati, anelli e ciondoli in tagua, cestini di paglia, scarpe, maglioni, guanti e berretti di lana. La cooperativa cui fanno capo le varie Botteghe del Mondo trevigiane, Pace e Sviluppo, tiene da tempo rapporti diretti con Salinas (Ecuador), riconosce ai produttori ecuadoregni un prezzo equo e promuove lo sviluppo di quelle comunità, in particolare la scolarizzazione, l assistenza medica e la cultura del risparmio. Con l apporto concreto e solidale delle Banche di Credito Cooperativo (e Credito Trevigiano ne è parte attiva), che hanno dato vita e sostegno a Codesarrollo, un sistema di microfinanza campesina fondato dal caeranese Bepi Tonello. Allora, proviamo a pensare a qualche regalo diverso, che abbia il colore ed il sapore di terre lontane, come ad esempio ad uno di quei graziosissimi mini-presepi che abbiamo riportato in copertina, con la coscienza di contribuire a portare un po di dignità, di giustizia, di serenità a chi ne ha bisogno. O magari soltanto un sorriso in più. SOMMARIO 1 Insieme per una Banca differente per scelta 3 La calorosa accoglienza della comunità di Piombino 4 Per un agricoltura di qualità 6 La Cina 8 Un impegno premiato 10 A Fanzolo il Premio Mazzotti Honoris Causa 11 Lotto: ne vale la pena? 12 Fondi Pensione 13 Prodotti Bancari 14 Terza Missione in Ecuador 18 L Artigianato della Pedemontana 21 Parole in Viaggio - IV Edizione 22 Effetto Chernobyl oggi 23 Paolo, un Socio d eccezione 24 Fratelli Comunello spa: una realtà vincente 26 Da Castelfranco Veneto la cosmesi in stile francese 28 Caerano in cucina 30 Una Banca... di gusto 31 Un anniversario da non dimenticare 32 Eventi inverno 04 - primavera 05 Il presepio visto dall Ecuador (si trova nelle Botteghe del Mondo) Sommario CON IL CREDITO COOPERATIVO TREVIGIANO N.3 DICEMBRE 2004 Periodico quadrimestrale d informazione bancaria e di cultura locale della Banca di Credito Cooperativo Trevigiano via Roma, Vedelago (TV) - Reg. St. Trib. TV n. 676 dell 1/2/1988 Direttore Responsabile: Nicola Di Santo autorizzazione 28/6/2001 delibera n. 362/2001 Comitato di Redazione: Nicola Di Santo, Primo Franchetto, Lorenzo Morao, Franco Zambon, Piero Facin, Enzo Bergamin, Franco Da Maren Hanno collaborato a questo numero: Giovanni Scomparin, Gianni Lo Martire, Marco Monda, Danilo Volpato, Armando Cremasco, Matteo Passini Progetto grafico e realizzazione: Studio Grafico Enio Miotto Sas Stampa: Graficart Questo periodico è associato all Unione Stampa Periodica Italiana cyclus

3 IL PUNTO CON IL PRESIDENTE 1 INSIEME PER UNA BANCA DIFFERENTE PER SCELTA Presidente, è già Natale, si chiude un anno difficile, in cui sono aumentati i motivi di preoccupazione Indubbiamente. Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, sia nei rapporti internazionali che in quelli locali, molte imprese guardano al futuro con crescente apprensione, le famiglie avvertono chiaramente la stretta, al di là di certi ottimismi di facciata. Ma sarebbe colpevole star a guardare, limitarsi a subire le trasformazioni in atto. Ogni crisi presenta sempre occasioni ed opportunità che bisogna essere in grado di sfruttare. Come il pericolo-cina, ad esempio Appunto. Se pensiamo solo a creare argini, difese, abbiamo già perso. Sarebbe come tentare di fermare il mare con le mani. Invece bisogna conoscere il fenomeno, capire il nuovo che avanza e ripensare la propria organizzazione, la propria strategia, studiare come procurarsi un nuovo vantaggio competitivo. E noi cosa stiamo facendo? L Europa, pur allargata e globalizzata, non sembra ancora in grado di reagire con politiche e strategie efficaci e condivise. L Italia, in particolare, è sempre in attesa di una ripresa solo annunciata. Non possiamo ricorrere ad una delocalizzazione che ci porti a competere soltanto sul prezzo. Sarebbe una scelta di corto respiro. Come si sta puntualmente verificando. Non sarebbe anche il caso di fare un po di pulizia all interno del nostro sistema economico? Ce lo auguriamo tutti. Un anno fa era appena scoppiato negli USA, con grande clamore, il caso Enron. Ma era solo l inizio. Dopo siamo passati attraverso il caso Cirio e quello Parmalat. Speriamo di aver rafforzato i sistemi di difesa in modo da prevenire altri scandali. Ma negli ultimi tempi si è sviluppato un forte ed appassionato dibattito attorno ai temi dell economia e dell etica, che ha portato a rivedere gli obiettivi ed i comportamenti delle aziende. Avvertiamo tutti una nuova esigenza di trasparenza, di affidabilità, di legalità anche all interno del sistema bancario. Sicuramente. E ben venga. Comincia a farsi strada il principio della responsabilità sociale dell impresa, sostenuto anche da Confindustria. Non c è un fatto economico che non abbia una ricaduta sul sociale, sull ambiente e sulla comunità. Da questo principio dovrebbero derivare comportamenti conseguenti. L iniziativa assunta dall Abi con Patti chiari è già un importante orientamento. Su questa linea come si sta muovendo il Credito Trevigiano? Cercando di essere sempre più Banca di Credito Cooperativo. Cioè banca locale, banca di un territorio limitato, i cui comportamenti sono sotto gli occhi di tutti. Comportamenti che il Credito Trevigiano ed i suoi collaboratori si sono impegnati, anche formalmente, a sottoporre alla valutazione di Soci e clienti adottando, fin dallo scorso dicembre, il Progetto Qua la mano.., un operazione di trasparenza promossa in accordo con l Adiconsum regionale, una delle più importanti associazioni di consumatori. Ma è tutta una cultura bancaria che dev essere assimilata da chiunque opera all interno ed all esterno di una Banca di Credito Cooperativo. Per fare, appunto, la differenza con il resto del sistema bancario. Una differenza che dev essere percepita e condivisa anche da Soci, clienti e comunità È fondamentale. Ogni gruppo, ogni impresa per vivere e svilup-

4 2 IL PUNTO CON IL PRESIDENTE parsi ha bisogno di un idea forte, capace di mobilitare l intelligenza e l entusiasmo delle persone. E quest idea, a differenza di altre banche, noi ce l abbiamo. Ce l hanno consegnata i nostri padri fondatori e quanti hanno continuato la loro opera. L idea di contribuire a migliorare la qualità della vita nel nostro territorio con lo strumento bancario, un tempo per rispondere a bisogni primari, ora per far fronte alle difficoltà del presente ed alle incertezze di un futuro poco rassicurante. Ecco che allora tutto acquista valore e significato: il diverso rapporto con Soci e clienti cui son tenuti i nostri dipendenti, la facilità di avvicinare Direttore, Presidente e Consiglieri, le iniziative per sostenere e valorizzare le risorse del territorio, a beneficio dei Soci (vedi Guida), degli operatori e delle comunità locali (Banca per l investimento sul territorio e Progetto etico-solidale), per la difesa e la valorizzazione dell ambiente (Progetto Emas) e del nostro patrimonio storicoartistico (Villa Emo). Ed in questo progetto globale tutti devono fare la loro parte Naturalmente. È indispensabile che tutti diano il loro apporto secondo uno stile proprio di una Banca di Credito Cooperativo, perché in una cooperativa ciascuno ha delle responsabilità più o meno grandi. In particolare chi ricopre cariche o ruoli deve essere coerente nei suoi comportamenti con le specifiche finalità dell Istituto di credito, ma anche il semplice Socio deve collaborare con il buon andamento della Società, operando con essa in modo significativo, come recita lo Statuto. Non dovrebbe essere consentito a nessuno utilizzare il suo ruolo per finalità diverse o ricordarsi della propria cooperativa di credito solo quando c è da far valere qualche diritto o da richiedere contributi. Proprio per rispettare la nostra storia e l impegno di quanti stanno collaborando per lo sviluppo del Credito Trevigiano. Uno sviluppo che, nonostante le difficoltà del contesto, continua ad essere incoraggiante Sì, possiamo dirlo anche per quest anno. Nei limiti consentiti dalla difficile congiuntura economica e dalle risorse di un territorio limitato. I consuntivi di fine anno, pur provvisori, risultano positivi per una banca di credito cooperativo e ci consentono di affrontare i futuri impegni con sufficiente tranquillità. Impegni che non sono solo Villa Emo Sicuramente. Anche se Villa Emo rappresenterà un autentico banco di prova ed un importante salto di qualità un po su tutti i piani, a partire da quello logistico-organizzativo per andare al commerciale, al comunicativo, al culturale, all istituzionale. Ci stiamo preparando per il momento in cui entrerà nel nostro pieno possesso. Per il prossimo triennio, però, secondo le linee guida tracciate nel Piano Strategico , dovremo puntare anche su altri obiettivi prioritari: la valorizzazione delle risorse umane, in primis; la revisione organizzativa; la comunicazione; il potenziamento commerciale; lo sviluppo dell area servizi, in particolare dell ecommerce e della banca virtuale; l aggiornamento dello Statuto. Ed in tema di mutualità, cioè di iniziative per i Soci? È in corso una riconsiderazione delle agevolazioni e dei vantaggi in essere per rendere più incisivi quelli bancari, ora dispersi in tanti rivoli, e più significativi quelli non bancari. Che nel complesso arrivano ai 650 milioni di Euro. Particolarmente qualificanti dovrebbero risultare quelli a favore dei settori in difficoltà (ad esempio la fondazione con altre BCC della Banca per l Investimento sul Territorio) e quelli sulla prevenzione sanitaria (allo studio un progetto con l Ulss n 8). Tutte iniziative che avrà modo di illustrare nei prossimi incontri natalizi. Certamente. Ho modo di incontrare Soci quasi ogni giorno, ma gli incontri di Natale risultano sempre più importanti per una cooperativa di credito come la nostra, per dare informazioni, per fornire spiegazioni, per recepire proposte, per scambiarci gli auguri. E di auguri ne abbiamo tutti bisogno.

5 NUOVE FILIALI 3 LA CALOROSA ACCOGLIENZA DELLA COMUNITÀ DI PIOMBINO Il Presidente della Federveneta, dott. Amedeo Piva, il Sindaco di Piombino, Luciano Cagnin e il Presidente dott. Nicola Di Santo al taglio del nastro. Piombino Dese è un comune di campagna di poco più di 8 mila abitanti. E quando si dice di campagna non si vuol dire periferico oppure isolato. Si intende dare una connotazione geografica, ma anche sociale. Gente schietta, lavoratori instancabili, sviluppo ordinato e tanta voglia di costruire quotidianamente e mantenere unita la comunità. Credito Trevigiano vi ha aperto una filiale, domenica 14 novembre e tutta la comunità si è mobilitata. Le corali, la banda musicale, la Pro Loco, le associazioni produttive e della ristorazione, il gruppo della Protezione Civile, il sindaco e l arciprete. E tanta, tanta gente che ha voluto partecipare all evento, tante giovani coppie di sposi e di fidanzati, tanti piccoli imprenditori. Un accoglienza cordiale e schietta, appunto, per l arrivo di una banca diversa che si sente protagonista nella comunità, non ospite, che suscita sinergie ed aspettative, che è attenta alle fasce di popolazione meno protette. Credito Trevigiano, ha spiegato Amedeo Piva, presidente della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo, è una delle più interessanti realtà del sistema delle banche di credito cooperativo. Banche legate al territorio che seguono l esempio della prima Cassa Rurale italiana, fondata oltre un secolo fa a Loreggia proprio vicino a Piombino Dese. Aprire la filiale numero 26 a Piombino è stato un fatto naturale. Abbiamo molte persone di Piombino che erano soci oppure clienti della filiale di Resana, ha precisato Nicola Di Santo presidente di Credito Trevigiano, ed abbiamo ritenuto maturo il tempo per operare anche a Piombino, un comune molto attivo sotto il profilo economico e sociale. Ed il direttore generale Franco Zambon, presentando il direttore della filiale Giuseppe Stocco ed il suo vice Giovanni Ravazzolo, ha commentato: Avremo attenzione in particolare per le giovani coppie che vogliono costruire o acquistare un abitazione, per le imprese medio piccole e per le famiglie. Questa è una comunità che darà molte soddisfazioni. Ed a rallegrare la festa sono intervenuto ben 3 gruppi musicali: la corale Monteverdi, la corale Vivaldi ed il Gruppo Musicale dei Giovani. Tutti gruppi che fanno riferimento alla parrocchia, attiva su tanti fronti e legata al suo pastore mons. Aldo Roma che ha benedetto la filiale augurandosi che la sua presenza aiuti la comunità a crescere nei valori umani e cristiani che la fondano e la guidano. Un augurio espresso anche dal sindaco Luciano Cagnin che ha sottolineato le molte qualità del comune (oltre 50 associazioni) e la capacità dei suoi imprenditori (300 imprese). Una comunità davvero a misura di Banca di Credito Cooperativo. Giovanni Scomparin

6 4 AGRICOLTURA E AMBIENTE PER UN AGRICOLTURA DI QUALITÀ COSTITUITO A PARMA IL COMITATO BIT Con la costituzione del Comitato BIT - Banche per l Investimento sul Territorio, avvenuta il 26 ottobre scorso a Parma, è stato ufficialmente avviato il percorso per dotare le BCC di un moderno strumento consulenziale e finanziario per il sostegno e lo sviluppo dell agricoltura di qualità, dell industria agro-alimentare e delle attività di valorizzazione dell ambiente. Partendo dalla raccolta delle esigenze e dei bisogni rappresentati dai soggetti del territorio, il Comitato dovrà arrivare ad elaborare proposte e soluzioni sulla tipologia di struttura da attivare per riuscire a dare risposte alle BCC e ai loro interlocutori attivi nei settori sopra citati. Tutte le fasi del lavoro prevedono un ampio coinvolgimento delle Federazioni Locali, delle BCC, delle imprese-socie e dei clienti; verranno anche avviati importanti contatti con soggetti istituzionali e professionali aventi un ruolo di primo piano negli ambiti sopra ricordati. Alla costituzione del Comitato hanno preso parte 11 Banche di Credito Cooperativo e Iccrea Holding, con l assistenza e la collaborazione di Federcasse, mentre esponenti di alcune Federazioni Locali e di altre BCC hanno partecipato come osservatori in vista di una probabile futura adesione. Presidente del Comitato BIT è stato designato Giuseppe Alai, Vicepresidente della Federazione delle BCC dell Emilia-Romagna e Presidente della BCC Reggiana, che potrà portare un importante contributo grazie alle competenze e alle relazioni maturate come imprenditore agricolo e Vicepresidente della Confcooperative Emilia-Romagna; Luigi Pettinati, Direttore Generale di Cassa Padana (Leno-BS), è stato eletto alla Vicepresidenza mentre Direttore del Comitato è stato nominato Matteo Passini, già Direttore Generale di Banca Popolare Etica. La scelta della città di Parma, sede tra la fine dell Ottocento e gli inizi del Novecento della prima Cassa Centrale delle Casse Rurali in Italia, è motivata sia dalla presenza dell Agenzia Europea Alimentare, con la quale si vogliono avviare utili relazioni istituzionali, sia dalle opportunità che la zona è in grado di offrire per il fatto di essere al centro di un area dove si è sviluppato uno dei più moderni e dinamici settori agricoli italiani ed europei. Il Comitato BIT, del quale fanno parte i rappresentanti delle BCC partecipanti all atto costitutivo e il Direttore Generale di Federasse, resta aperto all adesione di tutte le Federazioni Locali e le BCC interessate, raggiunte da un apposita comunicazione a cura di Federcasse e Iccrea Holding. Nell attivazione di questo percorso la BCC del Trevigiano ha svolto un ruolo fondamentale, aderendo al progetto sin dall inizio, e la sua preziosa collaborazione continuerà grazie soprattutto alla presenza nel Comitato dei suoi Consiglieri di Amministrazione Nazzareno Gerolimetto e Paolo Cavasin. L iniziativa di costituire un centro di competenza del Credito Cooperativo, specializzato nella consulenza e nell assistenza finanziaria nell agricoltura e nell ambiente, appare di particolare attualità sotto il profilo economico (nuovi scenari aperti dall allargamento dell Unione Europea a 25 Paesi, avvio operativo dell Agenzia Alimentare Europea a Parma), culturale (crescente attenzione alla produzione tradizionale, di qualità, biologica) e politico (dibattito sull impiego di o.g.m., nuovi indirizzi nella politica agricola comunitaria, tutela dei piccoli e medi produttori agricoli, capacità negoziali con i grandi poli della distribuzione, ecc.). Il processo avviato con la costituzione del Comitato è pienamente coerente con il ruolo tradizionale e caratteristico delle BCC (nate negli ambienti rurali e protagoniste del loro sviluppo da oltre un secolo), con l attuale sistema identitario di banche del territorio attente alla salvaguardia delle identità culturali, con l obiettivo di fare coalizione e alleanze a tutti i livelli con i soggetti protagonisti di uno sviluppo locale responsabile e sostenibile. Matteo Passini

7 Il Presidente del Comitato Giuseppe Alai, Assuero Zampini, il Direttore Matteo Passini, Daniele Ravaglia ed il Vice Luigi Pettinati. IL NUOVO DIRETTORE DEL COMITATO BIT È Matteo Passini, veronese di 43 anni che risiede a Padova con la famiglia (moglie insegnante e due figli). Laureato in Economia e Commercio a Venezia, dopo aver lavorato per circa 10 anni alla Banca Commerciale Italiana nel 98 è passato a dirigere la Cooperativa Verso la Banca Etica, diventando poi Direttore Generale con l avvio della banca (marzo 1999); nominato nel luglio 2003 Delegato alle attività e alle alleanze strategiche, ha ricoperto all interno del gruppo Banca Etica anche gli incarichi di consigliere di amministrazione di Etica SGR S.p.A., società costituita per la promozione esclusiva di fondi comuni d investimento etici, e di consigliere della Fondazione culturale Responsabilità Etica. Dal maggio 2000 è membro del Consiglio Direttivo dell Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit (AICCON) e dal settembre 2001 è professore a contratto per l insegnamento del corso Finanza etica presso la Facoltà di Economia di Forlì dell Università di Bologna. LA NUOVA PAC - COSA CAMBIA Martedì 23 novembre 2004 alle ore presso l Hotel Fior di Castelfranco Veneto, l Associazione Coltivatori della Castellana di Vedelago ha riunito i propri Soci a convegno, per discutere insieme di un tema importantissimo che modificherà un po le regole nel mondo agricolo a partire dal prossimo anno. Il Credito Trevigiano, sempre attento ai bisogni di tutti gli operatori economici del territorio di appartenenza della BCC, ha contribuito alla realizzazione di questa serata, a cui hanno partecipato il Presidente Di Santo ed il vice Presidente Dussin. Tra i relatori del convegno vi erano figure di spicco sia del mondo agricolo sia della politica regionale, per illustrare al meglio la Politica Agricola Comunitaria. La PAC è stata più volte riformata per adeguare le norme comunitarie relative al settore agricolo. Queste riforme sono state necessarie al fine di bilanciare il settore agricolo ai nuovi equilibri di mercato. Se ne sono accorti gli agricoltori, che hanno visto passare ben tre riforme: la MacSharri nel 1992, Agenda 2000 nel 1999 e quella più recente, che partirà ufficialmente nel 2005 chiamata riforma Fischler. In concreto cambierà radicalmente il modo in cui l Unione Europea (UE) sostiene ora il settore agricolo. A livello nazionale le decisioni UE saranno operative già dal primo febbraio La nuova riforma si articola in sei punti essenziali: 1. Disaccoppiamento, ovvero il pagamento unico per azienda, indipendente dalla produzione, calcolato sulla media del triennio 2000/2002; 2. Condizionalità, significa che il pagamento è condizionato al rispetto di norme in materia ambientale, alimentare, benessere animale e condizioni agronomiche; 3. Modulazione, riduzione graduale dei pagamenti diretti per finanziare la politica di sviluppo; 4. Aumento delle risorse per lo sviluppo rurale; 5. Disciplina finanziaria, cioè rispetto della spesa fino al 2013; 6. Revisioni di alcune OCM (organizzazione comune dei mercati). Gli sportelli del Credito Trevigiano rimangono sempre a disposizione di tutti gli agricoltori ed allevatori del territorio, per fornire loro le adeguate consulenze sui prodotti di finanziamento della BCC a tasso agevolato (fidorapido, cambiali agrarie, mutui chirografari convenzionati con le cooperative Fidagri e Finzove), e contribuire, quindi, in modo attivo allo sviluppo delle attività economiche degli operatori del settore primario. Marco Monda

8 6 GLOBALIZZAZIONE LA CINA RISCHI E OPPORTUNITÀ Il prof. Al Ringleb, l avv. Massarotto, il Presidente Di Santo e l avv. De Bedin al convegno di Castelfranco. Cos è un elefante?, chiese il califfo Omar an-numan ad un gruppo di ciechi che non avevano mai sentito parlare dell animale. Di fronte a voi c è un elefante. Toccatelo e cercate di capire di cosa si tratta. Chi indovinerà riceverà cento dinari d oro. L elefante è una colonna, disse un cieco che stava lisciando una grossa zampa dell animale. No. L elefante è una tromba, lo corresse un altro toccando la proboscide. Nient affatto. L elefante è una corda!, gridò un altro ancora toccando la coda. Ma no! L elefante è un grosso ventaglio, ribattè un cieco che aveva toccato l orecchio. Vi sbagliate tutti. L elefante è un pallone gonfiato!, urlò il compagno che aveva toccato la pancia.ognuno aveva la presunzione di conoscere l intero elefante pur avendone toccato solo una piccola parte. Torna alla mente l apologo, ascoltando quanti stanno approcciando, per le ragioni più varie, il mistero-cina. E da qualche tempo le occasioni si moltiplicano. Nell arco di cinque giorni, solo nella Castellana, si sono tenuti due incontri sul tema, uno a Salvatronda, il 19 novembre, su La cultura cinese tra tradizione e modernità (primo di quattro), organizzato dall Anolf Cisl di Treviso e dalla Caritas Tarvisina, ed un altro a Castelfranco, all Accademico, il 23 novembre, su La Cina: rischi ed opportunità, promosso dal Credito Trevigiano con il patrocinio del Comune di Castelfranco. No, non è che possiamo paragonare i relatori dei due convegni ai ciechi dell apologo. Anche perché nessuno ha avuto la pretesa di spiegare cos è la Cina. Anzi l avv. De Bedin, pur nativo di Hong Kong, ha subito messo in guardia il folto ed attento pubblico di Castelfranco: Tornando dalla prima visita in Cina si può scrivere un libro, tornando dalla seconda forse un capitolo, mentre tornando dalla terza non si scrive niente, perché si ha la consapevolezza di non aver capito nulla della Cina. Quindi nessuno può dirsi esperto della Cina. Questa è una delle poche certezze emerse dai convegni. Ma della Cina tutti siamo chiamati ad occuparci, a livello culturale, come di una delle culture fondamentali nella costruzione di un futuro ordine mondiale (prof. Marco Ceresa a Salvatronda), a livello sociale, per la prossimità della loro presenza, a livello economico, per la loro incredibile capacità di penetrazione un po in tutti i mercati ed in tutti i settori. Quale l atteggiamento più corretto ed intelligente da assumere nei riguardi del fenomeno? Di difesa, di diffidenza o di apertura? Potremo erigere tutte le barriere che vogliamo. Non riusciremo a fermarli. Perché non si limitano alla contraffazione. Stanno comprando tecnici, designer, stanno imparando in fretta, perché sono intelligenti e possono contare su una capacità di lavoro incredibile. Ed allora vale la pena cercare di capirci qualcosa, di stabilire contatti, di andare nella tana del lupo. Non improvvisando, non limitandoci a delocalizzare, perché saremo ben presto perdenti, ma cercando, come azienda, di individuare il proprio vantaggio competitivo, di stringere joint venture, di concordare partnership e collaborazioni. Su questo sono stati d accordo i proff. Al H. Ringleb e Tim

9 GLOBALIZZAZIONE Lewko, coordinatori del master in business administration CIMBA (consorzio di università americane che promuove un educazione aziendale a livello internazionale) di Asolo. L occasione offerta da questa esplosione della competizione internazionale deve costringere ogni azienda a ripensare alla sua organizzazione, alle sue strategie, al proprio vantaggio competitivo. Vantaggio che non può essere basato sul prezzo ma sempre più sulla mente. Bisogna esportare intelligenza. Certo che ci sono i rischi. Lo ha fatto presente l avv. De Bedin: ci sono rigidità e carenze legislative, modi d operare particolari che devono essere conosciuti attraverso una presenza attenta ed un controllo pratico e c è un rischio paese, come ha evidenziato il dott. Vizzotto, consigliere di Unindustria incaricato per l internazionalizzazione. Ma le opportunità restano molte e non si possono ignorare, come abbiamo fatto noi italiani, che per tanto tempo abbiamo preferito mettere la testa sotto la sabbia. Facendoci precedere nella graduatoria degli investimenti in Cina persino dalla isole Mauritius. Su questi scenari quale può essere il ruolo di una banca locale come il Credito Trevigiano? Da una parte aiutare i nostri imprenditori ad aprirsi a questa nuova realtà e favorire i contatti con la Cina, ha tenuto a sottolineare il Presidente dott. Nicola Di Santo, reduce con il vicepresidente Roberto Dussin ed i rappresentanti delle associazioni di categoria da un recente viaggio e promotore del convegno di Castelfranco. Dall altra, ha aggiunto il Direttore Generale, dott. Zambon, accompagnarli nell analisi dei propri punti di forza e di debolezza, nella ricerca di nuovi mercati e di nuovi prodotti, nella formazione e nella dotazione di strumenti finanziari adeguati. Ed il dott. Gianni Lo Martire, responsabile dell Area Finanza, ha dato un saggio di analisi finanziaria prospettando i rapporti tra dollaro Usa e yuan, la valuta locale. In conclusione, la Cina è più un rischio od un opportunità? Un opportunità, certo, ma come tutte le opportunità è un opportunità pericolosa (wei ji). Così ha concluso l ineffabile avv. De Bedin. Lorenzo Morao

10 Ottobre 2003: la stampa locale riporta la notizia di trattative per la vendita a un cavatore non ben identificato di terreni antistanti Villa Emo (70 ettari), acquistati sei anni prima dal Patriarcato di Venezia. Il paese è indignato. Nessuno si aspettava un operazione chiaramente speculativa da parte di un Ente al di sopra di ogni sospetto, su un area fino ad allora non toccata dalle escavazioni selvagge che hanno sconvolto il territorio di Vedelago. Una prima lettera, di richiesta di informazione e di spiegazione, la invia il parroco di Fanzolo al Patriarca di Venezia e subito ne seguono altre di privati cittadini. Le risposte sono sconcertanti: da una parte non si sa, dall altra si negano le trattative in corso; si ammette solo la necessità di denaro per provvedere a restauri ed alla soluzione di problemi vari. Viene convocata una prima assemblea in paese, nella quale si invitano i Fanzolesi a richiedere singolarmente spiegazioni al Patriarca di Venezia e si sollecita il sostegno del nuovo Vescovo di Treviso. Si prospetta, inoltre, la possibilità di acquisto dei terreni a prezzo equo (valore erariale) da parte di alcuni cittadini di Fanzolo. Partono circa 600 lettere (quasi una per famiglia) dirette al Patriarca ed al Vescovo. Primo risultato: viene annullato il preliminare con il cavatore e tornano sul mercato i terreni, che, ribadisce il Patriarcato, devono essere venduti. Con decisione del tutto inattesa la Banca di Credito Cooperativo Trevigiano stanzia un plafond di di per finanziare, con un prestito etico, quei cittadini di Vedelago che intendessero acquistare i terreni. Ma il prezzo del terreno resta troppo elevato. Il Comitato di Fanzolo, a questo punto, cerca di ottenere il vincolo del terreno a destinazione agricola. E coinvolge l Amministrazione Comunale e la Soprintendenza regionale per i beni e le attività culturali del Veneto, che a varie riprese, pro-

11 La consegna del Premio Villa Veneta al Presidente Nicola Di Santo a Piazzola sul Brenta. mettono ed assicurano. Non si capisce perché il vincolo non sussista già, a salvaguardia di un bene che è stato dichiarato Patrimonio dell umanità. La stampa, locale e nazionale, le associazioni di categoria, numerosi professionisti e molti cittadini trevisani ci seguono e sostengono nella battaglia. Viene spontaneo chiedersi: ma perché chi istituzionalmente deve difendere un bene, che è di tutti, aspetta sempre che il cittadino si mobiliti? La Soprintendenza, più volte sollecitata, dà assicurazioni di sopralluoghi e di vincoli, ma, in realtà, nessuna certezza. È a questo punto che si verifica quello che nemmeno la fantasia dei più grandi sognatori poteva immaginare: la Banca di Credito Cooperativo acquista Villa Emo con la fattoria e le adiacenze! Un risultato eccezionale, che allontana altre preoccupazioni su eventuali acquirenti stranieri o su speculatori che avrebbero potuto smembrare la proprietà o procedere a trasformazioni non compatibili. La soddisfazione è grande: per quanti hanno a cuore Villa Emo (e sono tanti in Italia ed all estero), per i Soci della Banca, che vedono aprirsi nuove prospettive per la loro cooperativa di credito, per i cittadini di Vedelago ed in particolare per quelli di Fanzolo, per i quali è come riappropriarsi di un bene che rischiavano di perdere definitivamente. Un altra grande sorpresa è stata l assegnazione honoris causa del Premio Gambrinus Mazzotti al Comitato Cittadini di Fanzolo per Fanzolo, protagonisti di un importante azione di salvaguardia del paesaggio. Un premio che ci onora e che c impegna ancor di più su questa azione di salvaguardia di un bene che è di tutti. Un riconoscimento anche per tanti Comitati che lottano per la salvaguardia del territorio e della salute. Aspettiamo ora che le promesse e le assicurazioni avute si trasformino in fatti concreti e che a breve venga protocollato il vincolo che decreti la destinazione agricola sine-die dei terreni di proprietà ex-emo, mantenendo così integro un bene che il mondo ci invidia. Comitato Cittadini di Fanzolo Armando Cremasco

12 10 PROGETTO AMBIENTE A FANZOLO IL PREMIO MAZZOTTI HONORIS CAUSA Più volte, nel corso delle ventidue edizioni del Premio, l Associazione che l organizza ha voluto onorare con il Premio Honoris Causa, persone o enti particolarmente benemeriti nei vari campi, che il Premio GAMBRINUS GIU- SEPPE MAZZOTTI statutariamente contempla. Quest anno la scelta si differenzia alquanto dalla consueta prassi elettiva. Più che un singolo personaggio o una ben definita istituzione ciò che si è inteso premiare è propriamente un idea: un idea buona, esemplarmente condotta verso un traguardo di rara civiltà, in tempi di fin troppo facili manomissioni di preziose realtà naturali o artistiche. Il merito discende ovviamente dall idea ai protagonisti che l hanno concepita e realizzata. In questa prospettiva il Premio Honoris Causa viene assegnato quest anno al Comitato Cittadini di Fanzolo per Fanzolo, in comune di Vedelago (Treviso) che, responsabilmente, si sono fatti protagonisti in un azione di salvaguardia del loro paesaggio, secolarmente consolidatosi nel felice connubio di Villa Emo Capodilista, opera dell insigne Architetto Andrea Palladio, e dei Il logo-simbolo del Premio Mazzotti terreni circostanti da sempre conservati a vocazione agricola. Allo scopo di evitare che improvvise azioni di compravendita potessero portare a disdicevoli cambi di destinazione di una così notevole parte del terreno del paese, i Cittadini di Fanzolo per Fanzolo duemila anime dell omonina frazione han fatto gruppo per promuovere un iniziativa intesa ad ottenere che l intera area venisse convenientemente vincolata dalla competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, dichiarando intanto la disponibilità ad un acquisto collettivo. Allo scopo, detto Comitato ha felicemente coinvolto Parrocchia, Comune e il locale Credito Cooperativo Trevigiano, che, valutata la situazione, si è sentito responsabilmente chiamato in causa facendo proprie le esigenze della comunità di Fanzolo; e per bocca del suo Presidente, ha proposto condizioni di vantaggio per quanti volessero acquistare i terreni con l impegno di mantenerli a vocazione agricola. È poi accaduto che, per una specie di contagio del bene, la buona idea iniziale venisse ulteriormente sviluppata dallo stesso Istituto di Credito che, nell intento di conservare nella sua integrità originaria tutto il comparto agricolo residenziale, ha già provveduto esso medesimo all acquisto della splendida dimora. Una doppia vittoria come giustamente è stato scritto scaturita da una responsabile iniziativa dei Cittadini di Fanzolo, che bene operando per Fanzolo, hanno anche offerto un chiaro esempio di civile intervento dal basso, che ci si augura possa venire imitato, per analoghe situazioni di salvaguardia, da altri gruppi o comitati similari. Una nuova coscienza ambientale a Vedelago Il Premio Gambrinus al Comitato di Fanzolo (20 novembre), è stato di poco preceduto dall altrettanto ambito e prestigioso Premio Villa Veneta, indetto dall Istituto regionale Ville Venete, che, lo scorso 16 ottobre, è stato riconosciuto al Presidente del Credito Trevigiano, dott. Nicola Di Santo (come riportato nel numero precedente), ma anche ai proprietari di Villa Grimani - Morosini - Gattemburg, sigg. Mario Zorzato e Marilena Pozzobon, distintisi per l attuazione di iniziative rivolte alla conservazione ed alla valorizzazione delle ville venete. Riconoscimento meritatissimo per la passione, la dedizione, l amore per l arte, la progettualità e l entusiasmo con cui i proprietari sono riusciti, con un restauro attento ed intelligente, a richiamare a nuova vita la loro bella villa di Albaredo (Vedelago). Ci auguriamo che gli esempi siano contagiosi e soprattutto qualifichino a nuova vocazione il nostro territorio.

13 RISPARMIO 11 LOTTO: NE VALE LA PENA? Nel 2002 (ultimi dati disponibili) in Italia si sono spesi 12,6 miliardi di euro, pari all 1% del Pil, in scontrini del Lotto. Il che equivale a 271 euro pro capite. Forse fino a qualche tempo fa si era portati a credere che a giocare fossero soprattutto i meridionali, napoletani in testa, grandi esperti di smorfia e di interpretazione di sogni e di fatti di attualità. Ma la verità è un altra. E sta emergendo in tutta la sua chiarezza proprio in questi giorni. Stando ai dati ufficiali, in provincia di Treviso nelle ultime settimane - forse anche grazie alla mancata estrazione del 53 sulla ruota di Venezia assente per più di 163 turni, che ha agito da fattore trainante - sono state giocate tante bollette quanti sono la metà dei trevigiani. Ora, se la provincia veneta fosse un campione significativo, vuol dire che ad ogni turno di estrazione, cioè due volte a settimana, la metà dei nostri connazionali scommette. Si tratta di venti milioni di persone. E se sono veri i dati per cui il 5% di essi gioca almeno 50 euro a settimana, significa che molte migliaia di scommettitori puntano più di 400 euro al mese solo al Lotto. Che fanno quasi dieci milioni l anno del vecchio conio Insomma, ci troviamo di fronte ad un fenomeno pericoloso. In Italia non si aprono nuovi casinò (per giusti motivi) ma si spinge sul gioco di piccolo cabotaggio che poi tanto piccolo non è. Si spinge perché, per invogliare a puntare sempre di più, a partire dal prossimo anno, chi vince vedrà aumentare il proprio bottino. Col risultato pratico che a guadagnare sarà anche lo Stato. Ad iniziare dall aliquota che l erario farà sua sulle vincite, che passa dal 3 al 6%. Il fatto è che anche se aumentano i moltiplicatori in caso di vincita, come pare accadrà a partire dal 2005, siamo ancora lontani da una corrispondenza reale fra probabilità che un numero esca e incasso in caso di vincita. Prendiamo i casi estremi: l estratto semplice e la cinquina. L estratto semplice. In base a calcoli matematici che sarebbe tedioso riportare in questa sede, solamente moltiplicando per 18,6 la puntata, in caso di vincita esiste una reale corrispondenza tra scommessa e vincita potenziale. Cioè la somma incassata è commisurata alla teorica probabilità che l evento si realizzi. Qual è invece la somma che si intasca se si vince? Undici volte la somma puntata. Cioè il 70% in meno di quanto dovuto (7,6 euro su 11). Quanto alla cinquina, essa dovrebbe essere remunerata volte la posta giocata, e non un milione come accade oggi. Né sei, come probabilmente sarà quando entrerà in vigore il nuovo regolamento. Insomma, indovinare i numeri che usciranno non è facile. Ma se anche ciò accadesse, comunque si intasca una somma irrisoria rispetto a quella che dovrebbe essere in base al calcolo delle probabilità. Per essere ancora più chiari, facciamo un esempio sull estrazione secca, quella peraltro dove il vincitore viene penalizzato di gran lunga in minor misura rispetto agli altri casi. Se chiedessimo a chiunque di giocare a testa o croce un euro su testa, promettendo un euro e sessanta centesimi in caso di vincita, ci sarebbe qualcuno disposto a giocare? Crediamo di no Ne consegue, che come sui pacchetti di sigarette si trova la dicitura nuoce gravemente alla salute, in prossimità delle cabine elettriche un cartello avverte del pericolo di morte, in autostrada ci mettono in guardia sui pericoli legati all eccesso di velocità, così vorremmo leggere sulla bolletta della giocata perdita matematica Chi smette di giocare al lotto, pertanto, ed acquista una buona obbligazione, ci sembra di poter sostenere senza ombra di dubbio che avrà un danno cessante ed un lucro emergente. Gianni Lo Martire

14 12 PRODOTTI BCC FONDI PENSIONE LE NOSTRE PROPOSTE AD IMPRESE E LAVORATORI Il lungo percorso per il decollo della previdenza integrativa è già iniziato. Purtroppo, però, non è ancora dato di sapere né quante saranno le tappe né quando si concluderà l ultima. Nel 2004 no di certo. Forse nel 2005, ma si inizia anche ad ipotizzare che il 2006 dovrebbe essere l anno giusto. Ma perché così tanto tempo? Perché decolli il secondo pilastro è necessario che sia fatta chiarezza su come i lavoratori intendano smobilizzare la quota del T.F.R. (trattamento di fine rapporto). Ora, poiché la norma prevede un periodo di sei mesi entro cui i lavoratori possono comunicare al loro datore di lavoro cosa intendono fare di esso (T.F.R.), se ne ricava che, se nella migliore delle ipotesi si dovrà aspettare almeno fino a marzo perché la legge sia approvata, solo a settembre 2005 (cioè 6 mesi dopo) si può ipotizzare che inizi la nuova era tanto attesa. A primavera, quindi, i lavoratori dovranno comunicare la loro volontà all imprenditore presso il quale prestano servizio. Le vie di sbocco potrebbero essere più di una: il fondo chiuso di categoria (nel caso esista); un fondo aperto (la nostra banca, ad esempio, è distributrice di quattro linee che ben sposano ogni profilo di rischio); eventuali fondi regionali; oppure i carissimi fondi di previdenza integrativa (F.I.P.). All opposto, se non sarà indicato nulla, presumibilmente il denaro andrà in una apposita gestione che creerà l INPS, ma certamente non rimarrà sotto forma di finanziamento all impresa presso cui si presta servizio. Riportiamo quanto ci è stato riferito da esperti del settore - perché la legge non esiste ancora. Ma certo è che la legge dovrà comunque essere tutelante per i lavoratori e, allo stesso tempo, non penalizzare gli imprenditori. Quindi è lecito attendersi per i lavoratori che aderiranno ai fondi pensione un vantaggio fiscale (almeno pari a quello attualmente in essere), la possibilità di fare versamenti forse anche superiori a quelli attualmente ammessi (tetto di euro), la possibilità di avere alla scadenza fino ad un massimo del 50% del capitale maturato senza penalizzazioni fiscali). Ma non è tutto, vi sono altre misure oggetto di valutazione. In particolare, il Governo sembra orientato a far scattare una drastica riduzione (o una completa abolizione) della tassazione delle plusvalenze dei fondi pensione. Il carico fiscale potrebbe cioè scendere dall 11% di oggi al 6% o - addirittura - azzerarsi. A pronunciarsi su questa questione, saranno il Tesoro e l Agenzia delle entrate. Per quello che riguarda le imprese - invece - ricordiamo che l entrata in vigore della nuova normativa creerà almeno due problemi. Il primo, più grave, è la perdita di una fonte di finanziamento a basso costo. Ricordiamo che il T.F.R. viene remunerato ad un tasso pari all 1,5% fisso più il 75% dell inflazione, il che significa più o meno il 3%. Un tasso molto basso che andrà sostituito con forme di passivo più oneroso. Il secondo aspetto negativo è che gli uffici contabili di direzione delle imprese dovranno gestire mensilmente flussi verso le più disparate forme di previdenza. Un lavoratore, infatti, potrà chiedere che il suo TFR vada nel fondo di categoria, un altro verso un fondo aperto, un altro ancora verso un altro fondo aperto,,. Come fare per rendere tutto più semplice? Noi del Credito Trevigiano abbiamo un idea. Nei prossimi mesi vorremmo coinvolgere imprenditori e lavoratori in una serie di incontri in cui spiegheremo che i nostri prodotti (fondi pensione) sono tra i meno cari del sistema; che siamo disposti a dare una mano agli imprenditori sostituendo i TFR che matureranno con linee di credito a costo contenuto; che siamo disposti a creare appositi conti correnti a condizioni vantaggiose e a mantenerle nel tempo, nel caso in cui il lavoratore scelga di sottoscrivere i nostri fondi pensione. Gianni Lo Martire Resp. Finanza

15 PRODOTTI BCC 13 PRODOTTI BANCARI Le risorse e l impegno del Credito Trevigiano sono costantemente rivolte a sviluppare nuovi prodotti bancari e servizi innovativi, con i quali soddisfare le diverse esigenze della clientela. Il nostro Cliente ed il nostro Socio sono sempre al centro del nostro lavoro: studiamo ed ascoltiamo le loro richieste per creare prodotti atti a colmare i loro bisogni. E questa l occasione per illustrarvi brevemente alcune opportunità commerciali riservate ai nostri pregiati Soci e Clienti. Il finanziamento Prestito Fedeltà. Partirà tra breve una campagna promozionale senza eguali, dove la BCC metterà a disposizione uno speciale finanziamento, per far fronte alle più svariate tipologie di acquisto e soddisfazione dei desideri dei propri Soci e Clienti. Ognuno, potrà, quindi, con noi concretizzare nuovi sogni: l auto nuova, la ristrutturazione della casa, un nuovo arredamento, prenotare la prossima vacanza da sempre desiderata Presso la propria filiale è a disposizione un importo massimo di Euro 7.500,00 (settemilacinquecento/00) che si potrà ritirare immediatamente in un unica o più soluzioni senza alcuna formalità e garanzia da parte del sottoscrittore. La restituzione avverrà in comode rate mensili, fino a 60 mesi. Prestito Fedeltà è il miglior prestito al consumo presente sul mercato che Vi garantisce notevoli vantaggi: un tasso d interesse bloccato per tutta la durata del finanziamento pari al 7,25% (per i Soci ulteriori condizioni agevolate riservate: tasso fisso 6,75%). Nessuna spesa di istruttoria e velocità di erogazione: in giornata. Tutto il Personale è a disposizione, per qualsiasi informazione in merito. Non lasciatevi scappare questa opportunità. Con circa 150 Euro al mese i Vostri sogni diventeranno realtà! Mutuo 100&25 : serenità per la famiglia. Per chi desidera, altresì, acquistare o costruire o ristrutturare l immobile residenziale dei suoi sogni, Vi informiamo che il Credito Trevigiano ha predisposto un nuovo mutuo ipotecario innovativo, volto a finanziare il 100% del valore dell immobile più erogare un ulteriore 25% per le spese accessorie (mobili, arredi ed utilità). Il Mutuo 100&25 è riservato alle persone fisiche che presentino adeguata capacità di rimborso, idonee e appropriate garanzie. L importo massimo concedibile è pari ad uro , il rimborso in 15 anni. Si può scegliere il tasso d interesse che meglio si preferisce, variabile (Euribor 6 mesi + spread 1,65%) o fisso (IRS a 10 o 15 anni + spread 1,65%). Le spese d istruttoria e perizia sono fisse ed al minimo ( uro 125,00). Per poter accedere a questo finanziamento, rivolgetevi alle nostre filiali, dove il personale Vi darà dettagliate informazioni in merito. Marco Monda Servizio Marketing

16 14 SOLIDARIETÀ Si è svolta dal 2 al 10 ottobre scorso la terza missione del Credito Cooperativo in Ecuador, che ha coinvolto alcuni amministratori e dirigenti appartenenti alle Banche di Credito Cooperativo italiane, Gruppo Bancario Iccrea, Federcasse nonché un rappresentante della Banca d Italia. Anche alcuni dipendenti e amministratori della nostra banca hanno partecipato alla missione per verificare sul campo il lavoro svolto a favore delle comunità campesine e per partecipare al seminario su Finanze popolari per una economia rurale del benessere, organizzato da Codesarrollo. Codesarrollo è l organizzazione TERZA MISSIONE IN ECUADOR delle Casse Rurali ecuadoriane fondata da Giuseppe Tonello, originario di Caerano S.Marco, che sta operando per promuovere l attività di microcredito a favore delle popolazioni rurali. Nell ambito del congresso si sono approfondite le esperienze in campo agricolo dei due paesi, con l auspicio di giungere ad una collaborazione anche su questo versante, nella logica dello sviluppo sostenibile, rispettoso delle identità locali e dell ambiente. In questo senso, è stato siglato un accordo tra Fepp - Codesarrollo per l Ecuador e Federcasse, Iccrea Holding, Banca Agrileasing, Cassa Padana e la società Archènatura per l Italia che, sulla base del comune valore della reciprocità, prevede l estensione della collaborazione in campo agricolo, perché possa essere garantita la sussistenza dei campesinos e, successivamente, favorito il loro accesso ai mercati per la commercializzazione dei prodotti. II Credito Cooperativo, in particolare, si è impegnato a lavorare per sostenere il progetto, sia dal punto di vista finanziario che tecnico e a divulgare questo accordo e lo spirito che lo anima, al fine di allargare la base dei collaboratori e dei partners. Primi frutti, in questo senso, in risposta alla sollecitazione di Federcasse, sono già visibili nella

17 SOLIDARIETÀ 15 manifestazione di disponibilità da parte di nuove BCC a destinare cospicue risorse economiche per garantire l operatività di Codesarrollo. II convegno, al quale hanno preso parte in apertura dei lavori il ministro dell Interno ecuadoriano, Raul Baca Carbo, ed il superintendente de Bancos y Seguros (l ente ecuadoriano omologo di Banca d Italia) Alejandro Maldonado, ha consentito di apprezzare la crescita della cooperazione di credito ed i notevoli passi avanti realizzati nella definizione della nuova normativa di cui saranno destinatarie le Casse Rurali ecuadoriane e le organizzazioni di secondo livello come Codesarrollo. Marcelo Herrera, numero due della Superintendencia, ha illustrato in particolare la proposta di legge, frutto del confronto con l esperienza italiana delle BCC - Casse Rurali, rappresentata anche dalla Banca d Italia, improntata al principio che le piccole banche cooperative di villaggio siano fattore di sviluppo per il paese, e debbano quindi essere tutelate e accompagnate nella crescita. Al convegno erano inoltre presenti numerosi campesinos, responsabili delle tante piccole casse rurali disseminate nei più remoti villaggi andini. E stata una sorta di festa dei colori, considerata l abitudine dei campesinos di vestire in modo sgargiante, evidenziando quella fierezza e dignità che non soggiace nemmeno a condizioni di vita particolarmente difficoltose. Si ricordi che, per la maggior parte delle popolazioni rurali, il tenore di vita rasenta spesso l indigenza, al punto che non sempre l attività agricola riesce a garantire almeno un sufficiente soddisfacimento dei bisogni alimentari. Per prendere coscienza della portata delle difficoltà, ma insieme anche delle potenzialità di riscatto economico, il gruppo italiano si è recato in visita ad alcune comunità campesine che vivo-

18 16 SOLIDARIETÀ no alle pendici delle Ande, anche a quasi 4000 metri di quota. E sicuramente difficile riuscire a descrivere cosa abbiamo visto; basti pensare che in alcuni villaggi la mortalità infantile è del 45 %, e questo basta rendere l idea di quali difficoltà quotidiane si trovino ad affrontare le persone che, nonostante tutto, sono riuscite a regalarci un sorriso. Molti villaggi non sono serviti da acqua. Gli edifici scolastici, se tali si possono chiamare, sono spesso delle baracche peggiori delle nostre stalle. I terreni migliori, non di rado provvisti di impianti di irrigazione, sono di proprietà di latifondisti ed i campesinos lavorano alle loro dipendenze. Diverse comunità hanno dei terreni in proprietà, ma in genere sono i meno fertili ed in pendenza, a volte talmente pronunciata, da costringerli a legarsi con corde per andare a lavorare la terra. In molte zone il vento erode i pendii ed è talmente freddo che quasi tutti i bambini hanno le guance screpolate. Colpisce comunque la loro compostezza, in fila ordinata per ricevere una penna o un quaderno, ma anche l attenzione con cui ascoltano il loro maestro che si trova ad insegnare ad un centinaio di bambini di ogni età. In una situazione così drammatica si inserisce il progetto di microcredito di Bepi Tonello. Nelle comunità visitate, dove sembra che nulla possa cambiare, il solo fatto di mettere insieme le poche risorse disponibili, permette di mantenere vivo quel sottile filo di speranza in un domani migliore. Ecco allora che il credito concesso da Codesarrollo ha permesso di acquistare le sementi, considerato un elemento così importante che, in un villaggio sperduto, la sede di questa banca era un piccolo capannone dove venivano gelosamente conservati i preziosi chicchi che garantiscono il raccolto, ovvero la garanzia di liberare la comunità dal giogo della fame. Accanto a ciò, stanno prendendo piede le tipiche attività di trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare il latte, che tanta analogia hanno con la storia delle nostre comunità. E che le cose possano realmente cambiare, lo si è visto laddove il senso della cooperazione è stato piantato già da alcuni anni. In una località, Salinas, lontana da infrastrutture di collegamento e dispersa tra le alte vette andine, dove arrivò l O.M.G. (Organizzazione Mato Grosso), apportatrice di idee innovative, nel giro di poco più di vent anni, si può trovare una miriade di iniziative economiche gestite in cooperativa. In primo luogo il caseificio che, oltre a corrispondere prezzi remunerativi ai produttori, produce e distribuisce direttamente formaggi che commercializza anche attraverso un negozio nel centro di Quito. Poi la fabbrica di cioccolato, che riesce addirittura ad esportare in Europa; una fabbrica di essenze per profumi; una tessitura che, pur utilizzando telai industriali datati 1947, riesce comunque a produrre ottimi capi di preziosa lana di alpaca; infine un laboratorio che produce palloni di cuoio per il calcio e la pallavolo, senza naturalmente fare uso di manodopera infantile. E infine piccole attività commerciali, tra cui un ristorante ed un albergo. Ovvio che anche l aspetto esteriore di Salinas si discosta notevolmente dai villaggi visti in precedenza: strade pavimentate, case di mat-

19 SOLIDARIETÀ 17 toni e tetti con tegole. Sì, perché soprattutto nelle zone più disperse, abbiamo visto case di fango con tetto di paglia che differivano dai nostri vecchi casoni solo perché, all esterno, appeso ad un palo, si vedeva il contatore della corrente elettrica. Quante analogie col nostro recente passato! Abbiamo toccato con mano che cambiare è possibile, che con interventi tutto sommato modesti, è possibile dare un futuro a queste comunità. Solo dando un futuro a questo mondo eviteremo che un esercito sempre più folto di disperati cerchi all estero miglior fortuna. In fin dei conti basta poco, basta applicare la ricetta di Beppe Tonello: intelligenza, sudore, amore. Enzo Bergamin Foto Gioachino Basso, BCC Trevigiano - Ecuador 2004

20 18 ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA L ARTIGIANATO DELLA PEDEMONTANA Intervista con il Presidente della Confartigianato di Montebelluna L apparato produttivo in provincia di Treviso si caratterizza per essere uno tra i più dinamici d Italia. Qual è la consistenza del comparto Artigiano nell area Montebellunese/Asolana? Il comparto Artigiano conta circa 3000 aziende nel Montebellunese ed altre 2000 nell Asolano. Il comparto più numeroso è quello delle costruzioni, in entrambi i territori. A questo segue, nell Asolano, il settore dei mobili e, nel montebellunese, quello della lavorazione dei metalli. Vengono, poi, per numero di aziende in attività, i servizi alla persona, i trasporti e la riparazione di beni di consumo durevoli, senza differenze apprezzabili tra i due territori. Una differenza tangibile, invece, sta nella presenza ancora rilevante, nel montebellunese, di aziende del settore calzaturiero. La composizione media è rappresentata da aziende di piccole e piccolissime dimensioni, spesso a carattere strettamente familiare, che, tuttavia, sia direttamente sia attraverso le committenze di aziende industriali, riescono ad esportare fette consistenti della propria produzione. Da qualche tempo, il ritmo di crescita dell economia ha registrato una significativa flessione: ci sono aziende in crisi nell area? Nel comparto calzaturiero e nel tessile-abbigliamento, la flessione è un processo inarrestabile già da più di un decennio: tra il 1991 ed il 2001 il numero delle imprese si è ridotto del 33% e gli addetti del 40%. In altri comparti, la crisi è avvertita soprattutto sotto forma di stagnazione: dopo l 11 settembre si vive in una situazione di stallo, l economia mondiale è Stefano Zanatta ferma, non ci sono prospettive di rilancio sul breve e medio periodo. Questa situazione ha determinato un ansia diffusa nel tessuto imprenditoriale, che ha bloccato gli investimenti in attesa di vederci chiaro. Molte aziende artigiane lavorano infatti in un rapporto di subfornitura e, oggi, il subfornitore non ha più la garanzia di ricevere un flusso costante di commesse. Questo si ripercuote sulla possibilità di pianificare gli investimenti e sull occupazione, quindi non si rinnova il parco macchine e non si sostituisce il personale licenziatosi per normale turn-over o giunto all età della pensione. Anche le modalità produttive sono cambiate: le aziende manifatturiere hanno dovuto attrezzarsi per produrre piccole serie, riassorbimenti, campionari, prototipi e/o lavorazioni particolari oppure si sono specializzate in un mercato di nicchia, dove la produzione in larga scala non ha l interesse ad entrare. Se l artigianato ancora tiene, bisogna dare merito di ciò, ancora una volta, all estrema flessibilità delle nostre aziende che riescono a minimizzare i danni, a mantenere i posti di lavoro esistenti stringendo i denti, anche per anni, in attesa di uno spiraglio. Cause della flessione? Come già detto, le cause della flessione sono mondiali: è tutto il mondo occidentale in crisi, non solo il Nord Est. Certo, con l avvento dell Euro, alcune leve di competitività, quali la svalutazione della lira, non sono più ammesse. D altro canto, la delocalizzazione nei Paesi con un costo del lavoro più basso è un processo inarrestabile che potrebbe venir contrastato soltanto dalla ricerca e dall innovazione. Questi però non sono temi che rientrano nella sfera d azione delle imprese artigiane. Le innovazioni alla base del successo del made in Italy sono innovazioni di processo e di prodotto che si sono sviluppate a stretto contatto con la produzione, con il fare, con l uso quotidiano delle macchine e dei materiali. A ben guardare, il tasso di innovazione nell artigianato è altissimo e consiste in una incessante rielaborazione di ciò che è stato ereditato dalla tradizione. Ma non è compito dell artigianato lavorare in camice bianco creando centri di ricerca! Tutti concordano nel dire che la ricetta vincente consiste in investimenti massicci nella ricerca e nell innovazione. Ma i risultati non saranno a breve: e per ora? Che fare? Nel mondo della globalizzazione il nostro artigianato può avere delle opportunità: ci sono mercati emergenti, nuove classi dirigenti con notevoli disponibilità economiche e il desiderio di avere prodotti esclusivi, di qualità, dove non vince il prezzo più

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