Omelia del Cardinale Camillo Ruini alla S.Messa di ringraziamento per l'approvazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale

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Giorgiana Arena
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1 Omelia del Cardinale Camillo Ruini alla S.Messa di ringraziamento per l'approvazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano, 5 novembre 2002 Carissimi Kiko, Carmen e Padre Mario, e voi tutti carissimi fratelli e sorelle del Cammino Neocatecumenale, sono molto lieto di celebrare con voi questa Eucaristia, qui nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale della Diocesi di Roma, per ringraziare il Signore del dono che ha fatto a voi e a tutta la Chiesa con l'approvazione del vostro Statuto da parte del Pontificio Consiglio per i Laici. La parola di Dio che abbiamo ascoltato illumina la radice e la missione ecclesiale del Cammino Neocatecumenale. La radice anzitutto: l'apostolo Paolo, nella Lettera ai Filippesi, ci propone un inno a Gesù Cristo, probabilmente anteriore a questa stessa Lettera, nel quale è già presentata la pienezza del mistero di Cristo: la sua preesistenza divina, l'abbassamento dell'incarnazione, l'ulteriore abbassamento della Croce, la glorificazione e la signoria universale del Risorto. Questo, carissimi fratelli e sorelle, è il contenuto essenziale della nostra fede, il fondamento della nostra speranza, la radice del nostro essere Chiesa, cioè comunità dei discepoli di Gesù, che hanno, o almeno coltivano e cercano di avere, gli stessi sentimenti che furono in Lui. Dall'appartenenza a Cristo sgorga l'impegno di essere strumenti del disegno di salvezza che Dio Padre vuole realizzare in Gesù Cristo, mediante il dono dello Spirito Santo. Di questo disegno di salvezza ci parla Gesù stesso, nel brano del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato. Gesù non si illude e non ci illude: gli invitati alla cena non esitano a declinare l'invito e il Padrone di casa fatica a riempire la sua mensa, ma non per questo si rassegna e manda una e due volte il suo servo, per spingere a entrare coloro che, umanamente, apparivano gli ultimi e i meno degni. Carissimi fratelli e sorelle, in questo servo, e prima ancora in questi invitati dell'ultima ora, noi stessi siamo rappresentati: ci ha chiamati infatti soltanto

2 la gratuita misericordia di Dio, che è andata al di là di tutti i nostri peccati, e ci ha chiamati per fare di noi i suoi servi e i suoi figli, i suoi annunciatori e i suoi testimoni. Questa è la missione affidata agli Apostoli e a tutta la Chiesa, attraverso i secoli. Per adempiere questa stessa missione nella situazione di oggi il Signore ha suscitato, tra i suoi doni e carismi, il Cammino Neocatecumenale. Ripeto con voi le parole che il nostro Vescovo, il Papa, vi ha rivolto il 21 settembre scorso, a Castelgandolfo: "In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l'indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non fosse, sono in tanti ad avere bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell'iniziazione cristiana; specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino è senz'altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Guardiamo le vostre comunità: quante riscoperte della bellezza e della grandezza della vocazione battesimale ricevuta! Quanta generosità e zelo nell'annunzio del Vangelo di Gesù Cristo, in particolare ai più lontani! Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa sorte grazie a questo itinerario di formazione cristiana!" Cari fratelli e sorelle, da quando, nell'ormai lontano 1968, gli iniziatori del Cammino giunsero a Roma e, con il consenso del Cardinale Vicario Angelo Dell'Acqua, iniziarono la prima catechesi nella parrocchia dei Martiri Canadesi, questa Diocesi e questa città hanno visto e sono partecipi e testimoni, in maniera sempre più abbondante e diffusa, di questi doni di grazia che il Papa ci ha ricordato. Ne sono testimone anch'io personalmente, in questi ormai quasi dodici anni nei quali sono Vicario del Santo Padre per la Diocesi di Roma. Abbiamo visto infatti molte conversioni, anche di persone lontane dalla fede e assai provate dalla vita; abbiamo visto tanti uomini e donne avanzare nella sequela di Cristo e dedicare la propria vita alla causa del Vangelo; abbiamo visto fiorire o rifiorire molte famiglie, benedette da abbondanza di figli educati cristianamente e pronte anche a farsi missionarie in paesi lontani; abbiamo visto comunità parrocchiali prendere nuova fiducia, vitalità e iniziativa apostolica; abbiamo visto nascere e maturare assai numerose vocazioni sacerdotali e religiose. In particolare, da quando è stato aperto il Collegio Missionario Diocesano "Redemptoris Mater", ben 159 nuovi sacerdoti 2

3 in esso formati sono stati ordinati per la Diocesi di Roma - oltre la metà dei quali sono ora in missione - e domani avrò la gioia di ordinare in questa Basilica 10 nuovi diaconi. Il nuovo Statuto, per il quale oggi ringraziamo il Signore, affonda le sue radici in tutto il percorso che avete compiuto, dagli inizi a oggi, dà a voi, come ha detto il Papa, "una ulteriore garanzia dell'autenticità del vostro carisma" e nello stesso tempo - sono sempre parole del Papa - "apre una nuova tappa nella vita del Cammino", per "un impegno ancora più forte e generoso nella nuova evangelizzazione e nel servizio alle Chiese locali e alle parrocchie": qui a Roma alla Diocesi e alle parrocchie di Roma. In questi 34 anni, da quando è iniziata la presenza del Cammino a Roma, molta strada è stata percorsa anche per quanto riguarda la qualità e la profondità del vostro inserimento nel tessuto vivo della Chiesa di Roma. Non sono mancate difficoltà e tensioni, ma sempre la carità di Cristo, l'apertura e l'accoglienza dei Pastori, il vostro senso della Chiesa e dell'ubbidienza ecclesiale hanno potuto superare le difficoltà e far crescere la comunione. Ora, il nuovo Statuto rappresenta un punto di riferimento e un aiuto prezioso, sia per voi sia per noi Pastori, anche al fine di salvaguardare e approfondire la comunione ecclesiale. Specialmente in questa Diocesi, il cui Vescovo è il Papa, noi Pastori saremo pronti e lieti nel mettere in pratica, per quanto ci appartiene, le indicazioni del vostro Statuto. Sono certo che troveremo in voi analogo atteggiamento di apertura e collaborazione, nella gioia di dare attuazione piena a ciò che la Chiesa vi chiede attraverso lo Statuto. Confido, in particolare, che la vostra presenza in tante parrocchie romane sarà permeata da generosa volontà di servizio e rivolta a suscitare e incrementare rapporti di autentica comunione con tutti i fedeli e con le loro aggregazioni. Il parroco, pertanto, sarà concretamente al centro dell'attuazione del Cammino nella parrocchia, esercitando - con la collaborazione degli altri presbiteri - la cura pastorale di ciascuno di voi e delle vostre comunità. Il riconoscimento, anche pratico, del servizio di guida che il Signore ha affidato ai sacerdoti in ciascuna dimensione della vita della Chiesa - in concreto nel 3

4 Tripode costituito da Parola, Liturgia e Comunità - è infatti della più grande importanza per l'autenticità e la fecondità del nostro impegno ecclesiale. Ugualmente importante è che ciascun presbitero sappia di essere chiamato al servizio di tutto il popolo di Dio a lui affidato, con sincera disponibilità e dedizione. La condivisione di vita e la profondità della comunione, che sono una grande forza e ricchezza delle vostre comunità, per la piena formazione del cristiano, saranno sviluppate da voi e dai vostri presbiteri in modo tale da salvaguardare in ogni caso la libertà delle coscienze delle persone, valorizzando al meglio il sacramento della Penitenza: saranno così sempre abbondanti e genuini i frutti di bene. Carissimi fratelli e sorelle, voi conoscete bene, perché li vivete personalmente e comunitariamente, quali sono i precipui obiettivi pastorali che si propone oggi la Diocesi di Roma. La missione in primo luogo: dopo il triennio della "missione cittadina", a cui tanto grande è stato il vostro contributo, il Papa ci chiede di rendere il più possibile permanente il carattere missionario della nostra pastorale, verso le famiglie e verso gli ambienti di lavoro e di vita. So di poter contare sul vostro slancio apostolico e sulla vostra generosa dedizione perché la Parola della salvezza raggiunga e interpelli ogni persona e ogni realtà della vita. Per essere missionaria, la Chiesa ha bisogno che un sempre maggior numero di battezzati diventi consapevole delle esigenze di testimonianza della fede che sono intrinseche al nostro Battesimo, e proprio questa è la finalità fondamentale del Cammino Neocatecumenale. Ma è anche necessario ed essenziale il servizio specifico dei presbiteri, dei religiosi e delle religiose. Perciò la Diocesi di Roma intende dedicare, anzitutto con la preghiera e con la testimonianza di vita, ma anche con la proposta esplicita, cura particolare alle vocazioni di speciale consacrazione. Anche qui, da tempo, è grande il vostro impegno e prezioso il vostro contributo: negli ultimi anni, con la grazia del Signore, sono sempre più numerosi i giovani delle vostre comunità romane che si rendono disponibili alla chiamata al sacerdozio. La Diocesi di Roma se ne rallegra e intende provvedere alla loro 4

5 formazione, in quell'ottica di missionarietà a respiro universale che è propria dei Collegi "Redemptoris Mater". Carissimi fratelli e sorelle, mentre rinnoviamo la nostra gratitudine al Signore per il dono dello Statuto, affidiamo proprio a Maria Santissima, Madre del Redentore, il presente e il futuro della Diocesi di Roma e del Cammino Neocatecumenale. Le affidiamo in maniera speciale il nostro Vescovo, il Papa Giovanni Paolo II, in questo venticinquesimo anno del suo Episcopato romano. Maria, Madre del Signore e Salvezza del Popolo Romano, proteggi e conservaci il nostro Papa: egli davvero tutto ti appartiene. 5

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