INTEGRAZIONE ALLA RELAZIONE TECNICA

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1 VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE L.P. n 28 del 29 agosto 1988 DPGP 22 novembre 1989 n DPGP 13 marzo 2001 n 5-56 Stabilimento SANDOZ I.P. di Rovereto IMPIANTO PER IL RECUPERO TERMICO DI ALCUNI REFLUI LIQUIDI COSTITUITI DA MISCELE DI ACQUA E SOLVENTI ORGANICI NON CLORURATI MEDIANTE PROCESSO DI COCOMBUSTIONE Progetto n 17/2008V INTEGRAZIONE ALLA RELAZIONE TECNICA 1 di 41

2 INDICE 1 PREMESSA 4 2 VARIANTE AL PROGETTO Qualificazione del refluo Temporaneo deposito Alimentazione in anello del bruciatore Utilizzo di un solo generatore di vapore per la cocombustione Schema funzionale complessivo dell impianto 7 3 LIMITI DI EMISSIONE IMMISSIONE COMPLESSIVA Quesiti Limiti di emissione vigenti Limiti di emissione ai sensi del Dlgs 133/ Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punti 1 e Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punto Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punto Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punto Tenore di ossigeno di riferimento Limite di emissione per gli impianti di coincenerimento Calcolo del limite applicabile Limiti di emissione applicabili Differenza rispetto alla relazione tecnica iniziale Immissione di inquinanti Volume di fumi prodotto Immissione di NOx Altri inquinanti 15 4 CARATTERIZZAZIONE DEL REFLUO Quesiti Analisi e caratterizzazione del refluo 16 5 CARATTERISTICHE DI COMBUSTIONE Quesiti Premessa La combustione degli idrocarburi La combustione del gasolio e dei combustibili liquidi Temperature nelle fiamme Differenza fra combustione ed incenerimento Tecnica di combustione utilizzata Temperatura in camera di combustione Tempo di permanenza in camera di combustione Risposte ai quesiti 21 2 di 41

3 6 CONTROLLO DELLA COCOMBUSTIONE Quesito Garanzia di un processo ottimale Controllo del processo Valutazione del rischio Rischi identificati Error! Bookmark not defined. 7 GESTIONE RIFIUTI Premessa Schema di riferimento Procedura di gestione dell impianto 27 8 MODALITÀ DI EMISSIONE DEGLI EFFLUENTI GASSOSI Quesito Relazione sulle ricadute delle emissioni 30 9 FORMAZIONE E SMALTIMENTO DI CONDENSE Quesito Formazione di condense STRUMENTAZIONE Prescrizioni del Dlgs 133/ Strumentazione esistente Integrazione alla strumentazione esistente Misura della pressione Misura del TOC Misura delle polveri totali RISPOSTE ALLE OSSERVAZIONI E RICHIESTE PRESENTATE DA CITTADINI DI ROVERETO ALLEGATI (AGGIORNARE IN BASE ALLA NUOVA LISTA) 40 - Relazione consulenza tecnica del centro interdipartimentale di dinamica per l economia, l ambiente e la società (I.D.E.A.S.) dell università Cà Foscari di Venezia. - External Report Cert BPL n 49/2008 della REDOX S.n.c. 3 di 41

4 1 Premessa La ditta Sandoz I.P. ha presentato in data la relazione tecnica di VIA relativamente al progetto preliminare per la realizzazione di un impianti di recupero di alcune miscele di solventi ed acqua mediante processo di cocombustione, identificato dalle Pubbliche Amministrazioni competenti come progetto 17/2008V. APPA, con raccomandata prot. 2071/2008-U219 del ha richiesto il parere agli Enti interessati al procedimento. Con raccomandata prot. 10/2009-U219 del 09/01/2009 (allegato n 05-04), l Agenzia per la Protezione dell Ambiente ha comunicato le richieste di integrazione e la sospensione dei termini del procedimento. Questo documento verrà identificato nel seguito come APPA Vi si trovano alcune richieste di integrazione riassuntive ed i seguenti pareri e richieste di integrazione da parte di altri enti: Nota del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale prot. 75/58/A-09-U265- PF del 08/01/2009, ove si ritiene che il progetto 17/2008V non causa interferenze con gli habitat dell allegato I della Direttiva 92/43/CE e con le specie faunistiche presenti nel sito. Nota del comprensorio della Vallagarina prot /3/4 che non ritiene di avere competenze specifiche in ordine alla valutazione del progetto Nota del Servizio Industria Ufficio Aree Industriali prot. 5479/5 del 17/11/2008, che ritiene il progetto meritevole di approvazione per gli aspetti di competenza Nota del Servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio prot. n 12074/08 del 10/12/2008 che dichiara le previsioni progettuali conformi agli strumenti urbanistici applicabili Nota del Servizio geologico prot. SG 5558/C10VIA del 15/12/2008 che non ritiene di dover esprimere parere in merito al progetto Parere del Servizio Antincendi e protezione Civile prot del 16/12/2008, secondo il quale dovrà essere presentata una richiesta di parere di conformità allo scopo di valutare se vi sia aggravio del rischio ai sensi del DMA 9 agosto In caso affermativo dovrà essere attivato l iter autorizzativo specifico. Nota dell Agenzia Provinciale per l Energia prot /08-S150/GL-gl del 11/12/2008 che esprime parere favorevole In data 9 febbraio 2009, con lettera prot. n 190/2009-U219 (allegato n 05-05), venivano trasmessi i seguenti ulteriori pareri e richieste di integrazione giunti dopo il 09/01/2009: Richiesta di integrazione da parte della Direzione Igiene e Sanità Pubblica, protocollo del 12/01/2009, identificata nel seguito come DISP Osservazioni datate 09/01/2009 da parte dell Associazione PartecipAzione - Cittadini Rovereto. Nota del Servizio Prevenzione Rischi prot. 71/09-S033 del 12/01/2009 esprime parere favorevole in merito al progetto. Richiesta di integrazione da parte del Servizio per le Politiche di gestione dei rifiuti prot. 70/09-S131 del 14/01/2009, identificata nel seguito come SPGR Osservazioni datate 20/01/2009. Osservazioni datate 04/02/ di 41

5 Richiesta di integrazione dell Agenzia Provinciale per la Protezione dell Ambiente Settore Tecnico prot. n 1204/2009-S304 del 04/02/2009, identificata nel seguito come APPAST Le varie richieste contengono quesiti simili. Per questo motivo vengono raggruppate e si risponde cumulativamente ad ogni gruppo di richieste di integrazione simili. Si ritiene opportuno rispondere separatamente alle richieste presentate dai Cittadini, perché investono tematiche molto varie. Si segnala che sono state previste alcune varianti allo schema funzionale dell impianto, finalizzate all ottimizzazione dell impiego della impiantistica già disponibile ed alla ottimizzazione delle procedure di qualifica dei reflui. Nulla varia in merito alle caratteristiche del processo di cocombustione. Le varianti sono riportate al successivo capitolo 2. Si segnala in particolare che verrà utilizzato un solo generatore per il processo di cocombustione. 5 di 41

6 2 Variante al progetto Rispetto al progetto di massima presentato, si comunicano le seguenti varianti. 2.1 Qualificazione del refluo La qualificazione del refluo avverrà nei serbatoi di processo e Una volta qualificato il refluo con le analisi descritte al punto paragrafo, si deciderà se: rinviarlo al ciclo produttivo, previo trattamento nell impianto di recupero solventi; accettarlo nell impianto di cocombustione. Il refluo esce dal ciclo produttivo e viene trasferito al serbatoio di deposito temporaneo La quantità di refluo immessa in verrà registrata come carico sul registro dei rifiuti. avviarlo a smaltimento esterno. Se il refluo non può essere reimmesso nel ciclo produttivo né avviato a cocombustione, esso viene caricato su autobotti ed inviato a smaltimento esterno presso impianti autorizzati. 2.2 Deposito Temporaneo Si utilizza il serbatoio con la funzione di deposito temporaneo esclusivo del refluo identificato come rifiuto dalla codifica CER La definizione di deposito temporaneo ai sensi dell art. 183 comma 1, lettera m) del Dlgs 152/2006 come modificato dal Dlgs 4/2008, è identificata in ragione del fatto che il rifiuto viene depositato nel serbatoio e viene sottoposto ad analisi chimica; qualora le analisi confermino l utilizzabilità come co-combustibile sarà inviato all impianto di combustione mediante apposita tubazione di alimentazione, in caso contrario sarà smaltito presso impianto terzo autorizzato. Ai fini della gestione del deposito temporaneo ancora ai sensi della normativa sopra indicata, viene scelta l alternativa temporale e cioè che i rifiuti raccolti nel deposito temporaneo siano avviati a recupero o smaltimento con cadenza almeno trimestrale. Il serbatoio ha volume di 60 m³ ma verrà alimentato a lotti. Assumendo una portata media di soli 100 l/h, lo smaltimento di 60 m³ richiederebbe 25 giorni, tempo di gran lunga inferiore al limite massimo di 90 giorni. 2.3 Alimentazione in anello del bruciatore Per la corretta alimentazione del bruciatore impiegato per la cocombustione, verrà creato un breve circuito in anello, derivato da un serbatoio di servizio posto entro il perimetro del bacino di contenimento delle cisterne dell olio combustibile (si trova nelle immediate vicinanze della centrale termica). Il trasferimento del refluo dal serbatoio al serbatoio di servizio sarà comandato dal controllo di livello del serbatoio di servizio stesso. La circolazione in anello garantisce l omogeneizzazione del refluo e la variazione progressiva delle sue caratteristiche, in modo da evitare variazioni repentine di composizione e portata del refluo alimentato al bruciatore. 2.4 Utilizzo di un solo generatore di vapore per la cocombustione Nello stabilimento Sandoz I.P. sono disponibili due generatori gemelli per il servizio di termoossidazione. Uno solo dei due verrà modificato per svolgere anche la funzione di cocombustione. Non c è alcuna necessità di garantire la continuità del servizio di cocombustione in quanto questo può essere interrotto in qualsiasi momento senza compromettere alcun altro servizio. 6 di 41

7 2.5 Schema funzionale complessivo dell impianto Lo schema riportato nell allegato alla relazione tecnica originale depositata il 28/10/2009 è pertanto sostituito dall allegato revisione 1 del 30/04/2008 alla presente relazione integrativa. Nulla cambia dal punto di vista della funzionalità complessiva dell impianto. Si tratta di una mera ottimizzazione delle procedure e dell utilizzo delle risorse disponibili: si richiede l uso di un solo serbatoio di deposito temporaneo; si semplifica la procedura di gestione del carico/scarico dello stoccaggio temporaneo; si riduce il numero di trasferimenti del refluo (nella versione precedente, poiché l analisi ed accettazione avveniva dopo il primo trasferimento, in caso di non accettazione ne era richiesto un secondo) 7 di 41

8 3 Limiti di emissione Immissione complessiva 3.1 Quesiti APPA Specificare e dettagliare i valori di emissione ed i limiti di emissione attuali e futuri a seguito dell incenerimento (con i relativi calcoli) SPGR si ritiene necessario debbano essere indicati i limiti di emissione, calcolati secondo quanto descritto nell allegato 2, paragrafo A del Dlgs 133/2005 DISP ) indicare i valori di emissione e di immissione attuali ed attesi dalla realizzazione di quanto in oggetto, specificandone le modalità di calcolo APPAST I valori limite di emissione nell atmosfera dell effluente gassoso devono essere calcolati secondo quanto descritto nell Allegato 2 del decreto applicando alla formula di miscelazione ed esplicitandone i termini. 3.2 Limiti di emissione vigenti I limiti di emissione attualmente vigenti per il generatore di vapore da utilizzare per la cocombustione sono quelli previsti in AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale): CO 80 mg/nm³, riferimento 3% O 2 nei fumi secchi NOx 300 mg/nm³, riferimento 3% O 2 nei fumi secchi TOC 5 mg C /Nm³, riferimento 3% O 2 nei fumi secchi 3.3 Limiti di emissione ai sensi del Dlgs 133/05 Trattandosi di un impianto di coincenerimento, occorre individuare i pertinenti limiti di emissione nell allegato I al Dlgs 133/05 ed applicare la formula di miscelazione ai limiti di emissione definiti ai punti 1, 2 e 5 dell allegato I punto A del Dlgs 133/ Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punti 1 e 2 Limite Limite Inquinante Limite su 30 minuti su 30 minuti giornaliero 100% 97% delle misure delle misure Polveri totali 10 mg/m³ 30 mg/m³ 10 mg/m³ Sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come carbonio organico totale (TOC) 10 mg/m³ 20 mg/m³ 10 mg/m³ Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapore, espressi come acido cloridrico (HCI) 10mg/m³ 60 mg/m³ 10 mg/m³ Composti inorganici del fluoro sotto forma di gas o vapore, espressi come acido fluoridrico (HF) 1 1 mg/m³ 4 mg/m³ 2 mg/m³ mg/m³ Ossidi di zolfo espressi come biossido di zolfo 50 mg/m³ 200 mg/m³ 50 mg/m³ 8 di 41

9 (SO2) Ossidi di azoto espressi come biossido di azoto (NO2) Ai limiti in questa tabella si applica la formula di miscelazione. 200 mg/m³ 400 mg/m³ 200 mg/m³ Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punto 3 Valore limite di emissione su 30 minuti Cadmio e i suoi composti, espressi come cadmio (Cd) Tallio e i suoi composti, espressi come tallio (T) Mercurio e i suoi composti, espressi come mercurio (Hg) Antimonio e suoi composti, espressi come antimonio (Sb) Arsenico e suoi composti, espressi come arsenico (As) Piombo e suoi composti, espressi come piombo (Pb) Cromo e suoi composti, espressi come cromo (Cr) Cobalto e suoi composti, espressi come cobalto (Co) Rame e suoi composti, espressi come rame (Cu) Manganese e suoi composti, espressi come manganese (Mn) Nichel e suoi composti, espressi come nichel (Ni) Vanadio e suoi comopsti, espressi come vanadio (V) Ai limiti in questa tabella NON si applica la formula di miscelazione. 0,05 mg/m³ in totale 0,05 mg/m³ 0,05 mg/m³ in totale Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punto 4 Limite di emissione PCDD + PCDF con campionamento di 8 ore 0,1 mg/nm³ Si deve tener conto dei seguenti fattori di equivalenza: 2, 3, 7, 8 - Tetraclorodibenzodiossina (TCDD) 1 1, 2, 3, 7, 8 - Pentaclorodibenzodiossina (PeCDD) 0,5 1, 2, 3, 4, 7, 8 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD) 0,1 1, 2, 3, 7, 8, 9 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD) 0,1 1, 2, 3, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzodiossina (HxCDD) 0,1 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 - Eptaclorodibenzodiossina (HpCDD) 0,01 - Octaclorodibenzodiossina (OCDD) 0,001 2, 3, 7, 8 - Tetraclorodibenzofurano (TCDF) 0,1 2, 3, 4, 7, 8 - Pentaclorodibenzofurano (PeCDF) 0,5 1, 2, 3, 7, 8 - Pentaclorodibenzofurano (PeCDF) 0,05 1, 2, 3, 4, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1 1, 2, 3, 7, 8, 9 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1 1, 2, 3, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1 2, 3, 4, 6, 7, 8 - Esaclorodibenzofurano (HxCDF) 0,1 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8 - Eptaclorodibenzofurano (HpCDF) 0,01 1, 2, 3, 4, 7, 8, 9 - Eptaclorodibenzofurano (HpCDF) 0,01 Octaclorodibenzofurano (OCDF) 0,001 Ai limiti in questa tabella NON si applica la formula di miscelazione. 9 di 41

10 Limite di emissione IPA con campionamento di 8 ore 0,01 mg/nm³ Gli IPA sono determinati come somma di: Benz[a]antacene Dibenz[a,h]antracene Benzo[b]fluorantene Benzo[j]fluorantene Benzo[k]fluorantene Benzo[a]pirene Dibenzo[a,e]pirene Dibenzo[a,h]pirene Dibenzo[a,i]pirene Dibenzo[a,l]pirene Indeno[1,2,3-cd]pirene Ai limiti in questa tabella NON si applica la formula di miscelazione Limiti di cui all allegato I, paragrafo A, punto 5 Limite Limite Inquinante Limite su 30 minuti su 10 minuti giornaliero 100% 95% delle misure delle misure Monossido di carbonio 50 mg/m³ 30 mg/m³ 10 mg/m³ Ai limiti in questa tabella si applica la formula di miscelazione Tenore di ossigeno di riferimento I limiti di cui all allegato I, paragrafo A sono tutti riferiti ad un tenore di ossigeno dell 11% Limite di emissione per gli impianti di coincenerimento Formula di miscelazione I limiti di cui ai punti 3 (metalli) e 4 (PCDD, PCDF ed IPA) si applicano tal quali anche agli impianti di coincenerimento, con riferimento ai fumi complessivi. Per i limiti di emissione di cui ai punti 1, 2 e 5 (polveri, TOC, HCl, HF, SO 2, NO x, CO ), si deve applicare la formula di miscelazione riportata nell allegato 2, paragrafo A, punto 1 del Dlgs 133/05: Vrifiuti Crifiuti + V processo C processo C = V + V rifiuti processo Per l applicazione della formula di miscelazione occorre valutare i termini V rifiuti, C rifiuti, V processo e C processo V rifiuti : è il volume dell'effluente gassoso derivante dall'incenerimento dei soli rifiuti, determinato in base ai rifiuti che hanno il più basso potere calorifico specificato nell'autorizzazione e normalizzato alle condizioni indicate al paragrafo B dell'allegato 1 al Dlgs 133/05. Qualora il calore liberato dall'incenerimento di rifiuti pericolosi sia inferiore al 10% del calore totale liberato nell'impianto, V rifiuti deve essere calcolato in base ad un quantitativo (fittizio) di rifiuti che, se incenerito, libererebbe un calore pari al 10% del calore totale liberato nell'impianto. V processo : è il volume dell'effluente gassoso derivante dal processo dell'impianto, inclusa la combustione dei combustibili autorizzati normalmente utilizzati nell'impianto (esclusi i rifiuti), 10 di 41

11 determinato sulla base dei tenori di ossigeno previsti dalla normativa ai fini della normalizzazione delle emissioni. Nel caso specifico il tenore di ossigeno di riferimento è il 3% C processo : è il valore limite di emissione indicato nell allegato 2 al Dlgs 133/05 per taluni settori industriali (combustione di biomasse o combustibili liquidi, non applicabile al presente progetto che prevede una fiamma principale alimentata a gas) o, in caso di assenza di tali valori, valori limite di emissione degli inquinanti e del monossido di carbonio fissati dalla normativa statale o regionale per tali impianti quando vengono bruciati i combustibili normalmente autorizzati (rifiuti esclusi). In mancanza di tali disposizioni si applicano i valori limite di emissione che figurano nell'autorizzazione. Se in questa non sono menzionati tali valori, si ricorre alle concentrazioni reali in massa. C rifiuti : valori limite di emissione per gli impianti di incenerimento stabiliti al paragrafo A dell'allegato 1 al Dlgs 133/05 Il tenore totale di ossigeno di riferimento, che sostituisce il tenore di ossigeno di riferimento per la normalizzazione di cui al successivo paragrafo B, è calcolato sulla base dei tenori di ossigeno sopraindicati per V rifiuti e V processo rispettando i volumi parziali. Nel seguito tutti i limiti verranno riportati ad un tenore di riferimento del 3% di O Volumi (V rifiuti e V processo ) Il volume V rifiuti è variabile. Per tenere conto correttamente dell effetto della variabilità della portata di reflui, si può osservare che: Vrifiuti Crifiuti + C processo Vrifiuti Crifiuti + V processo C processo V processo C = = Vrifiuti + V V processo rifiuti +1 V processo In questo modo si evidenzia che il parametro fondamentale per la valutazione del limite complessivo C per la miscela di fumi è il rapporto V rifiuti /V processo. Si osserva inoltre che il volume di fumi prodotto è proporzionale al calore sviluppato dalla combustione, come risulta dalla tabella seguente: Volume specifico dei Combustibile fumi di combustione stechiometrici secchi [Nm³/1000kcal] Acetone 1,01 Etil-acetato 1,02 Isobutanolo 1,00 Etanolo 0,98 Butil acetato 1,02 n -eptano 1,01 Toluene 1,02 Media COV nei reflui tipici 1,01 Metano 1,00 Gasolio 1,03 11 di 41

12 Si evince che si può assumere che il rapporto fra i volumi di fumi sia uguale al rapporto fra la rispettive potenze sviluppate. La presenza dell acqua nei reflui è ininfluente in quanto le valutazioni vengono tutte effettuate sui fumi secchi. Ai fini della valutazione dei limiti di emissione, la potenza termica sviluppata dai reflui dovrà essere ritenuta compresa: fra un minimo pari al 10 % del calore totale liberato nel focolare, specificato nell allegato 2, paragrafo A, comma 1 ( Qualora il calore liberato dall'incenerimento di rifiuti pericolosi sia inferiore al 10% del calore totale liberato nell'impianto, V rifiuti deve essere calcolato in base ad un quantitativo (fittizio) di rifiuti che, se incenerito, libererebbe un calore pari al 10% del calore totale liberato nell'impianto. ) ed un massimo pari al 40% del calore totale liberato nel focolare, imposto da progetto. NOTA: se il contributo dei reflui è il 40%, quello del combustibile principale è il 60% ed il rapporto fra i due contributi (quindi il rapporto fra i rispettivi volumi di fumi) è 40/60=67%. DI seguito si effettua la valutazione per entrambi gli scenari Valutazione di C processo Il principale riferimento sono i valori limite di emissione imposti in AIA, pari a: CO 80 mg/nm³ NOx come NO 2, 300 mg/nm³ TOC come C 5 mg/nm³ Gli altri limiti di emissione applicabili sono: Polveri: 5 mg/nm³ (Dlgs 152/2006, allegato 1 alla parte quinta, Parte III, 1.3, limiti di emissione per impianti di combustione di potenza inferiore a 50 MW utilizzanti combustibili gassosi) SO 2 : 35 mg/nm³ (Dlgs 152/2006, allegato 1 alla parte quinta, Parte III, 1.3) Per gli altri inquinanti (HCl, HF) si deve far riferimento alle concentrazioni reali, che si possono ritenere trascurabili o nulle. I limiti individuati per C processo sono riferiti ad un tenore di ossigeno del 3% Valutazione di C rifiuti : Sono quelli già riportati al paragrafo della presente relazione, specificati nel Dlgs 133/2005. Questi limiti sono riferiti ad un tenore di ossigeno dell 11%. Per poter applicare la formula di miscelazione vanno riportati allo stesso tenore di ossigeno di riferimento previsto per C processo, cioè il 3%, applicando la formula: 21 3 C processo,3% = C processo,11% = C processo,11% 1, Si ottengono i nuovi limiti C processo,3%, riferiti ad un tenore di ossigeno del 3%: Inquinante Limite giornaliero Limite su 30 minuti 100% delle misure Limite su 30 minuti 97% delle misure Polveri totali 18 mg/m³ 54 mg/m³ 18 mg/m³ Sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come carbonio organico totale (TOC) 18 mg/m³ 36 mg/m³ 18 mg/m³ Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapore, espressi come acido cloridrico (HCI) 18mg/m³ 108 mg/m³ 18 mg/m³ 12 di 41

13 Composti inorganici del fluoro sotto forma di gas o vapore, espressi come acido fluoridrico (HF) 1 1,8 mg/m³ 7,2 mg/m³ 3,6 mg/m³ mg/m³ Ossidi di zolfo espressi come biossido di zolfo (SO2) 90 mg/m³ 360 mg/m³ 90 mg/m³ Ossidi di azoto espressi come biossido di azoto (NO2) 360 mg/m³ 720 mg/m³ 360 mg/m³ Monossido di carbonio (CO) 90 mg/nm³ 180 mg/nm³ 3.4 Calcolo del limite applicabile Limiti di emissione applicabili Limiti ottenuti in base alla formula di miscelazione Tenuto conto della variabilità dal 10% al 40% del contributo del calore liberato dal refluo rispetto al totale liberato nel focolare si ottiene: Limiti risultanti per le concentrazioni giornaliere DESCRIZIONE U.M. NOx come NO 2 CO Polveri TOC come C SOx come SO 2 HCl HF Percentuale calore rifiuto % Limite rifiuto mg/nm³ ,8 1,8 Tenore di ossigeno riferimento % Percentuale calore rifiuto % Limite combustibile mg/nm³ Tenore di ossigeno riferimento % Rapporto V rifiuto /V processo p.u. 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 C limite miscela al 3% O 2 mg/nm³ 324,0 306,0 84,0 81,0 10,2 6,3 7,0 5,5 57,0 40,5 7,2 1,8 0,7 0,2 Limiti risultanti per le concentrazioni su 30 minuti, 100% delle misure DESCRIZIONE U.M. NOx come NO 2 CO Polveri TOC come C SOx come SO 2 HCl HF Percentuale calore rifiuto % Limite rifiuto mg/nm³ ,2 7,2 Tenore di ossigeno riferimento % Percentuale calore rifiuto % Limite combustibile mg/nm³ Tenore di ossigeno riferimento % Rapporto V rifiuto /V processo p.u. 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 C limite miscela al 3% O 2 mg/nm³ 468,0 342,0 120,0 90,0 24,6 9,9 11,0 6,5 165,0 67,5 43,2 10,8 2,9 0,7 Limiti risultanti per le concentrazioni su 30 minuti 97% delle misure DESCRIZIONE U.M. NOx come NO 2 CO Polveri TOC come C SOx come SO 2 HCl HF Percentuale calore rifiuto % Limite rifiuto mg/nm³ ,6 3,6 Tenore di ossigeno riferimento % Percentuale calore rifiuto % Limite combustibile mg/nm³ Tenore di ossigeno riferimento % Rapporto V rifiuto /V processo p.u. 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 0,67 0,11 C limite miscela al 3% O 2 mg/nm³ 324,0 306,0 84,0 81,0 10,2 6,3 7,0 5,5 57,0 40,5 7,2 1,8 1,4 0, Altri limiti di emissione Valgono tal quali i limiti fissati ai punti 3 e 4 dell allegato I, paragrafo A del Dlgs 133/05 (metalli, PCDD, PCDF, IPA), riferiti ad un tenore di ossigeno dell 11%. 13 di 41

14 3.4.2 Differenza rispetto alla relazione tecnica iniziale Nella relazione tecnica non si era tenuto conto che il tenore di riferimento di C rifiiuti, specificato dal Dlgs 133/2005 è pari all 11%. Per errore si è assunto pari al 3% (invece che al 11%). I limiti di emissione corretti sono quelli riportati nell ultima riga delle tabelle riportate al precedente punto Immissione di inquinanti Volume di fumi prodotto Il valore complessivo di immissione può essere valutato come prodotto del quantitativo di fumi emessi moltiplicato per la concentrazione di ciascun inquinante. Ciò è vero anche in presenza del coincenerimento progettato in quanto, a parità di calore prodotto, il volume specifico dei fumi non cambia bruciando miscele di COV (si trascura l aumento di fabbisogno termico per l evaporazione dell acqua, stimato al 2%). Il volume totale di fumi prodotto è pari al quantitativo di metano bruciato moltiplicato per il volume di fumi secchi con 3% di O 2, pari a 10 Nm³/Nm³ per il metano. Negli ultimi 4 anni il consumo medio di metano dello stabilimento è stato di poco inferiore a Stm³, per cui : V fumi = Stm³/anno x 10 m³/stm³ = m³/anno di fumi NOTA: il ricorso alla fornitura di vapore Trentino Servizi consente di evitare l impiego di di Stm³ di metano all anno, che comporterebbero un immissione annua altri di Nm³ di fumi, con aumento dell immissione almeno proporzionale (+ 75%) Immissione di NOx Dai dati del monitoraggio delle caldaie risulta che la concentrazione media di NOx nei fumi è 110 mg/nm³ per la caldaia con termoossidazione; 170 mg/nm³ per la caldaia senza termoossidazione. Sulla base dei consumi storici degli ultimi 4 anni, stimando prudenzialmente un utilizzo del gas per il 60% nel generatore con termoossidazione e per il restante 40% in quello senza termoossidazione, si ottiene una concentrazione media di NOx nei fumi pari a 134 mg/nm³. L immissione totale attuale è quindi di Nm³/anno x 134 mg/nm³ = 5,4 t/anno di NOx Con l aggiunta del coincenerimento: la variazione del volume di fumi prodotto è trascurabile (l evaporazione dell acqua può incidere solo per un 2%); la concentrazione media di NOx nella caldaia dedicata alla termoossidazione aumenta, non supererà i 240 mg/nm³, tenuto conto che verrà bloccata immediatamente l immissione del refluo al raggiungimento del valore di 280 mg/nm³ (80% del limite per il 100% dei valori su 30 minuti) con un aumento pari a 240 mg/nm³ mg/nm³ = 130 mg/nm³. L aumento massimo stimato di immissione di NOx è dato quindi da: Stm³ gas /anno x 60% del gas impiegato nella caldaia con termoossidazione ed immissione refluo x 10 Nm³ fumi 3%O2 / Stm³ gas x 130 mg NOx /Nm³ = 3,1 t/anno di maggiore emissione di NOx, pari ad un aumento del 57%. 14 di 41

15 L aumento di immissione massimo prevedibile (3,1 t/anno) è comunque inferiore a quanto risparmiato grazie all utilizzo del vapore fornito dal vicino impianto di cogenerazione della Trentino Servizi, consolidato nei 5 anni passati e con una convenzione in essere per i prossimi 4 anni. La combustione del metano equivalente al vapore acquistato dall impianto di cogenerazione porterebbe infatti all immissione di: Stm³/anno x 10 Nm³/Stm³ x 170 mg/nm³ = 5,1 t/anno di NOx. L immissione risparmiata è valutata con 170 mg/nm³ in quanto il carico aggiuntivo andrebbe a gravare sulla caldaia non già utilizzata per il servizio di termoossidazione (in funzione tutto l anno 24/24) Altri inquinanti L immissione di altri inquinanti rimarrà invariata in quanto non è influenzata dal processo di cocombustione. 15 di 41

16 4 Caratterizzazione del refluo 4.1 Quesiti APPA Per escludere la presenza di precursori di diossina e beneficiare della deroga al rispetto del tempo di permanenza (2 secondi), fornire un maggiore dettaglio analitico circa la presenza di alogenati (Cl e Br) nelle impurezze dei reflui SPGR Considerato che un analisi del refluo presenta una percentuale di impurezze incognite totali pari al 2,6%, al fine di stabilire se sono presenti sostanze organiche alogenate, espresse in cloro, in percentuale superiore all 1%, si ritiene necessario approfondire la conoscenza circa la composizione delle impurezze presenti nei reflui DISP ) Produrre opportuna documentazione analitica ricercando i parametri cloro, fluoro e bromo, in relazione alle impurezze incognite totali del refluo (riferimento pagina 23 della relazione tecnica) APPAST In riferimento alle condizioni di esercizio l art. 8 prevede che i gas prodotti dal coincenerimento di rifiuti pericolosi contenenti oltre l 1% di sostanze organiche alogenate, espresse in cloro, devono essere portati alla temperatura di 1100 C per almeno 2 secondi. Considerato che la caratterizzazione del refluo in ingresso al bruciatore contiene una frazione maggiore dell 1% di impurezze incognite si richiede: la caratterizzazione chimica delle impurezze 4.2 Analisi e caratterizzazione del refluo Si rimanda al report di analisi della ditta Redox s.n.c. (allegato n 02-08) che risponde in maniera esaustiva ai quesiti posti. 16 di 41

17 5 Caratteristiche di combustione 5.1 Quesiti APPA Maggior dettagli sulle caratteristiche di combustione SPGR Considerato che gli impianti di coincenerimento devono essere progettati, costruiti, equipaggiati e gestiti in modo tale che i gas prodotti dal coincenerimento dei rifiuti siano portati, in modo controllato ed omogeneo, anche nelle condizioni più sfavorevoli previste, ad una temperatura di almeno 850 C, o di 1100 C, per almeno due secondi, a seconda del contenuto di sostanze organiche alogenate dei rifiuti coinceneriti, si ritiene necessario conoscere la temperatura ed il tempo di permanenza dei gas in camera di combustione SPGR Si ritiene necessario valutare l integrazione del sistema di gestione e controllo della combustione delle caldaie con un sistema automatico che impedisca l alimentazione di rifiuti nei seguenti casi: a) all avviamento, finchè non sia raggiunta la temperatura minima di 850 C o di 1100 C, a seconda del contenuto di sostanze organiche alogenate dei rifiuti coinceneriti, oppure la temperatura eventualmente prescritta in autorizzazione b) qualora la temperatura nella camera di combustione scenda al di sotto di quella minima di 850 C o 1100 C, a seconda del contenuto di sostanze organiche alogenate dei rifiuti coinceneriti, oppure la temperatura eventualmente prescritta in autorizzazione SPGR di conseguenza, si ritiene necessario valutare l integrazione del sistema di monitoraggio con un punto di misura e registrazione in continuo della temperatura dei gas vicino alla parete interna o in un altro punto rappresentativo della camera di combustione APPAST In riferimento alle condizioni di esercizio l art. 8 prevede che i gas prodotti dal coincenerimento di rifiuti pericolosi contenenti oltre l 1% di sostanze organiche alogenate, espresse in cloro, devono essere portati alla temperatura di 1100 C per almeno 2 secondi. Considerato che la caratterizzazione del refluo in ingresso al bruciatore contiene una frazione maggiore dell 1% di impurezze incognite si richiede: la caratterizzazione chimica delle impurezze e un maggior dettaglio sul profilo della temperatura di fiamma con i tempi di permanenza dei gas nel focolare. 5.2 Premessa Ai fini della corretta valutazione del requisito dei tempi di permanenza e temperatura nel focolare è necessario richiamare alcune nozioni e concetti sulla combustione degli idrocarburi e di altri composti. Chi volesse approfondire ulteriormente la materia può consultare Bernard Lewis / Guenter Von Elbe Combustion, flames and explosion of gases oppure Giuliano Salvi La Combustione La combustione degli idrocarburi La combustione degli idrocarburi miscelati con aria in proporzioni corrette (cioè prossime a quella stechiometrica) avviene con reazioni a catena rapidissima sopra gli 800 K (circa 530 C). 17 di 41

18 Sono le condizioni tipiche del focolare di una caldaia ma anche della camera di combustione di un motore a combustione interna (i motori dei veicoli), dove il tempo a disposizione per la combustione della miscela dei vapori di benzina (o delle goccioline di gasolio) con l aria è di circa 0,01 s a 3000 giri/min, regime di rotazione raggiunto e superato da tutti i motori per autoveicoli. Più in dettaglio, la combustione degli idrocarburi si articola sempre in tre fasi: induzione (innesco); reazione a catena e consumo degli idrocarburi (rapidissima); combustione finale del CO. Tutte le combustioni di idrocarburi passano quindi per la formazione e successiva combustione di CO. Nei bruciatori soffiati (come quelli in uso alla Sandoz I.P. ed in tutti i moderni focolari di generatori di vapore), la funzione di induzione ed ancoraggio della fiamma è svolta dalla testa di combustione (più precisamente dal deflettore, talvolta indicato in letteratura come disco di turbolenza). Le altre due fasi sono praticamente sovrapposte ed avvengono nella parte visibile della fiamma. La temperatura massima, prossima a quella teorica, viene raggiunta sul contorno della fiamma visibile La combustione del gasolio e dei combustibili liquidi La combustione avviene per: gas e vapori; solidi in polvere (diventano esplosive anche le miscele di farina e/o zuccheri in aria). Se si impiegano combustibili liquidi (come il gasolio e l olio combustibile) occorre far avvenire l evaporazione per poterli bruciare. L olio combustibile viene oggi raramente utilizzato nei focolari dei generatori di vapore mentre l uso del gasolio è tuttora comunissimo anche in impianti civili di piccola taglia nonché negli autoveicoli (circa 50%) ed in quasi tutti i veicoli industriali (autocarri ed autobus). Di regola, il combustibile liquido viene polverizzato in goccioline finissime per accelerare il processo di evaporazione. Nei bruciatori delle caldaie, la polverizzazione del gasolio è ottenuta mediante ugelli a polverizzazione meccanica ad alta pressione (tipicamente bar) oppure mediante ugelli a polverizzazione assistita con aria compressa o vapore (per i combustibili più difficili oppure quando non sia possibile raggiungere alte pressioni) Temperature nelle fiamme La temperatura teorica di fiamma dipende dal contenuto termico dei fumi, cioè del potere calorifico espresso non come energia per unità di massa di combustibile ma energia per unità di massa di fumi totali (umidi). Come è stato già evidenziato (tabella al punto della presente relazione), il volume specifico dei fumi per il metano e gli altri combustibili contenuti nei reflui è costante e pari a circa 1000 kcal/nm³ di fumi secchi. Per il metano con il 3% di O 2 (corrispondente ad un eccesso d aria del 20%) si ottiene una temperatura teorica di fiamma di 1700 C (cfr. tabella in figura 9.2 pag. 714, Cesare Salvi La combustione ). Con un eccesso d aria del 40% (tenore di ossigeno 6,5%, maggiore di quello massimo regolato) la temperatura di fiamma diventa 1550 C. Com è evidente, l eccesso d aria abbassa la temperatura teorica di fiamma in quanto aumenta la quantità di prodotti della combustione a parità di calore liberato. Con eccesso d aria controllato, la temperatura di fiamma rimane sempre elevata e di gran lunga superiore agli 850 C. Lungo il focolare la temperatura reale dei gas nella fiamma inizialmente aumenta con il proseguire della reazione di combustione la temperatura massima viene raggiunta sulla periferia della fiamma visibile. 18 di 41

19 proseguendo, la temperatura si riduce per effetto dell irraggiamento La misura della temperatura di fiamma (più correttamente, il rilievo del campo di temperatura all interno del focolare) è un operazione complessa che richiede strumentazione speciale. In letteratura si trovano risultati sperimentali del tipo di quello riportato in figura: Profilo tipico di temperatura in una fiamma turbolenta alimentata a metano (condizioni prossime a quelle stechiometriche). Si tratta evidentemente di temperature ben al di sopra degli 850 C. Nella zona indicata in rosso si raggiungono anche i 1800 C Differenza fra combustione ed incenerimento Per il corretto inquadramento dell intervento progettato, si ricorda che tecnicamente occorre distinguere fra: combustione = processo spontaneo e velocissimo, che una volta innescato si auto sostiene fino ad avere andamento esplosivo (sono coinvolte reazioni a catena); incenerimento = ossidazione forzata (= riduzione alla cenere, che è la parte che non si ossida) a carico di una sorgente di calore esterna. L intervento progettato è una cocombustione in quanto i reflui contengono sostanze che sarebbero di per se degli ottimi combustibili. La legislazione (Direttiva 200/76/CE e dlgs 133/2005), nel porre le condizioni tecniche generali di temperatura e tempo di permanenza, fa riferimento all incenerimento di materiali eterogenei, di composizione non definita, solidi, anche non combustibili, di pezzatura variabile. La stessa legislazione riconosce che vi sono casi particolari in cui il rifiuto da incenerire o coincenerire può essere un buon combustibile e consente di derogare alle condizioni di temperatura e tempo di permanenza a condizione che sia garantita la completezza della combustione. 5.3 Tecnica di combustione utilizzata La tecnica di combustione utilizzata è quella dei bruciatori ad aria soffiata, ben collaudata da decine di anni in applicazioni civili ed industriali, utilizzata anche per la combustione di gasolio ed olio combustibile. Con riferimento alla sezione della testa di combustione, ove si vedono il disco deflettore dotato di tagli radiali, l imbuto ed i tubetti di immissione del gas: 19 di 41

20 l aria di combustione passa prevalentemente nella corona circolare attorno al deflettore anche il gas viene iniettato prevalentemente nella corona circolare attorno al deflettore attraverso io tubetti terminanti a ridosso del deflettore parte dell aria e del gas vengono immessi nel centro della testa (l aria passando attraverso i tagli radiali del deflettore, il gas portato da alcuni tubetti in zona centrale e risucchiato dal bordo del deflettore) dove c è un moto di tipo elicoidale e fanno da innesco permanente al resto della miscela la rapidissima miscelazione di aria e gas è garantita dall elevata turbolenza causata dalla strozzatura e dai tagli inclinati del deflettore. Il risultato è un fiamma azzurra che testimonia che le particelle carboniose che si formano (semplificando si può dire che ogni molecola di metano diventa radicale CH, particella di carbonio, CO ed infine CO 2 nel percorso di combustione completa) non hanno il tempo di riscaldarsi (ed emettere luce gialla) prima di ossidarsi e diventare CO e poi CO 2. Per confronto, nelle fiamme poco turbolente (accendino, candela, fornello di cucina quando l aria centrale è scarsa od il gas in eccesso, bruciatori con scarsa miscelazione) e nelle fiamme dei combustibili liquidi, il combustibile si trasforma in particelle carboniose che si riscaldano ed emettono la caratteristica luce gialla prima di reagire e diventare CO e poi CO Temperatura in camera di combustione Una elevata temperatura in camera di combustione è garantita dalla regolazione continua automatica dell eccesso d aria. Lo stabilizzarsi del campo termico nel focolare è praticamente istantaneo e non c è accumulo di calore significativo nelle pareti della camera di combustione (è di metallo e deve trasmetter il calore all acqua di caldaia). Non c è un transitorio termico in avviamento significativo. Se si attende che l analisi del tenore di ossigeno in continuo indichi il raggiungimento di un valore soddisfacente di eccesso d aria, è anche garantito il raggiungimento della temperatura di regime nel focolare. La misura della temperatura può essere attuata al termine del focolare, nella prima camera di inversione, installando una termocoppia nella posizione indicata nella figura seguente, estratta dall allegato alla relazione di VIA: Si tratta della posizione più vicina alla fiamma nella quale sia tecnicamente realizzabile una misura affidabile della temperatura. Non esistono altri punti di accesso al focolare, che è di tipo a fondo bagnato come risulta anche dalla sezione sopra riportata In questo punto può essere garantita una temperatura di 800 C. Da misure effettuate è infatti risultato un valore a regime di C. A conferma si allega il risultato di una misura effettuata in data 17/03/2009 inserendo una termocoppia K nel punto indicato in figura. 20 di 41

21 1400 Temperatura fine focolare caldaia del 17/03/ Temperatura fine focolare C Potenza fiamma kw Temperatura fine focolare Potenza fiamma Inizialmente la fiamma era spenta. Alle 17.11la fiamma è stata accesa alla minima potenza. Si vede molto bene che la temperatura si stabilizza immediatamente alla temperatura di regime (raggiunge circa 820 C in soli 40 secondi) e ne segue fedelmente le variazioni di potenza (aumentando la potenza della fiamma sale la temperatura e viceversa). Non vi è infatti nel focolare alcun materiale (refrattari) in grado di accumulare quantità significative di calore. Sono stati toccati i 1000 C senza che la caldaia abbia raggiunto la massima potenza (7750 kw al focolare contro un massimo di circa 6000 kw nella prova eseguita). 5.5 Tempo di permanenza in camera di combustione Il focolare è cilindrico. Esso ha un diametro di circa 1,05 m, un area della sezione di 0,86 m², una lunghezza di 5,2 metri ed un volume di 4,5 m³. La portata massima di fumi è di 8500 Nm³/h. Assumendo una temperatura media dei fumi nel focolare di 1400 C si ottiene un portata di m³/h, quindi un tempo di permanenza di 0,3 secondi. Si tratta del valore minimo in quanto valutato con la massima portata di fumi. Alla potenza minima del bruciatore il tempo di permanenza aumenta fino a circa 0,7 secondi. 5.6 Risposte ai quesiti Il controllo rigoroso dell eccesso d aria garantisce un elevata temperatura della fiamma ed il massimo tempo di permanenza nel focolare. Verrà installata una sonda permanente di temperatura (termocoppia K) alla fine del focolare, nella posizione indicata nella figura al paragrafo 5.4. Il sistema di controllo automatico dell immissione del refluo verrà integrato con un sistema che consenta l immissione del refluo solo qualora: l eccesso d aria sia stabilmente compreso fra il 15 ed 40% la temperatura dei fumi all uscita del focolare sia stabile al valore di regime, e non inferiore ad 800 C. ed interrompa automaticamente l immissione del refluo qualora queste condizioni non siano verificate. Si ribadisce che ai sensi del Dlgs 133/2005, i requisiti di temperatura minima e tempo di permanenza sono derogabili a condizione che venga garantita la completezza della combustione dei rifiuti. Nel caso specifico, in considerazione: della natura specifica dei rifiuti da coincenerire (ottimi combustibili): 21 di 41

22 del fatto che la temperatura massima raggiunta in camera di combustione è di gran lunga superiore al minimo richiesto (oltre 1500 C anziché gli 850 C richiesti) della presenza di strumentazione di monitoraggio in continuo che garantisce l assenza di incombusti, quindi la completezza della combustione del refluo; si ritiene che il tempo di permanenza inferiore al minimo normalmente richiesto sia più che compensato dall elevata temperatura di picco raggiunta e dalla natura specifica de reflui, garantendo un risultato equivalente. Il monitoraggio continuo degli incombusti (CO e TOC) consentirà la verifica della reale completezza della combustione dei reflui. 22 di 41

23 6 Controllo della cocombustione 6.1 Quesito DISP ) in considerazione che il processo di cocombustione è l elemento determinante per la valutazione del progetto, si chiede di indicare le misure che si intendono adottare al fine di garantire: a) un ottimale processo di co-combustione (sufficiente presenza di ossigeno, temperatura alta e tempi di contatto adeguati); b) il controllo del processo di cocombustione; presentando inoltre la valutazione del rischio relativa al suddetto processo, identificando e valutando i rischi e le criticità, i sistemi di controllo e monitoraggio e le modalità di gestione dei rischi e delle criticità 6.2 Garanzia di un processo ottimale La regolazione continua ed automatica dell eccesso d aria, già in funzione da ormai oltre 10 anni e di affidabilità e precisione dimostrate, garantisce presenza di ossigeno nella corretta quantità. La forte turbolenza della fiamma garantisce anche che non ci possono essere zone morte o disomogeneità nel focolare. Nel sistema saranno previsti: il consenso all iniezione dei reflui solo dopo la stabilizzazione del tenore di ossigeno in un range definito (dal 3% al 6% di ossigeno) l interruzione automatica dell iniezione dei reflui qualora il tenore di ossigeno scendesse sotto una soglia definita (articolata in una prima temporizzata ed una seconda soglia, più bassa, istantanea) Tutto ciò è già stato realizzato per la termoossidazione. La regolazione continua ed automatica dell eccesso d aria garantisce anche che la temperatura della fiamma sia sempre a valori elevatissimi. Il focolare è piccolo, le pareti metalliche sono a temperatura praticamente costante (essendo bagnate internamente dall acqua di caldaia evaporante), perciò la temperatura è uniforme, anche in questo caso grazie alla forte miscelazione ed al fatto che si impiegano combustibili gassosi o liquidi polverizzati. Il tempo di contatto non può essere modificato dalle condizioni di funzionamento, essendo la portata di fumi ben definita, il profilo di temperatura ripetibile e le variazioni di eccesso d aria limitate in un range ristretto. La polverizzazione assistita ad aria compressa e l elevatissima turbolenza fanno si che le goccioline di refluo polverizzato siano disperse nell intera sezione della fiamma entro poche decine di centimetri dall inizio del focolare. Il tempo di contatto è quindi pari all intero tempo di permanenza nel focolare. Il tempo di permanenza nel focolare è stato valutato nel capitolo precedente. Una volta acclarato che il tempo di contatto è sufficiente (per esempio dall assenza di incombusti al camino) non c è ragione che questo si modifichi spontaneamente. L adeguatezza del tempo di contatto è quindi garantita dalla misura del tenore di CO e TOC nei fumi: se rimane contenuto in pochi mg/nm³, ciò significa che il processo di cocombustione è completo. 6.3 Controllo del processo Il controllo del processo di cocombustione seguirà la logica seguente: avviamento del bruciatore e stabilizzazione del suo funzionamento con eccesso d aria di circa il 30% (regolazione automatica del tenore di ossigeno nei fumi e verifica del tenore di CO) 23 di 41

24 avviamento dell iniezione del refluo alla minima portata, per mezzo di una lancia modulante. L eccesso d aria (circa 30%) è sufficiente a garantire la completa combustione del refluo. Ad esempio, supponendo che il bruciatore stia funzionando alla potenza di 3 MW, iniettando 50 l/h di refluo, se fosse solvente puro la potenza aggiuntiva sarebbe di 500 kw, pari al 17%: rimane un margine di eccesso d aria di circa il 13%; attesa della nuova stabilizzazione dell eccesso d aria; inizio della modulazione della portata di refluo. Il potere calorifico e la potenza sviluppata dal refluo verranno valutati automaticamente in base alla portata d aria aggiuntiva (od alla riduzione di potata di gas) richiesta per la stabilizzazione del tenore di ossigeno nei fumi; controllo continuo: in caso di avvicinamento di uno dei limiti di emissione, l interruzione dell immissione del refluo sarà eseguita entro il tempo di 1 secondo. Il refluo verrà omogeneizzato facendolo circolare in anello, in modo da impedire possibili disomogeneità repentine. Il sistema di regolazione automatica del rapporto aria/combustibile sarà quindi in grado di superare i transistori di composizione del refluo. 6.4 Valutazione del rischio In sintesi, il processo di cocombustione non presenta alcuna differenza sostanziale rispetto ad un ordinaria combustione di un combustibile convenzionale. Nella tabella seguente sono riassunti i rischi (eventi) specifici prevedibili insieme con: le conseguenze le misure adottate per prevenire l evento indesiderato le misure adottate nell eventualità residua di accadimento dell evento Evento Conseguenze Prevenzione Protezione Emissione di incombusti Controllo continuo dell eccesso d aria Spegnimento automatico della fiamma in condizioni di eccesso d aria insufficiente od eccessivo Funzionamento in difetto d aria o con rapporto aria/combustibile non ottimale. Composizione variabile del refluo Emissione di incombusti in occasione dei transitori di composizione Miscelazione nel serbatoio ausiliario grazie alla circolazione in anello Eccesso d aria stabile con margini per aumento di combustibile In mancanza di pressione nell anello si interrompe l iniezione del refluo. Spegnimento automatico della fiamma in caso di emissione di incombusti in quantità prossime ai limiti di emissione. Interruzione automatica dell iniezione del refluo in caso di emissione di incombusti in quantità prossime ai limiti di emissione. 24 di 41

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