LINEE GUIDA PER GLI ADEMPIMENTI DEL DECRETO MINISTERIALE 25 OTTOBRE 1999, N. 471
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1 IMPIANTI SPORTIVI PER L ESERCIZIO DEL DI TIRO AL VOLO Proposta di LINEE GUIDA PER GLI ADEMPIMENTI DEL DECRETO MINISTERIALE 25 OTTOBRE 1999, N marzo 2005 FITAV Linee Guida - pag. 1 di 1
2 INDICE 1 PREMESSA ARTICOLAZIONE DELLE LINEE GUIDA DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DI TIRO AL VOLO LE ATTIVITA DELL IMPIANTO I PRODOTTI PRESENTI E UTILIZZATI NELL IMPIANTO E LE FONTI DELLA POSSIBILE CONTAMINAZIONE ALLEGATI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI RIGUARDANTI L IMPIANTO RAccolta dati esistenti esame di eventuali interventi e indagini ambientali eseguite in passato DESCRIZIONE DELL AREA CIRCOSTANTE L IMPIANTO E DEI POTENZIALI BERSAGLI FORMULAZIONE PRELIMINARE DEL MODELLO CONCETTUALE LE INDAGINI DI CARATTERIZZAZIONE PIANO DELLE INDAGINI SOSTANZE INQUINANTI DA SOTTOPORRE AD ANALISI LOCALIZZAZIONE E NUMERO DEI PUNTI E SCELTA DEI METODI DI CAMPIONAMENTO CAMPIONAMENTO DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE CAMPIONAMENTO DELL ATMOSFERA DEL SUOLO (GAS INTERSTIZIALE) CAMPIONAMENTO DEI RIFIUTI E CARATTERIZZAZIONE DI EVENTUALI DISCARICHE ATTIVE O ABBANDONATE CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SUPERFICIALI CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE E DEI SEDIMENTI MARINI CAMPIONI DEL FONDO NATURALE CRITERI GENERALI PER LA CORRETTA ESECUZIONE DEI PRELIEVI DEI CAMPIONI E L ESECUZIONE DELLE ANALISI ELABORAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEI DATI ESAME DELLA SITUAZIONE E DECISIONI RIGUARDANTI GLI INTERVENTI CRITERI SPECIFICI DI VALUTAZIONE VALORI LIMITE D.M. 471/ CONDIZIONI DI RISCHIO ASSOCIATO ALL INQUINAMENTO SITUAZIONE DI IMPIANTO NON INQUINATO ADEMPIMENTI DERIVANTI DAL RILEVAMENTO DI UNA SITUAZIONE DI ACCERTATA PRESENZA DI INQUINAMENTO DELL IMPIANTO IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE I PROGETTI DI INTERVENTO AZIONI DA EFFETTUARE QUALORA SI RENDA NECESSARIA UNA MESSA IN SICUREZZA D EMERGENZA TECNICHE PER LA RACCOLTA DEL PIOMBO FITAV Linee Guida - pag. 2 di 2
3 9 MODALITA TECNICHE DI INDAGINE I METODI DI ANALISI FITAV Linee Guida - pag. 3 di 3
4 1 PREMESSA Queste linee guida propongono agli associati della disciplina sportiva di TIRO AL VOLO una metodologia di approccio per lo svolgimento delle attività previste dal D.M. 471/99 per la caratterizzazione dello stato di inquinamento dei propri impianti conseguente alla presenza di piombo metallico nelle zone di ricaduta dei pallini di piombo. Esse sono presentate in relazione agli adempimenti di cui all'articolo 9 relativi agli interventi effettuati ad iniziativa degli interessati nei casi in cui un campo di tiro a volo debba operare in presenza di una situazione di inquinamento rilevata. Queste Linee Guida suggeriscono le modalità operative per svolgere le Indagini Preliminari in una prima verifica dello stato delle matrici ambientali, suolo, sottosuolo, acque sotterranee e acque superficiali, e dei valori di concentrazione di agenti inquinanti presenti nel sito. Le linee guida qui presentate sono state preparate con l intento di aiutare i gestori di impianti di tiro a volo a: caratterizzare il sito in modo da accertare situazioni di inquinamento tali da costituire un effettivo e concreto pericolo per il suolo, il sottosuolo e le acque di falda nel caso di accertato inquinamento, procedere alla messa in sicurezza d emergenza dell'area stessa e rispondere agli adempimenti dell articolo 9 del Decreto Ministeriale 25 Ottobre 1999, n Il D. M. 471/99 definisce le condizioni che permettono di individuare un sito inquinato e le modalità per predisporre i progetti di bonifica ed eseguirne gli interventi, definisce inoltre all articolo 9 gli adempimenti relativi agli interventi effettuati ad iniziativa degli interessati e esamina i casi in cui si debba operare in presenza di una situazione di inquinamento rilevata. Le presenti Linee Guida sono predisposte per essere applicate secondo criteri che rendono compatibile l esecuzione di eventuali azioni di messa in sicurezza d emergenza e gli eventuali seguenti interventi di bonifica con il proseguimento delle normali attività di tiro al volo. Applicando quanto in esse indicato, il gestore del campo di tiro al volo sarà in grado di determinare l estensione delle zone inquinate da piombo e se l inquinamento costituisce un pericolo per le altre matrici ambientali. Sarà inoltre possibile stabilire se le conseguenze della condizione rilevata siano tali da richiedere la tempestiva adozione di azioni di messa in sicurezza di emergenza. Nel caso quindi della rilevazione di una situazione di inquinamento con effettivo e concreto pericolo per le altre matrici ambientali interessate e dando esecuzione a quanto previsto al comma 1 dell art. 9 del D.M. 471/99, il responsabile del campo dovrà comunicare alla Regione, alla Provincia ed al Comune interessati la situazione d inquinamento rilevata FITAV Linee Guida - pag. 4 di 4
5 nonché le eventuali azioni di messa in sicurezza di emergenza attuate o in corso di attuazione. Tale comunicazione sarà naturalmente corredata da una copia della documentazione tecnica prodotta nello svolgimento della caratterizzazione del sito. Nel caso si debbano attuare azioni di messa in sicurezza d emergenza il Comune competente provvederà a valutare l adeguatezza delle azioni di messa in sicurezza di emergenza adottate (Art 9 c. 2). Per i siti inquinati in cui l interessato non intenda procedere o non abbia la possibilità di procedere di propria iniziativa agli interventi di bonifica, si potrà attendere che la Regione competente definisca la decorrenza dell obbligo di bonifica (Art 9 c. 3) che comporterà la necessità di avviare il procedimento della progettazione di bonifica ai sensi del D.M. 471/99. 2 ARTICOLAZIONE DELLE LINEE GUIDA Le presenti Linee Guida per la caratterizzazione del sito sono state redatte seguendo i criteri per le investigazioni e i campionamenti definiti negli Allegati 2 e 4 del D.M. 471/99. Il problema della determinazione della presenza o meno di una situazione di inquinamento dovuta alla presenza di piombo metallico sul suolo o negli strati più superficiali del suolo che determini l effettivo e concreto pericolo per l integrità del sottosuolo e delle acque sotterranee a seguito della sua totale o parziale mobilità in dette matrici, viene affrontato procedendo per successivi livelli di approfondimento conoscitivo, che considerati in sequenza sono sintetizzabili dai seguenti elementi, in accordo con l Allegato 4 del D.M. 471/99: 1 - esaminare la storia passata e recente del campo di tiro al volo; 2 - sulla base dei dati storici e della struttura passata e presente individuare le aree nelle quali possano essere potenzialmente presenti situazioni di inquinamento, corrispondenti con le aree di ricaduta dei pallini di piombo che, nel tempo, possono anche aver subito modifiche nelle dimensioni o nella ubicazione; 3 - sulla base dell esame storico e della conoscenza dell area formulare un Modello Concettuale preliminare, che sia in grado di individuare la localizzazione di aree inquinate, le possibilità di migrazione all esterno e le vie di esposizione di possibili bersagli 4 - progettare ed eseguire le investigazioni preliminari in base al modello concettuale adottato. Per quanto riguarda: la definizione delle modalità di campionamento delle diverse matrici ambientali la selezione della localizzazione dei punti di prelievo le modalità di formazione del campione le modalità di elaborazione dei risultati delle indagini preliminari gli elementi indicati costituiscono la base informativa per pianificare le operazioni necessarie a definire la presenza di matrici ambientali inquinate, l estensione dell inquinamento e la possibilità di migrazione nell ambiente esterno al perimetro del sito. FITAV Linee Guida - pag. 5 di 5
6 La definizione del numero e della localizzazione dei punti di prelievo delle diverse matrici ambientali è facilitata dalla applicazione di un Modello Concettuale standard inerente il comportamento del piombo metallico nel suolo che descrive le possibili vie di migrazione e i possibili bersagli. L applicazione di questi elementi permette infatti di ottimizzare la localizzazione delle indagini al fine di verificare le ipotesi formulate sulla diffusione della potenziale contaminazione. La possibilità di progettare ed eseguire indagini per fasi successive permette inoltre di ottimizzare i tempi dell interpretazione dei risultati e di ridurre i costi necessari all approfondimento delle conoscenze sul grado e sull estensione dell inquinamento. Anche il trattamento statistico delle informazioni, così come richiesto dall Allegato 2 del D.M. 471/99 per ogni tipologia di indagine condotta ai fini della definizione del livello di inquinamento, favorisce l ottimizzazione della scelta delle metodologie di indagine, anche indirette, dei punti di campionamento e la conseguente elaborazione dei risultati. Si sottolinea che le indagini sono progettate seguendo i criteri dell Allegato 4 del D.M. 471/99. 3 DESCRIZIONE DELL IMPIANTO DI TIRO AL VOLO Dare una descrizione sintetica delle caratteristiche dell impianto, con particolare riferimento al numero dei campi di tiro a volo che lo compongono e del tipo di specialità praticata, indicando la data di costruzione e di esercizio e specificando, se possibile, il numero anche approssimativo dei colpi sparati ogni anno presso ciascun campo. Stante la necessità di permettere la normale prosecuzione delle attività dell impianto, è importante delimitare il più possibile l area di applicazione degli interventi a quella parte dell impianto caratterizzata dalla situazione di inquinamento. La descrizione dell impianto deve costituire una relazione completa e comprensibile che descriva la struttura dell impianto stesso, le sue caratteristiche operative e la sua collocazione nell area circostante. Alla descrizione sono allegate mappe, schemi funzionali, cartografie e disegni. È necessario indicare: - la superficie complessivamente occupata dall impianto di tiro - il numero e le dimensioni delle aree interessate alla ricaduta del piombo - la presenza, anche in zone limitrofe agli impianti di tiro, di corsi d acqua o zone umide - i fabbricati - le aree pavimentate o asfaltate o comunque impermeabilizzate e le aree in terra. 3.1 LE ATTIVITA DELL IMPIANTO Con riferimento agli allegati grafici di cui sopra, sono descritte le attività che vengono eseguite nell impianto di tiro al volo. FITAV Linee Guida - pag. 6 di 6
7 3.2 I PRODOTTI PRESENTI E UTILIZZATI NELL IMPIANTO E LE FONTI DELLA POSSIBILE CONTAMINAZIONE Vanno elencati tutti i tipi di prodotti che transitano e sono presenti nel campo, quali i bersagli (piattelli, eliche, etc.) e le cartucce. Ove possibile questa descrizione deve essere estesa a tutti i prodotti e le sostanze che possono essere state presenti nel passato anche per attività interrotte, raccogliendone le relative schede di sicurezza, se reperibili, o altre informazioni da richiedere ai fornitori.. E opportuno fornire anche in questo capitolo i dati relativi alle quantità di prodotti presenti nell' area di ricaduta dei residui solidi prodotti dalle attività di tiro. 3.3 ALLEGATI Come allegati alla descrizione del campo vanno predisposte tutte quelle documentazioni che permettano di meglio comprendere le caratteristiche dell'area. Sempre tenendo presente quanto prescritto dall allegato 4 del Decreto Ministeriale, gli allegati alla relazione descrittiva del deposito devono contenere almeno i seguenti documenti: mappatura generale dell area su cui sorge l impianto di tiro con la localizzazione dell impianto stesso planimetrie generali aggiornate al 1:1000 o al 1:2000 mappatura della rete fognaria e dei sistemi di raccolta e trattamento acque, se presenti mappatura delle reti dei servizi interrati, se presenti, rete idrica, rete gas (anche antincendio, se presente) con indicazione degli eventuali pozzi, rete elettrica e di messa terra, gas ecc. planimetria degli eventuali edifici e degli impianti tecnologici presenti 3.4 DOCUMENTI AMMINISTRATIVI RIGUARDANTI L IMPIANTO I documenti da allegare sono quelli ritenuti importanti per lo scopo per il quale il documento è preparato e cioè quelli inerenti le autorizzazioni per l esercizio delle attività sportive di tiro e, più in generale, tutti quei documenti capaci di dimostrare la rispondenza del campo alle richieste della normativa vigente. Una lista non esaustiva della documentazione da allegare comprende: Autorizzazioni all esercizio dell attività Autorizzazioni relative all eventuale presenza di pozzi all interno dell impianto Verbali di eventuali ispezioni ed analisi effettuate dalle autorità in materia ambientale in sede di concessione delle autorizzazioni 3.5 RACCOLTA DATI ESISTENTI Se l impianto è stato nel tempo oggetto di modifiche o ristrutturazioni che abbiano avuto incidenza nelle dimensioni o nella ubicazione della aree interessate alla ricaduta del piombo, si dovranno reperire i documenti mediante i quali sia possibile ricostruire la storia dell impianto stesso. In particolare è opportuno reperire le vecchie planimetrie dell impianto, unitamente a tutte le informazioni inerenti eventuali smantellamenti e/o dismissioni di parti di esso, che possano permettere di rappresentare compiutamente l evoluzione nel tempo della sua struttura. FITAV Linee Guida - pag. 7 di 7
8 Sarà opportuno verificare se nel passato alcune aree dell impianto siano state utilizzate per discariche o per stoccaggi di prodotti pericolosi. Si dovrà tenere presente quali siano anche state le variazioni intervenute nell uso di tali aree. In particolare sarebbe opportuno poter disporre di: informazioni sulle attività precedenti alla installazione dell impianto di tiro, eventuali precedenti dismissioni di impianti industriali o produttivi o utilizzo di zone per lo stoccaggio di rifiuti interrati compresi anche eventuali terreni derivati da movimentazione serie storica delle fotografie aeree dell area anni precedenti e attuale (esempio: fonte I.G.M.) descrizione dell evoluzione del tempo della struttura dell impianto informazioni inerenti smantellamenti o dismissioni o modifiche di parti dell impianto La storia pregressa del campo dovrà costituire la materia mediante la quale sia possibile, unitamente alla descrizione della situazione attuale, permettere di risalire ai centri di eventuale pericolo di inquinamento presenti nel passato, da rappresentare nel modello concettuale ESAME DI EVENTUALI INTERVENTI E INDAGINI AMBIENTALI ESEGUITE IN PASSATO È possibile che nelle aree nelle quali sono normalmente situati i campi di tiro al volo siano state eseguite nel passato più o meno recente, analisi ed indagini ambientali per una valutazione della qualità ambientale dell area richiesta da particolari esigenze. Inoltre è anche possibile che siano stati eseguiti interventi di bonifica o di messa in sicurezza. In entrambi i casi è opportuno che tali interventi vengano descritti in dettaglio, specificando il tipo di intervento ed i suoi tempi di attuazione, e venga specificata la situazione attuale derivante dagli stessi. In particolare nel caso di avvenuta messa in sicurezza, è opportuno che vengano specificate le condizioni attuali e venga specificato se, in base alle analisi ed ai controlli effettuati, gli interventi eseguiti sono ancora efficienti. E opportuno poter disporre dei dati derivanti dalle analisi di cui sopra, specialmente quando, attraverso essi, sia possibile avere un idea precisa delle condizioni ambientali generali dell area e specialmente se sia possibile determinare la presenza o l assenza di particolari condizioni di inquinamento dei suoli. Sarà opportuno naturalmente assicurarsi che le analisi siano state eseguite secondo standard riconosciuti i cui risultati possano essere considerati equivalenti a quelli ottenuti con le procedure specificate dal D.M. 471/99. Ciò è particolarmente importante in quanto spesso la conoscenza di tali dati permette di avere a disposizione una lista di eventuali indicatori che possano permettere di determinare se eventuali presenze di inquinanti nel sottosuolo dell impianto siano imputabili agli effetti derivanti dalle attività del campo stesso o non derivino invece da cause esterne. A questo fine, qualora ci si trovi in presenza di accadimenti pregressi relativi a sversamenti e/o incidenti con conseguenze ambientali che abbiano interessato l area FITAV Linee Guida - pag. 8 di 8
9 benché non imputabili alle attività di tiro a volo, la documentazione che sarebbe opportuno raccoglier dovrebbe contenere tutte le informazioni che è possibile reperire riguardo a: -aree di suolo interessate - tipo di sversamento e natura del prodotto o dei prodotti - risultati delle indagini eventualmente svolte - descrizione degli eventuali interventi di messa in sicurezza o di bonifica effettuati Nel caso la raccolta dei dati suddetti sia possibile, è chiaro che i dati dovranno essere presentati in modo organico ed in particolare dovranno essere specificati: la localizzazione di punti di prelievo di campioni le metodologie di campionamento la descrizione sintetica delle metodologie analitiche i risultati delle analisi chimico fisiche eseguite 4 DESCRIZIONE DELL AREA CIRCOSTANTE L IMPIANTO E DEI POTENZIALI BERSAGLI Le informazioni riguardanti l impianto debbono essere corredate dalla caratterizzazione dell ambiente circostante che potrebbe essere stato influenzato dall inquinamento eventualmente presente nell impianto stesso. A tale fine sarà opportuno predisporre una descrizione dell area circostante l impianto. Tale descrizione potrà essere corredata da una serie di mappe, carte tematiche e descrizioni di dettaglio, che permettano al lettore di rendersi conto in modo completo del tipo di area nella quale è ubicato il campo e conoscere le problematiche ad essa correlate. Lo studio deve consentire un inquadramento geologico e idrogeologico generale del sito e dell area da questo potenzialmente influenzata, deve permettere di definire i rapporti con il territorio circostante nonché fornire una descrizione particolareggiata delle condizioni geologico-idrogeologiche presenti nell area su cui insiste l impianto. A tal fine potranno essere utilizzati: riferimenti desunti da bibliografia ufficiale o studi idrogeologici a livello regionale eseguiti da istituti di ricerca o enti pubblici indagini ambientali o studi geotecnici di dettaglio stratigrafie dei pozzi per approvvigionamento idrico industriale o antincendio presenti nell area Lo studio potrà essere articolato nelle seguenti sezioni: inquadramento territoriale geologia, geomorfologia e idrogeologia regionale geologia, stratigrafia e corpi idrici sotterranei alla scala del sito idrologia, definizione degli usi e classificazione dei corpi idrici superficiali FITAV Linee Guida - pag. 9 di 9
10 componenti ambientali rilevanti Lo studio potrà essere corredato di planimetrie indicanti: geologia e geomorfologia regionale alla scala 1:25000 inquadramento geologico di dettaglio scala 1:2000 1:5000 carta delle isofreatiche e delle isopiezometriche riferita al livello mare relativa agli ultimi 3 monitoraggi con indicati i valori puntuali di soggiacenza della falda sezioni litologiche ed idrogeologiche che evidenzino la profondità del livello statico attuale della falda freatica e delle falde profonde (se presenti), i loro rapporti con gli eventuali corpi idrici superficiali e identificazione della continuità verticale dei livelli impermeabili a protezione della falda profonda o di quella superficiale. Particolare rilievo assumono inoltre i dati relativi a: presenza di pozzi e/o di prelievi di acque sotterranee descrizione di corpi idrici superficiali descrizione degli ambienti naturali distribuzione della popolazione nell area interessata attività antropiche nell area reti viarie e ferroviarie dell area e, più in generale, vie di comunicazione. Infatti questi dati permettono di individuare i potenziali bersagli che potrebbero essere esposti alle sostanze contaminanti diffuse dal sito inquinato. 5 FORMULAZIONE PRELIMINARE DEL MODELLO CONCETTUALE Per potere inquadrare in modo corretto le caratteristiche specifiche dell impianto, organizzare le informazioni raccolte e giungere a stabilire i possibili effetti delle attività svolte nello stesso, è opportuno, anche se non esiste ancora la certezza di una presenza di inquinamento, formulare un Modello Concettuale che permetta di: descrivere le caratteristiche del campo in termini di eventuali fonti di contaminazione determinare la possibile estensione della contaminazione eventualmente presente nel suolo, sottosuolo e acque sotterranee individuare i possibili percorsi di migrazione dell eventuale inquinamento verso bersagli ambientali individuare le caratteristiche dominanti dell ambiente con cui il campo interagisce, quali tipo di acquifero superficiale, profondità dell acquifero principale, vicinanza di corsi d acqua. Il sito deve essere descritto organizzando le informazioni in modo da stabilire i possibili effetti dell attività svolta sulle componenti ambientali e sui possibili bersagli, permettendo di individuare gli effetti dovuti alla presenza di piombo metallico sui terreni di ricaduta dell impianto o delle aree limitrofe e in particolare: FITAV Linee Guida - pag. 10 di 10
11 le possibili fonti di ulteriore contaminazione, presenti o passate: quali sversamenti, perdite da serbatoi e reti tecnologiche, rifiuti interrati, accumuli di rifiuti la tossicità delle sostanze presenti e le loro proprietà chimico-fisiche rilevanti per descrivere la migrazione e il comportamento nell ambiente, quali solubilità, volatilità, biodegradabilità matrici ambientali possibilmente interessate dalla contaminazione tutti i possibili percorsi di migrazione delle sostanze inquinanti tutti i possibili bersagli ambientali e umani gli elementi territoriali rilevanti: quali distribuzione e densità di popolazione nell'area circostante; vicinanza di elementi sensibili quali scuole ed ospedali; viabilità tute le vie di esposizione dei possibili bersagli Si sottolinea che la sintesi dei dati conoscitivi nel modello concettuale è la base per l impostazione del piano delle indagini preliminari: Infatti la individuazione di tutti i possibili percorsi di migrazione permette di definire quali sono le sostanze da ricercare, le matrici ambientali da analizzare per valutare la migrazione dei contaminanti e l esposizione dei bersagli e facilita la localizzazione e i tempi del campionamento, permettendo di eseguire il numero minimo necessario di indagini strumentali. Stabilendo le relazioni tra le fonti e i bersagli della contaminazione, ed individuando le potenziali vie di esposizione, il modello concettuale assiste nell'identificazione dei punti di prelievo per le diverse matrici ambientali, in modo che i risultati delle indagini preliminari permettano di valutare la condizione di inquinamento di un sito e dell ambiente da questo influenzato e definire di conseguenza la necessità di eseguire tempestivamente azioni di messa in sicurezza d emergenza e di avviare la progettazione degli interventi di bonifica. La formulazione del modello concettuale è quindi la base con la quale impostare il tipo e l ubicazione delle indagini indirette e dirette da eseguire nell'area del campo ai fini di definire l eventuale condizione di inquinamento delle diverse matrici ambientali. Essa è data dalla descrizione (ed eventuale rappresentazione cartografica) dei seguenti elementi: - delle probabili fonti di contaminazione - dei probabili percorsi di migrazione - dei probabili ricettori Il modello concettuale permette di stabilire ipotesi sulla localizzazione delle possibili fonti di inquinamento, sia primarie (aree di ricaduta del piombo metallico) che secondarie (suolo e sottosuolo contaminati) e sui percorsi con cui avviene la diffusione nell ambiente delle sostanze contaminanti. Queste indicazioni permettono di localizzare in modo efficace i punti di prelievo delle diverse matrici ambientali per verificare l effettiva diffusione nell ambiente delle sostanze presenti nell'area dell impianto. Particolarmente rilevante è l individuazione di tutti i possibili bersagli che potrebbero essere esposti alla migrazione delle sostanze inquinanti. In particolare è fondamentale la ricostruzione delle caratteristiche idrogeologiche dell area e l individuazione di tutti i pozzi che nelle vicinanze del campo potrebbero essere state interessati da fenomeni di inquinamento. FITAV Linee Guida - pag. 11 di 11
12 Utili riferimenti per la definizione del modello concettuale del sito possono essere ottenuti dal Manuale UNICHIM n 175, per quanto concerne le procedure di bonifica, in particolare nell appendice B-01; per quanto concerne l analisi di rischio dei siti contaminati possono inoltre essere utilizzati i criteri contenuti nella Norma UNICHIM n.196/1, Ed. 2001, o il software ROME, distribuito dall ANPA. 6 LE INDAGINI DI CARATTERIZZAZIONE Una volta che siano stati acquisiti i dati della storia dell impianto e sulla base del modello concettuale dello stesso, si dovrà intraprendere la caratterizzazione del sito al fine di determinazione dei livelli di concentrazione di inquinanti, secondo i criteri illustrati nella sezione seguente. Nel caso in cui al termine di un primo livello di investigazione del sito e dell area da questo potenzialmente influenzata non si rilevasse una condizione di inquinamento del sottosuolo e delle acque sotterranee, si consiglia di effettuare alcune ulteriori determinazioni supplementari a conferma dell assenza di inquinamento di tali matrici. 6.1 PIANO DELLE INDAGINI Si propone la formulazione un piano delle indagini preliminari di tutte le matrici ambientali potenzialmente interessate nel sito oggetto della valutazione - suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, acque marine (se interessate), - che preveda l adozione: di metodologie di campionamento e analisi indirette e dirette mirate alla determinazione della concentrazione degli inquinanti potenzialmente presenti nel sito e nell ambiente da questo influenzato di una strategia di campionamento adattativa, basata sulla possibilità di svolgere campagne di indagini tra loro interconnesse che procedono per successivi approfondimenti, mirando all individuazione di aree da sottoporre ad indagini di dettaglio. Le indagini possono essere formulate sulla base delle conoscenze acquisite con il modello concettuale preliminare del sito e dell area da questo influenzata; in ogni caso, così come definito nell Allegato 2 del D.M. 471/99, la selezione dei punti di localizzazione e l elaborazione dei risultati deve essere effettuata sulla base di riconosciuti metodi statistici e non deve essere ridotta alla verifica di ipotesi formulate anteriormente alla raccolta diretta di dati di qualità ambientale. L investigazione è programmata e articolata secondo uno schema sviluppabile basato inizialmente sulla descrizione ottenuta con la formulazione del modello concettuale preliminare e successivamente modulato per livelli di approfondimento progressivi, in cui i risultati di ciascun livello forniscono la base di partenza o il supporto decisionale per la programmazione del livello successivo, riducendo così tempi e costi rispetto ad indagini «a tappeto». In generale, pur adottando la strategia di campionamento adattativo, per ogni livello di investigazione la scelta della metodologia statistica con cui ottimizzare la localizzazione e la densità dei punti di prelievo e la procedura per la formazione del campione potrà essere FITAV Linee Guida - pag. 12 di 12
13 indicata utilizzando l ampio spettro possibile: campionamento a maglia fissa, campionamento stratificato, etc. Le indagini debbono permettere di: individuare se le possibili fonti di inquinamento presenti abbiano effettivamente determinato situazioni di non conformità delle matrici ambientali; verificare l eventuale esistenza di situazioni di inquinamento delle matrici ambientali interessate con il superamento dei valori di concentrazione limite accettabili dell allegato 1 del D. M. 471/99; definire il grado e l estensione volumetrica di eventuali inquinamenti; definire qualitativamente il rischio associato e il livello di approfondimento della caratterizzazione. Il piano delle indagini preliminari, sulla base delle caratteristiche del campo stesso e dell ambiente circostante, definisce: l ubicazione e la tipologia delle indagini da svolgere (sia di tipo diretto, quali perforazioni, che indiretto) e le caratteristiche tecniche degli strumenti da utilizzare il piano di campionamento del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee con le relative analisi da effettuare la profondità da raggiungere con le perforazioni, assicurando la protezione degli acquiferi profondi ed evitando il pericolo di contaminazione indotta dal campionamento il piano di campionamento delle acque superficiali il piano di analisi e le metodologie analitiche le metodologie di interpretazione e restituzione dei risultati Qualora si dovesse utilizzare il software Rome distribuito dall ANPA per la valutazione degli indici di rischio, occorre tenere conto che i dati di input di cui sarà necessario disporre sono i seguenti: - natura delle sostanze inquinanti presenti o potenzialmente presenti (nel nostro caso: piombo metallico) - livelli di concentrazione delle sostanze inquinanti presenti nel suolo superficiale (profondità fino ad 1 m), nel sottosuolo (profondità superiore ad 1 m), nelle acque di falda e nell eluato del suolo interessato. Per quest ultimo parametro si ritiene che il test possa essere condotto in acqua satura di anidride carbonica. - elementi di base per la definizione del modello concettuale della diffusione degli inquinanti e la individuazione dei possibili pericoli per la salute e l ambiente (nel nostro caso le MATRICI DA VALUTARE sono il terreno superficiale, il terreno profondo e le acque sotterranee; i PERCORSI DI ESPOSIZIONE da considerare sono l ingestione di suolo, il contato dermico, l inalazione outdoor di polveri, il dilavamento del suolo superficiale e migrazione verso il punto di confluenza (falda) e verso la risorsa idrica superficiale; i RECETTORI da considerare sono gli operatori del campo di tiro, le risorse idriche superficiali e sotterranee nonché gli acquatici, i volatili o piccoli mammiferi eventualmente presenti nel sito che possono venire in contatto con i pallini deposti sul suolo o nei sedimenti dei corpi idrici limitrofi ai campi da tiro). FITAV Linee Guida - pag. 13 di 13
14 6.2 SOSTANZE INQUINANTI DA SOTTOPORRE AD ANALISI Ai fini di restringere lo spettro delle determinazioni e di semplificare la procedura di caratterizzazione si prevede di focalizzare le analisi chimico-fisiche su quelle sostanze la cui presenza è generalmente rilevata in casi di inquinamento nei campi di tiro al volo. Viene pertanto di seguito proposta una lista di determinazioni analitiche da eseguirsi per la caratterizzazione delle diverse matrici ambientali e dei rifiuti eventualmente presenti nel suolo e sottosuolo dell impianto e nelle acque di falda. Come sopra descritto, le analisi da condurre sono essenzialmente limitate alla misura della concentrazione del piombo nelle varie matrici ambientali interessate. Tenendo conto delle possibili vie di diffusione del piombo metallico e degli ulteriori metalli potenzialmente presenti nelle leghe di cui sono costituiti i pallini utilizzati per il tiro, in linea generale le sostanze da ricercare nelle varie matrici ambientali sono le seguenti: Suolo superficiale Suolo profondo Acqua di falda Eluato Piombo X X X X Arsenico X X X X Nichel X X X X Cromo tot X X X X Antimonio X X X X ph del suolo X X I.P.A. (*) X X (*) = Da ricercare sono nei campi di tiro al piattello Ove ricompresse nelle aree di ricaduta dei pallini di piombo, detti parametri dovranno essere ricercati anche nei sedimenti marini o fluviali. Data la natura degli inquinanti e le loro caratteristiche chimico-fische, si possono escludere a priori effetti di diffusione di gas, vapori o aerosol, sia in aria che nell atmosfera del sottosuolo. 6.3 LOCALIZZAZIONE E NUMERO DEI PUNTI E SCELTA DEI METODI DI CAMPIONAMENTO L ubicazione dei punti di campionamento deve essere stabilita in modo da fornire una rappresentazione attendibile della condizione delle varie matrici ambientali che vengono esaminate; sia per quanto riguarda l area dell impianto che l area circostante. Le modalità di campionamento dovrebbero essere formulate non in base ad un giudizio soggettivo ma sulla base del modello concettuale definito nelle sezioni precedenti, che permette di localizzare i punti di campionamento e decidere sulle modalità di indagine più appropriate per valutare le caratteristiche ambientali del deposito coerentemente con le ipotesi formulate circa l eventuale presenza e migrazione degli inquinanti. si individuino condizioni di effettivo inquinamento delle matrici ambientali esaminate, si consiglia di aumentare il numero delle indagini per definire con maggior dettaglio l estensione e il livello dell inquinamento delle diverse matrici ambientali. Come già sopra indicato, per rendere più efficiente la formulazione del piano delle indagini si dovrà anche tenere presente quanto evidenziato dalle eventuali analisi effettuate nel passato. FITAV Linee Guida - pag. 14 di 14
15 La localizzazione ed il numero dei campionamenti varieranno a seconda che si tratti di effettuare le indagini relative al suolo e sottosuolo o alle acque sotterranee. Si sottolinea che restano comunque valide le prescrizioni fornite nell Allegato 2 del D.M. 471/ CAMPIONAMENTO DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO Il campionamento di suolo/sottosuolo, da effettuarsi secondo i criteri fissati dal D.M. 13/09/1999 Approvazione dei metodi di analisi chimica del suolo - è mirato ad individuare i volumi di queste matrici che possono essere stati contaminati dal piombo presente sulla superficie dei terreni di ricaduta dei pallini, nonché a verificare i livelli di concentrazione degli inquinanti per la stima delle conseguenti condizioni di rischio. Le indagini preliminari devono permettere di determinare la concentrazione in queste matrici ambientali in modo da poterle confrontare con i valori di concentrazione limite accettabili definiti nell Allegato 1 del D.M. 471/99. In considerazione della eterogeneità delle matrici ambientali suolo, sottosuolo, il campionamento e le analisi dovranno essere effettuate in modo da fornire un campione rappresentativo della reale concentrazione di una determinata sostanza nello spazio, cioè nell area e nel volume campionati. Sulla base delle dimensioni delle aree interessate alla ricaduta dei pallini in relazione alla tipologia delle specialità praticate, ricavabili anche attraverso dati di letteratura specializzata o software dedicati e più sotto riportate, il numero dei punti di campionamento per ogni singolo campo sarà indicativamente quello della tabella seguente Specialità praticata Trap Olimpico o Fossa Universale Distanza di ricaduta massima dalla pedana di tiro Distanza di ricaduta minima dalla pedana di tiro Area della superficie di ricaduta Numero dei punti di campionamento 220 m 115 m mq Almeno 10 Skeet Olimpico 220 m 80 m mq Almeno 10 Double Trap 220 m 80 m mq Almeno 10 Percorso di caccia in pedana 220 m 80 m mq Almeno 10 Nel caso in cui su uno stesso campo vengano eseguite più specialità, occorrerà considerare l area di ricaduta più ampia tra quelle possibili. In generale la profondità del prelievo di suolo, sottosuolo o materiali di riporto varia con la necessità di caratterizzare l area dell impianto e l ambiente da questo influenzato dal punto di vista geologico e idrogeologico, di definire la profondità dell inquinamento, la variabilità orizzontale e verticale della contaminazione, la presenza di contatto diretto tra gli acquiferi e le fonti di inquinamento. La formazione dei campioni deve condurre almeno a definire le caratteristiche medie di tutti gli strati geologicamente omogenei attraversati. Durante l esecuzione dei sondaggi, la frequenza dei prelievi in senso verticale potrà essere modificata e integrata sulla base FITAV Linee Guida - pag. 15 di 15
16 delle osservazioni effettuate in sede di campionamento, dell omogeneità idrogeologica degli strati attraversati e della presenza di eventuali evidenze di contaminazione. La scelta del tipo di perforazione verrà effettuata in funzione delle necessità conoscitive e tenendo conto di: tipo di terreno necessità di conoscere con esattezza la litologia e la sua successione nel sottosuolo necessità di effettuare il prelievo di campioni indisturbati del terreno necessità o meno di installare piezometri. Occorre porre molta attenzione, in fase di sondaggio, nell evitare di attraversare strati impermeabili sottostanti o eventuali livelli di terreno inquinato onde non diffondere la contaminazione. Il carotaggio dovrà essere effettuato con metodi di perforazione a secco o, se possibile, utilizzando il metodo di perforazione a percussione con campionatore a pareti spesse. Indicazioni relative alle specifiche delle modalità di carotaggio sono contenute nel manuale UNICHIM 144/85. Vista la finalità dell indagine, orientata prioritariamente alla verifica del livello di mobilità del piombo nel sottosuolo e nell eventuale interessamento della falda sotterranea e fatta salva l esigenza di produrre campioni omogenei sul piano litologico e geomorfologico, è opportuno distinguere gli strati del suolo e del sottosuolo come segue: Tipologia Soprassuolo Terreno superficiale Terreno profondo Profondità 0 30 cm cm > 100 cm Per ciascuna delle predette tipologie andrà prelevato un campione rappresentativo per la verifica della mobilità verticale degli inquinanti. Nel caso di presenza di strati geologicamente non omogenei, occorrerà prelevare campioni rappresentativi di ogni strato. In ogni caso l indagine per la verifica della mobilità verticale può interrompersi alla quota massima di altezza della falda freatica. Si ritiene che ogni campione di terreno superficiale e di terreno profondo possa essere costituito da almeno tre sub-campioni prelevati a quote equidistanti nella direzione di scavo, in modo da ottenere un campione rappresentativo della mobilità degli inquinanti nello strato considerato. Il campione del soprassuolo potrà contenere quantità anche ingenti di piombo metallico. Il campione andrà analizzato dopo il vaglio al setaccio da 2 mm, che consentirà di separare meccanicamente la gran parte del piombo ma non la sua totalità. Viste infatti le metodiche analitiche utilizzate per la determinazione del piombo totale nei terreni, un frammento di piombo metallico con volume di 0,1 microlitri (µl) presente nel campione di terreno portato all analisi, comporterebbe una concentrazione di 500 mg/kg di piombo nel suolo. Analoghe accortezze dovranno essere considerate anche per i campioni di terreno superficiale e profondo. Infatti i pallini di piombo per effetto dello sparo restano prevalentemente integri, ma, statisticamente, sono soggetti a frammentazioni e/o fusioni che ne modificano considerevolmente le dimensioni e il prelievo di campioni assolutamente imperturbati è di conseguenza un compito assai delicato e, soprattutto, non immediatamente verificabile in quanto i frammenti delle dimensioni di cui sopra sono del tutto invisibili ad occhio nudo. FITAV Linee Guida - pag. 16 di 16
17 Per questo motivo se la concentrazione di piombo del campione costituito con il metodo della quartatura sarà superiore ai limiti di legge, l analisi andrà ripetuta. In caso di conferma di superamento lo strato verrà considerato contaminato, in caso invece di assenza di contaminazione nella nuova misura, sarà quest ultimo dato ad essere preso in considerazione quale rappresentativo dello strato di terreno considerato. Il sopravaglio dovrà essere sottoposto al test di cessione con acqua satura di CO2 e filtrato con membrana da 0,45 micron (µ) prima dell analisi. Per la valutazione dello stato di inquinamento andranno considerati i valori analitici medi ottenuti dalle analisi effettuate su ciascuno dei campioni degli strati considerati, vale a dire: soprassuolo, terreno superficiale e terreno profondo. Per la valutazione delle condizioni di rischio dovute allo stato di inquinamento, come previsto dai dati di input del sopra citato software Rome, potranno essere utilizzati i valori medi dei dati analitici dei campioni di terreno superficiale e di terreno profondo. Gi esiti della valutazione dovrà comunque essere integrati dalla condizione di pericolo associato all ingestione del soprassuolo dovuta alla presenza di piombo metallico sullo stesso depositato, che dovrà comportare il divieto di pascolo e/o di coltivazione di specie commestibili sulle aree interessate. 6.5 CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE Il campionamento di questa matrice ambientale diviene particolarmente rilevante perché essa può essere il veicolo della contaminazione per la popolazione attraverso l uso di acque prelevate dai pozzi per uso potabile, irriguo o industriale. I punti di prelievo delle acque sotterranee, costituiti da piezometri o da pozzi esistenti, debbono essere posizionati in funzione del Modello Concettuale del sito e quindi dipenderanno essenzialmente: dalla caratterizzazione idrogeologica dell area su cui sorge l impianto dalle caratteristiche dell acquifero che s intende campionare dall individuazione di possibili fonti primarie e secondarie di contaminazione dalla presenza di pozzi nell area del deposito e nell area esterna che potrebbe essere stata influenzata dall inquinamento presente nel sito. Deve esser possibile caratterizzare in modo compiuto l eventuale influenza dell impianto sulle caratteristiche complessive degli acquiferi in esame e la mobilità di eventuali inquinanti nelle acque sotterranee. Il campionamento degli acquiferi dovrà essere effettuato indipendentemente degli esiti delle analisi effettuate sul suolo. Ove si acquisiscano elemento in base ai quali si possa escludere qualsiasi possibile contaminazione, si potrà procedere al prelievo di acquiferi al solo fine di verificare l assunto. Per ciascuno degli acquiferi che si esamineranno, sarà necessario disporre di piezometri o pozzi in maniera tale che: FITAV Linee Guida - pag. 17 di 17
18 possibilmente almeno uno dei piezometri installati o dei pozzi disponibili si trovi immediatamente a monte (in senso idrogeologico) dell area dell impianto in modo da costituire il valore di riferimento per la qualità delle acque sotterranee che entrano nell area stessa; almeno uno dei piezometri o dei pozzi si trovi a valle,sempre in senso idrogeologico, dell area dell impianto per potere fornire i dati relativi alla qualità dell acqua in uscita. I piezometri che eventualmente verranno installati dovranno: essere realizzati a carotaggio continuo; avere filtri di adeguata apertura in corrispondenza degli acquiferi da campionare. La profondità dei piezometri dovrà interessare almeno la base del primo acquifero individuato nell area dell impianto e comunque profondità non inferiori a due terzi dello spessore dell acquifero stesso. Il numero dei piezometri o degli altri punti di prelievo dovrà essere tale da fornire informazioni sufficienti a valutare l eventuale contaminazione degli acquiferi rilevanti, superficiale e profondi, generata dalle attività dell impianto. Secondo quanto indicato dall allegato 2 del D. M. 471 il numero dei punti di prelievo dovrebbe essere almeno 4 e, comunque, da definirsi volta per volta in relazione all area del sito. 6.6 CAMPIONAMENTO DELL ATMOSFERA DEL SUOLO (GAS INTERSTIZIALE) Data la natura degli inquinanti (metalli pesanti e loro composti), si può escludere a priori ogni diffusione in fase gassosa degli stessi. Di conseguenza non ricorre la necessità di eseguire alcun accertamento inerente l atmosfera del suolo. 6.7 CAMPIONAMENTO DEI RIFIUTI E CARATTERIZZAZIONE DI EVENTUALI DISCARICHE ATTIVE O ABBANDONATE Qualora all interno dell area dell impianto sia presente una discarica o, dall esame della storia del campo o dell'area, si sappia che nello stesso era stata attiva nel passato una discarica, si dovranno effettuare prelievi ed analisi adeguate dei rifiuti presenti nell ammasso per caratterizzare i rifiuti presenti, classificarli dal punto di vista normativo, e definire la possibilità che i rifiuti abbiano provocato l inquinamento delle matrici ambientali. I campionamenti potranno essere eseguiti mediante perforazioni o prelievi tramite operatore meccanico mediante lo scavo di trincee o scavi esplorativi. Dovrà essere determinato il volume dei rifiuti stoccati e le condizioni di stoccaggio, quali: impermeabilizzazione del fondo ricoprimento e impermeabilizzazione superficiale presenza di rifiuti scoperti contatto tra il corpo rifiuti e la falda FITAV Linee Guida - pag. 18 di 18
19 Se la discarica è in esercizio si dovranno effettuare prelievi ed analisi per assicurarsi della tenuta del sistema di contenimento della discarica stessa. Tali indagini possono venire sostituite dai risultati delle indagini di controllo richieste dalle autorità che hanno rilasciato l autorizzazione all esercizio della discarica stessa. Qualora, dall esame della storia del campo, si presuma l esistenza di una discarica abbandonata, si dovrà predisporre, oltre alle indagini su indicate, una serie di indagini mirate a controllare l esistenza di eventuali rifiuti o, in generale, di situazioni di diffusione di inquinanti dovuti alla presenza di tale discarica abbandonata. 6.8 CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE SUPERFICIALI Nel caso di corsi d acqua che confinano con l area dell impianto o lo attraversano, è necessario che vengano prelevati campioni di acqua a monte, in corrispondenza dell impianto ed a valle dello stesso in modo da determinare l eventuale presenza di inquinanti derivanti dalle attività svolte. Nel caso di laghi, lagune e mare, si deve effettuare un campionamento a transetto, con tre transetti (a monte, a valle e mediano), con spaziatura longitudinale e trasversale dipendente dalle dimensioni del corpo idrico e con almeno tre prelievi verticali per ogni punto. 6.9 CAMPIONAMENTO DELLE ACQUE E DEI SEDIMENTI MARINI Il campionamento di queste matrici ambientali è mirato a verificare la possibilità che l inquinamento abbia altresì interessato sia le acque di superficie (mari, fiumi o laghi) che i sedimenti in ciascuno di questi diversi ambienti. I campionamenti dovranno essere localizzati in modo da fornire le caratteristiche qualitative di tutto il fronte marino prospiciente l area che ospita l impianto, mediante l esecuzione di prelievi di acque e di sedimenti che forniscano una rappresentazione significativa dell ambiente CAMPIONI DEL FONDO NATURALE Per potere inquadrare in modo completo le caratteristiche ambientali dell impianto, oltre a quelli sopra indicati, si dovranno prelevare anche analoghi campioni in aree adiacenti Tali campioni dovrebbero, secondo quanto previsto dall allegato 4 del D. M. 471, provenire da aree adiacenti l impianto nelle quali si ha certezza di non contaminazione derivante dall impianto e da altre attività antropiche. I campioni derivanti dai prelievi effettuati nei punti su menzionati debbono essere utilizzati come base di riferimento per determinare i valori di concentrazione delle eventuali sostanze inquinanti. Il numero dei campioni del fondo naturale può variare in funzione delle caratteristiche generali e idrogeologiche dell area su cui sorge l impianto ma, in ogni modo, dovrebbero essere compresi fra un minimo di tre e dieci. Nel caso di campionamento dei suoli, la FITAV Linee Guida - pag. 19 di 19
20 profondità e il tipo di terreno da campionare è bene che siano simili a quelli dei campioni raccolti all interno del campo di tiro. 7 CRITERI GENERALI PER LA CORRETTA ESECUZIONE DEI PRELIEVI DEI CAMPIONI E L ESECUZIONE DELLE ANALISI Per quanto riguarda le procedure da seguire per una corretta esecuzione di tutte le attività connesse con il prelievo dei campioni e la loro conservazione, l esecuzione delle analisi ed il controllo della qualità dell intera serie delle operazioni, si rimanda agli appositi capitoli dell allegato 4 del D. M. 471 (pagg ). E opportuno che i laboratori che eseguono le analisi siano certificati da un organismo di controllo o che agiscano secondo lo standard UNI EN e sue successive modifiche. 7.1 ELABORAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEI DATI Una volta che siano stati prelevati i campioni e siano state eseguite le analisi degli stessi, è necessario che i dati ottenuti vengano raccolti, elaborati ed interpretati per fornire la possibilità di decidere quale siano le condizioni ambientali dell impianto e se esiste una situazione di inquinamento tale da richiedere l esecuzione d interventi. I risultati delle analisi eseguite sui campioni di suolo e sottosuolo e di acque verranno organizzati in tabelle riassuntive che contengano i dati analitici organizzati per punto di indagine. Le tabelle contenenti risultati delle analisi dovranno essere preparate utilizzando tabelle in formato Excel. Per ogni punto di indagine verranno presentati i contenuti in inquinanti. Per i punti di indagine nei quali sono stati eseguiti i carotaggi verranno presentati i risultati delle analisi eseguite sui singoli campioni di terreno specificando la profondità alla quale sono stati prelevati i singoli campioni. Le analisi delle acque prelevate attraverso i piezometri o altri punti di prelievo verranno presentate specificando la profondità del prelievo e i tempi di prelievo qualora siano stati eseguiti prelievi in tempi successivi. Oltre che in forma tabellare, i risultati delle analisi verranno presentati inserendoli in una planimetria dell impianto, preferibilmente in scala 1: Potrà essere opportuno predisporre planimetrie separate per presentare i risultati dei diversi tipi di analisi. Si sottolinea che in assenza di un controllo sull esecuzione delle attività di indagine e in assenza di analisi di una adeguata percentuale di controcampioni (in genere 10%) da parte delle autorità pubbliche, in fase di presentazione del progetto di bonifica, ed in particolare del Piano di Caratterizzazione, potrà venire richiesta la progettazione e l esecuzione di investigazioni integrative per tutte le matrici ambientali. Sarà quindi opportuno mettere a disposizione delle autorità pubbliche un numero adeguato di controcampioni, debitamente sigillati e accompagnati da verbale di prelievo, contestualmente alla presentazione del Piano di caratterizzazione, ove questo dovesse rendersi necessario. FITAV Linee Guida - pag. 20 di 20
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