Piano di Assestamento Forestale (PAF) o Piano economico dei beni silvopastorali

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1 Piano di Assestamento Forestale (PAF) o Piano economico dei beni silvopastorali Documento di validità temporale definita (in genere un decennio), riferito ad una sola proprietà (azienda silvopastorale: comune, privato, proprietà speciale, etc.), o ad un comprensorio (più comuni), redatto allo scopo di pianificare la gestione dei boschi e dei pascoli in modo che possano fornire beni e servigi in modo constante, senza che ne sia compromessa la loro funzionalità E un tipo di piano che nel settore urbanistico trova analogie nel piano particolareggiato 1 Caratteri del PAF PAF di primo impianto e PAF di revisione Obbligatorio per proprietà demaniali regionali e comunali Si occupa dei boschi, dei pascoli, delle infrastrutture silvopastorali, dei vivai inclusi, dei manufatti a servizio della foresta Si fissano degli obiettivi e, mediante interventi pianificatori, si mettono a punto (si programmano) azioni idonee a conseguire gli obiettivi prefissati L elaborazione del PAF è una prerogativa professionale del dottore forestale 2 1

2 Operazioni preliminari alla redazione del PAF Visita e ricognizione generale della foresta Raccolta di visure e cartografia catastale Raccolta di cartografia IGMI 1: e 1: Raccolta di cartografia tecnica regionale 1: e 1:5.000 Aerofotogrammi e/o immagini Google Earth recenti relative alla foresta Cartografia tematica: PUC, SIC e ZPS, Autorità di Bacino, etc. Storia del bosco: utilizzazioni pregresse (libro economico, che spesso manca, o registro dei tagli) Usi civici Contatti e sopralluoghi congiunti con vigile campestre (è una figura che si è praticamente estinta) o con personale comunale di fiducia In questa fase verificare inclusi di privati, aree demaniali e castagneti assegnati a privati ed eventuali contestazioni di confini (le verifiche devono precedere le operazioni di assestamento) 3 Operazioni preliminari alla redazione del PAF Prevedono la redazione di una relazione preliminare, anche molto dettagliata, in cui si evidenziano i caratteri generali della proprietà, quelli dell ambiente fisico, della foresta e degli indirizzi colturali che l assestatore vuole impartire nel decennio di validità del PAF culminano in un preventivo di finanziamento che, insieme ai contenuti tecnici, è oggetto di istruttoria da parte degli uffici provinciali e regionali competenti In questa fase l assestatore interagisce con un tecnico istruttore regionale-provinciale di pari livello (Agronomo- Forestale senior) 4 2

3 La struttura del PAF Il PAF si compone dei seguenti documenti fondamentali: relazione tecnica prospetto delle superfici e compartimentazione registro particellare o di tassazione prospetto del piano dei tagli piano dei miglioramenti infrastrutturali elaborati cartografici (carta geologica, carta silografica, eventuale carta della zonizzazione di aree protette e sovrapposizione con SIC e ZPS) libro economico o registro degli interventi regolamenti usi civici 5 Relazione tecnica Si compone di: parte generale, inquadra la situazione esistente con la descrizione dell ambiente e del territorio e descrive il complesso assestamentale parte speciale, riporta le modalità di compartimentazione della foresta; descrive i metodi di rilievo e riporta, in forma sinottica, i dati dendro-auxometrici dei soprassuoli; illustra i metodi di assestamento adottati per la determinazione della ripresa (per i cedui e per le fustaie) 6 3

4 Relazione tecnica: parte generale Inquadramento geografico, idrografico e amministrativo: dalla corografia 1: all inquadramento 1: Fare ampio uso di immagine da satellite aggiornate prese da Google earth perché gratuite e di buona qualità. E anche possibile riportare in sovrapposizione perimetro della foresta da assestare Indagine bibliografica: raccolta di articoli scientifici e tecnici sulla foresta, articoli di giornali tecnici e quotidiani, libri di storia locale Notizie storiche: la fisionomia e la struttura attuale dei boschi riflette gli usi e le attività esercitati in passato. Notizie storiche relative al territorio e ai boschi da assestare. Contestazioni territoriali. Registro dei tagli. Cartografia del Regno di Napoli e precedenti. Carte catastali antiche (platee). Analisi dei toponimi 7 Relazione tecnica: parte generale Descrizione del clima e inquadramento fitoclimatico: climadiagrammi e, se possibile, altre variabili meteorologiche (venti, neve). Eventi eccezionali registrati e conseguenze sulla stabilità della copertura forestale e sui versanti Descrizione geopedologica: spesso si esaurisce in ingrandimento della Carta Geologica d Italia 1: Occorre esaminare con attenzione documenti dell Autorità di Bacino di competenza e le classi di rischio che interessano il territorio e la foresta in esame. Il buco nero dei suoli forestali. Molto importante mettere in risalto presenza di intercalazioni di depositi piroclastici e rapportarli con strati esplorati dalle radici (visionare tagli stradali) e modalità di governo del bosco 8 4

5 Relazione tecnica: parte generale Descrizione vegetazionale e stazionale: con l ausilio dei piani di vegetazione e associazioni fitosociologiche (senza scendere nelle varianti e subassociazioni). Vanno bene le tipologie forestali ma mancano dati per la Regione Campania. Specie di interesse biogeografico e alberi monumentali Fauna con particolare riferimento a quella ungulata: interazione ungulati (cinghiale) e popolamenti forestali. La popolazione del lupo e le attività forestali. Picchi e strutture forestali. Cerambicidi e legno morto da autodiradamento. Alberi habitat. Cedui degradati ed erpetofauna. Aree umide ad anfibi (rane terrestri, salamandre, etc.). Vecchi manufatti e rapaci notturni 9 Relazione tecnica: parte generale Viabilità e infrastrutture silvopastorali: il riferimento più attuale è il documento pianificatorio relativo alle infrastrutture silvopastorali contenuto nel nuovo Piano Forestale Generale (Regionale), che distingue: infrastrutture per la viabilità di servizio all attività silvopastorale teleferiche per il trasporto di materiali infrastrutture per la captazione o derivazione, distribuzione e accumulo delle acque superficiali reti idriche interrate; elettrodotti e gasdotti infrastrutture per la conduzione ed il ricovero degli animali neviere e carbonaie 10 5

6 Relazione tecnica: parte generale Descrizione economica: sistemi di utilizzazione e struttura del mercato del legno. Proporre sistemi di utilizzazione compatibili con la conservazione del suolo e con i vincoli ambientali. Proporre utilizzazioni non in appalto e possibilità di introdurre vendite a misura piuttosto che a corpo in ambiti consortili e con utilizzazioni in economia Manodopera: da porre in relazione con tutti gli interventi colturali a macchiatico negativo e con le opere di miglioramento fondiario (diradamenti, piccole opere di sistemazione idraulico-forestale, manutenzione sentieri e vegetazione di scarpata, miglioramento pascoli, etc.) 11 Relazione tecnica: parte generale Utilità sociali: usi civici che necessitano di essere regolamentati nei demani comunali. Usi civici di tipo A (cioè riguardanti superfici silvopastorali) devono essere disciplinati per legge Il pascolo è svolto da proprietari di bestiame senza terra che, spesso, utilizzano le infrastrutture silvopastorali demaniali. Oltre al diritto di pascolo e di legnatico, è indispensabile regolamentare anche la raccolta dei prodotti non legnosi (funghi ipogei ed epigei, frutti di bosco, origano, agrifoglio e vischio, etc.). Altrimenti esercizio della raccolta viene limitato da regolamento regionale 12 6

7 Relazione tecnica: parte generale Connessioni e sovrapposizioni con zonizzazione di aree protette e SIC: le norme di salvaguardia o i regolamenti dei piani di gestione dei parchi condizionano la gestione forestale che spazia dalla selvicoltura produttiva al semplice monitoraggio in aree permanenti. La presenza di aree SIC obbliga alla redazione di una valutazione di incidenza in occasione della revisione del PAF 13 Parte speciale: compartimentazione assestamentale Compartimentazione del patrimonio silvopastorale o complesso assestamentale: suddivisione, confinazione, aggregazione ed evidenziamento dei comparti assestamentali e loro riporto cartografico. Non necessariamente accorpato Il comparto è una porzione di superficie distinta dalla restante parte per motivi assestamentali 1. Comparti di inquadramento sono le categorie di uso del suolo: bosco, pascolo, incolto produttivo non boscato, improduttivo. Distinti cartograficamente secondo colori di comparto (pascolo = giallo) o di compresa (foresta = verde con diverse campiture) 14 7

8 Parte speciale: la compresa 2. Comparti operativi: comprese o classi economiche e particelle forestali (e subparticelle) Compresa: unità di pianificazione forestale costituita da un insieme di particelle forestali, non necessariamente accorpate, cui è stata attribuita una medesima funzione e dotata di ordinamento proprio Si distinguono: 1. Comprese tipiche o ordinarie o di produzione: costituite da particelle della medesima composizione di specie e medesimo sistema selvicolturale 2. Comprese speciali: raggruppamento di particelle la cui funzione preminente non è produttiva (c. colturali, c. di protezione, c. speciali). Si formano in funzione dell omogeneità dell intervento proposto, oppure della loro non partecipazione alla produzione legnosa 15 Parte speciale: la compresa Come si forma la compresa: nel corso dei lavori di campagna si formulano delle ipotesi di individuazione delle comprese e di assegnazione di particelle ad una compresa. In alcuni casi la compresa può essere condizionata dal committente, oppure da altri strumenti pianificatori (carta del rischio idrogeologico, zonizzazione parchi, SIC, boschi in situazioni speciali, etc.) Quando si modificano le comprese: in occasione della revisione del piano qualche particella può transitare in altra compresa se, per es., sottoposte a conversione a fustaia oppure rimboschite artificialmente oppure naturalmente Descrizione della compresa: un apposito capitolo del PAF viene dedicato alla sua descrizione che deve contenere superficie, particelle e localizzazione dei soprassuoli (con relativa escursione altimetrica). Composizione e struttura di questi, aspetti selvicolturali e sistemi selvicolturali applicati 16 8

9 Particella forestale:unità tecnica elementare di pianificazione e di gestione della foresta. E un poligono chiuso che ammette poche eccezioni (taglio stradale, elettrodotto o gasdotto, pista da sci). Quasi sempre non coincide con la particella catastale Nella particella forestale vengono condotte misure quantitative (rilievi dendrometrici e, talvolta, anche cronologici e auxometrici), viene descritta e vengono registrate tutte le variazioni e gli interventi che si succedono nel corso del tempo. Rappresenta l unità di archiviazione di un PAF supportato da GIS 17 Confini di particella: devono essere stabili nel tempo a) obbligatori: coincidono con limiti di proprietà e amministrativi (di comune, provincia, isola amministrativa, etc.) b) fisiografici: linee topografiche evidenti (incisioni di fossi, crinali, strade, sentieri e mulattiere, gasdotti, elettrodotti) c) geometrici: linee rette arbitrarie tracciate per completare limite fisiografico non completo d) analitici: separano popolamenti diversi e, spesso, si tratta di linee artificiali difficili da tracciare. Servono a conseguire omogeneità particellare e) di copertura: separano il bosco dai terreni non boscati 18 9

10 Omogeneità particellare si consegue quando i caratteri considerati si manifestano in modo omogeneo su tutta la particella I caratteri da considerare per la verifica dell omogeneità sono relativi al soprassuolo (1., 2. e 3.) e alla stazione (4. e 5.): 1. Struttura, età e stadio evolutivo 2. Composizione specifica 3. Densità 4. Fertilità (sintesi di: suolo, escursione altimetrica ed esposizione) 5. Fitoclima 19 Le particelle forestali su versante, se molto estese, comprendono soprassuoli a fertilità eterogenea cui corrispondono, molto spesso, soprassuoli diversi: infatti il gradiente di fertilità è lungo linee di massima pendenza. Escursioni altimetriche ampie possono determinare soprassuoli molto differenti sotto il profilo ecologico: per es. faggeta termofila cui succede verso l alto faggeta montana o di crinale In questi casi linee di separazione fra particelle lungo curve di livello, con l ausilio di bussola e buon altimetro tarato 20 10

11 Omogeneità colturale Porzione di bosco uniforme nei riguardi dei caratteri stazionali con soprassuolo che richiede interventi selvicolturali omogenei, anche se di intensità variabile spazialmente Ampiezza 1. piccola 1-10 ha: se si persegue l omogeneità colturale e per boschi di produzione 2. media ha:quando si imposta un particellare fisiografico o gestionale e per fustaie disetanee e irregolari 3. grande ha: cedui e boschi di protezione dove non è importante l omogeneità 21 Superficie lorda e superficie netta Superficie lorda: superficie del poligono Superficie netta: differenza fra superficie lorda e somma improduttivi (affioramenti rocciosi, strade, acque) e produttivi non boscati (inclusi coltivati, pascoli, etc.) 22 11

12 Delimitazione dei confini con vernici indelebili di colore rosso con segni idonei da apporre su vertici (prima di apporre un segno su pianta o su roccia è opportuno procedere alla pulizia di muschi e licheni con spazzola di ferro e lisciatura corteccia fessurata con ascia) Se necessario occorre apporre termini lapidei (in corrispondenza di confini di proprietà diverse) e individuare, georeferenziare e restaurare i termini lapidei esistenti Numerazione particelle identificate da un numero e sottoparticelle da un numero abbinato ad una lettera. Il cambio di numerazione rappresenta un fatto straordinario da compiere solo in occasione della revisione del piano 23 Parte speciale: la sottoparticella Porzione di particella che si differenzia dalla superficie circostante per una caratteristica importante. Si istituisce quando la particella non è uniforme L istituzione avviene sempre dopo la delimitazione della particella (che avviene su basi eminentemente fisiografiche). I limiti della sottoparticella sono definiti su base quasi esclusivamente non fisiografica Criteri di separazione di particelle e sottoparticelle: a) tipi fisionomici di copertura vegetale b) composizione specifica c) funzione assegnabile d) sistema selvicolturale applicabile 24 12

13 Parte speciale: particella e sottoparticella 25 Descrizione particellare L insieme costituisce il registro delle descrizioni particellari Sintesi dei caratteri dei soprassuoli, della stazione e della gestione. E l adempimento assestamentale più qualificante (al pari del rilievo dendrometrico) e, per essere tale, deve essere svolto per camminamento Nelle particelle a vocazione produttiva integra l applicazione del metodo colturale nel calcolo della ripresa nelle particelle eterogenee Nelle particelle costituenti comprese naturalistiche (di bosco vetusto, etc.) è la premessa indispensabile per il monitoraggio in aree permanenti 26 13

14 Descrittori di stazione e di gestione a. dati anagrafici (Comune, località, n. di particella, metodologia rilievo dendrometrico, etc.) b. dati stazionali: superficie totale e netta, escursione altimetrica, pendenza media o prevalente, esposizione, posizione o giacitura c. limiti allo sviluppo delle radici (intercalazioni di depositi piroclastici, etc.) d. fenomeni erosivi: colate rapide, rotolamento di massi, sentieramento da pascolo, formazione di inghiottitoi dolinici, incisioni in fase di scavo, etc. e. disturbi: da eventi meteorici, da animali selvatici e domestici, da avversità parassitarie, da incendi f. Accessibilità secondo classi codificate g. Infrastrutture e manufatti 27 Descrittori dei soprassuoli a. tipi fisionomico-strutturali rinvenibili nella particella (ceduo, fustaia) b. origine del bosco c. composizione specifica d. densità e. descrizione strato arbustivo ed erbaceo f. combinazioni tipologie forestali o fitosiociologiche (per le faggete e i querceti mesofili meridionali, semplici e applicative) g. stato vegetativo h. stato della rinnovazione i. successioni in atto j. interventi colturali recenti 28 14

15 Interventi proposti Chiudono la descrizione particellare Interventi tecnicamente possibili da svolgere nella particella durante il periodo di validità del piano. Servono per la redazione del piano dei tagli Gli interventi possono essere alternativi fra loro e solo in sede di compilazione definitiva si opta per un unica soluzione Opportuno indicare un grado di urgenza che permetterà di collocare ciascun intervento nella scala temporale giusta quando si redige il piano dei tagli 29 Esecuzione pratica della descrizione particellare Si esegue dopo o contestualmente alla delimitazione particellare ma prima del rilievo dendrometrico. La descrizione è compito del professionista assestatore rilevamento descrittivo completo: si percorre tutta la particella a zigzag rilevamento descrittivo parziale: nelle strutture dense e impenetrabili su viabilità e sentieri e incursioni nell interno (è prassi negli assestatori pigri che piazzano le aree di saggio nelle adiacenze delle rotabili!) rilevamento descrittivo panoramico: idoneo per rilevare eventuali inclusi particellari. Si effettua da versante opposto rilevamento descrittivo per fotointerpretazione: immagini Google Earth rendono bene l idea del grado di copertura Le ultime due modalità non forniscono informazioni sulla struttura e sulle caratteristiche degli strati inferiori del bosco 30 15

16 17/05/2016 Esempio di descrizione particellare: inquadramento cartografico Monte Castelpagano Monte Oppido Monte Calvello SCHEDA BASE Classe A: fustaia di faggio Particella forestale n. 46 Località Superficie planimetrica Superficie reale Martina [ha ] 6.27 [ha ] 6.93 Altitudine minima [m] 1000 Altitudine massima [m] 1140 Esposizione N, NE Pendenza 47% Giacitura Metodo di rilievo del soprassuolo crinale, impluvio e fondovalle cavallettamento totale e rilievo alberi modello dell altezza per costruzione curva ipsometrica reale. Classe cronologica

17 17/05/2016 Ripartizione del complesso assestamentale in classi colturali o economiche

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