Sicurezza. in laboratorio NOVITÀ, NORMATIVE & SOLUZIONI
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- Edmondo Scognamiglio
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1 Sicurezza in laboratorio La rubrica dedicata interamente alla sicurezza, tema fondamentale nell ambito di ogni processo di analisi. NOVITÀ, NORMATIVE & SOLUZIONI
2 A cura di Paolo A. Parrello I dispositivi di protezione individuale in laboratorio PARTE PRIMA In questa prima parte vengono descritti gli indumenti tecnici di protezione necessari per contrastare anche a livello individuale i numerosi rischi a cui sono esposti gli addetti dei laboratori scientifici Il laboratorio scientifico è un ambiente di lavoro ad alto rischio e le misure di protezione collettiva da sole non possono prevenire e proteggere i lavoratori contro tutti i numerosi pericoli fisici, chimici e biologici presenti. Il rischio residuo deve essere contrastato con l adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati al contesto in cui si opera. Le molteplici attività svolte nei laboratori comportano l esposizione a pericoli di diverso genere: dalla fiamma di un Bunsen al freddo estremo dell Azoto o dell Elio liquido, dall aggressività di acidi e basi agli aerosol di agenti patogeni o di sostanze cancerogene o mutagene, dalle radiazioni eccitanti a quelle ionizzanti. Le cappe proteggono dal rischio di inalazione di vapori e aerosol, mentre il contatto diretto e gli altri rischi connessi alla manipolazione dovranno essere prevenuti con specifici DPI. La scelta dell abbigliamento e dei dispositivi di protezione individuale più indicati per il tipo di attività prevista deve scaturire da un accurata analisi e valutazione dei rischi presenti in laboratorio. I Dispositivi di protezione individuale e la legge 34 Il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, D. Lgs. 81/08 e s.m.i. (di seguito T.U.), dedica ampio spazio ai DPI nel Titolo III, Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale e nell Allegato VIII. Nel caso in cui si rilevi dopo un attenta valutazione che i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro, il datore di lavoro ha l obbligo, come prescritto dall art. 75 del T.U., di fornire ai lavoratori Dispositivi di Protezione Individuale adeguati per tipologia e quantità alle specifiche esigenze, fermo restando la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto ai dispositivi di protezione individuale (T.U. art. 15). In altre parole non è possibile proteggere il personale solo con maschere antigas per evitare l installazione di una cappa da chimica. L art. 74 del T.U. definisce Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore, allo
3 scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. La legge precisa che gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore non sono considerati DPI, mentre lo sono tutti i dispositivi finalizzati alla protezione delle parti del corpo esposte (V. allegato VIII del T.U.): testa (caschi, cappucci, cuffie), occhi e viso (occhiali, schermi facciali, maschere, occhiali di protezione contro i raggi X, i raggi laser, le radiazioni ultraviolette, infrarosse, visibili), udito (tappi auricolari, cuffie), vie respiratorie (facciali filtranti, respiratori), mani e braccia (guanti contro agenti fisici, chimici e biologici, manopole, guanti antitaglio, creme barriera), piedi e gambe (scarpe, zoccoli, stivali), tronco e addome (giubbotti, grembiuli), intero corpo (sistemi e disp. anticaduta). È ampia anche la gamma degli indumenti di protezione: indumenti di lavoro cosiddetti di sicurezza (due pezzi e tute) contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli, ecc.), le aggressioni chimiche, il calore e i raggi infrarossi, contro il freddo, contro la contaminazione radioattiva, antipolvere e indumenti antigas. Il datore di lavoro, anche sulla base delle informazioni fornite dal fabbricante, individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato, specie per quanto riguarda la durata dell uso, in funzione dell entità del rischio, della frequenza dell esposizione al rischio, delle caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore e delle prestazioni del DPI. È importante notare che i DPI devono essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore per l utilizzatore. Inoltre devono essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro e tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore tanto da poter essere adattati all utilizzatore secondo le sue necessità. In caso di rischi multipli che richiedono l uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti (T.U. art. 76). Oltre all obbligo di mantenere in efficienza i DPI e a garantirne le condizioni d igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e la sostituzione, il datore di lavoro deve provvedere a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti e destinati a un uso personale. Nel caso più lavoratori impieghino uno stesso DPI, è indispensabile che sia sanificato tra un utilizzo e l altro. La formazione sull utilizzo dei DPI è un obbligo sia per il datore di lavoro che per il lavoratore. Il datore di lavoro deve fornire istruzioni complete e comprensibili ai lavoratori tanto sui rischi dai quali il DPI lo protegge, quanto al corretto utilizzo anche tramite uno specifico addestramento. Quest ultimo è peraltro obbligatorio per tutti i DPI di terza categoria e per i dispositivi di protezione dell udito (T.U. art.77). Per quanto attiene i lavoratori, si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro e hanno l obbligo di utilizzare i DPI messi a loro disposizione secondo le istruzioni ricevute, avendone cura e senza apportarvi modifiche, segnalando immediatamente al preposto qualsiasi difetto o inconveniente venga rilevato (T.U. art. 78). Parlando di laboratori, come si è detto, la presenza di una molteplicità di pericoli comporta la conoscenza e l impiego di diversi DPI. Citiamo tra gli altri a titolo di esempio i guanti termoisolanti e i giubbotti per le basse temperature o per maneggiare oggetti ad alta temperatura, gli occhiali di protezione per i raggi UV o la luce LASER, gli occhiali e gli schermi facciali per la protezione da schizzi di materiale, i guanti antitaglio. Anche per i rischi chimici e biologici è disponibile un ampia gamma di dispositivi di terza categoria. Appartengono alla terza categoria i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente (ad es. tute, guanti e maschere per rischi chimico e biologico; i facciali filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas tossici, ecc.). Si deve sempre presupporre che il lavoratore che indossa il DPI non abbia la possibilità di percepire tempestivamente la presenza del pericolo imprevedibile e improvviso. Indumenti tecnici e indumenti di protezione Gli indumenti da lavoro hanno applicazioni assai diverse. Dalla semplice divisa 1, utilizzata come segno distintivo dell azienda, alle tute o ai camici per proteggere da sporcizia e usura gli abiti civili del lavoratore, sino agli indumenti tecnici per specifiche applicazioni (es. l abbigliamento da clean room, i camici chirurgici, i camici antistatici) e Il portale della sicurezza Il manuale per il responsabile della sicurezza Dispositivi di protezione individuale Dispositivi di protezione collettiva Poster rischio chimico e biologico Note applicative International PBI S.p.A. Via Novara, Milano - Italy Tel. (02) Fax (02) info@internationalpbi.it 35
4 36 agli indumenti di protezione destinati a proteggere il lavoratore da alcuni pericoli insiti nell attività. In questa prima parte verranno esaminati gli indumenti tecnici e gli indumenti di protezione. A differenza degli altri indumenti generici da lavoro, come per es. i camici, per i quali il ciclo gestionale si limita alle fasi di scelta, acquisto, utilizzo, lavaggio, gli indumenti tecnici e i DPI si distinguono per la particolare complessità dei fattori che ne condizionano l efficienza: campo di applicazione e tipologia di rischio, caratteristiche tecniche e prestazionali dei tessuti, foggia e fattura dei capi, metodi di ripristino (igienizzazione e decontaminazione), logistica. La scelta dell indumento tecnico comporta valutazioni e scelte tecniche che hanno radici già nella progettazione dell ambiente di lavoro. Nel caso specifico delle camere bianche e dei laboratori di contenimento fisico (es. PCL3 o BL3), occorre studiare attentamente tanto il layout dell impianto quanto le attrezzature, gli arredi e gli accessori, tenendo in considerazione anche il tipo di abbigliamento che verrà adottato al suo interno allo scopo di limitare pericoli e stress per il personale 2. Sia che si tratti di indumenti tecnici atti a proteggere il prodotto 3 o che si tratti di dispositivi di protezione individuale a difesa dell operatore, il cosiddetto garment system 4 è dunque il risultato di un lavoro complesso e interdisciplinare che dovrà tener conto di fattori tecnici (relativi alla selezione e alla manutenzione), procedurali (modalità d utilizzo), economici e logistici (gestione del magazzino, rintracciabilità dei capi), di controllo qualità (convalida del ciclo di ripristino) e di interazione con il contesto operativo, considerando il tutto finalizzato alla prevenzione e protezione dell operatore e del prodotto. L uomo in determinati contesti lavorativi può subire gli effetti di una eventuale contaminazione chimica o biologica presente nell ambiente di lavoro e pertanto deve essere protetto per impedirne l esposizione mediante particolari indumenti di protezione e DPI. In altri ambiti l operatore deve essere isolato con idonei indumenti tecnici per non danneggiare il processo produttivo poiché, tramite la respirazione, la traspirazione e la desquamazione, rilascia costantemente quantità considerevoli di particelle inerti e microrganismi che contaminano l ambiente di lavoro. È quindi evidente il ruolo di barriera primaria che svolge l abbigliamento indossato dal lavoratore per assicurare i livelli di sicurezza e di qualità necessari per il tipo di attività. Per garantire la sua efficacia di protezione l indumento deve possedere caratteristiche tecniche adeguate ai danni da prevenire, e mantenerle costanti per l intera fase di utilizzo da parte del lavoratore sino alla sostituzione. I materiali devono essere scelti con attenzione in funzione del tipo di applicazione, considerandone tutte le caratteristiche tecniche e la foggia che potrebbero influenzare le prestazioni e il comfort del personale. La sovrappressione che si genera all interno di una tuta a bassa porosità può causare la fuoriuscita di contaminanti attraverso l apertura del collo e dei polsi. Un comportamento incongruo o l utilizzo improprio dell indumento e degli accessori da parte del lavoratore possono causare una falla nel sistema di protezione primaria creando molti problemi in ambienti sterili o particolarmente critici per la sicurezza del personale (laboratori PCL). Gli indumenti di protezione e i DPI devono essere indossati per tutto il tempo in cui permane il rischio di esposizione. 1 La divisa è composta da pantalone e giubba di colori diversi, mentre l uniforme è composta da pantalone e giubba del medesimo colore 2 Un esempio banale di attenzione ai particolari: gli sgabelli dovranno evitare l effetto scivolamento dell operatore sul sedile, ma al tempo stesso non causare abrasione sul tessuto della tuta 3 Prodotto inteso in senso lato come oggetto dell attività, quindi un chip, un farmaco, un alimento o un paziente 4 Garment o gowning system, il sistema indumento come definito dalla IEST Recommended Practice CC003.3 A cura di: Paolo Parrello Nella seconda parte: Indumenti di protezione per il rischio chimico ebiologico - Requisiti e applicazione dei DPI (guanti, facciali filtranti, occhiali)
5 Igiene & Sicurezza Sicurezza per l operatore I guanti protettivi JUGITEC offrono un elevata resistenza agli agenti chimici aggressivi e sono certificati secondo le norme EN420, EN388 ed EN374 L impiego di guanti inadatti mette a repentaglio la salute degli operatori e la sicurezza del prodotto. Non sempre i guanti impiegati resistono alle soluzioni di lavaggio o ai prodotti con cui entrano in contatto. Una migrazione di prodotto, anche in minima quantità, attraverso un guanto apparentemente integro, comporta seri rischi per l operatore. Soprattutto nel tempo, le caratteristiche di resistenza di molti guanti subiscono un calo. I raggi UV e l ozono causano l invecchiamento dell elastomero con conseguente diminuzione della resistenza agli agenti chimici. Ai fattori di invecchiamento naturali vanno anche aggiunte le soluzioni di lavaggio che accelerano la diminuzione di resistenza. Quando poi la superficie del guanto tende a essere appiccicosa e ad aderire, il guanto non offre più alcuna barriera alla permeazione. 38 I guanti JUGITEC Pharma e Pharma Plus sono realizzati in polimero EPDM. Questo polimero offre una serie di vantaggi rispetto ad altri materiali: Mescola conforme alle direttive FDA, Positive List , CFR 21 Resistenti alle soluzioni di lavaggio aggressive come perossido di idrogeno, formalina, acetone, acido peracetico Sterilizzabile a vapore Elevata resistenza ai raggi UV e all ozono Elevata sensibilità al tatto Nessun contenuto di sostanze alogenanti, smaltimento come rifiuto comune JUGITEC Pharma è realizzato in EPDM elettricamente conducibile, pertanto è adatto per impieghi in zone classificate ATEX. Solo colore nero. JUGITEC Pharma Plus è realizzato in EPDM con mescola differenziata di colore bianco dal lato a contatto con il prodotto e di colore nero dal lato dell operatore. In questo modo abrasioni e principi di danneggiamenti vengono visualizzati in modo più visibile, garantendo una maggiore protezione per l operatore e per il prodotto. I guanti JUGITEC-Pharma e Pharma-Plus possono essere sterilizzati a vapore. La permeabilità non ha subito variazioni anche dopo 50 cicli di sterilizzazione a vapore a 121 C, come dimostrano test effettuati da istituti accreditati. I guanti JUGITEC sono disponibili come guanti per montaggio su flangia con lunghezza standard di 800 mm, oppure come guanti di protezione con lunghezza di 350 mm. Sono disponibili anche guanti in altri polimeri quali Hypalon /CSM, Bu- tile, Butile rivestito con Viton, Butile rivestito con Hypalon /CSM. I guanti JUGITEC sono disponibili con diametri compresi tra 145 e 300 mm e con taglie a partire dalla S fino alla XL in versione anatomica o ambidestra. Su richiesta possono essere prodotti anche guanti con superficie ruvida nella zona della mano per aumentare l aderenza e migliorare le caratteristiche di manipolazione. Dal 2011 i guanti JUGITEC potranno essere prodotti anche con lunghezze fino a 850 mm. Nei guanti di protezione con lunghezza 350 mm è da segnalare il tipo JUGITEC BVH. Questo guanto è realizzato in collaborazione con i servizi di pronto intervento di una delle maggiori società chimiche tedesche. La richiesta era di un guanto di protezione che potesse resistere a tutti gli agenti chimici presenti nello stabilimento, in modo da non perdere tempo nella scelta del guanto adatto per il contatto con la sostanza chimica presente. Il problema è stato risolto con il tipo JUGTEC BVH composto da tre differenti polimeri: Butile, Viton e Hypalon.
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