Dispositivi di protezione. Dispositivi di protezione individuale. Dispositivi di protezione individuale. Collettivi Personali

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1 Dispositivi di protezione Collettivi Personali Dispositivi di protezione individuale prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l indossi da rischi per la salute e per la sicurezza Dispositivi di protezione individuale I dispositivi conformi alla legislazione vigente devono essere dotati di marcatura CE apposta in maniera leggibile, indelebile per tutto il periodo di durata del DPI

2 Decreto legislativo 626/94 Titolo IV, Art. 40 Si intende per dispositivo di protezione individuale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro Decreto legislativo 626/94 Titolo IV, art. 41 I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di prevenzione collettiva e da procedimenti di riorganizzazione del lavoro Decreto legislativo 626/94 Titolo IV, art. 42 I DPI devono essere adeguati al lavoro I DPI devono tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore

3 Decreto legislativo 626/94 Titolo IV, art. 43 Il datore di lavoro individua le situazioni in cui devono essere previsti i DPI Individua le caratteristiche migliori dei DPI Mantiene in efficienza i DPI Assicura una formazione adeguata ed eventualmente uno specifico addestramento Dispositivi collettivi Ventilazione e areazione Tecniche di ventilazione ed aspirazione forzata per bonificare gli ambienti di lavoro dagli inquinanti aerodispersi Dispositivi collettivi Aspirazione localizzata captazione degli inquinanti in prossimità del punto di emissione cappe aspiranti mobili cappe aspiranti a flusso verticale o laminare fisse

4 Dispositivi collettivi Ventilazione per diluizione creazione di un impianto di ventilazione che apporta aria pulita (filtrata) negli ambienti di lavoro diluizione dell aria inquinata Dispositivi collettivi Isolamento acustico Il rumore nell ambiente di lavoro è diffuso per via diretta o riflessa E possibile diminuire la propagazione del rumore impiegando determinati materiali Dispositivi collettivi Isolamento acustico contro la propagazione diretta si usano tramezzi o schermi contro la propagazione riflessa si usano materiali fonoassorbenti (lana di vetro, di roccia, poliuretano)

5 Il percorso per la gestione dei DPI Valutazione accurata dei rischi Individuazione delle fasi di lavoro con rischio residuo Misurazione oggettiva del rischio Individuazione DPI idonei per: efficacia, funzionalità, tollerabilità, compatibilità con la situazione operativa e con l entità del rischio residuo Il percorso per la gestione dei DPI Confronto delle caratteristiche individuate con quelle dei DPI presenti sul mercato Scelta compartecipata e personalizzata Garanzie per: manutenzione, sostituzione, igienicità Informazione, formazione, addestramento Definizione delle condizioni di utilizzo (entità rischio, soglia olfattiva, frequenza esposizione, condizioni di lavoro, prestazioni DPI) Disposizioni per l uso (controllo dell uso, sanzioni, ecc.) Assegnazione DPI conformi ai requisiti essenziali di salute e sicurezza Istruzioni comprensibili per i lavoratori Assegnare ogni DPI ad uso strettamente personale (eventuali garanzie tutela salute) Mantenere in efficienza i DPI assicurandone la manutenzione, l integrità, la sostituzione e le condizioni di igiene

6 Informazione Rischi presenti sul luogo di lavoro e misure di prevenzione adottate Entità del rischio residuo e DPI Idoneità dei DPI scelti per la tipologia dei rischi presenti Doveri dei lavoratori Formazione Processi di valutazione dei rischi e individuazione delle misure di prevenzione Scelta dei DPI come strumenti integrativi per la prevenzione Criteri di idoneità dei DPI considerati al fine della scelta Addestramento all uso e manutenzione Manutenzione e stoccaggio dei D.P.I. Devono essere assicurate l efficienza e l igiene dei D.P.I. mediante adeguata conservazione. Il datore di lavoro deve provvedere alla manutenzione, riparazione e sostituzione dei D.P.I., ove necessario. I lavoratori devono aver cura dei D.P.I. messi a loro disposizione, segnalando eventuali anomalie.

7 Manutenzione e stoccaggio dei D.P.I. Devono essere predisposti luoghi adeguati per la conservazione ordinata, igienica e sicura dei D.P.I. Obblighi del datore di lavoro ANALISI e VALUTAZIONE dei RISCHI (elaborazione del documento contenete le misure di prevenzione e protezione adottate) NECESSITA di RICORSO all USO di DPI ELIMINAZIONE del RISCHIO NESSUN RICORSO all USO di DPI -Conformità al D.Lvo 475 IDENTIFICAZIONE del TIPO di DPI -ADEGUATEZZA al rischio da prevenire NECESSARIO -ASSENZA di rischi da parte del DPI stesso -ADEGUATEZZA del DPI alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro IDENTIFICAZIONE delle CARATTERISTICHE -Rispondenza alle esigenze ERGONOMICHE e di del DPI salute dei lavoratori -ADATTABILITA al portatore secondo sue necessità -Compatibilità con altri DPI in uso contemporaneo DPI già disponibili sul mercato Caratteristiche non disponibili sul mercato Capitolati di acquisto SCELTA del DPI ADEGUATO GESTIONE del DPI Rischi Fisici Meccanici Termici Elettrici Radiazioni Rumore Chimici Carenza ossigeno O2 > 17% (gas vapori polveri - fibre) Contatto Biologici Patogeni virus - funghi

8 Dispositivi personali I dispositivi di protezione individuale devono essere in grado di proteggere i lavoratori in funzione dei livelli di concentrazione presenti nell ambiente di lavoro per permettere un esposizione al massimo pari alla concentrazione/dose limite dell inquinante relativo Dispositivi personali I dispositivi di protezione individuale devono corrispondere a specifiche norme europee (EN) perché siano conformi al fattore di protezione ricercato Non esistono dispositivi in grado di proteggere da tutti i rischi presenti, ma occorre selezionarli in base alla loro efficacia Dispositivi personali occhi vie aree corpo piedi udito capo Protezione di:

9 Rischi meccanico radiazioni luminose gocce e spruzzi polveri schegge gas Protezione occhi Protezione occhi Norme di riferimento EN 165: vocabolario EN 166: specifiche EN 167: prove ottiche EN 168: prove non ottiche Protezione occhi EN 169: saldatura EN 170: filtri ultravioletti EN 171: filtri infrarossi EN 172: filtri per abbagliamento solare EN 207: filtri per radiazioni laser

10 Protezione occhi Requisiti protettivi Resistenza meccanica Protezione da radiazione luminosa Protezione da metalli fusi e solidi incandescenti Protezione da liquidi Protezione da polveri Protezione da gas Protezione occhi Esempio marcatura da 2 a 6 = livello di protezione dalla radiazione luminosa codice fabbricante ( es. W = Bilsom) 1, 2, 3 = classe ottica S, F, B, A = resistenza meccanica da 3 a 9 = livello di protezione da liquidi, gas, etc. K, N = antigraffio, antiappannamento EN 166 Classe ottica 1 Tolleranza potere rifrattivo: -0,06 2 Tolleranza potere rifrattivo: 0,12 3 Tolleranza potere rifrattivo: + 0,12/-0,25 Resistenza meccanica S F B A Robustezza incrementata Impatto a bassa energia Impatto a media energia Impatto ad alta energia

11 Campi di utilizzo EN liquidi, gocce, spruzzi 4 particelle solide grossolane 5 gas, particelle solide fini 8 archi elettrici da cortocircuiti 9 metalli fusi, solidi incandescenti Altri requisiti N K trattamento antiappannante trattamento antiabrasione EN 166 Occhiale resistente a proiezioni metalliche o chimiche, antiappannante. Occhiali a norma EN 166 1B. Occhiale antigraffio con protezioni laterali. Occhiali a norma EN 166 1FKN. Protezione vie respiratorie Dalle polveri tossiche e nocive Dai gas acidi Dai vapori organici e inorganici Da fumi e nebbie Dall ammoniaca e dai suoi derivati

12 Protezione vie respiratorie Norme di riferimento EN 149: facciali filtranti antipolvere EN 143: filtri antipolvere EN 141: filtri antigas e vapori e combinati Protezione vie respiratorie EN 140: semimaschere EN 136: maschere antigas UNI 10720: guida alla scelta e all uso di apparecchi per la protezione delle vie respiratorie Dispositivi antipolvere Fattore di protezione FPN = conc. esterna = 1 conc. interna 1- eff. filtrante Il fattore di protezione viene utilizzato per il calcolo della massima concentrazione alla quale ci si può esporre: FPN x TLV (limite di esposizione)

13 Dispositivi antipolvere Respiratori antipolvere (EN ) Facciali filtranti (EN 149)(FFP 1, 2, 3) Semimaschera (EN 140) Filtri antipolvere (EN 143)(P 1, 2, 3) efficienza filtrante FPN 1 78% 4 x TLV 2 92% 10 x TLV 3 98% 50 x TLV Dispositivi antipolvere EN 149 Facciale filtrante EN 140 Semimaschera EN 143 Filtri antipolvere Dispositivi antipolvere Scelta del livello di protezione FFP1/P1 inquinanti con TLV = 10 mg/mc rischio basso FFP2/P2 inquinanti con TLV > 0,1 mg/mc rischio medio FFP3/P3 inquinanti con TLV < 0,1 mg/mc rischio alto

14 Dispositivi antipolvere Facciali filtranti (EN 149) Classe S: protezione da aerosol liquidi e nebbie acquose Classe SL: nebbie organiche EN 149 FFP 2 S EN 149 FFP 2 SL Dispositivi antigas Filtri antigas (EN 141) tipo colore protezione A marrone gas e vap. org. con p.eb.>65 C B grigio gas e vapori inorganici E giallo gas acidi K verde ammoniaca e derivati Dispositivi antigas Filtri antigas (EN 141) I filtri A sono in carbone attivo I filtri B, E, K sono in carbone attivo impregnato con sostanze in grado di reagire chimicamente con gli inquinanti

15 Dispositivi antigas La protezione di un dispositivo antigas è determinata dal tipo di maschera: semimaschera: efficienza pari a 98% pieno facciale: efficienza pari a 99,9% Dispositivi antigas EN 136 Maschera antigas a pieno facciale EN 140 Semimaschera EN 141 Filtri antigas Protezione delle mani Norme di riferimento EN 420: pittogrammi EN 374: prodotti chimici e microbiologici EN 388: rischi meccanici EN 407: rischi termici

16 Protezione delle mani EN 511: rischio da freddo EN 659: calore e/o fiamma per vigili del fuoco EN 421: radiazioni ionizzanti EN 381-7: motoseghe EN 1082: utilizzo coltelli EN 60903: rischi elettrici Protezione dal rischio chimico e microbiologico (EN-374) la scelta del guanto deve tenere conto dell indice di degradazione a contatto con l inquinante prova di permeazione: passaggio dell inquinante a livello molecolare EN 374 Guanti ad elevato grado di protezione da agenti chimici e microrganismi Protezione dal rischio chimico e microbiologico (EN-374) Indici di permeazione > 10 min. > 30 min. > 60 min. > 120 min. > 240 min. > 480 min.

17 Protezione dal rischio chimico e microbiologico (EN-374) Gli indici di permeazione previsti dalla norma EN 374 sono in funzione del materiale utilizzato per i guanti in conformità della norma stessa. Protezione dai rischi meccanici (EN-388) resistenza all abrasione = 4 livelli diversi resistenza al taglio = 5 livelli diversi resistenza alla lacerazione = 4 livelli diversi resistenza alla perforazione = 4 livelli diversi Protezione dai rischi meccanici (EN-388) EN Guanti ad elevato grado di resistenza meccanica e chimica EN 388 Guanti ad alta resistenza al taglio, alla perforazione e all abrasione EN Guanti resistenti agli sforzi meccanici ed al contatto con prodotti chimici

18 Protezione da calore/fuoco (EN 407) comportamento alla fiamma = 4 livelli diversi calore di contatto = 4 livelli diversi calore convettivo = 4 livelli diversi piccole proiezioni di metallo fuso = 4 livelli diversi grandi proiezioni di metallo fuso = 4 livelli diversi Protezione da calore/fuoco (EN 407) EN Guanti anticalore per alte temperature e rischi da taglio EN Guanti protettivi contro ustioni e rischi da taglio Protezione contro il freddo (EN 511) freddo convettivo = 3 livelli diversi freddo di contatto = 3 livelli diversi permeabilità all acqua = 1 unico livello EN Guanti isolanti per la protezione contro il freddo e contro i rischi meccanici

19 Protezione da rischi elettrici (EN 60903) classe 00: da 500 V a V classe 0: da V a V classe 1: da 7.500V a V classe 2: da a V classe 3: da a V EN Guanti dielettrici per lavori su impianti sotto tensione (classe 00) Protezione del corpo Normativa di riferimento EN 340: pittogrammi, generalità EN 13034: proiezioni limitate di agenti chimici EN 466: rischi da inquinanti chimici liquidi EN 531: rischi termici Protezione del corpo EN 340 EN 531 EN 466 EN 466 Tuta protettiva impermeabile Tuta anticalore, termoriflettente e alluminizzata Grembiule antiacido Tute con alta resistenza alla penetrazione di liquidi e gas

20 Protezione del corpo Prove di resistenza resistenza alla penetrazione (liquido e solido) resistenza alla permeazione (a livello molecolare) prova barriera ai liquidi (getto, spray) Protezione del corpo Definizione della resistenza 1 tenuta ai gas 2 tenuta ai non gas 3 tenuta ai liquidi 4 tenuta agli spruzzi 5 tenuta alla polvere 6 tenuta limitata a schizzi liquidi Protezione del corpo Resistenza dei materiali Le classi di resistenza dei materiali vanno da 1 (meno resistente) a 6 (più resistente)

21 Protezione dei piedi Normativa di riferimento EN 345: calzature di sicurezza EN 346: calzature di protezione EN 347: calzature da lavoro Protezione dei piedi Calzature di sicurezza: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 200 joule Calzature di protezione: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 100 joule Calzature da lavoro: non hanno puntale Protezione dei piedi EN 345 Calzatura di sicurezza antisdrucciolo, antistatica e resistente al calore, con puntale in acciaio EN 346 Calzatura di protezione sanitaria antiscivolo, con puntale in acciaio EN 347 Calzatura da lavoro antiscivolo e anticalore, senza parti metalliche e con suola dielettrica

22 Protezione dei piedi Proprietà di sicurezza (pittogrammi) antistatiche impermeabilità tomaia lamina antiforo conduttività elettrica della suola isolamento da calore Protezione dei piedi isolamento da freddo resistenza agli idrocarburi resistenza al calore per contatto Protezione dell udito Norme di riferimento EN 352-1: cuffie antirumore EN 352-2: inserti antirumore EN 325-3: cuffie antirumore per elmetto EN 458: valutazione idoneità otoprotettori

23 Protezione dell udito Gli otoprotettori devono essere scelti sulla base dei livelli di esposizione equivalente (Leq) presenti nell ambiente di lavoro Protezione dell udito L otoprotettore deve quindi essere in grado di riportare la pressione sonora sull orecchio al di sotto del livello di azione pari a 85 db. La protezione ottimale è quella che garantisce all operatore di essere esposto tra 75 e 80 db. Protezione dell udito La scelta degli otoprotettori deve tenere conto principalmente del SNR = Riduzione Semplificata del Rumore L attenuazione del rumore viene indicata dal produttore di otoprotettori con un valore medio La scelta finale deve tenere conto anche della frequenza del rumore

24 Protezione dell udito Esempio livello sonoro 100 db(a) 100 db(a) attenuazione 20 db 35 db tempo utilizzo 98% 90% protezione 15 db 10 db Leq 85 db 90 db Protezione dell udito EN Cuffie antirumore (SNR = 25) EN Inserti antirumore (SNR = 28) EN Cuffie antirumore per elmetto (SNR = 26) Protezione del capo EN 397 Elmetto con alta resistenza meccanica ed isolamento elettrico

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