I Dispositivi di protezione individuale nelle attività del servizio veterinario. Caratteristiche e scelta sostenibile

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1 I Dispositivi di protezione individuale nelle attività del servizio veterinario Caratteristiche e scelta sostenibile Docente : Pier Sergio Soldati Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale Direttore Ing. Giacomo Guerriero

2 Individuazione dei rischi Analisi e valutazione Eliminazione dei rischi Riduzione dei rischi

3 Analisi delle mansioni Rischio residuo Analisi delle emergenze Individuazione delle parti del corpo esposte Identificazione dei DPI necessari Identificazione delle caratteristiche dei singoli DPI Ricerca dei DPI disponibili in commercio

4 Obbligo d uso I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

5 DPI Dlgs 475/92 modificato ed integrato dal Dlgs 10/97 Art42: I DPI devono essere conformi alle norme di cui al Dlgs 4/12/92 n.475 requisiti essenziali di sicurezza Requisiti di carattere generale applicabili a tutti i DPI Requisiti supplementari comuni a diverse categorie o tipi di DPI Requisiti supplementari specifici per i rischi da prevenire DM 2maggio 2011( criteri di individuazione e uso dei DPI)

6 COSA SI INTENDE PER DPI Art. 74 Definizione 1. Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI», qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonche ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

7 COSA NON SI INTENDE PER DPI Non costituiscono DPI: a) gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; b) le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; c) le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell ordine pubblico; d) le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali; e) i materiali sportivi quando utilizzati a fini specificamente sportivi e non per attività lavorative; f) i materiali per l autodifesa o per la dissuasione; g) gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.

8 Requisiti- I DPI devono: 1. Possedere i Requisiti essenziali di Salute e sicurezza 2. Essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore 3. Essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro 4. Tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute dei lavoratore 5. Poter essere adattati all utilizzatore secondo le sue necessità 6. Essere compatibili tra di loro in caso di rischi multipli

9 IL DATORE DI LAVORO FORNISCE AL LAVORATORE ATTREZZATURE E D.P.I IDONEI ED ADEGUATI AI TIPI DI RISCHI CORRELATI ALLE LAVORAZIONI DA ESEGUIRE E HA CURA DI MANTENERLI IN EFFICIENZA CURANDONE LA MANUTEZIONE E O LA SOSTITUZIONE

10 IL LAVORATORE DEVE USARE I D.P.I. FORNITI DAL DATORE DI LAVORO E COMUNICARGLI EVENTUALI MALFUNZIONAMENTI

11 MA QUANDO UTLIZZARE I DPI E QUALI UTILIZZARE

12 Art. 75.Obbligo di uso 1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

13 D Lgs 475/92 1^ Categoria Rischi minori 2^ Categoria Rischi minori 3^ Categoria Rischi di morte lesioni gravi o a carattere permanente Categorie di DPI La persona che usa i DPI deve avere la possibilità di valutare la loro efficacia e di percepire tempestivamente la verifica istantanea degli effetti lesivi TUTTI GLI ALTRI RISCHI La persona che usa i DPI non ha la possibilità di percepire tempestivamente la verifica istantanea degli effetti lesivi Art. 4.

14 IL DPI SE CORRETTO PUO SALVARCI LA VITA O PUO TRASFORMARSI UN ULTERIORE PERICOLO

15 Art. 76. Requisiti dei DPI 1. I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, e sue successive modificazioni. 2. I DPI di cui al comma 1 devono inoltre: a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per se un rischio maggiore; b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; d) poter essere adattati all utilizzatore secondo le sue necessità. 3. In caso di rischi multipli che richiedono l uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.

16 In fase di valutazione del rischio RESIDUO è opportuno Identificare con precisione le tipologie di DPI necessari Ad un adeguata protezione del lavoratore I requisiti specifici di resistenza agli agenti Chimici devono essere verificati valutando le caratteristiche del tipo di lavoro che si deve svolgere Il DPI deve essere in grado di sopportare, Senza modificare le proprie prestazioni chimiche, le eventuali sollecitazioni che derivano da altre situazioni

17 Esempi: contatto diretto della mano con agenti chimici pericolosi senza necessità di eseguire altre operazioni Si verificano le caratteristiche di resistenza alla permeazione e alla penetrazione del materiale che costituisce il guanto di protezione Potenziale contatto con agenti chimici pericolosi a causa di operatività quali la movimentazione di fusti, apertura di valvole, ecc. Il guanto dovrà avere, oltre alle adeguate resistenze chimiche, anche le necessarie caratteristiche di resistenza meccanica

18 L ADDESTRAMENTO STRUMENTO INDISPENSABILE

19 RISCHI MINORI I DPI DI PRIMA E SECONDA CATEGORIA

20 LA PROTEZIONE DELLE MANI

21 Esempio di marchiature di un guanto In I e II categoria di rischio

22 Esempio di marchiature di un guanto in III categoria di rischio

23 Il processo produttivo dei guanti in gomma

24 Immersione nel coagulante Immersione nell elastomero 1 strato. Eventuali trattamenti speciali. Immersione nell elastomero 2 strato. Termine ciclo Lavaggio Forno di vulcanizzazione Vulcanizzazione finale

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32 ESEMPIO DI MARCATURA DI GUANTO DI PROTEZIONE PER RISCHI CHIMICI/MECCANICI N di riconoscimento dell organismo notificato che è intervenuto per la certificazione o che provvede al controllo del prodotto Marcatura secondo D.Lgs n 475 (requisiti essenziali di salute e sicurezza) XX YY ZZ A B C D 0000 Norma europea armonizzata di riferimento T 9 modello Taglia Pittogramma per microorganismi Pittogramma per rischi meccanici Livelli prestazionali per rischi meccanici Marchio o nome del fabbricante 2142 EN 388:94 Pittogramma per rischi chimici

33 LA PROTEZIONE DEL CORPO E DELLA PELLE

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35 PROTEZIONE DEL CORPO E DELLA CUTE La protezione del corpo/cute deve essere necessariamente identificata nel documento di valutazione dei rischi e può essere: - parziale (guanto; grembiule; visiera; stivali; manicotti; ecc.) - totale (isolamento dall atmosfera ambiente)

36 PROTEZIONE DEL CORPO E DELLA CUTE Il dispositivo deve avere caratteristiche di resistenza agli specifici agenti chimici presenti sul luogo di lavoro nelle condizioni d uso previste (concentrazioni e eventuali temperature) La rispondenza ai requisiti necessari deve essere adeguatamente documentata Per gli agenti chimici pericolosi, i tempi di penetrazione e di permeazione sono estremamente importanti

37 PROTEZIONE DEL CORPO E DELLA CUTE Gli indumenti destinati alla protezione chimica si distinguono in due distinte tipologie: TRASPIRANTI IMPERMEABILI Solitamente appartengono alla 2^ categoria e devono essere impiegati per la protezione da prodotti non particolarmente pericolosi La maggior parte di 3^ categoria da impiegare contro prodotti particolarmente pericolosi. Il tempo d uso è limitato

38 PROTEZIONE DEL CORPO E DELLA CUTE Le caratteristiche principali degli indumenti impermeabili sono date dalla resistenza dei materiali a: PENETRAZIONE Processo con il quale un prodotto chimico passa attraverso le porosità o le aperture del materiale PERMEAZIONE Processo con il quale un prodotto si diffonde attraverso un materiale a livello molecolare

39 TIPOLOGIE DI INDUMENTI DI PROTEZIONE Pittogrammi concessi da INDUTEX SpA Gli indumenti per protezione da agenti chimici vengono suddivisi, dalle norme EN, nei seguenti tipi: A B (pren 943-1)- A tenuta stagna di Gas C ET (EN 943-2) - A tenuta stagna di Gas per squadre di emergenza 2 (pren 943-1)- Non a tenuta stagna di Gas 3 (EN 466) - A tenuta di getto di liquidi 4 (EN 465) - A tenuta di spruzzi di liquidi 5 (pren 13982)- A tenuta di polveri 6 (pren 13034) - A tenuta di schizzi di liquidi

40 Guida alla scelta e all uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (decreto Min. lav. E Prev Soc allegato 2 UNI 10720) UNI EN 132:APVR- definizioni UNI EN 133:APVR- classificazioni UNI EN 136:APVR- maschere intere-requisiti, prove, marcatura (RPM) UNI EN 137:APVR- autorespiratori ad aria compressa a circuito (RPM) UNI EN 140:APVR- semimaschere e ¼ di mascherauni EN 141:APVR-filtri antigas e combinati- (RPM) UNI EN 142:APVR-boccaglio completo- (RPM) UNI antipolvereuni EN EN 143:APVR-filtri 145:APVR-autorespir.i ad O (RPM) compres.a circuito chiuso (RPM) APVR= apparecchi di protezione delle vie respiratorie RPM= requisiti,prove, marcatura

41 Guida alla scelta e all uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (decreto Min. lav. E Prev Soc allegato 2 UNI 10720) UNI EN 270:APVR- respiratori ad adduzione d aria compressa con cappuccio (RPM) UNI EN 271:APVR- respiratori ad aria compressa dalla linea oppure a presa d aria esterna assistiti con motore, con cappuccio per uso in operazioni di sabbiatura (RPM) UNI EN 371:APVR- filtri tipo AX antigas e combinati contro composti organici a basso punto di ebollizione (RPM) UNI EN 372:APVR- filtri tipo SX antigas e combinati contro composti e specificatamente indicati (RPM) UNI EN 397:elmetti di protezione per l industria UNI EN 405:APVR-facciali filtranti antigas e antipolvere dotati di valvole (RPM) UNI EN 28996:ergonomia- determinazione della produzione di energia termica metabolica UNI EN costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive sicurezza intrinseca i. APVR= apparecchi di protezione delle vie respiratorie RPM= requisiti,prove, marcatura

42 La categoria di appartenenza dei DPI per la protezione da agenti BIOLOGICI e CHIMICI è in funzione della gravità del rischio da cui ci si deve difendere ad esclusione dei: Dispositivi di Protezione delle VIE RESPIRATORIE che sono TUTTI classificati in 3^ categoria

43 RISCHI DI MORTE LESIONI GRAVI O A CARATTERE PERMANENTE DPI DI TERZA CATEGORIA

44 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE L identificazione del dispositivo di protezione delle vie respiratorie più idoneo è strettamente correlata ai seguenti elementi: 1. Conoscenza delle caratteristiche dell aria dove si opera. 2. Conoscenza della durata prevista dell intervento 3. Conoscenza delle caratteristiche del luogo di lavoro e del raggio d azione 4. Conoscenza della gravosità del tipo di lavoro 5. Adattabilità del dispositivo di protezione al lavoratore 6. Eventuali limitazioni dei movimenti 7. Necessità di impiego di altri DPI (compatibilità) 8. Necessità degli operatori di comunicare tra loro

45 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Fattore di protezione: FP= rapporto tra la concentrazione di inquinante presente nell atmosfera ambiente (Ce) e la sua concentrazione nell aria inspirata (Ci) dall utilizzatore FPN= Nominale FP calcolato in relazione al massimo valore che le norme consentono nella prove per la perdita di tenuta (TIL) FPO= Operativo FPN che tiene conto delle condizioni di utilizzo di un APVR e degli eventuali scostamenti tra i valori misurati negli ambienti di lavoro e quelli aspettati in base al FPN FP=Ce/Ci FPN=1/TIL

46 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Respiratori a filtro Respiratori isolanti Se 02 > 17% in volume - Si conosce la natura e la concentrazione degli inquinanti - Ambienti aperti Se 02 < 17% in volume - Non si conosce la natura e la concentrazione degli inquinanti -Concentrazioni troppo elevate -Inquinanti immediatamente pericolosi per la vita - Ambienti confinati

47 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Respiratori a filtro Per particelle Per gas e vapori Filtro antipolvere Filtro antigas + + facciale facciale Per particelle, gas e vapori Filtro combinato + facciale Facciale filtrante Facciale filtrante Facciale filtrante antipolvere antigas combinato

48 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Respiratori a filtro

49 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Esempio di scelta di respiratori antipolvere LIMITE DI ESPOSIZIONE = FPO x TLV-TWA FP = Conc.AmB/TLV-TWA Esempio di DPI adatti Semi o quarto di maschera (FPO 10) + filtro P2 Facciale Filtrante FFP2 (FPO 10) Maschera intera (o boccaglio) (FPO 15) + filtro P2 Elettrorespiratore THP1 (FPO 5) con cappuccio/elmetto Elettrorespiratore TMP1 (FPO 10) con maschera Ricavato da UNI Marzo 1998

50 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Esempio di scelta di respiratori antigas e combinati LIMITE DI ESPOSIZIONE = FPO x TLV-TWA < limite di utilizzo (ppm) Esempio di DPI adatti Semimaschera con filtro antigas Classe 1 o Facciale Filtrante FFP1 (FPO 30 lim utilizzo 1000ppm) Semimaschera con filtro antigas Classe 2 o Facciale Filtrante FFP2 (FPO 30 lim utilizzo 5000ppm) Limiti di utilizzo (ppm) Filtro in classe 1 o FFP1 <1000 ppm Filtro in classe 2 o FFP2 <5000 ppm Filtro in classe 3 o FFP3 <10000 ppm

51 Tipi di filtri UNI EN 141 Tipo A: da usare contro determinati gas e vapori di composti organici con punto di ebollizione al di sopra di 65 C, secondo le indicazioni del fabbricante Tipo B:da usare contro determinati gas e vapori di composti inorganici secondo le indicazioni del fabbricante escluso CO) Tipo E: da usare contro anidride solforosa e altri gas e vapori acidi secondo le indicazioni del fabbricante Tipo K da usare contro NH3 e derivati organici ammoniacali, secondo le indicazioni del fabbricante UNI EN 371 Tipo AX: sono filtri antigas e combinati da utilizzare contro composti organici a basso Peb (<65 C)

52 Tipi di filtri UNI EN 372 Tipo SX: sono filtri antigas e combinati da utilizzare contro composti specificatamente indicati (es. diclorometano) attualmente non sono oggetto di alcuna norma i filtri contro il CO e contro sostanze radioattive. Laddove sia possibile la presenza di CO si raccomanda l uso di respiratori isolanti. UNI EN 141 Tipo NO.P3: da usare contro fumi azotati (NO, NO2, NOx) Tipo Hg-P3 da usare contro Hg I filtri speciali sono sempre filtri combinati con un P3 Esistono tra classi di filtri antigas per i tipi A,B,E,K: Classe 1-filtri di piccola capacità Classe 2-filtri di media capacità Classe 3-filtri di grande capacità

53 Filtri antigas Tipo A e AX colore marrone Tipo B grigio Tipo E giallo Tipo K verde Tipo SX violetto Tipo NO-P3 blu-bianco Tipo Hg-P3 rosso-bianco

54 Filtri antigas Eliminano i gas e i vapori per: absorbimento, adsorbimento, per reazione chimica Una combinazione di più effetti Il filtro antigas elimina dall aria inspirata limitate concentrazioni di specifici gas o vapori fino alla saturazione della fase stazionaria. Raggiunto il punto di rottura l inquinante attraversa il filtro. La concentrazione dell inquinante in atmosfera non deve essere maggiore della capacità filtrante che dipende dalle perdite lungo il bordo del facciale e attraverso le valvole di espirazione.

55 Sostituzione dei filtri La durata del filtro dipende: dalla capacità filtrante del materiale, dalla concentrazione della sostanza inquinante, dall umidità e dalla temperatura dell aria, dalla frequenza e dal volume di respirazione dell utilizzatore Se l inquinamento è dovuto ad una miscela di diversi inquinanti, la durata del filtro può diminuire. Nel caso di composti organici a basso Peb si può avere durante l uso un desorbimento dell inquinante, per tale motivo i filtri tipo AX antigas e combinati possono essere usati soltanto una volta e sono marcati con la dicitura solo per monouso

56 Sostituzione dei filtri Nei casi in cui la sostanza da filtrare abbia una bassa soglia olfattiva SO<<TLV si può pensare di sostituire il filtro quando si ha percezione della presenza dell inquinante se non ci sono indicazioni specifiche del costruttore Nei casi in cui l inquinante non abbia odore, il lavoratore non sia in grado di avvertire l odore o la SO non risulti <<TLV sarà opportuno predisporre una regolamentazione d uso specifica per garantire la sostituzione del filtro antigas prima che si verifichi il passaggio dell inquinante

57 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE DESCRIZIONE DEGLI APPARECCHI E LIMITAZIONI D IMPIEGO RESPIRATORI ISOLANTI NON AUTONOMI A presa d aria esterna Ad adduzione di Aria compressa AUTONOMI A circuito aperto A circuito chiuso Ad aria copressa ad erogazione a domanda Non assistito Assistito manualmente Assistito con motore A flusso continuo Ad erogazione a domanda Ad erogazione a domanda con pressione positiva Ad ossigeno compresso A produzione di ossigeno

58 Descrizione degli apparecchi e limitazioni d impiego Respiratori isolanti Non autonomi Autonomi (autorespiratori) A presa d aria Ad adduzione di esterna aria compressa A circuito aperto A circuito chiuso Non assistito A flusso continuo Assistito Ad erogazione a manualmente domanda Assistito con Ad erogazione a motore domanda con pressione positiva Ad aria compressa ad erogazione a domanda Ad aria compressa ad erogazione a domanda con pressione positiva ad ossigeno compresso A produzione di ossigeno

59 A presa d aria esterna Ad adduzione di aria compressa

60 Autonomi a Circuito Aperto Autonomi a Circuito Chiuso

61 Adeguatezza ai rischi Condizioni d uso Esigenze del lavoratore e adattabilità allo stesso Compatibilità con altri DPI Categoria di appartenenze Prestazione del DPI Classi livelli di prestazioni Limiti di impiego Istruzioni d uso Conservazione e manutenzione

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64 Grazie per la vostra attenzione

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