IL CONTESTO NATURALE E ANTROPICO DI VALCO S. PAOLO

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1 IL CONTESTO NATURALE E ANTROPICO DI VALCO S. PAOLO 1. GLI ECOSISTEMI NATURALI DEL TEVERE: IL TRATTO MARCONI - OSTIENSE - SAN PAOLO 1.1 Quadro conoscitivo generale: caratteri fisici, idrologici, geologici. Il contesto analizzato comprende il tratto urbano del Tevere che va da Ponte Marconi a Ponte della Magliana: un ambito caratterizzato dalla compresenza di funzioni antropiche (residenziali, produttive, ricreative) ed ecosistemi naturali. In particolare, l ambito di interesse per la ricerca è l ansa di Valco San Paolo, un contesto quasi separato dal tessuto urbano adiacente dall asse stradale di Viale Marconi. Dal punto di vista geologico, l area appartiene alla piana alluvionale del fiume, oggi colmata da un notevole spessore di depositi; il suolo è di natura tufacea: la quota originaria doveva variare tra i 10 e i 13 m s.l.m. ed intorno al I secolo a.c. è stata sfruttata per ricavarne pozzolana. La ricostruzione stratigrafica effettuata dall Autorità di Bacino del Tevere (2006) ha individuato le seguenti successioni geologiche: - Dal piano di calpestio fino a 1,5 m circa dal p.c., il suolo è formato prevalentemente da terreno di riporto; 2

2 - Da -1,5 m a -7,5 m dal piano campagna, il terreno è formato da alluvioni storiche costituite da limi argillosi, limi sabbiosi e sabbie debolmente limose con materia organica diffusa; - I successivi 10 m sono formati da sabbie passanti e ghiaia in matrice sabbiosa; - Quindi, fino a 30 m di profondità, il terreno è costituito prevalentemente da argille limose e sabbie grigie gradualmente passanti a ghiaie; - I successivi 10 m circa sono costituiti da prevalente composizione calcareo marnosa alternata a ciottoli. Questa successione, a partire da circa 60 m dal piano campagna, poggia su argille consistenti plioceniche, che rappresentano il bedrock della campagna romana. La falda è stata incontrata a 6 m dal p.c. L alveo fluviale presenta una ampiezza pressoché costante, con valori compresi tra 50 e 70 m. circa. Nello specifico dell ansa di Valco San Paolo, l alveo è caratterizzato da una serie di piccole depressioni causate dalla turbolenza del flusso: nella parte superiore la presenza di alcuni blocchi di grandi dimensioni (3 x 2 m) e di un gradino diagonale all alveo creano zone riparate con fenomeni di canalizzazione nella parte centrale. Entrambe le sponde sono ricche di vegetazione ripariale: la riva sinistra è caratterizzata dalla presenza di numerosi impianti sportivi, la riva destra invece da alcune aree dismesse. Gli argini, su entrambe le sponde, sono per la maggior parte in terra, con golene naturali. Sul lato sinistro del fiume, il tratto è caratterizzato da una discesa che conduce all imbarco per la navigazione con destinazione Ostia; sulla riva destra (da ponte Marconi a piazza Meucci) l argine presenta sponda naturale in terra, prossima al corso d acqua e golena in terra con relative scarpate non rivestite. Schema: rilievo degli argini sul lungotevere Marconi Ostiense San Paolo (fonte: Il Tevere a Roma. Portolano, Autorità di Bacino del fiume Tevere, Roma, 2006) 3

3 1.2 Le componenti faunistiche e vegetazionali. Nonostante l elevata pressione antropica, l ecosistema fluviale del Tevere ospita ancora numerosi elementi di elevato valore faunistico che rappresentano, per motivi biogeografici, ecologici, di conservazione, una potenzialità ambientale di forte valenza (Bologna, 2003). Generalmente i popolamenti vegetali connessi agli ecosistemi fluviali sono caratterizzati dall essere costituiti prevalentemente da specie igrofite e dal formare fitocenosi di tipo corridoio, disposte parallelamente al corso d acqua. I fattori che influenzano le caratteristiche della componente vegetazionale negli ecosistemi fluviali sono spesso tra loro correlati. Questi fattori, agiscono anche sulla vegetazione ripariale 1, sia direttamente, durante gli eventi di piena, sia indirettamente, influenzando il livello della falda. Nello specifico, il tratto fluviale oggetto di analisi è caratterizzato dalla presenza prevalente di sponde naturali e la vegetazione ripariale presente è caratterizzata da presenza di salici (Salix alba e Salix purpurea), pioppi (Populus alba, Populus nigra e Populus canadensis) - specie caratterizzate da adattamenti morfologici e fisiologici, quali la flessibilità dei fusti e delle radici - nonché dalla presenza di vegetazione arborea infestante a Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima, conosciuto comunemente con il nome di Albero del Paradiso. Sono inoltre presenti canneti a cannucci di palude (Phragmites communis) e a canna domestica (Arundo donax), elementi di notevole importanza per numerose specie animali, in particolare uccelli, nonché preziosissimi ambienti per la riproduzione di molte specie ittiche. Dal punto di vista strutturale, la copertura vegetale è costituita da differenti formazioni che si insediano, una di fianco all altra, con sviluppo parallelo al corso d acqua, strutturandosi in fasce di vegetazione. Salice (Salix alba) Salice (Salix purpurea) 1 L ambiente ripario è una zona di interfaccia tra l ambiente acquatico in senso stretto ed il territorio circostante, contigua al corso d acqua, e influenzata dalle piene e dalla falda freatica fluviale. 4

4 Pioppo (Populus alba) Pioppo (Populus nigra) Cannuccia di palude (Phragmites communis ) Pioppo (Populus canadensis) Ailanthus altissima (Albero del paradiso) Tutte le specie che costituiscono le formazioni arbustive ed arboree riparie sono igrofite, e la loro crescita è influenzata dalla immediata vicinanza delle loro radici all acqua. Data la forte antropizzazione del territorio, le formazioni riparie sono tuttavia ridotte a bordure di pochi metri di larghezza. Nell area sono presenti, inoltre, numerosi popolamenti di rovo comune (Rubus ulmifolius) distribuiti in maniera pressoché continua. Tra le piante tipiche di ambienti fluviali, è possibile trovare in quest ambito il crescione (Nasturtium officinalis), la canapa acquatica (Epatorium cannabinum), la menta acquatica (Mentha acquatica), il sedano d acqua (Apium nodiflorum) e il giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus). Tali specie, nel loro complesso, rappresentano importanti serbatoi di biodiversità e hanno un ruolo fondamentale per il consolidamento delle sponde, grazie agli apparati radicali che creano una trama di tessuto vivo che lega le particelle minerali e aumenta così la coesione del suolo. La composizione 5

5 del suolo delle sponde è in genere differente da quella dell ambiente circostante, a causa delle successive deposizioni ed erosioni, provocate da variazioni di portata del corso d acqua. Grande importanza assumono il grado di umidità relativa, più elevato rispetto all ambiente propriamente terrestre e le variazioni stagionali del livello di saturazione idrica dei suoli provocato dalle fluttuazioni della falda. Gli scambi di sostanza organica tra il fiume e gli ecotoni ripari sono in genere particolarmente intensi, in occasione delle precipitazioni e delle piene: anche se discontinui, questi scambi fanno dell ambiente acquatico e di quello terrestre in unico e inseparabile complesso funzionale. Rovo Comune (Rubus ulmifolius) Crescione (Nasturtium officinalis) Canapa Acquatica (Epatorium cannabinum) Per quanto riguarda le popolazioni faunistiche presenti lungo le sponde è possibile osservare gruppi abbastanza consistenti di cormorani (Phalacrocorax carbo); è possibile inoltre osservare Gabbiani comuni (Larus ridibundus) e reali (Larus cachinnans), garzette, ghiandaie (Garrulus glandarius) e aironi cenerini (Ardea cinerea) che abitano i numerosi canneti presenti sulle sponde. Cormorano (Phalacrocorax carbo) Nei tratti in cui sono più folti i canneti e i salici è possibile trovare il rospo comune (Bufo bufo) e la rana verde (Rana esculenta), anfibi ritenuti voraci divoratori di insetti. Airone Cenerino (Ardea cinerea) Gabbiano comune ((Larus ridibundus) 6

6 Nonostante l elevato tasso di inquinamento, è presente anche una abbondante fauna ittica, tra cui è possibile rilevare alcune specie rare come il Barbo (Barbus tyberinus) e la Lampreda di fiume (lampetra fluvialis). Queste specie, anche se poco esigenti dal punto di vista ecologico, stanno lasciando il posto ad altre specie come il Cefalo (Mugil caphalus) e la Rovella (Rutilus rubilio). E da sottolineare come la fauna ittica autoctona dell ecosistema fluviale tiberino abbia subito negli anni un progressivo impoverimento, a causa del degrado degli ecosistemi acquatici, conseguente alle attività antropiche. L inquinamento e l eutrofizzazione delle acque, le variazioni della morfologia fluviale e dei regimi idrologici, la creazione di barriere alla circolazione dei pesci rappresentano i principali fattori di perturbazione per la fauna ittica. A questi fattori si deve aggiungere l'introduzione di specie esotiche, uno dei più importanti disturbi causati dall uomo sugli ecosistemi acquatici. Il numero delle specie ittiche presenti nel Tevere, infatti, è aumentato dalle 20 originarie a 40 o più specie. Queste introduzioni sono state la causa di una banalizzazione ed omogeneizzazione della fauna ittica mediante inquinamento zoogeografico, perdita dell'identità genetica delle popolazioni indigene, alti livelli di ibridazione ed anche estinzione o riduzione delle comunità locali di specie endemiche. Rospo comune (Bufo bufo) Rana verde (Rana esculenta) Barbo (Barbus tyberinus) Dal punto di vista ecosistemico la fascia riparia è un ecotono 2, e quindi una zona di transizione tra due sistemi ecologici adiacenti, con un insieme di caratteristiche uniche, definite a seconda dello spazio, del tempo, e della intensità di interazione tra le due. Questa definizione implica due concetti importanti: l ecotono non è una fascia statica dove due comunità si trovano a contatto, piuttosto una zona dinamica che cambia nel tempo e che possiede caratteristiche proprie; inoltre, l ecotono e le sue proprietà devono essere considerate come parte integrante del paesaggio. 2 Ecotono = dal greco oikos (casa, ambiente) e tonos (tensione) è un ambiente di transizione tra due ecosistemi, e più in generale tra due ambienti omogenei. Gli ecotoni contengono specie proprie delle comunità confinanti e specie esclusive dell'area ecotonale stessa, e quindi possiedono un'elevata biodiversità e ricchezza. Queste sue peculiarità rendono l'ecotono indispensabile poiché proprio attraverso queste strutture avviene il collegamento fra ambienti molto diversi tra loro (boschi-prati, laghi-foreste, acque dolci-acque salate). 7

7 Carta della vegetazione. Fonte: Autorità di Bacino del Fiume Tevere,

8 1.3 Usi del suolo: sezioni reali e sezioni di naturalità In quanto segue è proposta una rielaborazione delle analisi del paesaggio vegetale dell ecosistema fluviale del Tevere: in particolare, sono stati approfonditi gli aspetti relativi al tratto oggetto di ricerca, l ambito Valco San Paolo - Ponte Marconi. Le analisi, effettuate dal dipartimento di Biologia dell Università La Sapienza, sono focalizzate principalmente sul significato ecologico e sulla coerenza ambientale degli usi e delle coperture del suolo rispetto ai modelli potenziali di riferimento (sezioni di naturalità). Di seguito, sono riproposte le ricostruzione dei tratti di interesse per la ricerca, nei quali sono state ricostruite le sezioni reali e le sezioni di naturalità, evidenziando le caratteristiche morfologiche attuali che influenzano maggiormente la distribuzione e l estensione delle differenti fasce vegetazionali delle sponde. Per sezioni reali si intendono quelle rappresentative dell assetto attuale, definite (Blasi C., Capotorti G., 2005) in base a indicazioni bibliografiche e cartografiche messe a disposizione dall Autorità di Bacino. Per sezioni di naturalità si intendono, invece, quelle rappresentative del modello di distribuzione delle formazioni vegetali più mature in assenza di disturbo antropico, realizzate (Blasi C., Capotorti G., 2005) in base a riferimenti bibliografici relativi alla vegetazione ripariale d Italia (Petrotti e Gafta, 1996), del Lazio (Blasi et al., 1981) e di Roma (Blasi et al., 1995; Fanelli, 2002). Nel dettaglio, le sezioni reali e ricostruite sono: Per quanto riguarda la sezione media reale del tratto urbano del Tevere, è composta schematicamente dalle seguenti successioni: a) Alveo fluviale; b) Sponde con vegetazione elofitica (Phragmitetum communis, Arundini Convolvuletum sepii) e con popolamenti lineari a salici (Salicetum albae fragm.) e pioppi (Populion alae fragm.); c) Banchine con presenza di platani spontaneizzati; d) Argini in muratura o asfaltati, con vegetazione erbacea; e) Alberature a dominanza di Platani; f) Argini rinaturalizzati con lembi di vegetazione erbacea pioniera o arbustiva. 9

9 Per quanto riguarda invece la sezione media di naturalità del tratto urbano del Tevere, è stata ricostruita ((Blasi C., Capotorti G., 2005) la seguente successione: a) Alveo fluviale con vegetazione erbacea idrofitica (Potametum pectinati); b) Sponde con complesso catenale della vegetazione elofitica (Phragmitetalia) e delle comunità a salici arbustivi (Salicion elaeagni); c) Banchine rinaturalizzate con complesso catenale di vegetazione arborea ripariale a salici (Salicetum albae), pioppi (Populion albae) e ontani (Alno Ulmion minoris); d) Argini in muratura o asfaltati a forte inclinazione e con vegetazione erabacea rupicola; e) Lungotevere f) Argini rinaturalizzati a minore inclinazione con vegetazione zonale a Quercus pubescens s.l., Celtis australis e Laurus nobilis. In base a questa modellizzazione del sistema ecologico reale e potenziale del tratto urbano del Tevere, e dal confronto tra i due scenari, sono state elaborate (Blasi, Capotorti 2003) alcune linee di indirizzo gestionale di cui si riporta di seguito una sintesi relativa al tratto fluviale in esame. In particolare, gli autori propongono una distinzione tra aree a vocazione naturalistica ed aree destinabili a parco fluviale attrezzato. Per le aree a vocazione naturalistica, il mantenimento ed il recupero naturalistico delle aree fluviali libere all interno del tessuto urbano consentirebbe di disporre nodi significativi per la funzionalità dei corridoi biologici. Tra queste aree, particolare importanza assumerebbero i settori immediatamente a monte e a valle dei Ponte Marconi. I tratti a maggior vocazione naturalistica, la realizzazione di un parco fluviale naturalistico potrebbe favorire la ripresa delle formazioni vegetazionali originali, conferendo pregio al sistema ambientale nel suo complesso e al paesaggio. Infatti, nonostante l elevata pressione antropica, l ecosistema fluviale del Tevere ospita ancora numerosi elementi di elevato valore faunistico, per motivi biogeografici, ecologici, di conservazione, ed esprime tutt ora una potenzialità ambientale di forte valenza (Bologna, 2003). Entro tale ambito andrebbero previsti interventi finalizzati a facilitare la ricostituzione del complesso vegetazionale ripariale secondo i modelli proposti nelle sezioni di naturalità. In particolare, gli autori propongono, tra gli interventi da attuare: - Facilitare il recupero o la creazione di ambiti ad alta valenza naturalistica connessi al reticolo idrografico superficiale, contribuendo in tal modo ad elevare il livello di biodiversità e al potenziamento degli effetti di depurazione; - Rimuovere i substrati a bassa biopermeabilità (cemento, asfalto) e ridare continuità alle formazioni ripariali; 10

10 - Promuovere l uso di specie autoctone coerenti con l ambiente e procedere alla progressiva eliminazione delle specie esotiche. Per quanto riguarda invece le aree destinabili a parco urbano fluviale, e quindi maggiormente esposto all utilizzo ed alla fruizione umana, gli autori indicano i seguenti criteri progettuali: - Favorire la ripresa della vegetazione spontanea ripariale per la ricostruzione della continuità ecologica con le aree a vocazione naturalistica; - Rimozione delle coperture impermeabili (cemento e asfalto) a favore di coperture biopermeabili (terra battuta, ghiaia); - Individuazione di punti di accesso alla banchima e creazione di punti di osservazione, al fine di evitare una presenza diffusa dei visitatori. Gli autori consigliano, inoltre, di prevedere comunque il recupero naturalistico di alcuni settori, anche puntiformi; tale recupero dovrà essere indirizzato principalmente alla ricostruzione di fasce ripariali o anche di piccoli nuclei arborati sfruttando i processi spontanei di deposizione di sedimenti alluvionali già in atto lungo le banchine, nonché prevedere continui interventi di manutenzione e pulizia al fine di evitare l instaurarsi di situazioni non previste. 1.4 Qualità dell aria e livello di inquinamento atmosferico Per lo studio del livello di qualità dell aria e dell inquinamento atmosferico, sono considerati alcuni indicatori collegabili alle principali attività umane che determinano l immissione di sostanze nell ambiente: - Ossido di carbonio (CO); - Ossido di azoto (NO 2 ); - Biossido di zolfo (SO 2 ); - Ozono e ossidanti (O 3 ); - Idrocarburi vapori organici 3 (CH); - Materiale particellare 4. La qualità dell aria e il livello di inquinamento atmosferico è quindi valutata in funzione di questi indicatori, di cui si riporta di seguito una tabella schematica dei possibili effetti sull ambiente e sull uomo che il loro superamento - rispetto ai limiti fissati dalla normativa vigente in materia - potrebbe provocare. Inoltre, al livello del suolo è importante considerare, oltre che la quantità e la tipologia delle emissioni inquinanti, anche la condizione metereologica. Parametro Ossido di Carbonio (CO) Effetti Effetti sull ambiente: diminuzione per inibizione dei cicli enzimatici della capacità dei batteri di fornire l azoto necessario per la fissazione, ovvero l assimilazione della unica forma possibile di azoto (nutriente) da parte degli apparati radicali nei vegetali. Effetti sull uomo: ridotta capacità del sangue di trasporto ossigeno, 3 Per vapori organici si intendono tutte le sostanze organiche comunque immesse nell atmosfera, quali gli idrocarburi ed i pesticidi. 4 Per materiale particellare si intende tutto ciò che nell atmosfera non è molecolarmente disperso e che ha dimensioni che variano da centinaia di angstrom a qualche micron. Esso è costituito da un insieme di particelle inorganiche ed organiche che possono determinare rischi per la presenza di elementi tossici, quali i metalli, l amianto, gli aereosol. 11

11 Anidride (CO2) Carbonica Ossido di Azoto (NOx) Biossido di Zolfo (SO2) Materiale particellare formazione di carbossiemoglobina - che porta alla inibizione della ossigenazione delle cellule del corpo. Effetti evidenti a partire dalle concentrazioni di COHb nel sangue del 2% - corrispondenti a concentrazioni di CO nell aria di 10 ppm. Effetti sull ambiente: intrappola il calore solare (effetto serra) e porta ad un aumento della temperatura globale della terra per effetto dello scambio termico tra terra e spazio. Effetti sull ambiente: danni alla vegetazione, con diminuzione della produttività negli alberi da frutto. Una fumigazione per 48 ore con NO2 (1 ppm) provoca macchie sulle foglie per necrosi (morte), una fumigazione con NO (10 ppm) provoca diminuzione della capacità di fotosintesi. Effetti sull uomo: da esperimenti su cavie e test, è dimostrato che concentrazioni di NO pari a 2500 ppm per circa 12 minuti può provocano convulsioni e paralisi del sistema nervoso centrale; concentrazioni di NO2 pari a 100 ppm per circa 12 minuti interferiscono sulle vie respiratorie provocando edemi polmonari. Concentrazioni di 13 ppm provocano irritazione nelle mucose, occhi e vie respiratorie. Effetti sull ambiente: brevi esposizioni ad alte concentrazioni provocano necrosi (morte) delle foglie; esposizioni prolungate a basse concentrazioni provo canoun blocco nel meccanismo della clorofilla. Effetti sull uomo: il Biossido di Zolfo è molto solubile ed ha effetti irritanti già sul tratto superiore dell apparato respiratorio. Concentrazioni superiori a 1,5 ppm possono provocare bronco-costrizione. Effetti sull ambiente: in genere, la deposizione di materiale particellare provoca danni legati alla composizione e d allo stato fisico dell inquinante. Effetti sull uomo: i danni sono legati alle sostanze inquinanti presenti sotto forma di particolato. I maggiori danni sono a carico dell apparato respiratorio sotto forma di infiammazioni o tumori. Grande importanza hanno le dimensioni delle particelle in relazione alla capacità di penetrazione delle vie respiratorie. Dai rilevamenti effettuati da ISPRA (ex APAT), risulta che la stazione di rilevamento più prossima al sistema territoriale di riferimento (centralina di piazza Enrico Fermi) ha registrato i seguenti superamenti: - superamenti dei valori limite parametro Valore limite di riferimento Rilevamenti PM10 40 µg/m 3 52 µg/m 3 47 µg/m 3 42 µg/m 3 49 µg/m 3 53 µg/m 3 52 µg/m 3 54 µg/m 3 48 µg/m 3 NO 2 40 µg/m µg/m 3 99 µg/m µg/m 3 90 µg/m 3 87 µg/m 3 93 µg/m 3 84 µg/m 3 97 µg/m 3 Sempre da rilevazioni effettuate nella centralina di piazza Enrico Fermi, risulta: - numero di ore di superamento del valore limite orario di NO 2 registrate (numero massimo di superamenti consentiti al 2010 ai sensi del DM60/02: 18) parametro Giornate NO

12 - PM10: numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero di PM10 registrati (numero massimo di superamenti consentiti al 2005 ai sensi del DM60/02: 35) parametro Giornate SO

13 2. L AMBIENTE ANTROPIZZATO 2.1 L evoluzione del paesaggio urbano. Una lettura delle trasformazioni dal 1900 ad oggi. L area in esame appare - fino al 1900 circa - come un ambito caratterizzato prevalentemente da un paesaggio rurale, sia per quanto riguarda l utilizzo dei suoli che per le tipologie di insediamento presenti. In questi anni comincia ad emergere il problema del decollo industriale della capitale, e l area Ostiense Marconi san Paolo viene scelta come una delle aree privilegiate per lo sviluppo di insediamenti produttivi. Nascono così alcune proposte per la riattivazione della navigabilità del Tevere attraverso la creazione di un nuovo porto e per la realizzazione di un collegamento stradale tra città e mare. Il PRG del 1909 conferma la vocazione industriale dell area Testaccio Ostiense; da allora si assiste alla realizzazione di alcune importanti opere che hanno modificato paesaggio e utilizzi dell area: la grande officina della SAR (Società Anglo-Romana Gas, 1910) realizzata su progetto di Bencivenga, la Vasca Nazionale in via della Vasca Navale, realizzata nel 1928 per attività connesse alle prove per la resistenza delle navi; l industria della società anonima Ottica Meccanica Italiana ( ) per la costruzione di strumenti ottici; e quindi la S.I.B.A., prima fabbrica di paracaduti in Italia, costruita nel L espansione della città verso il mare è uno dei temi chiavi della politica di Mussolini: durante il ventennio fascista la zona è al centro di importanti interventi per la sua posizione strategica. Dalla metà degli anni 20, infatti, la vasta pianura tra il fiume e la Basilica di San Paolo è sostanzialmente bonificata. Il PRG del 1931 prevede due aree industriali nell area Ostiense: una in corrispondenza di Valco San Paolo, l altra in via Ostiense, presso il Gasometro ed i mercati generali. Dal 1943 prendono avvio i lavori di sviluppo urbanistico lungo la direttrice fluviale; successivamente viene realizzato l asse viario di Viale Marconi che, insieme a quello di via Cristoforo Colombo, unisce la periferia sud di Roma al quartiere EUR, che allora doveva costituire la porta di accesso meridionale alla città. In quel periodo il paesaggio urbano è ancora prevalentemente caratterizzato da insediamenti di tipo industriale: tra essi si evidenziano gli impianti del porto fluviale con la presenza di estesi depositi di carbone. Negli stessi anni si assiste alla nascita di nuovi stabilimenti nell area retrostante la basilica di san Paolo, che vanno ad affiancarsi all edificio della vasca navale. In quegli stessi anni veniva realizzato il primo di una lunga serie di impianti sportivi che ancora caratterizzano oggi questo contesto. Sono ancora presenti attività agricole lungo le sponde del fiume, ed in alcuni punti del lungotevere vengono raddoppiate le arginature a protezione delle sponde. Negli anni 50, in piena ricostruzione post bellica, l area inizia a manifestare i caratteri insediativi che a tutt oggi la caratterizzano: l asse di viale Marconi è ancora incompleto, in quanto il ponte sulla Via del Mare appare ancora in corso d opera, ma sono già stati realizzati i primi insediamenti residenziali ad alta densità abitativa. Tra gli anni 50 e 70 si assiste ad un boom edilizio, in particolare nelle aree tra Valco San Paolo e Viale Marconi: tuttavia a tale espansione urbana fa riscontro la persistenza di situazioni di disagio, quali ad esempio il numero elevato di baracche a ridosso dei modernissimi edifici o l abbandono di alcune strutture industriali. Il PRG del

14 sancisce lo spostamento delle attività industriali verso l area Tiburtina Tor Sapienza, determinando tra l altro la cessazione di alcune attività che fino allora avevano caratterizzato questa porzione di lungotevere (in particolare, il Mattatoio che vide cessare le proprie attività nel 1975 e i Mercati Generali, dismessi nel L Area Ostiense S. Paolo Marconi negli ultimi decenni è stata investita da una intensa azione di recupero, indirizzata a valorizzare e riconvertire gli edifici industriali ormai dismessi, quali ad esempio gli ex stabilimenti Mira Lanza, la Centrale Montemartini e gli ex Magazzini Generali. Intorno agli anni 80, dal punto di vista morfologico, le variazioni più consistenti sono rappresentate dalla realizzazione di importanti opere murarie di protezione delle sponde, a monte e a valle di Viale Marconi. Dai primi anni 90 molte aree vengono acquisite dall Università di Roma Tre, che ha concentrato qui molte facoltà riutilizzando edifici dismessi, come la Vasca Navale, inutilizzata dal 1974 ed attualmente sede del Dipartimento di Ingegneria Civile, l Alfa Romeo, in disuso da l970 ed ora sede della facoltà di Lettere e Filosofia, la SA Ottico Meccanica Italiana, dismessa nel 1989 ed oggi in uso da parte di differenti dipartimenti della facoltà di ingegneria, o ancora, i vecchi uffici delle Vetrerie Bordoni, attive fino agli anni 80, che ora ospitano il Rettorato. Carta uso del suolo, aggiornamento al Fonte: Autorità di Bacino del Fiume Tevere,

15 2.2 L evoluzione del paesaggio urbano: scenari e previsioni Le previsioni del PRG del Comune di Roma Il PRG di Roma, adottato nel marzo del 2003 (e recentemente approvato), individua come supporto alle prescrizioni della zonizzazione i cosiddetti ambiti strategici, identificati percorrendo segni eccellenti di rilievo urbano che attraversano luoghi e fasi storiche, [ ] che sollecitano la riscoperta, il potenziamento, talvolta la re-invenzione di relazioni funzionali, visive, ecologiche [ ]. Il tracciato del Tevere è uno di questi segni, che attraversa da nord a sud l intero territorio comunale e rappresenta ancora una parte integrante e strutturante il paesaggio romano. Il PRG si pone come obiettivo il recupero di questo ruolo strutturante del fiume, così come la valorizzazione delle diversità che caratterizzano i vari tratti fluviali. L invaso fluviale viene inquadrato sia nella sua unità di ecosistema, sia negli aspetti più propriamente urbanistici ed è considerato - al di là delle differenze riscontrabili lungo il suo corso - come un unico sistema ambientale nel quale si susseguono aree dalle caratteristiche di naturalità più o meno accentuata e che si integra - con un propria forte unicità - con i parchi urbani e le aree verdi presenti nella città. In linea generale le principali azioni strategiche ipotizzate dal PRG per il fiume di Roma sono indirizzate verso diversi campi: - la qualità dell ambiente, attraverso interventi finalizzati al recupero della qualità ecologica (controllo dell inquinamento e degli squilibri bio-idrologici, valorizzazione delle possibilità di continuità ambientale offerte dalle connessioni verdi trasversali presenti anche dentro il tessuto urbano più compatto); - la mobilità ecosostenibile, con la valorizzazione della accessibilità pedonale e ciclabile lungo le sponde del fiume e della navigabilità fluviale; - la riqualificazione delle risorse storiche, ovvero degli elementi archeologici, architettonici ed insediativi; - infine, il rinnovamento dei rapporti tra fiume e città nel tratto urbano, da realizzare tramite interventi di rimodellazione dell invaso finalizzati alla realizzazione di un sistema coerente di connessione - fisica, funzionale, visiva, ecologica - tra il sistema naturale del fiume ed il sistema urbano. All interno dell Ambito Strategico del Tevere, il PRG di Roma ha individuato una serie di iniziative di valorizzazione del fiume: iniziative che si muovono all interno dell obiettivo generale di riscoperta e valorizzazione del ruolo centrale che - dal punto di vista spaziale, funzionale, ecologico, urbanistico, simbolico - ha avuto il fiume sin dalla comparsa dei primi insediamenti, conservandosi fino al periodo dello sviluppo industriale, quando il porto di Ripa era il fulcro delle reti di comunicazione in grado di condizionare la localizzazione degli insediamenti manifatturieri sulle sponde tra Testaccio e Ostiense. Le modifiche dei modi di vita nei primi anni del secolo scorso hanno portato progressivamente ad una situazione di degrado ed abbandono delle sponde e dell ecosistema fluviale, creando una separazione tra fiume e città, che tuttavia - paradossalmente - ha consentito di conservare un notevole patrimonio di elementi urbani ed ambientali (approdi, banchine, impianti idraulici, aree verdi, resti archeologici, edifici industriali dimessi, ecc.) in una sorta di enclave lineare sottratta alle distruzioni dello sviluppo edilizio del dopoguerra. 16

16 Tavola: PRG Roma, 2003: ambito di programmazione strategica Tevere. inquadramento generale 17

17 Tavola: PRG Roma, 2003: ambito di programmazione strategica Tevere. Il sistema delle risorse 18

18 L ambito strategico del Tevere prende le mosse dal bisogno di fare i conti con quella distanza che si è concretizzata in una vera e propria separazione tra città e il suo fiume, individuando un complesso di interventi capaci di determinare nuove relazioni urbane: - relazioni spaziali: al fine di valorizzare e dare identità ai differenti spazi dell invaso, modificando coerentemente alcune componenti elementari, per migliorare il rapporto anche visivo tra il livello del fiume e quello della città (banchine, discese, ponti); - relazioni infrastrutturali: uno degli ostacoli principali alla ricucitura della separazione città/fiume è la progressiva trasformazione dei Lungotevere in arteria stradale, condizione 19

19 questa che non può essere eliminata in un breve termine, ma può essere mitigata con politiche di limitazione del traffico e pedonalizzazione, anche per tratti di piccola estensione e con l incentivazione dei sistemi di trasporto pubblico. Un ulteriore contributo viene dalla navigazione fluviale e dalle intermodalità che essa può determinare con le reti su ferro, soprattutto per usi turistici e comunque legati al tempo libero, con riferimento alle possibilità di connessione con le numerose risorse localizzate lungo il percorso fluviale; - relazioni funzionali: ovvero capacità di costruire un sistema integrato di nuove funzioni con riferimento alle risorse culturali ed ambientali. La presenza di un ricco patrimonio di beni archeologici ed episodi insediativi e architettonici del periodo moderno, le opportunità legate alla localizzazione di nuove centralità culturali, la presenza di risorse ambientali, costituiscono un complesso di reti significative che può qualificare il fiume come attrattore lineare. In questo contesto si inserisce la necessità di governare gli usi sull acqua attraverso un programma razionale di disposizione dei barconi (per destinazioni dedicate allo svago, al ristoro e alla cultura) in un ottica di integrazione e sinergia con la localizzazione delle diverse risorse sopra descritte. - relazioni ecologiche: la riscoperta del fiume come grande corridoio ecologico, in cui è centrale il tema dell acqua e della sua qualità, rappresenta uno degli obiettivi irrinunciabili dell Ambito strategico, coerentemente con la pluralità di programmi e azioni sviluppati anche a livello sovracomunale (Provincia e Autorità di bacino). Il controllo dell inquinamento e della portata idrica, come parti di un più ampio controllo degli squilibri bio-idrologici, si coniuga con la salvaguardia e il potenziamento delle straordinarie possibilità ambientali offerte dalle connessioni verdi trasversali. Obiettivo principale dell ambito di programmazione strategica del Tevere è quindi quello di trasformare il fiume in una risorsa per la città, attraverso una pluralità convergente e integrata di azioni in diversi campi. Altro tema di interesse è quello degli aspetti morfologico paesaggistici dell invaso fluviale. Le programmazioni per l Ambito Strategico del Tevere fanno riferimento ad una ipotesi di valorizzazione integrata capace di ottenere contemporaneamente: - la praticabilità lineare dell invaso per favorire la fruizione continua di tipo idroviario e ciclopedonale; - la valorizzazione delle identità spaziali connesse ai diversi segmenti del fiume, visti nella loro tridimensionalità di vere e proprie camere urbane, con pavimento (l acqua e le banchine) pareti (i muraglioni) e porte (i ponti) ma senza soffitto e dunque aperte verso la città e i suoi diversi riferimenti architettonici e ambientali, contigui e distanti. Questa ipotesi richiede un lavoro contemporaneo a più scale, con diversi tipi d intervento. Un primo aspetto riguarda la definizione delle ipotesi di navigabilità, con riferimento alla creazione di una soglia di navigazione che renderebbe percorribile il fiume dalla foce fino a Ponte Milvio, collegando il centro di Roma con il nuovo porto turistico di Ostia; ma anche ad una ipotesi di razionalizzazione degli attracchi fluviali, ripristinando storici attracchi in disuso e realizzandone di nuovi attraverso una progettazione attenta alle diversità dei luoghi. Un secondo aspetto riguarda la verifica della praticabilità delle sponde per tracciati pedonali e ciclabili, capace di individuare una mobilità alternativa, ecologicamente sostenibile e senza soluzioni di continuità, attraverso: 20

20 - il ripristino delle superfici pavimentate esistenti degradate o infestate da vegetazione spontanea; - l inserimento di nuove pavimentazioni per le biciclette e per i pedoni portatori di handicap; - il recupero e l adeguamento delle scale e rampe esistenti di collegamento tra la quota del fiume e della strada; - la realizzazione di nuove discese alle sponde, caratterizzate dall uso di materiali innovativi e leggeri e da soluzioni di sollevamento in caso di piene; - la realizzazione di soluzioni architettoniche leggere per la connessione dei tratti di banchina discontinui anche attraverso passerelle mobili; - la predisposizione di un progetto di illuminazione delle sponde al fine di favorire la vivibilità e la sicurezza del fiume anche nelle ore serali Il Tevere come elemento strutturante della Rete ecologica di Roma. La rete ecologica comprende e pone in relazione aree, elementi lineari e puntuali di importanza ecologica a differente grado di naturalità con il reticolo idrografico, tenendo conto dei flussi e delle dinamiche del sistema ambientale nel suo complesso. Nel caso della rete ecologica (RE) di Roma, a causa della profonda integrazione tra sistema naturale e sistema antropizzato della metropoli romana, gli obiettivi che hanno guidato la definizione della rete ecologia all interno del PRG vanno oltre la semplice conservazione delle risorse naturali, comprendendo anche criteri di valorizzazione delle componenti culturali e degli elementi che disegnano il paesaggio della campagna romana. In maniera molto schematica, le linee guida che informano la definizione della RE sono relative a: - tutela e valorizzazione delle emergenze ecologiche attraverso apposizione di vincoli di uso, di appropriazione di aree protette e protezione di quelle esistenti; - tutela, valorizzazione e ripristino del reticolo idrografico; - valorizzazione ambientale, recupero delle aree agricole; - recupero delle aree degradate, in particolare di quelle strategiche nella costruzione della rete; - tutela e valorizzazione di elementi lineari (i cosiddetti corridoi ecologici ) anche se fortemente antropizzati, per tener conto delle funzioni che svolgono o che potrebbero svolgere nel funzionamento dinamico della rete (funzioni di integrazione, di filtro, di collegamento); - definizione delle scelte gestionali e di manutenzione della vegetazione presente negli spazi verdi e nelle aree protette, in particolare sul patrimonio arboreo (scelta delle specie, trattamenti, eccetera); - interventi di tutela della fauna in ambiente urbano; - miglioramento della biodiversità in ambiente urbano; - individuazione di elementi per un migliore inserimento ambientale dei progetti di trasformazione e identificazione di indici di naturalità da prescrivere negli interventi. La RE include al suo interno, come detto, le principali emergenze ecologiche (aree protette, biotipi, rete idrografica), il complesso delle aree agricole, delle aree di verde attrezzato e di verde storico, nonché le aree connesse al reticolo idrografico. Nella rete sono infatti presenti, insieme alle aree di maggior pregio ambientale, anche quelle strategiche da tutelare e recuperare con specifici interventi al fine di creare/rafforzare corridoi biologici che vedrebbero assicurare inoltre l interscambio genetico tra le aree, altrimenti troppo artificializzate) e comunque garantire potenzialità eco 21

21 sistemica. All interno della RE sono individuati una gerarchia di corridoi: tra questi, il Tevere è identificato come corridoio biologico primario, in quanto attraversando tutta la città, funziona da connettivo tra le grandi aree protette e il litorale romano. 22

22 2.2.3 Le previsioni del Piano Stralcio dell Autorità di Bacino (PS5) L ecosistema fluviale romano è stato oggetto di numerose elaborazioni progettuali: si è visto nelle pagine precedenti le previsioni del PRG di Roma, e le indicazioni suggerite dal progetto di Rete ecologica compreso nel PRG medesimo. Altro strumento pianificatorio di importanza prioritaria per il Tevere è il Piano Stralcio dell Autorità di Bacino del Fiume Tevere (di seguito PS5) che si configura come riferimento per i differenti livelli di pianificazione del territorio, in particolare per quanto riguarda tematiche connesse all acqua ed alle sue utilizzazioni. Il PS5 individua il reticolo idrografico tiberino come struttura di sostegno per il miglioramento della fruizione dei corridoi fluviale e per la valorizzazione degli ambiti di pregio ambientale.; l ambito di riferimento per la pianificazione di Bacino è definito dall intera area metropolitana romana, per una superficie di circa 1724 kmq, dei quali oltre 1000 kmq compresi all interno del Comune di Roma. Il territorio si presenta come una zona particolarmente importante e sensibile, dal punto di vista sociale (area metropolitana), ma anche e soprattutto dal punto di vista ambientale ed idraulico. La pianificazione attuata dal PS5 è particolarmente focalizzata su aspetti relativi agli usci del territorio, alle presenze ambientali e infrastrutturali, alle condizioni di rischio idraulico esistenti. I tematismi del PS5 sono stati sviluppati secondo due livelli territoriali specifici: un ambito di area vasta, costituito dall intero bacino idrografico del fiume Tevere ed un ambito più ristretto, che costituisce una sorta di approfondimento del primo e comprende i corridoi fluviali del Tevere e dell Aniene. Per quanto riguarda l ambito di area vasta, i principali obiettivi hanno riguardato: - La tutela e la riqualificazione del reticolo idrografico principale e secondario (sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo), inteso come struttura portante del sistema ecologico; - La verifica della sicurezza idraulica e la definizione di livelli di rischio compatibili connessi con i differenti scenari ipotizzati dal piano stesso o da altri strumenti di pianificazione in atto/previsti; - Il miglioramento della situazione ambientale nei pressi della foce; - La realizzazione e messa a sistema di interventi relativi alla navigazione, alla portualità, alla percorribilità del fiume, dei suoi argini, delle sue banchine. Il progetto di riqualificazione del corridoio fluviale del Tevere si pone l obiettivo generale di ottenere una continuità dell ecosistema fluviale attraverso la quale riqualificare l asta fluviale come corridoio portante. Secondo tale approccio progettuale, il fiume rappresenterebbe l elemento portante del sistema ambientale e idrogeologico del bacino. Inoltre, particolare importanza assumono nel progetto le aree libere (anche parzialmente), che potrebbero assumere molteplici e differenti funzioni: di supporto alle azioni di riqualificazione, di compensazione e potenziamento dei fattori ambientali, di recupero e/o incremento delle prestazioni ecologiche e faunistiche del corridoio fluviale, di facilitazione del deflusso delle piene, di controllo della qualità delle acque, e infine come spazi per parchi urbani con differente carattere 23

23 . Per quanto riguarda, nello specifico, il tratto in esame (Ostiense - Marconi - Valco San Paolo) esso è caratterizzato da una sezione fluviale variabile tra i 200 ed i 700 mt, caratterizzato dalla compresenza di fenomeni di abbandono delle aree, presenza di impianti sportivi abusivi e non, ed attività produttive spesso abusive (orti urbani) che impediscono spesso l accesso diretto al fiume. Tale situazione ha provocato, da una parte, fenomeni di degrado, ad esempio l immissione di carichi inquinanti nel fiume o il diradamento della vegetazione riparia, da un altro punto di vista ha consentito, tuttavia, il formarsi di nicchie di vegetazione e di presenza faunistica di notevole interesse naturalistico (v. sopra). 24

24 Il segmento più interessante di questo tratto fluviale è senza dubbio il tratto Marconi - San Paolo, per il quale viene proposto dall Autorità di Bacino la destinazione d uso a parco fluviale (Calzolaretti, 2003). Tale ambito è quindi individuato come nodo primario, i cui obiettivi principali possono essere sintetizzati come segue: per quanto riguarda gli obiettivi di carattere ambientale idraulico e ambientale naturalistico, si prevede la delocalizzazione e/o messa in sicurezza degli insediamenti, in particolar modo di quelli produttivi, interni all argine; l attuazione di azioni ed interventi di controllo e sistemazione di tipo naturalistico delle sponde attualmente non arginate e di interventi di salvaguardia e potenziamento degli impianti vegetazionali esterni ed interni all alveo e delle presenze faunistiche. Per quanto riguarda invece gli obiettivi di carattere storico archeologico ed urbanistico si prevede il recupero e riqualificazione degli antichi sedimi storici, dei complessi monumentali e delle preesistenze con valore storico architettonico, ed il recupero della accessibilità e della fruizione del fiume attraverso il controllo delle attività abusive residenziali e produttive, regolamentazione degli orti urbani e controllo e regolamentazione dei circoli sportivi e degli accessi al fiume. Bibliografia di riferimento (IL CONTESTO NATURALE E ANTROPICO DI VALCO S. PAOLO Autorità di Bacino del Fiume Tevere (2006), Portolano. Il Tevere a Roma, Edizioni Ambiente, Roma. Blasi C., Capotorti G. (2003), Stato di conservazione e linee di indirizzo gestionale del tratto metropolitano del corridoio fluviale del Tevere, in Tevere, rivista trimestrale dell Autorità di Bacino del Fiume Tevere, n /2003, Gangemi ed., Roma. Bologna M., Carpaneto G., Capula M. (2000), Atlante degli anfibi e rettili nel Lazio, Fratelli Palombi Ed., Roma. Celesti Grapow L., Petrella P. (1995), Atlante della Flora Romana, Università di Roma La Sapienza Dipartimento di Biologia Vegetale, Argos edizioni, Roma. Pignatti S. (1998), L'ecosistema urbano, in Atti I Convegno Nazionale sulla Fauna Urbana (Roma, 12 aprile 1997), Fratelli Palombi Editori, Roma. Comune di Roma (1997), Relazione sullo stato dell ambiente a Roma, Maggioli editore, Roma. Martino S., Bozzano F., Caserta A. (2004), Il sito sperimentale di Valco S. Paolo: caratterizzazione geotecnica statica e dinamica dei depositi alluvionali del Tevere, in GNGTS atti del 23 convegno Nazionale / Travaglini C.M. (2004), Un patrimonio urbano tra memoria e progetti. L area Ostiense Testaccio, Croma/edimond, Roma. 25

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