Percezione del patrimonio del de cuius come quote astratte e non come assets strategici Nella divisione ereditaria poi è riconosciuto un «Diritto ai

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3 Percezione del patrimonio del de cuius come quote astratte e non come assets strategici Nella divisione ereditaria poi è riconosciuto un «Diritto ai beni in natura» (art. 718; cfr. anche artt. 720, 727c.c.) che davvero mal si concilia con l esigenza di salvaguardare e non frantumare in più mani il complesso aziendale (art c.c.).

4 Si supponga l apertura di una successione intestata; siano chiamati per legge due figli, di cui uno già avviato all attività intrapresa dal genitore, l altro (per sua stessa ammissione processuale) del tutto estraneo; il figlio imprenditore contesta al fratello la contitolarità di un credito sorto in ragione della gestione aziendale.

5 La successione, questa volta, è testamentaria. Ai legittimari figli e moglie invisi al de cuius è lasciato nulla più che il minimo loro riservato dalla legge; la porzione disponibile del patrimonio tocca invece a due nipoti prediletti; ad uno dei figli però il genitore aveva già in vita donato una quota di società. E qui sta il punto focale della controversia.

6 1. il codice nulla dispone in ordine alle modalità di effettuazione della collazione di donazioni aventi ad oggetto aziende o partecipazioni societarie; regola invece la collazione di immobili (art. 746 c.c.), di mobili (art. 750 c.c.) e di denaro (art. 751 c.c.) 2. Cass. 15 gennaio 2003, n. 502: «la quota sociale è rappresentativa solo della misura dei diritti di partecipazione alla vita societaria, non conferendo al socio un diritto reale sui beni costituenti il patrimonio societario, e quindi costituisce un diritto personale, come tale soggetto a collazione per imputazione, come stabilisce l art. 750, co. 1, cod. civ. per i beni mobili in genere».

7 1. Revocabilità del testamento 2. Possibilità di gestire la divisione ereditaria attraverso l istituto dell esecutore testamentario 3. Il testamento è un atto unilaterale e questo può essere un grosso vantaggio

8 La figura di esecutore testamentario, istituto di diritto privato, consiste nell individuazione di un soggetto chiamato a svolgere un attività nell interesse altrui e con effetti che ricadono nella sfera giuridica del soggetto sostituito, in adempimento di una funzione legislativamente prevista e normata. L esecutore può anche decidere di rifiutare l incarico e nel caso in cui il testatore abbia previsto nelle proprie volontà tale possibilità, il compito potrà essere rivestito dal sostituto indicato nell atto stesso

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10 1. il ramo A della famiglia, avendo sondato la disponibilità del ramo B alla cessione delle quote da questo possedute, costituisce una Newco, conferendo all interno della stessa le proprie quote nella Società X (Target); 2. la Newco costituita andrà ad indebitarsi nei confronti di terzi (istituti di credito) per ottenere un finanziamento tale da potere consentire l'acquisizione della totalità delle partecipazioni della società familiare;

11 3. il partner finanziario mette a disposizione le risorse finanziarie (con rapporti di leva che saranno concordate), garantendosi nel modo che riterrà migliore (pegno della target, covenants, garanzie personali del ramo familiare B, etc); 4. acquisite le quote del Ramo A, la Newco e la Target si fonderanno in modalità Forward Merger (la Newco che incorporà la società Target); 5. la società Y (che scaturisce dall operazione di fusione realizzata) ripaga il debito con i flussi di cassa della società Target.

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14 Tizio è titolare di una partecipazione azionaria nella società Alfa. Nello statuto della società Alfa s.p.a. è inserita una clausola che consente ai soci superstiti la facoltà di acquistare la partecipazione azionaria del socio defunto. Gli altri due soci sono uno dei suoi due figli e un suo nipote, ma che egli ha anche un'altra figlia che non detiene alcuna partecipazione nella suddetta società. La preoccupazione di Tizio è che alla di lui morte si potesse creare un conflitto tra i figli con conseguente disgregazione della società,

15 Il patto di famiglia è un istituto introdotto dal nostro legislatore nel 2006 al duplice fine di assicurare la stabilità e continuità di imprese già operanti sul mercato e, al contempo, garantire al singolo imprenditore una successione certa nell interesse dell azienda di cui è titolare. Schematicamente il negozio è così articolato: l imprenditore trasferisce mediante un contratto, in tutto o in parte, senza corrispettivo, l azienda o la partecipazione in una società ad uno o più discendenti; il contratto deve essere concluso per atto pubblico e parti di tale contratto sono quelle persone che rivestirebbero la qualifica di legittimari se, nel momento della stipulazione dello stesso contratto, si aprisse la successione nel patrimonio dell imprenditore;

16 il contratto deve prevedere che i discendenti, assegnatari dell azienda o delle quote societarie, corrispondano agli altri legittimari una somma di denaro od altra utilità corrispondente al valore della quota di legittima a loro non assegnata. La liquidazione della quota può avvenire anche in natura e i legittimari non assegnatari partecipanti al patto vi possono anche rinunciare; i beni assegnati e le liquidazioni effettuate non sono soggette ad azione di riduzione o collazione; eventuali legittimari sopravvenuti, dopo la morte dell imprenditore, potranno solo richiedere ai beneficiari del patto la liquidazione della somma corrispondente alla loro quota di legittima; il contratto può essere sciolto o modificato ma è necessario l intervento di tutti i soggetti che hanno concluso il patto di famiglia.

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