Diritti, Libertà, Dignità

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1 Diritti, Libertà, Dignità (di Carla Cantone) In ogni anniversario, riferito sia a fatti storici che a fasi di vita delle persone o delle organizzazioni, scatta spesso un riflesso automatico che ci porta a correlare il tempo trascorso all unità di misura della vita umana. Nelle recenti celebrazioni del centenario, mi ha colpito la definizione immaginifica della CGIL come una bella signora vestita di rosso. Allo stesso modo potremmo definire oggi lo SPI come un giovane o una giovane sessantenne, protagonista del suo tempo. E infatti un paradosso solo apparente il fatto che il sindacato pensionati italiani, FIP e poi lo SPI, sia tra le organizzazioni più giovani della CGIL, molto, molto più giovane delle sue gloriose categorie storiche e di molte Camere del Lavoro. Come è noto, infatti, il Sindacato dei Pensionati nasce in un paese ancora fra le macerie della seconda guerra mondiale nel Ma il 1948 è anche l anno in cui entra in vigore la Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo, è l anno in cui viene proclamata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo. Due eventi che segneranno in modo indelebile la sua storia, come una sorta di impronta genetica, un DNA. Noi siamo molto attenti ai nostri anniversari, per la particolare sensibilità che abbiamo al ruolo della memoria non come esercizio di nostalgia, ma come risorsa critica indispensabile per interpretare il presente e per progettare il futuro. Pochi dati per segnare le trasformazioni di questi 60 anni, trasformazioni tanto profonde che sembra siano trascorsi secoli invece di decenni: da paese agricolo ad industriale, a terziario, poi la globalizzazione dell era della 1

2 informatica e della comunicazione ed ora una crisi mondiale che ricorda il crollo tremendo del 29. Una trasformazione che ci ha visto protagonisti particolari anche a causa degli andamenti demografici: nel 1948 gli iscritti al sindacato dei pensionati erano in maggioranza uomini, oggi sono donne. Erano circa 300mila a fronte di un milione di pensioni INPS; oggi queste sono circa 17 milioni e gli iscritti allo SPI sfiorano i 3 milioni. Questa crescita organizzativa, ma anche politica, il nostro sindacato l ha conquistata per la sua linea strategica e l ancoraggio, forte, a valori permanenti: 1. la confederalità, ossia il rifiuto delle logiche settoriali quali retaggio di un paese che usciva dal corporativismo fascista. La scelta netta ed originale di riunire in un unica organizzazione le pensionate e i pensionati delle diverse categorie lavorative, per obiettivi di interesse sociale generale. 2. l attenzione agli esclusi e gli obiettivi di rivendicazione economica sempre inseriti nel più generale contesto della complessità della condizione della persona anziana. Basti pensare alla figura di Umberto D che nel film di De Sica rappresenta - con realismo la miseria degli anziani nel dopoguerra da cui siamo partiti. 3. l obiettivo di un sistema sociale in grado di favorire la modernizzazione dell apparato produttivo del paese, con tutele sociali adeguate, eque e solidali. 4. la ricerca continua di coniugare le difese collettive con l attenzione alla centralità della persona, in un costante legame intergenerazionale, il patto di solidarietà tra lavoratori e pensionati. Tutto questo ci ha portato ad essere la forza sindacale che nei 100 anni della Cgil e nei suoi 60 anni di vita si è sempre battuta per salvare e mantenere la democrazia nel nostro paese, sempre al fianco delle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici. 2

3 Siamo un sindacato che crede e pretende uguaglianza e giustizia sociale, proprio come l art. 3 della Costituzione che dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, e che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, affinché vi sia, appunto, la libertà e l uguaglianza dei cittadini. Sono i diritti di cittadinanza. Il 13 novembre al Palalottomatica eravamo oltre per la nostra festa di compleanno e di lotta. Di festa per il 60 dello Spi. Di lotta a sostegno delle piattaforme dei pensionati e della Cgil. E stata una bellissima giornata ove l entusiasmo dello stare insieme ci ha reso più sopportabile la grande preoccupazione per ciò che la crisi e la insufficiente risposta del Governo sta assumendo con sempre maggior gravità. Il 13 novembre verrà ricordato per una straordinaria giornata di mobilitazione e per dire che nel nostro paese occorre aumentare i redditi da pensione e da lavoro e pretendere uno stato sociale pubblico, forte e utile, basato sulla giustizia e sull equità come recita la costituzione. Il contrario del Libro Verde del Ministero del Lavoro. Anche per questo domani saremo in tutte le piazze d Italia a sostenere le ragioni dello sciopero generale deciso dalla sola Cgil, con l auspicio che l unità del sindacato si possa ricomporre. Essere soli a volte è una necessità, ma essere uniti è un obiettivo irrinunciabile, come ci ha indicato Di Vittorio il giorno dopo la scissione del 48. In questi 60 anni ci siamo uniti, divisi e poi ancora uniti. E quanti risultati, insieme, abbiamo ottenuto! Ce lo ricorderà, come sempre in modo puntuale, la ricostruzione storica del prof. Adolfo Pepe. Il passato è una indimenticabile lezione. 3

4 Che ci ha fatto crescere. Ci ha insegnato - nel bene e nel male - ad affrontare e a superare tante prove che ci servono a capire il presente che è vita, e a costruire il futuro, e a darci la ragione, la forza, la voglia di andare avanti. La nostra storia ci insegna che se affronti bene il presente, anche il futuro darà buoni risultati. La nostra è una storia di uomini e di donne che hanno lottato e si sono spesi per il progresso sociale e civile di questo Paese, per le condizioni del lavoro e nel lavoro, per i giovani e per le donne. E sappiamo di avere un compito importante, una straordinaria responsabilità: affermare i principi fondanti la nostra carta costituzionale e difendere le conquiste e i valori che si vogliono calpestare. Pretendere un mondo ove ognuno è libero e nessuno è ricattato dalla povertà materiale ed immateriale. Libertà di vivere con il diritto ad una vecchiaia attiva e nel giusto benessere. Dignità per vivere e non per sopravvivere. Il tema forte che lo Spi ha rilanciato nel suo ultimo congresso: protagonisti consapevoli, per una vita attiva, dignitosa, di benessere. Perché una società inclusiva, che riconosce e valorizza la risorsa anziani, accresce la qualità della vita per tutti. Ricordo gli ultimi 30 anni con Arvedo Forni e poi Gianfranco Rastrelli e poi ancora Minelli e infine Betty Leone. Ma ricordo anche tante compagne e compagni della Segreteria Nazionale dello Spi, oggi a riposo o in altri incarichi. Alcuni sono qua, altri non sono presenti. E tanti dirigenti della Cgil e dello Spi che abbiamo invitato e che oggi sono presenti, Piero Boni e tanti altri. 4

5 Ognuno di voi ha contribuito a rendere lo Spi forte, attento e combattivo, rappresentativo e mai rinunciatario e di questo vi ringrazio a nome di tutto il gruppo dirigente dello Spi. Anche oggi ribadiamo che non possiamo subire arretramenti rispetto alle conquiste ottenute in tanti anni di grande impegno. Il tempo che viviamo ci consegna una grande responsabilità proprio per i nostri compiti, il nostro ruolo, la nostra funzione di rappresentanza e il nostro livello di rappresentatività. Questo non è ideologia o massimalismo poetico. Sono principi e valori che hanno reso grande la Cgil e lo Spi. A noi interessano le condizioni di vita delle persone, a maggior ragione, in tempi di incertezza e di grande preoccupazione per il futuro, come purtroppo siamo costretti ad affrontare. Questa dovrebbe essere anche la missione primaria del Governo e decidere di conseguenza. Non è così. Le sue scelte sono figlie di una cultura di principi e di valori che contrastano con il principio dell uguaglianza. Nei giorni scorsi, qualcuno ha scritto che senza uguaglianza, la libertà vale come garanzia di prepotenza dei forti, cioè come oppressione dei deboli. Senza uguaglianza, la società, dividendosi in strati, diventa gerarchia. Senza uguaglianza i diritti cambiano natura: per coloro che stanno in alto, diventano privilegi, per quelli che stanno in basso concessioni e carità. Ecco, se si accetta tutto ciò, il resto viene per conseguenza. Noi non possiamo accettare il principio della carità compassionevole che sta alla base delle scelte del Governo. 5

6 In questa giornata di ricordo dei nostri primi 60 anni credo sia giusto ricordare i nostri valori e i motivi per i quali è nata la Cgil ed è nato lo Spi. 6