Laura Seragnoli Corso a.a L UOMO e l UTENSILE. DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell USO degli UTENSILI:

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1 L UOMO e l UTENSILE DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell USO degli UTENSILI: ANIMALE Abbandono pressoché istantaneo dell oggetto una volta utilizzato. no conservazione no miglioramento UOMO Conservazione dell og-getto dopo l utilizzo. conservazione miglioramento Lo strumento ha solo una funzione immediata, destinata a soddisfare un appetito istantaneo. Lo strumento ha un uso costante e diversificato. Può servire a fabbricare altri utensili ancora più efficaci e precisi. IL CONCETTO di INDUSTRIA: INDUSTRIA = insieme delle tecniche e delle attività attraverso le quali un gruppo umano trasforma le materie prime per ottenere degli oggetti. In senso più esteso indica anche il complesso di tali oggetti. Nel caso specifico si parla di INDUSTRIA LITICA per indicare il complesso di manufatti realizzati in pietra. 1

2 MATERIE PRIME ADATTE alla SCHEGGIATURA Devono possedere le seguenti caratteristiche: Durezza Sfaldabilità Omogeneità Grana fine Rocce sedimentarie silicee o Selce e chert o Calcedonio o Diaspro o Calcare siliceo o Arenaria, quarzite Rocce eruttive microcristalline o Andesite o basalto fine o riolite o Ossidiana Altro o Cristallo di rocca o Ciottoli di lava o Calcare o Travertino o 2

3 La SELCE Spicchio di nodulo corticato di chert giurassico eluviale (dalla regione del Baden-Württemberg). Nella foto a destra è possibile osservare la trama di microfossili. (da Elburg e Van der Kroft) Una piccola parte del materiale litico recuperato nell officina 2 del sito neolitico di Piancada- Bosco Nogali (UD). La materia prima era di provenienza alpina e, nonostante la distanza, giungeva a Piancada senza subire un eccessivo alleggerimento (molti pezzi conservano infatti il cortice). La presenza di un atelier litico collocato a grande distanza dalla fonte di approvvigionamento ha fatto ipotizzare che il sito avesse un ruolo di emporio di riferimento, distribuzione e redistribuzione dei manufatti in pietra scheggiata. (da Ferrari & Mazzieri) 3

4 La QUARZITE Anche la quarzite, come la selce, può presentarsi in forme molto differenti per colore, grana, tessitura etc Il primo esemplare è un blocco di Quarzite Terziaria (Eocene) da Profen (Sachsen-Anhalt, Germania). L ingrandimento mostra una trama caratteristica a zolletta di zucchero. Il secondo è invece un esemplare di Quarzite Cretacica da Lehnberg (Baviera, Germania), caratterizzato da una tessitura molto più compatta. (Foto: Matthias Rummer, 2001 in 4

5 L OSSIDIANA Ossidiana carpatica (da Elburg) Ossidiana di Lipari (da De Francesco et al.) L ossidiana è un vetro vulcanico particolarmente adatto alla scheggiatura (soprattutto per pressione). I margini degli strumenti in ossidiana risultano naturalmente molto affilati e non sempre necessitano di ulteriore ritocco. Le fonti di ossidiana sono ristrette ad alcune aree vulcaniche. Nell Europa preistorica le fonti conosciute erano soprattutto quelle del bacino del Mediterraneo: Melos Lipari Monte Arci (Sardegna) Palmarola Pantelleria In Europa centrale l ossidiana si trova lungo i monti Zemplén (tra Slovacchia e Ungheria). La composizione chimica delle ossidiane è variabile (soprattutto per quanto riguarda la percentuale di silice contenuta). La loro caratterizzazione è molto importante per poter risalire alle fonti di approvvigionamento. Da questo punto di vista è molto utile la datazione dell ossidiana (con metodi che ne studiano l idratazione, le tracce di fissione ), la quale consente ovviamente di datare l eruzione che la ha prodotta (e, quindi, di risalire alla fonte). 5

6 Il QUARZO IALINO o cristallo di rocca (da Benetti) Tra le materie prime scheggiabili si annovera anche il quarzo ialino (o cristallo di rocca), utilizzato soprattutto in mancanza di materie prime di qualità migliore. (Foto: Franco Benetti in 6

7 METODI di LAVORAZIONE della pietra scheggiata SGROSSATURA Strumenti SCHEGGIATURA Supporti Strumenti 7

8 La SGROSSATURA Catena operativa della sgrossatura finalizzata alla produzione di un bifacciali. (da Gamble) Sequenza operativa della sgrossatura di un ciottolo, destinata alla produzione di choppers o bifacciali (da de Marinis) 8

9 La SGROSSATURA 1. blocco di materiale grezzo 2. chopper 3. chopping tool 1. blocco di materiale grezzo 2. biffaciale a scheggiatura parziale 3. bifacciale a scheggiatura totale (da Cocchi Genick) 9

10 PERCUSSIONE Diretta Indiretta Su incudine Laura Seragnoli METODI di SCHEGGIATURA Percussione diretta con percussore duro Percussione diretta con percussore duro Percussione su incudine con tecnica bipolare Percussione su incudine (da Cocchi Genick) 10

11 La PERCUSSIONE INDIRETTA (da Cocchi Genick) Percussione indiretta e nucleo a lame (da de Marinis) 11

12 La SCHEGGIATURA a PRESSIONE (da Cocchi Genick) 12

13 La TECNICA LEVALLOIS Sequenza operativa di lavorazione di un arnione secondo la tecnica Levallois (da Gamble) Sequenza operativa di lavorazione con tecnica Levallois a scheggia preferenziale per la fabbricazione di una punta Levallois (da Leroi-Gourhan) 13

14 La TECNICA LEVALLOIS Sequenze operative per il distacco di schegge e punte Levallois (metodo a scheggia preferenziale) (da Broglio) Distacco di una punta Levallois. La punta (b) reca l impronta in negativo dello stacco precedente (a) 14

15 La TECNICA LEVALLOIS Riepilogo delle operazioni per il distacco di una scheggia Levallois (metodo a scheggia preferenziale) Nucleo Levallois a scheggia preferenziale (da Bordes) Si parla di metodo a scheggia preferenziale quando, dopo il distacco di una o due schegge levallois, la superficie di distacco è completamente struggata e non è possibile ricavare altre schegge se non rimettendo in forma il nucleo. 15

16 La TECNICA LEVALLOIS Distacco di schegge Levallois (tecnologia del piano secante) (da Boëda) 16

17 La TECNICA LEVALLOIS Sequenza operativa per il distacco di schegge Levallois (metodo Levallois ricorrente centripeto) Con il metodo ricorrente il distacco di ogni singola scheggia contribuisce contemporaneamente anche a rimettere in forma il nucleo, determinando il distacco di quelle successive. (da Boëda) 17

18 La TECNICA LEVALLOIS Metodo Levallois ricorrente successivo (unipolare e bipolare) (da Boëda) 18

19 La TECNICA LEVALLOIS Nuclei musteriani Levallois a lame (da Bordes) 19

20 La TECNICA LEVALLOIS Esempio di lavorazione di un arnione con il metodo Levallois, finalizzato alla produzione di raschiatoi: A: il nucleo è preparato tramite stacchi centripeti (a guscio di tartagura) e viene lavorato anche lungo i bordi. B e C: disacco di una scheggia Levallois sfruttando il piano di percussione precedentemente preparato (segue). 20

21 La TECNICA LEVALLOIS D, E: ritocco di un margine (raschiatoio laterale). Dopo che il margine è usurato (F) si procede al ritocco del margine opposto (G). Una volta usurati entrambi i margini (H) si procede a un ritocco di raffilatura (I) con produzione di una punta. Il ritocco risparmia parte del margine lasciando in evidenza l usura precedente (L). M: frattura della punta e riutilizzo dello strumento come raschiatoio doppio a margini convessi. 21

22 ESITI dei METODI di SCHEGGIATURA Percussione Diretta Percussione indiretta Percussione su incudine Tecnica bipolare (da Broglio) 22

23 VANTAGGI e SVANTAGGI dei metodi di lavorazione SGROSSATURA 1 blocco di pietra SCHEGGIATURA 1 blocco di pietra 1 strumento + molto scarto molti strumenti + poco scarto Difficoltà nel controllo della forma finale dello strumento Possibilità di controllo della forma finale dello strumento Strumenti di forma non specializzata Strumenti di forma specializzata Strumenti pesanti e poco maneggevoli Strumenti leggeri e maneggevoli 23

24 LUNGHEZZA del TAGLIO ottenibile per 1 Kg di materia prima Cm sgrossatura scheggiatura levalloiso-musteriana scheggiatura laminare 24

25 Il NUCLEO Nucleo scheggia strumento (da Cocchi Genick) ARNIONE o PRE-NUCLEO = blocco di materia grezza da scheggiare, corticato. NUCLEO = ciò che rimane dell arnione dopo che la scheggiatura è avvenuta. Nucleo di selce alpina dal sito di Pradamano (UD) (da Ferrari e Mazzieri) 25

26 Prodotti di PREPARAZIONE del nucleo (da Brezillon) 1. scheggia d avvio 2. scheggia di décorticage 3. scheggia d angolo 4. scheggia d angolo obliqua 5. scheggia obliqua 6. punta a costolatura 7. punta décalée 8. punta pseudo-levallois 9. estrazione di una punta pseudo-levallois 26

27 PRODOTTI di RAVVIVAMENTO del nucleo (da Brezillon) 1. Tablette 2. Fianco del nucleo 3. Fianco del nucleo 4. Fondo del nucleo 5. Lama a cresta 6. Lama a cresta 27

28 TIPI di NUCLEO (da Brezillon) 1. bi-piramidale 2. a disco 3. poliedrico a schegge 4. Levallois 5. Levallois dopo l estrazione di una scheggia Levallois 6. dopo l estrazione di una punta Levallois 7. dopo l estrazione di due lame Levallois 8. Livre de beurre del Grand Pressigny 9. prismatico a un piano di percussione 10. prismatico a due piani di percussione contrapposti 11. a piani di percussione multipli 12. a piani incrociati 13. a piani alternati 14. a quattro piani di percussione contrapposti a due a due 15. piramidale o conico 16. a mitra 17. conico allungato 18. a lame a dorso corticate 19. a stacchi in fette parallele 28

29 TIPI di NUCLEO (da Broglio) 29

30 La SCHEGGIA SCHEGGIA = frammento di roccia dura distaccato durante ogni operazione di scheggiatura. LAMA = se il frammento di roccia staccata dal nucleo ha una lunghezza pari o superiore al doppio della larghezza si può parlare di lama. PARAMETRI MORFOMETRICI DENOMINAZIONE LUNGH./LARGH. Scheggia larga 1 Scheggia lunga 1,5 Scheggia molto lunga 2 Scheggia laminare 3 Lama 4 Lama larga 6 Lama stretta 10 Microlamella Lungh < 2,5 cm Ipermicrolamella Lungh = 1 1,2 cm INDICE di CARENAGGIO = rapporto tra lunghezza e spessore della scheggia. 30

31 La SCHEGGIA (da Broglio) 31

32 Il TALLONE TALLONE = parte della scheggia consistente in una porzione del piano di percussione. A seconda del tipo di percussione impiegata e della preparazione o meno del piano di percussione, il tallone può assumere aspetti diversi. (da Broglio) 1. puntiforme 2. liscio 3. diedro 4. a faccette piano 5. a faccette convesso ANGOLO di SCHEGGIATURA = angolo tra il tallone e la faccia dorsale della scheggia. ANGOLO di DISTACCO = angolo tra il tallone e la faccia ventrale della scheggia. 32

33 LO STRUMENTO MANUFATTO = qualsiasi prodotto della scheggiatura intenzionale. STRUMENTO = manufatto che ha una forma intenzionalmente realizzata mediante sgrossatura di un ciottolo o di un arnione oppure fabbricato ritoccando schegge o lame precedentemente ottenute (supporti). 33

34 Il RITOCCO RITOCCO = procedimento che conferisce al manufatto la forma desiderata, trasformandolo in strumento. Può servire a rendere tagliente un margine della scheggia, a riaffilarlo, a creare un elemento che ne faciliti l incastro in una immanicatura o in un propulsore Esistono diverse tecniche di ritocco e diversi strumenti ritoccatori: Ritocco a percussione o Percussore duro o Percussore tenero Ritocco a pressione o Compressore duro o Compressore tenero 34

35 TECNICHE di RITOCCO Percussione percussore duro (da Cocchi Genick) percussore tenero (da de Marinis) 35

36 TECNICHE di RITOCCO Pressione compressore duro (da Cocchi Genick) compressore tenero (da de Marinis) 36

37 Il RITOCCO Criteri di classificazione MODO Semplice Erto Piatto Soprelevato Sommario Lamellare Scalariforme AMPIEZZA Marginale Profondo Invadente Coprente DELINEAZIONE Continuo Denticolato ORIENTAMENTO Diretto Alterno Misto Inverso Bifacciale 37

38 TIPI di RITOCCO Ampiezza Modo Delineazione Orientamento (da Broglio) 38

39 TIPI di RITOCCO (da Brezillon) a. a scaglie h. erto normale n. coprente piatto irregolare b. a scaglie i. erto incrociato o. continuo e discontinuo, prossimale, c. sub-parallelo j. piano convesso mesiale, distale, diretto d. parallelo k. coprente trasvers. parallelo p. inverso (lamellare) e. a scaglie l. obliquo parallelo q. alterno scalariforme f. Aurignaziano m. a chevrons r. misto g. marginale corto s. invadente 39

40 Lo STRUMENTO Criteri di lateralitàe trasversalità STRUMENTO TRASVERSALE = L angolo tra il margine trasversale e l asse dello strumento è > 45. a. margini laterali b. margine trasversale (da Cocchi Genick) STRUMENTO LATERALE = L angolo tra il margine trasversale e l asse dello strumento è < raschiatoio trasversale convesso 3. raschiatoio laterale 2. raschiatoio trasversale concavo 4. raschiatoio trasversale (da Bordes) 40

41 Lo STRUMENTO Criteri di lateralitàe trasversalità STRUMENTO DEJETE = L asse della scheggia e l asse dello strumento divergono. (da Bordes) 41

42 CRITERI di ANALISI dell INDUSTRIA LITICA Morfologico Funzionale Tecnologico Qualitativo Quantitativo TIPO = modello ideale che riunisce i tratti essenziali di tutti gli oggetti della stessa natura. 42

43 METODI QUANTITATIVI La lista tipologica di F. Bordes BIFACCIALI NUCLEI Levallois Non Levallois PRODOTTI di SCHEGGIATURA Tecnica Morfologia del tallone Ritocco Levallois Non Levallois Liscio Diedro A faccette A faccette convesso Presente assente MANUFATTI su SCHEGGIA 63 tipi 43

44 METODI QUANTITATIVI La lista tipologica di F. Bordes 1. scheggia Levallois tipica 2. scheggia Levallois atipica 3. punta Levallois 4. punta Levallois ritoccata 5. punta pseudo Levallois 6. punta musteriana 7. punta musteriana allungata 8. limace 9. raschiatoio semplice rettilineo 10. raschiatoio semplice convesso 11. raschiatoio semplice concavo 12. raschiatoio doppio rettilineo 13. raschiatoio doppio rettilineo-convesso 14. raschiatoio doppio rettilineo-concavo 15. raschiatoio doppio biconvesso 16. raschiatoio doppio biconcavo 17. raschiatoio doppio concavo-convesso 18. raschiatoio convergente rettilineo 19. raschiatoio convergente convesso 20. raschiatoio convergente concavo 21. raschiatoio déjété 22. raschiatoio trasversale rettilineo 23. raschiatoio trasversale convesso 24. raschiatoio trasversale concavo 25. raschiatoio su faccia piana 26. raschiatoio a ritocco erto 27. raschiatoio a dorso assottigliato 28. raschiatoio a ritocco bifacciale 29. raschiatoio alterno 30. grattatoio 31. grattatolo atipico 32. bulino 33. bulino atipico 34. perforatore 35. perforatore atipico 36. coltello a dorso 37. coltello a dorso atipico 38. coltello a dorso naturale 39. Raclette 40. scheggia troncata 41. Tranchet 42. incavo 43. denticolato 44. punta burinante alterna 45. scheggia ritoccata sulla faccia piana 46. scheggia a ritocco erto spesso 47. scheggia a ritocco alterno spesso 48. scheggia a ritocco erto sottile 49. scheggia a ritocco alterno sottile 50. scheggia a ritocco bifacciale 51. punta di Tayac 52. triangolo con incavo 53. pseudomicrobulino 54. incavo su estremità di scheggia 55. Hachoir 56. Rabot 57. punta peduncolata 58. strumento peduncolato 59. Chopper 60. Chopper inverso 61. Chopping tool (da Bordes) 62. diversi 63. punta foliata bifacciale 44

45 METODI QUANTITATIVI Il calcolo degli indici reali a. indici tecnici IL If s IF Indice Levallois Indice ristretto dei talloni a faccette Indice largo dei talloni a faccette n. schegge, lame, punte Levallois x 100 n. totale schegge, lame, punte n. talloni a faccette x 100 n. totale talloni riconoscibili n. talloni a faccette e diedri x 100 n. totale talloni riconoscibili I lam Indice laminare n. totale lame (Levallois e non Lev.) x 100 n. totale di schegge e lame 45

46 METODI QUANTITATIVI Il calcolo degli indici reali b. indici tipologici (applicati allo studio delle industrie Musteriane) IL typ Indice Levallois tipologico ( ) ( ) x 100 IR Indice dei raschiatoi ( ) ( ) x 100 IC Indice charentiano ( ) ( ) x 100 IQ Indice Quina n. punte e raschiatoi a ritocco Quina x 100 ( ) I At Indice acheuleano totale ( n. bifacciali) x 100 ( n. bifacciali) I Au Indice acheuleano unifacciale ( ) ( ) x 100 IB Indice dei bifacciali n. dei bifacciali ( n. bifacciali) x

47 METODI QUANTITATIVI La curva cumulativa di Bordes Curve delle industrie musteriane (da Bordes) Curve delle industrie del Paleolitico Superiore (da Bordes) 47

48 La TIPOLOGIA ANALITICA Il metodo di G. Laplace TIPI PRIMARI = ciascun tipo primario è definito da una sintesi di caratteri tecnici e morfologici, a esclusione di tutti gli altri. Ogni tipo primario è suscettibile di variazioni, cioè di TIPI SECONDARI. G1: Grattatoio frontale lungo Grattatoio piatto, generalmente su lama sottile, caratterizzato da un ritocco semplice continuo a forma di fronte più o meno arrotondata, a volte rettilinea, senza concavità notevoli, raramente obliqua, ben delimitata dai bordi del pezzo, la cui lunghezza è superiore alla larghezza di una volta e mezza. Tipi secondari derivati dalla posizione della fronte relativamente al tallone, dai caratteri della tecnica di scheggiatura, dalla forma, dall inclinazione sull asse, dall eventuale ritocco complementare e dalle proporzioni dello strumento. Si noti che il passaggio dal ritocco frontale ai margini grezzi del pezzo si effettua secondo un angolo arrotondato o, talvolta, secondo un angolo vivo. In questo caso prende l aspetto di un becco particolarmente evidente sui grattatoi a fronte obliqua o a fronte irregolare abbozzante un muso. (da Laplace) 48

49 La TIPOLOGIA ANALITICA Il metodo di G. Laplace GRUPPI TIPOLOGICI = ciascun tipo primario è raggruppato all interno di un gruppo più ampio che raccoglie i tipi primari secondo temi morfologici e tecnici generali. B Bulini F Foliati G Grattatoi P Punte T Troncature L Lame ritoccate o Bc Becchi Raschiatoi lunghi PD Punte a dorso R Raschiatoi LD Lame a dorso A Erti DT Dorsi e troncature D Denticolati Gm Geometrici Dv Diversi G2 = grattatoio frontale lungo a ritocco laterale = strumento su lama ( ) = tendenza di un tipo primario G7 déj. = grattatoio a muso déjeté [ ] = indicazioni di carattere tecnologico L2 = lama raschiatoio lunga Prox = prossimale. = presenza di più tipi primari identici o diversi sulle estremità o sui lati opposti dello strumento D2 = raschiatoio denticolati Mg = ritocco marginale Inv = ritocco inverso 49

50 La TIPOLOGIA ANALITICA Il metodo di G. Laplace Gli indici Indice totale Indice ristretto Indice di tipo primario Indice di categoria tipologica Indice laminare Indice di microlitistmo Indice di strumenti multipli o compositi Istogrammi (da Laplace) 50

51 approccio intuitivo confronti etnografici archeologia sperimentale analisi delle tracce d usura L approccio intuitivo Laura Seragnoli L ANALISI FUNZIONALE (da de Marinis) 51

52 I confronti etnografici Laura Seragnoli L ANALISI FUNZIONALE Le prove sperimentali In entrambi gli esempi presentati si può vedere come l usura e i successivi ritocchi possono modificare uno strumento trasformandolo in uno strumento di tipologia diversa. (da Dibble) 52

53 L ANALISI FUNZIONALE L analisi delle tracce d usura Lo studio delle tracce di usura consente di mettere in evidenza la parte operativa dello strumento e, di conseguenza, di ipotizzare il modo nel quale esso veniva immanicato e utilizzato nonché di identificarne la funzione. In particolare, le lame in selce utilizzate per il taglio dei cereali presentano una caratteristica usura lucida (sickle gloss), di ampiezza e orientamento diverso a seconda del tipo di immanicatura del falcetto. (da Calani) 53

54 Il REFITTING Il refitting è un metodo molto impiegato per ricostruire le modalità di sfruttamento della selce. Esso consiste nel rimontare i vari pezzi come in un puzzle tridimensionale e in questo modo è possibile seguire passo passo tutta la catena operativa e le diverse sequenze di distacco delle schegge. Quando i pezzi staccati da un unico nucleo si rinvengono in diverse aree dello scavo, il loro rimontaggio consente di seguire i movimenti dello scheggiatore intorno al sito. Nei due esempi è possibile osservare il rimontaggio di un nucleo in selce dal sito di Maastricht-Belvédère (Paesi Bassi) e la distribuzione orizzontale delle schegge rimontate. (da Roebroeks) 54

55 FONTI di APPROVVIGIONAMENTO Fonti di materie prime sfruttate in 8 dei livelli del Paleolitico Medio della Grotta Vaufrey (Francia) (da Geneste) Grotta Vaufrey Livello n. fonti materie n. > 10 Km Campione di Materia prima Distanza massima prime manufatti dominante Km I II III IV V VI VII VIII IX X XI

56 FONTI di APPROVVIGIONAMENTO In alto: trasferimento di materie prime nel Paleolitico Medio europeo. È possibile vedere come nella Francia sudoccidentale si sfruttassero prevalentemente fonti comprese in un raggio di 20 km e, in minor misura, di 100 km. Queste distanze vengono invece superate nell area centrosettentrionale (da Féblot-Augustins). Le modalità di sfruttamento delle materie prime sono legate a meccanismi di territorialità. Nel primo Neolitico dell Italia settentrionale comunità diverse attingono a fonti di approvvigionamento diverse. (da Ferrari & Mazzieri) 56

57 FONTI di APPROVVIGIONAMENTO Fonti di ossidiana dell area tirrenica sfruttate nel Neolitico e loro diffusione. (da Camps) 57

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