Il social procurement per la nascita di relazioni virtuose ad elevato impatto sociale

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1 Il social procurement per la nascita di relazioni virtuose ad elevato impatto sociale Autori: Laura Bongiovanni, Alberto Cesari I soggetti protagonisti: le imprese sociali In Italia, con la recente Riforma del Terzo settore, le cooperative sociali entrano a pieno titolo a far parte dell universo delle imprese sociali, e sono ad oggi un elemento costitutivo importante del tessuto economico imprenditoriale del Paese. Riconosciute con la Legge 381/91, le cooperative sociali si presentano attraverso due principali forme organizzative: le cooperative sociali di tipo A e quelle di tipo B. Le prime sono impegnate nei servizi sociosanitari, assistenziali ed educativi, rivolti prevalentemente a minori, anziani e disabili: gestiscono residenze protette, centri diurni, asili nido, comunità residenziali, o prestano assistenza domiciliare a persone in situazione di disagio. Le cooperative sociali di tipo B si occupano di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e, a tal fine, possono svolgere qualsiasi tipo di attività imprenditoriale (in campo agricolo, industriale, artigianale, commerciale e di servizi), purché riservino una parte dei posti di lavoro (almeno il 30%) a soggetti svantaggiati. Tra le attività prevalenti, si trovano i servizi di manutenzione del verde, le pulizie, i servizi di lavorazione conto terzi, il trasporto merci, i servizi alle imprese (call center, tipografie). Con la Legge 118/2005 e i successivi decreti attuativi, è stata riconosciuta la qualifica di impresa sociale a tutte le organizzazioni che realizzano un utilità sociale e perseguono finalità di interesse generale. Associazioni, comitati, fondazioni ma anche società di capitale, cooperative, consorzi possono così fregiarsi della qualifica di impresa sociale. La Legge Delega per la Riforma del Terzo Settore, da poco in vigore, ha legittimato il titolo di impresa sociale a tutte le imprese sociali e loro consorzi. La Riforma del Terzo settore, inoltre, ha previsto importanti novità per l Impresa sociale, quali la possibilità di introdurre forme di remunerazione del capitale conferito e la richiesta di predisposizione, oltre al bilancio sociale, anche di strumenti di misurazione dell impatto sociale Ad oggi, sono le Imprese sociali ex lege (D. Lgs. 155/2006 Disciplina dell'impresa sociale, a norma della Legge 118/2005). Numero che salirà ad almeno , in attuazione della Riforma del Terzo Settore, che sancisce lo status di diritto di Impresa sociale per tutte le Cooperative sociali e i loro Consorzi. L impresa sociale, come già la cooperativa sociale, in quanto organizzazione che produce utilità sociale con finalità di interesse generale contribuisce così a rompere con gli schemi tradizionali che distinguono la dimensione economica da quella sociale. Ecco alcuni tratti caratteristici originari di questa forma di impresa: sono nate dal basso a partire dall iniziativa di soggetti della società civile, spesso in collegamento con realtà del volontariato e dell associazionismo già radicate sui territori; sono capaci di coniugare dimensione economica, dimensione sociale e partecipativa, secondo un approccio non artificioso ma concretamente calato nei contesti socio-economici di riferimento;

2 enfatizzano gli aspetti relazionali e la costante attenzione al fattore umano; valorizzano la libera iniziativa dei cittadini, in quanto soggetti capaci di partecipare attivamente alla soluzione dei problemi sociali; promuovono il coinvolgimento degli stakeholders attraverso processi decisionali partecipati, il radicamento locale, frutto di una conoscenza concreta dei punti di forza e debolezza di un territorio; Tutti questi aspetti sono alla base della capacità delle imprese sociali di proporsi come attori di cambiamento degli attuali modelli di sviluppo economico e sociale. Anche nel dialogo con le aziende profit, le imprese sociali possono essere promotori di un cambiamento e di nuove forme di crescita, innescando relazioni virtuose e contaminazioni positive profit-non profit. Il social procurement,- ovvero gli acquisti di beni e servizi realizzati dalle imprese sociali da parte delle aziende profit, vanno in questa direzione. Imprese sociali e aziende profit L Associazione Isnet dal 2007 promuove le relazioni tra le imprese sociali e i loro stakeholders (aziende profit, enti pubblici, enti locali, cittadini, media, organi di rappresentanza, altri organismi del terzo settore). Al fine di identificare strumenti di promozione e sviluppo di questi rapporti, Associazione Isnet realizza indagini e ricerche socio-economiche, sia in forma continuativa attraverso l Osservatorio sulle Imprese Sociali, sia attraverso ricerche ad-hoc. L Osservatorio Isnet fin dalla prima edizione ha evidenziato la relazione tra dinamicità relazionale e andamento economico delle imprese sociali. Nel grafico 1, ad esempio, si osserva che tra le imprese sociali che lavorano prevalentemente con soggetti privati (persone o aziende) è più alta la percentuale di chi dichiara un andamento economico in crescita, rispetto a quanto accade tra le imprese sociali che lavorano prevalentemente con enti e organismi pubblici. GRAFICO 1) Fatturato Pubblico/Privato e Sentiment Economico Imprese sociali che lavorano prevalentemente con il Pubblico 24,4% 48,8% 26,7% Imprese sociali che lavorano prevalentemente con i Privati 31,3% 41,7% 27,1% Crescita Stabile Diminuzione Fonte: 9 a Edizione Osservatorio Isnet sull Impresa sociale

3 Focus Osservatorio Isnet sulle Imprese Sociali L Osservatorio sull Impresa Sociale, creato e gestito da Associazione Isnet, è l unica indagine continuativa in Italia, che da 10 anni monitora i dati sulla dinamicità relazionale e l andamento economico delle imprese sociali, oltre ad analizzare tanti altri indicatori. Sin dalla prima edizione, l assunto di base è stato che, quanto più l impresa sociale è aperta e capace di generare relazioni con i vari stakeholders (aziende private, enti pubblici, altre organizzazioni non profit, cittadini) tanto più è prospera da un punto di vista economico, occupazionale di innovazione e sviluppo. Nel 2007, è stato costituito il Panel, campione permanente di 400 cooperative sociali in tutta Italia, rappresentativo della popolazione statistica nazionale. In occasione delle ultime due edizioni, il campione di cooperative sociali è stato integrato con 100 imprese sociali ex lege. Le interviste sono realizzate da Associazione Isnet nel periodo compreso tra aprile e maggio di ogni anno, attraverso un questionario strutturato, con una sezione informativa statica (per le analisi delle serie storiche) e una dinamica con approfondimenti tematici aggiornati ogni anno. I risultati della 10 edizione sono stati presentati nel mese di luglio 2016 Allo stesso modo, per quanto riguarda la relazione tra mercati prevalenti e capacità occupazionale, si rileva che tra le imprese sociali che lavorano prevalentemente con i privati. solo il 4,9% dichiara un sentiment occupazionale in diminuzione, contro un 14,9% riscontrato tra le imprese sociali più attive nel pubblico (grafico 2) Grafico 2) Fatturato Pubblico/Privato e Sentiment Occupazionale Imprese sociali che lavorano prevalentemente con il Pubblico 25,5% 59,6% 14,9% Imprese sociali che lavorano prevalentemente con i Privati 29,3% 65,9% 4,9% Personale in aumento Personale invariato Personale in diminuzione Fonte: 10 a Edizione Osservatorio Isnet sull Impresa sociale A che punto è il confronto tra profit e non profit? Dal 2010 ad oggi, il numero di organizzazioni non profit che ha aumentato le relazioni con le imprese profit è cresciuto di oltre 10 punti percentuali (grafico 3)

4 GRAFICO 3) Percentuale di cooperative sociali che hanno registrato un aumento dei rapporti con le imprese for profit rispetto all anno precedente 27,2% 19,0% 20,3% 19,7% 20,7% 16,0% Fonte: Osservatorio Isnet serie storiche anni Malgrado questo trend positivo, c è ancora molto da fare per incrementare numero e qualità delle relazioni. Di fatto, una organizzazione non profit su quattro non ha ancora rapporti con le imprese profit, e il fatturato per la vendita di beni e servizi alle aziende incide solo per il 16,9% (il 55,8% del valore di produzione è ancora determinato da contratti e convenzioni con l Ente Pubblico e il rimanente 27.3% da altre tipologie di entrata). E una direzione sulla quale investire, perché genera ricadute positive nel terzo settore, in termini di miglioramento organizzativo, maggiore efficienza e dinamismo. Nel profit, invece, la collaborazione con il terzo settore si traduce in impegno sociale e responsabilità sociale di impresa, con ricadute sulla motivazione del personale e sulla brand reputation. Il social procurement, ossia l acquisto da parte di aziende for profit di beni e servizi realizzati da imprese sociali, valorizza sia l aspetto economico che sociale e rappresenta un terreno fertile per aumentare le opportunità di conoscenza e collaborazione tra profit e non profit. Come evidenziato, le condizioni sono mature per intensificare le relazioni. Le imprese sociali dimostrano un accresciuta consapevolezza circa l opportunità di intensificare i rapporti con le aziende for profit e queste stesse aziende valutano positivamente il social procurement. A tal proposito, una recente indagine 1 1 Isnet ha realizzato la prima indagine sul social procurement in Italia, con interviste ad un campione di 109 medie e grandi aziende del network Right Hub, per verificare conoscenza e opportunità di dialogo con l impresa sociale. A seguito l indagine, nel mese di aprile 2016, Isnet ha realizzato la prima giornata laboratorio, con il coinvolgimento di 20 cooperative sociali di tipo B, provenienti da tutta Italia, interessate a verificare ed approfondire i requisiti e i criteri di fornitura emersi dall indagine.

5 Isnet ha evidenziato che l 88.1% dei responsabili acquisti di grandi imprese in Italia sono disponibili a valutare offerte di beni e servizi avanzate da cooperative sociali. GRAFICO 4) Percentuale di aziende for profit interessate a valutare offerte delle cooperative sociali per prodotti e/o servizi? Fonte: Indagine ISNET sul Social Procurement (rapporto profit non profit) L interesse delle aziende for profit per il social procurement, come anticipato, trova conferma anche nel significato che questo assume per le politiche di brand reputation e di responsabilità sociale di impresa. In particolare, il concetto di social procurement si abbina in forma coerente e concreta con quello di impatto sociale. Nel corso della nona e decima edizione dell Osservatorio sull impresa sociale, Associazione Isnet ha condotto una prima analisi macro economica sugli effetti delle attività di inclusione lavorativa realizzate dalle cooperative sociali di tipo B in Italia; i dati seguenti, rappresentano una evidenza empirica di come possano essere analizzati i rapporti economici tra imprese sociali e aziende for profit. Un evidenza empirica: l impatto sociale delle cooperative sociali di tipo B La legge 68/99 stabilisce che tutte le imprese con più di 15 dipendenti sono tenute a rispettare un impegno occupazionale di persone con svantaggio lavorativo, l impegno varia in ragione del numero totale dei dipendenti. Per la cooperative sociali di inclusione lavorativa (denominate di tipo B ) l impegno è pari al 30% della forza lavoro. Queste cooperative, per garantire i fini istituzionali, svolgono diverse attività economiche, per cui sono imprese sociali a tutti gli effetti (con la recente Riforma del Terzo Settore, anche agli effetti di legge). Vari stakeholders agevolano l azione delle cooperative sociali di tipo B nel raggiungimento degli obiettivi occupazionali: la Pubblica Amministrazione sostiene i contributi previdenziali per i soggetti svantaggiati inseriti, le cooperative sociali sopportano maggiori oneri di gestione e coordinamento, la comunità contribuisce con donazioni, azioni di volontariato e partecipazione attiva, le aziende profit acquistano beni

6 e servizi o realizzano altre forme di partenariato. D altro canto, a fronte di questi investimenti, gli stessi stakeholder hanno dei benefici : la Pubblica Amministrazione riduce gli oneri sociali, le cooperative sociali hanno dei benefici fiscali, nella comunità in generale aumenta l integrazione e la coesione sociale. L insieme di questi benefici, al netto di fattori di distorsione, determina l impatto sociale. Il rapporto tra investimenti e benefici permette di determinare il ritorno sociale sull investimento. L analisi sull impatto sociale delle cooperative di tipo B, condotta da Isnet, è stata centrata solo sui soggetti svantaggiati classificati dalla Legge 381 del 1991, ossia disabili fisici e mentali, soggetti con dipendenze da alcool o sostanze stupefacenti e detenuti negli istituti penitenziari o ammessi alle misure alternative di detenzione. I risultati ottenuti rappresentano, quindi, solo una parte dell impatto sociale generato dalle Cooperative sociali di inserimento lavorativo, dato che le stesse operano anche con altre tipologie di svantaggio, come immigrati, disoccupati di lungo periodo, disoccupati over 50; categorie per altro già riconosciute a livello comunitario, per le quali l Italia ha già avviato procedura di armonizzazione. In Italia, nel 2016, le cooperative sociali di tipo B hanno occupato soggetti svantaggiati ricompresi nelle categorie della L 381/91 (si veda schema 1). Schema n. 1: I soggetti svantaggiati (L 381/91) occupati dalle cooperative sociali di tipo B in Italia Soggetti svantaggiati (L. 381/91) con disabilità fisica o psichica Soggetti svantaggiati (L. 381/91) occupati Soggetti svantaggiati (L. 381/91) con problemi di dipendenza (alcool o droga) Soggetti svantaggiati (L. 381/91) detenuti o ammessi alle misure alternative di detenzione Fonte: 10 a Edizione Osservatorio Isnet sull Impresa sociale (inferenza statistica) L impatto sociale per il loro inserimento lavorativo è stato stimato da Isnet in 716 milioni di euro a fronte di poco meno di 374 milioni di euro investiti. Il rapporto tra investimento e impatto sociale determina un indice 2 pari a 1,92, che significa che per ogni euro investito sopra indicati nel favorire l inclusione lavorativa, è stato generato un valore sociale pari a 1,92 (si veda schema n.2) Questo valore, già significativo, risulta in parte sottostimato, visto che alcuni benefici non sono stati valorizzati in termini monetari, come ad esempio la riduzione dei costi di inattività dei soggetti svantaggiati. Inoltre, si potrebbero considerare i risultati sociali che non possono essere valorizzati in termini monetari; si 2 Indice SROI (Social Return On Investment) - Guida al Ritorno Sociale sull Investimento (SROI) The SROI Network (2012)

7 pensi ad esempio all aumento di percezione di sicurezza dei cittadini, come conseguenza di una maggior integrazione degli ex tossicodipendenti, oppure la riduzione dei pregiudizi verso detenuti o immigrati. Schema n. 2: L impatto sociale per l inserimento di lavoratori svantaggiati (L 381/91) nelle cooperative sociali di tipo B in Italia Fonte: 10 a Edizione Osservatorio Isnet sull Impresa sociale Social procurement e impatto sociale Da questi risultati è stato definito un modello di analisi dell impatto sociale conseguente ad iniziative di social procurement. L intento è quello di evidenziare il valore aggiunto delle imprese sociali che intrattengono rapporti economici con le aziende for profit. Attraverso questo modello di analisi, le imprese sociali potranno in sostanza dare evidenza del valore sociale, oltreché economico, conseguito attraverso le singole commesse, confidando che anche questa modalità possa favorire i processi di contaminazione profit/non-profit.

8 Bibliografia essenziale Bongiovanni L. (2009), Fare rete per innovare: una sintesi dei risultati della terza edizione dell Osservatorio Isnet sulle imprese sociali, «Aretè Quadrimestrale dell Agenzia per le Onlus», n.3, pp Bongiovanni L. (2011), Relazioni come antidoto alla congiuntura economica: una sintesi della quarta edizione dell Osservatorio Isnet sulle imprese sociali, «Aretè Quadrimestrale dell Agenzia per le Onlus», n.1, pp Bongiovanni L. e Vittadini G. (2012), Le cooperative sociali, in La sfida del cambiamento, Milano, Edizione saggi BUR. Camera di Commercio Roma (a cura di) (2009), L utile senza gli utili. Guida alla creazione dell impresa sociale, Roma, Editoriale grafica Srl. Istat (a cura di) (2013), 9 Censimento dell industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit. Primi risultati, Roma, Centro stampa dell Istat. Iris Network (a cura di) (2009), Oltre la norma. Politiche per l impresa sociale in L impresa sociale in Italia. Economia e istituzioni dei beni comuni, Roma, Donzelli Editore. Messia F., Venturelli C. (2015), Il Welfare di prossimità, Trento, Centro Studi Erickson. Zamagni S. (2008), Per l efficacia dei soggetti del sociale, «Aretè Quadrimestrale dell Agenzia per le Onlus», n.3, pp. 5-9 Impatto sociale Approcci proposti per la misurazione dell impatto sociale nella legislazione della Commissione europea e nelle pratiche relativamente a: FEIS e EaSI - Sottogruppo GECES sulla misurazione dell impatto (2014) Guida al Ritorno Sociale sull Investimento (SROI) The SROI Network (2012) Guidelines for Social Life Cycle Assessment of Products - United Nations Environment Programme (2009) Leggi e Decreti Decreto legislativo 24 marzo 2006 n. 155 Disciplina dell impresa sociale, a norma della legge 13 giugno 2005, n.118. Legge 8 novembre 1991 n. 381, Disciplina delle cooperative sociali. Consiglio dei Ministri 10 luglio 2014, Disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale approvato dalla Camera dei Deputati il 25/05/2016 Ricerche Associazione Isnet - Sezione studi e ricerche Osservatorio Isnet

9 Breve Profilo degli autori LAURA BONGIOVANNI Esperta del terzo settore, da oltre 10 anni, si occupa di ricerca e networking per le imprese sociali. Dal 2007 è responsabile dell Osservatorio Isnet sulle imprese sociali in Italia (giunto alla 10^ edizione). E esperta in tecniche di ricerca qualitativa con particolare riferimento alle analisi di contenuto e ricerca semantica. Ha pubblicato numerosi articoli sul valore delle imprese sociali, in collaborazione con testate nazionali e riviste del terzo settore ed ha pubblicato capitoli in miscellanee sui temi sociali. E tra i fondatori della Biennale della Prossimità, evento sui temi dell impegno civile e cittadinanza attiva. Ha partecipato in qualità di relatrice a numerosi convegni, seminari, simposi sul terzo settore e l economia civile. Da 5 anni è impegnata in progetti sulla social innovation. Collabora stabilmente con ricercatori e professori dell Università di Bologna, Università di Torino, Università di Genova, Università Bocconi, Università La Sapienza di Roma. ALBERTO CESARI Da oltre 20 anni si occupa di ricerca socio-economica per grandi Imprese, multinazionali, PMI; organizzazioni di categoria, enti pubblici ed enti locali. E professore a contratto presso l Università degli Studi di Bologna. Ha pubblicato circa 40 articoli su riviste di marketing. E esperto in tecniche di ricerca desk e field (con tecniche qualitative e quantitative). Da 3 anni si occupa di ricerca sull impatto sociale.

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