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1 ³(852,1)250$=,21, per la Piccola e Media Impresa- Industria - Commmercio - Artigianato Servizi - Enti Territoriali Locali Con informazioni ricavate da pubblicazioni ufficiali delle Istituzioni Europee ***************************************** &RQ TXHVWD OHWWHUD VL LQWHQGH IRUQLUH XQ VHUYL]LR LQIRUPDWLYR ULYROWR D WXWWL L FLWWDGLQLHGLQSDUWLFRODUHDFKLULYHVWHFDULFKHLVWLWX]LRQDOLDFKLODYRUDQHOVHWWRUH GHOOH 3LFFROH H 0HGLH,PSUHVH GHOO,QGXVWULDGHO&RPPHUFLR GHOO $UWLJLDQDWR GHL 6HUYL]LHGHJOL(QWL7HUULWRULDOL/RFDOLLQFXLO LQIRUPD]LRQH³(XURSD ULVXOWDHVVHUH GLYLWDOHLPSRUWDQ]D 9LVWH OH JUDYL FDUHQ]H HVLVWHQWL LQ,WDOLD QHO VHWWRUH VL DXWRUL]]D H VL DXVSLFD OD ULSURGX]LRQHHO XOWHULRUHGLIIXVLRQHGLTXHVWHQRWHLQIRUPDWLYH2SHUDUHQHOODQXRYD ³GLPHQVLRQHHXURSHD qrjjllqidwwlxqdqhfhvvlwjshuodvrsudyylyhq]dhodfuhvflwd GLRJQLDWWLYLWjVRFLDOHHGLPSUHQGLWRULDOH (852,1)250$=,21,( $1&+(68,17(51(7 KWWSZZZHXURLQIRUPD]LRQLRUJ ***************************************** 6LULQJUD]LDQRWXWWLFRORURFKHGLUHWWDPHQWHRLQGLUHWWDPHQWHFRQWULEXLVFRQRDOOD UHDOL]]D]LRQH GL TXHVWD OHWWHUD LQIRUPDWLYD HG LQ SDUWLFRODUH O(XURVSRUWHOOR GL 8QLRQFDPHUHGHO9HQHWR 1

2 %5(9,'$//(8523$ /$75$'8=,21($66,67,7$$/&20387(5 La Commissione europea ha compiuto un altro passo nella promozione del multilinguismo come parte essenziale dell'unità dell'europa nella diversità. Una raccolta di circa 1 milione di frasi, associate ad una traduzione di qualità delle stesse in 22 delle 23 lingue ufficiali dell'ue, incluse quelle dei nuovi Stati membri, la più grande mai realizzata in un numero così elevato di lingue è ora disponibile gratuitamente. Questo tipo di dati è estremamente ricercato da quanti si dedicano all'elaborazione di sistemi di traduzione automatica in cui il programma di traduzione "impara" a tradurre correttamente e nel loro contesto parole e frasi a partire da testi tradotti da professionisti. I dati possono inoltre contribuire allo sviluppo di altri strumenti linguistici informatizzati come i controllori grammaticali e ortografici, i dizionari on-line e i sistemi di classificazione di testi multilingue. La Commissione possiede una vasta esperienza nello sviluppo di strumenti di trattamento di testi multilingue e figura all'avanguardia del multilinguismo, offrendo siti web di ricerca di notizie accessibili al pubblico che arrivano a coprire fino a 35 lingue tramite lo strumento European Media Monitoring. Il capitolo "Tecnologie dell'informazione e della comunicazione" del Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo sostiene la ricerca nel campo della traduzione automatica e di altre tecnologie legate al linguaggio. Per ottenere maggiori informazioni sui dati di traduzione si veda il sito: Lo European Media Monitor è disponibile al seguente indirizzo web: '8(1829($*(1=,(3(5/$5,&(5&$(8523($ La Commissione europea ha deciso di recente di istituire l "Agenzia Esecutiva per il Consiglio Europeo della Ricerca" (European Research Council Executive Agency) e l "Agenzia Esecutiva per la Ricerca" (Research Executive Agency). L'Agenzia Esecutiva per il Consiglio Europeo della Ricerca avrà la responsabilità dell'attuazione del Programma specifico "Idee" e si occuperà della gestione di un fondo di 7 miliardi di euro. L Agenzia Esecutiva per la Ricerca si occuperà della gestione delle borse Marie Curie, delle azioni di ricerca specifiche per le PMI e dei temi di ricerca relativi a Spazio e Sicurezza. Sarà responsabile della gestione di 6,5 miliardi di euro. Entrambe le Agenzie avranno sede a Bruxelles. Le due agenzie sono state proposte nel documento giuridico che istituisce il 7 PQ e sono state approvate a novembre dagli Stati membri e dal Parlamento europeo. Per ulteriori informazioni, consultare: e /$1829$5(7(',6267(*12$//(,035(6( Nel quadro della politica integrata della Commissione per promuovere lo spirito imprenditoriale e la crescita aziendale europea, il commissario dell industria Verheugen il 7 febbraio in presenza del commissario alla ricerca Potocnik, del primo ministro sloveno Vizjak, del nuovo presidente del Comitato delle regioni Van Den Brade e del presidente del gruppo datori di lavoro del CES, Malosse, ha lanciato la nuova rete di sostegno UE alle imprese, Enterprise Europe Network. Tutte la maggiori organizzazioni europee di sostegno alle imprese si uniscono per dare un servizio di sportello unico per aiutare le PMI a gestire il potenziale sviluppando le capacità innovanti. Si tratta di una rete di istituti di ricerca, di università, centri di tecnologia, agenzia di sviluppo e innovazione e camere di commercio che con oltre 500 punti di contatto nell UE e al di fuori, forniscono servizi di sostegno per le PMI. 2

3 Unisce i vantaggi delle vecchie reti Euro Info Centre, che davano informazioni generali sulla politica UE per le PMI con i vantaggi della rete Innovation Relais Centre, per l aiuto alle PMI per l innovazione. Tutte le PMI avranno informazioni e un servizio personalizzato in base ai bisogni, che farà il miglior uso delle tecnologie moderne e degli organi della nuova rete. La rete Enterprise Europe Network ha tre obiettivi: agevolare l internazionalizzazione delle imprese, per la Commissione la rete permetterà a un milione di PMI di partecipare a investimenti esteri, e svilupperà scambi tra imprese, sosterrà partnership internazionali incoraggiando le PMI a svilupparsi; avviare partnership tecnologiche tra le PMI in base al trasferimento di innovazione per un ritorno da investimento per la R&S; assistere le PMI per identificare partners per accordi contrattuali; stimolare innovazione e creazione di nuovi prodotti mettendo a profitto le opportunità del mercato unico. La rete aiuterà le PMI a gestire problemi tecnici come diritti di proprietà intellettuale e norme adattandosi alla legislazione UE. Agevolerà la promozione dell innovazione incoraggiando le PMI ad essere innovative tramite la R&S. La rete stimolerà la cooperazione con gruppi che riuniscono varie attività di innovazione garantendo alle PMI l accesso a tecnologie innovative e a progetti e finanziamenti UE. La rete vuol limitare altresì limitare la mancanza di conoscenze delle fonti di finanziamento UE e garantire un ritorno di informazione alla Commissione lavorando in due sensi e garantendo il dialogo tra imprenditori e Commissione, in modo da mediare fra i due punti di vista per garantire che politiche e iniziative della Commissione siano utili alle PMI senza ulteriori oneri amministrativi. Per maggiori informazioni: $//%86,1(66$&73(5/(30, L importanza delle PMI per l economia dell Europa è ormai ampiamente riconosciuta. E stata infatti attuata una politica a loro favore già a partire dal 2005, seguendo le linee guida dell agenda di Lisbona per lo sviluppo e l occupazione. In base ad una valutazione dei risultati per il periodo , è dimostrato che ci sono stati importanti progressi applicando la logica del pensare alle PMI innanzitutto. La Commissione ha tenuto conto degli interessi delle imprese nei principali programmi di sostegno comunitari e gli Stati membri hanno attivato sportelli unici one-stop-shop per la registrazione delle imprese riducendo tempi e costi di attesa. Nonostante questi miglioramenti la Commissione sottolinea la necessità di aumentare il potenziale di crescita e di opportunità lavorative per le PMI. E stato quindi proposto uno Small Business Act per l Europa, il cui obiettivo principale è la definizione di principi e misure concrete per migliorare il contesto in cui si collocano le PMI europee, tenendo presente le peculiarità di ciascuna. Si deve arrivare ad un dibattito tra tutte le parti interessate sul modo di intendere questo Small Business Act per garantire che tutti gli ostacoli allo sviluppo delle PMI siano identificati e superati. Il 6 febbraio scorso, a Bruxelles, si è svolta una prima riunione per discutere di queste tematiche, intitolata "&RPHSDUWHFLSDUHDWWLYDPHQWH"" La Commissione invita le aziende e le loro associazioni a proporre suggerimenti e a esprimersi, attraverso il seguente questionario on-line: oppure si può spedire una mail al seguente indirizzo: entr-sba@ec.europa.eu (entro il 31/03/08). I contributi serviranno alla stesura dello Small Business Act. 6&$0%,75$,035(6((81,9(56,7 La Commissione ha riunito vari ricercatori UE per informarli circa una iniziativa delle azioni Marie Curie, previste da VII PQ di ricerca, per incoraggiare scambi università-impresa (IAPP), coinvolgendo soprattutto le PMI. Entro il 2013 erogherà 400 milioni di euro per progetti di scambio di personale tra imprese e università. Alla conferenza sono stati presentati i successi dei precedenti partenariati industria e ricerca e sono stati esaminati gli ostacoli attuali alla mobilità tra settore pubblico e privato. L iniziativa in questione, si compone di gruppi di studio che aiutano i partecipanti ad elaborare partnership di ricerca di gran qualità e ad approfittare di un eventuale contratto nel quadro dell azione. L IAPP è uno degli strumenti più efficaci del VII PQ di RST, ha detto il commissario alla ricerca Potocnik, nel discorso di apertura, spero di vedere molti matrimoni riusciti nel quadro di tale azione. Il programma IAPP è aperto a tutti gli organismi attivi nel 3

4 settore della ricerca. Le partnership devono riunire almeno un organismo di ricerca privato e uno pubblico di almeno due paesi che partecipano al programma quadro. Il sostegno offerto è destinato a scambi di know how e esperienza sotto forma di scambio di ricercatori, per attività di ricerca e immissione in rete, per reclutare ricercatori esterni alla partnership, per organizzare gruppi di studio e conferenze e per acquisire attrezzature di ricerca per le PMI. Il finanziamento dura quattro anni e copre fino al 100% del costo, non sono richiesti altri finanziamenti. Il secondo appello a presentare proposte è aperto fino al 25 marzo La quota del bilancio disponibile per il primo appello è di 45 milioni di euro. */,,19(67,0(17,1(//$ &58&,$/,3(5/$352'877,9,7 Secondo l ultima relazione della Commissione europea sulla concorrenzialità, gli investimenti nella R & S contribuiscono in misura significativa agli incrementi in termini di produttività. L European Competitiveness Report 2007 rivela che nel 2006 il PIL comunitario è salito del 3%, l incremento più consistente dal Tale miglioramento è riconducibile ad un aumento della produttività (aumento del PIL per occupato) e alla crescita dell occupazione. Inoltre, gran parte dei nuovi Stati membri dell UE, nonché i paesi con un PIL pro capite relativamente basso, stanno recuperando terreno rispetto ai loro vicini con risultati migliori. Da una prospettiva settoriale, la crescita più marcata ha interessato settori con un forte componente di tecnologie dell informazione e della comunicazione (TIC), quali apparecchiature per le telecomunicazioni, macchinari per ufficio e computer. Sono risultati molto incoraggianti, che indicano che le riforme intraprese in linea con la rinnovata strategia di Lisbona per la crescita e l occupazione stanno iniziando a dare frutti ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea G nter Verheugen. le industrie europee sono riuscite a mantenere le loro posizioni sui mercati globali, a differenza dei produttori americani e giapponesi. Ora la sfida consiste nel proseguire con la nostra agenda delle riforme. La relazione identifica i motori fondamentali che contribuiscono maggiormente alla produttività. Maggiori investimenti in R & S possono incrementare sensibilmente la crescita della produttività, soprattutto se gli elementi del triangolo della conoscenza, R & S, innovazione, istruzione/formazione, sono ben integrati, anche per quanto riguarda la disponibilità di personale scientifico, si legge nella relazione. Secondo la Commissione, la realizzazione dell obbiettivo di investire il 3% del PIL nelle R & S porterebbe a incrementi sia di produttività che di reddito. Finora solo due Stati membri dell UE (Svezia e Finlandia) hanno conseguito tali obiettivi e altri otto dovranno raggiungerlo entro il La spesa per la R & S, in particolare nel settore privato, continua a preoccuparmi. Vi è la chiara esigenza di aumentarla, ha commentato il commissario Verheugen. La relazione sottolinea inoltre l importanza degli investimenti nelle TIC, che generano rendimenti elevati in termini di guadagni di produttività se accompagnati da cambiamenti organizzativi adeguati e da investimenti nelle competenze. Tra gli altri fattori determinanti per la produttività individuati dalla Commissione figurano: stimolare l imprenditorialità agevolando l avvio di imprese, migliorare le condizioni per le PMI, rafforzare le migliori pratiche in campo normativo e ridurre la burocrazia. Rivolgendo lo sguardo al futuro, la relazione prende in esame il ruolo che le tecnologie nuove ed emergenti potrebbero svolgere nel rilanciare l economia. Non è chiaro in quale misura le tecnologie emergenti (sistemi elettromeccanici, materiali avanzati, bio e nanotecnologie) realizzeranno le potenzialità loro attribuite, ma deve essere chiaro che si tratta di potenzialità significative, in grado di contribuire in modo determinante alla crescita della produttività e all innovazione nei prossimi decenni, si legge nella relazione E tuttavia probabile che la gestione della conoscenza diventi più importante e che i modelli imprenditoriali di successo nel futuro saranno in grado di ottenere migliori risultati in questo ambito. 4

5 '$/3$5/$0(172(8523(2 7XWWLLGRFXPHQWLDSSURYDWLVRQRGLVSRQLELOL SHUQƒGLGRFXPHQWRRSHUGDWDGLDSSURYD]LRQHVXOVLWR KWWSZZZHXURSDUOHXLQWDFWLYLWLHVH[SHUWWDVHDUFKGR"ODQJXDJH,7 %58;(//(60,1,6(66,21(*(11$,2,67,78=,21, $3(5785$'(//$6(66,21( 'DQGRLQL]LRDLODYRULLO3UHVLGHQWHVLqFRQJUDWXODWRFRQLSDUODPHQWLVORYHQRHPDOWHVHFKH KDQQR UHFHQWHPHQWH UDWLILFDWR LO WUDWWDWR GL /LVERQD +D SRL LQIRUPDWR O$XOD FKH OD FRPPLVVLRQHJLXULGLFDKDGHFLVRGLUHVSLQJHUHLOULFRUVRGL%HQLDPLQR'RQQLFLHFRQIHUPDUHLO PDQGDWR GL*LXOLHWWR&KLHVD,O 3DUODPHQWR KD LQVHULWR DOORUGLQH GHO JLRUQR XQ GLEDWWLWR LQ SUHVHQ]DGL-DYLHU6RODQDVXOODVLWXD]LRQHD*D]D Dopo quello ungherese, ha esordito il Presidente +$16*(57 3g77(5,1*, anche i parlamenti sloveno (a stragrande maggioranza) e maltese (all'unanimità) hanno ratificato il trattato di Lisbona. A suo avviso, si tratta di un importante segnale politico che dimostra la volontà di portare avanti il trattato affinché sia applicabile nel Si è quindi complimentato con i deputati per la loro decisione «lungimirante». D'altro canto ha rivolto un appello al parlamento slovacco - che ha rinviato sine die la ratifica - ad assumersi le proprie responsabilità. /,%(5$&,5&2/$=,21('(,6(59,=, 3267(),1('(,021232/,0$121'(/6(59,=,281,9(56$/( Doc. A6-0505/2007 5DFFRPDQGD]LRQHSHUODVHFRQGDOHWWXUDUHODWLYDDOODSRVL]LRQHFRPXQHGHO&RQVLJOLRLQYLVWD GHOODGR]LRQHGHOODGLUHWWLYDGHO3DUODPHQWRHXURSHRHGHO&RQVLJOLRFKHPRGLILFDODGLUHWWLYD &(UHODWLYDDOSLHQRFRPSOHWDPHQWRGHOPHUFDWRLQWHUQRGHLVHUYL]LSRVWDOLFRPXQLWDUL Procedura: Codecisione, seconda lettura - Dibattito: Votazione: ,O3DUODPHQWR KDDSSURYDWRODGLUHWWLYDFKHFRPSOHWDODOLEHUDOL]]D]LRQHGHLVHUYL]LSRVWDOLD SDUWLUHGDOƒJHQQDLRDSUHQGRDOODFRQFRUUHQ]DJOLLQYLLGLSOLFKLGLSHVRLQIHULRUHD JUDPPL,QWHQGHSRLJDUDQWLUHXQVHUYL]LRXQLYHUVDOHDSUH]]LUDJLRQHYROLSHUFLQTXHJLRUQLOD VHWWLPDQD H QRUPH GL TXDOLWj EHQ GHILQLWH DQFKH QHL WHPSL GL FRQVHJQD (VLJH LQROWUH XQDGHJXDWDJHVWLRQHGHLUHFODPLSHUVPDUULPHQWRRSHUGLWDHVWDELOLVFHQRUPHGHWWDJOLDWHSHU ODVVHJQD]LRQHGHLVHUYL]L 5

6 Approvando la relazione, il Parlamento ha adottato definitivamente la direttiva sui servizi postali. Ha infatti sottoscritto la posizione comune definita dal Consiglio che riprende, in tutto o in parte, la maggioranza degli emendamenti proposti dai deputati in prima lettura. La direttiva - che segna l ultima fase del graduale processo di apertura del mercato postale avviato nel potrà quindi essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entrare presto in vigore. La proposta avanzata dalla GUE/NGL di respingere in blocco la direttiva - ritenuta il risultato della «volontà ideologica di procedere a tappe forzate verso la liberalizzazione totale del settore» senza nessuna seria analisi d'impatto - è stata respinta dall'aula con 86 voti favorevoli, 549 contrari e 18 astensioni. /LEHUDOL]]D]LRQHGDOƒJHQQDLR Con la liberalizzazione degli invii di plichi di peso inferiore a 50 grammi, gli Stati membri non potranno concedere né mantenere in vigore «diritti esclusivi o speciali per l'instaurazione e la fornitura di servizi postali» (raccolta, smistamento, trasporto e distribuzione degli invii postali). Si tratta, in sostanza, del WUDPRQWR GHL PRQRSROL VWDWDOL, sottolineato anche dal fatto che la definizione di "rete postale pubblica" è stata sostituita da quella di "rete postale", WRXWFRXUW. L'apertura del mercato, come richiesto dal Parlamento europeo, avrà luogo a partire dal ƒjhqqdlr, due anni più tardi di quanto proposto in origine dalla Commissione. In ragione dell'adesione in fase avanzata al processo di riforma dei servizi postali, i nuovi Stati membri (eccetto Bulgaria, Estonia e Slovenia) avranno però la possibilità di prorogare tale data di ulteriori due anni (1 gennaio 2013) se lo ritengono opportuno. Lo stesso vale per Grecia e Lussemburgo, per tenere conto del fatto che si tratta di Stati «scarsamente popolati e di limitata superficie geografica che hanno caratteristiche specifiche tali da condizionare i servizi postali, o con una topografia particolarmente difficile, con un elevato numero di isole». D'altra parte, in considerazione della «natura eccezionale» di tale deroga, la direttiva prevede la possibilità di ricorrere a una FODXVRODGLUHFLSURFLWj in forza alla quale, per un periodo limitato di tempo e per un numero limitato di servizi, sarà consentito agli Stati membri che hanno completato l'apertura dei loro mercati «di non concedere ai monopoli che operano in un altro Stato membro l'autorizzazione di operare sul loro territorio». 6HUYL]LRXQLYHUVDOHGLTXDOLWjFRQSUH]]LUDJLRQHYROLHSHUFLQTXHJLRUQLODVHWWLPDQD La direttiva impone agli Stati membri di garantire la fornitura del servizio universale. Questo dovrà comprendere almeno la raccolta, lo smistamento, il trasporto e la distribuzione degli invii postali fino a 2 kg e dei pacchi postali fino a 10 kg (innalzabile fino a 20 kg), nonché i servizi relativi agli invii raccomandati e agli invii con valore dichiarato. Il servizio universale dovrà essere garantito come minimo per FLQTXHJLRUQLODYRUDWLYLDVHWWLPDQD. Fatte salve, tuttavia, le circostanze o le condizioni geografiche «eccezionali». D'altra parte gli Stati membri dovranno garantire che OHWDULIIH di ciascuno dei servizi che fanno parte del servizio universale siano «ragionevoli» e, come richiesto dal Parlamento, permettano di fornire servizi accessibili «all'insieme degli utenti, a prescindere dalla situazione geografica e tenendo conto delle condizioni nazionali specifiche». Gli Stati membri potranno mantenere o introdurre un servizio postale gratuito per gli utenti non vedenti e ipovedenti. I prezzi, inoltre, dovranno «essere correlati ai costi», ma gli Stati membri potranno decidere di fissare una tariffa unica per tutto il territorio per motivi di interesse pubblico. Ciò, tuttavia, non esclude il diritto del fornitore o dei fornitori del servizio universale di concludere con gli utenti accordi individuali in materia di prezzi. Le tariffe, comprese eventuali tariffe speciali, dovranno però essere trasparenti e non discriminatorie. In relazione al servizio universale, gli Stati membri saranno tenuti a garantire la fissazione e la pubblicazione di RELHWWLYL LQ PDWHULD GL TXDOLWj, in particolare per quanto riguarda «i tempi di instradamento, la regolarità e l'affidabilità dei servizi». Tale compito spetta agli Stati membri per i servizi nazionali ed al Parlamento e al Consiglio per quelli transfrontalieri intracomunitari. Per questi ultimi, peraltro, la direttiva conferma gli attuali obiettivi che prevedono la consegna dell'85% degli invii entro tre giorni lavorativi dalla data di deposito ed entro cinque giorni per il 97% degli 6

7 invii. Ma «specifiche situazioni infrastrutturali e geografiche» consentono di derogare a tale criteri. Il controllo delle prestazioni dovrà essere effettuato «almeno una volta l'anno» in modo indipendente da organismi esterni ai fornitori del servizio universale e alle condizioni normalizzate che saranno fissate a livello europeo. I risultati di questa valutazione dovranno essere resi pubblici. Agli Stati membri è chiesto di assicurare che tutti i fornitori di servizi postali stabiliscano procedure trasparenti, semplici e poco onerose per ODJHVWLRQHGHLUHFODPLGHJOLXWHQWL, «in particolare in caso di smarrimento, furto, danneggiamento o mancato rispetto delle norme di qualità del servizio. Dovranno inoltre garantire che le procedure di reclamo consentano di risolvere le controversie «in maniera equa e celere», prevedendo, nei casi giustificati, «un sistema di rimborso e/o compensazione». Gli Stati membri sono anche chiamati a incoraggiare lo sviluppo di sistemi extragiudiziali indipendenti per la soluzione delle controversie fra fornitori di servizi postali e utenti. Dovranno poi garantire agli utenti, individualmente o collegialmente, di presentare alle autorità competenti i casi in cui i ricorsi non abbiano ottenuto risultati soddisfacenti. In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno provvedere affinché gli utenti e i fornitori di servizi postali ricevano regolarmente dal fornitore o dai fornitori del servizio universale LQIRUPD]LRQL VXIILFLHQWHPHQWH SUHFLVH e aggiornate sulle caratteristiche del servizio universale offerto, in particolare per quanto riguarda le condizioni generali di accesso ai servizi, i prezzi e il livello di qualità. Le informazioni dovranno essere pubblicate nel modo appropriato. Al fine di assicurare il servizio universale, gli Stati membri potranno GHVLJQDUHXQDRSLLPSUHVH che coprano tutto il territorio nazionale. Potranno anche designare più imprese per fornire i diversi elementi del servizio universale e/o coprire differenti parti del loro territorio. Ma dovranno garantire che le condizioni a cui viene affidato il servizio universale «si basino su principi di trasparenza, non discriminazione e proporzionalità, garantendo in tal modo la continuità della fornitura del servizio universale e tenendo conto del ruolo importante che questo svolge nella coesione sociale e territoriale». In merito al ILQDQ]LDPHQWR GHO VHUYL]LR XQLYHUVDOH la direttiva fissa le condizioni cui devono soggiacere gli Stati membri. Questi ultimi potranno anzitutto appaltare tali servizi in conformità alle norme e ai regolamenti applicabili in materia di appalti pubblici. Se però stabiliscono che gli obblighi del servizio universale comportano un costo netto (calcolato in base alla direttiva) e che «rappresentano un onere finanziario eccessivo per il fornitore o i fornitori», potranno introdurre un meccanismo volto a compensare l'impresa interessata a partire da fondi pubblici oppure volto a ripartire il costo netto degli obblighi del servizio universale fra i fornitori di servizi e/o gli utenti. In quest'ultimo caso, potranno anche istituire un fondo di compensazione che può essere finanziato mediante diritti a carico dei fornitori dei servizi e/o degli utenti e amministrato da un organismo indipendente dal beneficiario o dai beneficiari. Le autorizzazioni, peraltro, potranno essere vincolate all'obbligo per i fornitori di servizi postali non universali di contribuire finanziariamente al fondo o di adempiere gli obblighi del servizio universale. 6HUYL]LSRVWDOLQRQXQLYHUVDOL Per i servizi che esulano dall'ambito di applicazione del servizio universale, gli Stati membri potranno introdurre autorizzazioni generali «nella misura necessaria per garantire la conformità alle esigenze essenziali». Queste ultime, riprendendo la proposta del Parlamento in prima lettura, sono definite come «i motivi di interesse generale e di natura non economica che possono portare uno Stato membro ad imporre condizioni in materia di fornitura di servizi postali». Tali motivi, è precisato, «sono la riservatezza della corrispondenza, la sicurezza del funzionamento della rete in materia di trasporto di sostanze pericolose, il rispetto delle condizioni di lavoro e dei sistemi di sicurezza sociale... e, nei casi in cui sia giustificato, la protezione dei dati, la tutela dell'ambiente e l'assetto territoriale». Più in particolare, la concessione di autorizzazioni può, se necessario e giustificato, prevedere l'imposizione di obblighi in merito alla qualità, alla disponibilità e all'esecuzione dei servizi in questione. Può anche essere subordinata all'obbligo di contribuire finanziariamente ai meccanismi 7

8 di condivisione dei costi o ai costi operativi delle autorità nazionali di regolamentazione e ad un obbligo di rispettare le condizioni di lavoro previste dalla legislazione nazionale. *,867,=,$($))$5,,17(51, 81$675$7(*,$8(3(5,520(6723$//(',6&5,0,1$=,21, Doc. B6-0050, 0051, 0052, 0053, 0055/2008 5LVROX]LRQHFRPXQHVXXQDVWUDWHJLDHXURSHDSHULURP Procedura: Risoluzione comune - Dibattito: Votazione: LVWHOHGLVFULPLQD]LRQLVXELWHGDLFLUFDGLHFLPLOLRQLGLURPQHOO8(LO3DUODPHQWRFKLHGHXQD VWUDWHJLD HXURSHD H ILQDQ]LDPHQWL SHU SURPXRYHUH OD ORUR LQFOXVLRQH VRFLDOH 2FFRUUH SRUUH ILQHDOODORURVHJUHJD]LRQHQHOOLVWUX]LRQHVRVWHQHUQHOLQWHJUD]LRQHQHOPHUFDWRGHOODYRURH FRQPLFURFUHGLWLDLXWDUOLDGDYYLDUHDWWLYLWjLPSUHQGLWRULDOL(DQFKHQHFHVVDULRPLJOLRUDUHOH ORUR FRQGL]LRQL QHOOH EDUDFFRSROL H JDUDQWLUH ORUR ODVVLVWHQ]D VDQLWDULD 9D SRL ULFRQRVFLXWR O2ORFDXVWRGHLURP Con 510 voti favorevoli, 36 contrari e 67 astensioni, il Parlamento ha approvato una risoluzione sostenuta da PPE/DE, PSE, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL che sottolinea anzitutto come i circa 10 milioni di rom che vivono nell'unione europea siano vittime di discriminazioni razziali, nonostante gran parte di essi siano diventati cittadini dell'ue a seguito degli ampliamenti del 2004 e del 2007, «beneficiando del diritto... di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri». Osserva inoltre che "l'antizingarismo" o fobia dei rom «è ancora diffuso in Europa», ma anche «promosso e utilizzato dagli estremisti», culminando talvolta «in attacchi razzisti, discorsi improntati all'odio, attacchi fisici, espulsioni illegali e vessazioni da parte della polizia». Nel condannare «senza eccezioni e senza ambiguità possibili» tutte le forme di razzismo e di discriminazione cui sono soggetti i rom e altre comunità considerate "zingari", il Parlamento considera che la situazione dei rom europei sia «diversa» da quella delle altre minoranze e, pertanto, è giustificata «l'adozione di misure specifiche a livello europeo». Sollecita quindi la Commissione a sviluppare XQDVWUDWHJLDTXDGURHXURSHD per l'inserimento dei rom, che miri a dare coerenza alle politiche dell'ue a favore della loro inclusione sociale e ad elaborare un piano d'azione comunitario dettagliato che fornisca un sostegno finanziario per la realizzazione di questo obiettivo. A un commissario dovrebbe essere attribuita la competenze di coordinare la politica per i rom. Osservando che OD VHJUHJD]LRQH QHOOLVWUX]LRQH «continua ad essere tollerata negli Stati membri dell'unione europea», condizionando in modo permanente «la capacità dei bambini rom di sviluppare e di sfruttare il loro diritto ad uno sviluppo educativo», il Parlamento sollecita la Commissione a rafforzare, in via prioritaria, la legislazione antidiscriminazione in questo campo. A suo parere, inoltre, occorre intensificare gli sforzi per finanziare e sostenere, negli Stati membri, azioni intese ad integrare i bambini rom, sin dalla più tenera età, nei sistemi di istruzione ordinari. Le comunità rom, per i deputati, «presentano in media livelli inammissibilmente elevati di disoccupazione».la Commissione dovrebbe pertanto sostenere l'integrazione dei rom nel PHUFDWR GHO ODYRUR mediante un sostegno finanziario alla formazione e alla riconversione professionale, azioni positive, un'applicazione rigorosa delle leggi antidiscriminazione nel settore dell'occupazione e misure atte a promuovere presso i rom il lavoro autonomo e le piccole imprese. A quest'ultimo proposito, invitano la Commissione a considerare la possibilità di un sistema di microcredito per promuovere l'avvio di piccole imprese e «sostituire la prassi dell'usura». Sottolineano poi l'importanza di promuovere la presenza dei rom a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica, comprese le istituzioni europee. 8

9 Il Parlamento sottolinea poi che «FRQGL]LRQLGLYLWDGHSORUHYROLHLQVDOXEUL e una ghettizzazione evidente» sono fenomeni ampiamente diffusi tra i rom, i quali sono regolarmente «vittime di espulsioni forzate o viene loro impedito di abbandonare tali aree». Sollecita quindi la Commissione a sostenere programmi volti a porre fine al fenomeno delle baraccopoli rom - «che generano gravi rischi sociali, ambientali e sanitari» - e a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di alloggio per i rom. Facendo proprio un altro emendamento, il Parlamento sollecita inoltre gli Stati membri a risolvere il problema dei campi, «dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini rom muoiono in incidenti domestici, in particolare incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate». Consiglio, Commissione e Stati membri sono poi invitati a sostenere programmi nazionali volti a PLJOLRUDUH OD VLWXD]LRQH VDQLWDULD delle comunità rom, in particolare introducendo un adeguato programma di vaccinazioni per i bambini. In proposito, il Parlamento sollecita la fine dell'esclusione sistematica di talune comunità rom dall'assistenza sanitaria, come anche delle «violazioni estreme dei diritti dell'uomo» nell'ambito del sistema sanitario, «comprese la segregazione razziale nelle strutture sanitarie e la sterilizzazione forzata delle donne rom». La maggior parte di queste ultime, osservano peraltro i deputati, subisce una doppia discriminazione, «in quanto rom e in quanto donne». Se i deputati sono d'accordo nell'invitare gli Stati membri a combattere i maltrattamenti delle donne rom, hanno però respinto un altro emendamento, che chiedeva agli stessi rom di rispettare i diritti umani, in particolare per quanto riguarda donne e bambini, «evitando matrimoni forzati». Il Parlamento esorta la Commissione a creare una mappa paneuropea delle crisi, sulla cui base sono individuate e monitorate quelle aree dell'ue le cui comunità rom «risultano essere le più minacciate dalla povertà e dall'esclusione sociale». D'altro canto, riconosce che le competenze fondamentali e il principale investimento in termini di volontà politica, tempo e risorse «devono essere a carico degli Stati membri». Sottolinea poi l'importanza che riveste il fatto di coinvolgere le DXWRULWjORFDOL per garantire un'esplicazione efficace degli sforzi volti a promuovere l'inserimento dei rom e a combattere la discriminazione. Secondo i deputati infine, O2ORFDXVWR GHL URP (Porajmos) «merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini nazisti volti ad eliminare fisicamente i rom d'europa, così come gli ebrei e altri gruppi mirati». A tale proposito, invitano la Commissione e le autorità competenti a compiere i passi necessari «per porre termine alle attività di ingrasso dei suini sul sito dell'ex campo di concentramento di Lety (Repubblica Ceca), lasciando spazio ad un monumento commemorativo che onori le vittime delle persecuzioni». L'Assemblea ha inoltre approvato le seguenti relazioni: Doc. A6-0507/2008-5LVROX]LRQH VXOOLQL]LDWLYD GHOOD 5HSXEEOLFD G$XVWULD LQ YLVWD GHOODGR]LRQH GL XQD GHFLVLRQHGHO&RQVLJOLR UHODWLYD DO PLJOLRUDPHQWR GHOOD FRRSHUD]LRQH WUD OH XQLWj VSHFLDOL GLQWHUYHQWR GHJOL 6WDWL PHPEUL GHOO8QLRQH HXURSHD LQ VLWXD]LRQL GL FULVL Doc. A6-0509/2007-5LVROX]LRQHVXOODSURSRVWDGLGHFLVLRQHGHO3DUODPHQWRHXURSHRHGHO &RQVLJOLR UHFDQWH PRGLILFD GHOOD GHFLVLRQH Q &( FKH LQWURGXFH XQ UHJLPH VHPSOLILFDWRSHULOFRQWUROORGHOOHSHUVRQHDOOHIURQWLHUHHVWHUQHEDVDWRVXOULFRQRVFLPHQWR XQLODWHUDOH GD SDUWH GHJOL 6WDWL PHPEUL DL ILQL GHO WUDQVLWR QHO ORUR WHUULWRULR GL GHWHUPLQDWLGRFXPHQWLGLVRJJLRUQRULODVFLDWLGDOOD6YL]]HUDHGDO/LHFKWHQVWHLQ Doc. A6-0511/2007-5LVROX]LRQHVXOODSURSRVWDGLGHFLVLRQHGHO3DUODPHQWRHXURSHRHGHO &RQVLJOLRFKHLQWURGXFHXQUHJLPHVHPSOLILFDWRSHULOFRQWUROORGHOOHSHUVRQHDOOHIURQWLHUH HVWHUQH EDVDWR VXO ULFRQRVFLPHQWR XQLODWHUDOH GL GHWHUPLQDWL GRFXPHQWL GD SDUWH GL %XOJDULD5HSXEEOLFDFHFD&LSUR/HWWRQLD8QJKHULD0DOWD3RORQLD5RPDQLD6ORYHQLD H6ORYDFFKLDFRPHHTXLSROOHQWLDLORURYLVWLQD]LRQDOLDLILQLGHOWUDQVLWRQHOORURWHUULWRULR 9

10 $/75,'2&80(17,$33529$7, 5(/$=,21,(67(51( Doc. B6-0046, 0048, 0057/2008-5LVROX]LRQHFRPXQHVXOO,UDQ /,UDQGHYHVRVSHQGHUHODUULFFKLPHQWRGLXUDQLRHULSUHQGHUHLQHJR]LDWLSHUXQDVROX]LRQHD OXQJR WHUPLQH GHOOD TXHVWLRQH QXFOHDUH ( TXDQWR VRVWLHQH LO 3DUODPHQWR FKH HVFOXGHQGR TXDOVLDVLRS]LRQHPLOLWDUHODQFLDXQDSSHOORDIILQFKpO,UDQIRUQLVFDULVSRVWHFRPSOHWHFKLDUHH FUHGLELOLDOO$,($6XLGLULWWLXPDQLFRQGDQQDOHHVHFX]LRQLOHUHSUHVVLRQLHOHGLVFULPLQD]LRQL HWQLFKHHUHOLJLRVH6HQ]DSURJUHVVLLQTXHVWLFDPSLDPPRQLVFHLO3DUODPHQWRQLHQWHDFFRUGR GLFRRSHUD]LRQHFRQO8( $0%,(17( Doc. B6-0059/2008-5LVROX]LRQH VXOOHVLWR GHOOD &RQIHUHQ]D GL %DOL VXO FDPELDPHQWR FOLPDWLFR&23H&23023,O 3DUODPHQWR VRVWLHQH ODYYLR GL QHJR]LDWL LQ PDWHULD GL ORWWD DO FDPELDPHQWR FOLPDWLFR H VRWWROLQHDQGROHUHVSRQVDELOLWjGHLSDHVLLQGXVWULDOL]]DWLFKLHGHDOO8(GLULGXUUHOHHPLVVLRQLGL DOPHQR LO HQWUR LO 6ROOHFLWD DQFKH SL IRQGL SHU OD ULFHUFD OLQFOXVLRQH GHL VHWWRUL DHUHRHPDULWWLPRQHJOLLPSHJQLGLULGX]LRQHHODUHYLVLRQHGHOODSROLWLFD8(VXLELRFDUEXUDQWL 2FFRUUH SRL DLXWDUH L 396 LQFRUDJJLDUH XQDWWLYLWj IRUHVWDOH VRVWHQLELOH H VHQVLELOL]]DUH L FLWWDGLQL,1'8675,$5,&(5&$(,1129$=,21( Doc. A6-0005/2008-5HOD]LRQHVXQXRYHSURVSHWWLYHSHUOR6SD]LRHXURSHRGHOODULFHUFD,O3DUODPHQWRHVRUWDJOL6WDWLPHPEULDVSHQGHUHLOGHO3,/DIDYRUHGHOODULFHUFDDQFKH SHU LPSHGLUH XQ XOWHULRUH IXJD GL FHUYHOOL GDOO 8( 2FFRUUH SRL SURPXRYHUH DQFKH ILQDQ]LDULDPHQWHXQDPDJJLRUHPRELOLWjGHLULFHUFDWRULLOPLJOLRUDPHQWRGHOOHLQIUDVWUXWWXUHH LO FRRUGLQDPHQWR WUD OH YDULH LQL]LDWLYH D OLYHOOR HXURSHR 6H q LPSRUWDQWH IDYRULUH OD FRQGLYLVLRQHGHOODFRQRVFHQ]DYDSHUzLVWLWXLWRXQEUHYHWWRFRPXQLWDULRFKHVWLPROLODULFHUFD QHOVHWWRUHSULYDWR Doc. A6-0003/2008-5LVROX]LRQH VX XQ 3LDQR GD]LRQH SHU OHIILFLHQ]D HQHUJHWLFD FRQFUHWL]]DUHOHSRWHQ]LDOLWj 3(6&$ Doc. A6-0495/2008-5LVROX]LRQH VX XQD SROLWLFD SHU ULGXUUH OH FDWWXUH DFFHVVRULH HG HOLPLQDUHLULJHWWLQHOODSHVFDHXURSHD Doc. A6-0001/2008-5LVROX]LRQHVXOODSURSRVWDGLUHJRODPHQWRGHO3DUODPHQWRHXURSHRH GHO&RQVLJOLRUHODWLYRDOODWUDVPLVVLRQHGLVWDWLVWLFKHVXOODFTXDFROWXUDGDSDUWHGHJOL6WDWL PHPEUL 10

11 '$/3$5/$0(172(8523(2 7XWWLLGRFXPHQWLDSSURYDWLVRQRGLVSRQLELOL SHUQƒGLGRFXPHQWRRSHUGDWDGLDSSURYD]LRQHVXOVLWR KWWSZZZHXURSDUOHXLQWDFWLYLWLHVH[SHUWWDVHDUFKGR"ODQJXDJH,7 675$6%85*26(66,21()(%%5$,2 75$77$7, 6Î$/75$77$72',/,6%21$3(5818(3,Ô'(02&5$7,&$(()),&,(17( Doc. A6-0013/2008 5HOD]LRQHVXOWUDWWDWRGL/LVERQD Procedura: Iniziativa - Dibattito: Votazione: ,O 3DUODPHQWR DSSURYD LO WUDWWDWR GL /LVERQD HVRUWDQGR JOL 6WDWL PHPEUL D UDWLILFDUOR HQWUR ILQHDQQRHGDLQIRUPDUHLFLWWDGLQLLQYLVWDGHOOHHOH]LRQLHXURSHHGHO/8(VDUjFRVuSL GHPRFUDWLFDHIILFLHQWHHFDSDFHGLGHFLGHUHUDIIRU]DQGRLSRWHULGHO3DUODPHQWRHLGLULWWLGHL FLWWDGLQL VHQ]D GLYHQWDUH XQ 6XSHUVWDWR 5HVWD LO UDPPDULFR SHU OD ULQXQFLD DOODSSURFFLR FRVWLWX]LRQDOHHDLVLPEROLOHGHURJKHDOOD&DUWDGHLGLULWWLIRQGDPHQWDOLHLOVHJJLRDJJLXQWLYR FRQFHVVRDOO,WDOLD Adottando la relazione con 525 voti favorevoli, 115 contrari e 29 astensioni, il Parlamento approva il trattato di Lisbona. Una standing ovation ha salutato l esito della votazione e il Presidente +$16*(57 3g77(5,1* si è compiaciuto della vasta maggioranza raggiunta e si è quindi congratulato con i deputati che «esprimono la libera volontà dei popoli che rappresentano». Il trattato, ha aggiunto, fornisce all'ue maggiore democrazia e capacità di agire». Per il Parlamento, nel complesso, il trattato rappresenta «un miglioramento sostanziale rispetto ai trattati vigenti». Esso, infatti, aumenterà la responsabilità democratica e la capacità decisionale dell'unione (mediante un rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo e di quello dei parlamenti nazionali), rafforzerà i diritti dei cittadini europei nei confronti dell'unione e migliorerà l efficacia del funzionamento delle sue istituzioni. Il trattato di Lisbona, d'altra parte, «fornirà una struttura stabile che permetterà ulteriori sviluppi dell'unione in futuro». I deputati sottolineano inoltre la necessità che tutti gli Stati membri dell'unione procedano alla UDWLILFDGHOWUDWWDWR in tempo utile affinché possa entrare in vigore il 1 gennaio In questo modo, infatti, i cittadini potranno effettuare le proprie scelte politiche con piena conoscenza del nuovo quadro istituzionale dell'unione in occasione delle elezioni europee del Al riguardo, il Parlamento ribadisce la sua richiesta di realizzare «tutti gli sforzi possibili» - da parte delle istituzioni dell'ue e delle autorità nazionali - «per informare i cittadini europei in modo chiaro e obiettivo sul contenuto del trattato». Chiede inoltre l'immediata pubblicazione dei trattati consolidati riveduti dal trattato di Lisbona, per fornire ai cittadini «un testo comunitario di base più chiaro». La relazione approvata illustra nel dettaglio tutti gli aspetti positivi del nuovo trattato, soprattutto riguardo alle accresciute competenze del Parlamento europeo, ma il Parlamento non rinuncia a 11

12 formulare TXDOFKH SUHRFFXSD]LRQH. A quest'ultimo riguardo, si dice consapevole «del diffuso rammarico» imputabile al fatto che, per garantire un nuovo accordo fra i 27 Stati membri, è stato necessario abbandonare l'approccio costituzionale e l'inclusione nel trattato della bandiera e dell'inno europeo, nonché posporre l'entrata in vigore di un nuovo sistema di votazione in seno al Consiglio e aggiungere "freni d'emergenza" alla procedura legislativa ordinaria in taluni settori. Ma anche introdurre nel trattato un protocollo che limita gli effetti della Carta sul diritto interno di due Stati membri (Regno Unito e Polonia, QGU) e «il seggio parlamentare supplementare attribuito a uno Stato membro (Italia, QGU), in deroga al principio della proporzionalità degressiva». 0DJJLRUHUHVSRQVDELOLWjGHPRFUDWLFD Il Parlamento si compiace del fatto che il controllo democratico e la capacità decisionale saranno rafforzati, «per cui i cittadini saranno in grado di controllare meglio l'operato dell'unione europea». Ciò sarà possibile grazie al fatto che tutta la legislazione europea sarà soggetta, con poche eccezioni, alla duplice approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. Questa SURFHGXUD OHJLVODWLYDRUGLQDULD (che ricalca l'attuale codecisione) si applicherà a 50 nuove basi giuridiche, per giungere a un totale di 86. Tra i settori che vi rientreranno figurano lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, l'agricoltura e la pesca. Saranno inoltre rafforzati la YHULILFDSUHOLPLQDUHGHLSDUODPHQWLQD]LRQDOL su tutta la legislazione dell Unione e, mediante un nuovo sistema di supervisione, il controllo democratico sulle competenze legislative delegate alla Commissione. Verrà poi istituita una QXRYD SURFHGXUD GL ELODQFLR «più semplice e più democratica» che, con l'abolizione della distinzione tra "spese obbligatorie" e "spese non obbligatorie", assicurerà «la completa parità tra Parlamento e Consiglio» nell'approvazione dell intero bilancio annuale. Al Parlamento sarà inoltre garantito il diritto di approvazione del quadro finanziario pluriennale giuridicamente vincolante. Il 3UHVLGHQWH GHOOD &RPPLVVLRQH verrà eletto dal Parlamento europeo, su proposta dei Capi di Stato e di governo e tenendo conto dei risultati delle elezioni, mentre O$OWR 5DSSUHVHQWDQWH dell'unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in qualità di membro della Commissione, dovrà essere sottoposto alla procedura di investitura parlamentare prevista per tutti i commissari. Sarà poi necessario il parere conforme del Parlamento europeo per l approvazione di un ampia serie di DFFRUGLLQWHUQD]LRQDOL firmati dall Unione. Anche la procedura di UHYLVLRQHGHLWUDWWDWL sarà, in futuro, più aperta e democratica, e vedrà un ampio coinvolgimento del Parlamento europeo. 5DIIRU]DPHQWRGHLGLULWWLGHLFLWWDGLQL Il Parlamento si compiace che i diritti dei cittadini saranno rafforzati, grazie al fatto che la &DUWD GHL GLULWWL IRQGDPHQWDOL dell'ue diventerà giuridicamente vincolante. Nuove disposizioni agevoleranno la partecipazione di cittadini e associazioni alle deliberazioni dell'unione e sarà incoraggiato il dialogo con le parti sociali, le comunità religiose e le organizzazioni non confessionali. L'introduzione nel trattato di XQLQL]LDWLYDGHLFLWWDGLQL europei consentirà a questi ultimi di formulare proposte su questioni per le quali ritengono che un atto giuridico a livello dell Unione sia necessario. Sarà poi rafforzata la tutela giudiziaria dei cittadini, grazie all'hvwhqvlrqh GHOOD JLXULVGL]LRQH GHOOD &RUWH GL JLXVWL]LD dell UE ai settori libertà, sicurezza e giustizia, e alle maggiori possibilità per le persone fisiche e giuridiche di avere accesso ai procedimenti della Corte. 0DJJLRUHFKLDUH]]DO8(QRQqXQVXSHUVWDWR I deputati accolgono con favore il fatto che il trattato stabilisca in modo più chiaro e più visibile i valori sui quali si fonda l'unione, nonché i suoi obiettivi e i principi che ne governano l'azione e le relazioni con gli Stati membri. Più in particolare, il trattato fornisce una chiara definizione delle FRPSHWHQ]H GHOO8QLRQH nei confronti degli Stati membri e finirà la confusione tra "Comunità europea" e "Unione europea" poiché l'unione europea diventerà un'unica struttura ed entità giuridica. 12

13 Allo stesso tempo, il trattato fornisce «garanzie sufficienti che l'unione non diventerà un "superstato" onnipotente e centralizzato». Prevede infatti l'obbligo di ULVSHWWDUH O LGHQWLWj QD]LRQDOH degli Stati membri e include i principi delle competenze conferite (in base ai quali l'unione dispone solo delle competenze che le sono conferite dagli Stati membri), della sussidiarietà e della proporzionalità. Contempla poi la partecipazione degli Stati membri al sistema decisionale dell'unione e alle decisioni in merito a eventuali sue modifiche, nonché il riconoscimento a ciascuno Stato membro del diritto di uscire dall'unione. 8QDPDJJLRUHHIILFDFLD Il Parlamento plaude al fatto che il nuovo trattato «rafforzerà la capacità delle istituzioni dell'unione di svolgere i propri compiti in modo più efficace». Infatti, aumenteranno notevolmente gli ambiti in cui il Consiglio decide a PDJJLRUDQ]D TXDOLILFDWD, anziché all'unanimità, «consentendo all'unione di 27 Stati membri di funzionare senza essere bloccata da veti». Un nuovo sistema di doppia maggioranza, inoltre, «faciliterà il processo decisionale in seno al Consiglio». Mentre la distinzione fra strumenti legislativi ed esecutivi sarà chiarita e una nuova definizione di atti delegati consentirà di semplificare e di razionalizzare la legislazione dell'unione. La struttura a pilastri sarà abbandonata, «consentendo unità d'azione nei vari campi di attività dell'unione, con meccanismi e strumenti semplificati». Verranno inoltre definiti con maggiore chiarezza gli obiettivi e le FRPSHWHQ]H GHOO8QLRQH LQ GLYHUVL VHWWRUL: cambiamento climatico, diritti dei minori, politica europea di vicinato, aiuti umanitari, energia, spazio, ricerca, turismo, sport, salute pubblica e protezione civile. Se la politica commerciale comune è riconosciuta di competenza esclusiva dell Unione, per una serie di altre questioni sarà possibile applicare metodi decisionali più efficaci. Il &RQVLJOLR HXURSHR, poi, diverrà un'istituzione dell'ue a tutti gli effetti e la sua Presidenza di turno semestrale sarà sostituita da un Presidente eletto per un periodo di due anni e mezzo, «consentendo una maggiore coerenza nella preparazione e nella continuità dei suoi lavori». Dal 2014, inoltre, il QXPHUR GHL PHPEUL GHOOD &RPPLVVLRQH sarà ridotto a 2/3 del numero di Stati membri, «il che migliorerà la capacità d'azione» e «indicherà ancora più chiaramente che i Commissari rappresentano gli interessi europei e non quelli dei loro paesi d'origine». Per i deputati, infine, il trattato accrescerà anche ODYLVLELOLWjHODFDSDFLWjGHOO8QLRQHLQTXDOLWj GL DWWRUHJOREDOH. Grazie, in particolare, alla fusione delle cariche di Alto Rappresentante per la politica estera dell'unione europea e di Commissario per le relazioni esterne, e alla istituzione di un unico servizio di azione esterna composto di funzionari della Commissione, del Consiglio e dei servizi diplomatici nazionali. Con 67 voti favorevoli, 441 contrari e 30 astensioni, l'aula ha bocciato un emendamento della GUE/NGL volto a respingere il trattato di Lisbona «soprattutto perché non propone progressi verso l'europa sociale e la democrazia, accelera la liberalizzazione dei servizi pubblici e dell'occupazione e rafforza la militarizzazione dell'unione europea». E'stata anche respinta a larghissima maggioranza una lunga serie di emendamenti presentati dall'ind/dem che contenevano centinaia di domande di chiarimenti sul testo del trattato rivolte ai governi, alla Commissione e al Consiglio per permettere ai deputati «di sapere su cosa si vota». -26(3+'$8/3UHVLGHQWHGHO*UXSSR33('(ha ribadito nel dibattito che, per il suo gruppo, il trattato è importantissimo per rilanciare la dinamica europea. Il trattato, infatti, rende l'ue più democratica, efficace, trasparente e visibile e, pertanto, ne aumenta l'influenza nel mondo. Insomma, il trattato «marca il ritorno della politica in Europa». Ha quindi sottolineato i maggiori poteri conferiti al Parlamento europeo e l'importante rafforzamento della sussidiarietà grazie al maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali. Il leader dei popolari ha giudicato con favore il fatto che il trattato conferisce il diritto d'iniziativa ai cittadini e la protezione dei loro diritti grazie alla Carta europea, permette inoltre all'ue di svolgere un maggiore ruolo internazionale e fornisce una base giuridica per una politica energetica a livello 13

14 europeo. Ha quindi invitato i governi a seguire l'esempio dei cinque Stati membri che hanno già ratificato il trattato, auspicando che questo entri in vigore nel )87852'(//(8523$,17(*5$=,21((8523($ )87852'(//(8523$,/35,020,1,675269('(6(',)(1'(8/7(5,25, $03/,$0(17,'(//8( 'LVFXVVLRQH VXOODYYHQLUH GHOO(XURSD FRQ OD SDUWHFLSD]LRQH GHO 3ULPR PLQLVWUR VYHGHVH PHPEURGHO&RQVLJOLRHXURSHR Dibattito: UDWWDWR GL/LVERQD FDPELDPHQWL FOLPDWLFL H HQHUJLD VSD]LR GL OLEHUWj VLFXUH]]D H JLXVWL]LD FUHVFLWDHFRQRPLFDHFUHD]LRQHGLSRVWLGLODYRURUXRORGHOO8QLRQHHXURSHDDOLYHOORPRQGLDOH H DOODUJDPHQWR 6RQR TXHVWL L SULQFLSDOL WHPL DIIURQWDWL GDO 3ULPR 0LQLVWUR VYHGHVH)UHGULN 5HLQIHOGWLQ$XODLQXQGLEDWWLWRFRQLGHSXWDWLVXOIXWXURGHOO(XURSD,QWHUYHQWRGHO3ULPRPLQLVWURVYHGHVH Per il Primo ministro svedese il trattato di Lisbona - che sarà ratificato dalla Svezia in autunno - permetterà una cooperazione europea più efficace, proprio quando il suo paese sarà alla presidenza dell'unione, nella seconda metà del Fra i temi che la Svezia affronterà ci saranno i cambiamenti climatici e l'energia, il programma dell'aia (su libertà sicurezza e giustizia), la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, la dimensione baltica e il ruolo dell'unione europea a livello mondiale. Il Primo Ministro ha anche sottolineato l'importanza dell'allargamento dell'ue che, a suo parere, rappresenta «una sfida e un'opportunità». Si è quindi rammaricato delle voci critiche verso un ulteriore ampliamento. Senza gli allargamenti, ha proseguito, l'europa non sarebbe quello che è diventata oggi. Senza altri ampliamenti, inoltre, si correrebbe il rischio di portare instabilità sul continente. L'allargamento, ha insistito, è il più importante strumento strategico per diffondere i valori sui quali si basa l'europa. Abbiamo già demolito un muro in Europa, «non dovremmo costruirne un altro contro la Turchia o altri paesi europei». -26(3+ '$8/ 3UHVLGHQWH GHO *UXSSR 33('( ha esordito nel dibattito chiedendo la ratifica del trattato di Lisbona per poter procedere a passo sostenuto. Ha quindi ribadito che «dobbiamo dire "sì" al nuovo strumento che ci offre il trattato per far diventare realtà le speranze dei nostri cittadini» e ha quindi sottolineato che, risolvendo la questione istituzionale, l'europa potrà concentrarsi maggiormente sul contenuto delle sue politiche comuni. Ha poi richiamato i valori condivisi dell'europa: prosperità, solidarietà e speranza. Un'Europa che dovrebbe essere in grado di creare nuovi posti di lavoro, crescita e sviluppo sociale, in modo sostenibile e allo stesso tempo combattere i cambiamenti climatici. Infatti, «la crescita europea del 2007 è stata maggiore di quella americana e ciò dimostra che gli obiettivi della strategia di Lisbona devono essere perseguiti fermamente». E un'europa che segue il rigore della politica di bilancio non dovrebbe colpire il principio di solidarietà fra gli Stati membri. Passando quindi ai temi della libertà e della sicurezza ha sottolineato che «la difesa della libertà significa determinazione e coordinate misure forti che rispettino le libertà individuali». Infine, ha chiesto un sostegno europeo coerente nel processo di pace in Medio Oriente. Descrivendo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo come l'apertura di «un periodo delicato» ha auspicato che tutte le reazioni siano misurate e che si eviti ogni provocazione». «E'giunto il momento di 14

15 dimostrare la nostra abilità nella stabilizzazione dei Balcani» ha concluso, ed il Kosovo dovrebbe avere un futuro europeo stabile, così come la Serbia. 5(/$=,21,(67(51(.26292',&+,$5$=,21('(/35(6,'(17(3g77(5,1* 3UHQGHQGR QRWD GHOOD GLFKLDUD]LRQHGLQGLSHQGHQ]D GHO.RVRYR LO 3UHVLGHQWH KD VRWWROLQHDWR FKH QRQ VL WUDWWD GL XQ SUHFHGHQWH YLVWR LO SDUWLFRODUH VWDWXWR GHOOD UHJLRQH H KD DXVSLFDWR LVWLWX]LRQL SROLWLFKH GHPRFUDWLFKH QHO TXDGUR GL XQ.RVRYR PXOWLHWQLFR H LQ SDFH FRQ L SDHVL YLFLQL,%DOFDQLRFFLGHQWDOLKDULEDGLWRKDQQRXQDSURVSHWWLYDHXURSHDHO8(GHYHDLXWDUOL VXTXHVWDVWUDGD Aprendo la seduta, il Presidente +$16*(573g77(5,1* ha osservato che il parlamento kosovaro ha proceduto ieri all'annunciata dichiarazione di indipendenza «che traduce la volontà dei cittadini del Kosovo di prendere nelle proprie mani pacificamente e con fiducia il loro destino politico e istituzionale». Ha quindi ricordato che il Parlamento europeo, lo scorso anno, si era pronunciato a favore di una «sovranità sotto sorveglianza» della provincia del Kosovo. I negoziati difficili, ha proseguito, non hanno purtroppo permesso di raggiungere una soluzione politica soddisfacente per ambo le parti. Ha tuttavia sottolineato che il caso del Kosovo «non costituisce assolutamente un precedente a causa del suo statuto di territorio sotto tutela ONU», e non può quindi essere paragonato a nessun'altra circostanza. Il Presidente si è poi detto convinto che il desiderio di tutti, serbi e kosovari, «è di attivarsi a favore della stabilità e la prosperità della regione» e, questo, «è anche l'obiettivo primario dell'unione europea e del Parlamento europeo». E'quindi nostro dovere, ha proseguito, «incoraggiare i dirigenti del Kosovo ad assumersi le loro responsabilità e accompagnarli nell'attuazione di istituzioni politiche democratiche ed efficaci, garanti del rispetto delle libertà di tutti, nel quadro di un Kosovo multietnico e che viva in pace con i paesi vicini». Il Presidente ha quindi accolto con favore l'ambiziosa missione Eulex-Kosovo e la nomina di Pieter Feith quale rappresentante speciale dell'ue. Ciò, ha spiegato, dimostra l'impegno chiaro e unanime dell'ue e la sua volontà di agire concretamente a favore della stabilità nei Balcani. I paesi dei Balcani occidentali, ha aggiunto, «hanno la vocazione di aderire all'ue». Non dobbiamo quindi perdere di vista questa prospettiva europea e offrire a Serbia e Kosovo delle proposte concrete in questa direzione, «permettendo loro di superare le loro divergenze attraverso l'integrazione europea, come è già accaduto in altri parti d'europa» ,/)87852'(,%$/&$1,2&&,'(17$/,ê1(//8( 'LFKLDUD]LRQLGL&RQVLJOLRH&RPPLVVLRQH.RVRYR Dibattito: ,QSUHVHQ]DGHOOD3UHVLGHQ]DHGHO&RPPLVVDULRDOODOODUJDPHQWRVLqWHQXWRLQ$XODXQDPSLR GLEDWWLWR VXOOD VLWXD]LRQH LQ.RVRYR H QHL %DOFDQL RFFLGHQWDOL 3UHQGHQGR DWWR GHOOD GLFKLDUD]LRQH GL LQGLSHQGHQ]D PROWL KDQQR VRWWROLQHDWR LO FDVR SDUWLFRODUH GHO.RVRYR H VRVWHQXWR FKH LO IXWXUR GHOOD UHJLRQH q QHOO8QLRQH HXURSHD 0D DOFXQL GHSXWDWL QRQ KDQQR QDVFRVWRSUHRFFXSD]LRQH 15

16 'LFKLDUD]LRQHGHO&RQVLJOLR Il Primo ministro sloveno 'LPLWULM 5XSHO ha ricordato all Aula che, secondo l Agenda di Salonicco del 2003, i paesi dei Balcani occidentali potranno diventare membri dell UE. Ha quindi proseguito che «ora è giunto il momento di onorare i nostri impegni» e fare qualcosa per i paesi della regione. Per quanto riguarda poi il Kosovo, il ministro ha ricordato che l'ue aveva già annunciato la missione PESD, ma ha sottolineato che la questione delle relazioni con il Kosovo sono di competenza dei singoli Stati membri. In merito alle relazioni con la Serbia, ha aggiunto, «l'ue ha bisogno della Serbia e la Serbia ha bisogno dell'ue». D'altra parte, «se i negoziati sono esauriti, non lo sono le opportunità di dialogo». E'infatti giunta l'ora di un vero dialogo tra i serbi e gli albanesi in Kosovo, tra Serbia e Kosovo, tra Serbia e UE» Ha quindi sottolineato che «il caso del Kosovo è veramente unico», e l'integrità territoriale della Serbia non è messa in discussione. Rilevando che la dichiarazione di indipendenza impegna il Kosovo a rispettare la minorità serba e la sua eredità culturale, ha affermato che il popolo serbo, l'eredità e la cultura in Kosovo «formano un prezioso elemento del mosaico culturale europeo». L'UE, ha concluso, lascia aperte le sue porte alla Serbia e anche al Kosovo. 'LFKLDUD]LRQHGHOOD&RPPLVVLRQH Per 2OOL 5HKQ, Commissario per l'ampliamento, «domenica scorsa l'assemblea del Kosovo ha dichiarato l'indipendenza in un clima di dignità. Nella sua dichiarazione il Kosovo si è impegnato a rispettare pienamente i diritti dei serbi in Kosovo». I festeggiamenti in Kosovo si sono svolti «in maniera gioiosa ma responsabile». Tuttavia, si sono registrati atti di violenza a Belgrado e nel Nord del Kosovo e noi «condanniamo l'uso della violenza e chiediamo a tutti i leader e al popolo della regione di restare calmi e mantenere la pace e la stabilità». Ha quindi ricordato che i ministri degli affari esteri dell'ue lo scorso lunedì hanno risposto con una posizione comune, che era essenziale «per permettere all'ue di guidare la stabilizzazione in atto nei Balcani occidentali e per portare a termine il processo dello status del Kosovo». La Commissione, ha proseguito, era pronta a giocare il suo ruolo e il 5 di marzo dovrebbe proporre misure concrete per l'intera regione «per dare seguito alle sue aspirazioni europee». Nello stesso Kosovo, inoltre, molte aree avevano bisogno di essere sviluppate. E'quindi importante «aiutare il Kosovo a rimettersi in piedi il più velocemente possibile». La Commissione sta infatti lavorando ad una Conferenza di donatori - da organizzare prima dell'estate - per aiutare ad alleviare i più pressanti problemi finanziari. Capendo che si tratta di «un momento difficile per la Serbia,» ha aggiunto Rehn, è giunto il momento di voltare pagina e guardare al futuro. E il futuro della Serbia è in Europa, la Serbia e l'intera regione sono candidate ad entrare nell'unione europea. Concludendo, si è detto sicuro dell'aiuto del Parlamento europeo per assicurarsi che «i cittadini della regione possano realizzare le loro aspirazioni e diventare, un giorno, parte dell'unione europea». *$=$(/,0,1$5(,/%/2&&2(&(66$5(/(9,2/(1=('$$0%2/(3$57, Doc. B6-0066, 0067, 0065, 0069, 0071, 0072/2008 5LVROX]LRQHFRPXQHVXOODVLWXD]LRQHQHOODVWULVFLDGL*D]D Procedura: Risoluzione comune - Dibattito: Votazione: /D VLWXD]LRQH D *D]D PLQDFFLD OD SDFH ( TXDQWR VRVWLHQH LO 3DUODPHQWR HYLGHQ]LDQGR LO IDOOLPHQWR GHOOD SROLWLFD GL LVRODPHQWR H FKLHGHQGR GL OHYDUH OHPEDUJR 1HO VROOHFLWDUH OD ULSUHVD GHOOD PLVVLRQH 8( H SL IRU]H LQWHUQD]LRQDOL DOOH IURQWLHUH FKLHGH GL JDUDQWLUH OD IRUQLWXUDGLDLXWLHLOVRVWHJQRSHUODFRVWUX]LRQHGHOOR6WDWRSDOHVWLQHVH&KLHGHQGRGLFHVVDUH LOODQFLRGLUD]]LHOHUHODWLYHUDSSUHVDJOLH ULOHYDOLPSRUWDQ]DGLXQFROOHJDPHQWRSHUPDQHQWH WUD*D]DHOD&LVJLRUGDQLD 16

17 Approvando ad amplissima maggioranza una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici eccetto l IND/DEM, il Parlamento osserva che a seguito dell embargo sulla circolazione delle persone e delle merci, del parziale rifiuto di accesso all'acqua potabile, al cibo e all'elettricità e della mancanza di beni e servizi essenziali, «la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza si è ulteriormente deteriorata» e l'economia è stata ulteriormente paralizzata.,oeorffrgl*d]dqidoolwr Il Parlamento ribadisce quindi la sua SURIRQGDSUHRFFXSD]LRQH per la crisi umanitaria e politica nella Striscia di Gaza e per le sue ulteriori possibili gravi conseguenze. Per i deputati, infatti, la situazione e i recenti sviluppi nella Striscia di Gaza «minacciano di pregiudicare i negoziati in corso fra israeliani e palestinesi nonché gli sforzi per concludere un accordo entro la fine del 2008». Ritengono, peraltro, che i recenti sviluppi a Rafah, siano essi eventi pacifici o atti di violenza, «costituiscano il risultato di tale crisi nella Striscia di Gaza». Nel ritenere che la politica di isolamento della Striscia di Gaza «sia fallita a livello sia politico che umanitario», il Parlamento ribadisce il suo appello per una FHVVD]LRQHGHOEORFFR e una riapertura controllata dei valichi da e verso Gaza. Invita inoltre Israele a garantire la circolazione delle persone e delle merci a Rafah, Karni e agli altri valichi. In tale ambito, il Parlamento chiede la ripresa della PLVVLRQH8(GLDVVLVWHQ]DIURQWDOLHUD a Rafah e, al riguardo, ritiene opportuno esaminare un nuovo mandato del Consiglio per la missione. Allo stesso tempo sollecita un incremento della presenza e del ruolo delle forze internazionali nella regione all'interno di questo quadro. Nell'invitare il Consiglio e la Commissione a continuare a garantire, insieme alla comunità internazionale, ODLXWRXPDQLWDULRHVVHQ]LDOH per i palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza, il Parlamento sottolinea l'importanza del nuovo meccanismo di finanziamento PEGASE. Ma esprime profonda preoccupazione per la distruzione di impianti finanziati nel quadro degli aiuti umanitari o del finanziamento dei progetti ad opera dell'unione europea. D'altra parte, si compiace dei risultati della Conferenza internazionale dei donatori per lo Stato palestinese e, in particolare, per il finanziamento di oltre 7,4 miliardi di dollari USA. Invita quindi tutti i donatori a onorare i propri impegni «a VRVWHJQR GHJOL VIRU]L SHU FRVWUXLUHLO IXWXUR 6WDWR SDOHVWLQHVH conformemente al piano di sviluppo e riforma presentato dal Primo ministro Fayyad». 6WRSDOOHYLROHQ]HHFROOHJDUH*D]DDOOD&LVJLRUGDQLD Il Parlamento esprime «la sua profonda simpatia alla popolazione civile colpita dalla violenza a Gaza e nel sud di Israele» e ribadisce quindi il suo invito a cessare immediatamente ogni atto di violenza, poiché la popolazione civile «dovrebbe essere al riparo da ogni azione militare e da ogni repressione collettiva. Più in particolare, esorta,vudhoh a porre fine alle azioni militari «che uccidono e mettono in pericolo i civili nonché alle uccisioni mirate stragiudiziali» e lo invita a soddisfare i propri obblighi internazionali, «come potenza occupante», nella Striscia di Gaza. Dovrebbe quindi garantire un costante e sufficiente flusso di aiuti umanitari, assistenza umanitaria nonché di merci e servizi essenziali, fra cui carburante e forniture energetiche, alla Striscia di Gaza. D'altra parte, il Parlamento chiede ad +DPDV, «a seguito dell'occupazione illegale della Striscia di Gaza», di impedire il lancio di razzi ad opera delle milizie palestinesi dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano. Nel ribadire la sua richiesta d'immediato rilascio del caporale israeliano Gilad Shalit, «che sarebbe percepito come un gesto di buona volontà da parte di Hamas», invita Hamas a rivedere la sua posizione, in linea con i principi del Quartetto e gli impegni internazionali concordati in precedenza ed a sostenere il processo di pace e i negoziati in corso. Il Parlamento, infine, sottolinea la grande importanza di un FROOHJDPHQWR JHRJUDILFR H FRPPHUFLDOHSHUPDQHQWHWUDOD6WULVFLDGL*D]DHOD&LVJLRUGDQLD nonché di una loro pacifica e duratura riunificazione politica. 17

18 0(5&$72,17(512&21680$725,,1'8675,$352'277,6,&85,6(&Ê,/0$5&+,2&( Doc. A6-0490/2007-5HOD]LRQH VXOOD SURSRVWD GL GHFLVLRQH GHO 3DUODPHQWR HXURSHR H GHO &RQVLJOLRUHODWLYDDXQTXDGURFRPXQHSHUODFRPPHUFLDOL]]D]LRQHGHLSURGRWWL Doc. A6-0491/2007-5HOD]LRQHVXOODSURSRVWDGLUHJRODPHQWRGHO3DUODPHQWRHXURSHRHGHO &RQVLJOLRFKHSRQHQRUPHLQPDWHULDGLDFFUHGLWDPHQWRHYLJLODQ]DGHOPHUFDWRSHUTXDQWR ULJXDUGDODFRPPHUFLDOL]]D]LRQHGHLSURGRWWL Doc. A6-0489/2007-5HOD]LRQHVXOODSURSRVWDGLUHJRODPHQWRGHO3DUODPHQWRHXURSHRHGHO &RQVLJOLRFKHVWDELOLVFHSURFHGXUHUHODWLYHDOODSSOLFD]LRQHGLGHWHUPLQDWHQRUPHWHFQLFKH QD]LRQDOLDSURGRWWLOHJDOPHQWHFRPPHUFLDOL]]DWLLQXQDOWUR6WDWRPHPEURHFKHDEURJDOD GHFLVLRQHQ&( Procedura: Codecisione, prima lettura- Dibattito: Votazione: ,O3DUODPHQWRKDDGRWWDWRXQSDFFKHWWROHJLVODWLYRYROWRDGDJHYRODUHODOLEHUDFLUFROD]LRQHGHL SURGRWWLQHOO8(DWWUDYHUVRXQUDIIRU]DPHQWRGHOPXWXRULFRQRVFLPHQWRGHOOHQRUPHWHFQLFKH QD]LRQDOLHGHOODYLJLODQ]DGHOPHUFDWRHFRQODGHILQL]LRQHGHOOHUHVSRQVDELOLWjGHJOLRSHUDWRUL HFRQRPLFL VRSUDWWXWWR GHJOL LPSRUWDWRUL 6RQR SRL GHILQLWH OH QRUPH VXO PDUFKLR &( GL FRQIRUPLWjFRPSUHVHOHVDQ]LRQLDQFKHSHQDOLSHUXQVXRXVRVFRUUHWWR0DqSUHYLVWDXQD FHUWDIOHVVLELOLWjSHUOH30, Approvando i maxi emendamenti di compromesso negoziati dai relatori con il Consiglio, il Parlamento ha dato il via libera definitivo a un pacchetto di misure che ambiscono ad essere applicate - in modo coerente, trasparente e armonizzato, e con strumenti standardizzati - ai prodotti venduti nell UE. Il pacchetto intende agevolare la libera circolazione delle merci nell UE attraverso un rafforzamento del principio del mutuo riconoscimento delle norme tecniche nazionali e stabilire norme per la sorveglianza del mercato e l accreditamento dei prodotti. Stabilisce inoltre le norme relative al marchio CE. Comprende anche l istituzione di un quadro generale di natura orizzontale da applicare alla futura normativa sull armonizzazione delle condizioni di commercializzazione dei prodotti (come quella sulla sicurezza dei giocattoli). Definisce inoltre gli obblighi generali per gli operatori economici e una serie di procedure di valutazione della conformità. 8QTXDGURFRPXQHSHUODFRPPHUFLDOL]]D]LRQHGHLSURGRWWL La Commissione proponeva di escludere dal campo d'applicazione della decisione sul quadro generale taluni settori già trattati dettagliatamente dalla normativa UE, come quella su alimenti, mangimi, tabacco, medicinali umani e veterinari. Come richiesto dai deputati, il compromesso respinge un'esclusione "a priori", prevedendo unicamente la possibilità di discostarsi dai principi comuni di riferimento in virtù delle specificità di taluni settori, «fermo restando che tale opzione dovrà essere giustificata». &RQIRUPLWjGHLSURGRWWLHPDUFKLR&( Accogliendo una richiesta dei deputati, il compromesso precisa che i prodotti immessi sul mercato comunitario «devono essere conformi a tutta la normativa applicabile». Parimenti, introduce una GHILQL]LRQHGLPDUFKLR&(molto simile a quella suggerita dai deputati, ossia «un marchio che attesta la dichiarazione del fabbricante secondo cui il prodotto è conforme a tutte le prescrizioni applicabili stabilite nella normativa comunitaria di armonizzazione che ne prevede l'apposizione». La decisione dispone quanto necessario per la "valutazione di conformità" e per la "dichiarazione CE di conformità". Quest'ultima «attesta che è stata dimostrata la conformità» alle pertinenti prescrizioni e, con essa, «il fabbricante si assume la responsabilità» per la conformità del prodotto. 18

19 Il regolamento sulla vigilanza del mercato, come richiesto dai deputati, dispone che il marchio CE «è OXQLFR PDUFKLR che attesta la conformità del prodotto alle prescrizioni applicabili della normativa comunitaria di armonizzazione che ne disciplina l'uso» ed è «la conseguenza visibile di un intero processo che comprende la valutazione di conformità in senso ampio». Il marchio può essere apposto solo dal fabbricante che, così facendo, «accetta di assumersi la responsabilità della conformità del prodotto». 6DQ]LRQLSHUOXVRVFRUUHWWRGHOPDUFKLR&( Il regolamento, che è applicabile a partire dal 1 gennaio 2010, vieta l'apposizione su un prodotto di marchi, segni o iscrizioni suscettibili di LQGXUUHLQHUURUH i terzi circa il significato e il simbolo grafico del marchio CE o entrambe le cose. Può, tuttavia, essere apposto ogni altro marchio che non comprometta la visibilità, la leggibilità ed il significato del marchio CE. Possono inoltre essere utilizzati altri marchi ma solo «nella misura in cui contribuiscono a migliorare la protezione dei consumatori e non rientrano nella normativa comunitaria di armonizzazione». Come proposto dai deputati, gli Stati membri dovranno garantire la corretta applicazione delle norme che disciplinano il marchio CE e procedere legalmente contro il suo uso improprio, prevedendo anche VDQ]LRQL, incluse quelle di natura penale, per le infrazioni gravi. Le sanzioni, è precisato, devono essere proporzionate alla gravità dell'infrazione e costituire «un deterrente efficace». Il compromesso accoglie la richiesta dei deputati che chiede alla Commissione di lanciare una FDPSDJQDGLLQIRUPD]LRQH - rivolta soprattutto agli operatori economici, alle organizzazioni dei consumatori e settoriali nonché agli addetti alle vendite - per garantire una maggiore sensibilizzazione dei consumatori in materia di marchio CE. 0DJJLRULUHVSRQVDELOLWjVXJOLLPSRUWDWRUL La decisione, come suggerito dai deputati, stabilisce che gli operatori economici (fabbricanti, importatori e distributori), in funzione dei loro rispettivi ruoli nella catena di fornitura, «sono UHVSRQVDELOLGHOODFRQIRUPLWjGHLSURGRWWL a tutta la normativa applicabile, in modo da garantire un elevato livello di tutela degli interessi pubblici, quali la salute e la sicurezza, la protezione dei consumatori e dell'ambiente e un'equa concorrenza sul mercato comunitario. Essi hanno anche «la responsabilità giuridica di vigilare a che tutte le informazioni che essi forniscono in relazione ai loro prodotti siano accurate, complete e conformi alle norme comunitarie applicabili». Per assicurare che i prodotti provenienti dai paesi terzi siano conformi a tutti i requisiti comunitari, una particolare attenzione è attribuita agli importatori. Il compromesso, seguendo le indicazioni dei deputati, ne precisa pertanto responsabilità e obblighi. Gli importatori, ad esempio, sono obbligati a immettere sul mercato «VRORSURGRWWLFRQIRUPL». Devono anche assicurare - e non solo verificare, come proposto dalla Commissione - che il fabbricante abbia eseguito l'appropriata procedura di valutazione di conformità dei prodotti e preparato la documentazione tecnica. Spetta loro inoltre assicurare che sul prodotto siano apposti i marchi di conformità prescritti. Se un importatore ha motivo di credere che XQSURGRWWRQRQqFRQIRUPH, è precisato che egli non può immetterlo sul mercato fino a quando non sia stato reso conforme. Se un prodotto presenta un rischio, inoltre, l'importatore deve informarne il fabbricante e l'autorità di vigilanza del mercato. Qualora un importatore ritenesse che un prodotto da lui immesso sul mercato non è conforme, deve immediatamente prendere misure correttive e, se ciò fosse impossibile, deve ritirarlo dal mercato. Gli importatori, come i fabbricanti, che immettono sul mercato prodotti non conformi ai requisiti comunitari armonizzati sono responsabili dei danni causati (in forza alla direttiva 85/374 sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi). Come richiesto dai deputati, in tutti i casi in cui risulti opportuno per la tutela della salute e per la sicurezza dei consumatori, «gli importatori eseguono SURYH D FDPSLRQH dei prodotti commercializzati, esaminano i reclami e, se del caso, mantengono un registro dei reclami, dei prodotti non conformi e dei richiami di prodotti e informano i distributori di un tale monitoraggio». Devono inoltre assicurare che il prodotto sia accompagnato da istruzioni e informazioni sulla 19

20 sicurezza «fornite in una lingua ufficiale facilmente comprensibile per i consumatori e gli altri utenti finali, come deciso dallo Stato membro interessato». Un importatore o distributore che rende disponile sul mercato un prodotto con il proprio nome o marchio commerciale, «è soggetto agli obblighi del fabbricante». Per JDUDQWLUHODWUDFFLDELOLWjGLXQSURGRWWR lungo la filiera, tutti gli operatori economici devono essere in grado di notificare, su richiesta, alle autorità di vigilanza da chi lo hanno ottenuto e a chi lo hanno fornito. Tale capacità deve essere assicurata per un periodo di tempo «proporzionato al ciclo di vita del prodotto». 1RDGHURJKHJHQHUDOLPDIOHVVLELOLWjSHUOH30, La decisione, come richiesto dai deputati, riconosce che la normativa comunitaria «deve tener conto della situazione specifica delle piccole e medie imprese produttrici in relazione agli oneri amministrativi». Tuttavia, esclude eccezioni e deroghe generali per tali imprese, poiché ciò complicherebbe la situazione giuridica che le autorità di vigilanza del mercato nazionali dovrebbero sorvegliare. D'altra parte, precisa che la legislazione UE dovrebbe far sì che la situazione delle PMI «venga considerata nell'ambito delle norme per la scelta e l'attuazione delle procedure più idonee in materia di valutazione della conformità e degli obblighi imposti agli organismi di valutazione della conformità, affinché operino in modo proporzionato rispetto alle dimensioni delle imprese e alla limitata natura seriale o non seriale della produzione in questione». Puntualizza inoltre che la decisione lascia libero il legislatore di usare la «necessaria flessibilità» per trattare tali situazioni «senza dover creare inutili soluzioni speciali e improprie soluzioni di ripiego per le PMI e senza compromettere l'interesse pubblico». $JHYRODUHODOLEHUDFLUFROD]LRQHGHLSURGRWWL L'obiettivo dell'ultimo regolamento, applicabile dal prossimo autunno, è rafforzare il funzionamento del mercato interno, «migliorando la libera circolazione dei prodotti». Stabilisce quindi le norme e le procedure cui devono attenersi le autorità competenti di uno Stato membro quando assumono o si propongono di assumere una decisione che ostacoli la libera circolazione di un prodotto legalmente commercializzato in un altro Stato membro. Prevede inoltre l'istituzione di punti di contatto per i prodotti negli Stati membri per contribuire alla libera circolazione. Il reciproco riconoscimento si applica ai prodotti che non sono soggetti a misure di armonizzazione a livello comunitario e che possono quindi scontrarsi a ostacoli di natura tecnica definiti a livello nazionale, come ad esempio norme diverse riguardo ai sistemi di illuminazione delle biciclette o relative a test obbligatori da effettuare sui vestiti per bambini. Conformemente al principio del mutuo riconoscimento, invece, uno Stato membro non può vietare la vendita sul suo territorio di prodotti che siano legalmente commercializzati in un altro Stato membro, anche se sono stati fabbricati secondo norme tecniche diverse da quelle cui devono ottemperare i prodotti nazionali. Le uniche deroghe a tale principio sono costituite dalle restrizioni giustificate dai motivi enunciati dal trattato (art. 30) o basate su esigenze imperative di interesse generale e proporzionate all obiettivo perseguito. Il regolamento inverte l'onere della prova imponendo agli Stati membri il compito di motivare gli ostacoli alla libera circolazione e prevede una serie di garanzie per le imprese che intendono vendere i propri prodotti in un altro Stato membro. L'Assemblea ha inoltre approvato le seguenti relazioni: Doc. A6-0488/2007-5LVROX]LRQHOHJLVODWLYDVXOODSURSRVWDGLUHJRODPHQWRGHO3DUODPHQWR HXURSHR H GHO &RQVLJOLR UHFDQWH PRGLILFD GHO UHJRODPHQWR &( Q GHO &RQVLJOLR UHODWLYR DOOD PXWXD DVVLVWHQ]D WUD OH DXWRULWj DPPLQLVWUDWLYH GHJOL 6WDWL PHPEUL H DOOD FROODERUD]LRQH WUD TXHVWH H OD&RPPLVVLRQH SHU DVVLFXUDUH OD FRUUHWWD DSSOLFD]LRQH GHOOH QRUPDWLYHGRJDQDOHHDJULFROD 20

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