RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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1 RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

2 RIFERIMENTI NORMATIVI Art D.Lgs. 81/08 Campo di applicazione Una non corretta Movimentazione Manuale può provocare distorsioni, lombalgie (il comune mal di schiena), lombalgie acute o "colpo della strega", ernie del disco, strappi muscolari, fino alle lesioni dorso-lombari gravi. Il 20% degli infortuni lavorativi avviene a livello del rachide lombare in occasione di attività di sollevamento di oggetti pesanti eseguite in modo imprudente

3 RIFERIMENTI NORMATIVI Art D.Lgs. 81/08 Campo di applicazione A questi rischi, strettamente legati all'attività, si collegano altri possibili rischi dovuti al trasporto di un carico: esso può cadere, provocando contusioni fratture; può essere caldo o tagliente, con possibilità di ustioni o lesioni; può non far vedere scalini o oggetti che si trovano per terra, facendo inciampare. o

4 RIFERIMENTI NORMATIVI Cosa si intende per Movimentazione Manuale dei Carichi? D.Lgs 81/08 Con tale termine si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori comprese le azioni di sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l altro rischi di lesioni dorso lombari.

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6 RISCHIO Rischi causati dalla m.m.c.

7 RISCHIO Il disturbo lombare aspecifico (low back pain) Indica la lombalgia comune, vale a dire quella patologia ricorrente che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale caratterizzata da dolore e limitazione funzionale e non attribuibile ad una condizione patologica ben definita.

8 RISCHIO FATTORI DI RISCHIO PERSONALI : Età; Sesso; Fattori antropometrici; Condizioni di allenamento; Fumo; Condizioni patologiche (congenite o acquisite): anomalie congenite, traumi, fratture, cause degenerative;

9 RISCHIO FATTORI DI RISCHIO PERSONALI : la movimentazione e sollevamento di carichi a mano; trazione o spinta di carrelli, ecc.; sforzi eccessivi; movimenti incongrui; posture incongrue;

10 RISCHIO FATTORI DI RISCHIO PERSONALI : mantenimento di posture fisse per periodi prolungati; attività sedentaria; vibrazioni trasmesse a tutto il corpo; piccoli traumi ripetuti. Le condizioni opposte (immobilità e eccessivo lavoro) sono sfavorevoli al nostro organismo.

11 RISCHIO Il disturbo lombare è molto diffuso tra lavoratrici e lavoratori di molti settori produttivi, molto differenti tra loro:

12 RISCHIO L unità funzionale del rachide è costituita da due vertebre contigue: il disco intervertebrale; le articolazioni intervertebrali Le strutture muscolo-legamentose hanno un importante funzione di sostegno e permettono il movimento nei diversi piani

13 RISCHIO La parte anteriore è una struttura flessibile, con funzioni prevalentemente statiche in grado di sopportare carichi elevati e di assorbire eventi traumatici. La parte posteriore, oltre ad offrire protezione alle strutture nervose, svolge un ruolo dinamico permettendo i movimenti della colonna

14 RISCHIO Funzionalità dei dischi intervertebrali Aumento pressione Fuoriuscita sostanze nutritive Diminuzione pressione Ingresso sostanze nutritive

15 RISCHIO Pressione sui dischi intervertebrali

16 RISCHIO Le cause più comuni di lombalgia sforzo improvviso o brusco movimento prolungata condizione di sovraccarico biomeccanico alterazioni a carico del disco intervetrebrale (ernia del disco) e delle vertebre lombari (artrosi, osteoporosi)

17 RISCHIO Patologie del rachide più frequenti degenerazione del disco intervertebrale artrosi ernia del disco alterazioni della curvatura della colonna (scoliosi, cifosi, lordosi) osteoporosi

18 RISCHIO La normativa D.Lgs. 81/08 Misure generali di tutela rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e di produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo La valutazione del rischio L ausiliazione La meccanizzazione La sorveglianza sanitaria

19 RISCHIO La normativa D.Lgs. 81/08 Misure generali di tutela Il D.Lgs. 81/08 prevede che nelle attività che possono comportare la movimentazione manuale dei carichi si verifichi se esiste la possibilità di eliminare queste operazioni o di renderle meno faticose con l'uso di mezzi adatti nell'intento di ridurre il rischio.

20 RISCHIO La normativa D.Lgs. 81/08 Misure generali di tutela Il D.Lgs. 81/08 non definisce un valore limite del peso sollevabile dal singolo lavoratore ma indica unicamente il valore che, se superato, crea le condizioni di rischio. Tale valore, da valutare però alla luce di altri fattori, è di 30 kg.

21 RISCHIO Per valutare l'insorgere di un rischio per la salute dei lavoratori è comunque necessario prendere in considerazione, oltre al peso del carico, anche i seguenti dati: le dimensioni, la forma e le caratteristiche; l'altezza di sollevamento, la distanza da percorrere, la possibilità o meno di ripartire il carico;

22 RISCHIO Per valutare l'insorgere di un rischio per la salute dei lavoratori è comunque necessario prendere in considerazione, oltre al peso del carico, anche i seguenti dati: le caratteristiche dell'ambiente di lavoro (quanto spazio si ha a disposizione, dove spostare i carichi, il percorso da fare...); il tipo di mansione svolta dal lavoratore (se è temporanea, oppure ripetitiva con pause più o meno previste, oppure se è un lavoro normale e continuo).

23 Elementi di riferimento All. XXXIII D.Lgs. 81/08

24 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Caratteristiche del carico La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio tra l'altro dorso-lombare nei casi seguenti: il carico è troppo pesante (> 30kg); è ingombrante o difficile da afferrare; è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;

25 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Caratteristiche del carico La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio tra l'altro dorso-lombare nei casi seguenti: è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco; può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto.

26 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Sforzo fisico richiesto Lo sforzo fisico può presentare un rischio tra l'altro dorso-lombare nei seguenti casi: è eccessivo; può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco; può comportare un movimento brusco del carico; è compiuto con il corpo in posizione instabile.

27 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Caratteristiche dell'ambiente di lavoro Lo spazio libero, in particolare verticale, è deve essere sufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta; il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore; il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione;

28 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Caratteristiche dell'ambiente di lavoro il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi; la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono inadeguate. un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.

29 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi inidoneità fisica a svolgere il compito in questione indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione

30 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi I pesi che si manipolano devono essere inferiori a: 30 kg. per gli uomini; 20 kg. per le donne; 15 kg. per gli adolescenti maschi

31 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Frequenza di sollevamento

32 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Obblighi del datore di lavoro Individuare i compiti che comportano una movimentazione manuale potenzialmente a rischio Evitare per i lavoratori la movimentazione manuale dei carichi ricorrendo ad attrezzature meccaniche.

33 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Obblighi del datore di lavoro Se non è possibile deve: Organizzare i posti di lavoro in modo che la movimentazione sia sicura ed esente da rischi Valutare le condizioni di sicurezza considerando le caratteristiche del carico

34 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Obblighi del datore di lavoro Se non è possibile deve: Adottare misure atte ad evitare o ridurre i rischi di lesioni dorso lombari considerando: fattori individuali di rischio le caratteristiche dell ambiente di lavoro le esigenze connesse all attività

35 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Obblighi del datore di lavoro Se non è possibile deve: Sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori addetti a tale movimentazione Informare e formare i lavoratori.

36 ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALL. XXXIII Valutazione del rischio La valutazione del rischio connesso all attività di movimentazione manuale di carichi va necessariamente preceduta da una analisi del lavoro con cui in particolare si possa evidenziare se, tra i compiti lavorativi previsti per uno o più lavoratori sono compresi quelli di movimentazione manuale di carichi nonché, nel caso, le caratteristiche tipologiche, di durata e di frequenza degli stessi.

37 Metodi di valutazione del Rischio M.M.C

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39 Metodi per la valutazione del rischio m.m.c. Metodo NIOSH Metodo SNOOK e CIRIELLO Indice OCRA Checklist OCRA Altri, in funzione della tipologia di mmc

40 Metodo NIOSH Il NIOSH (National Institute of Occupational Safety) ha divulgato un metodo di calcolo che, partendo dalla costante di peso e considerando in seguito tutte le fasi della movimentazione permette di calcolare l indice di rischio.

41 Metodo NIOSH - calcolo dell indice di rischio Dove: Peso Sollevato [kg] x Fattore (F) = = Peso limite Raccomandato F = Fattore altezza (A) x Fattore distanza (B) x Fattore orizzontale (C) x Fattore dislocazione (D) x Fattore presa (E) x Fattore frequenza (F)

42 Questa procedura di calcolo del limite di peso raccomandato è applicabile quando ricorrono i seguenti assunti: sollevamento di carichi svolto in posizione in piedi (non seduta o inginocchiata) in spazi non ristretti sollevamento di carichi eseguito con due mani; altre attività di movimentazione manuale (trasporto, spingere a tirare) minimali;

43 Questa procedura di calcolo del limite di peso raccomandato è applicabile quando ricorrono i seguenti assunti: adeguata frizione tra piedi (suola) e pavimento (coeff. di frizione statica > 0,4); gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco; carico non estremamente freddo, caldo, non sporco o con il contenuto instabile; condizioni microclimatiche non sfavorevoli.

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45 Altezza delle mani da terra, all inizio del sollevamento Stima del fattore altezza (A) L altezza da terra delle mani (A) è misurata verticalmente dal piano di appoggio dei piedi al punto di mezzo tra la presa delle mani. Gli estremi di tale altezza sono dati dal livello dei suolo e dall altezza massima di sollevamento (pari a 175 cm).

46 Altezza delle mani da terra, all inizio del sollevamento Stima del fattore altezza (A) Il livello ottimale con A = 1 è per un altezza verticale di 75 cm (altezza nocche). Il valore di A diminuisce allontanandosi (in alto o in basso) da tale livello ottimale. Se l altezza supera 175 cm. A = 0. Altezza (cm) >170 Fattore di correzione 0,78 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0,78 0,00

47 Distanza verticale di spostamento del peso Stima del fattore dislocazione verticale (B) E data dallo spostamento verticale delle mani durante il sollevamento. Tale dislocazione può essere misurata come differenza dei valore di altezza delle mani fra la destinazione e l inizio del sollevamento.

48 Distanza verticale di spostamento del peso Stima del fattore dislocazione verticale (B) Nel caso particolare in cui l oggetto debba superare un ostacolo, la dislocazione verticale sarà data dalla differenza tra l altezza dell ostacolo e l altezza delle mani all inizio dei sollevamento (es. porre un oggetto sul fondo di una gabbia con pareti alte 100 cm; altezza mani = 20 cm, dislocazione verticale = = 80 cm).

49 Distanza verticale di spostamento del peso Stima del fattore dislocazione verticale (B) La minima distanza B considerata è di 25 cm B =1 Se la distanza verticale è maggiore di 170 cm B = 0.

50 Distanza del peso dal corpo Stima del fattore orizzontale (C) La distanza orizzontale (C) è misurata dalla linea congiungente i malleoli interni al punto di mezzo tra la presa delle mani (proiettata sul terreno).

51 Distanza del peso dal corpo Stima del fattore orizzontale (C) Se la distanza orizzontale è inferiore a 25 cm considerare comunque il valore di 25 C = 1 Se la distanza orizzontale è superiore a 63 cm. C = 0 Distanza in cm >63 Fattore di correzione 1 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0,00

52 Dislocazione angolare Dislocazione angolare del peso (in gradi) rispetto al piano sagittale = torsione del tronco 0 = fat. cor. 1 Dislocazione angolare Fattore di correzione > ,90 0,81 0,71 0,62 0,57 0,00

53 Stima del fattore presa (E) La presa dell'oggetto può essere classificata sulla scorta di caratteristiche qualitative in: buona E = 1, discreta E = 0,95, scarsa E = 0,9. Presa del carico

54 Presa del carico Stima del fattore presa (E) Per il giudizio sulla presa bisogna considerare le seguenti avvertenze: La forma ottimale di una maniglia esterna prevede 2-4 cm di diametro, 11,5 di lunghezza, 5 cm di apertura, forma cilindrica o ellittica, superficie morbida non scivolosa Giudizio Buono Scarso Fattore di correzione 1 0,90

55 F = Fattore altezza (A) x Fattore distanza (B) x Fattore orizzontale (C) x Fattore dislocazione (D) x Fattore presa (E) x Fattore frequenza (F) Peso Sollevato [kg] x Fattore (F) = Peso limite Raccomandato

56 Calcolo dell indice di sollevamento Peso Sollevato / Peso limite Raccomandato = Indice di rischio (IS)

57 Per situazioni con indice maggiore di 3: vi è necessità di un intervento immediato di prevenzione; l'intervento è comunque necessario e non è procrastinabile anche con indici compresi tra 1,25 e 3.

58 Metodo SNOOK e CIRIELLO Definisce il massimo sforzo (FI FM) raccomandabile in relazione a: Sesso Frequenza di azione Percorso Altezza delle mani da terra durante l azione

59 Metodo SNOOK e CIRIELLO Peso o forza effettivamente azionati Valore raccomandato La quantificazione delle forze effettivamente applicate richiede il ricorso ad appositi dinamometri da applicare alle reali condizioni operative sul punto di azionamento dei carrelli manuali = Indice di esposizione Come indice di esposizione della movimentazione viene considerato il più alto riscontrato nelle due azioni in cui è stata scomposta.

60 I dinamometri È importante eseguire le misure con le stesse velocità ed accelerazioni impiegate o impiegabili nella realtà dal personale addetto. Qualora le forze applicate non risultino in sintonia con le dotazioni e i percorsi, sarà necessario intervenire rapidamente sugli addetti mediante formazione specifica che riconducendosi ai principi della cinematica ed ergonometria introduca un corretto comportamento motorio.

61 Tabelle di calcolo Azioni di spinta forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra

62 Metodi di valutazione rischio Tabelle di calcolo Azioni di traino forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h MASCHI ALTEZZA MANI 145cm F I FM cm F I FM cm F I FM FEMMINE ALTEZZA MANI 135cm F I FM cm F I FM cm F I FM

63 Tabelle di calcolo Azioni di traino forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra

64 DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h MASCHI ALTEZZA MANI 145cm F I FM cm F I FM cm F I FM FEMMINE ALTEZZA MANI 135cm F I FM cm F I FM cm F I FM

65 Tabelle di calcolo Azioni di trasporto in piano forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra

66 DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 10s 15s 1m 5m 30m 8h 18s 24s 1m 5m 30m 8h MASCHI ALTEZZA MANI 110cm cm FEMMINE ALTEZZA MANI 100cm cm

67 Calcolo dell indice di esposizione Peso o forza effettivamente azionati Valore raccomandato = Indice di esposizione I.E. < 0,75 0,75 < I.E. < 1 I.E. > 1 Nessun provvedimento Non è necessario uno specifico intervento, si consiglia la formazione del personale RISCHIO ALTO: prevenzione primaria priorità a situazioni con IE più elevato sorveglianza sanitaria annuale formazione ed addestramento

68 Indice OCRA Tale indice considera i principali fattori di rischio: frequenza e ripetitività postura e movimentazione forza carenza dei tempi di recupero fattori complementari

69 Indice OCRA Tale indice considera i principali fattori di rischio: fattori fisico-meccanici: estrema precisione del compito compressione localizzate in strutture dell arto superiore esposizione a temperature molto fredde uso di guanti inadeguati presenza di movimenti bruschi o a strappo uso di strumenti vibranti

70 Indice OCRA Tale indice considera i principali fattori di rischio: presenza di incentivi individuali ritmi vincolati addestramento inadeguato in un lavoro su oggetti in movimento

71 Indice OCRA Numero di azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro (Ae) Numero di azioni raccomandate (Ar) Tale indice è in grado con un unico valore finale a predire la probabilità di contrarre rischi dorsolombari per ogni livello di esposizione stimato. Il metodo dell indice OCRA è invece più indicato in fase di progettazione o riprogettazione dei posti di lavoro.

72 Indice OCRA Numero di azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro (Ae) Numero di azioni raccomandate (Ar) L introduzione del metodo di analisi con check-list OCRA, come estensione del più preciso e complesso indice OCRA, consente, in fase di prima analisi del rischio, di ottenere in tempi brevi, la mappatura del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.

73 Indice OCRA Numero di azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro (Ae) Numero di azioni raccomandate (Ar) IE = Ae Ar Il valore di Ae è facilmente desumibile dall'analisi del turno di lavoro, mentre il valore di Ar viene ricavato dalla seguente equazione:

74 dove: x è il compito ripetitivo considerato; il fattore CF (Costante di frequenza) esprime il numero di azioni tecniche eseguibili in condizioni ideali (quando tutti gli altri fattori assumono valore unitario); esso è pari a 30 azioni/minuto; fattore durata D: durata effettiva del compito in cui vengono eseguiti movimenti cicicli.

75 Gli altri parametri rappresentano fattori dipendenti dalle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa (frequenza delle azioni tecniche, aspetti posturali, ecc.) che possono assumere valori compresi tra 1 (condizioni migliori) e 0 (condizioni peggiori): fattore forza FF: parametro ricavato, attraverso una tabella di conversione, da un numero adimensionale variabile tra 0 e 10 (scala di Borg) che descrive, in modo soggettivo, lo sforzo muscolare applicato;

76 Gli altri parametri rappresentano fattori dipendenti dalle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa (frequenza delle azioni tecniche, aspetti posturali, ecc.) che possono assumere valori compresi tra 1 (condizioni migliori) e 0 (condizioni peggiori): fattore postura FP: valore calcolato in funzione delle posture assunte dai vari distretti degli arti superiori durante lo svolgimento del compito;

77 Gli altri parametri rappresentano fattori dipendenti dalle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa (frequenza delle azioni tecniche, aspetti posturali, ecc.) che possono assumere valori compresi tra 1 (condizioni migliori) e 0 (condizioni peggiori): fattore elementi complementari FC: parametro legato ad una serie di elementi caratteristici del compito; fattore carenza di periodi di recupero FR: valore ricavato, tramite apposita tabella, dal numero di ore lavorative caratterizzate da una carenza di adeguati periodi di recupero.

78 Scheda di calcolo dell indice OCRA

79 Scheda si calcolo dell indice OCRA

80 Calcolo dell indice OCRA Numero di azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro (Ae) Numero di azioni tecniche raccomandate (Ar) I.E. < 0,75 0,75 < I.E. < 4 I.E. > 4 Nessun provvedimento Zona di incertezza : attivare la sorveglianza dei possibili effetti indotti RISCHIO ALTO: prevenzione primaria priorità a situazioni con IE più elevato sorveglianza sanitaria annuale formazione ed addestramento

81 Checklist OCRA Tale metodo considera: principali fattori di rischio: Ripetitività, Forza, Postura, Deformazione da contatto, Vibrazioni, Ambiente, Ritmo di lavoro attribuzione di un punteggio in base a presenza e durata dell esposizione a ciascun fattore se il punteggio totale è superiore a 5, il lavoro è giudicato a rischio

82 Checklist OCRA scheda 1 Breve descrizione del posto di lavoro e del lavoro svolto sulla postazione Tempi di recupero: vengono forniti 6 scenari di distribuzione di interruzioni di attività e/o pause durante il turno lavorativo: ad ogni scenario corrisponde un numero. Viene scelto lo scenario più simile a quello abitualmente (e realmente) utilizzato dai lavoratori su quel posto di lavoro. Possono essere usati valori numerici intermedi a quelli proposti, se rappresentano meglio la situazione reale.

83 Checklist OCRA scheda 2 prevede 7 scenari, ciascuno contrassegnato da un valore numerico crescente da 0 a 10. Ogni voce descrive l entità dei movimenti delle braccia nel tempo (lenti, abbastanza rapidi, rapidissimi) connessi alla possibilità o impossibilità di fare brevi interruzioni (ritmo costante o incostante). Vengono indicate frequenze d azione al minuto di riferimento che aiutano ad individuare lo scenario più rappresentativo del compito in analisi.utilizzando un cronometro, viene stimata la frequenza di azione dell arto più interessato nel compito osservando il lavoratore in 2-3 minuti e contando direttamente le azioni tecniche.

84 Checklist OCRA scheda 2 La seconda parte della scheda 2 riguarda la presenza di forza, che viene rilevata quando ricorre periodicamente almeno ogni pochi cicli. Il punteggio totale rappresentativo della forza si ricava sommando i punteggi indicati in uno o più dei tre blocchi. Il livello di forza è misurato per intervista diretta dei lavoratori direttamente il/i lavoratore/i.

85 Checklist OCRA scheda 3 Descrive le posture incongrue: sono previsti 5 blocchi di domande. I primi 4 blocchi di domande descrivono ognuno un segmento articolare; l ultimo blocco descrive la presenza di stereotipia, cioè la presenza di gesti lavorativi (azioni tecniche) identici, ripetuti in almeno 2/3 del tempo. Va sottolineato che quando il tempo di ciclo è inferiore a 15 secondi, la stereotipia va considerata comunque presente (punteggio 3). Fra i punteggi ricavati da ognuno dei segmenti articolari (A B C D) viene scelto solo il più alto, da sommare eventualmente a quello della stereotipia (E): il risultato della somma costituirà il punteggio per la postura.

86 Checklist OCRA scheda 4 Si richiede di descrivere la presenza di fattori complementari (guanti inadeguati, vibrazioni, compressioni sulla pelle, ecc.) in buona parte del tempo di lavoro. Si richiede inoltre se il ritmo di lavoro è parzialmente o completamente imposto dalla macchina. Per ogni blocco può essere scelta una sola risposta: la somma dei punteggi parziali ottenuti dà luogo al punteggio per i fattori complementari.

87 Checklist OCRA scheda 4 La somma dei singoli punteggi di rischio per ciascuno dei fattori, porta ad un valore finale che consente di stimare la fascia rischio

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89 Misure di prevenzione e DPI

90 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione primaria: Misure ergonomiche Meccanizzazione di tutte le operazioni al fine di ridurre il più possibile la necessità di sforzi da parte del lavoratore Ricorrere a mezzi adeguati a ridurre i rischi connessi alla mmc Adottare misure organizzative che rendano la mmc quanto più possibile corretta e sicura.

91 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione primaria: Misure ergonomiche Pianificazione e ottimizzazione dei tempi e modalità lavorative Buon work station design che consenta di evitare tutti i movimenti inutili e le posture incongrue.

92 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione primaria: Misure di informazione e formazione Fornire ai lavoratori informazioni su: il peso e il centro di gravità del carico, il lato più pesante di un imballaggio qualora il contenuto abbia una collocazione eccentrica. Indicare la movimentazione corretta dei carichi e i rischi che i lavoratori corrono se queste attività non vengono eseguite in maniera corretta.

93 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione primaria: Misure di informazione e formazione Formazione ed addestramento sulle corrette tecniche di sollevamento (da ripetere periodicamente) Controllo in ordine ad eventuali movimenti errati o posture incongrue. Insegnamento di esercizio per il rilassamento ed il rinforzo della muscolatura, con particolare riguardo alla muscolatura paravertebrale.

94 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione secondaria Sottoporre gli addetti a mmc a sorveglianza sanitaria mirata, basata su accertamenti preventivi, atti a verificare se lo stato di salute del lavoratore è compatibile con l attività che è destinato a svolgere, e su accertamenti periodici, per controllare lo stato di salute del lavoratore ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica;

95 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione secondaria Identificare i lavoratori con aumentato rischio di sviluppare patologie a carico del rachide; Allontanare dal rischio (o ridurre l esposizione) i lavoratori suddetti; Allenare il lavoratore a rischio mediante un progressivo e graduale incremento del carico fisico richiesto.

96 MISURE DI PREVENZIONE E DPI Misure di prevenzione terziaria Per misure di prevenzione terziaria si intendono essenzialmente i trattamenti medici riabilitativi nei confronti di lavoratori che soffrano di patologie causate dalla movimentazione manuale dei carichi.

97 MISURE DI PREVENZIONE E DPI DPI L uso dei dispositivi di protezione individuali è obbligatorio dove nello svolgimento delle mansioni, sussiste il pericolo di caduta di oggetti di peso significativo, o la difficoltà di afferraggio. Si tratta in particolare di calzature munite di puntale rinforzato e guanti con rivestimento in gomma per la presa sicura

98 MISURE DI PREVENZIONE E DPI DPI Nel caso in cui si spostino oggetti ad elevata temperatura oppure sostanze corrosive, oltre ai guanti, è necessario anche l uso di appositi grembiuli pettorali o protezioni specifiche. Spesso si rende necessario anche l uso del casco o degli occhiali di protezione.

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