Direttore Giuseppe Guerrera Università degli Studi di Palermo

Transcript

1 ARCHITETTURA 1

2 Direttore Giuseppe Guerrera Università degli Studi di Palermo Comitato scientifico Vincenzo Melluso Università degli Studi di Palermo Andrea Sciascia Università degli Studi di Palermo

3 ARCHITETTURA La collana Architettura intende pubblicare saggi monografici o collettivi sui temi del progetto di architettura. Gli autori e curatori saranno studiosi della disciplina e architetti professionisti impegnati nella pratica del progetto a qualsiasi scala, dalla città, al paesaggio, agli interni. Particolare attenzione sarà posta alla valorizzazione delle giovani generazioni di architetti per dare loro l occasione di diffondere le prime opere costruite e i concorsi.

4 I progetti pubblicati in questo volume sono stati elaborati dagli studenti del Laboratorio 5 di Progettazione architettonica del CdL in achitettura della Facoltà di architettura di Palermo con sede ad agrigento dal 2010 al Prof. Giuseppe Guerrera Tutor del laboratorio Arch. Calogero Giglia Progetto grafico della copertina Francesco Guerrera Il volume è stato stampato con il contributo del d Arch Università di Palermo. Si ringraziano: Andrea Bartoli, Calogero Giglia, Angela Katiuscia Sferrazza

5 Giuseppe Guerrera Allestimenti urbani Studi sulla città di Favara

6 Copyright MMXV ARACNE editrice int.le S.r.l. via Quarto Negroni, Ariccia (RM) (06) isbn I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: giugno 2015

7 Nel ricordo di Pasquale Culotta

8

9 S o m m a r i o Alberto Ferlenga, L atlante delle piccole cose 7 0-Favara 13 1-Tre figure in un interno 23 2-Infrastruttura verde 64 Appendice 99 5

10 6 Aldo Li Bianchi, Belvede S. Antonio, Geraci Siculo, 1996

11 L a t l a n t e d e l l e p i c c o l e c o s e Alberto Ferlenga Allestimenti urbani Accade che le stesse cose ritornino quando l architettura accetta il dialogo con ciò che la circonda. Indipendentemente dai tempi e dalle condizioni. Quando poi questa sorta di eterno ritorno, tipico di una disciplina fatta di pochi gesti simili tra loro nella sostanza ma ripetuti in declinazioni sempre diverse, si struttura in una specifica tradizione di intervento, i gesti ripetuti assumono il valore di un attitudine consapevole. Alla costruzione di questa particolare attitudine, pragmatica e anti-ideologica espressa dall architettura nei confronti dei luoghi che la accolgono ha lavorato per tutta la sua vita di insegnante e di architetto Pasquale Culotta. Ne sono stato testimone in più occasioni e, in particolare, per la prima volta direttamente, a Geraci Siculo nel corso di un esperimento progettuale collettivo organizzato nel piccolo centro delle Madonie (1). Si trattava, in quel caso, di ridare significato a spazi in disarmo, collocati dentro la città vecchia o in quella più recente. Ricordo che il progetto più apprezzato, allora, si limitava a proporre una seduta e un punto di vista, niente di più, ma era ciò che serviva per trasformare un piccolo spazio residuale in un luogo interessante. L architettura di quei progetti era quella bianca e spoglia, disegnata al tratto in quel linguaggio che Culotta aveva contribuito a mettere a punto ri-elaborando, tra gli 7

12 Allestimenti urbani Le architetture dello spazio pubblico, Triennale di Milano, 1997: Presentazione dell Atlante dell architettura nuova di Geraci Siculo altri, i contributi di Vittorio Gregotti e Alvaro Siza le cui permanenze e i cui passaggi siciliani sono stati importanti per la cultura architettonica dell isola. Nel suo insieme, l operazione messa a punto a Geraci, ma anche in molte altre occasioni promosse da Culotta e dai suoi allievi, puntava alla costruzione di un atlante. Un catalogo che rendeva disponibili soluzioni semplici e realizzabili per chi aveva la responsabilità di gestire il territorio. L intervento che oggi Giuseppe Guerrera propone a Favara riprende quella fertile linea, espressamente dedicata a luoghi estenuati da sfregi ed abbandoni. Dai tempi dei primi esperimenti siciliani che ho citato, in molti luoghi del nostro paese le cose sono peggiorate. Assenza di manutenzione, emigrazione verso i centri urbani, 8

13 Allestimenti urbani Geraci Siculo, sopralluogo di Pasquale Culotta con i partecipanti al Simposio di progettazione Il progetto pubblico per l architettura del terzo millennio disaffezione, crisi, hanno creato vaste aree di desolazione. Sui crinali delle colline, alle pendici delle montagne, nelle valli secondarie, una sorta di spettrale città diluita punteggia il territorio rendendo simile la geografia periferica d Italia. La sua caratteristica principale è il sovrapporsi del degrado sulle differenze un tempo evidenti. Ma, malgrado ciò, i valori che esprimevano campagne abitate o piccoli borghi non se ne sono andati per sempre. Rimangono, radicati nei luoghi che li hanno espressi, anche se nessuno sembra accorgersi più della loro esistenza. Ciò che si scorge in superficie è il vuoto, l assenza di voci e attività, i crolli, le imposte serrate. Ma se si guarda più nel profondo ci si accorge che quei valori permangono intatti. I significati che danno 9

14 Allestimenti urbani vita ai luoghi non sono come i reperti che l archeologia, a volte, ci restituisce. Non servono scavi onerosi per portarli alla luce. La profondità in cui riposano può essere raggiunta facilmente, purché si sappia vedere sotto la crosta delle cose. Servono, questo sì, cultura e sensibilità che, in architettura, costituiscono sempre le uniche garanzie in grado di attribuire ad un progetto il potere di influire positivamente su di un luogo e non solo imporsi ad esso. Far sì che città e natura possano riannodare un dialogo, che una via o una piazza possono tornare ad esprimere i fatti o le attività di cui sono stati scenario, richiede, ancor prima che talento progettuale, dunque, una cultura specifica e la capacità di osservare; entrambe le prerogative non sono date una volta per tutte ma richiedono studi, sperimentazioni e aggiornamenti continui. Per molto tempo il mettere in relazione è stata una delle più peculiari capacità dell architettura che, da sempre, è un arte in grado di trasformare - proprio grazie alla messa in evidenza di relazioni latenti - territori in paesaggi, lacune urbane in luoghi di incontro, manifestazioni comuni della vita, in simboli. Nel passato, lo ha fatto su grande scala, inventando città e territori e lo ha fatto in particolar modo in Italia. Oggi queste attitudini vanno piuttosto rivolte a ciò che abbiamo costruito in decenni di edificazioni selvagge. Vanno declinate ad una scala minuta, cercando di dare un senso aggiuntivo anche ad interventi semplici 10

15 come lastricati, sedute, giardini, pergole, destinati a dare uno sfondo gradevole alla vita di ogni giorno. Per farlo bisogna saper vedere, e se il sapere architettonico non è sufficiente per comprendere ciò che ci attornia, allora è necessario prendere a prestito da altre arti ciò che la nostra non riesce più ad elaborare in proprio. Negli anni è stata la fotografia a svolgere questo ruolo, oggi è piuttosto l arte contemporanea, nelle sue varie espressioni, a fornire agli architetti strumenti importanti per comprendere un terreno la cui lettura hanno irresponsabilmente abbandonato e per intervenire positivamente su di esso. A Favara, come in altri luoghi, arti diverse concorrono a comprendere lo stato delle cose e nello stesso tempo si rinnova una tradizione di indagine e intervento che ha caratterizzato la Scuola siciliana. Pino Guerrera e i suoi collaboratori hanno prodotto, ancora una volta, più che progetti singoli, i piccoli pezzi di un atlante contemporaneo. Un atlante delle piccole cose, che insegna ad illustrare e ravvivare ciò che, nei territori in cui la storia ha avuto un ruolo, non scompare, ma semplicemente si inabissa e chiede di essere riportato a galla per esprimere ancora il suo valore. Marzo, 2015 Allestimenti urbani 1-Cfr. Giuseppe Guerrera (a cura di), Atlante dell architettura nuova di Geraci Siculo, Medina, Palermo, Paolo Caputo (a cura di), Le architetture dello spazio pubblico, Electa, Milano,

16 12

17 0 - F A V A R A Allestimenti urbani La città di Favara ha subito un processo analogo a molte altre città i cui residenti hanno abbandonato il Centro storico per trasferirsi in periferia costruendo nuovi edifici in aree agricole. In questo modo hanno provocato un duplice danno. La parte più antica si è degradata e il suolo utilizzato per le coltivazioni è stato compromesso. 13

18 Allestimenti urbani C E N T R O S T O R I C O F A V A R A L abbandono del Centro storico ha provocato una mancanza di manutenzione e quindi, negli ultimi anni, crolli di interi isolati. Allo stato attuale gli spazi derivanti dai crolli sono stati abbandonati al degrado e gli edifici 14

19 Allestimenti urbani limitrofi sono tutti a rischio. E probabile che questi edifici non saranno mai più ricostruiti, perchè Favara, in termini di cubatura abitativa, ha il triplo di quanto necessario ai residenti. 15

20 Allestimenti urbani P E R I F E R I A F A V A R A 16 I quartieri della periferia, costruiti senza regole urbanistiche, dove abita chi ha abbandonato il Centro Storico, sono in uno stato