PROGETTO PRELIMINARE

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1 Comune di Belfiore Provincia di Verona MAXI DI S.r.l. Sito produttivo: Viale del Lavoro, 20 Belfiore (VR) MODIFICA DI UN IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI ESISTENTE VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA V.I.A. PROGETTO PRELIMINARE Il Committente Il tecnico DOTT. ALESSANDRO TONIOLO DOTT. ING. EMANUELE BELLONI FILE FIRMATO DIGITALMENTE Studio tecnico associato ingeco 1

2 SOMMARIO Capitolo I - Premessa... 3 Capitolo II - Descrizione generale dell impianto Inquadramento territoriale Descrizione generale delle strutture... 7 Capitolo III - Descrizione dell attività produttiva Descrizione delle lavorazioni Rifiuti in ingresso Organizzazione delle aree Stoccaggi e Potenzialità di trattamento Stoccaggio istantaneo e potenzialità annuale di trattamento Rifiuti prodotti (tipologia) MPS o EoW prodotte Descrizione dei processi produttivi Processi produttivi e macchinari utilizzati Pulizia piazzali Traffico indotto Capitolo IV - Gestione delle acque reflue e meteoriche Descrizione generale delle modalità di gestione delle acque reflue e meteoriche 25 Relazione tecnica 2

3 Capitolo I - Premessa La Maxi Di S.r.l. (di seguito denominata Maxi Di) opera nel settore della distribuzione alimentare per i supermercati del Gruppo Selex a cui la ditta è affiliata. Nel Nord Italia Maxi Di è titolare di 3 centri logistici (Alessandria, Vercelli e Belfiore). Per quanto riguarda la sede di Belfiore (VR) la ditta intende richiedere il rinnovo con modifiche dell autorizzazione dell attività di recupero di rifiuti non pericolosi in procedura semplificata in scadenza nel Come per gli altri centri distributivi anche a Belfiore il recupero di rifiuti è effettuato in un impianto di trattamento posizionato in una parte limitata di piazzale del lotto di proprietà. L impianto di trattamento è al servizio del centro distributivo permettendo una più efficace gestione dei rifiuti da imballaggio all interno di tutta la filiera distributiva. L attività di distribuzione merci per supermercati è infatti l attività principale sia in termini di fatturato che in termini di personale impiegato e di spazio utilizzato. I rifiuti ritirati sono tipicamente gli imballaggi in carta (carta e cartoni di scarto della merce venduta), gli imballaggi in plastica (cassette orto frutta, sacchetti o fogli in polietilene e alveolari in polipropilene) e gli imballaggi in legno (bancali rotti e cassette di frutta e verdura). I rifiuti provengono dai punti vendita (supermercati) dove sono prodotti, vengono (ri-)consegnati al centro distributivo già separati e parzialmente compattati (manualmente). Il trasporto dal punto vendita al centro distributivo avviene con gli stessi mezzi che provvedono alla consegna delle merci (e che genereranno i rifiuti stessi come meglio dettagliato nei prossimi paragrafi). Il centro distributivo gestisce i rifiuti da imballaggio raccolti in una piazzola appositamente attrezzata, dove provvede allo stoccaggio, alla selezione e cernita, alla riduzione volumetrica e compattazione con legatura (mediante pressa) e a tutte le operazioni previste dal DM 5/02/98. Le Materie prime secondarie (MPS) o End of Waste (EoW) recuperate vengono commercializzate nelle forme usuali mentre i rifiuti speciali rimanenti sono consegnati a ditte autorizzate al loro smaltimento/recupero finale. La ditta attuale è il risultato della fusione delle imprese Commerciale Brendolan srl e Maxi Di srl. La Commerciale Brendolan aveva comunicato l inizio dell attività di messa in riserva, selezione ed adeguamento volumetrico di rifiuti speciali non pericolosi in procedura semplificata, ai sensi degli articoli n. 214/216 del D.Lgs. 152/2006 (capo V procedure semplificate) nell anno Successivamente con Determinazione n. 3860/12 del 6 settembre 2012 il Dirigente del Settore Ambiente rinnovava la validità dell'iscrizione della ditta Commerciale Brendolan s.r.l., incorporata mediante fusione nella ditta Maxi Di s.r.l., al n. 77 del Registro Provinciale delle imprese che effettuano il recupero di rifiuti non pericolosi in procedura semplificata e contestuale volturazione dell'iscrizione a favore della ditta Maxi Di s.r.l.. Tale autorizzazione prevede di introitare 3 tipologie di materiali (carta e cartone, plastica e legno) e di svolgere le operazioni di recupero R3 ed R13 per una potenzialità totale pari a circa ton/anno equiparabili a circa mc/anno. La quantità istantanea massima di rifiuti in attesa di recupero è pari a 80 ton (380 mc). La potenzialità attuale e l organizzazione dell impianto subiranno modifiche meglio dettagliate nei prossimi capitoli e di seguito solo richiamate: Relazione tecnica 3

4 1. Posizionamento di una nuova pressa principalmente dedicata alla carta mentre quella esistente sarà riposizionata e dedicata prevalentemente a legno e plastica; 2. Riorganizzazione del layout in virtù dell ampliamento del centro distributivo in atto; 3. La potenzialità di trattamento aumenta in virtù dell ampliamento del centro distributivo (da a ton); 4. Inserimento di una nuova operazione di recupero (riparazione imballaggi in legno parzialmente danneggiati). Parallelamente alle attività di recupero, stoccaggio e lavorazione la ditta ha la possibilità di commercializzare le EoW Il progetto di cui alla presente, alla luce delle considerazioni precedenti prevede che: 1. sia effettuata la verifica di assoggettabilità alla VIA in quanto la potenzialità massima giornaliera è maggiore di 10 ton/giorno (punto z.b dell Allegato IV alla Parte II del D.Lgs. 152/2006) e l impianto, non avendo mai svolto tale procedura, è tenuto a farlo ai sensi della L.R. 4/2016 in occasione del primo rinnovo; 2. la legittimazione ad effettuare operazioni di recupero rifiuti in procedura semplificata ai sensi degli articoli n. 214/216 del D.Lgs. 152/2006 venga inglobata all interno di una nuova Autorizzazione Unica Ambientale in virtù del DPR 59/2013 ricomprendente anche l autorizzazione agli scarichi idrici industriali (la ditta non genera emissioni in atmosfera). La presente relazione tecnica ha lo scopo di supportare lo studio preliminare ambientale nella descrizione delle caratteristiche del progetto da valutare. Relazione tecnica 4

5 Capitolo II - Descrizione generale dell impianto 1 - Inquadramento territoriale L area di interesse ricade nella parte Nord-Est del Comune di Belfiore, confinante a Sud Est con Albaredo d'adige, Veronella e Arcole, Nord Ovest con Caldiero, a Nord con Colognola ai Colli, a Sud con Ronco all'adige, a Est con San Bonifacio, a Nord Est con Soave, a Ovest con Zevio. Il Comune di Belfiore si estende sulla sinistra dell'adige a 18 Km ad est-sud-est di Verona e, oltre al centro principale, comprende le frazioni di Bova, Casoni, Castelletto, Lutaldo, Palazzo Moneta e Porto. Il capannone è esistente ed è localizzato all interno della zona industriale di Belfiore (VR) in viale del Lavoro, n. 20 (foglio 13, mappale 383). Si riporta di seguito un ortofoto della zona con indicazione dei confini dell impianto. L area dell impianto si trova nella Zona Industriale a Nord Est di Belfiore ad una distanza di circa 600 m dal centro abitato (Figura II.1). L accesso alla Ditta avviene dalla Strada Provinciale SP 39 dalla quale si accede al viale del Lavoro dove è posizionata l area di proprietà della ditta Maxi Di srl (Figura II.2). In prossimità dell area di studio (Figura II.1), il territorio è attraversato dall autostrada A4 (a circa 3 km dalla ditta), dalla Strada Regionale SR11 (a circa 2,6 km) e dalla Strada Provinciale Porcilana (a circa 500 m dalla ditta) e dalla linea ferroviaria Milano - Venezia (a 2,5 km). Figura II.1 Mappa stradale con indicazione del sito. Relazione tecnica 5

6 Figura II.2 - Ortofoto con indicazione del sito. Relazione tecnica 6

7 2 - Descrizione generale delle strutture Il centro distributivo Il centro distributivo si sviluppa su una vasta area ai margini del comune di Belfiore ed è composto da un area direzionale, da un magazzino esistente, da un magazzino di recente costruzione, da una piazzola dedicata ai rifiuti, da varie zone adibite al parcheggio di mezzi aziendali e privati e dalla viabilità interna. Recentemente la superficie complessiva del sito è passata da circa 7 ha a 30 ha. Area direzionale E situata nel capannone esistente in corrispondenza del confine ovest. Accoglie tutti gli uffici di vendita e gestione dei punti vendita, amministrativi, ecc In un ufficio dedicato sono custoditi anche i documenti inerenti l impianto di trattamento rifiuti oggetto della presente (formulari, registri, ecc ). Non è oggetto della presente. Magazzino esistente E composto da un grande capannone che ha subito negli anni vari ampliamenti fino alla configurazione attuale. Al suo interno trovano posto le merci da distribuire nei punti vendita. Non è oggetto della presente. Magazzino di recente costruzione Confina con il magazzino esistente e verrà utilizzato per gli stessi scopi a seguito di potenziamento del centro distributivo. E già in possesso di tutte le autorizzazioni edili e di settore necessarie. Non è oggetto della presente. Impianto di trattamento rifiuti Trattasi di un area ben delimitata all interno del sito che non subisce variazioni di superficie o di posizione con l ampliamento dell attività logistica. E idraulicamente separata dal resto del centro distributivo. Con il centro distributivo condivide esclusivamente un ufficio amministrativo (dove sono conservati formulari, registri e autorizzazioni), alcuni servizi per i lavoratori (WC, spogliatoi, aree comuni) e la nuova banchina di scarico merci (come approfondito nel seguito). Tale piazzola è oggetto del presente studio. Altre aree scoperte non edificate I capannoni e l impianto di trattamento rifiuti sono circondate di aree verdi, viabilità e parcheggi. Tali aree non sono oggetto della presente. Le strutture esistenti sono costituite essenzialmente da due grandi capannoni (di cui uno comprensivo di zona uffici) e da vari piazzali esterni. Tutto il lotto è recintato ed all interno dell area vengono svolte le attività tipiche di un centro distributivo: scarico dei camion dei fornitori di materie prime; stoccaggio in apposite scaffalature o celle frigorifere; preparazione dei carichi per l approvvigionamento dei negozi del Gruppo Selex; carico dei camion per il rifornimento dei punti vendita. Relazione tecnica 7

8 L attività di recupero rifiuti e la relativa produzione di MPS si svolgono e continueranno a svolgersi all interno di un area dedicata (fin dalla prima autorizzazione) posizionata nel piazzale a Sud del capannone storico come mostrato nella figura seguente. Figura II.3 Estratto della tav01 - CTR con indicazione SOMMARIA delle zone di pertinenza Tale area specificamente individuata misura circa mq. L area attualmente è opportunamente separata tramite recinzione (in parte amovibile) ed è dotata di una pavimentazione in asfalto e di una tettoia avente superficie pari a 120 mq, al di sotto della quale è posizionata la pressa idraulica per la riduzione volumetrica, la compattazione e la legatura in blocchi dei rifiuti provenienti dall attività presso il centro distributivo e raccolti dai trasportatori presso i punti vendita. In particolare, la pressa meccanica è un imballatrice a camera chiusa con nastro di alimentazione ed è, ad oggi, già installata all esterno del capannone. Una seconda pressa di caratteristiche simili sarà installata in prossimità della pressa esistente. Con le due presse si vuole da un lato far fronte al probabile aumento di rifiuti da trattare a seguito dell ampliamento del centro distributivo, dall altro rendere più efficienti le lavorazioni che prevedranno una pressa dedicata al recupero del rifiuto principale (carta) e una dedicata agli altri rifiuti da ridurre volumetricamente prima del trasporto (legno e plastica). Le tettoie passeranno da una (in prossimità della pressa esistente) a tre (pressa esistente, pressa nuova e banchina di scarico). Complessivamente la superficie coperta del piazzale passerà da 120 mq a mq. Le acque di prima e seconda pioggia del solo piazzale ove avvengono le operazioni di recupero sono idraulicamente separate dalle acque provenienti dai rimanenti piazzali e sono raccolte da una rete apposita per essere successivamente convogliate in fognatura previo trattamento. Relazione tecnica 8

9 INGRESSO NORD DI RECENTE REALIZZAZIONE NORD MAGAZZINO ESISTENTE IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI (AREA OGGETTO DELLO STUDIO PRELIMINARE) SUD NUOVO MAGAZZINO INGRESSO NORD ATTUALE INGRESSO DIPENDENTI Figura II.4 Estratto della CTR con indicazione SOMMARIA delle aree oggetto dello studio Con riferimento alla planimetria (TAV 02) e alla figura II.4 l ingresso Nord attuale consente l accesso alla Zona dedicata all impianto di trattamento rifiuti previo passaggio attraverso il piazzale antistante le bocche di carico del centro distributivo. Il nuovo ingresso permette il raggiungimento della piazzola rifiuti direttamente e senza attraversare aree di movimentazione merci. Figura II.5 Estratto della TAV06 con indicazione PRECISA delle aree oggetto dello studio Relazione tecnica 9

10 Effetto cumulo Nella presente relazione si tiene conto dell effetto cumulo del centro distributivo rispetto all attività di trattamento rifiuti solo per gli impatti strettamente collegati (traffico e rumore), per tutto il resto (utilities, strutture, ecc ) le due attività sono ben distinte e, l attività del centro distributivo (deposito merci) non viene approfondita per i seguenti motivi: Le due attività sono normativamente diametralmente opposte; Il centro distributivo è un sito di stoccaggio merci non incluso tra i progetti di VIA; L impianto di trattamento rifiuti è funzionale al centro distributivo e non viceversa; L impianto di trattamento rifiuti è idraulicamente separato dal resto del centro distributivo. Relazione tecnica 10

11 Capitolo III - Descrizione produttiva dell attività 1 - Descrizione delle lavorazioni Le attività della ditta Maxi Di s.r.l. presso l impianto oggetto della relazione tecnica consistono nella lavorazione e nello stoccaggio dei rifiuti provenienti dalle attività del centro distributivo e dai punti vendita riforniti attraverso il centro. Le lavorazioni consistono nella selezione, cernita e riduzione volumetrica dei rifiuti a mezzo di una pressa per ottenere, dove possibile, Materia Prima Secondaria (MPS) o End of Waste (EoW) destinata alla vendita in un momento successivo. Tutte le attività si possono così riassumere: Produzione MPS o EoW di carta come da DM 05/02/98; Riduzione volumetrica eventuale tramite pressatura dei rifiuti di plastica e legno; Stoccaggio di rifiuti non pericolosi. Riparazione pallet leggermente compromessi (mediante l introduzione di un reparto di falegnameria). Le operazioni di recupero richieste sono le seguenti: R3: riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche); R13: messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti). Il trattamento dei rifiuti quindi produrrà: balle pressate di carta e cartone alla rinfusa di diverse qualità (colore, finitura, grammatura, ) che rispondono alle specifiche delle norme UNI-EN 643 per poter essere rivendute come MPS o EoW (tipologia 1.1 dell allegato A, DM 186/2006); balle di plastica provenienti dalla cernita e riduzione volumetrica di cassette per frutta e verdura, gestite come rifiuto differenziato (tipologia 6.1 dell allegato A, DM 186/2006); balle di legno provenienti dalla cernita e riduzione volumetrica di cassette per frutta e verdura, gestite come rifiuto differenziato insieme a pallet in legno inutilizzabili (tipologia 9.1 dell allegato A, DM 186/2006) pallet in legno riparati, immediatamente riutilizzabili dal centro distributivo. Le zone di stoccaggio e la aree di lavorazione sono organizzati come mostrato in tavola 05. Lo schema di flusso è rappresentato in Figura III.1. Per quanto riguarda gli addetti (da tre a sei per turno) in impianto, le operazioni (tecniche) che dovranno svolgere riguardano le fasi di carico/scarico dei mezzi, il trattamento manuale (cernita), l utilizzo dei macchinari, la movimentazione dei materiali, lo stoccaggio dei contenitori nelle apposite aree e nel mantenimento della pulizia del piazzale. I dispositivi di sicurezza adottati per la salute degli addetti sono limitati ai DPI personali (ad esempio scarpe anti infortunistica, guanti a protezione meccanica, ecc.). Non sono presenti carichi sospesi. Un altro addetto sarà invece negli uffici amministrativi per organizzare i carichi, gli scarichi, i turni, i trasporti, le registrazioni, la compilazione dei formulari, ecc Tale addetto rimane nella zona uffici dell impianto con i tipici orari di ufficio. Relazione tecnica 11

12 MODIFICA DI IMPIANTO RECUPERO RIFIUTI ESISTENTE Figura III.1 Schema di flusso dell attività di recupero rifiuti. Relazione tecnica 12

13 2 - Rifiuti in ingresso I codici CER in ingresso sono riassunti in Tabella III.1. Tabella III.1 Codici CER e tipologie di rifiuti in ingresso. Codice CER Descrizione Paragrafo DM 05/02/ imballaggi in carta e cartone imballaggi in materiali compositi imballaggi in materiali misti carta e cartone imballaggi in plastica plastica imballaggi in legno legno, diverso da quello di cui alla voce Di seguito si riportano le specifiche delle classi di rifiuto citate secondo l allegato A del D.M. 186/2006 e la tipologia di attività che la ditta intende effettuare. Tipologia 1.1: rifiuti di carta, cartone e cartoncino, inclusi poliaccoppiati, anche di imballaggi [150101] [150105] [150106] [200101] Provenienza: attività produttive raccolta differenziata di RU, altre forme di raccolta in appositi contenitori su superfici private; attività di servizio. Caratteristiche del rifiuto: rifiuti, costituiti da: cartaccia derivante da raccolta differenziata, rifiuti di carte e cartoni non rispondenti alle specifiche delle norme Uni-En 643. Attività di recupero: b) messa in riserva [R13] per la produzione di materia prima secondaria per l'industria cartaria mediante selezione, eliminazione di impurezze e di materiali contaminati, compattamento in conformità alle seguenti specifiche [R3]: impurezze quali metalli, sabbie e materiali da costruzione, materiali sintetici, vetro, carte prodotte con fibre sintetiche, tessili, legno, nonché altri materiali estranei, max 1% come somma totale; carta carbone, carte bituminate assenti; formaldeide e fenolo assenti; PCB + PCT <25 ppm Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: b) materie prime secondarie per l'industria cartaria rispondenti alle specifiche delle norme UNI-EN Relazione tecnica 13

14 Tipologia 6.1: rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici [020104] [150102] [200139] [191204] [170203]. Provenienza: raccolte differenziate, selezione da R.S.U. o R.A.; attività industriali, artigianali e commerciali e agricole; attività di costruzione e demolizione. Caratteristiche del rifiuto: materiali plastici, compresi teli e sacchetti, tubetti per rocche di filati, di varia composizione e forma con eventuale presenza di rifiuti di altra natura. Attività di recupero: messa in riserva [R13] Tipologia 9.1: scarti di legno e sughero, imballaggi di legno [030101] [030105] [150103] [030199] [170201] [200138] [191207] [200301]. Provenienza: industria edile e raccolta differenziata, attività industriali, artigianali, commerciali, agricole e di servizio; attività di demolizioni. Caratteristiche del rifiuto: legno in scarti di diverse dimensioni e segatura, con possibili presenze di polveri di natura inerte; cassette, pallets e altri imballaggi in legno non trattato, sfridi di pannelli (compensati listellari, di fibra, di particelle ecc.) di legno trattato, nobilitato, compreso MDF, polverino di carteggiatura. Attività di recupero: messa in riserva di rifiuti di legno [R13], cernita, adeguamento volumetrico e messa in riserva di rifiuti di legno [R13], cernita, adeguamento volumetrico o cippatura per sottoporli alle seguenti operazioni di recupero: a) recupero nell'industria della falegnameria e carpenteria; Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: a) manufatti a base legno e sughero nelle forme usualmente commercializzate. Relazione tecnica 14

15 Le attività di recupero ed i codici CER sono quindi riassunti in Tabella III.2. Tabella III.2 Attività di recupero e codici CER. Tipologia rifiuti Paragrafo DM 05/02/ Codice CER Attività di recupero Paragrafo DM 05/02/1198 Sigla Caratteristiche materie prime/prodotti ottenuti Paragrafo DM 05/02/ b) R3 R b) R R a) R3 R b) Relazione tecnica 15

16 3 - Organizzazione delle aree L impianto di trattamento rifiuti sorge all esterno del capannone storico presso il lato sud-est dello stesso, come riportato nella planimetria allegata (Tavola 01) e dalla Figura III.2. Figura III.2 - Localizzazione dell impianto di trattamento rispetto al capannone. Descrizione generale dell attività del centro distributivo Il centro distributivo è al servizio di molteplici punti vendita disseminati nel nord Italia (Veneto- Trentino e Lombardia principalmente). I camion dei fornitori portano nel centro distributivo i propri prodotti che vengono immagazzinati per tipo di prodotto e marca. Successivamente, in funzione degli ordinativi, vengono avviati ai punti vendita (un mezzo porta ad un unico punto vendita varie partite di prodotti diversi e di diverse marche). Nel punto vendita i beni o imballaggi multipli vengono scaricati e tolti dall imballaggio terziario (imballaggio per il trasporto o imballaggio terziario: imballaggio concepito in modo da facilitare la manipolazione ed il trasporto di merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, di un certo numero di unita' di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione ed i danni connessi al trasporto, esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari marittimi ed aerei art. 218, comma 1, lettera d, del D.Lgs. 152/06). Successivamente i beni destinati agli scaffali vengono estratti se contenuti in imballaggi multipli (imballaggio multiplo o imballaggio secondario: imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unita' di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all'utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita. Esso puo' essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche art. 218, comma 1, lettera c, del D.Lgs. 152/06). Imballaggi secondari e terziari sono suddivisi per tipologia (carta, plastica, legno) e stoccati in deposito temporaneo in aree idonee nei pressi del punto vendita assieme ai rifiuti prodotti nella quotidiana gestione del punto vendita. Relazione tecnica 16

17 All arrivo del carico successivo proveniente dal centro distributivo, dopo lo scarico delle merci si provvede a caricare il mezzo con i rifiuti precedentemente prodotti suddivisi per tipologia, accompagnati da idoneo documento di trasporto (formulario). Il camion così parzialmente ricaricato rientra al centro distributivo. In questo modo la viabilità da/per i punti vendita risulta ottimizzata in quanto i mezzi diretti ai punti vendita non tornano mai vuoti al centro distributivo, né è necessario organizzare un sistema di raccolta rifiuti apposito (come avviene per tutte le altre catene di supermercati con centri logistici non autorizzati al recupero rifiuti) che prevedrebbe l arrivo di altri camion vuoti per la raccolta dei rifiuti prodotti. La funzione del centro distributivo è dunque duplice, da un lato (core-business) smistare i prodotti dei fornitori ai punti vendita suddividendoli in micro partite dopo una breve fase di magazzinaggio, dall altro (peculiarità della catena Maxi-di) gestire i rifiuti prodotti dai punti vendita in maniera razionale, economicamente vantaggiosa ed ecologicamente efficiente (meno traffico= meno inquinamento). Descrizione dell attività dell impianto di trattamento rifiuti all interno del centro distributivo - La presente descrizione riguarda lo stato di progetto - I camion parzialmente carichi di rifiuti giungono dai punti vendita ed entrano nel centro distributivo dall ingresso principale [IN] nei pressi del quale avviene la fase di controllo documentale [CD] (tra parentesi quadre sono riportati i riferimenti al diagramma di flusso in Figura III.1 e alla planimetria TAV05). Se i documenti di trasporto risultano in ordine, i camion possono proseguire verso la banchina di scarico [zona 0 esterna all'area di pertinenza dell'impianto di trattamento rifiuti] dotata di 16 postazioni. I camion scaricano i materiali provenienti dei punti vendita (partite errate, storni, rifiuti, altri beni) nella zona di conferimento e movimentazione [zona 1]. Tale zona di circa m 2 risulta completamente sotto tettoia ed è dotata anche di una stazione per la ricarica dei muletti elettrici utilizzati per la movimentazione delle merci/rifiuti oltre che di una pesa elettronica da bancali (dimensioni circa 1m x 1m) per la verifica del peso dei rifiuti in ingresso. Nella zona di conferimento e movimentazione [zona 1 unica zona promiscua utilizzata sia dal centro distributivo che dall'impianto di trattamento rifiuti] avviene una prima importante divisione dei materiali: i beni vengono avviati al magazzino del centro distributivo, i rifiuti sono invece avviati all impianto di trattamento vero e proprio. Si fa notare che tra i beni vi sono anche i contenitori riutilizzabili e in particolare pallet di legno che sono depositati in una apposita area di stoccaggio [zona 13 esterna all'area di pertinenza dell'impianto di trattamento rifiuti]. Una volta eliminati tutti i beni, rimangono, sulla banchina di conferimento e movimentazione [zona 1], solo i rifiuti che possono ora essere sottoposti alla verifica di conformità del carico. Se tale verifica da esito negativo il carico viene respinto, se invece da esito positivo il rifiuto può ufficialmente essere preso in carico ed entrare nel ciclo di recupero mentre i camion, svuotati dai materiali di risulta possono ora dirigersi verso le banchine di carico merci o nel parcheggio in attesa del loro turno di carico (e ripartire così con un nuovo ciclo di trasporto per l approvvigionamento dei punti vendita) o altrove. Il formulario che accompagnava il carico, dopo tale verifica verrà registrato nel registro di carico scarico nei tempi e nei modi previsti dal D.Lgs 152/06. A questo punto i rifiuti vengono trasportati (in funzione della loro quantità) a mano, con transpallet, o con muletto nelle relative aree di stoccaggio attraverso delle vie di transito ben definite, a due sensi di marcia, individuate da idonea segnaletica orizzontale (comprensiva di precedenze ), progettate pensando all ingombro maggiore (muletto che trasporta un cassa da 1.4 m x 1.4 m). Relazione tecnica 17

18 In particolare i rifiuti di cui alla tipologia 1.1 vengono portati vicino alla nuova pressa [zona 2], mentre i i rifiuti di cui alle tipologie 6.1 e 9.1 sono portati nelle loro zone di competenza [zone 3 e 4 rispettivamente]. In queste tre zone avviene la selezione e cernita eventuale con eliminazione dei corpi estranei non desiderati che saranno stoccati in appositi container [zona 11]. La tipologia 1.1 ripulita dai corpi estranei (eventualmente selezionata per colore o tipologia) passa alla nuova pressa [zona 5] dove viene ridotta volumetricamente e regettata in balle assumendo la qualifica di MPS o EoW ai sensi del DM 05/02/1998. Le balle così prodotte saranno stoccate [zona 6] in attesa di essere allontanate. Non appena la quantità stoccata è sufficiente per effettuare un allontanamento un camion carica la carta in balle e parte verso l acquirente di destinazione. In questo modo lo stoccaggio di MPS o EoW è sempre molto ridotto. Le partite di MPS o EoW non vengono vendute singolarmente ma in base a contratti d appalto annuali. Alla partenza, il camion passa per la seconda volta alla pesa al fine di registrare sul registro di carico scarico la quantità scaricata tramite operazione R3 (in precedenza all'ingresso era stata pesata la tara, ovvero il camion vuoto). La tipologia 6.1 ripulita dai corpi estranei (che sono avviati alla zona di stoccaggio [zona 11]) passa alla pressa [zona 8] dove viene ridotta volumetricamente e regettata in balle. Successivamente le balle prodotte saranno trasportate con muletto attraverso un'apposita rampa e stoccate in cumulo [zona 10] e non appena la quantità stoccata è sufficiente per effettuare un allontanamento un camion parte verso l impianto autorizzato al recupero finale di destinazione. Il trasporto può avvenire sia con mezzi propri che con mezzi di terzi (ovviamente autorizzati al trasporto rifiuti). In questo modo lo stoccaggio di rifiuto è sempre molto ridotto. Alla partenza il camion passa per la pesa al fine di registrare sul registro di carico scarico la quantità allontanata (tramite operazione R13). La tipologia 9.1 viene prima ripulita dai corpi estranei (che sono avviati alla zona di stoccaggio [zona 11]), e successivamente vengono estratti i pallet leggermente danneggiati (facilmente riparabili e riutilizzabili) che sono avviati al reparto falegnameria [zona 7]. Le operazioni di riparazione sono estremamente semplici e prevedono la sola sostituzione delle doghe danneggiate (o zoccoli) con doghe (o zoccoli) nuove tramite l applicazione di chiodi. Non sono presenti seghe, frese, o altri oggetti da falegnameria. Non si generano emissioni. I pallet riparati sono avviati allo stoccaggio [zona 13 esterna all'area di pertinenza dell'impianto di trattamento rifiuti] previa pesatura e registrazione dell operazione si scarico R3 sul registro di carico scarico (sottraendo il peso delle doghe sostituite che non sono entrate come rifiuto), le doghe danneggiate sono riportate nella [zona 4]. Tutti gli altri imballaggi di legno passano invece alla pressa [zona 8] dove vengono ridotti volumetricamente e regettati in balle. Successivamente le balle prodotte saranno trasportate con muletto attraverso un'apposita rampa e stoccate in cumulo [zona 9] e non appena la quantità stoccata è sufficiente per effettuare un allontanamento, un camion parte verso l impianto autorizzato al recupero finale di destinazione. Il trasporto può avvenire sia con mezzi propri che con mezzi di terzi (ovviamente autorizzati al trasporto rifiuti). In questo modo lo stoccaggio di rifiuto è sempre molto ridotto. Alla partenza il camion passa per la pesa al fine di registrare sul registro di carico scarico la quantità allontanata (tramite operazione R13). Tutti i rifiuti presenti nella [zona 11] derivanti da cernita e selezione sono accumulati in container scarrabili e successivamente allontanati. Il trasporto può avvenire sia con mezzi propri che con mezzi di terzi (ovviamente autorizzati al trasporto rifiuti). In questo modo lo stoccaggio di rifiuto è sempre Relazione tecnica 18

19 molto ridotto. Alla partenza il camion passa per la pesa al fine di registrare sul registro di carico scarico la quantità allontanata (tramite operazione R13). L organizzazione degli spazi esterni al capannone e dell attività precedentemente descritta è concepita al fine di massimizzare l efficienza e l efficacia delle lavorazioni occupando il minor spazio possibile. Questa organizzazione è strettamente studiata al fine di trattare esclusivamente i rifiuti prodotti dai punti vendita (supermercati). Le caratteristiche delle aree di stoccaggio sono quindi di seguito riassunte: Zona 0: Si tratta di un area scoperta sita ad una quota più bassa rispetto alla banchina in CLS che ospita le presse al fine di facilitare le operazioni di scarico dei camion. Può ospitare contemporaneamente fino a 16 automezzi per le attività di scarico dei materiali. Amministrativamente è esterna all'area di pertinenza dell'impianto di trattamento rifiuti in quanto serve sia il centro logistico che l impianto di trattamento rifiuti Zona 1: la banchina di conferimento e movimentazione ha una superficie di circa mq, interamente coperti, dove avvengono le operazioni di scarico, controllo e indirizzamento dei materiali in ingresso (beni vs. rifiuti). Vengono individuati i contenitori (non rifiuto) riutilizzabili senza trattamento, quali pallet in legno integri cauzionati o da vendere. Zona 2: area scoperta nella quale sono temporaneamente accantonati carta e il cartone per gli imballaggi (tipologia 1.1). Questa tipologia di rifiuto costituisce circa l 80% in peso dei rifiuti in arrivo, viene stoccata in un area di circa 80 mq e la giacenza massima è di circa 20 ton e 100 mc. Zona 3: area coperta nella quale sono temporaneamente stoccate le cassette in plastica per frutta e verdura (tipologia 6.1); i rifiuti in plastica costituiscono totalmente circa il 5% in peso dei rifiuti in arrivo, arrivano stoccati in un area di circa 40 mq e la giacenza massima è di circa 10 ton e circa 80 mc. Zona 4: area coperta nella quale sono temporaneamente posizionate le cassetta in legno per frutta ed ortaggi e i pallet inutilizzabili perché rotti (tipologia 9.1); i rifiuti in legno costituiscono circa il 15% in peso dei rifiuti in arrivo, vengono stoccati in un area di circa 40 mq e la giacenza massima è di circa 25 ton e circa 100 mc. Zona 5: zona di cernita e movimentazione dei rifiuti provenienti dalla zona 2. In quest area, collocata sotto la tettoia è presente anche la nuova pressa. Zona 6: area di stoccaggio di balle di carta e cartone (scoperta, sup. 100 mq), in attesa di trasporto come materia prima secondaria Zona 7: area nella quale avviene il recupero dei pallet riparabili (scoperta, circa 50 mq). Si trova alla stessa quota della banchina che ospita le presse. Zona 8: area coperta in cui viene effettuata la riduzione volumetrica attraverso la pressa meccanica esistente dei rifiuti (tip. 6.1, 9.1) giudicati non riutilizzabili dopo essere stati cerniti. L area di carico è dotata di una fossa per il caricamento a livello del suolo del materiale da compattare che poi viene trascinato su nastro trasportatore di alimentazione (chiuso con carter metallico) fino alla quota della tramoggia di carico della pressa. La lavorazione prosegue con la compattazione del materiale; l operazione successiva è la legatura automatica mediante filo metallico. I materiali compressi e legati escono dalla pressa sotto forma di balla da massimo 1 tonnellata di peso (min 0.65 ton) e di circa 1,5 metri cubi di volume (questi valori sono indicativi e dipendono fortemente dal materiale trattato e dalle esigenze di trasporto). Relazione tecnica 19

20 Zona 9: area di stoccaggio di balle di plastica per cassette di frutta e verdura (scoperta, sup. 50 mq, quota -1m), in attesa di trasporto come rifiuto speciale per il successivo recupero. Quantità max: <50 ton. Zona 10: area di stoccaggio di balle di legno (scoperta, sup. 50 mq, quota -1m), in attesa di trasporto come rifiuto speciale per il successivo recupero. Quantità max: <10 ton. Zona 11: area di stoccaggio del film plastico per imballaggi non recuperabile ed il rifiuto indifferenziato in vasche metalliche o in big bag. Area attualmente scoperta, sup. 200 mq, che verrà dotata di apposita tettoia a copertura dei rifiuti; si trova ad una quota di 1,3 m circa sotto il piano della banchina che ospita le presse. Quantità max: <20 ton. Zona 12: stoccaggio dei rifiuti indifferenziati prodotti dal centro distributivo (deposito temporaneo). Area attualmente scoperta, sup. 200 mq, che verrà dotata di apposita tettoia a copertura dei rifiuti. Si trova ad una quota di 1,3 m circa sotto il piano della banchina che ospita le presse. Zona 13: area nella quale avviene lo stoccaggio dei pallet riparati, nuovi e riutilizzabili. Amministrativamente è esterna all'area di pertinenza dell'impianto di trattamento rifiuti in quanto serve il centro logistico tramite i pallet riparati nell impianto di trattamento rifiuti Le aree di carico, scarico, movimentazione e stoccaggio dei rifiuti sono pulite tramite una spazzatrice elettrica dedicata alla pulizia di tutte le aree esterne. Tutta l area dedicata al trattamento ed allo stoccaggio dei rifiuti è dotata di una pavimentazione impermeabile in asfalto ed è servita da una linea di trattamento delle acque meteoriche meglio descritta nel capitolo successivo. I pozzetti sono in cls prefabbricato con chiusini ciechi o a griglia, in ghisa sferoidale aventi classe di portata relazionata al sito di posa. Lo schema generale delle aree dell'impianto è riportato in tavola 05 mentre gli schemi idraulici in tavola 06. Relazione tecnica 20

21 4 - Stoccaggi e Potenzialità di trattamento Stoccaggio istantaneo e potenzialità annuale di trattamento La Tabella III.3 mostra la potenzialità di trattamento annuale richiesta e lo stoccaggio massimo istantaneo presso l impianto. Tabella III.3 Stoccaggio istantaneo massimo e potenzialità annuale di trattamento. Tipologia 1.1 [zona 2] 6.1 [zona 3] 6.1 [zona 10] Sigla R3 R13 Q.tà annua di rifiuti trattati (ritirati) Q.tà istantanea massima di rifiuti in attesa di recupero t m 3 20 t 100 m 3 R t m 3 10 t 80 m [zona 4] R t m 3 50 t 200 m [zona 9] R13 Rif. Prod. R13 (parte delle voci precedenti) 20 t 60 m 3 [zona 11] Totale t m t 440 m 3 Complessivamente i rifiuti che dovranno essere coperti da garanzie finanziarie sono pari a 100 ton. Ovviamente a ton/anno di materiali in ingresso corrisponderanno altrettante tonnellate di materiali (MPS o EoW, rifiuti prodotti, ecc ) in uscita Rifiuti prodotti (tipologia) I rifiuti prodotti sono variabili in relazione all andamento dell attività della ditta (Tabella III.4). Tabella III.4 Rifiuti prodotti dall attività. Codici CER probabili Descrizione Zona di stoccaggio o Plastica pressata in balle Zona o Legno pressato in balle Zona o Imballaggi in plastica non pressabili Zona o Imballaggi in legno non pressabili Zona 11 Zona MPS o EoW prodotte Le quantità di MPS o EoW prodotte sono anch esse variabili in relazione all andamento dell attività della ditta. Tabella III.5 MPS o EoW prodotte dall attività. MPS Area stoccaggio Carta Zona 6 Relazione tecnica 21

22 5 - Descrizione dei processi produttivi Processi produttivi e macchinari utilizzati Il principale processo produttivo di recupero e trattamento dei rifiuti è associato all uso di una pressa per la riduzione volumetrica di: Carta per la produzione di MPS o EoW; Plastica per la produzione di balle di rifiuti di plastica (mantiene la caratteristica di rifiuto); Legno per la produzione di balle di legno pressato (mantiene la caratteristica di rifiuto). Il processo secondario di recupero e trattamento dei rifiuti è associato alla riparazione del pallet lievemente danneggiati e facilmente riparabili mediante sostituzione delle doghe rotte. I due processi di recupero in termini di quantitativi sono molto differenti tra loro, almeno 2 ordini di grandezza. Infatti se il trattamento della carta può arrivare a ton/anno per i pallett si prevede non più di ton/anno di materiale recuperato. La pressa (esistente) impiegata dalla Ditta ha le seguenti caratteristiche: pressa idraulica orizzontale, a ciclo automatico o manuale, per tagliare e compattare il materiale in balle a forma di parallelepipedo (lunghezza regolabile) assicurate da legatura con filo metallico; il processo di lavorazione si divide in quattro fasi: Caricamento dei prodotti nella tramoggia tramite apposito nastro caricatore; Compattazione dei materiali; Legatura con fili metallici; Scarico della balla. La macchina è composta da: Tramoggia a base rettangolare Camera per lo scorrimento del carrello Carrello di pressatura con coltelli per il taglio prodotti posti nella parte superiore Aghi ad azionamento verticale per il passaggio dei fili metallici Gruppo di legatura del filo metallico inferiore con quello superiore con taglio finale Camera a sezione variabile tramite apposito cilindro oleodinamico posto sulla parte superiore, per la formatura e scorrimento con espulsione finale della balla. Il nastro caricatore del modello è dotato di fossa nella zona di carico. La zona di carico è interamente coperta da tettoia (circa 120 mq). Il nastro trasporta il mateiale in quota alla tramoggia di carico della pressa. La tettoia attuale verrà demolita e ricostruita nella nuova posizione (si veda planimetria). Le caratteristiche tecniche sono riassunte nella Tabella III.6 ed il prospetto e la planimetria della pressa sono riportati in Figura III.3. La pressa attualmente è utilizzata per 8 ore giornaliere per una produzione di 48 ton/giorno. La pressa nuova (che sarà utilizzata solo per la carta) sarà uguale a quella esistente appena descritta (e che sarà utilizzata solo per il legno e la plastica). Si tratta di un modello della Te.ma (mod 88 da 80 HP o similare). Relazione tecnica 22

23 Tabella III.6 Caratteristiche tecniche della pressa. Dimensione balla Produzione Pressione specifica Tensione Frequenza Corrente Dimensione tramoggia di alimentazione 800 x 1100 (lunghezza variabile) 6 ton/h 300 bar 380 V Hz 150 A 1000 x 1700 mm Figura III.3 Prospetto e planimetria della pressa Pulizia piazzali L igiene dell impianto è un requisito fondamentale ed è ottenuta attraverso la pulizia continua dei piazzali per evitare il trasporto eolico di eventuali residui. Il piazzale viene pulito durante la giornata lavorativa in momenti di basso flusso di mezzi di trasporto dei rifiuti. Una pulizia finale viene effettuata al termine del turno lavorativo. Relazione tecnica 23

24 6 - Traffico indotto Il centro distributivo (e di conseguenza la piazzola rifiuti) è attivo 7 giorni su 7 per un totale di 360 giorni lavorativi all anno. Come traffico generato dai rifiuti in ingresso, l impianto di trattamento di rifiuti non apporta alcun ulteriore contributo in quanto vengono utilizzati gli stessi camion che entrerebbero comunque nel centro distributivo per caricare le merci. Il traffico indotto generato dai rifiuti in ingresso è quindi pari a zero. Come traffico generato dai rifiuti (o MPS/EoW prodotte dai rifiuti) in uscita, l impianto di trattamento di rifiuti apporta invece un ulteriore contributo che è proporzionale alla quantità di rifiuti annui trattati (che passa dagli attuali a ton/anno). Per trasportare questi rifiuti (o MPS prodotte a partire dai rifiuti) saranno utilizzati appositi camion che dal centro distributivo saranno diretti agli acquirenti delle Materie Prime Seconde (in caso di MPS) o agli impianti di recupero autorizzati (in caso di rifiuti). Questi trasporti dipendono dalla capacità di accoglienza delle strutture di destinazione (che in genere lavorano 5 giorni su 7). Pertanto i giorni lavorativi utili saranno 260. Se mediamente la portata media di un camion è 20 ton, i trasporti necessari ad allontanare ton di materiali (entrati come rifiuti) sarà pari a 1300 viaggi, che diviso per 260 giorni di apertura delle destinazioni finali si traduce in 5 viaggi giornalieri (6 in caso non si riesca ad raggiungere la massima capacità di carico) in uscita (e altrettanti vuoti in ingresso). Attualmente (con l autorizzazione attuale a ton/anno) i viaggi giornalieri sono 2,9 camion carichi in uscita al giorno (e altrettanti, vuoti, in ingresso). Il traffico indotto generato dai rifiuti in uscita (o MPS prodotte dai rifiuti) è pari a 2,1 (5-2,9) camion carichi in uscita al giorno (e altrettanti, vuoti, in ingresso). Nelle pagine che seguono comunque verranno considerati gli impatti complessivi (pari a 5 camion) non essendo mai stato sottoposto a verifica di assoggettabilità l'impianto di trattamento rifiuti esistente dal In valore assoluto il traffico complessivo orario dovuto all impianto di trattamento rifiuti è pari a mezzo camion/ora. Solo a titolo esemplificativo il traffico dell intero centro distributivo è pari a circa 615 camion al giorno in uscita e altrettanti in entrata. Pertanto l incremento della potenzialità dell impianto di trattamento rifiuti incide sul traffico (pesante, interno) attuale per una percentuale pari al 0,8%. Considerando anche il traffico leggero l impatto è molto inferiore al 0,5%. Nel capitolo relativo al quadro ambientale si analizza la situazione viabilistica attuale comprensiva di alcune rilevazioni del traffico effettuate nei pressi dell impianto mentre nel quadro ambientale analizzati gli impatti che i 5 camion aggiuntivi hanno sul traffico della zona. Relazione tecnica 24

25 Capitolo IV - Gestione delle acque reflue e meteoriche 1 - Descrizione generale delle modalità di gestione delle acque reflue e meteoriche L impianto di trattamento rifiuti è esistente da più di dieci anni ed è inserito all interno di un centro di distribuzione ancora più vecchio sul quale negli anni si sono succedute varie modifiche e ampliamenti le quali si sono tradotte in una complessa rete di gestione delle acque reflue. L attività produttiva (intesa come solo impianto di trattamento rifiuti) svolta nel sito genera le seguenti acque reflue e meteoriche: 1. acque meteoriche dei tetti (più precisamente tettoie); 2. acque meteoriche del piazzale (con diversi sottobacini) 1. acque meteoriche delle tettoie Le acque meteoriche provenienti dalle tettoie sono raccolte, convogliate e scaricate tramite pluviali al suolo o fatte confluire nella rete di raccolta delle acque bianche come previsto da normativa. Non necessitano di trattamento. 2. acque meteoriche del piazzale Il piazzale, come anticipato, ha subito negli anni diversi interventi di ampliamento, adeguamento. La configurazione di progetto risente moltissimo della situazione attuale. Si possono individuare i seguenti bacini: - le zone 1, 3, 4, 5, 8,11 e 12 sono poste sotto due tettoie - le zone 2, 6 e 7 sono scoperte e le acque di dilavamento dei piazzali sono raccolte e convogliate ad un impianto di trattamento delle acque di prima pioggia con scarico in fognatura. Le acque di seconda pioggia sono invece scaricate in fosso senza trattamento. Sia per le une che per le altre sono disponibili 2 pozzetti di campionamento. - le zone 9 e 10 sono scoperte e le acque di dilavamento dei piazzali sono raccolte e convogliate in fognatura senza trattamento previo passaggio da un pozzetto di campionamento. In alternativa queste acque potrebbero essere scaricate nella tubazione esistente delle acque bianche. - le rampe di collegamento tra le zone 9-10 e la zona di lavorazione (5,8) sono scoperte e le relative acque di dilavamento sono caricate nella tubazione esistente delle acque bianche. Esistono pertanto 3 pozzetti di campionamento, uno prima dello scarico in fognatura, dopo il trattamento delle acque di prima pioggia, uno primo dello scarico nello scolo (per le acque di seconda pioggia non trattate) uno prima dello scarico in fognatura relativo aelle zone 9 e 10, Per la tipologia di rifiuti trattati, le quantità stoccate e alla luce del complesso sistema di raccolta delle acque esistente, al fine di garantire la conformità al piano di tutela delle acque si è optato per coprire con tettoia tutte le fasi "critiche" al fine di eliminare alla radice un eventuale Relazione tecnica 25

26 dilavamento con effetto di trascinamento. Le restanti aree scoperte sul livello della banchina di scarico e delle presse dove avvengono due tipi di stoccaggio della carta (zona 2 e zona 6) e una lavorazione (inchiodatura, zona 7) le acque vengono trattate e scaricate in fognatura (prima pioggia) o in corso d'acqua (seconda pioggia). Tali acque di dilavamento non presentano problemi particolari di pericolosità e pertanto il trattamento delle acque di prima pioggia è più che sufficiente. E' comunque possibile verificare la qualità dei reflui tramite due distinti pozzetti di campionamento denominati P1 e P2. Le aree 9 e 10 dedicate allo stoccaggio della plastica e del legno pressato sono scoperte e le acque di dilavamento saranno scaricate in fognatura senza trattamento ma con la possibilità di essere campionate in qualunque momento tramite un apposito pozzetto di campionamento. In alternativa tali acque meteoriche potranno essere scaricate nella rete di acque bianche sempre previo campionamento. Motivi per i quali si ritiene che le aree di stoccaggio 2, 6, 9 e 10 non comportino trascinamento di sostanze pericolose. I rifiuti trattati dal presente impianto sono tutti di origine alimentare. In particolare si tratta di imballaggi secondari e terziari ovvero imballaggi puliti che hanno contenuto esclusivamente merce imballata in un contenitore primario (cioè non merce sfusa). pertanto plastica, legno e carta sono assolutamente puliti e privi di contaminanti (olii, polvere, e quantaltro). Per quanto riguarda l'impianto di trattamento delle acque di prima pioggia, esso tratta una superfice pari a 3500 mq e risulta sovradimensionato essendo stato progettato per 5000 mq (per questo motivo tratta più dei 5 mm per mq previsti per legge). E' dotato di un sedimentatore e di un disoleatore che dovranno essere svuotati almeno una volta l'anno. lo scema di funzionamento è riportato in tavola 06. lo scarico delle acque di prima pioggia in fognatura avviene tramite pompa di rilancio e può essere programmato per lavorare anche diverse ore dopo l'evento piovoso. Relazione tecnica 26

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