Capitolo I Quadro storico 1.1 La polis di Pericle nel V secolo

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Massimiliano De Marco
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1 Capitolo I Quadro storico 1.1 La polis di Pericle nel V secolo Atene visse il suo momento di maggiore splendore dopo la vittoria sui Persiani nel 479, ma le tracce del passaggio dei Medi (così erano chiamati i Persiani) ancora erano visibili. L Acropoli, un tempo dominata dal celebre tempio di Atena Poliàs, ormai si presentava spoglia in seguito alla sua distruzione. Nonostante la rapida ripresa, ancora era vivo nell animo dei cittadini il trauma derivato dalle guerre Persiane. I Persiani, invadendo l Attica, avevano distrutto la maggiore fonte di guadagno del popolo ateniese: gli uliveti. Tuttavia gli ateniesi erano fieri di aver avuto la meglio sul temibile esercito Persiano, soprattutto grazie alle scelte strategiche di Temistocle ed alla forza della propria flotta. Quest ultima era composta in gran parte da rematori provenienti dalla classe più povera, i teti. L entrata in scena dei teti mise in moto una serie di cambiamenti inizialmente 3

2 manovrati da Efialte e Pericle, che tentavano di riorganizzare la vita politica ed economica ateniese, soprattutto in seguito alla distruzione delle campagne da parte dei Persiani. Efialte fece votare una serie di proposte tese ad accrescere la partecipazione diretta alla democrazia ateniese. Alla fine del VI secolo, l aristocratico Clistene, esponente della potente famiglia degli Alcmeonidi e leader della fazione democratica, si era fatto promotore di una riforma radicale: il potere decisionale supremo sarebbe spettato all Ecclesìa (l assemblea di tutti i cittadini maschi liberi) ed i membri del Consiglio dei Cinquecento (Bulè) sarebbero stati sorteggiati, e quindi non eletti sempre tra i maschi liberi. Evidentemente il sorteggio era considerato più democratico dell elezione in quanto dava a tutti eguali possibilità di partecipazione, al contrario l elezione dipendeva in un certo modo dal prestigio familiare e dalla ricchezza. Ovviamente le cariche più elevate del potere esecutivo, che richiedevano una certa competenza, cultura ed esperienza, restarono elettive, infatti erano indirizzate per lo più ad aristocratici ed a cittadini benestanti. Il peso politico dell aristocrazia diminuì soprattutto in seguito alla riforma del 461 di Efialte che prevedeva l abolizione di varie funzioni dell Areopago (organo formato da ex magistrati di origine aristocratica) che fu ridotto a tribunale esclusivamente per i reati di sangue. Gli 4

3 altri reati, compresi quelli politici, sarebbero stati giudicati dalle giurie popolari. Pericle nello stesso anno fece votare la legge secondo la quale i giudici popolari, designati tramite il sorteggio, e i membri del Consiglio dei Cinquecento, sempre designati tramite il sorteggio, avrebbero ricevuto il rimborso della giornata di lavoro perduta nell esercizio della carica; in tal modo i cittadini più poveri, quando sorteggiati, non avrebbero dovuto rinunciare alla carica per mancanza di denaro. Ciò rendeva gli ateniesi un popolo di soldati, di giudici e di politici. Pericle, nell ambito del generale rinnovamento ateniese, voleva intraprendere una politica d espansione economica e militare su tutto l Egeo, sulla scia delle vittorie contro i Persiani. Questa politica aveva il suo motore propulsore nella potente flotta ateniese che garantiva lavoro ai ceti più bassi e consentiva la riscossione dei tributi dalle città alleate. Altro elemento fondamentale, già tenuto in considerazione da Temistocle, erano le miniere d argento del Laurion, una risorsa strategica che rendeva il conio ateniese la moneta più solida della Grecia e che permetteva al porto del Pireo di diventare un emporio nel quale facevano scalo navi provenienti da tutto il Mediterraneo. In questo clima di rinnovamento e di slancio verso un egemonia economica e militare, si spiega anche la riedificazione dell Acropoli di Atene con l erezione del Partenone e dei Propilei, simboli di grandezza e maestosità. L Atene di Pericle è quindi una città 5

4 immensamente dinamica, polo di attrazione per numerosi artisti quali Fidia o filosofi come Anassagora che vedevano Pericle come un mecenate disponibile ad accogliere nuove idee. Fidia portò la scultura al massimo grado di perfezione ed equilibrio ed Anassagora fu promotore di una concezione cosmologica che lo avrebbe portato poi ad una condanna a morte. Va ricordato l importanza che nel V secolo ricoprirono diversi generi letterari adeguati al grande pubblico cittadino: la tragedia, la commedia politica, la storiografia e l oratoria politica e giuridica. Per quanto riguarda la tragedia, questa trovava la sua massima espressione in quelli che erano considerati i tre tragediografi per eccellenza: Eschilo, Sofocle ed Euripide. Essi si cimentarono in una reinterpretazione del mito e concepirono l agire della divinità in tre modalità molto differenti tra loro. Nel mondo di Eschilo, l uomo si scontra di volta in volta con forze invisibili che vogliono limitare la sua autonomia conducendolo verso la sciagura: le divinità garantiscono la giustizia ed intervengono. Sofocle, invece, lascia i propri personaggi soffrire, anche morire, pur non avendo colpa e quindi mette in scena un certo distacco tra il mondo umano e divino. Con Euripide è introdotto il deus ex machina, quindi la divinità interviene per colpire l ingiusto e far trionfare il giusto. E con Euripide in primo luogo che si avvertono gli influssi della sofistica, soprattutto per quanto 6

5 riguarda la critica al mito, che viene rielaborato secondo le sue finalità, e per quanto riguarda la visione laica della realtà: il teatro euripideo cessa di essere un fatto religioso per diventare un luogo dove operano solo l uomo e la società. Per la commedia antica, invece, il massimo esponente era considerato Aristofane, il quale ironizzava e punzecchiava i personaggi politici dell epoca. Il teatro rispecchiava il mondo ateniese ed era un istituzione democratica, quindi vi poteva partecipare tutto il demos ateniese. La differenza tra la rappresentazione tragica e quella comica era sostanziale: i personaggi della tragedia greca erano tipi, eroi ideali che in realtà non avevano corporeità, erano disincarnati ed astratti; i personaggi della commedia, invece, avevano una propria corporeità, vagheggiavano l età dell oro in cui non si lavorava, pensavano che la guerra fosse una fregatura. Inoltre, mentre la tragedia greca era ambientata in un luogo mitico, la commedia si svolgeva nel presente della città democratica, quindi vi erano continui riferimenti a personaggi in vista ateniesi. Esponenti di spicco della storiografia furono Tucidide ed Erodoto. Il primo cercava di comprendere le cause della crisi d Atene per trovarne una via d uscita, il secondo tramandava usi e costumi dei vari popoli, quindi aveva interessi etnologici, ma riportava anche notizie storiche. La storia tucididea risente di influssi sofistici in quanto essa risulta frutto di decisioni umane, non divine, 7

6 quindi nasce dall uomo e finisce con l uomo. Erodoto è fondamentale per l importanza che egli attribuiva al nomos. Egli aveva una concezione relativistica delle leggi, quali prodotti dell evoluzione della società. Nell oratoria, invece, si distinsero Lisia, (di cui è celebre l orazione in difesa del fratello ucciso dai trenta tiranni) ed Isocrate. 1.2 La guerra del Peloponneso Nell ambito della politica espansionistica di Pericle, affrontata precedentemente, si inserisce anche lo scoppio della guerra del Peloponneso ( ) che vede affrontarsi, l una contro l altra, Sparta ed Atene. La guerra è preceduta da un altra battaglia. Nel 433, infatti, persistendo nella sua politica aggressiva, Pericle intima alla città di Potidea, nella penisola calcidica, di abbattere le proprie mura e di recidere i rapporti con Corinto, storica rivale d Atene. Al rifiuto di Potidea, Atene organizza una grossa spedizione assediando la città per circa due anni. Atene ne esce vittoriosa, ma perde circa 150 uomini, tra cui lo stratega Callia, amico di Socrate, e 2000 talenti utilizzati appunto per la spedizione. Alcibiade, nel Convivio di Platone, afferma che anche Socrate faceva parte del contingente ateniese come oplita e che gli avesse salvato la vita; Socrate inoltre aveva resistito durante il lungo assedio al freddo ed alla fame ed aveva 8

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