S.R.M.C.R.: Progetto e gestione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "S.R.M.C.R.: Progetto e gestione"

Transcript

1 1. Sommario S.R.M.C.R.: Progetto e gestione V. Annoscia*, G. Picciolo **( 1 ), Angela Maria Altieri*** * OCT- Bari * *TÜV Rheinland Italia ***INAIL- Bari La PED demanda al fabbricante la protezione di attrezzature a pressione; nel caso di insiemi tale protezione deve essere garantita dallo stesso fabbricante, mentre può essere lasciata all utilizzatore (su indicazione del fabbricante nel manuale operativo) per coprire rischi residui, nel caso di attrezzature. È possibile che la protezione sia assicurata da Sistemi di sicurezza alternativi rispetto a quelli tradizionali, quali valvole di sicurezza o dischi a frattura prestabilita (vedi ad esempio la EN Sistemi di sicurezza per attrezzature a pressione non esposte alla fiamma ). La Norma richiede che sia il progetto che la gestione dei suaccennati sistemi sia conforme ai requisiti obbligatori della Norma CEI EN 61508/ CEI La memoria identifica non solo gli aspetti tecnici rilevanti del progetto di questi sistemi (S.R.M.C.R.,), ma anche evidenzia i contenuti della documentazione - il Manuale di Sicurezza Funzionale (Functional Safety Manual) - che costituisce il riferimento obbligatorio del Gestore per le necessarie verifiche periodiche autorizzative da parte dell Ente preposto. 2. Introduzione La normativa italiana sugli apparecchi a pressione, che storicamente ha avuto inizio con il R.D. 12/5/1927 n. 824, è attualmente regolamentata dalla Direttiva 97/23/CE (PED), per quanto concerne la fase di fabbricazione, ma con ricaduta anche sull esercizio, visto l art. 19 del D. lgs 93/2000 e il D.M. applicativo 329/04, e dal D.lgs 81/08, con in particolare l art. 71, a seguito del quale è stato emanato il decreto 7 aprile La protezione di un attrezzatura a pressione/insieme può essere effettuata ricorrendo a combinazioni di accessori di sicurezza di tipo tradizionale, come valvole di sicurezza e/o dischi di rottura o, mediante combinazione di dispositivi di diversa natura, purché sia dimostrato che sono accettabili ed affidabili per lo scopo della limitazione della pressione. Quando non è possibile lo scarico delle sostanze interne per motivi tecnici e/o economici o per evitare danni alle persone e/o all ambiente, allora si installeranno dispositivi SRMCR. Quando nessuna applicazione di dispositivi di sicurezza è possibile allora non rimarrà altro che progettare l attrezzatura a pressione, o compartimenti di essa, per poter resistere alla massima pressione prevedibile. Gli SRMCR sono così definiti: Sistema di misurazione, controllo e regolazione correlati alla sicurezza (Safety Related Measurement, Control and Regulation System): Un sistema che per mezzo di un attrezzatura di controllo automatica, operante indipendentemente da altre funzioni di controllo del processo, impedisce che i parametri operativi eccedano i limiti ammissibili dell attrezzatura a pressione. 1 Past Presidente SC CEI 65A, MT IEC 61508/

2 Gli SRMCR devono essere progettati secondo i principi, con particolare riferimento all industria di processo, delle norme CEI EN 61508, CEI EN e guida CEI I sistemi SRMCR consistono, nel caso più generale, in un insieme funzionale di dispositivi di diversa tipologia e natura (elettrica, elettronica, meccanica ed elettro-meccanica) uniti per formare una catena di sicurezza ( safety chain, fig.1), che comprende sensoristica, eventuale unità di elaborazione logica del segnale ( Logic solver ) e attuatore/i finale/i ( final element/s ). Questo insieme costituisce un sistema internazionalmente conosciuto come Safety Instrumented System o SIS (sistema di sicurezza strumentale) o anche come High Integrity Pressure Protection Systems (Sistemi di protezione dalla pressione ad alta integrità). SENSORE LOGIC SOLVER ATTUATORE + VALVOLA Fig. 1 Schema funzionale di base di un SIS Tipiche applicazioni possono essere: - l intervento su grandezze di processo la cui combinazione potrebbe portare ad aumenti di pressione inaccettabili, ad esempio a causa di reazioni di fuga ( runaway reactions ), di schiumeggiamento di fluidi, di errori di caricamento; - il blocco dell afflusso di fluido, o l isolamento di sorgenti di pressione esterne o di apparati di riscaldamento; - l attivazione di misure di correzione di errori di processo, ad esempio mediante l iniezione di inibitori, l attivazione di sistemi di raffreddamento, lo scarico della pressione in un serbatoio di blowdown e/o l isolamento del processo. I SIS obbediscono ad una logica di tipo prestazionale, cioè debbono garantire un livello di protezione prestabilito, sulla base dell analisi e valutazione del rischio, in questo caso tale livello è definito dal SIL (Safety Integrity Level); essi sono, in un certo senso, sistemi passivi, in quanto, in condizioni normali sono dormienti e sono chiamati ad agire solo quando si verifica una situazione di emergenza, per questo motivo è importante che siano rigorosamente rispettate le prescrizioni del fabbricante, per quanto riguarda sia le modalità di installazione, che le modalità di verifica funzionale. Può naturalmente verificarsi che, nell intervallo tra due test consecutivi si manifesti un guasto, che diventa evidente solo nel momento in cui il sistema è chiamato ad intervenire. Pertanto un parametro fondamentale nella progettazione di un SIS è la PFD (Probability of Failure on Demand). Nella norma vengono definiti quattro valori di SIL, cui corrispondono quattro intervalli di PFD e, in corrispondenza, quattro RRF = 1/PFD (Risk Reduction Factor). 2

3 SIL 4 SIL 3 SIL 2 SIL PFD Fig. 2 SIL delle funzioni di sicurezza strumentali Safety Probability of Risk Reduction Integrity Failure Factor Level (SIL) on Demand (PFD) (RRF=1/PFD) SIL <10-4 >10, ,000 SIL <10-3 >1,000 10,000 SIL <10-2 >100 1,000 SIL <10-1 > Tab.1 SIL delle funzioni di sicurezza strumentali La determinazione del SIL che una funzione di sicurezza deve garantire può essere determinata sia con tecniche quantitative che qualitative o semi-qualitative, le norme definiscono le modalità di tale determinazione. Una volta noto il SIL che una funzione di sicurezza deve garantire, si deve fissare una possibile configurazione del sistema e se ne deve verificare la prestazione affidabilistica. Si tenga presente che un SIS può svolgere diverse funzioni di sicurezza nel momento in cui, ad esempio, il Logic Solver sia un elemento in comune tra diversi Field Instruments e Final Elements, come mostrato in Figura 3; per tale ragione si preferisce usare la terminologia PFD SIF, ove SIF sta per Safety Instrumented Function. Fig. 3 E evidente che il SIL di un elemento condiviso tra diverse funzioni di sicurezza deve essere il massimo tra i SIL richiesti per le singole funzioni. Un SIS può essere considerato come un sistema serie, costituito come schematizzato nella fig. 1, pertanto la PFD che deve essere attuata dalla singola Funzione di Sicurezza implementata dal SIS (Safety Instrumented Function) può essere espressa come: PFD SIF = PFD SENSORI + PFD LOGICA + PFD ATTUATORI 3

4 Nella determinazione del PFD di ogni singolo sub sistema del SIS si deve tener conto della reale configurazione dello stesso, ad esempio in termini di ridondanza o di componenti in serie. Per definizione è: PFD TI Pg ( t) dt 0 TI Poiché questa probabilità di guasto è mediata nell intervallo T i fra due test consecutivi, spesso si parla di PFD avg cioè di PFD media nell intervallo, per distinguerla da quella puntuale che è P g (t). Per guasto, in questa definizione, deve intendersi di guasto non autodiagnosticato (se è presente questa possibilità) e che, inoltre, inibirebbe l intera attuazione della funzione di sicurezza ( dangerous undetected). Usualmente il test consiste nella prova funzionale dell intera catena di sicurezza (TI uguale per tutti i sub-sistemi) e si assume che così facendo si è certi di poter intercettare ogni eventuale guasto pericoloso di una qualunque parte di essa. Il sistema deve quindi essere progettato per poter eseguire tali test, eventualmente on-line per non interrompere la produzione, attraverso sistemi di by-pass con le segnalazioni opportune di avvertimento all operatore dell esclusione della protezione. Per P g (t) variabile secondo una funzione esponenziale negativa (tasso di guasto λ costante), e troncando al termine di secondo grado il relativo sviluppo in serie di Mac Laurin, si ottiene l espressione approssimata (con un errore in eccesso entro l 1% per λti 0,03 ed entro il 5% per λti 0,148): 1 PFD TI 2 Da questa semplice espressione ci si può rendere conto di quale impatto abbia la frequenza dei test sul miglioramento della prestazione affidabilistica. Si sottolinea che per poter effettuare calcoli è necessario conoscere il tasso di guasto pertinente, del tipo cioè dangerous-undetected λ DU. In generale, il tasso di guasto complessivo di un componente di sicurezza deve essere scomposto (attraverso un analisi FMEA che raramente tuttavia è disponibile) in due parti: - un tasso di guasto λ SAFE dovuto a guasti del componente che darebbero luogo all intervento del sistema in assenza di reali condizioni di pericolo ( nuisance trip o safe-failure ), il che ovviamente è nocivo per la continuità della produzione; - un tasso di guasto λ DANGEROUS che inibirebbe la funzione di sicurezza ( dangerous o inhibiting failure ). Se è presente una forma di autodiagnostica, vengono introdotti due fattori che rappresentano la percentuale di auto-rilevazione dei guasti per entrambi i modi di guasto CF S e CF D ( Coverage Factor Safe e Dangerous ). 4

5 Riassumendo schematicamente: λ λ S λ D CF S CF D λ SD λ SU λ DD CFS : Coverage Factor - Safe CFD : Coverage Factor - Dangerous λsd : λ Safe Detected λsu : λ Safe Undetected λdd : λ Dangerous Detected λdu : λ Dangerous Undetected λ DU Fig. 4 Il calcolo della PFD per sub-sistemi costituiti da diversi componenti in serie o in parallelo si può effettuare con tecniche quali alberi dei guasti, catene di Markov ed equazioni semplificate da esse derivanti. È importante che, all atto della installazione e dell esercizio in impianto sia disponibile adeguata documentazione, che dimostri la capacità di assolvere le funzioni per le quali è stato progettato e che dia precise indicazioni sulle modalità e gli intervalli della verifica di efficienza. Una fase in cui certamente questa documentazione deve essere resa disponibile all Autorità di Controllo è quella della dichiarazione di messa in servizio da presentare all INAIL (ex ISPESL) e all ASL/ARPA competenti per territorio, come previsto dall art. 6 del D.M. 329/04. Tra la documentazione che deve essere disponibile riveste particolare importanza il Safety Manual con l indicazione delle modalità e della tempistica di manutenzione (verifiche periodiche dell utilizzatore), bypass, POS (Process Override Switches), MOS (Maintenance Override Switches) necessarie per il mantenimento della funzione di sicurezza del SRMCR. La verifica di funzionalità degli SRMCR deve essere condotta nelle condizioni di processo o equivalenti. 3. I sistemi integrati ad alta affidabilità contro la sovrappressione S.R.M.R.C.R. (HIPPS: High Integrity Pressure Protection Systems) Un sistema di protezione ad alta integrazione contro la sovrappressione (S.R.M..C.R.) è basato su una struttura di diversi componenti di sicurezza strumentati (SIS) il cui obiettivo è quello di impedire la sovrappressione di una apparecchiatura. L S.R.M.C.R elimina la fonte dell'alta pressione prima che la pressione di progettazione dell apparecchiatura. sia oltrepassata, evitando, in tal modo un evento pericoloso (es: esplosione), quale, conseguenza di rilasci di fluidi pericolosi infiammabili per la perdita di contenimento determinata dal collasso di una linea o di un recipiente. Di conseguenza, uno S.R.M.C.R è considerato come barriera fra una sezione ad alta pressione ed a bassa pressione di un'installazione. Nei sistemi tradizionali la sovrappressione è controllata da sistemi a scarico diretto della pressione quali valvole di sicurezza e/o dischi a frattura prestabilita (dischi di rottura); mentre un S.R.M.C.R può realizzare due funzioni di sicurezza: - la prima è quella di evitare che si raggiungano sovrappressioni superiori a quelle specificate dal progettista dell apparecchiatura/componente dell impianto; - la seconda è quella di costituire una soluzione di progetto alternativa ai dispositivi diretti di scarico (valvole di sicurezza e/o dischi di rottura). I sistemi convenzionali di controllo della sovrappressione (valvole di sicurezza e/o dischi di rottura) non sempre possono, tuttavia,essere utilizzati per determinati processi, sia per i fluidi trattati (sporcani) sia per le particolari dinamiche dell evoluzione della pressione 5

6 (reazioni fuggenti) o presentano svantaggi, quali il rilascio (da dischi di rottura) di prodotti di combustione o fluidi pericolosi a fronte di un efficiente sistema di blowdown/abbattimento/neutralizzazione. Tuttavia, a causa della loro semplicità ed affidabilità, i sistemi convenzionali di controllo della sovrappressione sono- e devono - essere utilizzati su una base di costi/benefici, fermo restando il rispetto dei vincoli di sicurezza che devono essere assicurati. Di converso, un S.R.M.C.R può intervenire con uno specifico livello di sicurezza (SIL) per impedire che si verifichino le condizioni di sovrappressione; il sistema, quindi si inserisce in uno schema di riduzione del rischio a cui si attribuisce una funzione di barriera che precede quella finale che può essere realizzata dai sistemi convenzionali. In ultima analisi il S.R.M.C.R può risultare esso stesso sufficiente ad assicurare il livello di sicurezza richiesto per l apparecchiatura. Ciò comporta che sia condotta una opportuna Analisi del Rischio ove siano individuati determinate soglie di sicurezza. Un esempio di utilizzo degli S.R.M.R.C.R è un sistema di blocco di Pompe per la protezione contro la sovrappressione di linee, evitando la installazione di valvole di sicurezza. La Norma armonizzata EN prevede l utilizzo degli S.R.M.R.C.R progettato e sviluppato conformemente alle norme di EN/IEC e di IEC Ciò comporta che siano rispettate le clausole obbligatorie delle Norme citate per assicurarne la conformità e quindi i riferimenti certificativi. Nella fattispecie lo schema certificativo acquista equipollenza giuridica alla omologazione delle valvole di sicurezza e dischi a frattura prestabilita, tenuto conto dei vincoli previsti per le verifiche periodiche di legge. Le Norme EN/EN/IEC e delle norme internazionali si riferiscono alle funzioni di sicurezza ed ai sistemi di sicurezza strumentati (SIS) per proteggere il personale, l'ambiente ed i beni, portando, o mantenendo il processo in uno stato sicuro. La struttura base di un S.R.M.C.R è riportato in Figura 1. La base per la progettazione del sistema di sicurezza è realizzare un S.R.M.C.R che assicuri il necessario Safety Integrity Level (SIL) per la riduzione del potenziale rischio ai limiti accettabili.. Il livello di SIL della Funzione di sicurezza realizzata dall S.R.M.C.R viene definito mediante un processo di allocazione come previsto nello sviluppo del progetto del Sistema nello schema di life cycle (Figura 2). La fase di allocazione riveste una importanza fondamentale perchè individua il livello di SIL che deve essere assicurato dall S.R.M.C.R. Da osservare, a questo proposito, che il livello di SIL non è vincolato da un limite inferiore (esempio, SIL 2, SIL 3) a differenza di quanto ci si aspetta da una valvola di sicurezza o disco a frattura prestabilita che per stessa struttura costruttiva - si presume, assicurino uno specifico e determinato livello di protezione contro la sovrappressione, anche se non quantificabile in termini di SIL, eccezion fatta per le valvole controllate in accordo alla EN La Funzione di Sicurezza Strumentata (SIF) ed il livello del SIL cui è attribuito, si ottiene durante l'analisi dei rischi di un impianto o un processo e rappresenta la necessaria riduzione del rischio. Il SIS deve soddisfare i requisiti del SIL applicabile. Gli standard EN/IEC definiscono i requisiti per assicurare il livello di SIL dell S.R.M.C.R nel ciclo di vita che costituisce lo schema fondamentale del S.R.M.C.R: dal progetto alla dismissione, tenuto conto delle necessarie procedure gestionali fra cui la disponibilità del Manuale di sicurezza Funzionale. Esso costituisce il documento fondamentale di responsabilità dell Utente - di gestione ai fini delle verifiche periodiche da parte dell Ente preposto. 6

7 Fig. 5 life cycle di sicurezza (EN/IEC 61511) Fasi delle procedura di Certificazione dell S.R.M.C.R. La conformità alle Clausole normative previste nelle EN/IEC 61508/61511 richiede che siano rispettate le clausole relative a: - Gestione della sicurezza funzionale - I requisiti hardware/software - I requisiti di affidabilità (Safety Integrity Assessment) - Documentazione - Verifica - Validazione in Fabbrica (FAT) ed on site (SAT) Gestione della sicurezza funzionale Gli standard di sicurezza funzionali richiedono la gestione della sicurezza funzionale. L attività prevede che: - sia sviluppato un piano di sicurezza funzionale (Safety Plan) - sia sviluppato un piano di Verifica e Validazione delle attività condotte per ogni fase del life cycle ai fini di assicurare gli obiettivi della sicurezza funzionale Il Verificatore (indipendente) esaminerà i documenti di cui sopra per valutarne la correttezza, la completezza e l'attuazione nel corso del progetto. E compito del Verificatore, durante lo sviluppo delle fasi, condurre la revisione delle specifiche dei requisiti di sicurezza (SRS) dell SRMCR in modo da assicurare che il progetto finale ne garantisca la conformità. Questa fase è definita di pre-verifica. Pertanto, dovranno essere riesaminate - per completezza e correttezza- le Specifiche dei requisiti di sicurezza Funzionale: SRS (Safety Requirement Specification) di ogni funzione 7

8 di sicurezza implementata nel SRMCR. Ciascun componente o sottosistema hardware utilizzato nell SRMCR per ogni funzione di sicurezza sarà rivisto per il rispetto delle norme di EN/IEC I parametri tipici che dovranno essere presi in considerazione per la correttezza e il rispetto degli standard per ogni dispositivo hardware sono: - Frazione di guasti sicuri (SFF) - Tipo A / B - La tolleranza ai guasti Hardware - Il livello di integrità sistematica - I vincoli architetturali - altri Requisiti di affidabilità Dovrà essere eseguito uno studio affidabilità per ciascuna funzione di sicurezza implementata dal SRMCR, Il parametro di riferimento del ISIL è il PFD avg. (la probabilità media di guasto su domanda). Rilevante per le implicazioni di esercizio è la stima del guasto intempestivo, il guasto di tipo sicuro, che comporta l intervento non voluto dell S.R.M.C.R. Software / requisiti di Logic Dovrà essere condotta una analisi di correttezza del software (programma applicativo) secondo i requisiti dell SRS. Documentazione Dovrà essere prodotta la documentazione relativa ad ogni fase di sviluppo dell SRMCR. La documentazione deve comprendere il manuale di sicurezza Funzionale (Safety Manual) che prevede anche tutte le attività di manutenzione e riparazione, le modalità di conduzione e gli intervalli delle verifiche periodiche di funzionalità. Validazione La fase di validazione dell SRMCR, costituisce lo step finale di convalida sulla conformità ai requisiti previsti nelle SRS Certificato e relazione di certificazione La relazione di certificazione illustrerà il tipo di certificazione che è stata condotta e dovrà contenere tutti gli allegati tecnici sviluppati durante il life cycle. Il certificato riporterà,oltre al riferimento della relazione tecnica tutti i parametri SIL: livello SIL, PFD avg, gli intervalli dei test periodici completi o parziali, i tempi medi di manutenzione (MTTR) ed il periodo di validità. 4. Caso di studio Fase 1: analisi del rischio Il caso di studio riguarda il progetto di un sistema di sicurezza strumentato (SIS) che deve assicurare il blocco di pompe per evitare la sovrappressione, con pericolo di superamento della pressione di progetto delle linee a valle con intervento ad una determinata pressione di set. 8

9 Deve essere individuato il livello di SIL minimo ed il PFD avg della Funzione di sicurezza (SIF). Le pompe prelevano il liquido accumulato nel vessel e lo inviano ad utenze. In relazione alle specifiche di progetto della linea di mandata pompe, può verificarsi il caso di marcia con pressione superiore a quella di progetto: Alta pressione nel vessel con marcia della linea di mandata regolare. A seguito della fase di allocazione (Figura 5) sviluppata nell Analisi del Rischio (fase 1 del life cycle) è individuata la soglia di sicurezza in termini di frequenza/anno del top Event: op = 10E-4 occ/y. Le conseguenze del evento sono costituite dal rilascio di prodotti tossici nell area dell impianto per perdita di contenimento da accoppiamento flangiato con limitata dispersione di vapori nella zona circostante l impianto. Per proteggere il circuito dai rischi connessi a tali anomalie è inserita una funzione di sicurezza per la protezione da condizioni di alta pressione sulla linea di mandata delle pompe con azione di arresto delle pompe stesse, riducendo, in tal modo, la pressione ai livelli accettabili della specifica di linea. Le conseguenze nel caso di fallimento della funzione di sicurezza sono riconducibili al superamento della pressione di progetto sulla linea. Fig. 6 Schema semplificato di processo FASE 2: Allocazione delle Funzioni di sicurezza sicurezza Dalla analisi quantificata di allocazione del SIL (PFD avg ) della Funzione di sicurezza risulta che il valore minimo del PFD avg è pari a: 0,00172 (SIL 2).La scelta effettuata, tuttavia, prevede un livello delle funzioni di sicurezza pari a SIL 3. La funzione di sicurezza SIF è attuata con la fermata delle Pompe allorché la sovrappressione delle linee a valle della pompe raggiunge un valore di soglia pari a PS = 14 barg. 9

10 Caso SIF Sovrapressione su linea con possibile rilascio di XXXXXXX nell area dell impianto (hydro plant) per perdita di contenimento da accoppiamento flangiato. Limitata dispersione di vapori di acido XXXXXX Valore PFD avg soglia da prendere come riferimento: 0,00172 Tab. 2 SIL richiesto 3 SOVRAPRESSIONE MANDATA POMPE G6E/F TOP OR FLUSSO NO MANDATA POMPE G6E/F PRESSIONE PiU' IN SERBATOIO D11C-LATO A G10 AND G20 OR LINEA MANDATA POMPE CHIUSA LINEA MIN FLOW CHIUSA PER ERRORE OPERATIVO CONDIZIONI DI ALTO LIVELLO REGOLAZIONE PRESSIONE GUASTA SVUOTAMENTO IMPIANTO CONDIZIONI DI ALTO LIVELLO REGOLAZIONE PRESSIONE GUASTA G70 AND G80 OR ARRESTO DELLA POMPA IN MARCIA MANCATO INTERVENTO OPERATORE GUASTO PT16026A IN CHIUSURA GUASTO P1C6026A IN CHIUSURA E90 E130 E140 G90 OR LSH12748A.EM GUASTO SEGNALATORE DI ALLARME GUASTO OPERATORE NON INTERVIENE E100 E110 E120 Classificazione del SIL Frequenza calc. 5,80E-02 Eventi/anno Protezione 1 Frequenza totale 5,80E-02 Eventi/anno Target 1,00E-04 Eventi/anno PFD richiesto 1,72E-03 SIL2 Fig. 7 Albero dei Guasti ed allocazione della Funzione di scurezza 10

11 REQUISITI FUNZIONALI DELLA SIF) Descrizione della SIF Requisiti contro i CCF Stato di sicurezza raggiunto Stati singolarmente sicuri, ma, che concomitanti, possono creare una condizione potenzialmente pericolosa Sorgenti di domanda di intervento dei sistemi di protezione Tempi di risposta SIL (PFDavg) Misure di processo interessate e punti di intervento Descrizione logica di intervento SIF TAG - XXXX Prevenire la sovrapressione delle linee a valle delle pompe per protezione da condizioni di alta pressione mediante l azione di arresto delle pompe stesse ad un valore di soglia inferiore a PS pari a 14 barg Design (Basic practice) percorso cavi di strumentazione. b = 10% per i trasmettitori e strumentazione in campo. Intervento soglia trip: 14 barg con Fermata Pompe NO Allegato xxxx Non sono identificati intervalli per le verifiche periodiche dei componenti dei sistemi di blocco con frequenza inferiore ad 1 y 10 secondi max da intervento soglia di trip 3, su domanda (PFDavg) Vedere allegato xxxxx 1 O O 2: TAG xxx, Vedere allegato xxxxx Tab. 3 Alcuni requisiti di sicurezza funzionale della SIF Nota 1 Il tempo di risposta totale è un requisito della sicurezza funzionale del SIS ed è valutato da pipe to pipe FASE 3: Specificazione dei requisiti di sicurezza funzionale: SIF VALUTAZIONE DEL SIL DELLE SIF - PFD avg La stima del PFD avg delle SIF è valutato utilizzando modelli matematici per il calcolo probabilistico di sistemi che realizzano determinate funzioni, ma anche rispettando determinati vincoli architetturali per i sottosistemi che costituiscono il SIS. I vincoli si riferiscono al valore minimo del PFD avg della Funzione di sicurezza che può essere assicurato sulla base del tipo di componente utilizzato (a) della frazione dei modi di guasto sicuri per la SIF (b) e della architettura (ridondanze: HFT) del SIS che realizza la SIF (c). Questi dati sono ricavati dai ratei di guasto dei componenti i SIS e sono utilizzati per verificare la caratterizzazione strutturale delle SIF e nelle ipotesi di assenza del guasto sistematico per il livello di SIL considerato. In funzione della tipologia e qualità dei ratei di guasto disponibili sono utilizzate le tabelle della HFT (Hardware Fault Tolerance) riportate nella [1]o [2], quando più opportuno. 11

12 I modelli utilizzati nei calcoli sono quelli di riferimento e riportati in [1]-6: Modelli markoviani omogenei, B2.1) e rappresentano l evoluzione delle probabilità di evento (PFD avg, nella fattispecie) del SIS in un determinato periodo di tempo (TI), tenuto conto della configurazione, della riparabilità (MTTR) e degli intervalli di tempo in cui si effettuano le verifiche periodiche. Nel caso di SIS realizzati anche con canali ridondanti, si tiene conto anche del guasto di modo comune (CFF,[1]-6, Tab. D4). In Figura 8 è riportato lo schema a blocchi di Affidabilità utilizzato per i calcoli del PFD avg della SIF VINCOLI ARCHITETTURALI SIS SIL 2 SIL 3 SIL 2 SIL 2 PIT INPUT BARRIER ABB 268H P+F HiC2025 OUTPUT MODULE ABB DO880HI RELE' PHOENIX CONTACT PSR-SCP- 24DC/ESP4 SIL 2 CONTATTORE LC1-D12 INPUT MODULE CONTROLLER ABB RELE' SIL 3 PIT ABB 268H INPUT BARRIER P+F HiC2025 ABB OUTPUT MODULE ABB DO880HI PHOENIX CONTACT PSR-SCP- 24DC/ESP4 CONTATTORE LC1-D12 AI880HI SIL 2 SIL 2 SIL 3 SIL 3 SIL 3 SIL 3 Fig. 8 Schema a Blocchi di Affidabilità (RBD) del SIS che realizza la Funzione di sicurezza (SIF) Sistema / Modulo du [1/h] dd [1/h] S [1/h] T [1/h] VOTING LOGIC (%) MTTR [h] PFD avg (T1=1 year) SIL SIF (Calc.) SIL SIF (Scel to) SIF Prevenire la sovrapressione delle linee a valle della pompa ad un valore inferiore a PS: PFDavg target: 1,72e-3 (SIL 2) 3 3 TRASMETTITORE DI PRESSIONE ABB 268HD (2600T) BARRIERA DI INGRESSO P + F HiC2025 MODULO DI INGRESSO ANALOGICO ABB AI880A & TU8xx CONTROLLER ABB PM865/SM811 MODULO DI USCITA DO NE ABB DO880 & TU8xx INTERFACCIA DI USCITA Phoenix Contact PSR-SCP- 24DC/ESP4/2X1/1X2 6,1E-8 5,49E-07 3,87E-07 9,97E-07 4,5E-08 1,72E-07 1,22E-07 3,39E-07 1 O O ,71E-05 1,54E-10 4,41E-7 5,94E-7 1,04E-06 1 O O 1 4,20E-06 5,74E-9 8,83E-7 1,39E-6 1,27556E- 06 2,28E-06 1,55E-10 4,56E-7 9,21E-7 1,38E-06 5,00E-9 0,0 5,8e-6 Nota 1 5,8e-6 1 OO 2D N.A. 8 3,23E-05 1 O O ,36E-04 CONTATTORE 3E-7 0,0 5E-7 8E-7 SIS 2,20E-04 2,20 E-04 2,20 E-04 Tab. 4 12

13 SIS SUB-SYSTEMS SIF SOTTOSISTEMA SENSORI: SUB-SYSTEM MAJORITY VOTING LOGIC SUB-SYSTEM ELEMENTS TYPE [1], part 2 HFT ELEM ENT HFT SUBSYSTEM CONSTRAINT S Prevenire la sovrapressione delle linee a valle della pompa ad un valore inferiore a PS [1] Nota 1 [2] Nota 2 ELEMENT SIL CHANNEL SIL 1OO2 3 SUB- SYSTEM SIL SYSTE M SIF SIL 3 Ref. Table TRASMETTITORE DI PRESSIONE INPUT BARRIER P + F 1OO1 ABB B H 1oo1 HiC2025 A LOGIC SOLVER SUB-SYSTEM INPUT MODULE 1O O 1 ABB AI880A & TU8xx CONTROLLER 1O O 2D ABB PM865/SM 811 OUTPUT MODULE 1O O 1 ABB DO880 & TU8xx OUTPUT 1O O 1 Phoenix INTERFACE Contact PSR-SCP- 24DC/ESP 4/2X1/1X2 B B B A [1] - 2, ACTUATION SUB-SYSTEM 1oo2 A 1 3 CONTATTORE 1oo1 A Tab Il Manuale di sicurezza funzionale (Safety Manual) Il Manuale di sicurezza funzionale costituisce il riferimento fondamentale per la gestione dell SRMCR. Il Manuale, sia per i contenuti, sia per l utilizzo, è di responsabilità dell Utente finale; esso deve essere conforme ai requisiti (obbligatori) della Norma IEC /EN 61511; esso deve fornire le informazioni affinché tutti i componenti e sottosistemi che costituiscono l SRMCR siano utilizzati nelle modalità previste a progetto e ne siano mantenute nel tempo le prestazioni di sicurezza funzionale e siano, pertanto, condotte le attività di manutenzione preventiva e predittiva (nel caso). Il Manuale costituisce la base documentale per l Ente di Controllo per la verifica dell adeguatezza della efficienza del sistema di sicurezza strumentato (SRMCR) a fronte dei requisiti di sicurezza funzionale di progetto e per la dimostrazione del loro mantenimento nel tempo ( 11.5 della IEC61511). Esso, inoltre, è il riferimento aziendale per le attività che devono essere intraprese dalla specifiche Funzioni (Sicurezza, Esercizio, Manutenzione) nel caso che si evidenzino dei guasti nel normale esercizio dell Impianto od anche durante le verifiche periodiche previste a programma. Normalmente il Manuale dovrà contenere le seguenti informazioni: a) Una breve descrizione di ogni componente e/o sottosistema che lo costituisce ove siano individuate la topologia (schema funzionale semplificato) inclusivo degli aspetti dell hardware e del software e relative interfacce. b) Il Manuale comprenderà tutti i i Manuali (se disponibili: compliant items) dei componenti l SRMCR: dai sensori agli elementi finali; 13

14 NOTA: nel Manuale dovranno essere riportati ogni aumento o diminuzione del livello della tolleranza al guasto e la relativa giustificazione. c) Identificazione delle revisioni e dei vincoli relative all hardware, al software embedded (incorporato), al software applicativo; d) Una descrizione operativa ove siano riportati le condizioni degli stati di sicurezza dell unità di processo sotto controllo e le operazioni fail safe (start up, normale esercizio o degradato) e le condizioni di richiesta di intervento del sistema su domanda; e) La lista delle assunzioni in relazione all utilizzo in esercizio, alle attività di manutenzione, alle modalità di esecuzione delle verifiche periodiche (istruzioni operative) e relativo planning ed organizzazione gestionale. Le assunzioni possono includere le condizioni di utilizzo, il piano di manutenzione preventivo, predittivo ed i criteri di gestione in sicurezza nel caso di guasti individuati; f) La lista delle limitazioni e restrizioni relativi alle prestazioni funzionali dei componenti o sottosistemi (setting, condizioni ambientali e di processo); g) I modi di guasto e relativi ratei dei componenti o sottosistemi, includendo lari parameri di affidabilità quali l MTTF (tempo medio al guasto), MTTR (tempo medio di riparazione), eventuali coefficienti di guasto di modo comune; potranno essere allegati i Certificati SIL dei componenti l SRMCR (se disponibili) o la documentazione equivalente di supporto; h) Il comportamento dell Unità d Impianto ai guasti rivelati ed i relativi allarmi i) Le Istruzioni operative del Fabbricante e, se applicabili, le raccomandazioni per le prove periodiche j) Le misure da intraprendere per evitare e gestire i guasti sistematici compreso quelli software e, nel caso, quelli di tipo sistematico e quelli di modo comune; k) La procedura aziendale prevista nel caso di guasto di un componente l SRMCR, con sostituzione di un altro diverso da quello installato, e di cui si disponga di un documento di conformità per il livello di SIL utilizzabile. In questo caso, deve essere dimostrato che la sostituzione - per manutenzione - del componente guasto (non disponibile nei limiti di tempo: MTTR, previsti dal calcolo del parametro SIL) non comporti una variazione dei limiti della metrica SIL della Funzione di sicurezza in oggetto l) La disponibilità di documentazione di supporto relativamente ai ratei di guasto di componenti o sottosistemi l SRMCR non conformi a quanto richiesto nell Annesso D della IEC/EN : report di Enti esterni specialisti nel settore di analisi FMEA, report del Costruttore, ecc, In ogni caso, la documentazione dovrà evidenziare la struttura organizzativa di gestione della Qualità del prodotto. Dovranno essere indicati parametri quali, ad esempio: la frazione dei guasti sicuri (SFF), il fattore di diagnostica dei guasti pericolosi (Coverage factor) 14

15 m) il livello di competenza (del personale?) relativa alle attività di manutenzione dell SRMCR. A titolo informativo si riporta un indice relativo ad un Safety Manual di un apparecchiatura meccanica, quale un valvola. TABLE OF CONTENTS SECTION 1 INTRODUCTION SECTION 2 VALVE SPECIFICATION SECTION 3 FAILURE RATES AND FAILURE MODES SECTION 4 CERTIFICATES APPENDIX A Conclusioni L utilizzo di un sistema di sicurezza S.RM.C.R. è un avanzamento importante sulla via della conduzione sicura di un impianto, specie di un impianto di processo, nel quale le variabili che possono condurre a situazioni potenzialmente pericolose sono molteplici e variamente correlate. Questo tipo di metodologia costituisce senza dubbio un approccio più scientifico rispetto all applicazione di dispositivi di sicurezza standard quali le valvole di sicurezza o i dischi di rottura. Tuttavia il loro utilizzo, essendo basato su analisi di tipo probabilistico e richiedendo architetture tecnicamente complesse, deve essere usato con grande attenzione e solo con l intervento di personale specialistico. Spesso questo tipo di sistemi di sicurezza viene utilizzato insieme a sistemi più tradizionali a scarico diretto della pressione avendo la funzione di prevenire l intervento di questi ultimi, i quali costituiscono l ultima barriera di sicurezza. È importante la fase di certificazione di un S.R.M.C.R. in quanto, se la funzione assegnata è di sicurezza, esso deve essere certificato in IV categoria di rischio PED, con l intervento di un O.N.; la funzione di sicurezza che deve essere valutata riguarderà l intera architettura del sistema, in modo che la PFD assegnata riguardi l intera catena e non solo il singolo componente (ad esempio un pressostato se non è inserito direttamente su un circuito elettrico di alimentazione di un apparecchiatura che deve essere mandata in blocco al raggiungimento di un valore di set point, non costituisce l S.R.M.C.R. ma solo un elemento della catena). Il manuale di sicurezza deve contenere le informazioni necessarie a mantenere l intero S.R.M.C.R. in condizioni di efficienza mediante la corretta manutenzione e verifica di tutti i componenti. 15

16 Bibliografia [1] EN/IEC 61508, Functional Safety of Electrical/Electronic/Programmable Electronic Safety related Systems Edition [2] e IEC/EN Functional Safety of Electrical/Electronic/Programmable Electronic Safety related Systems for the process Sector Edition [3] AA.VV : il recepimento della Pressure Equipment Directive (PED) nell impiantistica industriale: aspetti tecnici e normativi a cura di Prof. Ing. Giovanni Mummolo Politecnico di Bari e Prof. Ing. Carlo Noè LIUC Castellanza, in particolare: Ing. Vincenzo Annoscia ISPESL - Bari: cap. 5: Gli accessori e i sistemi di sicurezza. Ing. Francesco Boenzi Politecnico di Bari Ing. Salvatore Digiesi Politecnico di Bari: cap. 6: Requisiti di affidabilità dei sistemi SRMCR: definizione dei Safety Integrity Levels (SIL). Ed. ANIMP Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale Sezione Automazione. Milano

La sicurezza funzionale vista da vicino: che cosa è il SIL. Micaela Caserza Magro Università di Genova

La sicurezza funzionale vista da vicino: che cosa è il SIL. Micaela Caserza Magro Università di Genova La sicurezza funzionale vista da vicino: che cosa è il SIL Micaela Caserza Magro Università di Genova Micaela.caserza@unige.it Che cosa è la sicurezza funzionale La Sicurezza Funzionale è: Porzione della

Dettagli

Fieldbus Foundation e la sicurezza

Fieldbus Foundation e la sicurezza Fieldbus Foundation Freedom to choose. Power to integrate Italia Fieldbus Foundation e la sicurezza Safety Instrumented System SISTEMI STRUMENTALI DI SICUREZZA Relatore Stefano Anfossi La sicurezza Cosa

Dettagli

Fieldbus Foundation e la sicurezza

Fieldbus Foundation e la sicurezza Fieldbus Foundation Freedom to choose. Power to integrate Fieldbus Foundation e la sicurezza Safety Integrity System La sicurezza Cosa è la sicurezza?... eliminazione dei rischi inaccettabili! Si devono

Dettagli

Aspetti normativi. Decreto legislativo 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Articolo 15 Misure generali di tutela

Aspetti normativi. Decreto legislativo 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Articolo 15 Misure generali di tutela Decreto legislativo 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro Articolo 15 Misure generali di tutela Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei

Dettagli

Direttiva Europea ATEX 99/92/CE

Direttiva Europea ATEX 99/92/CE Direttiva Europea ATEX 99/92/CE Gas, vapori, nebbie infiammabili e polveri combustibili: il rischio di esplosione e la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori 1 Direttiva Europea ATEX 99/92/CE

Dettagli

Corso di Progettazione di Impianti e della Sicurezza Industriale: Fault Tree Analysis (FTA) I/E e Safety Instrumented System (SIS)

Corso di Progettazione di Impianti e della Sicurezza Industriale: Fault Tree Analysis (FTA) I/E e Safety Instrumented System (SIS) Corso di Progettazione di Impianti e della Sicurezza Industriale: Fault Tree Analysis (FTA) I/E e Safety Instrumented System (SIS) Negli impianti a rischio di incidente rilevante, al fine di prevenire

Dettagli

Barone D. 1, Damiani A. 1 1 Tecnologie Sicurezza Industriale S.r.l., Via P. Lomazzo 51, Milano, 20154, Italia

Barone D. 1, Damiani A. 1 1 Tecnologie Sicurezza Industriale S.r.l., Via P. Lomazzo 51, Milano, 20154, Italia Esperienza pratica nella applicazione delle analisi SIL (IEC 61508/61511) relative ai sistemi di sicurezza ad alta affidabilità, per uno stabilimento a rischio di incidente rilevante Barone D. 1, Damiani

Dettagli

Nuove norme per la sicurezza delle macchine

Nuove norme per la sicurezza delle macchine Machines 2010 :Nuova legge in Europa :Nuove norme Quasi-macchine MTTFd Documenti B10d DC CCF SIL PL Nuove norme per la sicurezza delle macchine Comparazione tra le richieste PL Categorie EN 954-1 Determinazione:

Dettagli

Sicuri ma quanto? Introduzione alla Sicurezza Funzionale nei sistemi impieganti azionamenti elettrici ed alla normativa di riferimento.

Sicuri ma quanto? Introduzione alla Sicurezza Funzionale nei sistemi impieganti azionamenti elettrici ed alla normativa di riferimento. Sicuri ma quanto? Introduzione alla Sicurezza Funzionale nei sistemi impieganti azionamenti elettrici ed alla normativa di riferimento. Marco Franchi Ansaldo Sistemi Industriali Gruppo Azionamenti Elettrici

Dettagli

Sicurezza nella pneumatica ed elettropneumatica

Sicurezza nella pneumatica ed elettropneumatica Sicurezza nella pneumatica ed elettropneumatica Il 29 Dicembre 2009 è entrata in vigore la nuova Direttiva "Macchine" (2006/42/CE) sostituisce la Direttiva Macchine 98/37/CE. Tale direttiva prevede che

Dettagli

Valutazione del rischio esplosione

Valutazione del rischio esplosione Anno 2008 Valutazione del Rischio Esplosione v.02 1 Definizione di AT.EX.=Atmosphere Explosive Si ha esplosione in presenza contemporanea di combustibile, comburente, sorgente d innesco e condizioni di

Dettagli

Fieldbus Foundation e la sicurezza

Fieldbus Foundation e la sicurezza Fieldbus Foundation Freedom to choose. Power to integrate Italia Fieldbus Foundation e la sicurezza Safety Integrity System Alberto Digiuni Filedbus Foundation Italia La sicurezza Cosa è la sicurezza?...

Dettagli

Verona, ottobre 2013!

Verona, ottobre 2013! Verona, 29-30 ottobre 2013! ORI srl Milano, Italy http://www.ori.milano.it Sistemi HIPPS elettronici vs meccanici vantaggi e svantaggi Introduzione ORI Srl Storia ORI è una primaria società Italiana attiva

Dettagli

Alimentatore ca/ca 380/220 V 700 VA

Alimentatore ca/ca 380/220 V 700 VA DIREZIONE TECNICA Identificazione n 371231 Esp. 01 Pagina 1 di 8 Viale Spartaco Lavagnini, 58 50129 FIRENZE Il presente documento è di proprietà di Trenitalia. Nessuna parte di questo documento può essere

Dettagli

ROMA, 14 MAGGIO Ing. Gino Zampieri e Ing. Stefano Piccagli

ROMA, 14 MAGGIO Ing. Gino Zampieri e Ing. Stefano Piccagli ROMA, 14 MAGGIO 2008 Ing. Gino Zampieri e Ing. Stefano Piccagli AC&E AC&E S.r.l è una consolidata realtà composta da 10 ingegneri e tecnici che opera sia a livello nazionale che internazionale; la società

Dettagli

CENNI A SISTEMI DI COMANDO PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE

CENNI A SISTEMI DI COMANDO PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE CENNI A SISTEMI DI COMANDO PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE UNI EN ISO 13849-1:2016 Contenuti trattati: Scopo e campo di applicazione Termini e Definizioni Funzioni di sicurezza Categorie Determinazione

Dettagli

SCHEMA. Mandato CEN M/120 Prodotti metallici per impieghi strutturali e loro accessori.

SCHEMA. Mandato CEN M/120 Prodotti metallici per impieghi strutturali e loro accessori. SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE di prodotti in acciai da bonifica da costruzione cui alla norma UNI EN 10343:2009 0 STORIA Edizione 0

Dettagli

Tarature sicure e accurate in aree pericolose con i calibratori portatili a sicurezza intrinseca

Tarature sicure e accurate in aree pericolose con i calibratori portatili a sicurezza intrinseca Tarature sicure e accurate in aree pericolose con i calibratori portatili a sicurezza intrinseca Gli impianti industriali costituiscono frequentemente una zona pericolosa. Molti materiali essenziali per

Dettagli

Tipici ambienti lavorativi Rischi elevati per gli operatori

Tipici ambienti lavorativi Rischi elevati per gli operatori Tipici ambienti lavorativi Rischi elevati per gli operatori Il sistema di comando di molte macchine può essere realizzato da soluzioni WIRELESS. Radiocomandi industriali Caratteristiche controllo wireless

Dettagli

Aspetti metodologici innovativi per la valutazione dei rischi nell'ambito della Nuova Direttiva Macchine

Aspetti metodologici innovativi per la valutazione dei rischi nell'ambito della Nuova Direttiva Macchine ISPESL - Politecnico di Bari - ARPA Puglia La sicurezza delle macchine tra nuova Direttiva Macchine e Testo Unico Aspetti metodologici innovativi per la valutazione dei rischi nell'ambito della Nuova Direttiva

Dettagli

I REQUISITI INNOVATIVI DELLA ISO Alessandra Peverini Perugia 23 ottobre 2015

I REQUISITI INNOVATIVI DELLA ISO Alessandra Peverini Perugia 23 ottobre 2015 I REQUISITI INNOVATIVI DELLA ISO 9001 Alessandra Peverini Perugia 23 ottobre 2015 Le principali novità 1. Le relazioni fra l Organizzazione ed il contesto interno ed esterno 2. Le aspettative delle parti

Dettagli

Valutazione di sicurezza per attrezzature di monitoraggio della temperatura in raffineria

Valutazione di sicurezza per attrezzature di monitoraggio della temperatura in raffineria Valutazione di sicurezza per attrezzature di monitoraggio della temperatura in raffineria Giovanni Picciolo, Andrea Tonti È descritto un sistema per il monitoraggio a lungo termine di componenti invecchiati

Dettagli

Gestione dello sviluppo software Modelli Base

Gestione dello sviluppo software Modelli Base Università di Bergamo Dip. di Ingegneria gestionale, dell'informazione e della produzione GESTIONE DEI SISTEMI ICT Paolo Salvaneschi A4_1 V1.0 Gestione dello sviluppo software Modelli Base Il contenuto

Dettagli

La tolleranza ai guasti. Concetti generali

La tolleranza ai guasti. Concetti generali Politecnico di Milano La tolleranza ai guasti Concetti generali Docente: William Fornaciari Politecnico di Milano fornacia@elet.polimi.it www.elet.polimi.it/~fornacia Sommario Storia Concetti fondamentali

Dettagli

Gazzetta ufficiale dell'unione europea

Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 185/6 REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/1136 DELLA COMMISSIONE del 13 luglio 2015 che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 402/2013 relativo al metodo comune di sicurezza per la determinazione

Dettagli

Affidabilità e Manutenibilità

Affidabilità e Manutenibilità Affidabilità e Manutenibilità Tiziano Iob Libero professionista collegio dei periti industriali e periti industriali laureati della Provincia di udine Premesse Per evidenti ragioni di sicurezza, le tecniche

Dettagli

Uso sicuro delle macchine alimentari

Uso sicuro delle macchine alimentari Uso sicuro delle macchine alimentari la manutenzione e l'aggiornamento dei requisiti di sicurezza Convegno INAIL BOLOGNA 19 ottobre 2016 Ing. Abdul Ghani Ahmad Ministero del Lavoro Le opinioni espresse

Dettagli

La Sicurezza nei lavori in presenza di rischio elettrico

La Sicurezza nei lavori in presenza di rischio elettrico Questa presentazione ha l unico scopo di supportare l illustrazione verbale dell argomento. Essa non è completa né esaustiva ed i concetti espressi hanno valore di esempio e promemoria e non di trattazione

Dettagli

TÜV Italia S.r.l. divisione : Industrie Services

TÜV Italia S.r.l. divisione : Industrie Services TÜV Italia Introduzione alla Direttiva PED 97/23/CE TÜV Italia S.r.l. divisione : Industrie Services VICENZA 18 Giugno 2009 Adriano Favero- adriano.favero@tuv.it TÜV Italia Industrie Service TORINO MILANO

Dettagli

"Gestione delle scadenze delle verifiche periodiche GPL/CNG"

Gestione delle scadenze delle verifiche periodiche GPL/CNG "Gestione delle scadenze delle verifiche periodiche GPL/CNG" Nuova Direttiva PED 2014/68/UE Armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di attrezzature

Dettagli

I requisiti di sicurezza degli impianti elettrici e le Norme tecniche CEI.

I requisiti di sicurezza degli impianti elettrici e le Norme tecniche CEI. I requisiti di sicurezza degli impianti elettrici e le Norme tecniche CEI. P.I. Luigi Muzzini Membro CT 64 CEI SICUREZZA ACCETTABILE Il livello di sicurezza accettabile evolve con le condizioni sociali

Dettagli

Guida all autorizzazione emissioni in atmosfera

Guida all autorizzazione emissioni in atmosfera 1 Guida all autorizzazione emissioni in atmosfera Qual è la procedura per autorizzazione emissioni in atmosfera? Premessa Le emissioni in atmosfera sono uno degli aspetti di prevalente impatto ambientale

Dettagli

MANUALE DI GESTIONE PER LA QUALITA

MANUALE DI GESTIONE PER LA QUALITA Copia N 00 Assegnata a: Indice del manuale DESCRIZIONE DELL'AZIENDA... 3 MISSION (politica per la qualità)... 3 ORGANIGRAMMA... 4 PROCESSI AZIENDALI E LORO INTERAZIONE... 5 Procedure e correlazione con

Dettagli

Innovazione per integrazione di sistemi

Innovazione per integrazione di sistemi Innovazione per integrazione di sistemi PERFORMANCE MADE SMARTER Backplane di PR Una soluzione di montaggio intuitiva e affidabile tra i sistemi DCS/PLC/SIS e gli isolatori/interfacce I.S. TEMPERATURA

Dettagli

LA GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTICENDIO. Prevenzione Incendi

LA GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTICENDIO. Prevenzione Incendi LA GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTICENDIO Nuovo Codice della Prevenzione Incendi GSA misura della strategia antincendio BS 9999-2008 Le misure previste nel «progetto antincendio» richiedono una corretta gestione

Dettagli

Sicurezza Funzionale Industria di Processo

Sicurezza Funzionale Industria di Processo Funzionale Industria di Processo La Funzionale è definita come la porzione della sicurezza globale correlata al processo che dipende dal corretto funzionamento del Sistema di e degli altri livelli di protezione.

Dettagli

ISO Calcolo del PL Performance Level

ISO Calcolo del PL Performance Level ISO 13849-1 Calcolo del PL Performance Level Categorie MTTFd DC CCF ISO 13849-1 Calcolo del PL Performance Level Categorie MTTFd DC CCF PL a PL b PL c MTTF d low medium high PL d PL e DC avg Cat. B 0 Cat.

Dettagli

Impiantistica elettrica di base

Impiantistica elettrica di base Argomento DPR Il diritto elettrico : analisi delle principali leggi e dei decreti sugli impianti elettrici Fornire ai partecipanti informazioni aggiornate per: - interpretare correttamente Norme e Leggi,

Dettagli

Codice Progetto proposto UNI Adozione ISO. Titolo

Codice Progetto proposto UNI Adozione ISO. Titolo UNI1602194 Sistemi metallici di evacuazione fumi asserviti ad apparecchi e generatori a combustibile liquido o solido - Criteri di scelta in funzione del tipo di applicazione e relativa designazione del

Dettagli

METODI PER LA QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO:

METODI PER LA QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO: Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale METODI PER LA QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO: Docente: Page 1 ANALISI PROSPETTICA DI RISCHIO Sistema in fase di: 1. Progettazione 2. Implementazione 3. Revisione

Dettagli

INDICE. Premessa... 13

INDICE. Premessa... 13 INDICE Premessa... 13 1. Il regolamento (UE) 305/2011 Prodotti da Costruzione... 17 1.1. Definizioni... 17 1.2. Il campo di applicazione e le esclusioni... 18 1.3. I requisiti di base delle opere (CPR)

Dettagli

Modulo 5.2 Direttiva PED

Modulo 5.2 Direttiva PED Corso di Impianti Meccanici Laurea Magistrale Modulo 5.2 Direttiva PED Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Ing. Alessandro Guzzini Department of Industrial

Dettagli

ANGELO BONFANTI (BONANG) 16 September 2016

ANGELO BONFANTI (BONANG) 16 September 2016 NORMA CEI 64-8/8-1 16 September 2016 Il CEI ha recentemente pubblicato (2016-08) la Norma CEI 64-8/8-1 che costituisce la parte 8^ ed integra le esistenti sette parti che costituivano la settima edizione

Dettagli

Università degli Studi di Cassino Facoltà di Ingegneria. Lezioni del Corso di Misure Meccaniche e Termiche. G.04 La Conferma Metrologica

Università degli Studi di Cassino Facoltà di Ingegneria. Lezioni del Corso di Misure Meccaniche e Termiche. G.04 La Conferma Metrologica Facoltà di Ingegneria Lezioni del Corso di Misure Meccaniche e Termiche G.04 La Conferma Metrologica Il termine Conferma metrologica non è presente nella norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. Per conoscere il

Dettagli

14. Verifica e Validazione

14. Verifica e Validazione 14. Verifica e Validazione Come assicurarsi che il software corrisponda alle necessità dell utente? Introdurremo i concetti di verifica e validazione Descriveremo le fasi del processo di testing Parleremo

Dettagli

Ing. Luigi Giudice. Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco 18/12/2014 1

Ing. Luigi Giudice. Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco 18/12/2014 1 Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi Ing. Luigi Giudice Comandante Provinciale

Dettagli

Formazione del personale

Formazione del personale Formazione del personale Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro DEFINIZIONI Attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature

Dettagli

TECNICO PER L?AUTOMAZIONE INDUSTRIALE

TECNICO PER L?AUTOMAZIONE INDUSTRIALE Denominazione Figura / Profilo / Obiettivo Professioni NUP/ISTAT correlate TECNICO PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE 6. - Artigiani, operai specializzati e agricoltori 6.2.3 - Meccanici artigianali, montatori,

Dettagli

Come progettare un circuito di sicurezza secondo la EN 62061:2005

Come progettare un circuito di sicurezza secondo la EN 62061:2005 Come progettare un circuito di sicurezza secondo la EN 62061:2005 Sistemi di sicurezza industriale Fabrizio Castelli Industrial Safety Systems. Made by by SICK. Ciclo di vita della sicurezza IEC 61508

Dettagli

Generatore di calore a gasolio MAXY

Generatore di calore a gasolio MAXY Generatore di calore a gasolio MAXY Ideali per capannoni, stabilimenti, allevamenti, strutture sportive, esposizioni e fiere di medio-alta dimensione (portata aria da 5.000 a 12.500 mc/h). Alcuni modelli

Dettagli

Realizzazione. PED Pressure Equipment Directive Consolidato 2018

Realizzazione.  PED Pressure Equipment Directive Consolidato 2018 Realizzazione Certifico S.r.l. Sede op.: Via A. de Curtis 28-06135 Ponte San Giovanni PERUGIA Sede amm.: Via Benedetto Croce 15-06024 Gubbio PERUGIA Tel. + 39 075 5997363 + 39 075 5997343 Assistenza 800

Dettagli

Gli effetti del D.Lgs. 105/2015 sulle attività degli stabilimenti a rischio di Incidente Rilevante Attuazione della direttiva 2012/18/UE SEVESO III

Gli effetti del D.Lgs. 105/2015 sulle attività degli stabilimenti a rischio di Incidente Rilevante Attuazione della direttiva 2012/18/UE SEVESO III Gli effetti del D.Lgs. 105/2015 sulle attività degli stabilimenti a rischio di Incidente Rilevante Attuazione della direttiva 2012/18/UE SEVESO III Elementi di novità nella valutazione degli incidenti

Dettagli

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO AI SENSI DEL D.M. 140/ ART. 5 DURATA: 15 ORE

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO AI SENSI DEL D.M. 140/ ART. 5 DURATA: 15 ORE Agenzia Formativa Accreditata Codice Anagrafico Operatore n B317 Certificato di Accreditamento n 1073/001 Via Giovanni Borello, 1/A - 14100 ASTI CORSO DI AGGIORNAMENTO PER AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO

Dettagli

Giornata di studio "Dispositivi di sicurezza contro le sovrapressioni"

Giornata di studio Dispositivi di sicurezza contro le sovrapressioni Giornata di studio "Dispositivi di sicurezza contro le sovrapressioni" Criteri di dimensionamento dei dispositivi di sicurezza contro le sovrapressioni Autori: Davide Galimberti - SpiraxSarco Mario Modena

Dettagli

Ing. Eugenio Nicoletti PRESENTAZIONE DEL CORSO MODULO C

Ing. Eugenio Nicoletti PRESENTAZIONE DEL CORSO MODULO C Corso per RSPP Modulo C PRESENTAZIONE DEL CORSO MODULO C Nel quadro degli obblighi di formazione per i Responsabili dei Servizi aziendali di Prevenzione e Protezione, il "Modulo C" corrisponde a quanto

Dettagli

seguire per assicurare la sicurezza durante tutte le fasi del progetto di impianti industriali di processo a rischio di

seguire per assicurare la sicurezza durante tutte le fasi del progetto di impianti industriali di processo a rischio di NORME UNI 10672 Procedure di garanzia della sicurezza nella progettazione Scopo e campo di applicazione: la norma prescrive le procedure da seguire per assicurare la sicurezza durante tutte le fasi del

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. Servizio di collaudo

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. Servizio di collaudo Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Servizio di collaudo Indice dei contenuti 1. SCHEDA SERVIZIO COLLAUDO...3 1.1. TIPOLOGIA... 3 1.2. SPECIFICHE DEL SERVIZIO... 3 1.2.1 Descrizione

Dettagli

REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE

REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono applicare

Dettagli

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 SETTORE MECCANICA;PRODUZIONE E MANUTENZIONE DI MACCHINE;IMPIANTISTICA Processo Installazione e manutenzione

Dettagli

Direttiva PED e nuova filosofia del controllo: dal sistema autorizzativo al sistema certificativo.

Direttiva PED e nuova filosofia del controllo: dal sistema autorizzativo al sistema certificativo. Apparecchi a pressione. Direttiva PED 97/37/CE e D.M 329/04 sull'esercizio. Direttiva PED e nuova filosofia del controllo: dal sistema autorizzativo al sistema certificativo. I nuovi obblighi per la progettazione,

Dettagli

Micaela Caserza Magro Università degli Studi di Genova

Micaela Caserza Magro Università degli Studi di Genova Micaela Caserza Magro Università degli Studi di Genova La SAFETY è la protezione contro i malfunzionamenti di componenti e sistemi in un impianto E necessario considerare i rischi in modo globale in modo

Dettagli

INTRODUZIONE. PFD - P&ID SISTEMI DI REGOLAZIONE Vedere anche Esempi da internet

INTRODUZIONE. PFD - P&ID SISTEMI DI REGOLAZIONE Vedere anche Esempi da internet INTRODUZIONE PFD - P&ID SISTEMI DI REGOLAZIONE Vedere anche Esempi da internet 1 Introduzione Il PFD (Process Flow Diagram) ed il P&ID (Piping and Instrument Design) costituiscono i documenti fondamentali

Dettagli

ATEX ed Ambienti Confinanti DCS Safety System Sistemi di Sicurezza e Controllo in ambienti a rischio esplosione

ATEX ed Ambienti Confinanti DCS Safety System Sistemi di Sicurezza e Controllo in ambienti a rischio esplosione TUSL - TESTO UNICO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO In ambito lavorativo, il Dlgs. 81/2008 propone un sistema di gestione della sicurezza e della salute preventivo e permanente,

Dettagli

Approccio prestazionale e analisi di rischio

Approccio prestazionale e analisi di rischio Approccio prestazionale e analisi di rischio prof. ing. Enrico Zio dott. ing. Giovanni Manzini Indice 2 1. L analisi di rischio e l approccio prestazionale 2. Obiettivi dell analisi di rischio 3. Metodologie

Dettagli

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE CAPITOLO 1: INTRODUZIONE I componenti di natura elettrica o elettronica sono presenti in molti dispositivi di uso quotidiano. Pensiamo ai controlli elettronici presenti in un'automobile. Essi aiutano il

Dettagli

ELENCO NOMRATIVE VIGENTI SULLA DIRETTIVA ATEX

ELENCO NOMRATIVE VIGENTI SULLA DIRETTIVA ATEX PUBBLICAZIONE IDENTIFICATIVO ITALIA TITOLO NOTE 12/06/2003 d. lgs. N. 233 23/03/1998 D.P.R. N. 126 Direttiva 94/9/CE Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento

Dettagli

Allegato A al Decreto n. 946 del 22/12/2014 pag. 1/7

Allegato A al Decreto n. 946 del 22/12/2014 pag. 1/7 giunta regionale Allegato A al Decreto n. 946 del 22/12/2014 pag. 1/7 AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO: MECCANICA, IMPIANTI E COSTRUZIONI Denominazione della figura Denominazione del profilo proposto

Dettagli

Verona, 29-30 ottobre 2013!

Verona, 29-30 ottobre 2013! Verona, 29-30 ottobre 2013! Dal SIL alla validazione del SIS negli impianti di processo. Un pratico percorso compiuto nel rispetto normativo CEI EN 61511 SAVE Verona, 30 Ottobre 2013 Verona, 30 Ottobre

Dettagli

PROCEDURA OPERATIVA PER L ANALISI E LA GESTIONE DEL RISCHIO

PROCEDURA OPERATIVA PER L ANALISI E LA GESTIONE DEL RISCHIO 28/06/2011 Pag. 1 di 9 PROCEDURA OPERATIVA PER L ANALISI E LA GESTIONE DEL RISCHIO 1 SCOPO... 2 2 APPLICABILITÀ... 2 3 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO... 2 3.1 Moduli... 2 4 RESPONSABILITÀ... 2 5 MODALITÀ OPERATIVE...

Dettagli

CAPITOLO M PROGRAMMA DI QUALITÀ E CONTROLLO

CAPITOLO M PROGRAMMA DI QUALITÀ E CONTROLLO CAPITOLO M PROGRAMMA DI QUALITÀ E CONTROLLO Obiettivi generali M1 M2 M3 Ogni impianto a tecnologia complessa deve essere progettato, realizzato e condotto secondo i principi della garanzia della qualità,

Dettagli

La certificazione ATEX. Nota informativa

La certificazione ATEX. Nota informativa La certificazione ATEX Nota informativa PRINCIPI DI SICUREZZA Gli impianti dove vengono lavorate e depositate sostanze infiammabili devono essere progettati, eserciti e mantenuti in modo da ridurre al

Dettagli

impianti di distribuzione dei gas e di evacuazione dei gas anestetici

impianti di distribuzione dei gas e di evacuazione dei gas anestetici impianti di distribuzione dei gas medicinali, del vuoto e di evacuazione dei gas anestetici evoluzione del quadro tecnico normativo di riferimento a livello nazionale europeo e internazionale Giorgio Fusato

Dettagli

UNA (DOVEROSA) PREMESSA: COSA CI FACCIAMO QUI?

UNA (DOVEROSA) PREMESSA: COSA CI FACCIAMO QUI? LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI INDUSTRIALI ALLA LUCE DELLE NORME SULLA AFFIDABILITÀ DEI SISTEMI DI COMANDO E CONTROLLO (EN 62061, EN 61508, EN 61511): RESPONSABILITÀ DEL FABBRICANTE E DEL RESPONSABILE DI

Dettagli

4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI

4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI Unione Industriale 55 di 94 4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI 4.10.1 Generalità Il fornitore deve predisporre e mantenere attive procedure documentate per le attività di prova, controllo e collaudo allo

Dettagli

PRINCIPI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO UNI EN 1050 PRINCIPI PER LA DEL RISCHIO VALUTAZIONE. RISCHIO Vittore Carassiti - INFN FE 1

PRINCIPI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO UNI EN 1050 PRINCIPI PER LA DEL RISCHIO VALUTAZIONE. RISCHIO Vittore Carassiti - INFN FE 1 PRINCIPI PER LA DEL RISCHIO UNI EN 1050 PRINCIPI PER LA DEL RISCHIO RISCHIO Vittore Carassiti - INFN FE 1 SCOPO DELLA NORMA (UNI EN 1050 1) Descrivere le procedure per la stima dei pericoli e la valutazione

Dettagli

Tecnico per l automazione industriale. Standard della Figura nazionale

Tecnico per l automazione industriale. Standard della Figura nazionale Tecnico per l industriale Standard della Figura nazionale Denominazione della figura TECNICO PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE Referenziazioni della figura Professioni NUP/ISTAT correlate 6. Artigiani, operai

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 9

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 9 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 9 INDICE REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO Pianificazione della realizzazione del prodotto Determinazione dei requisiti relativi al prodotto Riesame dei requisiti relativi al prodotto

Dettagli

Tecnologia delle protezioni Modalità di verifica strumentale

Tecnologia delle protezioni Modalità di verifica strumentale VENETO Mestre, 13 novembre 2004 Tecnologia delle protezioni Modalità di verifica strumentale Giacomo Stefani ABB 04-04 Agenda 1 2 3 4 CLASSIFICAZIONE DEI DISPOSITIVI CONCETTI GENERALI TIPOLOGIE DI SELETTIVITA

Dettagli

Le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro

Le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro Le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro In generale, le verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro sono attività tecniche specialistiche di prevenzione, finalizzate alla tutela della

Dettagli

Una metodologia di valutazione dei rischi per la sicurezza delle informazioni

Una metodologia di valutazione dei rischi per la sicurezza delle informazioni Una metodologia di valutazione dei rischi per la sicurezza delle informazioni La norma UNI CEI ISO 27001 (Sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni Requisiti), recentemente pubblicata in nuova

Dettagli

PROTEZIONE CONTRO I FULMINI (CEI 81-10) RELATORE: Dr. Nicola CARRIERO Dr. Carmineraffaele ROSELLI

PROTEZIONE CONTRO I FULMINI (CEI 81-10) RELATORE: Dr. Nicola CARRIERO Dr. Carmineraffaele ROSELLI PROTEZIONE CONTRO I FULMINI (CEI 81-10) RELATORE: Dr. Nicola CARRIERO Dr. Carmineraffaele ROSELLI LE MODIFICHE INTRODOTTE DALLA VARIANTE V1 ALLA NORMA CEI 8I-10 Come noto, 81-10 è la classificazione CEI

Dettagli

Corso di formazione ambientale Introduzione all utilizzo dei modelli previsionali per la valutazione dei livelli di campo elettromagnetico

Corso di formazione ambientale Introduzione all utilizzo dei modelli previsionali per la valutazione dei livelli di campo elettromagnetico Corso di formazione ambientale Introduzione all utilizzo dei modelli previsionali per la valutazione dei livelli di campo elettromagnetico Scopo dei modelli previsionali per la valutazione dei livelli

Dettagli

DAL D.P.R. 547/55. AL NUOVO DLgs 81/08

DAL D.P.R. 547/55. AL NUOVO DLgs 81/08 DAL D.P.R. 547/55 AL NUOVO DLgs 81/08 DLgs del 9 / 4 / 08 n. 81 TESTO UNICO SULLA SICUREZZA ART. 80. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO 1) Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i materiali,

Dettagli

Piano dei Test e Collaudo del software Titolo Documento

Piano dei Test e Collaudo del software Titolo Documento Controllo delle copie Il presente documento, se non preceduto dalla pagina di controllo identificata con il numero della copia, il destinatario, la data e la firma autografa del Responsabile della Documentazione,

Dettagli

AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO 9. TECNICO PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE. Nomenclatura delle Unità Professioni (NUP/ISTAT):

AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO 9. TECNICO PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE. Nomenclatura delle Unità Professioni (NUP/ISTAT): AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO Denominazione della figura 9. TECNICO PER L AUTOMAZIONE INDUSTRIALE Referenziazioni della figura Nomenclatura delle Unità Professioni (NUP/ISTAT): 6. Artigiani, operai

Dettagli

Direttiva di Prodotto - 94/9 CE

Direttiva di Prodotto - 94/9 CE Direttiva di Prodotto - 94/9 CE D.P.R. n 126 28 marzo 1998 Regolamento in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive Atmosfere Esplosive.

Dettagli

Fonte:

Fonte: Fonte: www.ciemmeci.org Rischio meccanico Definizione Il rischio principale connesso rischio meccanico legato principalmente: alla presenza di elementi di diversa natura in movimento relativo fra loro

Dettagli

Rischi connessi all uso di Macchine e Attrezzature di lavoro

Rischi connessi all uso di Macchine e Attrezzature di lavoro Rischi connessi all uso di Macchine e Attrezzature di lavoro D. Lgs. 81-2008 Titolo III CAPO I -Articolo 69 - Definizioni 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente Titolo si intende per: a)

Dettagli

ATEX 94/9/CE -Tutti i rischi di esplosione Qualsiasi Qualsiasi componente componente con con potenziale potenziale sorgente sorgente di di innesco inn

ATEX 94/9/CE -Tutti i rischi di esplosione Qualsiasi Qualsiasi componente componente con con potenziale potenziale sorgente sorgente di di innesco inn La marcatura CE secondo la Direttiva ATEX 94/9/CE (DPR 126/98) di apparecchiature in atmosfere esplosive. INTEL, 19.05.2005 Ing. Ing. Maurizio Toninelli info@ @atexsafetyservice. info atexsafetyservice.it

Dettagli

I pilastri della TPM

I pilastri della TPM I pilastri della TPM Miglioramento specifico Manutenzione preventiva Set-up impianti Manutenzione autonoma Formazione Sicurezza e ambiente Miglioramento delle prestazioni Per migliorare bisogna misurare

Dettagli

Le novità introdotte dalla EN 81.20:2014 nelle certificazioni degli ascensori. Fabio Battellini

Le novità introdotte dalla EN 81.20:2014 nelle certificazioni degli ascensori. Fabio Battellini Le novità introdotte dalla EN 81.20:2014 nelle certificazioni degli ascensori Fabio Battellini UNI EN 81-20:2014 ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA CERTIFICAZIONE: Paragrafo 5 UNI EN 81-20:2014 Requisiti di sicurezza

Dettagli

Il controllo nelle strutture sanitarie pubbliche e private Apparecchi e Impianti

Il controllo nelle strutture sanitarie pubbliche e private Apparecchi e Impianti Il controllo nelle strutture sanitarie pubbliche e private Apparecchi e Impianti Ing. Vittorio Notari Servizio Sicurezza Impiantistica Antinfortunistica IMPIANTI ELETTRICI Punto 1 Classificazione locali

Dettagli

CONVEGNO ISPESL. Roma 3 luglio Roberto Dell Oro

CONVEGNO ISPESL. Roma 3 luglio Roberto Dell Oro CONVEGNO ISPESL Roma 3 luglio 2009 Roberto Dell Oro Esplosioni da polveri: protezione dalle esplosioni. Una panoramica dei sistemi presenti sul mercato. Member of the Irmaco group SISTEMI DI PROTEZIONE

Dettagli

Impianti elettrico. Evidenza SI NO NA Riferimenti Note

Impianti elettrico. Evidenza SI NO NA Riferimenti Note Impianti elettrico Per tutti i locali dell'unità Operativa in considerazione, è disponibile la classificazione aggiornata, firmata dal Responsabile Sanitario Norma CEI (ambiente ordinario, locale ad uso

Dettagli

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE PIANO REGIONALE PER LA QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE PRQA MIGLIORIAMO L'ARIA CHE RESPIRIAMO

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE PIANO REGIONALE PER LA QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE PRQA MIGLIORIAMO L'ARIA CHE RESPIRIAMO REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE PIANO REGIONALE PER LA QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE PRQA MIGLIORIAMO L'ARIA CHE RESPIRIAMO Allegato 3 Elementi tecnici per la certificazione ambientale dei generatori di

Dettagli

Prevenzione incendi nelle strutture sanitarie. L evoluzione normativa dopo l emanazione del D.M 19/03/2015, il ruolo del RTSA

Prevenzione incendi nelle strutture sanitarie. L evoluzione normativa dopo l emanazione del D.M 19/03/2015, il ruolo del RTSA Prevenzione incendi nelle strutture sanitarie L evoluzione normativa dopo l emanazione del D.M 19/03/2015, il ruolo del RTSA Dott. Ing. Luca Crobu - 7 Giugno 2016-1 Il concetto di SGSA - D.Lgs. 334/99:

Dettagli

INSTALLATORE-MONTATORE DI SISTEMI ELETTRICO-ELETTRONICI

INSTALLATORE-MONTATORE DI SISTEMI ELETTRICO-ELETTRONICI INSTALLATORE-MONTATORE DI SISTEMI ELETTRICO- ELETTRONICI INSTALLATORE-MONTATORE DI SISTEMI ELETTRICO-ELETTRONICI DEESSCCRRI IIZZI IIOONNEE SSI IINNTTEETTI IICCAA L Installatore-montatore di sistemi elettrico-elettronici

Dettagli

Disciplinare di Sicurezza 70c.01 MACCHINE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI. Caricatori frontali montati su trattrici agricole a ruote

Disciplinare di Sicurezza 70c.01 MACCHINE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI. Caricatori frontali montati su trattrici agricole a ruote Disciplinare di Sicurezza 70c.01 MACCHINE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI Caricatori frontali montati su trattrici agricole a ruote Revisione: del: 1.0 04/04/2006 Data: 04/04/06 Documento: Disciplinare

Dettagli

XV Corso - Convegno sull attuazione dei principi di Buona Pratica di Laboratorio. Roma 21 dicembre 2010

XV Corso - Convegno sull attuazione dei principi di Buona Pratica di Laboratorio. Roma 21 dicembre 2010 XV Corso - Convegno sull attuazione dei principi di Buona Pratica di Laboratorio. Roma 21 dicembre 2010 La Buona Pratica di Laboratorio e la norma ISO 17025: due sistemi a Luciana Croci Istituto Superiore

Dettagli

Valvole fusibili A.T. per circuiti in c.c.

Valvole fusibili A.T. per circuiti in c.c. DIREZIONE TECNICA Viale S. Lavagnini, 58 50129 FIRENZE Identificazione 309532 Esp. 07 Pagina 1 di 7 "Il presente documento è di proprietà di Trenitalia. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotto,

Dettagli