RIQUADRI. le rime. aipsa edizioni

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2 RIQUADRI le rime aipsa edizioni

3 Alla sola donna amata della mia vita: a mia moglie. Aquilino

4 Cannas Aquilino mascaras casteddaias

5 Depu a s amigu, amigu miu stimau Giuseppe Podda, s intentu de custa traballosa arregorta de su chi deu hapu scrittu in tant annus de sa vida mia. A issu, cumpangiu de regordamentus casteddaius, depu duncas donai medas grazias de totu coru. Aquilino Cannas

6 Il poeta e la città Quante volte abbiamo rilevato la scarsa frequenza delle opere di Aquilino Cannas nell editoria sarda? Scarsa, diciamo, in rapporto alla loro ricchezza e importanza. Finalmente ora si attenua il punto dolente del caso di questo poeto un po rimosso, e tuttavia vivissimo nel cuore della sua gente. È arrivato il tempo della riscoperta. Grazie all iniziativa di editori delle successive generazioni, diversi titoli possono riaffiorare. Aquilino Cannas da noi lo si può nuovamente leggere, anche se non con la continuità necessaria e auspicabile. Mascaras casteddaias ritorna, in un promemoria succoso e sintetico, a rammentarci, fra l altro, il cantore accanto al narratore, o l uno intrecciato all altro. Se è vero che i giovani curatori del riuscito collage hanno cavato il materiale, in abbondanza e in prevalenza, dalle composizioni apparse su S ischiglia, è altrettanto vero che queste si legano, assai di frequente, ai massimi risultati conseguiti dall autore attraverso alcune opere rimaste inspiegabilmente ignorate. La rappresentazione procede per argomenti, senza supponenza e pedanteria, quasi in tono sommesso e discreto. Is passilladas casteddaias si affiancano con naturalezza ai personaggi tipici de is muttettus, in un coro armonico e scomposto al tempo stesso che si arrampica per le scale dei palazzi spagnoleschi, irrompe in is bascius senza luce né aria, sfiora is buttegas dei fruttivendoli, si libra nell aria delle ter- 7 mascaras casteddaias

7 razze e dei bastioni, si spegne nelle profondità di un vicolo o contro un muro bianco di tempo, si disperde nel mare della lunga spiaggia quasi africana in su Poettu de una borta, seguendo il filo della memoria del giovane Giame Pintor. Tra i rumori e le urla della strada, ecco una tregua musicale, un indugio delle forze arcane che governano la città. Poi tutto ricomincia, risale, una voce dopo l altra. Arremorius de carzoleddas, sonus de launeddas, lazzi e frizzi, preghiere e invettive, sberleffi e cantilene, urla e lamenti di uomini e donne che vivono il presente proiettandosi nel passato, sperando in un avvenire dove sia meno dura la fatica quotidiana. Aquilino Cannas est su cantori de Casteddu. Sanguigno, aspro, violento, beffardo, armonico, il suo linguaggio affonda le radici nella storia dei sardi, raggiunge una dimensione mediterranea ed europea, diventa universale. Sentiamo talvolta aleggiare un obiezione: su casteddaiu di Aquilino è, si, bellissimo, ma arduo, di non facile fruibilità in tempi di slang d origine anglossassone mutuato dagli show televisivi. Osservazione senz altro pertinente. Tanto più, allora, il linguaggio poetico di Aquilino Cannas si deve conoscerlo, leggerlo, studiare e ristudiare, per riappropriarci delle nostre radici. Non c è soltanto una lingua sarda da salvare, ma tante lingue sarde da scoprire e vivificare, quali contesti fondamenti di straordinarie espressioni artistiche. Del resto, non si potrebbe fare una storia delle varianti delle lingue sarde (e la campidanese in particolare) omettendo la poesia di quello che, giustamente, viene definito 8 Aquilino Cannas

8 il poeta di Cagliari. Riprendendo una battuta di Pier Paolo Pasolini, contenuta nel suo libro La poesia popolare italiana, pubblicato da Garzanti nel 1960, si potrebbe ben dire che i versi di Aquilino Cannas rappresentano per i cagliaritani un introversione verso l interno della propria tradizione, una rivalsa, un accorato e commovente bisogno di dignità economica e morale. Nel libro pubblicato dall Aipsa Edizioni ogni storia ha una sua funzione autonoma, esaltata da tematiche sempre a ridosso della piccola vita della piccola gente: borghesucci, nobili decaduti, proletari, sottoproletari, artigiani, pescatori, venditori ambulanti, scioreris e mandronis crastulas e arruffianas, faulancias e fordetteris, tutti tormentati da malattie sentimentali, da travagli umorali, da inquietudini esistenziali. Non bisogna pensare ad un panorama umano fatto di astrazioni e simbolismi. La comunicazione e la fruizione sono immediate, il linguaggio casteddaiu per chi vuole sapere e capire parla al di là dei singoli personaggi, diventa portavoce di uno stato d animo collettivo, e forma un affresco corale sconfinante in presa di coscienza, identità culturale, proposta per una diversa storia che non si svolga più sotto il segno della negazione e dell espropriazione. È evidente che i personaggi di questo piccolo mondo, veri e propri antieroi, sono protagonisti e vittime di grandi eventi storici. Tra due guerre mondiali, nel ventennio della dittatura fascista, all alba 9 mascaras casteddaias

9 della democrazia repubblicana, interpretano il linguaggio istintivo del pacifismo, dell opposizione, della conservazione e della trasformazione, dentro lo stesso linguaggio istintivo della dissacrazione, dell audacia e del sorriso. Tutto diventa minore, perfino il gusto e l emozione di un bonario doppio senso. La traccia narrativa si trasforma in dinamica escursione attraverso la tumultuosa vita cagliaritana. Figure parodistiche e tipi patetici si alternano all interno di una ricca umanità rimasta ai margini della storia ufficiale, e che tuttavia in s arruga diventa protagonista assoluta. Sono uomini e donne senza nome: con i loro allumingius, nel carosello cagliaritano non chiedono né compassione, né esaltazione. Apparentemente immersi in diatribe domestiche e intimi turbamenti, sono ben calati nei conflitti del mondo, e riescono ad esprimere insieme i moti dell anima, direbbe Benedetto Croce. L arte di Aquilino Cannas parte dalla strada, dalle maschere, dal cuore della città, per recuperare il meglio di una tradizione vitalissima, strutturata secondo i principi della solidarietà, aperta alla fiducia negli uomini. Le sue composizioni sono blocchi di ritratti umani e sociali, popolati da una gran folla di personaggi entrati nel senso comune, che non avevano mai trovato prima un tramite poetico per arrivare alla cultura e alla poesia popolare. Aquilino Cannas costituisce questo tramite. Non è senza significato che i titoli delle sue poesie, dei suoi muttettus siano i nomi stessi delle strade e delle piazze in cui più intensa e drammatica si svolge la vita cittadina, e in cui i contrasti sociali 10 Aquilino Cannas

10 e la lotta per la soppravivenza appaiono con più cruda evidenza. Il popolo pullulante nei quartieri storici di Castello, Stampace, Villanova e Marina è composto da uomini e donne che escono da is bascius oscuri e sbucano in is arrugas strette per tirare avanti l esistenza grama a furia di invenzioni ed espedienti. Appaiono nella poesia di Aquilino Cannas uomini e donne dei mestieri, popolane ciarliere, scansafatiche senza arte né parte, con i loro problemi e le loro tragedie. Sono uomini e donne comuni ritratti senza falso intenerimento, senza inzuccherato pietismo. Nella sua Cagliari, che non esiste più, ma che boisogna ritrovare per capire il presente e costruire il futuro, c è la rabbia dolente del mondo offeso, annoterebbe ancora Elio Vittorini se tornasse tra noi per rivisitare la Sardegna come un infanzia. È, quindi, un piacere ritrovare su cantori de Casteddu, per sentirci raccontare storie di ieri e di oggi, con arguzia e buon senso, servendosi del gusto innato dell ironia e del dono raro della semplicità. Il vecchio pescatore che vede il suo quartiere, Sa Marina, morire sotto il tarlo di una lenta degradazione; il centro storico preso d assalto dai nuovi barbari della speculazione edilizia; i percorsi stagni avvelenati dagli scarichi delle cattedrali nel deserto : i fratelli fabbri Maceddus che improvvisano il grande arrosto davanti alla porta della loro officina, sulla rete metallica di un letto; gli onorevoli del Palazzo che hanno trasformato l Autonomia in d una fabbrica de paperi; is picioccheddus de 11 mascaras casteddaias

11 crobi irriverenti e irregolari, sempre pronti a gesti di generosità e disponibili fino al sacrificio nei momenti cruciali della storia cittadina: così descrive e racconta gente e luoghi di Cagliari Aquilino Cannas. È l altra Cagliari che emerge dall ombra della storia e diventa finalmente artefice del proprio destino. Sta ai giovani, e non solo, proprio con Mascaras casteddaias, andare alla ricerca di un passato che è memoria storica, per scoprire la città nei suoi aspetti lucidi, ludici, popolani, quotidiani. Andando alla radice della propria autentica sardità, il poeta di Cagliari imposta con i suoi versi un discorso concreto, coerente, e dice che non è più tempo di fughe dalla realtà, né di verbalismi demagogici. Gioca, al contrario, con un linguaggio dissecato e franco, caricato di caustiche carenze. L ironia è sempre un segnale aristocratico dell intelletto: castiga con il sorriso le innumerevoli fragilità del costume; può farsi, oggi molto più di ieri, voce privilegiata dell insoddisfazione e dell indignazione, per sottolineare in versi la sofferenza di fronte a uno stato di cose, e la ribellione all ingiustizia e alle miserie, palesi e occulte, della società. In Mascaras casteddaias Aquilino Cannas dimostra, con una vera poetica che sgorga dalle viscere della città, come siano connaturate e sane le ragioni contro gli smarrimenti dell essere, per affrontare con esiti costruttivi il presente e l avvenire,, superando le illusioni e le delusioni della storia. Il dialetto gergale, che si fa portatore di tutto un modo di essere, di vivere, di sperare, di soffrire, si pone anziché ai margini al centro della vita 12 Aquilino Cannas

12 culturale, diviene avanguardia anche formale, per assurgere a linguaggio universale. Uomo di lettere, ossservatore attento e sensibile, Aquilino Cannas vive dall interno i problemi del popolo cagliaritano, le passioni, le amarezze, il cinismo, la ferocia, la bontà. Non sono suoi il distacco didascalistico, il manierismo stilistico, la fredda documentazione. E tutto subisce un rovesciamento totale, per forza di fantasia, per volontà di osservazione. Nella folta commedia umana de is mascaras casteddaias, la gente de is bascius de Casteddu de susu dà la mano a quella de Porta Biddanoa, la gente de su Brugu a cussa de Sa Scafa, is piscadoris si imbriaganta cun is bastascius de portu, gli abitanti de s arruga strinta intrecciano destino e umori con is nobilis decadius e sempri vanagloriosus. Luoghi e persone si intersecano in una traccia narrativa che diventa dinamica escursione nella vita e la storia di una città. L uomo impersona la città, e la città impersona l uomo. È autenticamente vero il verso del poeta spagnolo Luis Martin Santos: Un uomo è una città,/ e una città non è altro/ che le viscere di un uomo/ che sono le viscere della nostra città. Giuseppe Podda 13 mascaras casteddaias

13 passilladas casteddaias

14 Porta Cristina Assuentaus nd arribant de s Avanzada is dûs gopais, e s arrimant unu pagu facci a cussa incannizzada de linnamini intragau. Dda castiant, e si ponint a chistionai intrepari: Là! ancora a bacceddus est, gi e duas dis! e benimindi fabbrica e Sant Anna... e gi e cosa de ddis lassai unu cossiu de acconciai... A chi ci bessìar aqua e zirricchiàra, a chi si fia sperrendi comenti un arenara, e po igussu chi d hanti poderara cun custa strantaxiara de bigas e sciambranas chi t hara a parri su portali e Fort Apache!... Est a contai chi de candu s e sguttendi su stani e Molentargius nanta chi s aqua, stratallara, nd e arziara a pizz e monti, 17 mascaras casteddaias

15 s est appicculara, e nd ha bogau conca asutta e custa Porta chi immoi no e prus mancu una porta, ma una funtana!... chi in Casteddu ci mancara. 18 Aquilino Cannas

16 S incumpria de is incumprias Lasseus chi is dûs gopais si fazzant sciumbullai mazza e figaus in su filobus po ndi porri arribai a Stampaxi Bascia. Incappas, no heus a sciri mai si hant arrenesciri a ndi bogai Sant Efis in carrecocciu, a foras, po totu sa Zittadi. Nosus, de Terraprenu si nci torraus a Casteddu e Susu de aundi, po s Avanzada hemus pigau tempus un annu a passillai. E toccaus facci a Sa Seu. De inzandus a oi bieus chi de Porta Cristina nd hant scutulau (su sforzu e Madama Bolla!) sa tirinnia chi teniat a cortinas. Dd hant sgabbiada. Is de Palaziu (e corrali) hant però fattu sciri chi is portas, issus, ddas iscinti vetti serrai, chi a ddas oberriri benidi meda mali oggettivamente, nanta, poita a chi in Casteddu is portas funti, nanta, totus in arziada 19 mascaras casteddaias

17 mai oggettivamente in abbasciada. Una sceti nci dd est istettia in pranu: s antigu Porciu Romeu, in s Arruga de is Argiolas, e tanti dd hant beni oberta... chi ndi dd hant sciusciada! No c e prus, sparessia de su totu. A pustis hiant puru nau chi tanti fiat troppu beccia, chi fiat... de fuliai (e poi c e chini murrungiada e sulat a chi no e genti allirga sa chi si seus scioberau po s amministrai! Ma de ita andaus a si chesciai?) M heis a nai chi in aterus tempus ddu hiant pigaus a figu e Pula, isterrius a scorracciadas de pideddus!... Ita chi si ndi torressint a pesai is mellus casteddaius de una borta! O piccioccus: e benimindi Cagliari! Cun Billicu Sillieta, chi po porri prus a lestu sfexiai, nd arrumbulada de is iscalinus de su Bastioni comenti unu burracciu, sparendi guettus a totu andai... O mancai Martiniconi, aboligiau asutta e su mercau, scrafendisì is murenas a gurdonis (e 20 Aquilino Cannas

18 Hiù Beniaminu, prenu e sordi e isbentiau, fendiriddi is ficas: nè arrogu e merda, nè! scrafirì a tiraras longas finzas a ti ndi tirai is frisciuras e arrori mannu tengas! )... O incappas Lillinu Casiacca! (conotu puru comenti Professori, Noddupagusucunillu?!) in Santu Jacu accarraxau, tirendi a perda comenti unu pastori contra a is istudiantis poita ddi boganta boxi de cleptomania... E Leonora Ruggiu? Mischina, in veletta e cappellina, accancarronada, svanessia, e tremi tremi ti cantada de dottoris ciabattini e gran signori... O puru Domenico quel Bardi dalla lingua fiorentina che ogni giorno una dozzina di parole nuove dà? chi pighendi a proiri, ti ndi bogada sa manu a foras de buttega e ti faiat: che le pare, arrosina o non arrosina? e chi candu sa mulleri si bestiada a colori e cida santa ddi narada chi fia : tutta violata! E cussa pandemia dama 21 mascaras casteddaias

19 de Popota?... su diru in sa gannarozza!... poita in Su Siccu si nci papada su pisci biu biu... mancu bogau de nassa? O mancai si ndi pesessint totus impari: Casu Marzu, Pei e Boi, Macchiori, Furriottu e Lantioni, Stampu Nieddu, Troddioni e Pilleri (imbriagoni perdiu e a nasu e piberoni, addottorau in enologia, chi candu ddi domandasta poita buffada sempiri binu e mai aqua t arrespondiat a diciu: amico, l acqua arrugginisce le budella! ). Ma si totus impari, a rantantira, ndi lompessint innoi a Prazza e Sa Seu (e mancai tirendisì avatu un arrezza e fundu beccia carriga de pingiaras e crobettoris, de bottus e lavamanus, de bassinus istampaus,... aici comenti dd hiant imbentada po canciofali is culusfustus de sa Marina), e intressint in Palaziu Visuregiu, e s apposentessint comenti chi fessint in domu insoru e beni accasaggiaus? Ita nd estis a nai, o casteddaius, chi dd hiant a teniri o no custu derettu?... No? no hiant a stai incappas mellus di aterus 22 Aquilino Cannas

20 chi innoi ci funti, pintaus o no?... E inzandus, poita no intrais totus bosaterus, o casteddaius? Intrai in Palaziu, a su mancus una borta vetti, e arziai cussas iscalas de aundi in s annu e s acciapa nd estis arrumbulau unu Visurei cun totu su coazzu e savoiardus! Intrai e castiai, camminai a bellu a bellu comenti chi festis ind una... Galleria d Arte, e castiai is facis de dogna retrattu chi bieis beni appicaus s unu avatu e s ateru. Castiaiddus beni: funt is buginus de una borta, cussus calaus de Turinu. Castiaiddus, funt ingunis pintaus is meris de s ora mala! is meris de sa furca! genti trista, gent e galera... posta aici beni in filera chi s hat a parri sa cambarada e conca e cani in camminera! Imbidonaus, a facci e zirogna, cirdinus che zinnibiri, cun d unu tuturu curzu e grussu sempiri in manu (e chi parit cosa mala) e aici beni corazzaus de assimbillai a carrabusus candu a francas in susu 23 mascaras casteddaias

21 arrullonant sa merda in mesu a campus de baccas e brebeis. Castiaiddus custus breminis chi hant fattu tremi is sardus de ariseru! Sigheiddus a castiai unus a unus e s heis acatai chi teniant totu un azza e una bisura. Sigheiddus a castiai, e candu s hat a parri chi siant acabaus no si firmeis! ma sighei a camminai e intrai in Sala : Sala del Consiglio Regionale... e sighei a castiai mellus ancora... E naraimì bosaterus immoi ita c est de cambiau... de inzandus a oi. Qui non s ha da parlare il sardo!... heis a intendi ancora arretronendi... Ma a bellu! a bellu chi no è prus de Turinu custa boxi chi immoi mazziara italianu porcheddinu! Custa e sa boxi de totu chini nd hat fattu calai in Sardigna s urtimu buginu: su prus burdu e caddozzu, s urtimu Visurei insoru beni seziu in tronu... de unu cuponi e nafta! S urtimu fillu e... chi si nc e pappau 24 Aquilino Cannas

22 (impari a no pagus gopais de logu) su dinai de is sardus... chi hant aici deppiu emigrai po porri traballai, po si gorangiai su pani!... Sperdendi e accaddozzendi maris e istanis, fluminis e zittadis, donendi vetti famini e disoccupazioni. Castiaiddu beni cust ateru ereu de mellus pegus chi nd est arziau immoi in Palaziu: unu tallu e baronis de mesupezza prontus e lestus a imbuddicai sa genti, e chi de s Autonomia nd ha fattu una fabbrica e paperi po si strexi su paneri, lassendi preni sa Sardigna de congolesus e indù, Yenkis e Lanzekenekkus, de meneghinus, beni cundius de petrollu, cementu e carrus armaus. Totu genti chi stat pensendi de ndi fai de nosus indigeni isolani pezz e bremini de fuliai a mari, de disterrai... Castiaidda immoi custa Sardigna comenti in trint annus si dd hant furriada! Ateru che savoiardus! E bosaterus ddu scieis beni o casteddaius de cali pegus seus chistionendi... chistionendi de chini 25 mascaras casteddaias

23 in custus trint annus hat sempiri pappau e sighiri a pappai arresendi, in bona cunfraria a is ciacciarronis de dogna colori e manera... si finzas s unica lei de inbentu populari, sa lei po su bilinguismu, propriu custus eletti dal popolo (manzavida e populu) nd hant fattu mazzamurru, zappulu e terra, scherda e fundu e bassinu... E lompius a cust artaria si lassaus, o bona genti, o sardus sdorrobaus (sardus molentis,... nanta). Teneisì duncas a contu, poita chi fessiri de sighiri ancora a contai... po sa beridari no hemus acabai mai de frastimai, mancu po s eternidadi!... Strantaxaisì! Scruffeisì! Arremangaisì! Hemus a deppiri nai,... tanti po ndi bogai is peis e donai un impellida po inzertai s ora... Ghettai si mai una bella arramadura, innoi in Prazza, e faei logu a su passai de is dûs gopais cun totu s arrantantira avatu, 26 Aquilino Cannas

24 arrantantira de poberas, mascaras casteddaias, chi in dignidadi e sardus si pozzant apposentai e fai meris de custa rocca chi de duamilla annus stat sighendi ancora a ruinai zittadis, campagnas e costeras... Faei logu, lassaiddus passai: no e maladitta genti traitora! Maladitta genti e poderi! Maladitta arrazza compradora! Casteddu e Susu, logu de cogas e duendas! logu e crobus e sdorrocus, e oi comenti ariseru logu e buginus... aundi sa stria zùnchiada ancora cun arretumbus de campana mala. Su totu mellus logu (lastima e logu) de logu solianu sempiri in manus allenas: in manus castellanas, mai in manus casteddaias... mal hapat cant est! 27 mascaras casteddaias

25 Quartiere medioevale nara sa pubblicidari, est a nai: logu de meris e serbidoris. De bravanteris e carrozzeris... de genti impobonara, de oreris e scioreris, de genti e bixinau... genti e costau: genti e lorgnette e genti e grifoni; genti e azza e genti e istrexu; genti e Palaziu e genti e gragatu,... e a s urtimu arrematu genti a fragu e gattu! Eia, genti prumonazza de bragheris pisciatinteris e baronis pisciarrenconis: tramperis e basamattonis! Casteddu e Susu malu Casteddu! aurra de furriafueddus e de alacaius... totu una merza de medianeris chi in dogna tempus e finasimmoi hat traixu e bendiu sa Sardigna intera a is peus gavaccius de is istrangius! 28 Aquilino Cannas

26 In Carrecocciu O fro, no ti scarescias (o no fazzas a scaresci) chi de Santu in Casteddu nci nd e unu vetti, i e Sant Efis! Tui, prusaprestu o stampaxinu lestu trancheri e femmineri: aundi ti ses postu? Aundi ti ses dormiu chi has a parri mortu a tui e totu? Ti ndi ses fattu pinnicai s antiga Palabanda, sa mizza e is bellas gruttas de Sant Illimu,... e pofinzas sa leppa durlindana de custu Nostru Santu Bellu e Gloriosu ti ndi ses fattu furai! E immoi ti ses fendi puru nai de calincunu crastulu maiolu, chi Efixeddu Nostru siat santu bizantinu... e chi mancu si nomenat Efixeddu ma Procopiu! (Comenti t abettia puru chi Nostra Signora e Bonaria 29 mascaras casteddaias

27 siat nascia catalana!... A-chi no e biddanoesa poita a-chi nd e lompia de mari attesu, de allargu meda, facci a scurigadroxu!). Ma hat a tenni axiu cussa conca e zubbu e de ciascus arribiu, chi de a mengianu a merì ateru no fairi chi adderezzai pertias trottas e portai puddas a pisciai... E mancai t hapas a cioppai, deu t hapu a nai chi Efixeddu Nostru e nasciu stampaxinu! pesau in is arrugas nostras de Stampaxi bascia: de Valenticu, de Is Cuxinas,... aundi s e cresciu a Santu maschixeddu. Poita Efixeddu Nostru e lestu de manu e de ciorbeddu: e moschettiere, e no poita aici a spadaccino ti dd hat cuncordau cuss ateru maccu scadenau de Pepi Antoni Lonis (chi teniat buttega de maistu e scrafeddu a canali in Portu Scalas) ma poita 30 Aquilino Cannas

28 e cuccuru cottu! e teniri mustazzus arrettus! fora malis beni pesau a longus i a lacettus, mannareddas, pisci a collettu, casu marzu e bovali ceraxinu! E si no nci creis, o po ndi sciri mellus, bai cun Issu a oru e oru e mari facci a Pula in festa e maiu, bai! e has a biri sa picchettada chi s hat a cuncordai mancai t hapas attoppai cun cussa cambarada e alluffiadoris municipalis (e gi e cosa de ddis donai a pappai! Mellus una bistimenta noa a peromini! O cumbidai mancai una filera e bettonieras!) e si no dd acabais a trallallera! Ma tui, aundi ti ses iscaresciu o stampaxinu lestu?... Est ora de ti ndi scidai, de ti ndi pesai, de t accuzzai is mustazzus... Iscida stampaxinu! Iscida chi ancora no ses mortu! Iscida cuccuru cottu! Iscida, e torra po totus is arrugas de Casteddu cun Efixeddu Nostru in carrecocciu! Ma no po cantai a goccius, ma po nci bogai a sonu e corru 31 mascaras casteddaias

29 sa burrumballa chi s est ammuntonada, po nci dda fuliai a mari e cun sonazza avattu,... innantis chi pongant manu a sciaccus mannus ancora Aquilino Cannas

30 Molentargius E immoi chi ndi seus lompius innoi facci a Is Arenas, a bixinau de anadis e mangonis, in mesu a custu bellu populu de genti arrubia, immoi est a contai su contu de comenti custu boboi de istani si ddu funti gioghendi a mesapari duas Zittadis, intreghendisiddu intreparis a sa cua, di aici a mussieddus: una villetta a te, ed una a me; un campo sportivo a te, ed uno a me; una cava a te, ed una a me; una piscina a te, ed una a me; un fenicottero a te... E in mesu in mesu, de comunu accordiu, su grandu cagadroxu de sa Capitali a castiu de s armada e abusivistas pronta a totus is manovras elettoralisticas, clientelisticas, po aguantai in pei su Palaziu e is caddaionis!... E promissas a muntonis, a su mentris chi sa monumentali sillieta si pongada a sparzinai profumazione spray a segunda de comenti tirat su bentu de levanti o de maistrali... E su fragu, aici, beni bentulau, 33 mascaras casteddaias

31 nebulizzau, una dì hat a toccai a Casteddu e un atera dì a is quartesus, sempiri de sighiu beni sparziu. I est a nai puru chi su politicanti, allirgu e prexau, s inci hat a sezzi in custu mesu comente ind unu sofà e totu, comente in... sedia gestatoria, là! No?... E inzandus alluttarì is origas, poita sa campana mala hat pigau torra a sonai, e s arrepiccu immoi e po Is Salinas! Ascurta: e s urtima de is imbentorias in fragu e autonomia! Dopu chi po cincumilla annus totu su mundu ind hat tirau de innoi su mellus sali (battiau soprafino) duncas de sa mellus calidadi e cantidadi (finzas a ddu incungiai comenti Monopolio di Stato, po si ddu bendiri a specialidadi de salino cagliarino ) custu sali immoi no e prus bonu, no teni prus sabori, no e prus sali, s e fattu bambu e no serbi prus mancu po cunfittai olia, tomatas siccadas, nemancu po cundiri fai buddia... E sicomenti spacciau su sali 34 Aquilino Cannas

32 mancu su stani serbi prus, cust urtima prenda e sa Zittadi depidi acabai, andai duncas isperdia. Incappas bendia a calincunu indù, o bonificada,... poita nanta chi mancu serbidi po inci fai un parco naturale ma po inci fai (giai sulant is boxis malas) unu residence lagunare (incappas po sa Nato), comenti nai: unu grandu casinu internazionali, attrezzau a pinnettas-palafittas serbias de barchittas e canoas po arremai in mesu a sisinis e ninfeas e no prus a ispadula e mangonis... eia, pinnettas-separé, nidi d amore, po lolitas martinicas, cun transessualis e travestius ammesturaus appari... po fai mellus ispassiai sa piccioccalla. E mancu hat essiri invalicabile poita abbisongiat de meda mano d opera locale, po teniri su logu sempiri limpiu e strigiulau... (Un atera promozionale di sviluppo comenti hant a nai is concas tecnocratas ortizzas, furcias a dûs ollanus, de is nostrus allirgus progammadoris in sentori de Rinascita)... Dopu sa nafta e su cementu armau, 35 mascaras casteddaias

33 su bagassumini istituzionalizzau... Bona festa... e forza paris! Boli nai chi de immoi a innantis su sali dd heus a depiri andai a comporai a Los Angeles (e de s arrestu, sa Spagna no si sta bendendi giai sa sardinedda; Gerusalemme sindria e perdusemini; Dallas nuxi e nuxedda; sa Franza su binu poita su nostru a chi est aqua bonu vetti po arrusciai arrugas e prazzas?) Ma po dd acabai, atura prus avvertiu ancora prontu a t afferrai is carzonis, poita po Casteddu puru est arribara s ora: inci ammancat vetti sa centrali nucleari, totu s arrestu c est, po comenti ti dd hanti beni trogada e attrobeada, inserrada tra Deximu e Sestu, Sant Elia e Portocanale, (e poita, Teulada meda attesu est? no est mancu in domu e sa furca, no!) ingiriada de forzas armadas a scarada, furriada a poligono di tiro a segno, a bersaglio primo dell Atollo Sardegna! E poi nanta chi no si seus emancipaus! chi no si seus donau s autuguvernu, s autonomia!... Mi sia mi sia, oi mancu fais a tempus de ti furriai chi t agatas appoddau a mesu schina unu cartellu: Zona militare!... Gopai, 36 Aquilino Cannas

34 no t hara a parriri d essiri torrau a sentinella avanzata nel Mediterraneo? a portaerei dell Asse Roma-Tokio-Berlino? No?... Peus! A chini totu no s hanti bendiu, mi ddu scis nai? Tra Yenkis e Lanzekenekkus, oi s hanti... (Ssss! Citu, aborigenu molenti! Mudu siast! Asinunca a Bikini ti disterru, e mancai po t allenai a pappai crabittu bombardau a protonis e neutronis, o porceddu accaraxau asutta e unu cardolinu nucleari! Dd olis cumprendi o no, chi Casteddu est oi un arrefuru: un vuoto a perdere? No?... Ma si funti giai trassendi po ndi pesai un atera facci a Parteolla!) Hapu cumprendiu, toccara a s ind andai e a lestu puru prima chi prozzara cinixu radioattivu... Castia Casteddu e Susu, puita creis chi dd hapant lassau de aici bellu e sciusciau de s atra gherra? Puita aici è giai apparicciau a quartiere simulato, sderrutu po sperimentai mellus, po mellus misurai sa radioattividari... Scinti 37 mascaras casteddaias

35 scioberai, no ti cretas no, no funti mancu abbarballaus! Eh!. Gopai, a s urtimu arrematu iscis ita ti nau? ti nau chi est arribara s ora de ndi bogai foras Efixeddu Nostru; de ndi bogai a foras Sant Efis Gloriosu! In carrecocciu, a foras po totus is arrugas de Casteddu! E totus nosus avattu, a fai nai cixiri comenti in s annu e s acciappa! Aioh! No seus mancu genti e grifoni! Genti de Pibiri e Sali, no!... Aioh! 38 Aquilino Cannas

36 Su sciusciu e Bonaria Lassant Santu Sadurru e ndi lompint a Bonaria is dûs gopais. E si stentant ananti a su spuntoni a castiai su sciusciu e mazzaganis giai de unus cantus annus prantonau cun arreparus de listronis e taulonis, e chi is casteddaius (innantis de s urtima glaciazioni comunali) hiant battiau: Rupe Scarpea....E ita buginu boli nai, no in farlingottu, ma in lingua senzera? Boli nai chi oi no c e prus de iscioberai puita e totu arroba beccia, de arrefuru, e chi a una carzola purdiara, ndi sighiri un atera istampara. Carzolìmini arnau, carramazzimini puresciu de sciusciai a rumbulus de innoi a basciu... Poni menti a mei, gopai, po nosus sa canzoni est ancora e sempre quella, comenti in sa pianola e Mungetedda 39 mascaras casteddaias

37 (chi de Bonaria, mancai fattu a-i zurpu, ndi sciera duas arrigas prus de calincunu para e de calincunu beni assinzau a tricolori puru). Puita is de Palaziu arrennescint sempri a ti dda giogai a mamula: O e babbu (ti sulant) o e cerda e palla, o e su campanili e Pisa, o e sa turri e Santu Miali. E tui, allollonau, dda depis inzertai. Menar il can per l aia, comenti nanta is italianus maistus in cust arti. E is casteddaius, issus puru sardus molentis, si faint aici beni improsai chi allirgus e cuntentus (mancai appaliaus) si ndi andant a smartiri is friaduras dogna dominigu a su stadiu (ancora e sempre quelli, comenti a is mellus tempus de Paron Rovelli). S inzonara est chi oi in Casteddu dda poris murigai comenti olis ma prus da murigas e prus fragu de politicanti ndi bessiri a foras!... No? E no ddu bis de innoi, 40 Aquilino Cannas

38 chi immoi ti funti inzerrendi finzas is perdas?... Chi no hapant agatau s uraniu? No ti stavellis e no neris perrerias, basciu chi no bollas fai su beffianu! Ma si nci olis arziai a cresia, tocca a t intendi: comenti has a fai po ci passai? Has a depiri aturai unu mengianu faendi a mostacua, sconchiendi, oghiendi de a palas de is taulonis comenti chi fessis torrau a piccioccheddu gioghendi in corrali a mamma acua... Cun sa timoria de t agatai a conca tundia, arrepilau asutta de calincuna motoretta ingiogazzara chi de arrepenti ti ndi scoitara impinnara! O chi ndi bessas ammacciugau, streccau de is macchinas chi ndi stuppant in calara comenti chi fessint currendi... in gara a Indianapolis! Ateru che uraniu t hant apparicciau! Nostra Signora e Bonaria! Ma una paranza manna, 41 mascaras casteddaias

39 de igussas po carrigai sali, o mancai unu vaporinu cun barconis a tragu de-i gussus chi una borta carriganta bois e brebeis (chi bendemus a su mundu interu prima chi bendessint nosus a sa nafta, a is sociedaris multinazionalis,... prima ancora de custa pugnalara e Regioni de trista autonomia chi s hanti fertu a mesu schina, a traizioni) no dd hiast porri armai, po accorrai custa sciurmalla?... po imbragai custa saurra, custa gent e checchei?... e de scarrigai mancai in mes e mari? (m has a nai chi fattus a suru atturant sempri a pillu e chi cun is pisciganis, fattus a gopai, no s hant a mussiai appari)... Ma in mari oi c e sa nafta chi allupa prus de s aqua!... No? E inzandus, a su mentris chi nosus sigheus a camminai, deu hemu a nai de ddu lassai de aici: 42 Aquilino Cannas

40 a moddiai comenti baccalliari, in custu misturu insoru, de issus e totu imbentau e murigau. 43 mascaras casteddaias

41 Santu Sadurru E toccant po sa Cantonada e Piovanu facci a su Campu e S arroliu sempiri intrepari chistionendi is dûs gopais, e si firmant in Prazza a castiai s antiga Cresia aici bene serrada a murus artus pesaus... mancu chi fessit sa succursali e Bad e Carros. E deu hemu a boll isciri chin e chi sta sighendi a impresonai totu Casteddu! Mah! a chi dd hat comporara immoi una furistera, custa Cresia, una musulmana, un odalisca nanta e nanta chi nd ollat fai una moschea. Po sa berirari gi ddi ghettada, mancai senz e minaretto, a sa Mecca... No ti spantis inzandus si nd has a biri bessendi si no Maometto a su mancus Arafat o Komeini... E de s arrestu, a ci penzai beni, unu Ajatollah (senzeru) ci mancara po tragai sa mascarara 44 Aquilino Cannas

42 de bejs de mesu pezza chi s agataus dogna dì in mesu a is peis. E naramì su chi ollis ma a braghetta o a fardetta unu Visurrei ci bolli sempri, chi si ndi bogas su Visurrei in Sardigna ita ci abarrara? Ci abarra sa burrumballa! O ita ci ollis ponni un Onerabili?... gioghendiriddu a fundu e muru ci has a porri puru fai cincu e duas e una figuredda antiga... candu no e de giai ammoddiau in su petrollu conca a pari ammisturau cun dogna scarara e fundurulla. E ita beniri a essiri un Onerabili? Est unu cuntrastu nou, avanzau, metari onorevoli e metari venerabili, un imbuddicu mannu de farruncas cascialis, totu scraxiu, e chi finzas de dormiu pati su schirru... Ingegneria e Palaziu. Po mellus furai, e a lestu si scallai, oi no scinti prus ita imbentai. Ma naramì unu pagu, 45 mascaras casteddaias

43 cussa odalisca no har essiri prus o unu mancu crastulara? No, nanta chi est una bona mer e domu, de-i cussas a coronita comente s agatanta una borta a is tempus chi filanta is filongianas, candu teniant totu beni criau, criau a doppia passada e in carena accappiara a sinzu portanta su mazzittu e is crais impari a su spuligadentis e a sa manixedda e marfì po si scraffiri sa schina... Oh! ma custa e ammodernara. Deppis isciri chi cun s elettronica oi accoitas a tancai finzas is arias. E t hap a nai puru chi comenti passar issa, in d una si serrant tottus is portas, no intra prus manc anima bia! Est automatica... Ma deu hemu a bolli propriu iscidi ita buginu hant essi forroghendi in custa nostra antiga Cresia! E no ti ddu femu nendi? e si no m intendis!... Duncas, Su Scusorgiu De Santu Sadurru fianta sfossonendi. E sfossona chi sfossona, tot ind una 46 Aquilino Cannas

44 hant agatau su scusorgiu chi giai de millant annus totu su mundu fia circhendi: su scusorgiu de is obispus africanus!... Eia, cussus e totu chi ndi hianta lompiu Sant Agustinu mortu po ddu interrai in sa Marina a facci de su grandu mercau nostru. Sa tumba c est ancora ma su Santu... non chi no, est isparessiu, comenti sparessint totu is mellus cosas in Casteddu, e tanti chi de custu Santu no t agatas prus mancu sa cresia. A nosus, de issu, s hanti lassau fetti su bentu: is levantaras de fini Austu... A chini ddu naras? Ma si immoi nd hanti furau finzas cussas concas de boi in marmuri chi fianta cravaras innoi accanta: in su macellu becciu! E bai e circa in cali conca e lettu de politicanti hant essiri acabaras! Sa dì chi ti ndi sciras e no t agatas prus mancu sa turri e s Elefanti 47 mascaras casteddaias

45 puita cussa puru s hant essi bendiu a martinica, t hant a nai chi a si dda smurzai... funti istettius is fraris Maceddus arresuscitaus, bonanimas de frarixeddus! Poni menti a mei, gopai, lassadda a custa artaria e sighi a contai. Ti femu duncas nendi de su comenti fianta sfossonendi e de arrepenti, in d unu fui fui de mazzamurreddus, hanti sfundau! e ci funti arrumbulaus aintru de unu apposentu mannu fattu a bovera arreculara totu in oro e prata, cun su pomentu a sa musaica de tessellas a giargonis, e in mesu in mesu unu cascioni cun su scusorgiu... Gopai, prendas a fuliai: giunchiglius, arrecaras, buttonis e origliaris, broscias, aneddus de dogna manera, patenas, aderezzus e nairis, marengus,... eia! cannacas a pibionis, e finzas su brazzali totu a piberas intricciaras de Cleopatra (chi no è berus chi si fia fatta mussiai is tittas 48 Aquilino Cannas

46 de una zerpi,... e ita fia turrara? e mancu fia burrica, po comenti si dd hanti pintara cussus imperialistas de civisromanusum. Berus est chi tenia su velenu in su brazzali incrieddau e aici si dd è succiau prima chi cussu arrungiosu de Giulio Cesare d affracchessiri po ddi fai su stuvioni... e mancu custu è beru po atera arrexoni). Gopai, immoi ci dda ses furriendi a contixeddus de Casteddu e Susu, a contus de paneri! Masprestu est a nai chi de su musaicu ndi funti scravendi is tessellas a coffinus comenti chi fessinti nusceddas in turroni, e nanta chi dognuna bali mera prus de centu bonus del Tesoro dello Stato, appillaus impari. Ma cali bonus? ma cali Staru? Priogu inflazionau! ma, ita ses cugliunendi? ma no ddu bis chi si funti furendi finzas su famini? finzas cussus quattru soddus istampaus 49 mascaras casteddaias

47 de pensioni chi si funti lastimendi? Lassa a perdi, gopai, si no dd olis acabai puru in presoni... Tenis arrexoni. Duncas, a s acabu iscis ita ti nau? ti nau chi incappas no fiant mancu circhendi su scusorgiu, ma faendi vetti unu fossu po ci fai unu puzzu mortu po igussu Nosiscichini chi bivi in sa domixedda chi c est a palas de sa Cresia e chi immoi hant ammanniau e totu beni insostrau, tasseddau e vardassau... Domixedda cun uniu giardinu e passillara archeologica. Passillada?... har essiri sa meschita po arresai a sa musulmana, e Nosiscichini depir essi su mustazzaffu de sa moschea, o su chi sonara su pippaiolu po s odalisca... scis: danza dei sette veli... incensu, ottomanas, cuscinus in terra po dogna logu, e narghilé... No? no ci creis? Ma inzandus ses surdu e baioccu! No paris mancu stampaxinu! 50 Aquilino Cannas

48 E no ddu bis chi de Casteddu ndi funti fendi pezz e porcu? mazzamurru... ferru fenugu?... Scirarindi, cuccuru cottu!... e sigheus a camminai mascaras casteddaias

49 Mammarranca E de Bonaria ndi stuppant a su canali, is dûs gopais, a su canali e Mammarranca, chi serpendi ingiriu ingiriu a sa Zittadi, a palas de Monti Oppinu e de Monti Mixi (candu ancora fiat in peis, froriu de lillus e giunchiglius, affatau de calandras e tradderas, de passirillantis... innantis chi dd alluppessint de cementu armau) e chi a maretta ingiogazzada si nci abbasciada facci a Sant Elia po s infoxai, si nci calada lenu lenu alliscinendi chen e arremoriu a mari: a foxilai... Ma, custu candu fiat su flumini birdi e luxenti de sa Zittadi! Candu Casteddu fiat Zittadi e Zittadi e mari! Candu in custu canali arregolliasta sa totu mellus cocciula: sa cocciula bianca, a pinniccheddas, isprighittada e Mammarranca, chi candu dda portasta a domu a mannus muccadoris prenus, a muccadoris de conca affroriggiaus, fiat comenti chi in domu 52 Aquilino Cannas

50 t intressiri s imbatu: unu sentori e mari biu chi t atturada apposentau finzas a s in cras, po una pariga e dis! E no acabasta mai inzandus de ndi pappai, comenti chi fessit cerexia e maju, o nuxedda in notti e Paschixedda... Inzandus... candu dda bendiant in carinu apparicciau, arrimau po dogna spuntoni e cantonada: O cocciula! O cocciula bianca e Mammarranca! o bella cocciula! Intendiasta cantendi dogna merì is cocciulaius po totu is appendizius... Insaras, candu Casteddu fiat Casteddu e custu canali, impari a su mari e a is istanis, faiat de isprigu a sa Zittadi!... Sa cocciula bianca e Mammarranca! E ti dda faiant tastai de aici in is arrugas de Casteddu, e fiat totu unu prexu su si stentai de aici. A cilla grussa, a stogumu avolotau ddu castiant immoi is dûs gopais: Castia su sciaccu chi nd hanti fattu, furriau comenti dd hanti a mara oberta chi fragara a bentu 53 mascaras casteddaias

51 a fragu e bassa. E no sa lissa prus bis sartiendi! ma is merdonas a tallus pascendi in mesu e s elimu e accabussendi po ndi piscai arrogus de brutesa ancora galliggendi... De unu logu e limpiori nd hanti fattu un accorradroxu e porcus... E nai chi ci faiara a ci nadai, e finzas nci beniasta in di de festa a picchettai!... candu custu canali fiara un imprassara e mari biu a sa Zittari... candu sa Zittari fiara una Zittari... e no su muntonargiu de totus is peddizonis calaus coment e crobus po isperdi e accaddozzai... A totu custu, is de Palaziu, nanta: amministrai!... Gopai,... andeussindi de innoi ananti, chi fai grisu vetti a nci pensai. 54 Aquilino Cannas

52 Sa Passillada Coberta E là! chi immoi, po no torrai de mancu, si ndi funti sciraus (tanti po nai) is de Palaziu! E it hanti penzau? t hanti penzau (faeus po nai) de t insogai cust aqua risulana po t incingiai finasamenti sa Passillara! eia, sa Passillara Coberta, po ci fai : uno specchio d acqua per regata, con due giri di boa! Coment e nai trivas de pari: garas olimpicas de ciu (tanti po no aturai a palas a is aristanesus de is fassonis)... E poi nanta chi in Casteddu manca s aqua!... Ma si nci nd est po ndi torrai arai! Bastara a da circai senz e s inchietai e har essiri gioghendi accanta e unu portali, o mancai in d unu scaparatu, e senz e si ponni a sforrogonai alluta ti ndi bessiri de asutta e is peis senz e nemancu de ti nd acatai, e allirga si ndi pesara deretta che candela comenti chi fessiri... er zampillo d er Tritone! 55 mascaras casteddaias

53 No? ma là chi sesi unu... bah! Ma castia immoi cun d una pariga e istiddius ita totu t hanti mangiucau: funtanas, piscinas, logus de arremai... e bolis biri chi immoi t hant abbasciai cust aqua ingrillia facci a Su Siccu, e custus fillus... t imbentant su mari!... e a s urtimu arrematu in Bella Rosa Minore, totu beni sbuidara e limpiara, t hant a porri puru pesai su grandu cagadroxiu de sa nostra Capitali: monumentali resumiu Comunali conca a pari a su Trintennali Regionali... Torreussindi a domu, aiò! Eia, ma no ti pighis feli, chi in nisciunu logu fai prus a si stentai in custa Zittari arruta mali, sleggiara e imbruttara pren e sordi e sdorrobara... in manus a intruxius coment est! 56 Aquilino Cannas

54 Santa Restituta E sigoment est aqua puru beffiana, ha pigau e si nd e calara po su Camminu Nou, facci a Stampaxi Bascia, si nc e ghettara in sa Grutta e Santa Restituta. E mancu malis chi innoi har agatau su logu apparicciau, totu beni arregiolau e arrebussau de cementu armau (est a nai unu spantu de su comenti custa grutta ti dd hanti aici furriara! furriara a piscina sotterranea, cun luxis fluorescentis acuaras, musica psichedelica de asutta e fundu, unas cantus anaris e mangonis, e arrizzonis a scarara po cantu tui ndi olasta pappai. Unu prexiu chi no fairi a ti contai e tanti chi immoi ci poris puru accabussai... e ita agatas? no prus santus pintaus, arrogalla e istrexius de antigoriu 57 mascaras casteddaias

55 e atras cosas beccias de fuliai, ma ci agatas is sirenas d alto mare, eia, sirenas furisteras mazineras arribaras uora uora coa coa de is maris orientalis cantendi aregus cantus de Odissea...) Pezz e carena su chi t hari cuncordau custu boboi e de unu logu tristu e scuriosu ti nd hat fattu solianu unu Ninfeo! Aquilino Cannas

56 muttettus 59 mascaras casteddaias

57 Ierru Is dis mias no sunti prus facci a mengianu, ma conca a su merì calant lestas. E tui! Tui est immoi scetti chi ananti mi cumparis... No! no ti murrugiu, ne t hapu a lassai andai: a tui, domandu vetti unu pagu prus de amori. 61 mascaras casteddaias

58 A fura Sentori e armidda calat oi de monti e alientu e mari incrispiat s araxi. Pozzu intrai? a tui bengu cun asciutori e tempus po no ti lassai a de notti, sola, intr e strasura. 62 Aquilino Cannas

59 A malas No seu s ierru chi fai canu, ne su beranu chi t allacanat. Scetti is feminas chi no istimant s immurrant, is chi disigius no pesant: sunt beccias. 63 mascaras casteddaias

60 A manus nuas Fertu hapu in prenu a su passirilanti. De sa cresura, sperrendi is ogus, spantau m ha castiau. (No ti vantis de mi podiri cassai: deu, prus no ti stimu). 64 Aquilino Cannas

61 A sa funtana Sunt is montis su lettu e is nuis, de is arrundinis su lettu candu po moris de gelu in celu currit sa luna. Ma tui, tui andas po trassas o prenda mia stimada! Tui ses una picciocca chi abitu tenit giai de buffai a sa tassa: chi no ddi dexit de buffai a sa funtana. 65 mascaras casteddaias

62 Aqua pruina...ti, tic, ta, tac, ta... taccas de proidura una avattu e s atera a mesu e arruga mi ponint infattu. Sen e peraccu,...in domu de chini hap a intrai?...ma!... ma naramì immoi tui o spantamata beccia coment has fattu mai a m aberriri sa porta candu s aqua a innoi no est arribada ancora?! 66 Aquilino Cannas

63 Aqua Vitània Si nebida e nuis regortu hapu a de notti, portaimì facci a su pranu. Si lentori e proiduras pigau hapu a dedì, portaimì facci a su monti. (O Celu sì!.. buffai s aqua in is manus de s amanti sidi non est, malu siccori, ma trassa e amori). 67 mascaras casteddaias

64 Araxi Totu is dexi montis barigau hemu de lestu candu a chi deu femu su bentu. Totu is dexi montis. Oi seu unu bentu meda cansau, chi agata su mori sû paris a terra. 68 Aquilino Cannas

65 Atongiu Nara a is nuis de s abbarrai: su bentu calat. Nara a is arburis de no s arregordai: prus no hant a torrai is turturis a rullai. (Ponimì menti: scaresciri de arrepenti no è mai beni, ma a bellabellu). 69 mascaras casteddaias

66 Bentuestu Retumbant is tronus in pizz e monti! Si teneis amoris custu est su tempus. No! No m hap a furriai! In palas no hapu a torrai ca de tui seu scramentau. Tui ses sa chi trassa teni giai de buffai a sa tassa, chi no ddi dexit de buffai a sa funtana. 70 Aquilino Cannas

67 Cuncordu In dognunu de is dexi montis unu sulittu hapu prantau,... in dognunu de is dexi montis po no dismemorai... Deu si domandu aici perdonu o allirgas arziadas! Deu si domandu aici perdonu o caladroxas malas!... immoi chi dogna bentu sonat cun dexi asulas cannas a cuncordu. 71 mascaras casteddaias

68 Farifari Seu alliscinau in su meli, in sa blandura hapu imburchinau. Arrabiu a fura! Su si coiai, esti coment e si chesciai de no podiri camminai po is gliagas a is peis, gliagas chi fainti mali feli e bregungia. 72 Aquilino Cannas

69 Folla aquilina Su fogu de filixi est una pampa. Si s amori no depi durai ma est iscetti una pampa, stimu mellus su mind andai a corcai: e notti. Ma si menti tenis de mei, custu est su mori: bivu ingunis in susu, propriu in pizz e monti. 73 mascaras casteddaias

70 Forasdenosus S est isfustu s oru de su deventali tû: un azzichidu est arrutu in s aqua chi stiasta po buffai! 74 Aquilino Cannas

71 Frontissas Amori e amori e cantu arrepentu e amori!...e Tui, o Deus, perdonamì! perdonamì immoi, perdonamì... si finzas s umbra de sa fardetta sua tenit alientu e amori. 75 mascaras casteddaias

72 Imbatu No est s amiga mia comenti s erba de istadi de su propriu colori de sa terra, ne su fogu de linna birdi chi fait fumu e is ogus pizziat, ma su grandu soli de beranu chi no tenit malesa cun is ominis. 76 Aquilino Cannas

73 In alas piticas Cantai faint is perdas s arriu e is pampas cun su bentu camminant. Peis de s aqua sunt is arburis peis de su fogu is bentus, arrexini de sa vida s amanti. 77 mascaras casteddaias

74 In su fai de is ancas Chini a innantis de mei camminat no sciu ni ollu sighiri. No m attobiat chini mi sighit. Chini accanta mi passat est una femina, sa fardetta sua fait arremoriu e follas. 78 Aquilino Cannas

75 Landireddada Mi creis aici maccu de mi cundiri una zerpi? De m incosciai unu topi? Seu una mala nui, si dda firmas: lampat. 79 mascaras casteddaias

76 Lassamistais Naramì tui o bella e lebia che cambu de giunchigliu: it est chi ses asutta e s aqua coment alga?! Mi furrias sa facci... tenis arrenegu? (Chini s arruga e s amori de mengianu hat perdiu: s agatat a merì in logu allenu). 80 Aquilino Cannas

77 Limasurda Lugori in pizz e monti, in su mori lugori. Custu alientu e mari imbatu non est, affroddiu e bentu, ma trassa e amori. (Si dda domandu tengu bregungia, e tengu arrepentu si no dda domandu... Ma, tontu chi seu! hat a teniri mai amanti chini fait de sa bregungia contu?). 81 mascaras casteddaias

78 Lompiat Giai lompiat beranu, e tui de mei sa prenda fiasta giai, sa rosa prus nodia. De tui in su cambu femu s urtima folla, sa prus birdi e marria: sa chi po tui tremiat. 82 Aquilino Cannas

79 Muttettu maccu Tenit azza chini passat e no disigia. Chini troppu disigiat, de liaga teni trassa. De tui tengu disigiu, o bellu frori!...si no mi olis, abitu tengu giai (mancai no cretas) de mi dormiri a solu. 83 mascaras casteddaias

80 Sciollitrama A sa Rocca de is Zerpedderis, dûs zerpedderis mi seu cundiu. A sa Perda de is Colorius, mindi seu cundiu dûs. It est chi no parit berus? (Furriat su trigu a nafta, o su cementu a trigu?). 84 Aquilino Cannas

81 Su meli in pizz e monti Pozzu intrai? Intra. In peis hap aturai, palas a muru... E t hap a nai chi si de tui dep essiri dividiu, attumbit celu e terra! Ma si s ancada est de dda tirai a isgurdu, d essiri sparziu a mes a pari cun d un ateru... macca ses o pira bendis! (Bella chi ses: a sa primu cantonada m hap arrimai, e de tui... m hap a poniri a giogai a gruxis o crastus!). 85 mascaras casteddaias

82 Su mellus meli Deu seu s armidda e s armidda, s armidda in pizz e monti: candu appizzus miu su bentu sulat, deu no m abbarzolu. (Chini no mi tenit: pati famini,... mazzia frenu e sanziat). 86 Aquilino Cannas

83 mascaras 87 mascaras casteddaias

84 A bivi in sa Marina Incappas, a bivi in sa Marina (po genti non allena, è peus che torrai de lettu a istoia oi chi in logu prus no agattas mancu linna po fai [fogu, de cussa fustigalla zaccadina de allui asutta e su carboni in sa forredda, posta a oru e porta, po arrustiri su giarrettu e sa sardina in sa cardiga: chi de attesu inzandus ddu intendiasta chi fiasta po lompi a sa Marina! E no comenti immoi chi no fairi a ci furriai puita fragara a bentu de stantissu de petrollu e de arrefurus, de pudesciu. Balla! in is arrugas aundi appillamus is nassas appeddadas immoi ci funti is macchinas acconcadas contr a is intradas accorradas in dogna contonada chi po ci passai, amarolla deppis sartiai! O bolai deppis comenti e cau po s aliga chi c est ammuntonara. E t hara a parri de t agattai accaddozzau che porcu in mesu a is porcus de su Mundu Pau! O mancai (po t allirgai unu pagu) a ora e notti in d unu spuntoni 89 mascaras casteddaias

85 de s Arruga e su Casu unu carraxiu has a intendi de Mortu Canciofali, de arrantantiras arrumbulendi cuppas e pingiaras beccias accappiaras pistendi liaunas e crobettoris scorraccendi bucciuccas de boi,... No! No funti piccioccus de crobi arresuscitaus! Funti piccioccus a s americana (de Brooklyn, nanta, o de Manhattan) piccioccus matuccus, a zugu fattu, chi si funti imbarchinau unu basciu e aici allustriau nd hanti scruffiu unu stampu po si fai su ciuffu cun is piccioccas, nanta po s arregolli e si spassiai impari, po sonai in cumplessinu e po ballai, po si sezzi a fundu e muru e arrescionai, nanta, po fai unu mundu nou...: a sonu e botu. 90 Aquilino Cannas

86 Casteddu De monti chi parit unu casiddu e abis arrugas comment arrius calant facci a mari aundi navi lompias de a tesu portant o carrigant bisus, fantasias, realidadis. Biancus sulcus ind unu asulu senzeru e cun allutu ogus mandiari circhendi rodiant is caus. Si ti firmas e ascurtas de su mari de is bias arziai has a intendi unu sonu chi no cambiat mai: su cantu de sa vida. 91 mascaras casteddaias

87 Mascaras casteddaias Ita nd estis a nai o casteddaius si sa Turr e s Elefanti si furriessiri a pulenta e dogna perda in gerda? Aici comenti sonnanta is ferreris fradisceddus, is fradis Macceddus, a su mentris chi arrustianta a libbas (de a mengianeddu: tanti po tastai, iscetti po smurzai) conchedda e pischera in d una arreccia e lettu intera po cardiga! O si de Prazza Jenne ammuinendi is cantus de s Inferru de Dante Alighieri allevantau nd arziessi Pietro Evento: vergine davanti e martire di dietro? O in porta e Biddanoa Casu Marzu ammolentau arrolliendi si ponghessiri impari a sulittai Giovinezza cun s Internazionale? (e Furriottu de Santu Jaccu su scolanu a di zerriai spramau: O maccu! maccu: ita ses fendi?) O Troddium! Troddium, o casteddaius! 92 Aquilino Cannas

88 Troddium cun su gravellu sempri friscu all occhiello e nel taschino unu muccadori e seda tricolori de legionariu, issu, poeta fiumanu de Novella Dolia dannunzianu de Parteolla chi passara derettu che fruconi (come ardito in parata militare) in mesu a is pideddus de is piccioccus de crobi! O si de sa Marina nd arziessi torra Macchiori de fundus e fundixeddus de botus medagliau impari a s amigu suu stimau Stampu nieddu (chi, brusciu, cun d unu arrogu e cannonara, a boxi e tubu il destino t inzertara)! Ma in conca a tottus Pei e Boi allampanau basciu arrorau e de sulidu campioni chi arruttendi ti cantara l ultima canzonetta in voga: Tripoli bel sol d amore! Oh! Ita nd estis a nai, o casteddaius, si si ndi torressinti a pesai? mascaras casteddaias

89 Is Cantoris Cantoris de Biddanoa de Santu Cristu e de Sant Uanni estremaus e dignus cantoris de Cida Santa a campanas ammutaras bistius de penitenzia e gutturus inchietus apparaus e obertus arrubius de izzerrius contra a is traitoris cantoris de pena e de doliris avattu a su Crucifissu po is antigas arrugas de Biddanoa in mesu a su bonu antigu populu de Biddanoa a fentanas de cinixalis mantas amuradas e nenniri in is antigas domus de Biddanoa nenniri de scuriu marriu nenniri de affinu po is antigas cresias de is cantoris maistus ferreris e fusteris de primori maistus cantoris de is Misteris 94 Aquilino Cannas

90 e de Resurrezioni candu a s Incontru in totunu a su noeddu arrepiccu de is campanas de arrepenti nd arziada a celu sa grandu boxi insoru e de aulu incrispiat cun s alluttu ischiliu de is varzias in rodia: Gloria! Gloria! Gloria currit po s antiga Biddanoa! E gloria: in Biddanoa de Casteddu. 95 mascaras casteddaias

91 Pensamentu de unu becciu piscadori de sa Marina A unu chemu seus torraus, arrenconaus in s arruga e Su Fortinu, arrimaus senz acconnortu e senz e faina, chi no c è prus genti e arremu, in sa Marina. E custu e suzzeriu apustis de sa gherra, apustis de sa gherra su sciaccu nd est arruttu, isciaccu mannu po tottu is appendizius: isperdiu Stampasci, mesu sderruttu Casteddu e Susu, Biddanoa chi no teni prus ortus e ne giardinus, e nosus!... a nosus su tempu de nd arregolli is trastus s hanti lassau! e pigaus si ndi funti is bascius, pigaus a unus a unus, po ci oberri buttegas e magazinus (is bascius nostrus sempri allichirius, segaus aintru e s arrocca antiga, friscus de istari e callentis de ierru). Pagus o nisciunus c est aici atturau. E no est accabau. Infattu, su mercau becciu s hanti furau! su mercau mannu aundi portamus in carinu a bendi friscu su pisci ancora sartiendi... No! Non sa gherra ha fattu custu dannu! No sa gherra si immoi nisciunus ghetta prus arrezza a mari biu, puita finzas su mari hanti bocciu! E non po sa gherra sa genti s e fuia, si finzas is cresias immoi hanti serrau! chi a ci passai de dominigu a mengianu manc anima bia has a incontrai,... e su logu t hara parri unu mortoriu, una tristura 96 Aquilino Cannas

92 de mundu isperdiu e frastimmau. Ohi Casteddu Casteddu! Chi dopu millanta e millant annus arrutta ses in malas manus! arrutta in manus arrennegaras, arrutta e sfigurara,... bella chi fiasta! Bella chi fiasta in oru e mari intra a montis e intra a istanis comenti de giunchiglius e de arrecaras cuncordara... Bella chi fiasta! Bella chi fiasta in bell arias limpia e cumpria: asseliara!... E immoi brutta e dirrutta: iscempiara. Ohi Casteddu! Casteddu bella che reina! Ohi! chi no tenis prus genti e arremu, in sa Marina. 97 mascaras casteddaias

93 Santa Illa Ita no fia su stani, su stani e Casteddu scetti a du castiai mancai de attesu! Ita no fia su stani e sa Zittadi aundi su soli, chi e su soli, dogna merì si nci sprigada! si nci prexiada e tanti chi mai e mai paria de si nd oll andai, ma intre is montis. si pighessi a si stentai, e aposentendisì tra anadis e mangonis si ponghessidi a giogai... pofinzas si firmessi scarescendisì de ndi calai! E candu paria chi fessi po saludai fia comenti chi arrimessi unu mantu e fogu, chi appicchessidi in celu una bandera allutta... Lampant a festa insara is arias! Pintau de luxi paria su stani de asulettu tremia su mari e de s arresoli, Casteddu paria fatta de oru! Sa genti s atturada ammainada 98 Aquilino Cannas

94 ananti custu scusorgiu obertu de coloris, alluinada ananti a custa grazia de Deus apparriciada po t allirgai su coru! Ma sa festa immoi est accabada, immoi su logu e totu una tristura, e cun su coru ti ndi calat unu soli pibincosu e grai, unu soli e mala gana a colori e pistinaga, unu soli ammortixinau chi ti ndi calat allestu accalamau e frunziu comenti unu guettu sturau in mesu a is affumentus de... su progressu industriali. Unu soli iscalaxiu e imbecciau, atolondrau, chi no bi s ora de si nd andai a corcai, de s acuai a pala e is montis, de si fuiri, po non bidi prus su schivu e sa bregungia de custa prenda isperdia e andada a mali, de custa nostra sienda manna andada in pudesciori arrogada e accaddozzada, malafatada, furriada a un arrenconi e aliga mascaras casteddaias

95 ischissius casteddaius 101 mascaras casteddaias

96 Ischissius Casteddaius (In arregordu de Franciscu Alziator) Cucuccio: il miglior nostro poeta, un maestro...immoi nanta apponziaus che dindus in arroda is de sa intellighenzia in cunfraria (ma candu fia biu ddu stesianta). Cuccucciu, hemus nosus a nai, picchettadori allirgu de cocciula a mustazzus, omini stampaxinu de cuccuru senzeru e scioberau chi candu d accuccada frastimada in sardu casteddaiu meda e mellus de unu bastasc e portu, Cuccucciu s indi strexia de totus e s ind andada in passilladas, in deambulationes coment issu contada: comente is romanus antigus, repubblicanus, comente Catone cussu galantomini antimperialista 103 mascaras casteddaias

97 chi chistionada sempri camminendi, sempri andendi e torrendi de Su Brugu a Campu Zibilioni e sempiri fueddend e poesia (issu cun Ennio comente nosus cun Barrói) e de politica (de furonis e de improdderis, de usureris, sicoment issu fia Censori), aici comenti faeus nosus immoi poita insaras coment oi tempus fianta giai de aggrancidoris... Oh! seus contendi de duamilla annus fai, de innantis chi Gésu Cristu si fazzessit incravai manus e peis in dûs arrogus de taulonis ingruxiaus po fai unu mundu nou senz e ladronis... (Gesùs! ita piccioccu bonu chi no fia custu Gesùs! ita lillu chi fiat custu cristianu fillu de Maria!). Ma si s indi torressit a pesai oi, temperau comenti e peus s hiat a torrai agatai contra a terzeris e arregatteris, contra a faineris e imboddicheris,...ohi! dd hiant a torrai arrestai! E po ddu sbertulai no prus de Ponziu a Pilatu, 104 Aquilino Cannas

98 ma de unu primariu a s ateru, po ddu fai sterri in d unu soffà e po ddi nai: E adesso, Signore, ci dica tutto, tutto ciò che sa!, e no po ci ddu scavulai in d unu gulag o manzavida a Bad e Carros, ma, aici, po ddi fai scoviai (senz e s indi fai acatai comente chi fessit alluau) cosas de s Ateru Mundu... po ndi ddi pinnicai una surra e dinai (ateru chi trinta arrialis!... a farrancadas: centucinquantamilla francus a su mancus!) e po ddu battiai, sciaquendisì finzas is sinzias: paranoico cronico... coment e nai... maccu che craba! e po podi sighiri aici a lassai su mellus aggrippiadori nostru, Barabba, in libertadi. E po dd acabai, a issu Gesùs, cristianu abbetiosu e anarchicu (e perigulosu, poita verbu hiat inzertau po ndi scidai su populu in pei totunu e a lestu) dd hiant torrai a incravai e ancora po debadas ( a spese dello Stato ) e mancai in d una bianca gruxi in plessiglass... Duncas duamilla annus fait, e castiai immoi cantus astoris e crobus 105 mascaras casteddaias

99 ma cantu carrogas e zerpias sighint a intrai in cresia po arresai! po fai, nanta, sa comunioni universali! M heis a nai (eia!) m heis a nai chi seus torraus mali, chi seus torraus a coa finzas a is antigus romanus... E giai! ma is romanus foramalis fiant a su mancu romanus, e fiant finzas antigus (attrottoxaus comenti fiant in cussas togas totu a pinnicas longas e aici beni attrossaus comenti si ddu s hant fattu conosciri amarolla in is iscolas). E fiant buginus sì, ma in su tempus insoru, candu nisciunus hia nau ancora siate tutti fratelli e chi totu (de insaras a immoi) si depessiri sparziri a mesapari... E fiat gent e galera sì, ma a sa manera insoru fiat genti beni pesada, genti scida, chi teniat beni affraccau su mundu in manu, e chi a boxi arta podiat nai: deu Romanu seu! pofinzas appattau in d una sillieta e Pabillonis (a quattru manigus: imperiali!). Romanu, duncas 106 Aquilino Cannas

100 e no americanu o russu, o peus democristianu (nazionalidadi custa de aminculu, intregada in trint annus de basamattonis, de genti pesada a zugu trottu, e chi ha fattu de s Italia sa bassa e Santa Clara). Romanus, duncas, e si calincunu si cuncordada insaras unas cantus follas de lau in conca no fia po ci dda furriai a giogu, a trallallera in tracca e Santa Arega! Ma fia po assimbillai a Deus! Poita issus fiant paganus, e teniant una surra e Deus totus imbentaus, incoronaus de pampinu e de lau, de ilixi o de murta... Ma, immoi, naramì unu pagu tui chi ti naras cristianu cun duas follas de lau ita ci fais? Ci fais sa lissa arrustia in aqua e sali! E insaras t has a podi puru pigai su bassinu a mussius, ma tui, in sa romanidadi, no nci has a intrai, mai! Poita, po issus, tui, ses unu scomunigau, sicomenti insaras cussa fia sa religioni, sa religioni insoru, e fia sa Gloria. 107 mascaras casteddaias

101 Sa Gloria, oh! e no cosa e pappai, mancai chi fessit una passa de filatrota in ischidoni... E finzas cussus de sa Suburra podiant nai: deuromanuseu! Coment e no? Finzas Tigelliu, chi candu d accuccada ci biviat e de signori, in sa Suburra, e cund unu tallu e serbidoris... eia, Tigelliu, cussu cantadori stampaxinu chi teniat domu puru in Brughixeddu, facci a Palabanda (bella domu, manna, cun lolla,... c est ancora), e chi candu di pigada a bogai boxi tremia totu Roma! Tremiat finzas cussa conca e corru faulanciu e ciacciarroni de Ciceroni chi da tenia cun nosus poita a chi nosus femus... ladronis, e... (nosus no seus ladronis, nosus seus bardaneris, chi e totu un atera chistioni. No ammestureus is cosas poita nosus seus... coment e nai... seus resistenzialis, seus: contrafuronis), e a chi femus caverniculus poita a chi bestemus (e besteus 108 Aquilino Cannas

102 prima de insaras e finzas a immoi) s estepeddi comenti a chi fessit visoni! Trasseri, chi po difendi unu furuncu spacciau e abbiseri comente Scauru (chi furada in domu nostra comenti sempiri hanti furau, e furant, is chi benint de foras) hia nau chi femus nosus is ladronis! Ma custu e bendiri s anima a is tiaulus! e po cussu chi dd hat mortu, stutturigau! Ma torreus a sa cristianidadi, torreus a nosu. Insaras, naraimì, aundi est immoi sa cristianidadi? Naraimì: a su bucconi sparziu in dûs, cun s angelu chi in mesu s inci sezzit, chini nci creit prus? Naraimì bosaterus, de genti pronta a sparziri chini nc est?... No c ind est. O s indi heis agatai hat essi a Sant Elia, o in Su Cunduttu, mancai in Biddanoa, o in calincunu basciu ch inc est aturau ancora in pei de sa Marina... Hat essiri. Ma, faeus po nai, no dd heis agatai mai in mesu a su bascaramini chi bivit in is allirgas biddas de pinnettas mediterraneas aici beni appeddadas a oru oru e mari de totu sa Sardigna... Poita sa storia, sa storia nostra, 109 mascaras casteddaias

103 hiat essiri depia essi sa storia de totu nosus cristianus. E invecis no! Sta sighendi a essiri sa storia de totus is nostrus (e allenus) fillus de bagassa!... E fillas,... comenti cussa taddinanta... cussa ziri ziri e cerri cerri... cussa puddecca murtina sempiri carriga de papingiu... eia, bah! cussa bassinera chi dogna tanti in televisioni e pofinzas sfrigogendisì spullinca nua a fai de urì in su sardulu cuili de Alì (aundi, po areu, no mullint baccas o brebeis, ma eguas de bona cria) si ponit a zunchiai, zunchiendi a longu chi parit in pamentu: ohi... ahi... ti fait iscrillittendi in su mentris ch istat coberrendi... s è fatta registrai gosendi e ti parit attittendi... M heis a nai chi zunchia poi dinai. Ma oi, a su chi parit, zunchiant finzas is mulleris e is amistadis de chini teni sienda (po sa beridadi, nd hapu connota una chi in su mellus de gosai ddi pigada a zunchiai, a fai s attitadora!.. mindi faiat calai is buttarigas! 110 Aquilino Cannas

104 Oh! ddi naramu insaras, ti dda pigas in cussu logu!.. là chi deu no seu ne allacanau ne mortu! Scusa tesoro, io ti sento, ma mio marito è uno che conta, e più mi lamento e più mi colma la borsa. Ma cali bussa? Ma ita contus mi ses contendi? Ma ita bandas: a tassametru? Scusa, cara, ma no ti cumprendu, io ti scuoto il pelliccione po ti ddai nai alla Firenzuola, e candu ti sparruncas ti scombuglio il profondo sud o si ti dexi de prus e po ti dda nai a sa clara sa cocciula a stoccadas ti dda seu gioghendi... Ma tui, su zucculittu, ficchiriddu a part e palas!). Fiat un integrada. Dda scarescemu a lestu po mindi torrai a lestu a Bonarina, che candu m imprassada lebia che pinna si faiat, a una corda e violinu si torrada e tremiat che folla, candu m imprassada. Fia musica e no una gettoniera 111 mascaras casteddaias

105 a discu, sponsorizzada. No, no fia cos e dinai. De ita duncas boleus arrexonai? In tantu comenti bieis, chistiona chistionendi su mundu s e fattu sempris prus piticu: s e frunziu (po Danti giai fiat una aiuola, po nosu s e fattu a un arregiola). Esti chi senza de s ind acatai si ddu sunt sfinighendi, furriendi a unu mundu de segunda manu. E su consumismu, s hap a nai, esti sa civiltà industriale chi hat isperdiu sa facoltà dell attenzione chi hat ispacciau fantasia e l invenzione po dda nai cun is filosofus noeddus,... e chi stat acabendi de si ddu pappai comenti chi fessit una scivedda e malloreddus. De ita duncas boleus arrexonai? In custu mundu, candu s e perdiu su prexu e si stimai, ita c est aturau?... Mellus a non di chistionai. Oindì e totu a sa biscaina, tempus de arraffaraffa 112 Aquilino Cannas

106 e po dda nai a sa clara, a s acabu, oi e totu unu casinu! Ateru che duas follas de lau o de murta in conca! A nosus, in conca, si dexit prus unu fundu e caliu e flori e in facci una strempada de figu e Pula, comenti faiant is piccioccus de crobi una borta candu calincunu faia s ancada de dda tirai a isgurdu, de si ponniri a rezzettai. Poita nosu no seus ne allu e ne cibudda, seus una scarada e nudda. Ma c est sa libertadi! Ti nanta (ma vetti a pustis de dogna mala furchenzia)... Eia chi c est, amigu, ma no torrat a contu poita e fatta de sanguini e pinnixi. Ponni menti a mei, no siast arretrau... Seus foras de pari: e su mundu puru, chi no e fattu e lassau, heus acabau po ddu imboddiccai in prunacristi... Senz e bisura seus, senz e fundoriu, e tenis axiu murrungia chi murrungia, 113 mascaras casteddaias

107 genti senz e sentoriu seus genti senz e ciorbeddu, e chi po su dinai: no scint prus... mancu gosai. Aici, de Santu Francau a Santu Miali, de Is Mesas a Fangariu, a Monti Mixi, a Tuvixeddu, de Centuscalas a Is Istelladas, arzia e cala po totu is appendizius, e torra a Bonaria e furria a sa Seu... e senz e si cansai mai... aici in passilladas (issu a innantis e issa a palas) e beni saludendi a is amigus chi incontrada, hiat hai contau ancora ispassiau Franciscu De Casteddu. 114 Aquilino Cannas

108 epigrammi 115 mascaras casteddaias

109 Mi credi così pazzo da mangiare una puzzola da montare a cavallo di un topo? Sono una nuvola malvagia: se la si ferma grandina. 117 mascaras casteddaias

110 Tutte le colline ho scavalcato quando ero il vento, ma oggi sono un vento molto stanco che trova il suo cammino raso all erba. 118 Aquilino Cannas

111 Ha l aria orgogliosa chi passa e non desidera. Chi spesso desidera, ha l aria d importuno. Desiderio ho di te, o deliziosa! Se non mi vuoi ho già costume di dormire solo. Non sono l inverno che fa grigi né la primavera che stanca. Soltanto le donne che non amano son grigie, quelle che desideri non destano, sono stanche. 119 mascaras casteddaias

112 diverse 121 mascaras casteddaias

113 122 Aquilino Cannas

114 Anadiomene E tu danzerai dolceridente sulla sabbia intatta in riva al mare a profilo del mare azzurra come l aria onda del tuo lieve andare: fiaba, a limite del mare. E malìa di voluttuosi cieli ora dischiude il tuo cupido ciglio e di perle rorida risplendi nel tuo melodico danzare che nell aria ti varia a specchio di sorriso il viso iridiscente sogno che mi sai: solo, in riva al mare. 123 mascaras casteddaias

115 Barbarrubia in campu (a Tommy Billy) Contas chi no est orbesciu ituppau in sa cresura bia, ita faina manna has a trassai, Zicché! It has a fatteriai mai a su scuriu, Zicchì! O est assoras chi de arrubiu t appetturras e de a mangianu chizzi t apparas a certai? Mancu no est orbesciu e calincunu giai s agatat a truessu! Atreviu si poniri a gherrai! Diaderu: mancu scirau e calincunu giai si crei d essiri su meri e s universu... No, con tui, Zicchì... tui no ses unu mannosu. Tui ses de bella gana e beni scis cantai: no tenis boxi de abboxinadori. No ti pongas insaras in mesu a sa scarada, e no ti donghis feli po appetigai is bixinus!.. O incappas, ndi bogas una spina po ndi cravai un atera? Aquilino Cannas

116 Tui bolas e cantas, e no tenis meris. Tui, ses unu mundu, Zicchì! E inzandus, sighi a cantai! e lassa chi is buginus interrint is buginus. 125 mascaras casteddaias

117 Bastara un oghiara Andendi a su portu nou po ci passai s ora attobias sempri in calincunu e foras, unu furisteri calau immoi de su vapori, e sempri d agatas oghiendi cussa prazza manna a facci e mari (cussa prazza fatta e lassara de via Roma tottu beni serrara a taulonis)... Da castiara ispantau, e ancora mesu stontonau de sa traversara ti fairi: Scusi, archeologia? comenti haressi archeologia! Archeologia haressi mamma tua! custa esti Autonomia! Autonomia de sa Regioni nostra! O ita ti penzasta, chi scetti bosatrus italianus tenestis quattru caddaionis de fai sezzi in is iscannus puita in tempus de trint annus t arruinessinti una nazioni? No t hara a parri berus: ma nosus teneus italianus, e fillus de italianus, prima e prus de bosatrus continentalis! ndi teneus una bassa, e no po modu e nai! E de s arrestu, bastara a ghettai 126 Aquilino Cannas

118 un oghiara a sa Sardigna intera po ti nd accattai allestu chi est istetia tottu italianizara: chi è bella che spacciara! Ed allora, questo spiazzo a cosa serve?... Ahi! femu po ti du nai!.. Scusa e perdona: intanti è monumentu regionali e poi (ma d has a cumprendi mai?) serbiri... po ci fai giogai is merdonas. 127 mascaras casteddaias

119 Genti noa (A Simone Zoccheddu Cannas) Jaja mia, femina santa, arziendi sa conca sua cana po m essiri depiu castiai mellus de accanta (a mei, mancu de un ora nasciu) prontuda hiat sentenziau: Beru! De giustu! Nascit aici sa genti fatta in domu, e de allutu ereu! Donaus a sciri insaras chi teneus genti noa: sanguni de terra nostra! Immoi, incappas, e mancai po appretu, a tui t hant a nai: bocciolo di rosa... Ma deu t hapu a fueddai in suspu, a tui, frori de chercu tendiu a unu cras de fai torrai a paris! Poita has a depiri cumbattiri, certai, po custu derettu, e de no t acunortai 128 Aquilino Cannas

120 si tempus has attoppai de allacanamentu. I has a incontrai momentu de mannu e attendiu abettu, comente nosus oi chi cun grandu prexu heus abettau a tui, eia, e po ti passai sa manu, sanguni de terra nostra: frori de chercu. 129 mascaras casteddaias

121 Nascimentu (a Jacu) Cun obbilus arrubius de ruinu m hant a cravai arrenneghendisì dogna sentidu, e ordingius de sterrinu po arrematai dogna derettu hant a pesai, e trobeas de rusas e trampas, droga, ainas de gherra po stremessiri, po disterrai... e una carriga e bruvura po dogna barzolu hant a parai,... is bravanteris!... chi de su grisu is terras contras arretronant. Ma no hant a sparruncai portali, no hant a barigai ecca, liminargiu,... si alas abereis a s antigu coru, o messaius e pastoris, operaius! immoi chi de s Attesu a innoi commenti arramadura e celu nida, in campanas a iscaviu, sirena orbesci sa notti e is mattinas, e de patias idas in terra floressiri po sempiri su Nascimentu. 130 Aquilino Cannas

122 Nuras (da Nora di Gavino Oggiana) Filer e seculus umbrant sa cara tua dormia incoronada e mari, aundi sempiri si sprigat su propriu soli chi tui adorasta. O trista abbandonada! in su limu chi hat acuau is perdas tuas, s est studau s ardenti alientu umanu de is fillus tûs a paris certadoris e amantis torraus infinis asutta sa grai manta de su dismemuru. Nuras, mancai su soli oi ti calentit cun su carignu sû, unu suttili velu e tristura s anima mia apretat e de is amigus chi cun mei s acumpangiant un affinu e antigu prenit is corus. 131 mascaras casteddaias

123 Salmo di glorificazione (in lode dell Uomo di Foiso Fois) Non sono riusciti a incatenarlo ad abbatterlo ed è ormai fuori dalla loro rabbia: al di sopra della stessa sua croce. Appena schiodato appena affrancato dalla morte con ancora il sudore di sangue appena rappreso e addosso cruenti i segni della rivolta: ecco l Uomo! sfigurato il volto ed urlo la bocca buia d agonia. No! non un despota iddio è tornato tra noi, ottuso egemone, o uno spavaldo eroe. Né protervo il dio della ragione, è tornato! Ma della terra questo di sovrumano hai chiesto ritratto dal profondo con pietoso cuore rivoluzionario: quest uomo del Dolore che ha piegato il tempo. 132 Aquilino Cannas

124 Con te, mite ribelle, torna così risorto tra le genti il biondo rabbi l esseno dalla bianca clamide. Torna di questi nostri giorni spessi d ogni malessere e malavventura tumidi d ogni violenza gonfi d ogni sopraffazione. E torna, giusto ad attestare il coraggio e la speranza insieme: la santità del vivere. Torna, il nazareno dalle lunghe chiome fluttuanti sugli omeri, e gli occhi cerulei come quelli di sua madre, il sublime maestro ad esortare ancora le genti: non temete coloro che uccidono! e tradiscono, e rapinano, e sfruttano... Non temete la loro rabbia: son fatti di trenta denari. Hai impugnato la sofferenza come una bella fiammante bandiera di gloria, l uomo hai issato possente dal sudario della terra 133 mascaras casteddaias

125 redento dall ultima fine sotto un cielo serrato che incombe e scruta il giorno dell ira! A lui, andrà sempre lo sguardo nuovo dei fanciulli, l ansia delle moltitudini che in lui si riconoscono: il popolo, ancora ad offrigli il pallido grano germinato nel buio più riposto, ora che la terra si ridesta, e ne disporrà una gelosa aiuola lungo il silenzio assorto delle campane, lungo la sola voce che sente, che dal profondo ancora affiora ed esorta: non temete, i vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese. 134 Aquilino Cannas

126 In pamentu de Angelu Dettori In crespu e dolu in sumidura e prantu sutta a cinixalis celus annugias sent e accunortu sa Sardigna in teu, in disconsolu: Ohi! Addolunostru! Ohi! Addolumannunnostru, fillu stimau! E mai a chi mai custu arrematu mai: fillu e primori! E lompit a turmas, in oddeu e tristura lompint is poetas de Sardigna. Ascurta, cantant sa morti tua suncuna cun surdus arretumbus de tabassus, a longa boxi de pregadoria cantant attitidus cun trinniri de ischiglias in curruttu: Ohi! Addolunostru, fradi stimau! Ohi! Addolumannunnostru: o poeta! 135 mascaras casteddaias

127 filastrocche 137 mascaras casteddaias

128 Filastrocca a mazut Lo vedi questo buffo ometto dall occhio spiritato nasuto gozzuto ed orecchiuto turricefalo con quel suo ridicolo zucchetto giusto in pizzo: lo diresti un gufo appollaiato? Mezzo sciancato cagnolo denutrito un cazzuto d eccezione lo diresti membruto articolato oppure un pupo cresciuto ritardato legato ancora al cordone ombellicale (quando invece è solo ancorato per precauzione a doppio cappio ed incastro in bocca all animale). Lo vedi: anziché tendere l arco 139 mascaras casteddaias

129 e saettare ora di fino tipizzica il violino ti cava un minuetto ritto sul suo ronzino ed anche il mezzo inchino di rispetto pare concedere prima di chiedere con fare circospetto in tono sussurrato: comprate l almagesto astronuragico riveduto e corretto ancora di recente dal mago più sapiente, porta buono! (Un accidente! A questo l ha ridotto l ultimo quarantotto! l ultimo assalto l ultimo invasore l ultimo insulto colonizzatore dopo il punico romano dopo quello catalano dopo l italo unitario). Lo vedi: ora esiliato degradato a rango d emigrato 140 Aquilino Cannas

130 venduto si è trovato ancora sul mercato! E mai più venale malandato sognasse di tornare l Isola di petrolio hanno circondato chiuso hanno il mare di cemento armato e poi rampe e trafori portocanali approdi luminaria fuochi del bengala e tra carri missili ed aerei ti vedi rinnovare l assedio militare! E come non bastasse in capo al litorale la perla della Nato le hanno incastonato il marchio padronale dell ultimo arrivato: sfiata isotopi al cobalto una vispa flottiglia nucleare. (Il resto? Il resto è andato all asta quel poco di rimasto ai dadi si è giocato tra congolesi e indù 141 mascaras casteddaias

131 tra allogeni e meteci mezzani prosseneti perfuntori aggrancitori cratopluti piragna in lurca razzamaglia). Lo vedi: ridotto a manufatto a merce di consumo fin la lingua gli han mozzato balente decaduto perfin l anima gli han venduto ribelle catturato stracco oggetto da baratto... (A questo l ha ridotto l ultimo quarantotto nell ordine peggiore: quello nostro tutto nostro dell autonoma regione andata in collusione con l ennesimo invasore il più sporco e corruttore). Lo vedrai mai chiamare ora a raccolta il popolo sbandato? farsi banditore cantone per cantone? 142 Aquilino Cannas

132 provocare il ritorno dell emigrato in massa? proclamare che lo scempio è terminato? annunciare che preciso è il tempo di buttare a mare l intero apparato coloniale? Ventilare la rivoluzione? Questo buffo ometto dall occhio spiritato! che dava scherzo di trillare senza archetto... ma che declinato non ha dall essere un bronzetto mai!... ma: un momento! che ad arte non abbia recitato? simulato non abbia la parte del plagiato fin qui considerato? che... con quel gesto da sortire (chissà forse un pò sconcio) non stesse... per evocare il soprannaturale? dall aldilà chiamare l infernale ultore l invitto alfiere 143 mascaras casteddaias

133 d ogni insurrezione? Che infine indemoniato non stia per incarnare il re delle bardane Belzebù! e con piglio da moviere indirizzando vada già l occhio del ciclone che sta per scatenare per mandare mandare gambe all aria... all aria l impero di Mazut. 144 Aquilino Cannas

134 disterru in terra (la saga dei vinti) 145 mascaras casteddaias

135 146 Aquilino Cannas

136 Disterru in Terra Candu hapu a morri no mi bestais. Cingeimì de unu lenzoru e linu, lisu, ca m hapat acciupai totu s affinu. Sguttai de dogna faula chi mi seu nau in turmentu de anima e cerbeddu. E m hapu aici asciuttai de dogna mali, torrai in biancura de innozentidadi. Portu sa morti in ogus: no bengais in dolu. E no Armas de Deus, no in pamentu, no zunchiu de attitadoras! Oindì no dexit prus su disconsolu - oi, pofinzas sa morti hant bocciu. A spanigadroxu interraimì! interraimì derettu, in d una grutta, in is biancas intragnas de is montis mius luziferinus poita nisciunus mi pozzat agatai, 147 mascaras casteddaias

137 mai! Si non Deus: si bolit. Passat aici sa vida mia inchieta. Seu arrutu senz alas, ma seu in peis. 148 Aquilino Cannas

138 Launeddas Aundi prus? Aundi s aberta carrera e su soli? is moris imprattiaus de sa luna? Aundi de su mari s imbatu e s alientu e su bentu a sentori de anima e femmina? A su scuriu, in su celu siddiu de custu fundu e rocchili, comente in d unu stracasciu m agatu, candu e accanta de pari serenu zumiai intendu unu tumbu. Mal hapat! Chini sulat? Chini, atreviu m accumpangiat? Strantaxu unu brunzu mirat a fisciu, derettu, sighendi a sonai sa memoria e su tempus. (Ma castia! Castia immoi ita nd hapu furau: hapu furau... su scusorgiu e su mundu!). 149 mascaras casteddaias

139 Traccas In su liscinu e Sa Rocca zicchirriant is arrodas, assacchittant, arretronant, e arrepicant che brunzu is lamonis de custu grandu carru cun is lingius traballaus totu a incisura de assimbilai a una cascia, manna, a bisura e lolla, e beni tancada a troccia. Tragau de unu giuali e bois cun gutturadas carrigas de ischiglias, a barracca ti dd hanti cuncordau, cun d unu celu e lossia, po inci fai capiri intera una familia portendisì avatu pofinzas su barzolu. A trastus appiccaus (s abbastu giai incungiau) a strumbulu puntau andant a festa, a festa e corriolu e passant, allirgus che pasca, passant... cantendi a trallallera. 150 Aquilino Cannas

140 De campu in forza In su Campu e Saliu, grandu festa: oi, trivas de pari, de valentia. A s arringu su pariglianti de primori in peis a un achettu prontu a brinai. (Scioreri, po fai prus a lestu su cabu e su murrali s est accapiau a sinzu in abettu e su signali). In camisola scetti, scurzu ma cumpriu, cun d una berriola e croxu bàttiu beni craccada in conca (ogus sprapeddaus, origas a cauli e frori, nasu a perdingianu) no tenit né fuettu né berrudu, ma armau de arcu a freccia sola abbistu e siguru est in su ferriri sa mira. Ddu castiu, e mi narat: Nurorgororosàl! (Unu fueddu!... aund est su turcimannu?!) Eia - di fazzu, intre biri e no biri eia, intantu, e... hajà! Nau e fattu: a su zerriu de repenti s achettu, in d unu bolidu, a corpu perdiu 151 mascaras casteddaias

141 ddi partit de asutta e is peis sbertulendiddu a terra, pighendi sa fuera. (Malasorti! immoi mi toccat de dd acciapai! mi toccat de dd incosciai! mi toccat de ddu toccai de ispronis! mi toccat de ddu fai torrai a coa!). Nurorgororosàl, no mindi bollas - ddi nau - e no ti pongas a fai sciampitta, lassa su tremuleu e pesadindi ca no ti ses fattu mali, ca ses de brunzu! Né s achettu. E a imperriadura immoi, a sa nua torra a muntai. Tocca, chi no ses omini de pagu ampitta! A sa nua bai, e... hajà!. Comenti chi fessit in sartiglia a carrera est ancora currendi po dogna bidda, po dogna bia, po dogna festa manna in Nuraghìa. 152 Aquilino Cannas

142 Barbetta Ogus abericungia, dd agatas arrumbulanu a dogna festa cuncordau a ragas, corpettu e bonettu a tianeddu. Cun d unu gottuleddu prenu mancai de zinzulu o pabassa oppuru de cerexia barracocca, apporrendiddu...: A sa parti ti narat cun d unu arrisixeddu schiringiau. Cardampuleri, giogulanu ti cumbirat po ti contai ciascus o mancai po ti provocai cantendi a muttettus, ma a repentina puru a sa manera de cuss atru cantadori de Tigelliu, casteddaiu maccu, chi candu incumenzada a cantai no dd acabada mai mancu po s incras a mengianu. Arromanargiu, bittuleri, a festa acabada cun sa discua sbuida ti torrat a passai, e passat po arregolliri gliescas 153 mascaras casteddaias

143 (arrogalla e brunzu de torrai a scallai po fai mazinas de poniri in is niccius: Laris de Domu, contra a is pindaccius) e cun cussu arrisixeddu de chini dda scit longa ti torrat a nai: A sa parti... (E comenti fais a no dd accuntentai: a no ddi torrai a preniri sa discua?). 154 Aquilino Cannas

144 Su castellanu Cirdinu, prus cirdinu de sa mazzocca chi portat a manu manca, cun sa spadona e brunzu a deretta beni affarruncada e in armagoddu accozzada, de Nuraxi e Susu ndi calat. Ndi calat cumpassau, issu e totu fattu di azza, cun sa schina deretta che furconi in arrubiu mantu teteru de orbaxi chi mancu su bentuestu ddi fait pinnica o frunzidura. E diaci immoi s aturat contomosu, s abbarrat a cilla grussa abboxinendi, artu: Deu seu su Rei, no fueddu né chistionu, portu arma manna e grai poita seu sa Lei! E candu passu deu e pistu sa mazzocca basai sa terra ca deu: seu e sa Lei e su Rei! Po Deus!... Retumbat che tronu 155 mascaras casteddaias

145 sa boxi sua po totu is appendizius, arrumbulendi finas a mari. Candu a scurigau, mesu indormiscau, a ogus ischiringiaus furriat a domu, Nuraxi e Susu ddi fai luxi cun s arressoli suu luziferinu. E comenti appetigat su liminargiu:... Cunservet Deus su Re! trumbittant a una boxi is Laris de Domu arta pesendi s Insigna E gloria a s Istendardu!... (Deus!... de cali truncu ndi calaus?!). 156 Aquilino Cannas

146 Sa Mongia de Domu Candu a piccioccas no si coianta, piganta a monacai. Andanta a bivi cun d una sorri chi si fiat fatta a isposa, o cun d unu fradi, a manu e aggiudu carrali po ndi pesai una familia noa. Zia Manna, dda nomenanta is nebodeddus : Zia Manna, contasì unu contu e duennas, de mazzamurreddus, contasì unu contu e forredda... Zia Manna biviat aici, accudendi, affatteriendi intenta, i a soli arrimau arresendi po una vida sua mellus cumpria. Impressia, bessiat scetti po andai a cresia: missa resada a ora coaina, i a nundinas po grazias arriccias. Bestiat sempri de nieddu, a mantellitta o a gueffa, e velu sempri calau ma appuntau cun d una agulla a sa coronitta. A s urtima beccesa pariat fatta de peddecaminu, de brunzu, una viuda de su mundu pariat. E morendi, su velu 157 mascaras casteddaias

147 fiat su retrottu de sa lettia sua: mongia de domu, anima santa, in su celu siat. 158 Aquilino Cannas

148 L Arca di Noè Bistu su ciu? Su barzolu e su Stani? Su naviu a fundu ciattu chi alliscinat in s aqua commenti un anadi in mesu a is mangonis, a sa genti arrubia? i a dogna corpu e arremu sa conchedda e pischera ndi sartiat a foras fatta a pratta! Ma bistu heis su ciu mannu: su buzzu, carrigu de bestiamini, de armentu comenti s Arca de Noè?... ind est stupau de Maramura, de Sa Ucchera de Cala Moguru facci a Mortoriu e Su Moru. Eia, castiaiddu immoi chi s est arenau, immoi chi is maistus passaus hant lassau is barraccas de castiu e de Cala S Ologai, sutta a unu celu incilliu, ti dd hant tirau a siccu a forza e funis e libanus de ispadula e de cagnu. Passendi po S addi e is Mirrionis ti dd hant aici tragau finas 159 mascaras casteddaias

149 a Nuraxi e Susu po ddu poniri in arreparu, po ddu calafatai. E immoi calau ti dd hant in s Arriu Mudu: in s Arriu de su Scurìu. Immoi no est prus armau mancu de fraccadoris, de candu hant bocciu su Stani, aundi no nc est prus nudda de piscai si no po is marangonis allurpius... (Ahi, Andaina e S Orgiali, Pischera e Cardalai! Ahi amargu Stani e Santa Ilia!... Ma ahi de bosaterus, mala genti arrennegada! chi dd heis accaddozzau, e a tuerra dd heis furriau cun su Porto Canale. Gutta corali si calit, carrazzanus! e sciaccu mannu tengais, faineris e benduleris, medianeris, chi arruinau e isperdiu heis custu logu incantau, custa prenda manna, custa grandu grazia de Deus calada in terra!). 160 Aquilino Cannas

150 Is Adamitas Issu beni imbremigorrau sezziu in d unu scannixeddu, issa strantaxa in peis spullinca nua, e totu e is dûs diaici: a carris in foras sene mancu una folla e figu de cumpostura. Issu sonendi su pipaiolu, atturronau, e issa castiendiddu totu atturdia: Deus miu, it est cussu mazzuccu puntau? preguntat sa pibiruda. Una zironia est, eia, po t arropai! dd arrispundit issu sempri ingrilliu. Ahi, chi m intendu flammiai is murrialis, su pettignoni, abbrigai is intragnas m intendu! Ahi, coru miu, ita mi sta pighendu? preguntat issa, sa facciana. Pizziori est, eia, furighedda, pistighingiu in sinu ti stat pighendu, frori miu stimau! dd arrispundit issu fattu a trancheri e totu pigau de malicrabinu... E in cunfianza, apporridì chi in ampramanu dd has a intendi mellus custu pipaiolu, e m has a contai ita sonu, ita cuncordu, e ita sentori... tanti po ti dda nai, nareus, in cobertanza mascaras casteddaias

151 Anninnia antiga A Bau de su Levadizzu quattru gherreris in cumpostura e festa passant s Arriu Mudu, s Arriu de su Scuriu. Passant asutta e su Castiu e su Rei, sempri inguni cravau, sempri incilliu. Ma chi a lenu, cumpriu, abbasciat immoi s arma grai finas a terra. In cadrigoni, in mesu a sa turma intendia, portant a coddu una santa. Una santa in mantu e dolu. Una santa chi tenit in coa, imprassau, unu gherreri mortu. Si firmant, dd arrimant a terra giustu po dd apposentai in d unu grandu nicciu. No currit spera in su rocchili, né alientu e bentu: no s intendit sulidu. 162 Aquilino Cannas

152 Sceti is fraccadoris, barigau su Ponti e Tancadura si movint. E cun accias de brunzu, a brazzus pesaus ind arziant sa luxi po fai prus manna corti. Nostra Mamma Antiga e Dolorosa de custu populu mali uniu, de custus fillus tuus mali assortaus, chi no arrenescis mai a poni impari e chi no t asselias mai, ascurta:.... Nisciunu intendiu. Surda, a bucca siddia i a ogus serraus stesiada in issa e totu est anninniendi: Anninnia anninnia sanguni de su coru miu bocciu mi dd hant facci a is lacanas appari fertu a is palas mi dd hant a sa fidada sterrinau mi dd hant a s umbra de is landaris anninnia anninnia.... A conca incrubada, citius ascurtant s attitidu sene boxi, su prantu imperdau, immoi 163 mascaras casteddaias

153 chi fatta cirdina s est: fatta de brunzu. In pizzu e monti de Nuraxi e Susu, de Santu Francau, dì e notti arretumbant rancisonus cantus: s arraspinosa roda de su pilloni pruinu e de sa zonca... zunchius de mala fortuna comenti arrepicus de campana mala. 164 Aquilino Cannas

154 Su boe muliache Deu seu su boi naturau a facci e cristianu, e de aundi e totu ndi seu bessiu uscrau corrudu e impinnacciau. A de notti candu corrinu deu arretronant is nuraxis e de buxina mi faint boxi de morti po fai azziccai sa genti. Foras mali apparicciau deu seu po mi portai beni acuau in brenti (mansavida campis) s inimigu chi benit de mari. E mi sighit, de logu, a pei sa maccatrefa turma de is arrennegaus prus naturaus de mei: fillus de mala bacca, prus corrudus de mei. 165 mascaras casteddaias

155 S insigna de Logu Est unu pignoneddu in brunzu, a sportellittus cuncordaus cun appiccaionis pendirizzus e fattus cun arti bentuleris po sonai, po alentai is gherreris. Incimiu de un armamenta e cerbu est diaici un insigna forti, arta pesada comenti chi fessit ischidonada in d unu berrudu e cassa. (Ma, naraimì immoi: aundi s agatat? i, a s acabu, a ita est serbia? chini, dd hat sighia? i, a disora, hat a podiri torrai in bidoria?). 166 Aquilino Cannas

156 Strumpas o trampas? Palasaterra allonghiau a francas in susu i arrabbiau mi ddu castiat a sbiasciu e ddi sulat: M has pigau a sa scusa, a mamariusa m has pigau! Custa est lotta greco-romana no est fai a strumpas, tirai de pei a sa manera nostra, ma fai a trampas, arrebuserias!... E no mi castis appunziau... e no mi strecchis is buttonis! Lassamindi pesai, marranu, e giogheus a pari, facci po facci mancai a bucciconis a sbarradura. O mancai a corpus de conca... e si no ti cerfu un ogu, e si no ti scarigu e ti smurru, eia chi ti smermu e t allacanu! e no t indi pesas prus de terra... ca t hant a depiri arregolliri a cugliera. 167 mascaras casteddaias

157 Cul e Peddi Custu est maistru Efisinu sabateri, ch ind est torrendi de s essiri comporau una perra e croxu e boi beni conciau. I a balanza si dd hat carrigada in conca po dda portai in buttega (a curzu de s Arruga de is Argiolas) po dda traballai: po insolai bottas e burzighinus a cambera; burzeras po is bastascius; bottinus acciolaus po is sordaus; sabatteddas a tacconi artu cun impenas a carcangili po is sennoras; e carzolas discansadas di ananti po is traballadoras. Immoi, lompiu a logu, si ponit su deventali (eia: sa peddi e ananti) e si sezzit facci a su banghittu. Tres arrepicus de marteddu a sa sola e unu a sa perda e sassu chi tenit in coa comenti un incudina. E in custu cuncordu e sonus dogna tanti unu muttettu o una canzoni: Sabateri is crapittas portaddas a s urrei; su coru no promittas ca ddu depis a mei. O mancai unu zerriu a su zeraccu: Sciradindi conca e... e donamì su tirapei, 168 Aquilino Cannas

158 i apporrimì sa sula e su trincettu, intregamì sa zudda e pixarega, i a su mentris chi calentas sa pastetta tenimì prontas is taccitas e sa buscetta... ma candu seu po acabai is origas scioberamì de giai is cordoneras. E su bottinu est cumpriu. Immoi si ddu castiat a culu i ogu, i a ismusciu ddi fait: Ses a prumu, prontu po appettigai su logu. Ma si imburchinas... est curpa de chini no scit camminai in s arruga poita est atropegliau e chi mali pigau no scìt prus ghettai is peis nì a manca nì a deretta... andat a currigliu, arroliendi de mala manera: ammolentau. 169 mascaras casteddaias

159 Briareo In camberas, montura e cottiglia, inchighiristau de un armamenta (e ita graiori e conca!) impobonada de arangiu aresti (comenti is bois de Sant Efis), cun duas ispadas a duas azzas, a quattru ogus e quattru brazzus (ogus a lantias cuccurumeccias, guidus a sinzu beni detentus)... diaici est, appubau a gherreri, totu pigau, arregortu e prontu a parai facci a s urtimu cumbattimentu. Ma di aundi... ohi, amigu!... nd has a bessiri fattu a tancheddus. Ellus chi no?... e castiaiddu mellus immoi a chini assimbillat diaici abbisurau! Eia, balente, poita no t est abbastau custu muntoni, custu muntoni mannu di ogus e de brazzus!... ca incind hiant essiri boffius mancai centu: centu cantu a Briareo. (Ma, a distempus, naramì unu pagu, a bragheri diaci attrossau no t hant essiri pigau po mustaioni? Pigau no t hant essiri 170 Aquilino Cannas

160 po unu spantamata e bingia o de fruttali?... apparau po sciuliai sturrus e crucculeus). E torreus a contu, a deinantis ancora, a candu de fattu t hant accarrabusau, chi a s acabu, decampau, ateru no t est abbarrau chi de t acuai, de t ingrutai in is montis prontu a fai bardana a fura prana, a bandidai po si bocciri pari a pari. O mancai, sperrumau, a spudai sanguni, malaccariu sanguni in is argiolas: allenu in domu tua e totu. Argu m est a ddu nai, o fradi, ma innoi battit su grastu, innoi est s arresciu: su de t essiri abbambanau, de no t essiri mai beniu in cappiola (intre is cuccheddas) de stai a s avvertia castiendidì is palas, de portai ogus pofinzas in tidingiu po oghiai s estremagiogu de s inimigu chi teniast in costas, a curzu, appostau in logu. E no duncas iscetti a is chi beniant... da-e mare. I amargu m est, a s urtimu arremattu, su de ti biri ancora e sempri arrendiu 171 mascaras casteddaias

161 e scimingiau peus de eriseru! Ca sene gherra immoi t hant inserrau bendendidì terras e mari, tanchendidì de cementu armau. E po cantu innantis, depidu m est a su finis nai chi a nosu ateru no est aturau chi de frastimai. Frastimai a totu i a chini toccat... E giustu a bosaterus, erenzia burda de medianeris, deu nau chi no heis a poderai prus bisestas lantias, poita cras s hat a torrai de mancu pofinas s ollu santu, su comenti cussu puru heis bendiu, in mala pasca andeis! Cras, sene acciungiri po custu una dì de prus e no po dogna dì una de mancu. Cras! mainsavida campeis! 172 Aquilino Cannas

162 A ballu cantau Ma it est custu grandu atropeliu, custu stragazzu mannu e genti? Ma di aundi nd est stuppau, di aundi nd est calau custu antigoriu? custu trumbullu apretau, custu appetigu maccu, de ominis e de feras? Calaus indi sunt de su cungiau de Santu Francau, di aundi ddus hiant tancaus comenti in d unu accorru. Sfranchius hant camminau a s acua intre is gruttas, intre is domus de janas, intre is gragatus. E ndi sunt benius a innoi, in fundu a sa rocca: a m agatai. No sunt forastius castellanus nì tarrazzanus de Nuraxi e Susu, sunt de is alas, de is appendizius. Totu genti e domu, de bixinau, genti de campu in forza, genti de cumbattimentu armaus de leppa giustu in petturras. E mi castiant. Mi castiant a fisciu sene fueddai nimancu in suspu... Ma, alloddu su de is launeddas, alloddu chi de suncuna pigat a sonai 173 mascaras casteddaias

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