Interventi e discussioni su Patrimonio e forme di valorizzazione della diversità culturale. a cura di Pietro Clemente e Alessandro Simonicca
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1 Con la collaborazione di Istituto Centrale per i Beni sonori ed audiovisivi Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici delle Università di Perugia, Siena, Firenze, Milano Bicocca, Torino Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici del Dipartimento di Storia Culture Religioni, Sapienza Università di Roma VI SEMINARIO DI STUDI E DI FORMAZIONE SUL PATRIMONIO CULTURALE Anno Accademico Interventi e discussioni su Patrimonio e forme di valorizzazione della diversità culturale a cura di Pietro Clemente e Alessandro Simonicca 22 marzo ore 15,30 Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi, Via Caetani 32, Roma, SEMINARIO PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE: comunità, partecipazione, inventari Il direttore dell ICBSA Massimo Pistacchi presenta l Istituto nel quadro dei beni culturali.
2 Introduce Alessandra Broccolini, discutono Renata Meazza (Regione Lombardia), Roberta Tucci (ICCD) intervengono Alberto Sobrero, Vito Lattanzi e Pietro Clemente. Conclude Valentina Zingari Il seminario vuole riflettere sull'"imperativo partecipativo" che a livello mondiale si sta imponendo negli ultimi anni nelle attuali politiche dei Beni Culturali che riguardano il patrimonio culturale immateriale. Com è noto la Convenzione UNESCO del 2003 (Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale ICHC) ha introdotto il tema della partecipazione comunitaria al patrimonio culturale intesa come momento fondamentale per l espressione dei valori di una società civile e democratica, attraverso la messa in atto di azioni di salvaguardia, trasmissione e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. Questa attenzione dell'unesco per i temi della partecipazione di soggetti collettivi e di singoli individui portatori del patrimonio, trova riscontro nella legislazione internazionale che già da anni ha affermato l'importanza di un approccio partecipativo nel campo dello sviluppo sostenibile e dei diritti umani. Una istanza che è entrata in seguito anche in ambito comunitario europeo con l introduzione del concetto di comunità patrimoniale (comunità di eredità), contenuta nella Convenzione di Faro del 2005 del Consiglio d'europa, di recente ratificata dal'italia, che sottolinea la necessità di riconoscere un ruolo attivo delle comunità locali e dei soggetti portatori nella definizione e gestione del Patrimonio Culturale. Questa nuova istanza nei confronti del patrimonio culturale immateriale, che si sta imponendo come una "norma globale" espressione, per dirla con Herzfeld, di una nuova "gerarchia globale dei valori" (Herzfeld 2004), contiene una visione che fa prevalere l'approccio partecipativo rispetto a quello specialisticodisciplinare. Un mutamento di scenario che chiama in causa le nostre discipline che tradizionalmente rivendicano una sfera di competenze su questo ambito, nonché il ruolo professionale dell'antropologo che in questo nuovo panorama va ridefinito. Gli inventari rappresentano un campo particolarmente rilevante nel dibattito sul rapporto tra partecipazione comunitaria e competenze scientificho-disciplinari. Secondo l'articolo 12 della Convenzione, infatti, che ne prescrive la compilazione da parte degli stati parte, gli inventari vanno sempre più pensati in un'ottica partecipata, e con un coinvolgimento bottom-up delle comunità nell'individuazione e nella definizione degli elementi. Tuttavia, il tema della partecipazione comunitaria applicata al patrimonio immateriale si rivela difficile da definire e pieno di insidie dovute alla complessità degli scenari che emergono, alla eterogeneità dei soggetti coinvolti e alle ricadute che la partecipazione può generare. Inoltre negli stati parte esistono anche diverse concezioni e tradizioni scientifico-disciplinari legate alla
3 pratica degli inventari, o come è chiamata in Italia la catalogazione del Patrimonio Culturale. Queste si incardinano dentro specifiche politiche nazionali dei beni culturali, ma anche in specifici percorsi di riconoscimento di ruoli professionali, campo questo che è particolarmente sentito nella comunità antropologica italiana. Su questi temi sono state invitate a discutere nel corso del seminario: Roberta Tucci, responsabile del Servizio per i beni etno-antropologici dell'istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MIBAC e Renata Meazza responsabile dell'archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia. Materiali, pubblicazioni e link utili R. Tucci, Beni demoetnoantro1pologici immateriali, in Antropologia Museale, I, 1, 2002, pp R. Tucci, La catalogazione dei Beni demoetnoantropologici immateriali: le schede dell Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, in Voci, II, 1, 2005, pp R. Tucci, Il patrimonio demoetnoantropologico immateriale fra territorio,documentazione e catalogazione, in Strutturazione dei dati delle schede di catalogo. Beni demoetnoantropologici immateriali. Scheda BDI, seconda parte, Roma, ICCD, 2006, pp R. Tucci, Tra ricerca e istituzioni. I beni DEA, in Melissi, LXXI, 14/15, , pp R. Tucci, Etnomusicologia e beni culturali immateriali: pertinenze, competenze, processi, in L'etnomusicologia italiana a sessanta anni dalla nascita del CNSMP ( ), Atti del Convegno (Roma, Novembre 2008), a cura di F. Giannattasio e G. Adamo, Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2012, pp Convenzione quadro del Consiglio d Europa sul valore dell eredità culturale per la società, Consiglio d Europa (Faro, 27.X.2005), Roma, MiBAC, Link
4 Regione Lombardia: Legge regionale sul patrimonio culturale immateriale. LEGGE REGIONALE N. 27 DEL REGIONE LOMBARDIA - 23/10/2008 n B.U.R. 28/10/2008, n.44 - Valorizzazione del patrimonio culturale immateriale Art.1 Ambito di applicazione e finalità 1. La Regione, in conformità a quanto previsto dal proprio Statuto e ispirandosi alla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata con la legge 27 settembre 2007, n. 167 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla XXXII sessione della Conferenza generale dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), riconosce e valorizza, nelle sue diverse forme ed espressioni, il patrimonio culturale immateriale presente sul territorio lombardo o presso comunità di cittadini lombardi residenti all'estero o comunque riferibile alle tradizioni lombarde 2. Ai fini della presente legge per patrimonio culturale immateriale regionale si intendono: a) le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, i saperi, e quanto ad esso connesso, che le comunità locali, i gruppi sociali o i singoli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale, della loro storia e della loro identità ; b) la memoria di eventi storici significativi per la loro rilevanza spirituale, morale e civile di carattere universale, nonché per la loro rilevanza culturale identitaria per le comunità locali e le tradizioni orali, i miti, le leggende ad essi connessi... link: Lombardia patrimonio-culturale-immateriale.pdf Regione Lombardia. Archivio di Etnografia e storia sociale L Archivio di Etnografia e Storia Sociale è una istituzione pubblica che si occupa del patrimonio di cultura tradizionale delle comunità lombarde, della cultura delle differenze, del patrimonio immateriale nelle sue varie componenti. L Archivio di Etnografia e Storia Sociale svolge attività di conservazione, digitalizzazione e catalogazione di documenti di interesse etnoantropologico, promuove ricerche etnografiche sul campo, acquisisce fondi documentari
5 sonori, fotografici e videocinematografici provenienti da collezioni private, da enti e associazioni, sostiene e coordina progetti per la conoscenza delle culture e delle tradizioni locali. link: Regione Lombardia: R.E.I.L. (Registro delle Eredità immateriali della Lombardia) Il R.E.I.L. si articola coerentemente con le indicazioni Unesco in cinque settori: Registro dell Oralità, dedicato alle tradizioni orali (formalizzate e non), alle modalità espressive, ai registri linguistici, ai valori e alle memorie collettive Registro delle Arti e dello Spettacolo, dedicato alle performance artistico-espressive, come la musica, il ballo, il teatro, le arti figurative, fino a comprendere le rappresentazioni tradizionali dello spettacolo di piazza e degli artisti ambulanti Registro delle Ritualità, dedicato ai riti religiosi e laici, alle feste, alle pratiche sociali collettive legate ai cicli di vita e dell anno, all intrattenimento e ad altri momenti significativi della vita culturale dei singoli e delle comunità Registro dei Saperi Naturalistici, dedicato alle pratiche e alle conoscenze legate alla natura e all universo Registro dei Saperi Tecnici, dedicato alle tecniche lavorative e ai saperi agricoli e artigianali collegati alla produzione di oggetti duraturi ed effimeri, all alimentazione, all allevamento, alla caccia e pesca. Nel 2010, attraverso invito pubblico, sono stati finanziati 29 progetti. Azioni esemplari rivolte alla sensibilizzazione verso il patrimonio immateriale e alla sua conoscenza, che possano aiutare lo sviluppo locale in termini di sostenibilità. La promozione di questi interventi può produrre un forte impatto sulle realtà locali, accrescere la consapevolezza verso le risorse culturali dei territori, favorire il rafforzamento del legame tra beni culturali e identità territoriale, coinvolgere le generazioni più giovani in esperienze dirette di ricerca sul patrimonio culturale immateriale. Link: Portale E.CH.I. (Etnografie Italo-Svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale)
6 Link: E.CH.I. - Intangible Search - Inventario del patrimonio culturale La Convenzione Unesco del 2003 riconosce il patrimonio culturale immateriale come parte significativa e fondante delle comunità del mondo. Afferma la necessità di rispettare il patrimonio culturale immateriale per salvaguardare i tratti specifici e distintivi di ciascuna comunità. La Convenzione non intende stabilire una gerarchia, né tanto meno conferire un valore maggiore o minore ai patrimoni. Afferma invece che il patrimonio immateriale di tutte le comunità debba essere salvaguardato. Tra le misure destinate a garantire la vitalità del patrimonio culturale immateriale, la Convenzione invita ad attivare la realizzazione di inventari. Intangible Search è uno di questi strumenti. L inventario online rende accessibile e diffonde la conoscenza dei "beni viventi", che si manifestano attraverso le tradizioni orali, le lingue, le arti performative, i saperi tecnici, le pratiche sociali, gli eventi rituali e festivi. La Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003 è alla base di questo inventario online, realizzato da Regione Lombardia in collaborazione con i partner del progetto E.CH.I. "Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale" - Programma Italia-Svizzera L inventario è costantemente aggiornato e implementato dalle comunità e dai soggetti detentori e protagonisti del patrimonio culturale immateriale. 1) Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale link: 2) C. Bortolotto e M. Severi, "Inventari del patrimonio immateriale: top-down o bottom-up?", (Antropologia Museale, 2012, n. 28/29) link: 3) "Identificazione partecipativa del patrimonio culturale immateriale" ( a cura di ASPACI - Associazione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale - Progetto E.CH.I. Etnografie italo-svizzere per la valorizzazione
7 del patrimonio immateriale - P.O. di Cooperazione Transfrontaliera Svizzera Italia link: _Immateriale_dossier.pdf Forum Ricercatori ICH: link
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