GIORNO DELLA MEMORIA

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Silvano Pellegrino
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LUNEDI 27 GENNAIO 2014 GIORNO DELLA MEMORIA Lunedì 27 gennaio 2014 alle ore 10.

1 LUNEDI 27 GENNAIO 2014 GIORNO DELLA MEMORIA Lunedì 27 gennaio 2014 alle ore alunni, associazioni e cittadini si sono ritrovati in Piazza Maggiore, all angolo con via Marconi per rendere omaggio ad Anna ed Emma Ascoli Zevi, due concittadine di etnia ebraica che in questo luogo gestivano un negozio di mercerie e qui furono arrestate il 4 dicembre Dopo un breve periodo trascorso nel campo di concentramento di Vo Vecchio, furono deportate ad Auschwitz e qui morirono. L Amministrazione Comunale ha posto una targa ricordo ed ogni anno le scolaresche si ritrovano per la cerimonia commemorativa. Dopo la ricorrenza in Piazza, gli alunni delle classi quinte delle scuole primarie Unità d Italia, M. Sartori Borotto e G. Pascoli assieme agli studenti di altre scuole di Este hanno presentato presso il Teatro dei Filodrammatici musiche, riflessioni, poesie, testi sintesi di lavori svolti a scuola che avevano come tema i tragici eventi della Shoah. Qui vengono tratteggiati alcuni interventi degli alunni delle tre scuole primarie. L impegno profuso dai ragazzini è stato notevole, le emozioni e i sentimenti, che si sono intrecciati durante gli approfondimenti svolti, li hanno resi consapevoli di quanto sia importante - affermare e rispettare la dignità umana - sostenere con coraggio il valore della libertà - testimoniare l importanza della tolleranza e dell accoglienza al di là delle differenze - mantenere la memoria storica - salvaguardare la nostra esistenza con il sentimento della speranza LA STORIA RICORDA La storia insegna, la storia aiuta a non dimenticare e a poter cambiare! LA VITA E BELLA!!! La vita è speranza, della vita sono belle tante cose, una di queste è la speranza.

LA SPERANZA Quando al mattino ci si sveglia e fuori è una bella giornata, la speranza quando si incontra un viso sorridente, quando s incontrano persone speciali.

Ma poi la storia ci insegna che, a volte, non si può più sognare, che si deve guardare in faccia la realtà, che non è come si voleva o come si poteva. E cattiva e dura a volte la realtà.

2 LA SPERANZA Quando al mattino ci si sveglia e fuori è una bella giornata, la speranza quando si incontra un viso sorridente, quando s incontrano persone speciali. Il film La vita è bella inizia così, pieno di speranza, di forza, di voglia di vivere anche in un momento difficile, perché quando ci sono gli affetti forti e sinceri si può vincere tutto! Ma poi la storia ci insegna che, a volte, non si può più sognare, che si deve guardare in faccia la realtà, che non è come si voleva o come si poteva. E cattiva e dura a volte la realtà. E non si può fare altro che affrontarla, ma mai perdere la speranza, che diventa l unico modo per sopravvivere, per pensare di essere ancora uomini e donne, per ricordare chi c era prima della tempesta. Giosuè è la speranza, è l innocenza, è il modo per salvarsi, per ritrovarsi, è la forza di andare avanti. Perché se almeno lui continua a credere che la vita sia bella, allora la speranza non muore. Perché la speranza di un mondo migliore non muoia mai. Perché non dobbiamo scordarci della storia. Perché la vita sia bella per ogni uomo sulla Terra. PER NON DIMENTICARE! MAI PIÙ! MAI PIÙ! MAI PIÙ! MAI PIÙ!

3 CAMBIARE, MA NON DIMENTICARE CLASSE V B SCUOLA PRIMARIA UNITA D ITALIA

Il testo parla del piccolo Isaac e della sua famiglia: genitori attenti ed affettuosi, una sorella minore di nome Aurora, ricca di intelligenza e di sensibilità, anche se muta.

4 In occasione della Giornata della Memoria abbiamo riflettuto sulla storia raccontata nel romanzo E stato il silenzio di Paola Valente. Racconteremo i momenti fondamentali di questa emozionante storia con alcuni brani tratti dal libro. Il testo parla del piccolo Isaac e della sua famiglia: genitori attenti ed affettuosi, una sorella minore di nome Aurora, ricca di intelligenza e di sensibilità, anche se muta. Eppure c è qualcosa che non va. Il papà nasconde un segreto, qualcosa di cui non vuole parlare e che riguarda i suoi genitori. Si tratta di un segreto terribile, che Isaac scopre a poco a poco durante una vacanza al mare. Il bambino viene a conoscenza di un momento fra i più dolorosi della storia umana: la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Un giorno la mamma mi annunciò che saremmo partiti per il mare e avremmo abitato nella casetta di papà..in un angolo della piccola casa, notai una cassapanca che aveva una serratura ma non c era la chiave. Volevo vedere cosa c era dentro ma mio padre rispose brusco:- La chiave è andata perduta-. I miei giorni trascorrevano giocando con i ragazzi conosciuti al paese; un giorno, durante una lite uno di loro mi disse: - Non ne vale la pena di combattere contro uno che ha un padre ebreo-. Una mattina il mio sguardo si posò sulla cassapanca. Cercai la chiave e finalmente la trovai Alzai il coperchio trovai un album di foto ingiallite, due carte d identità.compresi allora che si trattava dei miei nonni paterni e che il bambino ritratto era mio padre La porta si spalancò ed entrò mio padre. I suoi occhi corsero sulla cassapanca aperta e si mise a piangere Finalmente i nostri genitori ci raccontarono che i nonni paterni erano ebrei e morirono dopo essere stati deportati nei campi di concentramento. Mio padre però si salvò perché fu nascosto da una famiglia di questo paese.si sentiva in colpa per essere sopravvissuto, una colpa che si porta dentro da allora. Continuò dicendo:- Non volevo ricordare, credevo che dimenticando sarei guarito, mi sono chiuso nel silenzio più totale riguardo al

5 mio passato, non ho voluto più saperne niente, i miei figli mi hanno costretto ad affrontarlo-. Rotti gli argini del suo cuore, concluse dicendo: - NON SI PUO GUARDARE AL FUTURO SENZA AVER FATTO I CONTI CON IL PASSATO -. Da E stato il silenzio CLASSE VA SCUOLA PRIMARIA UNITA D ITALIA Dopo alcune letture e conversazioni gli alunni hanno scelto di riflettere sulla differenza tra la loro vita di oggi e quella dei coetanei perseguitati durante il periodo storico analizzato. Ne è uscito un dialogo tra i bambini del PASSATO e quelli del PRESENTE. Legenda : BP = bambini del passato Bpr = bambini del presente Ins = insieme BAMBINI DEL PASSATO BAMBINI DEL PRESENTE BP Noi siamo i bambini ebrei del passato. Bpr Noi siamo i bambini di oggi. BP Ogni giorno gli altri ci insultavano e ci prendevano in giro. Bpr Noi oggi ci prendiamo in giro per delle sciocchezze. BP Noi eravamo considerati inferiori. Bpr Oggi cerchiamo di valorizzare ogni persona. BP Non uscivamo mai dal ghetto e ci era proibito andare a scuola. Bpr Noi siamo liberi di andare ovunque e ci è garantito lo studio. BP Ci è stata tolta la dignità, siamo stati perseguitati e imprigionati nei lager. Bpr Noi siamo liberi e non siamo perseguitati da nessuno. BP Bpr La nostra storia è la TESTIMONIANZA e serve per RICORDARE. Il vostro ricordo fa parte del nostro SAPERE, è la MEMORIA BP Noi il PASSATO Bpr e noi il PRESENTE Ins Siamo la STORIA Conoscere il PASSATO per capirlo sempre di più e indagare il PRESENTE è fondamentale per migliorare il FUTURO. CLASSE V A SCUOLA PRIMARIA M. S. BOROTTO

6 SCARPETTE ROSSE C è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove sulla suola interna si vede ancora il marchio di fabbrica c è un paio di scarpette rosse infantili più in là c è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane servivano a fare coperte per i soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nei forni. C è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica erano di un bimbo di tre anni chissà di che colore erano i suoi occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare VORREI VOLARE In un acceso rosso tramonto, sotto gl ippocastani fioriti sul piazzale giallo di sabbia, ieri, oggi, i giorni sono tutti uguali, belli come gli alberi fioriti. E il mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Un filo spinato impedisce che qui dentro sboccino fiori. Non posso volare. Peter anche i suoi piedini li possiamo immaginare Terezin ) scarpa numero ventiquattro per l eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole ( da Poesie dei bambini del ghetto di Poesie recitate dagli alunni delle classi V A e V B della scuola primaria G. Pascoli

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