Prigione. Vivere una sola vita, in una sola città, in un solo paese, in un solo universo vivere in un solo mondo è prigione.

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1 Prigione Vivere una sola vita, in una sola città, in un solo paese, in un solo universo vivere in un solo mondo è prigione. Amare un solo amico, un solo padre, una sola madre una sola famiglia amare una sola persona è prigione Conoscere una sola lingua, un solo lavoro, un solo costume, una sola civiltà conoscere una sola logica è prigione. Avere un solo corpo, un solo pensiero, una sola conoscenza, una sola essenza, avere un solo essere è prigione. ( Ndjock Ngana, Camerun) 1

2 INTRODUZIONE Nel corso del XX secolo i flussi migratori, a livello mondiale, non si sono praticamente mai arrestati, né si arresteranno a breve termine. Il continuo spostamento di individui singoli, di famiglie, di intere comunità ha motivazioni molte complesse, che sono inerenti sia alla necessità di fuga (dovuta ad esempio a siccità, carestie, disoccupazione, mancanza di libertà religiose e politiche, oppure molto più spesso, all esplosione di guerre e conflitti di vario tipo), sia all attrazione che alcuni paesi e culture esercitano sulle popolazioni di altri paesi, grazie anche alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. 1 A partire dal secondo dopoguerra il processo di ricostruzione e il successivo sviluppo industriale determinarono lo spostamento di decine di milioni di persone, dai paesi del sud dell Europa (Italia, Grecia,Spagna, Iugoslavia), dal Maghreb, dalla Turchia verso le nazioni del centro e del nord europeo (soprattutto Germania, Belgio, Svizzera, Francia). Secondo Melotti U., in Europa, le migrazioni internazionali negli anni 50 e 60 hanno assolto ad una funzione precisa: quella di fornire ai paesi che ne abbisognavano la manodopera necessaria alla ricostruzione postbellica. Sebbene queste ondate migratorie sollevassero forti problemi sociali, di rado determinarono scontri tra le popolazioni autoctone e quelle immigrate, alla quali anzi vennero offerte discrete possibilità di integrazione nel corso del tempo 2. Il panorama è notevolmente cambiato negli ultimi decenni, da quando cioè in molti paesi del mondo la situazione economica, politica e sociale è peggiorata fino a raggiungere livelli raramente verificatisi in precedenza. Oggi il fenomeno dell emigrazione riguarda soprattutto quei paesi che sono strangolati da un elevatissimo debito estero, oppure sono interessati da conflitti che provocano spostamenti di popolazioni, prima dalle campagne alle città, e poi verso i paesi più ricchi e stabili, in cerca sia di un rifugio sia di opportunità di lavoro. La condizione più emblematica di questo nuovo fenomeno migratorio è oggi quella dei profughi, calcolati in decine di milioni e in costante aumento, la cui sorte dipende da un 1 Enciclopedia Premium ( ) 2 Melotti U.,Migrazioni internazionali. Globalizzazioni e culture.mondadori,(2004),milano. 2

3 improbabile ripristino di condizioni politiche e sociali tollerabili e da un ancora lontano avvio di un processo di redistribuzione delle risorse. Dalla seconda metà degli anni settanta l Italia, per la prima volta dalla nascita dello Stato unitario, da paese esportatore in altre parti del mondo di manodopera trasformò il suo ruolo in quello di importatore di risorse umane. Questo elemento fa emergere che l economia italiana subì un mutamento in quegli anni: con il boom economico, l Italia era entrata a far parte dei paesi più ricchi e poco tempo dopo era stata interessata dai primi flussi migratori provenienti dai paesi poveri. Il fenomeno è poi andato consolidandosi nel corso degli anni ottanta. Mentre all inizio le aree più interessate erano le grandi città, Roma in particolare, successivamente e soprattutto negli ultimi anni, si è assistito ad una dispersione sul territorio, con il crescente coinvolgimento delle regioni settentrionali. La domanda di lavoro, particolarmente intensa nel nord del paese, dove alla fine degli anni ottanta, i tassi di disoccupazione erano molto bassi e dove comunque l offerta di lavoro locale non soddisfaceva sempre tale domanda; gli sconvolgimenti degli assetti politicoistituzionali dell Europa dell Est, che hanno permesso per la prima volta alle popolazioni di emigrare nell ambito del ricco Occidente: sono tutti elementi che hanno contribuito all aumento dei flussi migratori che si sono diretti verso l Italia, dando contemporaneamente inizio ad un processo di inserimento degli immigrati nel sistema occupazionale. Questo lavoro di tesi riguarda un ambito territoriale ben preciso: la città di Vicenza. Vicenza, inserita nel contesto regionale del Veneto, offre un punto d osservazione per la conoscenza del fenomeno dell immigrazione molto interessante. Esistono all interno di questa realtà territoriale delle contraddizioni: da una parte c è la volontà di salvaguardare la propria identità culturale, dall altra c è l apertura verso le altre culture, che non è avvenuta in questi ultimi anni come si potrebbe pensare: questo raffronto con tradizioni culturali diverse ha radici storiche che affondano nel medioevo quando i mercanti esploravano le terre d oriente, talvolta rischiando la vita in cerca di nuove occasioni di ricchezza. Molti osservatori della realtà veneta mettono in evidenza questo rapporto ambivalente che esiste tra i veneti della generazione passata, che per sfuggire alla miseria emigravano verso altri continenti e gli immigrati di oggi, che vivono le stesse situazioni di un tempo in Veneto, una 3

4 regione d Italia che ha avuto un sorprendente boom economico. Questo studio ha lo scopo di analizzare la realtà socio-economica,ambientale e culturale degli stranieri che vivono a Vicenza e il rapporto che hanno instaurato con la città che li ospita. In modo particolare si analizzeranno le dinamiche che li hanno portati a raggiungere questa area geografica, abbandonando cosi la loro terra d origine; si cercheranno di analizzare le motivazioni di questa scelta, inoltre si cercheranno di comprendere i fattori d attrazione che li hanno spinti a preferire Vicenza. Questo studio tenterà di offrire motivi di riflessione per il dibattito dell immigrazione attualmente in corso. 4

5 CAPITOLO 1 LA PRESENZA STRANIERA IN ITALIA 1.1 L IMMIGRAZIONE NEL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO ITALIANO Le numerose analisi del fenomeno proposte da studiosi di varie discipline scientifiche confermano ormai che il fenomeno migratorio in Italia e in Europa non è un fenomeno temporaneo e che nel breve periodo non solo non cesserà, ma è destinato a crescere ulteriormente. Inoltre, appare sempre più evidente il contributo positivo, ancorché necessario, che l ingresso e la permanenza stabile di cittadini stranieri nel territorio italiano può generare. Un dato per tutti è certamente legato alle dinamiche di carattere demografico: il basso tasso di natalità registrato in Europa che per l Italia ha portato alla crescita zero della popolazione (uno dei tassi più bassi del mondo), produrrà un progressivo e inevitabile invecchiamento della popolazione e ciò renderà sempre più necessaria una presenza stabile in Italia di generazioni più giovani provenienti dall estero. 3 Secondo Franco Pittau, le migrazioni, nonostante i problemi connessi, possono essere una grande opportunità a livello economico, politico, sociale, religioso 4 : a livello politico le rimesse degli immigrati costituiscono una speranza per lo sviluppo economico dei loro paesi; a livello culturale, dopo l esperienza del colonialismo, si ha l opportunità di realizzare un incontro più aperto tra persone portatrici di culture diverse per favorire da entrambe le parti un arricchimento; a livello politico c è la possibilità di uno scambio proficuo sui temi della laicità e della democrazia come forma di convivenza; a livello migratorio l esperienza migratoria può aiutare a superare i fondamentalismi presenti in tutte le religioni ed a considerare le diverse fedi religiose come veicoli di pace. 3 Ministero del Lavoro. Immigrati in Italia.Luglio Pittau F., Condizioni e bisogni dell immigrato, in Intercultura, Vicenza,

6 Attraverso i dati ufficiali sulla presenza straniera verranno definite le tendenze e le evoluzioni sociali in atto nel contesto nazionale italiano. I dati degli anni trascorsi verranno confrontati con quelli relativi all anno in corso (2007); attraverso il confronto verrà tenuto in considerazione che dal primo gennaio 2007, la Romania e la Bulgaria sono entrate a far parte dell Unione Europea. Grafici dell Europa politica 1995 Nel 2004 sono entrate nell Unione Europea: la Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Malta e Cipro. 6