4 Monitoraggio degli interventi diretti

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "4 Monitoraggio degli interventi diretti"

Transcript

1 4 Monitoraggio degli interventi diretti 81 Torna al menù principale

2 4.1 Premessa L applicazione delle tecniche d intervento diretto, illustrate nel capitolo precedente, non garantisce il raggiungimento di risultati ottimali e permanenti, se prima non sono state comprese appieno le cause che hanno determinato lo stato di compromissione dell invaso e non sono state acquisite le informazioni che permettono di ricostruire l evoluzione del lago e la sua storia pregressa. Per la verifica dell efficacia dell intervento è di fondamentale importanza poter confrontare le variazioni in atto a carico dei parametri di qualità delle acque con quelle che caratterizzavano l invaso nel periodo precedente all intervento. Si tratta cioè di dare avvio alla raccolta sistematica e scientificamente corretta di dati analitici. Il monitoraggio è uno strumento essenziale, che deve accompagnare in modo coerente ogni possibile intervento di recupero di un corpo idrico lacustre. Questo paragrafo definisce e spiega come usare lo strumento del monitoraggio, sia in corso d opera, in concomitanza cioè con l intervento, sia nel periodo successivo, con tecniche di controllo dette di lungo termine, da non sottovalutare se si vuole che i risultati raggiunti con l intervento di risanamento permangano inalterati e si mantengano negli anni a venire. I responsabili della pianificazione e della gestione degli invasi, troveranno informazioni pratiche su come si progetta e si implementa un programma di monitoraggio durante e dopo l intervento di recupero. Viene infatti presentata una rassegna di tecniche di monitoraggio specifiche per ciascuna delle tipologie di intervento diretto analizzate, cui si aggiunge la descrizione dei criteri che devono guidare i responsabili del controllo dei corpi idrici, nel programmare corrette campagne di monitoraggio nel lungo periodo, sia sul lago che sui suoi tributari e in tutto il bacino imbrifero (monitoraggio integrato). Le metodologie che vengono nel seguito illustrate suppliscono alla carenza di informazione adeguata sul piano tecnico e scientifico, in un momento come quello attuale in cui le strutture istituzionalmente preposte al controllo dell ambiente devono procedere alla classificazione dei corpi idrici, individuare obiettivi di qualità e fornire ai pianificatori le indicazioni necessarie alla redazione di Piani di Tutela (Cfr. Decreto legislativo 152/1999). Le problematiche trattate nel presente paragrafo, grazie alla loro specificità in relazione alle diverse tecniche di monitoraggio raccomandate, costituiscono anche un necessario punto di riferimento nella fase di diagnostica (i.e. di valutazione dello stato di compromissione di un lago e programmazione delle azioni da intraprendere per il suo recupero) e nella conseguente fase di de- 83

3 cisione riguardante la promozione di studi di fattibilità tecnico-economica e la scelta degli obiettivi di qualità da raggiungere, e quindi delle tecniche di intervento più adatte. Le informazioni fornite da un programma di monitoraggio correttamente pianificato, si dimostrano particolarmente utili nello sviluppo di un progetto ed hanno valenza plurima: consentono di individuare la causa e/o la sorgente del danno ambientale (potenziale o reale); rappresentano la base per selezionare le tecniche di recupero e/o di protezione più appropriate; nel corso dello sviluppo del progetto, rendono disponibili le indicazioni sugli effetti dell intervento e sulla necessità di eventuali aggiustamenti e correttivi; ad intervento ultimato, consentono di valutare i risultati raggiunti e l impatto del trattamento sull intero ecosistema lacustre. Per avere successo un programma di monitoraggio deve essere commisurato ai problemi specifici e agli obiettivi di ciascun progetto. Il piano dovrà coprire i periodi sia di realizzazione del progetto che quelli successivi alla fase di trattamento, dovrà inoltre contemplare misure e determinazioni analitiche sia nelle acque dell invaso che nel bacino ad esso afferente (immissario ed altri tributari). Parallelamente dovranno essere acquisite le conoscenze sulle caratteristiche e peculiarità del bacino imbrifero, evidenziando la presenza di particolari criticità e/o fonti importanti di inquinamento da nutrienti. In ogni piano di monitoraggio devono essere inclusi e definiti i seguenti elementi: frequenze di campionamento e ubicazione delle stazioni di misura; numero dei campioni; tipo di campioni (puntuale, composito, ecc.); numero delle repliche di campo (bianchi) richieste per garantire i requisiti di assicurazione di qualità dei dati prodotti; procedure di raccolta dei campioni e di misura in campo; metodi analitici. Gli obiettivi del programma di monitoraggio e il livello di dettaglio richiesto variano grandemente da lago a lago (laghi di pianura, collinari o alpini), ma in ogni caso sarà necessario concentrare le risorse finanziarie, sovente limitate, per ottenere un appropriato livello di informazione, senza sovraccaricare l intero progetto (gestione dell intervento, analisi dei dati e sviluppo del progetto stesso) con un eccesso di risorse destinate al solo monitoraggio. 84

4 In riferimento alle esperienze riportate in letteratura, i costi relativi alla componente monitoraggio non superano di norma il 10% della spesa totale prevista e molto spesso sono vicini al 5% dell investimento complessivo. Molto dipende dal livello di dettaglio richiesto dal monitoraggio a lungo termine, che può assorbire molte risorse, oppure dalla particolare tipologia del bacino tributario che può rendere particolarmente onerosa l individuazione delle sorgenti di nutrienti e quindi la corretta quantificazione dei carichi. 4.2 Monitoraggio pre-intervento Il monitoraggio di pre-progetto è generalmente condotto ai fini diagnostici e consente di sviluppare la fase iniziale di un progetto, detta studio di fattibilità. Questo tipo di monitoraggio può rivelare la sorgente o la causa del degrado e fornisce le indicazioni sulle possibili misure di intervento per il suo recupero. In ogni caso questa fase del monitoraggio deve mettere a disposizione importanti informazioni che costituiscono la base-dati di partenza, con cui i risultati delle fasi successive del monitoraggio verranno confrontati. Per il bacino padano, la grande maggioranza dei corpi idrici lacustri non dispone di una base dati pregressi o sufficientemente rappresentativi dello stato di qualità attuale, eccezion fatta per i Grandi Laghi e per quegli invasi (Lago di Varese, Laghi Briantei, ecc.) per i quali sono stati proposti, e/o in corso di realizzazione, interventi diretti di recupero. Negli altri casi è possibile fare riferimento ai censimenti condotti in anni passati dall IRSA-CNR, che ha raccolto i dati morfometrici di un gran numero di invasi (naturali, naturali-ampliati, artificiali), nonché dati relativi alla qualità delle acque e alle sorgenti di inquinamento presenti nel bacino tributario. L attuale quadro normativo (D.Lgs.152/99), basato sulla classificazione dei corpi idrici, laghi compresi, e sulla individuazione degli obiettivi di qualità da raggiungere attraverso la redazione dei Piani di Tutela, consentirà nel prossimo futuro di colmare questa lacuna e di completare il quadro delle conoscenze per molti piccoli e medi invasi. Le prescrizioni contenute nel citato decreto relativamente alle modalità di controllo delle acque lacustri, alle procedure e ai parametri da analizzare, permetteranno di delineare situazioni di particolare criticità e di individuare azioni di risanamento, comprese quelle che prevedono gli interventi diretti. Sebbene quanto previsto dall attuale normativa possa consentire di indivi- 85

5 duare le situazioni lacustri di maggiore criticità, i controlli periodici previsti dalla legge non sono sempre sufficienti per delineare al meglio lo stato di qualità di un corpo lacustre. I piani di monitoraggio pre-intervento, nei casi in cui le conoscenze sono solo sommarie, devono perciò garantire il raggiungimento di un livello di conoscenza avanzato dei fenomeni che avvengono all interno del corpo lacustre. In questi casi dovrebbe essere prevista una campagna di studio almeno annuale, con indagini limnologiche sia sulle caratteristiche biotiche che su quelle abiotiche dell ecosistema considerato. Si riporta, di seguito, un esempio di come dovrebbe essere strutturato un piano di monitoraggio pre-intervento: Acque Frequenza dei campionamenti: mensile Profondità dei campionamenti: 0, 2, 5, 10, 20, 30, 50, e ogni 50 m fino al fondo Parametri: Trasparenza, Temperatura, ph, alcalinità, Conducibilità elettrica specifica, Ossigeno disciolto, Composti del fosforo (P-PO 4 e Ptot), Composti dell Azoto (N-NH 3, N-NO 2, N-NO 3, N totale), Clorofilla a Sedimenti Frequenza dei campionamenti: semestrale Parametri: granulometria, contenuti di acqua e di sostanza organica, concentrazioni di P totale, N totale, metalli pesanti, pesticidi organoclorurati, rilasci di fosforo in condizioni aerobiche e anaerobiche. Parametri biologici Con frequenza mensile: 1. Determinazione, conteggio degli individui (e delle colonie) e misura della biomassa delle specie algali presenti nello strato epilimnico (campione integrato), 2. Determinazione e conteggio delle specie zooplanctoniche (crostacei e rotiferi) presenti (sulla colonna d acqua superficie-fondo), Con frequenza semestrale: 1. Mappatura delle aree costiere colonizzate da macrofite e loro caratterizzazione quali-quantitativa. Con frequenza annuale: 1. censimento delle specie ittiche presenti. 86

6 4.3 Monitoraggio post-intervento Nel Programma Clean Lakes degli USA, l EPA prescrive che il monitoraggio nella fase di ultimazione del progetto prosegua per un anno intero, dopo che i risultati previsti sono stati raggiunti, (in ogni caso per un anno almeno a partire dalla data di installazione delle attrezzature di intervento). Le ragioni del monitoraggio di post-trattamento, risiedono nella necessità di rendere disponibili i dati utili a verificare i risultati dell intervento stesso e l efficienza delle misure di recupero adottate: è necessario verificare se la tecnica prescelta ha funzionato e se l intervento ha perciò avuto successo. È importante sottolineare che la certezza sui risultati raggiunti viene fortemente garantita da un monitoraggio che prosegue nel lungo termine (da tre a cinque anni), specialmente nel caso di tecniche di intervento quali ad esempio il dragaggio dei sedimenti. Nei paragrafi successivi saranno discussi i progetti di monitoraggio e la loro durata, in relazione soprattutto a quelle procedure di intervento che richiedono più del minimo prescritto di un anno per la fase di monitoraggio post-trattamento. Le differenti tecniche d intervento richiedono approcci diversi al monitoraggio. Nella fase di svolgimento del progetto devono essere definiti i criteri per una pronta interruzione dell intervento allo scopo di prevenire danni ambientali non previsti. Ogni misura e/o determinazione eseguita deve avere come obiettivo sia la valutazione del grado di efficienza dell intervento, sia la protezione dell ecosistema lacustre da impatti negativi indesiderati che si dovessero verificare durante la fase di trattamento. Nelle pagine che seguono, sono riportate le raccomandazioni per pianificare corrette campagne di monitoraggio calibrate per ciascuna tecnica di intervento diretto. In questo modo l utente è messo nelle condizioni di procedere lui stesso a pianificare direttamente le azioni di monitoraggio in relazione a progetti specifici. I piani di monitoraggio descritti definiscono un approccio standard per la verifica del successo di ciascun tipo di intervento. Questi piani di monitoraggio sono organizzati in modo tale da assolvere alla duplice funzione di: valutare i risultati del trattamento e; consentire la protezione dell ecosistema lacustre da effetti avversi derivanti dal trattamento in atto. 87

7 La valutazione dei risultati non dovrebbe riguardare soltanto il grado di efficienza del trattamento impiegato, ma più in generale deve consentire di verificare se il progetto ha complessivamente permesso di raggiungere gli obiettivi di qualità prefissati. Per questa ragione vengono fornite specifiche tecniche per ciascun tipo di intervento diretto. D altra parte raramente progetti di recupero di invasi degradati prevedono l applicazione di una sola tecnica d intervento, molto spesso è infatti richiesta la combinazione di due o più tecniche. Di conseguenza i piani consigliati possono variare in funzione delle particolari esigenze di ciascun progetto individuale. Molto spesso le misure di intervento diretto sono condotte in concomitanza con misure di controllo dei carichi di nutrienti esterni, generati e liberati dal bacino tributario. Da qui la necessità di valutare anche per il lungo periodo l evoluzione del sistema lago-bacino imbrifero, a valle del trattamento e a seguito delle azioni di controllo delle sorgenti di inquinamento, puntuali e diffuse, nel bacino. La Tabella 4.1 e la Tabella 4.2 riassumono le tecniche di trattamento descritte in questo capitolo ed elencano l importanza relativa dei parametri più comunemente utilizzati nel controllo dell invaso, durante e dopo la fase di intervento. In ogni caso, la discussione sugli aspetti operativi del trattamento e sugli effetti di ciascuna tecnica è condotta limitatamente al livello strettamente necessario per la comprensione dello specifico approccio impiegato nel programmare l attività di monitoraggio. Le tipologie di trattamento sono qui suddivise in funzione dell obiettivo desiderato: controllo dell eutrofizzazione; aumento o mantenimento della profondità di invaso; controllo delle piante acquatiche (idrofite sommerse e altre macrofite). La medesima metodologia può essere utilizzata per scopi differenti e può richiedere differenti piani di monitoraggio, configurati quindi in funzione dello scopo. 88

8 Tabella 4.1 Monitoraggio delle acque lacustri durante la fase del trattamento ( 1 ) TECNICHE DI INTERVENTO OD Temp. TP DRP N-NO 2 N-NH3 N-NO TKN CHL MACRO ph ALK SD A Z TX 3 Controllo Eutrofizzazione Precipitazione chimica E( 2 ) E E E E E - - E Diluizione/Washout - - E E E E E Aerazione-circolazione E E Aerazione ipolimnica E E Prelievo ipolimnico E E E E E E Ossidazione dei sedimenti Biomanipolazione E E U( 3 ) U U U U E U - - E - E E Aumento della profondità Dragaggio E E E E E - - E - E - E Controllo delle piante acquatiche Abbassamento dei livelli idrici ed esposizione dei fondali E E E Sfalcio e aratura dei sedimenti U U U U E E - - E Uso di sostanze chimiche E E U U U U U E E - - E - - E Introduzione di pesci erbivori E E U U U U U E E - - E - - E (1) Questo monitoraggio è indipendente dal tipo di monitoraggio cui il lago era sottoposto nel periodo antecedente l inizio dell intervento e che é servito nella fase di diagnostica-studio di fattibilità del progetto in corso. (2) E rappresenta un parametro di qualità delle acque essenziale. (3) U rappresenta un parametro di qualità delle acque utile, ma non essenziale. Abbreviazioni: OD: Ossigeno Disciolto Temp: temperatura delle acque TP: Fosforo Totale. DRP: Fosforo reattivo disciolto ALK: Alcalinità SD: Disco Secchi N-NH3: Azoto ammoniacale N-NO2: Azoto nitroso TKN: Azoto Kjeldahl. CHL: Clorofilla a. MACRO: Macrofite. A: Alghe Z: Zooplancton N-NO3: Azoto nitrico TX: altri parametri specifici (Vedi testo). 89

9 Tabella 4.2 Monitoraggio dell invaso dopo l intervento ( 4 ) TECNICHE DI INTERVENTO OD Temp. TP DRP N-NO2 N-NH3 TKN CHL MACRO ph ALK SD A Z TX N-NO3 Controllo Eutrofizzazione Precipitazione chimica E E E E E U E E E - - E Diluizione/Washout - - E E E E E E U - - E Aerazione-circolazione E E U U U U U E U E - E E - - Aerazione ipolimnica E E U E E U U E U - - E - - E Prelievo ipolimnico E E E E E U U E U E U E Ossidazione dei sedimenti E E E E E E - E U E E E - - E Biomanipolazione E E U U U U U U - - E E E Aumento della profondità Dragaggio U U U U E E - - U - - E Controllo delle piante acquatiche Abbassamento dei livelli idrici ed esposizione dei fondali U U U U E E - - E Sfalcio delle macrofite e aratura dei sedimenti U U U U E E - - E Uso di sostanze chimiche E E U U U U U E E - - E Introduzione di pesci erbivori E E U U U U U E E - - E - - E (4) I risultati di questo monitoraggio devono poter essere confrontati con quelli raccolti nel periodo precedente all intervento, nella fase di diagnostica-studio di fattibilità del progetto. (Per la simbologia impiegata, cfr. la tabella precedente.) 90

10 4.4 Monitoraggio a seguito di interventi per il controllo dell eutrofizzazione Sono discusse le seguenti tecniche d intervento con i relativi piani di monitoraggio: precipitazione/inattivazione dei nutrienti; circolazione artificiale; aerazione ipolimnica; prelievo ipolimnico; diluizione/washout; manipolazione delle catene alimentari (biomanipolazione); ossidazione dei sedimenti. I parametri che vengono solitamente inclusi nei piani di campionamento associati alla maggior parte delle tecniche di trattamento considerate, sono: fosforo totale; fosforo reattivo disciolto; clorofilla a; ossigeno disciolto; temperatura; trasparenza (disco di Secchi). La presenza abbondante di alghe infestanti in un lago rappresenta il sintomo più comune ed evidente dell eutrofizzazione. Danni diretti causati dalle infestazioni di micro e macroalghe includono: elevata torbidità delle acque, presenza occasionale di tossine e, da ultimo, problemi di sapore ed odore associati alle caratteristiche organolettiche dell acqua, particolarmente preoccupanti nel caso di corpi idrici che fungono da riserva per l approvvigionamento idropotabile. Danni indiretti sono invece da ascrivere all accumulo di biomassa in decomposizione nei fondali che determina l abbassamento del tenore di ossigeno disciolto nella colonna d acqua, ed effetti negativi, spesso deleteri, per le comunità ittiche presenti nel lago. L eccessiva crescita delle alghe è da correlare in larga parte ai carichi elevati di nutrienti che sono riversati nel lago, sebbene possano essere implicati anche altri fattori che favorirebbero l eutrofizzazione. Le strategie utilizzabili per contrastare questo fenomeno sono di norma rivolte alla riduzione dei carichi di nutrienti che raggiungono l invaso, in pratica sono dirette solitamente al controllo del fosforo. 91

11 4.4.1 Precipitazione del Fosforo - Inattivazione con Allume Monitoraggio durante la fase di trattamento I parametri più importanti da controllare durante l applicazione di allume, sono: PH; Alcalinità; alluminio disciolto; ossigeno disciolto; temperatura; fosforo totale; fosforo reattivo disciolto. Per quanto riguarda il fosforo, l utilità di misurare le sue concentrazioni dipende dalla durata del trattamento: ad es., se la durata dell applicazione va da un giorno a una o due settimane, è poco probabile che i risultati delle determinazioni analitiche siano disponibili in tempo utile per eventualmente modificare i dosaggi, dosaggi che invece devono essere calibrati sui parametri elencati sopra. Se il periodo di trattamento è superiore alle due settimane, allora anche il fosforo deve essere incluso tra i parametri da analizzare con continuità. La variabile più importante associata al programma di campionamento è rappresentata dalla tecnica di applicazione impiegata. È possibile elencare due tecniche principali: applicazione dell allume in superficie; immissione in profondità. La Tabella 4.3 riporta le specifiche raccomandate per il monitoraggio durante il trattamento con i sali di alluminio. Considerazioni sull opportunità di interrompere il trattamento I criteri per decidere la fine delle operazioni di trattamento con allume devono tenere conto dei seguenti aspetti: 1. Applicazione in superficie: se il ph delle acque superficiali ha raggiunto valori a 6 unità ph, oppure se i valori di ph delle acque superficiali hanno subito variazioni complessive a 2 unità ph. 2. Immissione in profondità: se il ph dell acqua a 2 metri sopra o sotto la profondità di applicazione della miscela liquida di allume ha raggiunto valori a 6 unità ph, oppure 92

12 se i valori di ph a 2 metri sopra o sotto la profondità di applicazione dell allume hanno subito variazioni complessive a 2 unità ph. Altri fattori possono essere considerati nella decisione di interrompere o continuare il trattamento con i sali di alluminio. Tabella 4.3 Piano di campionamento durante il trattamento con allume PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Chimica delle acque Ubicazione della stazione (o delle stazioni) di misura I campioni devono essere raccolti al centro del lago, o comunque in zone rappresentative dell intero corpo idrico. Profondità di prelievo In genere ogni 2 metri, dalla superficie al fondo. È necessaria la massima attenzione a non raccogliere insieme ai campioni d acqua anche sedimenti sospesi di fondo. Determinazioni analitiche e procedure di campionamento Se il trattamento è inferiore alle due settimane: ph e alcalinità. Se il trattamento supera le due settimane: ph, alcalinità, alluminio disciolto, fosforo totale, fosforo reattivo disciolto. Frequenza e durata Se il trattamento è inferiore alle due settimane, il campionamento è giornaliero. Se il trattamento è superiore alle due settimane, i campioni devono essere prelevati nel modo seguente: - ph: frequenza giornaliera, - alcalinità: frequenza giornaliera, - alluminio disciolto: campioni settimanali, - fosforo totale e fosforo disciolto reattivo: campioni ogni due settimane. B. Ossigeno disciolto e temperatura Ubicazione della stazione (o delle stazioni) di misura: Le misure devono essere eseguite al centro del lago, o comunque in zone rappresentative dell intero corpo idrico. Profondità delle misure: Profili verticali o comunque misure effettuate ad intervalli di almeno un metro dalla superficie al fondo. Frequenza e durata: Misure eseguite ad intervalli settimanali. Nel caso di immissione in profondità della miscela liquida, i volumi d acqua degli strati sovrastanti il punto di applicazione, possono essere più che sufficienti a neutralizzare l acidità aggiuntiva indotta dal trattamento. L eccessivo incremento dell acidità e la comparsa di alluminio disciolto allo stato elementare, si possono verificare soltanto se si determinano situazioni di rimescolamento verticale tra la zona profonda del corpo idrico sottoposta al trattamento e gli strati superficiali. 93

13 Un altro fattore importante è costituito dal tempo di residenza idraulica caratteristico dell invaso. Se l intero volume della cuvetta lacustre viene ricambiato in tempi molto rapidi, (ad es. una o due volte al mese), allora gli effetti dell abbassamento del ph e quelli dell alluminio allo stato elementare possono essere meglio sopportati dall ecosistema, in particolare dalla fauna ittica. In questi casi però non devono essere sottovalutati possibili danni ambientali arrecati al corso d acqua a valle dell invaso sottoposto all intervento. Il principale elemento che dovrebbe essere tenuto in considerazione nel decidere la fine o l interruzione del trattamento con allume, rimane l effetto tossico dell alluminio disciolto. In generale c è concordanza sul fatto che concentrazioni di alluminio superiori a 50 µg/l possono essere nocive ai salmonidi (alla trota in particolare). D altra parte i tempi medi necessari per rendere disponibili i risultati delle analisi sull alluminio risultano spesso troppo lunghi per consentire decisioni immediate per porre fine all intervento, in qualche caso possono superare la durata stessa del trattamento. È comunque il ph delle acque che determina la forma chimica dell alluminio: a valori inferiori a 6 unità standard si ha la comparsa della forma elementare disciolta. Perciò i criteri per interrompere un progetto che prevede l applicazione di allume alle acque di un lago devono essere basati sul controllo del ph. Ciononostante determinazioni di alluminio devono essere comunque eseguite, allo scopo di confrontarle con eventuali variazioni che dovessero successivamente interessare l ambiente lacustre, anche se ciò non è mai stato riportato nella letteratura riguardante i laghi trattati mediante queste tecniche. Il monitoraggio dopo l intervento L obiettivo di un intervento diretto mediante l applicazione di allume consiste nel raggiungere una sensibile diminuzione dell abbondanza algale nelle acque del lago, attraverso l abbassamento della concentrazione del fosforo. La principale forma di fosforo che deve essere misurata è il P totale, anche se è auspicabile la misurazione di altre forme presenti nelle acque del lago: il fosforo totale disciolto (TDP), il fosforo reattivo disciolto (DIP o P-PO 4 solubile) e il fosforo particellato (PP organico e inorganico). Si rimanda ai manuali per più dettagliate descrizioni di queste e altre forme e per le metodologie analitiche più appropriate. L efficacia dell intervento deve essere valutata, comunque, dalla concentrazione del fosforo totale: le misure di questa specie chimica comprendono la somma di tutte le altre forme presenti nelle acque dell invaso, quelle organiche e inorganiche, quelle disciolte e quelle particellate. 94

14 Un intervento con allume agisce rimuovendo fosforo dalla colonna d acqua soprattutto nella sua forma disciolta inorganica (fosforo disciolto reattivo), che rimane adsorbita sui fiocchi di idrossido di alluminio. Una immediata riduzione della forma particellata di fosforo sotto la profondità di applicazione dell allume è solitamente osservata a causa dell effetto di intrappolamento delle particelle di detrito presenti in sospensione nell acqua, sui fiocchi che si formano dopo l aggiunta dell allume e che sedimentano lentamente sul fondo ripulendo letteralmente la colonna d acqua. Per quanto riguarda i composti dell azoto, l impiego di allume non influenza le loro concentrazioni. A meno che non ci siano particolari interessi nei confronti dell azoto, non è necessario controllare le varie forme in cui si presenta questo nutriente. Gli andamenti dell alcalinità e del ph devono essere tassativamente controllati anche dopo l intervento, in modo da individuare danni ambientali che si possono verificare anche dopo lunghi intervalli di tempo a valle del trattamento. Questo rischio è dovuto principalmente alla componente acida forte associata all allume; il controllo di questi due parametri assiste i responsabili della gestione dell invaso nell identificare o meno l impiego dell allume come causa di un eventuale danno ambientale. Nel caso in cui il monitoraggio di post-progetto evidenziasse condizioni particolarmente avverse quali ad es. fenomeni di ipossia/anossia delle acque con conseguente moria di pesce, le misure fatte di alcalinità e di ph possono contribuire a identificare la causa dell evento. In caso contrario, le aggiunte di allume possono essere erroneamente ritenute l origine di ogni problema che dovesse interessare il corpo idrico, dopo la realizzazione dell intervento. Anche i profili verticali di ossigeno disciolto e temperatura devono essere eseguiti con continuità e con adeguata frequenza. L obiettivo di queste misure è quello di verificare la comparsa di anossie nell ipolimnio, la durata della stratificazione termica e il periodo di completo rimescolamento verticale. La vicenda termica dell invaso e l alternarsi stagionale della stratificazione e del successivo rimescolamento della colonna d acqua, sono importanti fattori da tenere in considerazione per verificare se il trattamento con allume può avere successo. Infine occorre segnalare il possibile sviluppo indesiderato di comunità di macrofite e idrofite sommerse nelle zone a basso fondale del lago, così come documentato dalla letteratura e dovuto principalmente al sensibile aumento della trasparenza delle acque lacustri prodotto dall applicazione dell allume. La Tabella 4.4 riporta un piano di dettaglio per il monitoraggio dopo il trattamento con allume. 95

15 Tabella 4.4 Piano di campionamento dopo il trattamento con allume PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Chimica delle acque Ubicazione della stazione (o delle stazioni) di misura: I campioni devono essere raccolti al centro del lago, o comunque in zone rappresentative dell intero corpo idrico. Profondità di prelievo: In genere ogni 2 metri, dalla superficie al fondo. È necessaria la massima attenzione a non raccogliere insieme ai campioni d acqua anche sedimenti sospesi di fondo. Determinazioni analitiche e procedure di campionamento: I campioni raccolti devono essere analizzati per i parametri: ph, alcalinità, P totale, P-PO 4 e Al disciolto. Nota: la frequenza di campionamento per l alluminio disciolto può essere diminuita, se due campioni consecutivi danno risultati di concentrazione inferiore ai 50 µg/l. Frequenza e durata: I campionamenti devono essere effettuati con frequenza mensile, per un periodo minimo di due anni a seguito del trattamento. B. Ossigeno disciolto e temperatura Ubicazione della stazione (o delle stazioni) di misura: Le stesse individuate per la chimica delle acque. Profondità delle misure: Profili verticali o comunque misure effettuate ad intervalli di almeno un metro dalla superficie al fondo. Frequenza e durata: Le stesse individuate per la chimica delle acque. C. Trasparenza (disco di Secchi) Ubicazione della stazione (o delle stazioni) di misura: Le stesse individuate per la chimica delle acque. Frequenza e durata: Le misure devono essere eseguite durante la stagione di crescita (attività dei cicli algali), da maggio a ottobre, per un minimo di due anni dopo il trattamento PARAMETRI BIOLOGICI Clorofilla a (corretta per le feofitine) Ubicazione della stazione (o delle stazioni) di misura: La stessa delle misure di disco Secchi Profondità di prelievo: Occorrerà costituire un sub-campione ottenuto da un campione integrato, relativo allo strato da 0 a 2 metri di profondità. Frequenza e durata: La stessa delle misure di disco Secchi. 96

16 4.4.2 Diluizione/lavaggio Monitoraggio durante le prime due settimane di trattamento Il successo di un progetto che prevede il ricorso alla tecnica di diluizione/lavaggio dipende dalla disponibilità di acqua a basso contenuto di nutrienti, immessa in quantità tali da consentire un sostanziale aumento dei tassi di ricambio idraulico per l invaso da risanare. Nella gran parte dei casi, l immissione di acque di diluizione deve continuare per tutta la stagione di crescita. Nella Tabella 4.5 è riportato il protocollo che deve indirizzare l attività di monitoraggio sulle acque di diluizione nelle prime due settimane di intervento. Tabella 4.5 Piano di monitoraggio per le prime due settimane di intervento MONITORAGGIO ACQUE DI DILUIZIONE PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Misure di portata Misure di portata in continuo devono essere eseguite all uscita della condotta o del canale che immette l acqua di diluizione nell invaso. Le portate devono essere stimate in modo da consentire la valutazione dei volumi complessivi immessi su base giornaliera. B. Chimica delle acque Dall uscita della condotta di adduzione delle acque di diluizione deve essere prelevato almeno un campione giornaliero, che verrà analizzato per i seguenti parametri: Fosforo totale Fosforo reattivo Azoto totale Kjeldahl Azoto nitrico, nitroso e Azoto ammoniacale MONITORAGGIO DELLE ACQUE DEL LAGO In un progetto di diluizione/lavaggio nessuna attività di monitoraggio delle acque del lago è prevista nelle prime due settimane d intervento. L aspetto più importante del trattamento, che richiede un attento monitoraggio, è rappresentato dal volume di immissione e dalla concentrazione dei nutrienti contenuti nelle acque di diluizione: questi due fattori determineranno l efficienza dell intervento. L attività di monitoraggio deve tendere alla verifica dell impatto delle acque di diluizione sull invaso recettore. Se il sistema è limitato dal fosforo o dall azoto, l aggiunta di acque nuove con un rapporto azoto/fosforo non adeguato può stimolare la crescita algale, nonostante l effetto di washout sia sufficientemente elevato. 97

17 Inoltre il rendimento di diluizione dipende dalla bassa concentrazione dei nutrienti nell acqua immessa, che deve effettivamente ridurre le elevate concentrazioni nell invaso. Per valutare l efficienza del processo di wash-out e il bilancio di massa dei nutrienti, è necessario calcolare il tasso di flusso ricorrendo alla nota equazione di Vollenweider [19]: Lτ P= x Ζ / τ dove: P = concentrazione di fosforo all equilibrio nelle acque dell invaso (mg/l); L = carico di fosforo (g/m 2 /anno); Z = profondità media del lago (m); τ = tasso di flusso (n. di volte/anno). Considerazioni sull opportunità di interrompere il trattamento Una volta che l intervento è stato avviato, non si devono verificare incrementi di concentrazione nelle acque dell invaso per i nutrienti. Altri fattori quali il ph e le concentrazioni dei metalli pesanti nelle acque immesse non devono costituire sorgente di rischio per l ambiente acquatico. Il trattamento di diluizione/lavaggio dovrà essere interrotto, ed eventualmente ripreso, ma in modo discontinuo, quando si verificano le seguenti condizioni: 1. Quando le concentrazioni di fosforo e/o di azoto delle acque immesse nel lago risultano essere più alte della corrispondente concentrazione media nello strato fotico, durante la stagione di crescita. 2. Quando dall applicazione del modello di Vollenweider, la combinazione dei volumi immessi con le concentrazioni di fosforo delle acque aggiuntive, producono una concentrazione attesa maggiore di quella ante-intervento. È ovvio che sostanze potenzialmente pericolose (ad es. pesticidi, metalli pesanti, ecc.) presenti nelle acque utilizzate per la diluizione possono pregiudicarne l uso e rendere inapplicabile questa procedura. Questi aspetti devono essere attentamente verificati nella fase di progettazione di massima dell intervento. Attività di monitoraggio dopo le prime due settimane di trattamento Il piano di monitoraggio descritto nella Tabella 4.6 è raccomandato per seguire gli effetti e le conseguenze dell intervento in corso d opera. Il controllo delle piante acquatiche e le eventuali variazioni osservate a carico delle comunità di macro- 98

18 fite e idrofite sommerse durante le fasi di intervento, forniscono utili ed importanti informazioni secondarie, dal momento che può verificarsi un immediata risposta da parte di queste comunità al progressivo aumento della trasparenza delle acque. Tabella 4.6 Piano di monitoraggio dopo due settimane dall inizio dell intervento MONITORAGGIO ACQUE DI DILUIZIONE PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Misure di portata Misure di portata in continuo devono essere eseguite all uscita della condotta o del canale che immette l acqua di diluizione nell invaso. Le portate devono essere stimate in modo da consentire la valutazione dei volumi complessivi immessi su base giornaliera. B. Chimica delle acque Dall uscita della condotta di adduzione delle acque di diluizione deve essere prelevato almeno un campione giornaliero, che verrà analizzato per i seguenti parametri: Fosforo totale; Fosforo reattivo; Azoto totale Kjeldahl; Azoto nitrico, nitroso; Azoto ammoniacale; Temperatura; Ossigeno disciolto. MONITORAGGIO DELLE ACQUE DEL LAGO PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Chimica delle acque 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di prelievo e misura: I campioni devono essere raccolti al centro del lago. 2. Profondità: I campioni devono essere raccolti dalla superficie al fondo, con intervalli di due metri. 3. Determinazioni analitiche. Fosforo totale, fosforo reattivo, azoto totale Kjeldahl, azoto ammoniacale, azoto nitrico e nitroso. 4. Frequenza e durata: Il periodo di campionamento proseguirà per tutta la durata dell intervento, con cadenza mensile. I dati analitici raccolti dovranno comunque coprire il periodo di un anno. B. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di prelievo e misura: La stessa che per la chimica delle acque. 2. Profondità: Le misure saranno eseguite ogni metro, dalla superficie al fondo. 3. Frequenza e durata Le stesse che per la chimica delle acque. 99

19 continua Tabella 4.6 C. Trasparenza (disco Secchi) 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di prelievo e misura: La stessa che per la chimica delle acque. 2. Frequenza e durata: Le misure di disco Secchi devono essere effettuate ad intervalli mensili, per la durata dell intervento, e per tutta la stagione di crescita (da maggio a ottobre). I dati dovrebbero comunque coprire il periodo di un intero anno. PARAMETRI BIOLOGICI A. Clorofilla a (corretta per la feofitina) 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di prelievo e misura: La stessa già individuata per le misure di disco Secchi. 2. Profondità e composizione del campione: Un aliquota ottenuta da un campione integrato che rappresenti la colonna d acqua dalla superficie a 2 metri di profondità. 3. Frequenza e durata Le stesse già individuate per le misure di disco Secchi Circolazione artificiale Monitoraggio durante le prime due settimane di trattamento Per questo tipo di trattamento, l avvio delle operazioni prevede almeno un periodo di due settimane necessarie alla costruzione delle opere, all installazione delle attrezzature e alla messa a regime dei dispositivi di aerazione artificiale. Durante questa prima fase è necessario verificare l efficienza del sistema e la risposta del lago, attraverso un accurato controllo dei parametri temperatura e ossigeno disciolto. La Tabella 4.7 descrive il piano di monitoraggio nelle prime due settimane, dopo che il sistema di aerazione/circolazione artificiale è stato posto a regime. Tabella 4.7 PARAMETRI FISICO-CHIMICI Piano di monitoraggio per le prime due settimane di intervento A. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate in prossimità del dispositivo di aerazione/circolazione, a 75 m e a 300 m dal punto di rilascio dell aria. 2. Profondità: Le misure devono essere condotte lungo tutta la colonna d acqua, dalla superficie al fondo ad intervalli di un metro. 3. Frequenza e durata: Per le prime due settimane è necessario eseguire le misure ad intervalli giornalieri. 100

20 Considerazioni sull opportunità di interrompere il trattamento Gli effetti immediati del rimescolamento sull ossigeno disciolto nelle acque dell invaso determineranno l opportunità di continuare il trattamento o di interromperlo prontamente. Quando un invaso viene rimescolato artificialmente, le acque di fondo che presentano di norma un elevata domanda di ossigeno (BOD) possono essere ridistribuite su tutta colonna d acqua, con conseguenze dannose per l ossigeno disciolto nell intero lago. Se l avvio delle operazioni di rimescolamento determina un impoverimento complessivo di ossigeno disciolto a livelli che possono essere di rischio per la vita acquatica, in particolare per la vita dei pesci (< di 5 mg/l), è necessario interrompere il trattamento. Un altro potenziale problema associato al completo rimescolamento di un invaso è il possibile aumento della biomassa algale. Questa eventualità è reale anche quando il dispositivo di aerazione/circolazione è sottodimensionato per i volumi che deve mettere in movimento e in tal modo innesca solo deboli intrusioni di acque di fondo ricche di nutrienti negli strati epilimnici, aumentando la disponibilità per le alghe di azoto e fosforo e quindi favorendo la crescita del fitoplancton. Attività di monitoraggio dopo le prime due settimane di trattamento Un progetto di aerazione/circolazione può dichiararsi pienamente riuscito se il sistema messo in opera è in grado di mantenere un ambiente sufficientemente ossico nell invaso e se riduce effettivamente la densità algale, oppure apporta modificazioni sostanziali alla composizione dei popolamenti fitoplanctonici presenti, da specie dannose a specie più desiderabili (alghe verdi al posto delle alghe azzurre). La temperatura e l ossigeno disciolto sono i parametri che consentono di valutare il buon esito del progetto. La clorofilla e la misura del disco Secchi forniscono buone indicazioni sull andamento della biomassa e sulla trasparenza delle acque. Ai fini del controllo della composizione fitoplanctonica, (verifica delle specie predominanti ed eventuale evoluzione da Cianoficee a alghe verdi), si rendono necessarie determinazioni quali-quantitative delle cellule fitoplanctoniche. Le determinazioni di ph sono necessarie, in concomitanza con l identificazione delle specie algali presenti nei campioni, per avere conferma delle modificazioni in atto nella composizione delle specie. Altre determinazioni utili sono quelle che consentono di valutare il raggiungimento di obiettivi specifici, quali 101

21 il controllo dei nutrienti o la creazione di zone di rifugio per organismi zooplanctonici erbivori di grosse dimensioni. Nella Tabella 4.8 viene presentato un piano di monitoraggio appositamente predisposto per la verifica dell efficacia dell intervento. Tale piano si sviluppa per l intera durata del funzionamento dei dispositivi per il rimescolamento, per l intera stagione di crescita da Maggio a Ottobre. Tabella 4.8 PARAMETRI FISICO-CHIMICI Piano di monitoraggio dopo le due settimane di intervento A. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate in prossimità del dispositivo di aerazione/circolazione, a 75 m e a 300 m dal punto di rilascio dell aria. 2. Profondità: Le misure devono essere condotte lungo tutta la colonna d acqua, dalla superficie al fondo ad intervalli di un metro. 3. Frequenza e durata: Le misure devono essere eseguite ad intervalli settimanali nel corso del primo mese di operatività. In seguito gli intervalli diventano quindicinali, fino a che l ossigeno non raggiunge l 80% di saturazione. Si può poi procedere con cadenza mensile per altri sei mesi, in modo da coprire un periodo complessivo di un anno. B. Misure di ph 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate a 75 m e a 300 m dal punto di rilascio dell aria. 2. Profondità: Le misure devono essere prese in superficie, ad un metro e a tre metri di profondità. 3. Frequenza e durata: Le misure devono essere eseguite ad intervalli settimanali nel corso del primo mese di operatività. In seguito gli intervalli diventano quindicinali, per tutta la stagione di crescita, a maggio fino a ottobre. C. Trasparenza (disco Secchi) 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate a 75 m e a 300 m dal punto di rilascio dell aria (le stesse stazioni di misura dell ossigeno disciolto) e al centro lago. 2. Frequenza e durata: Le stesse della temperatura e dell OD. PARAMETRI BIOLOGICI A. Clorofilla a (corretta per le feofitine) 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di prelievo e misura: La stessa già individuata per le misure di disco Secchi. 2. Profondità e composizione del campione: Un aliquota ottenuta da un campione integrato che rappresenti la colonna d acqua dalla superficie a 2 metri di profondità. 102

22 3. Frequenza e durata: I campioni devono essere raccolti con intervalli quindicinali per tutta la durata della stagione di crescita (da maggio a ottobre). I dati comunque dovrebbero coprire almeno il periodo di un anno. B. Alghe 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di prelievo e misura: A circa 50 metri dal dispositivo di aerazione/circolazione. 2. Profondità e composizione del campione: Un aliquota ottenuta da un campione integrato che rappresenti la colonna d acqua dalla superficie a 2 metri di profondità. 3. Determinazioni analitiche e procedure di campionamento: I campioni da analizzare devono essere ottenuti da prelievi d acqua, senza ricorrere a retini. Devono essere preservati e fissati con Lugol subito dopo il prelievo. Le alghe devono essere identificate come specie al microscopio con ingrandimenti di 900x o maggiori. Ogni specie che supera il 5% della conta totale deve essere enumerata con precisione utilizzando 400x o ingrandimenti maggiori. È raccomandato l impiego di un microscopio a inversione. 4. Frequenza e durata: Le stesse definite per la clorofilla a Aerazione ipolimnica Monitoraggio durante le prime due settimane di trattamento Un test a breve termine per giudicare la funzionalità di un sistema di aerazione ipolimnica, consiste nel verificare la sua capacità di mantenere intatti gli strati termici che dividono l invaso in epilimnio, metalimnio ed ipolimnio e, contemporaneamente, di aumentare la concentrazione dell ossigeno disciolto nell ipolimnio. La Tabella 4.9 descrive il piano di monitoraggio nelle prime due settimane di trattamento. Tabella 4.9 ipolimnica Piano di monitoraggio per le prime due settimane di intervento di aerazione PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate a 50 m e a 300 m dal punto di scarico dell aeratore ipolimnico. 2. Profondità: Le misure devono essere condotte lungo tutta la colonna d acqua, dalla superficie al fondo ad intervalli di un metro. 3. Frequenza e durata: Per le prime due settimane è necessario eseguire le misure ad intervalli giornalieri. 103

23 Considerazioni sull opportunità di interrompere il trattamento I criteri per decidere l interruzione del progetto sono basati sulla rottura delle barriere termiche che mantengono il lago stratificato. Se l integrità termica tra epilimnio ed ipolimnio viene in qualche modo danneggiata o distrutta, l obiettivo prioritario di mantenere elevato il tenore di ossigeno nell ipolimnio, senza determinare l aumento della temperatura delle sue acque non può essere raggiunto. L aerazione ipolimnica deve essere interrotta quando si verificano le seguenti condizioni: 1. Se, fin dalle prime due settimane di trattamento, si verificano sostanziali erosioni del termoclinio. 2. Se nelle acque ipolimniche, nel corso delle prime due settimane, si registra un aumento della temperatura uguale o superiore a 0,5 C al giorno. Attività di monitoraggio dopo le prime due settimane di trattamento L efficacia di un intervento di aerazione ipolimnica si misura dalla capacità del sistema installato di far aumentare l ossigeno disciolto nell ipolimnio, mantenendo al tempo stesso la stratificazione termica dell invaso. Il principale obiettivo raggiunto è quello di ridurre le concentrazioni di fosforo nelle acque di fondo e limitare la densità algale nello strato epilimnico. I risultati del trattamento (la misura della sua riuscita) devono pertanto essere valutati attraverso il continuo monitoraggio dei parametri: ossigeno disciolto, temperatura, biomassa algale, fosforo, ammoniaca. L attività di monitoraggio deve proseguire dall inizio delle operazioni fino al periodo autunnale di rimescolamento verticale. La Tabella 4.10 descrive le modalità di conduzione del monitoraggio lungo tutto lo sviluppo del progetto. Tabella 4.10 PARAMETRI FISICO-CHIMICI Piano di monitoraggio per un intervento di aerazione ipolimnica A. Chimica delle acque 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate in prossimità del dispositivo di aerazione ipolimnica (15-20 m dal suo punto di scarico) e a a 300 m. 2. Profondità: I campioni devono essere prelevati lungo tutta la colonna d acqua, dalla superficie al fondo ad intervalli di 2 m. 3. Determinazioni analitiche: I campioni d acqua devono essere analizzati per: fosforo totale, fosforo reattivo disciolto, ferro totale disciolto, azoto ammoniacale. 104

24 4. Frequenza e durata: I campioni devono essere prelevati ogni due settimane, fino a che le concentrazioni di ossigeno disciolto ipolimnico non abbiano raggiunto il valore di 1 mg/l. Successivamente la frequenza deve essere mensile, per tutta la durata dell intervento, con l aeratore in funzione. I dati analitici devono comunque coprire il periodo di un intero anno B. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Come per la chimica delle acque. 2. Profondità: Le misure devono essere condotte lungo tutta la colonna d acqua, ad intervalli di un metro. 3. Frequenza e durata: Le misure devono essere eseguite ad intervalli settimanali per tutto il primo mese di intervento. Successivamente le misure verranno effettuate ogni due settimane, fino a che le concentrazioni di ossigeno disciolto ipolimnico non abbiano raggiunto il valore di 1 mg/l, dopo di che ad intervalli di un mese, per tutta la durata dell intervento, con l aeratore in funzione. C. Trasparenza (disco Secchi) 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Le misure devono essere effettuate negli stessi punti prescelti per i prelievi di campioni ed in prossimità del centro lago. 2. Frequenza e durata: Intervalli di due settimane per tutta la durata della stagione di crescita. Le misure devono comunque coprire il periodo di un intero anno. PARAMETRI BIOLOGICI A. Clorofilla a (corretta per le feofitine) 1. Ubicazione della(e) stazione(i) di misura: Come per il disco Secchi 2. Profondità e composizione del campione: Un aliquota ottenuta da un campione integrato della colonna d acqua dalla superficie a 2 metri di profondità. 3. Frequenza e durata: I campioni devono essere raccolti con intervalli quindicinali per tutta la durata della stagione di crescita (da maggio a ottobre).il campionamento deve coprire almeno il periodo di un anno Prelievo ipolimnico Monitoraggio durante le prime due settimane di trattamento L obiettivo di questa tecnica è quello di ridurre l entità del riciclo interno di fosforo. Se la stratificazione termica viene distrutta, come risultato di un eccessivo abbassamento del termoclino, rapidamente si avrà negli strati superficiali 105

25 del lago, un forte aumento della densità algale. É importante perciò controllare continuamente la stabilità termica della colonna d acqua nelle fasi iniziali del trattamento e parimenti la qualità delle acque prelevate e scaricate molto spesso negli emissari o comunque in acque correnti. Le acque di fondo degli invasi sottoposti a questa procedura contengono solitamente elevate concentrazioni di idrogeno solforato e ammoniaca, ciò che può costituire un serio problema per il corso d acqua recettore. Il piano di monitoraggio raccomandato per le prime due settimane di operatività di un progetto di aerazione ipolimnica, è riportato nella Tabella Tabella 4.11 ipolimnico Piano di monitoraggio per le prime due settimane di intervento di prelievo QUALITÀ DELLE ACQUE IPOLIMNICHE SCARICATE PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Chimica delle acque 1. Ubicazione del punto di prelievo: I campioni devono essere raccolti direttamente dallo scarico. 2. Frequenza e durata: Due campioni settimanali per le prime due settimane del trattamento. 3. Determinazioni analitiche: I campioni devono essere analizzati per i seguenti parametri: fosforo totale, fosforo disciolto reattivo, azoto ammoniacale, ph. B. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione del punto di misura: Le misure devono essere effettuate sullo scarico. 2. Frequenza e durata: Per le prime due settimane è necessario eseguire le misure ad intervalli giornalieri. MONITORAGGIO DELLE ACQUE DEL LAGO PARAMETRI FISICO-CHIMICI A. Ossigeno disciolto e temperatura 1. Ubicazione del punto di misura: Le misure devono essere effettuate nella parte più profonda dell invaso. 2. Frequenza e durata: Per le prime due settimane è necessario eseguire le misure ad intervalli giornalieri. 106

Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere

Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere Istituto Scienze della Terra Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana Ricerche sull evoluzione del Lago di Lugano Aspetti limnologici Triennio 2013-2015 Campagna 2015 Rapporto informativo

Dettagli

L esperienza dell Osservatorio del Lago di Varese

L esperienza dell Osservatorio del Lago di Varese L esperienza dell Osservatorio del Lago di Varese Valeria Roella, ARPA Lombardia La salvaguardia dei corpi idrici dagli scarichi delle acque reflue Varese, 27 settembre 2016. Istituzione Osservatorio Lago

Dettagli

Avigliana - Giugno 2011

Avigliana - Giugno 2011 Avigliana - Giugno 2011 RISULTATI DEL MONITORAGGIO DELLE ACQUE IPOLIMNICHE DEI LAGHI DI AVIGLIANA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL ASPORTAZIONE DI FOSFORO DAL FONDO DAL LAGO GRANDE Fabrizio Merati*, Gilberto

Dettagli

Wew32q4e2. Monitoraggio Diga del Pertusillo

Wew32q4e2. Monitoraggio Diga del Pertusillo Wew32q4e2 Monitoraggio Diga del Pertusillo Campionamento relativo al mese MAGGIO 2011 L attività di monitoraggio dell A.R.P.A.B. della qualità delle acque dell invaso del Pertusillo, prosegue con i campionamenti

Dettagli

I RISULTATI WQI 1) BOD

I RISULTATI WQI 1) BOD WQI I RISULTATI I parametri raccolti permettono di calcolare il Il WQI; questo è un indice combinato in un singolo numero che rappresenta il livello di qualità dell acqua, eliminando le valutazioni soggettive

Dettagli

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica Nell ambito del Progetto relativo all esame dell ecosistema costituito dal Parco Fluviale del Padrongianus sono stati coinvolti

Dettagli

Nitrati e irrigazione

Nitrati e irrigazione Lisciviazione (kg ha -1 N-NO3) Irrigazioni (m 3 ha -1 ) Nitrati e irrigazione L irrigazione può diventare una pratica colturale in grado di influenzare negativamente l ambiente mediante il movimento dell'acqua

Dettagli

Lo stato ecologico Lago di Varese

Lo stato ecologico Lago di Varese Lo stato ecologico Lago di Varese Sala Coop Varese, 10 marzo 2015 Dr Valeria Roella Settore Monitoraggi Ambientali ARPA Lombardia Il Lago di Varese: inquadramento EMISSARIO: fiume Bardello Lago Maggiore

Dettagli

VALUTAZIONE DEL CARICO TROFICO

VALUTAZIONE DEL CARICO TROFICO VALUTAZIONE DEL CARICO TROFICO Le metodologie per la valutazione del carico trofico sono disponibili per il momento solo per i laghi naturali e artificiali, a causa del consumo umano di tali acque. CRITERI

Dettagli

Naples Shipping Week, 25 Giugno 2014, Tavola rotonda: «Il dragaggio dei porti e la destinazione dei sedimenti»

Naples Shipping Week, 25 Giugno 2014, Tavola rotonda: «Il dragaggio dei porti e la destinazione dei sedimenti» Naples Shipping Week, 25 Giugno 2014, Tavola rotonda: «Il dragaggio dei porti e la destinazione dei sedimenti» Principi fondamentali per un dragaggio ambientalmente sostenibile: dalla caratterizzazione

Dettagli

Classificazione relativa allo stato di qualità ambientale e idoneità alla vita dei pesci

Classificazione relativa allo stato di qualità ambientale e idoneità alla vita dei pesci Classificazione relativa allo stato di qualità ambientale e idoneità alla vita dei pesci Dott.. Ferdinando De Rosa, Presidente Ordine Regionale dei Chimici delle Marche Direttore Tecnico Scientifico ARPAM

Dettagli

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE Valorizzare la qualità ambientale dei territori IL MONITORAGGIO AMBIENTALE Modulo A introduzione al monitoraggio il caso del monitoraggio in falda Istituto Istruzione Superiore A. Spinelli 2013-2014 monitoraggio

Dettagli

VALUTAZIONE DEL CARICO TERMICO

VALUTAZIONE DEL CARICO TERMICO VALUTAZIONE DEL CARICO TERMICO Le industrie petrolifere (raffinerie), metallurgiche, chimiche ecc. producono un cascame di calore che viene smaltito nelle acque dei fiumi, dei laghi o dei mari (acque di

Dettagli

Scienze tecniche di Medicina di Laboratorio

Scienze tecniche di Medicina di Laboratorio Corso di Laurea Magistrale delle Professioni Sanitarie Tecnico-Diagnostiche LM/SNT3 2 anno Scienze tecniche di Medicina di Laboratorio Argomenti della lezione Il controllo di qualità nella diagnostica

Dettagli

Dr. Valeria Roella. Varese 16 marzo 2013 Sala Montanari

Dr. Valeria Roella. Varese 16 marzo 2013 Sala Montanari Dr. Valeria Roella Varese 16 marzo 2013 Sala Montanari Rete idrica provinciale Il quadro normativo a tutela delle risorse idriche è molto complesso e in evoluzione e ha introdotto sostanziali innovazioni

Dettagli

Revisione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola Acque superficiali

Revisione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola Acque superficiali Workshop Stato di avanzamento dei lavori per la revisione delle zone vulnerabili Milano, 13 febbraio 2014 Revisione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola Acque superficiali ARPA LOMBARDIA

Dettagli

Estate 2012. Settimana 13-19 agosto 2012. 11 bollettino

Estate 2012. Settimana 13-19 agosto 2012. 11 bollettino Estate 2012 Monitoraggio tramite centraline sul fiume Arno Settimana 13-19 agosto 2012 11 bollettino INDICE SOGLIE di attenzione e di allarme per ossigeno e temperatura...2 Stazione di BUONRIPOSO...3 Stazione

Dettagli

Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente.

Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente. Report ARPAT Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente. Agosto 2014 Dipartimento provinciale ARPAT di Grosseto 1 Introduzione

Dettagli

NORMATIVA ACQUE 2008

NORMATIVA ACQUE 2008 NORMATIVA ACQUE 2008 ACQUE POTABILI 1. CLASSIFICAZIONE La normativa vigente definisce le acque destinate al consumo umano come le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione

Dettagli

I profili delle acque di balneazione nella gestione delle fioriture di cianobatteri. Roberta De Angelis, Massimo Scopelliti

I profili delle acque di balneazione nella gestione delle fioriture di cianobatteri. Roberta De Angelis, Massimo Scopelliti I profili delle acque di balneazione nella gestione delle fioriture di cianobatteri Roberta De Angelis, Massimo Scopelliti Roma, 21 Aprile 2015 Importante cambiamento nella gestione della qualità delle

Dettagli

STUDIO PER L INTRODUZIONE DI NUOVE ATTREZZATURE PER LA PESCA DELLE VONGOLE FILIPPINE IN LAGUNA DI. Le Scadenze

STUDIO PER L INTRODUZIONE DI NUOVE ATTREZZATURE PER LA PESCA DELLE VONGOLE FILIPPINE IN LAGUNA DI. Le Scadenze STUDIO PER L INTRODUZIONE DI NUOVE ATTREZZATURE PER LA PESCA DELLE VONGOLE FILIPPINE IN LAGUNA DI VENEZIA Le Scadenze Le Restituzioni Il Progetto Il Piano sperimentale PSLPSL PESCA PESCA ED ED INNOVAZIONE

Dettagli

Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente.

Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente. Report ARPAT Monitoraggio Laguna di Orbetello Relazione mensile su dati rilevati dalle centraline di Laguna Levante e Laguna Ponente. Febbraio 2015 Dipartimento provinciale ARPAT di Grosseto 1 Introduzione

Dettagli

Il Monitoraggio Marino Costiero nelle Marche: norme e programmi d attuazioned

Il Monitoraggio Marino Costiero nelle Marche: norme e programmi d attuazioned Le MARCHE e la qualità del mare Il Monitoraggio Marino Costiero nelle Marche: norme e programmi d attuazioned WORKSHOP Ancona 18 Luglio 2006 Luigi Bolognini Servizio Ambiente e Difesa del Suolo PF Difesa

Dettagli

Caratterizzazione ecologica e utilizzo dei laghi di cava nelle aree golenali

Caratterizzazione ecologica e utilizzo dei laghi di cava nelle aree golenali Caratterizzazione ecologica e utilizzo dei laghi di cava nelle aree golenali Daniele Nizzoli, Rossano Bolpagni, Marco Bartoli, Pierluigi Viaroli Dipartimento di Scienze Ambientali, Università degli Studi

Dettagli

Lo studente scriva la differenza tra concimi, ammendanti e correttivi.

Lo studente scriva la differenza tra concimi, ammendanti e correttivi. Lo studente scriva sull epoca, modalità, tipo e quantità di concime azotato/fosfatico/potassico che può essere somministrato ad una coltura in relazione : alla specie, al sistema colturale (precessione),

Dettagli

MONITORAGGIO R.N.O. MARINELLO

MONITORAGGIO R.N.O. MARINELLO MONITORAGGIO R.N.O. MARINELLO Febbraio Dicembre 2016 La riserva naturale orientata Laghetti di Marinello, istituita nel 1998 e affidata in gestione alla Provincia Regionale di Messina (ora Città Metropolitana

Dettagli

Zaupa S.! "# Boggero A. Rossaro B. Bettinetti R. Buscarinu P. Sesia E.

Zaupa S.! # Boggero A. Rossaro B. Bettinetti R. Buscarinu P. Sesia E. Zaupa S.! "# Boggero A. Rossaro B. Bettinetti R. Buscarinu P. Sesia E. Il progetto finanziato per l implementazione della Direttiva 2000/60/CE ha lo scopo di definire lo stato ecologico e il potenziale

Dettagli

DICAM DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, CHIMICA AMBIENTALE E DEI MATERIALI

DICAM DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, CHIMICA AMBIENTALE E DEI MATERIALI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA COMUNE DI BOLOGNA - ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA RESTAURO DEL COMPLESSO MONUMENTALE DEL NETTUNO Attività n. 3 QUALITA DELLE ACQUE Indice: SECONDA RELAZIONE Stato

Dettagli

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA Radiazioni Ottiche Artificiali COERENTI

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA Radiazioni Ottiche Artificiali COERENTI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA Radiazioni Ottiche Artificiali COERENTI Riccardo Di Liberto Struttura Complessa di Fisica Sanitaria Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia 1 Radiazioni Ottiche Artificiali

Dettagli

Inquadramento ittiofaunistico

Inquadramento ittiofaunistico Dicembre 2014 CARATTERIZZAZIONE DELL ITTIOFAUNA E VERIFICA DELLE CONDIZIONI IDROMORFOLOGICHE NECESSARIE PER LA PROGETTAZIONE DI UN PASSAGGIO PER PESCI SU UN OPERA DI PRESA SUL TORRENTE TOSSIET (BACINO

Dettagli

Report mensile sulla qualita dell aria

Report mensile sulla qualita dell aria Sezione provinciale di Report mensile sulla qualita dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/01/2017 - Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 3 Flaminia 4 5 2 3 5 1 4 zone Appennino

Dettagli

ACQUE E AMBIENTE MARINO COSTIERO 2014 Inquinamento delle risorse idriche Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori)

ACQUE E AMBIENTE MARINO COSTIERO 2014 Inquinamento delle risorse idriche Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori) ACQUE E AMBIENTE MARINO COSTIERO 2014 Inquinamento delle risorse idriche Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori) Nome indicatore DPSIR Fonte dati Conformità dei sistemi

Dettagli

Rischio da atmosfere esplosive (ATEX) Premessa Obiettivi

Rischio da atmosfere esplosive (ATEX) Premessa Obiettivi Risschi io da attmossfferre esspl lossi ive ((ATTEX)) Premessa Nonostante i continui miglioramenti delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che hanno caratterizzato gli ultimi decenni,

Dettagli

Il risanamento ambientale del lago di Viverone: un obiettivo per la Provincia di Biella, possibilità di utilizzo delle fasce tampone

Il risanamento ambientale del lago di Viverone: un obiettivo per la Provincia di Biella, possibilità di utilizzo delle fasce tampone Il risanamento ambientale del lago di Viverone: un obiettivo per la Provincia di Biella, possibilità di utilizzo delle fasce tampone Matteo Massara Biella, 28 settembre 2007 Il lago di Viverone è un importante

Dettagli

Modellistica numerica avanzata a supporto dell idroecologia Scenari di impatto sulla qualità delle acque

Modellistica numerica avanzata a supporto dell idroecologia Scenari di impatto sulla qualità delle acque Modellistica numerica avanzata a supporto dell idroecologia Scenari di impatto sulla qualità delle acque Luca Dutto - Hydrodata S.p.A. Mauro Porcelli - Ente Parco Nazionale del Circeo Torino, 14-15 Ottobre

Dettagli

come si ottiene un Campione Rappresentativo della partita/lotto?

come si ottiene un Campione Rappresentativo della partita/lotto? Come noto Non tutti i materiali di scarto sono necessariamente rifiuti Non costituiscono, ai sensi della vigente normativa, rifiuti i sottoprodotti e i materiali sottoposti a recupero Ne consegue che affinché

Dettagli

I reattori a letto mobile per il trattamento delle acque reflue

I reattori a letto mobile per il trattamento delle acque reflue Laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Università degli Studi di Trento I reattori a letto mobile per il trattamento delle acque reflue Principi ed

Dettagli

Garanzie di funzionamento nel breve e nel. Bassi costi di Gestione e Manutenzione. Sistemi di trattamento acque reflue più

Garanzie di funzionamento nel breve e nel. Bassi costi di Gestione e Manutenzione. Sistemi di trattamento acque reflue più Facilità di manutenzione e gestione Facilità di istallazione Sistemi di trattamento acque reflue più economici possibile Bassi costi di Gestione e Manutenzione Bassi costi di istallazione Garanzie di funzionamento

Dettagli

INQUINAMENTO DA NITRATI

INQUINAMENTO DA NITRATI INQUINAMENTO DA NITRATI 1 QUALITA DELLE ACQUE SOTTERRANEE Il sistema acquifero della Pianura Padana rappresenta la fonte principale sia per l approvvigionamento idropotabile (>90%), sia per l agricoltura

Dettagli

La Laguna di Venezia. I Parametri

La Laguna di Venezia. I Parametri La Laguna di Venezia La Laguna di Venezia rappresenta un ambiente unico al mondo. È collegata al mare Adriatico attraverso 3 bocche di porto: Chioggia, Malamocco e Porto Lido. Si tratta di un ecotono,

Dettagli

PRESENZA DI METALLI PESANTI NELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO SU STRADE E PIAZZALI DELLE AREE INDUSTRIALI E IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO

PRESENZA DI METALLI PESANTI NELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO SU STRADE E PIAZZALI DELLE AREE INDUSTRIALI E IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO PRESENZA DI METALLI PESANTI NELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO SU STRADE E PIAZZALI DELLE AREE INDUSTRIALI E IMPLICAZIONI PER IL TRATTAMENTO Qualità delle acque. In prima analisi, a partire dagli idrogrammi

Dettagli

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE ED IL TERRITORIO

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE ED IL TERRITORIO CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE ED IL TERRITORIO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CHIMICA, DEI MATERIALI E DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE TESI DI LAUREA Analisi dei dati di due campagne

Dettagli

Allegato 8 MONITORAGGIO AMBIENTALE DELLE AREE DI CAVA

Allegato 8 MONITORAGGIO AMBIENTALE DELLE AREE DI CAVA Allegato 8 MONITORAGGIO AMBIENTALE DELLE AREE DI CAVA Il Progetto di coltivazione e sistemazione finale deve essere corredato da un Piano di monitoraggio, integrato sulla base delle prescrizioni connesse

Dettagli

I monitoraggi chimico-fisici

I monitoraggi chimico-fisici I monitoraggi chimico-fisici Nell'introduzione è premesso che la vista del lago è sempre bellissima e rassicurante, ma quello che si vede può essere ingannevole perché il degrado della qualità dei laghi

Dettagli

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI Copertura: regionale Periodicità: annuale www. arpa.veneto.it Rapporto di sintesi sugli andamenti dei principali parametri oceanografici e meteo-marini delle

Dettagli

PIANO DI MONITORAGGIO PER LA PRIMA CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI DELLA REGIONE SICILIANA

PIANO DI MONITORAGGIO PER LA PRIMA CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI DELLA REGIONE SICILIANA Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente Sicilia PIANO DI MONITORAGGIO PER LA PRIMA CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI DELLA REGIONE SICILIANA ACQUE DI TRANSIZIONE 1 Rapporto Intermedio

Dettagli

Il valore ecologico della risorsa acqua

Il valore ecologico della risorsa acqua Il valore ecologico della risorsa acqua Che cos è una risorsa? Qualsiasi cosa che noi preleviamo dall ambiente vivente e non, per soddisfare le nostre necessità. Le risorse sono divisibili in 1) risorse

Dettagli

I 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS

I 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS I 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS 1 I 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS Il Metodo HACCP prevede l attuazione dei seguenti 7 principi: Principio 1: Indicazione dei pericoli connessi alle diverse fasi

Dettagli

Fitodepurazione per i caseifici: un esempio da replicare

Fitodepurazione per i caseifici: un esempio da replicare Seminario tecnico FITODEPURAZIONE: quadro normativo e nuovi strumenti di progettazione Reggio Emilia, 31 maggio 2013 Fitodepurazione per i caseifici: un esempio da replicare Paolo MANTOVI Centro Ricerche

Dettagli

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI

SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI SERVIZIO OSSERVATORIO ACQUE MARINE E LAGUNARI Copertura: regionale Periodicità: annuale www. arpa.veneto.it Rapporto di sintesi sugli andamenti dei principali parametri oceanografici e meteo-marini delle

Dettagli

CAPITOLO M PROGRAMMA DI QUALITÀ E CONTROLLO

CAPITOLO M PROGRAMMA DI QUALITÀ E CONTROLLO CAPITOLO M PROGRAMMA DI QUALITÀ E CONTROLLO Obiettivi generali M1 M2 M3 Ogni impianto a tecnologia complessa deve essere progettato, realizzato e condotto secondo i principi della garanzia della qualità,

Dettagli

Comune Fabriano. Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata. Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000

Comune Fabriano. Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata. Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000 Comune Fabriano Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000 Formazione per auditor interni 25 maggio 2009 1 SOMMARIO Il significato

Dettagli

COMUNE DI FIRENZE SPOSTAMENTO IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO VIA GIULIO CACCINI RELAZIONE TERRE E ROCCE

COMUNE DI FIRENZE SPOSTAMENTO IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO VIA GIULIO CACCINI RELAZIONE TERRE E ROCCE COMUNE DI FIRENZE SPOSTAMENTO IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO VIA GIULIO CACCINI PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TERRE E ROCCE INDICE 1. QUADRO INTRODUTTIVO --------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Zone a rischio di esplosione e incendio: le falegnamerie

Zone a rischio di esplosione e incendio: le falegnamerie Dicembre 2016 Zone a rischio di esplosione e incendio: le falegnamerie Le falegnamerie sono impianti di lavorazione del legno, solitamente rappresentati da capannoni industriali, nei quali una serie di

Dettagli

Monitoraggio Diga del Pertusillo

Monitoraggio Diga del Pertusillo We Monitoraggio Diga del Pertusillo Campionamento relativo al mese MARZO 2011 L attività dell A.R.P.A.B. di monitoraggio della qualità delle acque dell invaso del Pertusillo, prosegue con i campionamenti

Dettagli

INDICE. Bacino dello Slizza I

INDICE. Bacino dello Slizza I Bacino dello Slizza I INDICE 5.1. OBIETTIVI AMBIENTALI PER LE ACQUE SUPERFICIALI... 1 5.1.2. Proroga dei termini fissati dall articolo 4, comma 1, della Direttiva 2000/60/CE allo scopo del graduale conseguimento

Dettagli

Qualità delle acque di balneazione del Fiume Ticino a nord ovest di Milano

Qualità delle acque di balneazione del Fiume Ticino a nord ovest di Milano DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICA U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica Qualità delle acque di balneazione del Fiume Ticino a nord ovest di Milano Premessa Quando si parla di qualità delle acque destinate alla

Dettagli

Gli invasi di Suviana e Brasimone

Gli invasi di Suviana e Brasimone Gli invasi di Suviana e Brasimone monitoraggio 2002-2003 Indice Riferimenti normativi:...3 Caratteristiche dei bacini di Suviana e Brasimone...6 Dati analitici storici...8 I dati raccolti nelle campagne

Dettagli

I REQUISITI INNOVATIVI DELLA ISO Alessandra Peverini Perugia 23 ottobre 2015

I REQUISITI INNOVATIVI DELLA ISO Alessandra Peverini Perugia 23 ottobre 2015 I REQUISITI INNOVATIVI DELLA ISO 9001 Alessandra Peverini Perugia 23 ottobre 2015 Le principali novità 1. Le relazioni fra l Organizzazione ed il contesto interno ed esterno 2. Le aspettative delle parti

Dettagli

Minerali e loro reattività nei suoli e nei sedimenti Maria Franca Brigatti

Minerali e loro reattività nei suoli e nei sedimenti Maria Franca Brigatti Minerali e loro reattività nei suoli e nei sedimenti Maria Franca Brigatti PRINCIPALI OBIETTIVI: Individuare e caratterizzare le specifiche proprietà di minerali che possono avere un impatto sull'ambiente

Dettagli

Rischio Chimico. Definizioni

Rischio Chimico. Definizioni Rischio Chimico Definizioni a) agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come

Dettagli

Indice. Approccio concettuale. Procedura operativa

Indice. Approccio concettuale. Procedura operativa Introduzione... pag. 1 Parte A Approccio concettuale 1 Tipi di monitoraggio... pag. 13 1.1 Stato attuale... pag. 13 2 Monitoraggio operativo finalizzato... pag. 19 2.1 Obiettivi del monitoraggio... pag.

Dettagli

Stime costi annuali per la società legati all erosione a livello europeo (SEC (2006) 1165)

Stime costi annuali per la società legati all erosione a livello europeo (SEC (2006) 1165) Premessa: Questa presentazione ha lo scopo di illustrare, in modo estremamente semplificato, le cause di degradazione del suolo, così come esse sono state individuate dalla Soil Thematic Strategy dell

Dettagli

COMUNE DI POPPI PROGETTO DI BONIFICA E CONSOLIDAMENTO DEL MOVIMENTO FRANOSO IN LOCALITÁ QUOTA Pag. 1 di 5 MONITORAGGIO IN FASE D'OPERA E POST-OPERA

COMUNE DI POPPI PROGETTO DI BONIFICA E CONSOLIDAMENTO DEL MOVIMENTO FRANOSO IN LOCALITÁ QUOTA Pag. 1 di 5 MONITORAGGIO IN FASE D'OPERA E POST-OPERA Pag. 1 di 5 MONITORAGGIO IN FASE D'OPERA E POST-OPERA Pag. 2 di 5 Con la presente si forniscono integrazioni al piano di monitoraggio dell opera in relazione alla perizia di variante tecnica. Con le modifiche

Dettagli

TRAFORO AUTOSTRADALE DEL FREJUS - GALLERIA DI SICUREZZA - LOTTO 2 OPERE CIVILI LATO ITALIA

TRAFORO AUTOSTRADALE DEL FREJUS - GALLERIA DI SICUREZZA - LOTTO 2 OPERE CIVILI LATO ITALIA TRAFORO AUTOSTRADALE DEL FREJUS - GALLERIA DI SICUREZZA - LOTTO 2 OPERE CIVILI LATO ITALIA MONITORAGGIO AMBIENTALE - FASE ANTE OPERAM Componente acque sotterranee Obiettivi specifici Descrizione dell area

Dettagli

MANUALE USO E MANUTENZIONE

MANUALE USO E MANUTENZIONE MANUALE USO E MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE I materiali con i quali è stato realizzato il serramento determinano la qualità e conseguentemente le prestazioni e la durata nel tempo. Le caratteristiche

Dettagli

Procedure relative al sistema di controllo interno sull informativa finanziaria

Procedure relative al sistema di controllo interno sull informativa finanziaria ALLEGATO RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA Premessa. Le risposte alle domande della presente sezione Controllo interno sull

Dettagli

Allegato al protocollo ARPAT n del 11/05/2016. Allegato C

Allegato al protocollo ARPAT n del 11/05/2016. Allegato C Allegato al protocollo ARPAT n 0031057 del 11/05/2016 Allegato C MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE, CONTROLLO E MONITORAGGIO DELLE PROVE FUNZIONALI PER LA VERIFICA DELLA FATTIBILITÀ DI UNA EVENTUALE RIDUZIONE

Dettagli

RAPPORTO FINALE. Criteri per la gestione degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane e

RAPPORTO FINALE. Criteri per la gestione degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane e RAPPORTO FINALE ACCOMPAGNAMENTO TECNICO-SCIENTIFICO A SUPPORTO DELLA DEFINIZIONE E ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI TUTELA DELLE ACQUE (PTUA). DIRETTIVE E INDIRIZZI RELATIVI ALLE FASI DI PROGETTAZIONE, AUTORIZZAZIONE

Dettagli

CAMPIONAMENTO fondamentale analisi campionamento omogenei stessa composizione variazione l abilità persona variabilità metodo analitico realtà

CAMPIONAMENTO fondamentale analisi campionamento omogenei stessa composizione variazione l abilità persona variabilità metodo analitico realtà CAMPIONAMENTO Un momento fondamentale di una analisi è rappresentato dal campionamento, generalmente si pensa che i campioni da analizzare siano omogenei e che abbiano in ogni punto la stessa composizione,

Dettagli

1^ Campagna di Agosto 2005

1^ Campagna di Agosto 2005 RAPPORTO QUINDICINALE SULLE CAMPAGNE DI MONITORAGGIO DELLE ACQUE MARINO COSTIERE DELLA REGIONE VENETO (RILIEVI SUL CAMPO) 1^ Campagna di Agosto 2005 Nella prima campagna del mese di Agosto 2005, effettuata

Dettagli

Ufficio Aria Dipartimento Provinciale

Ufficio Aria Dipartimento Provinciale CAMPAGNA DI MONITORAGGIO E METALLI P.zza VITTORIO EMANUELE - POTENZA - ANNO 15 1 Gestione, Manutenzione ed Elaborazione a cura di: Ufficio Aria, Dip. prov. Potenza P.I. Giuseppe Taddonio P.I. Rocco Marino

Dettagli

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI E SALVAGUARDIA DEI CORPI IDRICI: UN EQUILIBRIO POSSIBILE

ACQUE REFLUE INDUSTRIALI E SALVAGUARDIA DEI CORPI IDRICI: UN EQUILIBRIO POSSIBILE ACQUE REFLUE INDUSTRIALI E SALVAGUARDIA DEI CORPI IDRICI: UN EQUILIBRIO POSSIBILE Giovanni Bergna Lariana Depur SpA - Fino Mornasco, Como LA SALVAGUARDIA DEI CORPI IDRICI DAGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE

Dettagli

Università degli Studi di Napoli Federico II

Università degli Studi di Napoli Federico II Università degli Studi di Napoli Federico II Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA PER L AMBIENTE E IL TERRITORIO

Dettagli

Assicurazione della qualità del dato in un laboratorio di radioattività ambientale: metodologia ed applicazioni pratiche

Assicurazione della qualità del dato in un laboratorio di radioattività ambientale: metodologia ed applicazioni pratiche Assicurazione della qualità del dato in un laboratorio di radioattività ambientale: metodologia ed applicazioni pratiche Porzio L., Albertone L., Marga M.,Tozzi G. Arpa Piemonte Dipartimento Tematico Radiazioni

Dettagli

CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI. II Forum di informazione pubblica Milano, 17 settembre 2009

CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI. II Forum di informazione pubblica Milano, 17 settembre 2009 Progetto di Piano Elaborato ai sensi dell art. 13 della Direttiva 2000/60 CE e dell art. 117 del D.Lgs. 152/06 e dell art. 1, comma 3 bis della L.13/09 CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI II Forum di informazione

Dettagli

Monitoraggio, controllo e valutazioni ambientali sulle risorse idriche dei bacini idrografici di Salto e Turano

Monitoraggio, controllo e valutazioni ambientali sulle risorse idriche dei bacini idrografici di Salto e Turano Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia Lega Navale Italiana Delegazione del Turano I LAGHI COME RISORSA PER LO SVILUPPO DELLE VALLI DEL SALTO E DEL TURANO Condividiamo le conoscenze per elaborare

Dettagli

Capitolo 5 PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA

Capitolo 5 PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA Capitolo Profili idrologici della colonna d acqua Capitolo PROFILI IDROLOGICI DELLA COLONNA D ACQUA.1 Materiali e metodi Per la caratterizzazione fisico-chimica della colonna d acqua le attività di misurazione

Dettagli

GLOSSARIO. L azione da attuare ogni qualvolta si verifichino delle non conformità o deviazioni rispetto ai limiti critici individuati.

GLOSSARIO. L azione da attuare ogni qualvolta si verifichino delle non conformità o deviazioni rispetto ai limiti critici individuati. GLOSSARIO ANALISI DEL PERICOLO Il processo di raccolta e valutazione delle informazioni riguardanti i pericoli e le condizioni che ne provocano la presenza, per decidere quali necessitano di essere considerati.

Dettagli

(Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC)

(Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC) Elaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto 21 3 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA (Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA

Dettagli

Capitolo 3 Caratterizzazione delle aree protette

Capitolo 3 Caratterizzazione delle aree protette Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali Bacino dello slizza Capitolo 3 I INDICE 3. CARATTERIZZAZIONE DELLE AREE PROTETTE... 1 3.1. AREE PER L ESTRAZIONE DI ACQUE DESTINATE AL CONSUMO

Dettagli

La mobilità degli elementi chimici

La mobilità degli elementi chimici La mobilità degli elementi chimici Gli ioni contenuti nella parte sinistra del diagramma sono quelli che in soluzione si presentano sotto forma di cationi semplici. Gli ioni nella parte centrale del diagramma

Dettagli

Questi indicatori sono stati elaborati in relazione al territorio della Provincia di Ravenna.

Questi indicatori sono stati elaborati in relazione al territorio della Provincia di Ravenna. 3 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA (Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC) 3.1 - Gli indicatori meteorologici per lo studio della qualità dell

Dettagli

Università degli Studi di Cassino Facoltà di Ingegneria. Lezioni del Corso di Misure Meccaniche e Termiche. G.04 La Conferma Metrologica

Università degli Studi di Cassino Facoltà di Ingegneria. Lezioni del Corso di Misure Meccaniche e Termiche. G.04 La Conferma Metrologica Facoltà di Ingegneria Lezioni del Corso di Misure Meccaniche e Termiche G.04 La Conferma Metrologica Il termine Conferma metrologica non è presente nella norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. Per conoscere il

Dettagli

L'ammoniaca in acquario

L'ammoniaca in acquario L'ammoniaca in acquario Inviato da Valter Nagliato Il termine ammoniaca si riferisce a due specie chimiche che sono in equilibrio nellâ acqua (NH3, e lo ione ammonio NH4+,). I Test dellâ ammoniaca misurano

Dettagli

20/11/2014 Parte 3 - Formazione Preposti 1

20/11/2014 Parte 3 - Formazione Preposti 1 Definizione e individuazione dei fattori di rischio 1 PERICOLO Il pericolo è la potenzialità di una determinata entità (processo produttivo, macchina, sostanza) di provocare danni Circostanza o complesso

Dettagli

ACQUE E AMBIENTE MARINO COSTIERO 2012 Inquinamento delle risorse idriche Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori)

ACQUE E AMBIENTE MARINO COSTIERO 2012 Inquinamento delle risorse idriche Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori) ACQUE E AMBIENTE MARINO COSTIERO 2012 Inquinamento delle risorse idriche Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane (Depuratori) Nome indicatore DPSIR Fonte dati Conformità dei sistemi

Dettagli

NORMA UNI EN 689/97 ESPOSIZIONE

NORMA UNI EN 689/97 ESPOSIZIONE Assessorato politiche per la salute Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Servizio Sanità Pubblica CORSO DI FORMAZIONE /AGGIORNAMENTO in materia di Gestione del Rischio derivante da Materiali Contenenti

Dettagli

Capitolo 3 - Teoria della manutenzione: la gestione dei materiali

Capitolo 3 - Teoria della manutenzione: la gestione dei materiali Capitolo 3 - Teoria della manutenzione: la gestione dei materiali A continuazione degli argomenti trattati nei due capitoli precedenti si intendono fornire alcune basi per la gestione dei materiali di

Dettagli

ENERGY MANAGEMENT La nostra proposta per un percorso di: EFFICIENTAMENTO ENERGETICO PARTECIPATO

ENERGY MANAGEMENT La nostra proposta per un percorso di: EFFICIENTAMENTO ENERGETICO PARTECIPATO ENERGY MANAGEMENT La nostra proposta per un percorso di: EFFICIENTAMENTO ENERGETICO PARTECIPATO Come affrontiamo l efficienza energetica L attività di consulenza proposta prevede un percorso partecipato

Dettagli

Sezione Provinciale di Arpalazio. Stato del mare Provincia di Latina

Sezione Provinciale di Arpalazio. Stato del mare Provincia di Latina Sezione Provinciale di Arpalazio Stato del mare Provincia di Latina Provincia di Latina Emergenze in mare estate 9 Eventi Eventi 1 1 9 9 8 8 6 6 5 5 4 4 3 3 1 1 Emergenze Emergenze litorale litorale della

Dettagli

4 th PAN-European FORUM Dredging in port and environmental sustainability Barletta, Italy

4 th PAN-European FORUM Dredging in port and environmental sustainability Barletta, Italy 4 th PAN-European FORUM Dredging in port and environmental sustainability Barletta, Italy Nancy ATTOLICO Servizio Infrastrutture - Ambiente Autorità Portuale del Levante www.aplevante.org - a.attolico@aplevante.org

Dettagli

Nella newsletter dello scorso mese abbiamo iniziato a parlare della classificazione delle aree per la presenza di gas, vapori e nebbie.

Nella newsletter dello scorso mese abbiamo iniziato a parlare della classificazione delle aree per la presenza di gas, vapori e nebbie. LA VENTILAZIONE DELLE AREE PERICOLOSE PER LA PRESENZA DI GAS Nella newsletter dello scorso mese abbiamo iniziato a parlare della classificazione delle aree per la presenza di gas, vapori e nebbie. In questa

Dettagli

CAPITOLO 10 QUALITÀ DEL GAS

CAPITOLO 10 QUALITÀ DEL GAS CAPITOLO 10 QUALITÀ DEL GAS 10.1 PREMESSA... 184 10.2 I PARAMETRI DI QUALITÀ DEL GAS... 184 10.3 LA SPECIFICA DI QUALITÀ... 184 10.4 LA DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI PER L ACCERTAMENTO DELLA QUALITÀ...

Dettagli

Verona 25 ottobre Sicurezza e Software Gestione Manutenzione (CMMS): Vantaggi di un Sistema Integrato

Verona 25 ottobre Sicurezza e Software Gestione Manutenzione (CMMS): Vantaggi di un Sistema Integrato Verona 25 ottobre 2010 Sicurezza e Software Gestione Manutenzione (CMMS): Vantaggi di un Sistema Integrato La manutenzione comprende tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali eseguite durante

Dettagli

PIANO DI CAMPIONAMENTO

PIANO DI CAMPIONAMENTO PIANO DI CAMPIONAMENTO Il piano di campionamento predisposto dall ufficio coniuga le esigenze di controllo della qualità delle acque con le esigenze di bilancio (disponibilità finanziaria dell Ente). ACQUE

Dettagli

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 Area Comune Processo Gestione del processo produttivo, qualità, funzioni tecniche e logistica interna

Dettagli

COME EFFETTUARE L ANALISI DELLA CONCORRENZA

COME EFFETTUARE L ANALISI DELLA CONCORRENZA Aprile Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME EFFETTUARE L ANALISI DELLA CONCORRENZA QUAL E L UTILITA DI ANALIZZARE

Dettagli

1 L eutrofizzazione. Autorità di bacino del fiume Po

1 L eutrofizzazione. Autorità di bacino del fiume Po 1 L eutrofizzazione 1 Torna al menù principale 1.1 Cause ed effetti dell eutrofizzazione Il termine eutrofizzazione definisce l aumento di produttività negli ambienti acquatici dovuto all arricchimento

Dettagli

La solubilità del gesso e il rischio dell inquinamento dei solfati nelle falde

La solubilità del gesso e il rischio dell inquinamento dei solfati nelle falde La solubilità del gesso e il rischio dell inquinamento dei solfati nelle falde Eleonora Beccaloni Convegno sul tema: Il recupero dei rifiuti a base di gesso - II sessione Ferrara, 24 Settembre 2015 Il

Dettagli