Un arresto dei Carabinieri per tentato furto di materiale ferroso.

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1 Un arresto dei Carabinieri per tentato furto di materiale ferroso. I Carabinieri del reparto operativo della Compagnia di Massafra, hanno tratto in arresto in flagranza di reato, a conclusione di mirati servizi preventivi a tutela delle attività produttive presenti lungo la strada statale 7 Appia, Michele Bello un 48 enne di Taranto, già noto alle forze dell ordine, per tentato furto di materiale ferroso. I militari, impegnati nella perlustrazione della trafficata arteria stradale, giunti nei pressi dell agro di Statte, si dirigevano come di consuetudine verso quegli obiettivi ritenuti più sensibili, fra i quali una ditta metalmeccanica, attualmente in stato di liquidazione fallimentare, che già in passato è stata purtroppo oggetto delle effrazioni e furti ad opera di ladri. Da un primo sopralluogo dei militari constatavano immediatamente il cancello di ingresso forzato ed accostato e quindi, dopo aver informato la centrale operativa e richiesto l intervento di ulteriori pattuglie in proprio ausilio, decidevano di irrompere all interno della ditta. I sospetti dei carabinieri venivano confermati, e che il Bello veniva sorpreso in flagranza di reato, mentre era intento a smontare ed accatastare numerose scaffalature ed attrezzature varie, tutte in ferro, pronte per essere caricate su di un motocarro in suo uso. Il materiale ferroso, è stato completamente recuperato, e veniva riconsegnato dopo le formalità di rito al curatore fallimentare dell azienda, mentre il Bello è stato posto su disposizione del pubblico ministero di turno agli arresti domiciliari 4 giovani incensurati tentano un'estorsione per restituire un ciclomotore rubato ma vengono

2 denunciati per furto e tentata estorsione. A conclusione di tempestive indagini, i Carabinieri della Stazione di Pulsano nella serata di ieri, hanno denunciato in stato di libertà quattro giovani pulsanesi incensurati in quanto ritenuti responsabili del furto di un ciclomotore rubato nei giorni precedenti e del successivo tentativo di estorsione in danno del proprietario, secondo lo schema tipico del cosiddetto cavallo di ritorno. Il buon esito dell attività d indagine svolta dai militari è derivato dalla perfetta collaborazione fra i Carabinieri e la vittima che qualche giorno prima si era presentata presso la caserma di Pulsano, per sporgere denuncia di furto del proprio ciclomotore, asportatogli a Leporano. I militari dell Arma, all esito di un esame delle immagini di videosorveglianze della cittadina, hanno accertato che la sera del furto, un autovettura sospetta, seguita da uno scooter simile a quello rubato, era transitata contromano a forte velocità in una via adiacente a quella in cui era stato consumato il reato. Il giorno successivo, il proprietario del motoveicolo si portava nuovamente in caserma, riferendo di essere stato avvicinato da un conoscente di Pulsano il quale, si proponeva come intermediario, e fissava in 650,00 euro il prezzo per la restituzione del mezzo, indicando al proprietario del ciclomotore rubato dove recarsi l indomani con i soldi, per riaverlo. Ma ad attendere gli estorsori però c erano anche i Carabinieri i quali hanno attivato per le vie del centro storico di Pulsano un vero e proprio pedinamento dell autovettura utilizzata dal malfattore il quale insieme, ad un complice, aveva cautamente (ma inutilmente) più volte cambiato il luogo dell appuntamento con la vittima, invitandola telefonicamente a seguirlo in diversi luoghi di Pulsano. Dopo aver girato per diversi minuti, arrivati in una via cittadina, i due malfattori hanno parcheggiato l auto, invitando la vittima a seguirli in un vicolo, ma sopraggiungevano i Carabinieri di Pulsano i quali provvedevano prontamente a bloccarli. Gli ulteriori accertamenti svolti dai militari consentivano di individuare altri due complici ed il luogo in cui era stato occultato lo scooter, che veniva restituito al legittimo proprietario. I quattro giovani, due 18enni e due 19enni, tutti incensurati di Pulsano, venivano deferiti in stato di libertà all Autorità

3 Giudiziaria per i reati di concorso in ricettazione ed in tentata estorsione. Il buon esito di questa vicenda conferma la necessità ed utilità di denunciare i reati avendo fiducia nelle forze dell ordine. Feriti un padre ed i due figli. Sparatoria al mercato di Martina Franca. Tre persone, un padre e i suoi due figli, Dionigi, Pietro e Tommaso Chionna, rispettivamente di 51, 27 e 24 anni, sono state ferite alle gambe e di striscio agli arti superiori con colpi di arma da fuoco sparati da due pistole, mentre lavoravano nella loro rivendita al mercato ortofrutticolo nella zona industriale di Francavilla Fontana. Il padre Dionigi ed il più grande dei due figli Pietro Chionna sono stati ricoverati nell Ospedale Perrino di Brindisi, mentre il più giovane Tommaso Chionna è stato ricoverato all Ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana. Le loro condizioni non sarebbero gravi. Secondo quanto sinora emerso dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri, il ferimento sarebbe stato conseguenziale ad una lite a cui avrebbero partecipato almeno cinque persone, che subito dopo sono fuggite su due auto,una Smart e un Alfa Romeo147 e, che i militari stanno attivamente ricercando. Ferisce gravemente il suo compagno. Arrestata. I Carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Taranto hanno arrestato una 44enne pregiudicata tarantina, resasi responsabile di lesioni personali nei confronti del suo attuale convivente un 47enne rumeno.

4 La donna è stata arrestata in flagranza di reato dopo che, al culmine di un violento litigio, aveva ferito gravemente l uomo. In particolare la 44enne, colta da un raptus d ira scaturito da controversie s entimentali, aveva afferrato una bottiglia di birra e, dopo averla rotta, aveva colpito al collo il suo compagno, provocandogli un profondo taglio lungo circa 15 cm. I militari, intervenuti tempestivamente, subito dopo essere stati allertati da una telefonata anonima sull utenza 112, bloccavano la donna ancora con le mani sporche di sangue e subito dopo soccorrevano l uomo che era riverso per terra. Il rumeno è stato pertanto trasportato presso l ospedale SS. Annunziata, ove è attualmente ricoverato, mentre la sua donna è stata dichiarata in arresto e quindi, espletate le formalità di rito, accompagnata presso il suo domicilio, agli arresti domiciliari. Violento incidente tra un autobus ed un autogru sulla TarantoBrindisi. Venti i feriti, tre gravi. Un autobus di linea che trasportava dipendenti che lavorano nella zona industriale di Taranto, in particolare lavoratori dell ILVA e di aziende dell indotto, si è scontrato ieri sera poco dopo le con una autogru che lo precedeva sulla strada statale 7 che collega Taranto a Brindisi nei pressi di Grottaglie, in prossimità dello svincolo Paparazio. Il tamponamento è stato molto violento, ed il braccio della gru ha praticamente sventrato la parte anteriore dell autobus di linea, a bordo del quale viaggiavano una quarantina di persone quasi tutte provenienti e residenti nella provincia di Brindisi.

5 I feriti sono circa trenta, i più gravi erano nella zona anteriore del pullman, e tre dei quali versano in gravissime condizioni. Si tratta di Cesare Marzo, originario di San Donaci, conducente dell autobus Stp, e di due passeggeri uno dei quali residente a San Pancrazio, anch egli dipendente Ilva. L autobus della Stp avrebbe concluso il suo percorso di linea a San Pietro Vernotico con fermate previste a Francavilla Fontana, Oria, Torre Santa Susanna, Erchie, San Pancrazio e San Donaci. Sul posto sono intervenuti la Polizia Stradale, i Carabinieri, ed una decina di ambulanze per estrarre i corpi dalle lamiere. I Vigili del Fuoco arrivati da Taranto e da Martina Franca hanno dovuto lavorare a lungo per riuscire liberare delle persone rimaste bloccate dalle lamiere contorte. Tra i feriti più gravi una persona a cui è stata amputato un arto. Ben dieci ambulanze si sono rese necessarie per soccorrere i feriti e trasportarli negli ospedali di Taranto, Grottaglie e Brindisi. Giuseppe Garibaldi, 52enne di Francavilla Fontana, operaio di una ditta dell indotto ILVA soccorso e seduto su una sedia a rotelle ha raccontato i momenti drammatici dell incidente In quel momento

6 dormivo. Dormivamo tutti. Poi il botto, sembrava un esplosione. Quando ho aperto gli occhi, intorno a me c era solo fumo bianco. Ho subito gridato aiuto. I Avetrana. Il Gip di Taranto ha deciso: consentito l'utilizzo delle intercettazioni agli atti della processo Nella sede della Corte di Appello di Taranto,si è celebrato il processo d appello per l omicidio di Sarah Scazzi la giovane 15enne di Avetrana, in provincia di Taranto, strangolata e buttata in un pozzo lo scorso 26 agosto La Corte, presieduta dal giudice Rosa Patrizia Sinisi, con a latere il giudice De Felice e sei giudici popolari ha di fatto praticamente respinto tutte le istanze depositate dagli avvocati difensori di Sabrina Misseri, la cugina della vittima, e sua madre Cosima Serrano le due principali imputate condannate entrambe in primo grado per sequestro di persona, concorso in soppressione di cadavere all ergastolo, che anche in questa udienza erano presenti in aula assistendo all udienza dalle vetrate della gabbia riservata agli imputati, ascoltando fredde e glaciali le parole dei giudici. E stata l assenza di nuovi elementi di novità che hanno determinato la Corte a respingere di fatto tutte le richieste di integrazione probatoria presentate dai difensori e dal procuratore generale, Antonella Montanaro. Quindi rigettate le richieste di un nuovo sopralluogo in casa Misseri, all interno della quale secondo gli investigatori della Procura sarebbe avvenuto il barbaro omicidio, poichè la descrizione dei luoghi è già consacrata in atti mediante fotografie e verbale di sopralluogo. Peraltro sia la casa che il garage non si trovano più nello stato in cui erano al momento del fatto e quindi un nuovo sopralluogo non potrebbe fornire un contributo e non rappresenta una prova nuova. ; la ripetizione della perizia sui tempi di percorrenza intercorrente fra l abitazione dei Misseri ed il luogo in contrada Mosca ove venne rinvenuto il corpo della vittima occultato in un pozzo, l acquisizione di una consulenza tecnica anatomopatologica di parte; ed un nuovo esame per il gestore del pub di Avetrana. La richiesta della difesa è

7 considerata troppo generica. E stata accolta, invece, l utilizzo e trascrizione della registrazione della telefonata intercettata, intercorsa la notte tra il 6 ed il 7 ottobre del 2010 fra Michele Misseri (accusato di occultamento di cadavere) e sua figlia Sabrina, nel corso della quale il Misseri avrebbe confessato alla figlia il delitto, e quindi poterla confrontarla con quella precedente che è già agli atti. I Carabinieri e gli operai dell impresa di scavi in quel momento non avevano ancora rivenuto e recuperato in superficie il corpo di Sarah Scazzi quando Sabrina Misseri chiamò suo padre. Perchè non me lo hai detto subito papà?. Michele le rispose: Non mi aspettare più. Sabrina continuò : Però, papà, perchè lo hai fatto? Io non me lo so spiegare proprio, tu non hai fatto mai niente di male, perchè in quel momento cosa ti è venuto?. Il padre (Michele) le rispose: Non lo so. La Corte di Appello ha deciso che anche questa intercettazione dovrà essere trascritta in dialetto con la relativa traduzione in italiano, motivo per cui ha prestato giuramento il perito Francesco Abbinante, incaricato di trascrivere le tre intercettazioni telefoniche, il quale per depositare la perizia ha richiesto 60 giorni, periodo di tempo ritenuto eccessivo dagli avvocati della difesa. Il processo è stato rinviato al 23 gennaio 2015 e in quella data potrebbe essere ascoltato anche il perito qualora abbia terminato le operazioni peritali e predisposto la sua relazione al Tribunale, accogliendo la richiesto della presidente Sinisi che rivolgendosi al consulente lo ha esortato affinchè Utilizzi bene questo periodo natalizio e cerchi di fare presto. Estorsione. Quattro arresti effettuati dai Carabinieri Alle prime luci dell alba, i Carabinieri della Compagnia di Massafra, coadiuvati da personale del Nucleo Cinofili di Modugno (Ba), hanno eseguito 4 misure cautelari in carcere nei confronti di un commerciante 44enne di Mottola, Vincenzo Carone, di Nicola Guarini 52enne, ed Angelo Caracciolo 34enne, entrambi di Crispiano

8 e formalmente disoccupati, e dell operaio Massimo Carucci, 41enne anch egli di Crispiano, associati tra loro allo scopo di commettere più delitti di usura ed estorsione, procedendo in particolare al recupero dei crediti vantati nei confronti di piccoli imprenditori in stato di bisogno, dei comuni di Palagianello e Massafra, applicando ulteriori e più esosi interessi usurari, e facendo ricorso a condotte estorsive per costringere le vittime a corrispondere le somme pretese mediante minacce di gravi danni alla persona ed al patrimonio, con l aggravante per il Carone quale reale promotore dell associazione e per il Guarini il quale rivestiva un ruolo direttivo nell ambito della stessa. Nicola Guarini Le misure cautelari sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Taranto Dott.ssa A. Patrizia Todisco, su richiesta del Sostituto Procuratore Dott.ssa Giovanna Cannarile, che confermavano e condividevano completamente le risultanze investigative dei Carabinieri. Le indagini sono iniziate lo scorso ottobre, a seguito della denuncia di una delle vittime, un piccolo imprenditore operante nel settore degli autotrasporti, sono state condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra ed hanno consentito di acquisire concordanti ed univoci elementi di colpevolezza a carico dei suddetti soggetti. Vincenzo Carone

9 In particolare, è emerso che il Carone era fortemente determinato a recuperare alcuni prestiti, risalenti nel tempo, e per tale motivo aveva richiesto l ausilio dei tre crispianesi, tutti noti alle Forze di Polizia, in particolare di Nicola Guarini, che aveva conoscenze di spessore nell ambiente criminale, promuovendo di fatto l associazione a delinquere nella quale il Guarini assumeva il ruolo direttivo. L operazione è stata denominata Vecchia Lira, poiché il Carone era solito indicare i prestiti concessi con riferimento agli importi in vecchia valuta, vantandosi peraltro di avere crediti sparsi per un valore di un miliardo di vecchie lire e dimostrandosi molto soddisfatto della frenetica e spregiudicata attività di recupero, messa in piedi con i suoi associati. Angelo Caracciolo La vittima, convintosi a denunciare, aveva contratto alcuni anni addietro un prestito il Carone pari a euro, di cui ne aveva restituiti 3.000, ma nel mese di ottobre scorso, il Carone si era presentato, forte del sostegno criminale dei suoi complici, pretendendo la somma di euro a saldo del debito. Da quel momento il denunciante diveniva oggetto delle intimidazioni del gruppo delinquenziale che, in più occasioni, mediante minacce fisiche rivolte alla sua persona, ma anche all indirizzo dei famigliari, gli aveva estorto somme di denaro contante e assegni bancari, fino addirittura a farsi consegnare l autovettura di sua proprietà. In tali circostanze, gli usurai-estorsori avevano precisato che quelle dazioni erano necessarie per il sostentamento in carcere di un esponente di spicco della criminalità organizzata del versante occidentale della provincia.

10 Massimo Carucci Complessivamente, l importo che la vittima è stata costretta a corrispondere ai suoi aguzzini, comprese anche alcune quantità di olio di oliva, che cedeva per indisponibilità di denaro, ammonta a oltre euro, a fronte di un debito usurario che i malfattori avevano, nel frattempo, fatto lievitare a oltre euro, con un tasso usurario del 37% circa. Nel corso delle investigazioni e, più in particolare, durante le attività tecniche di intercettazione emergeva, inoltre, che altri piccoli imprenditori erano caduti nella rete tessuta dai malviventi, i quali risultavano particolarmente subdoli nella pianificazione delle loro azioni estorsive, scegliendo metodicamente tempi e luoghi che avrebbero reso le vittime più vulnerabili, come per esempio di mattina presto e presso le loro abitazioni, vicino quindi ai loro cari, condizioni queste che avrebbero amplificato l effetto intimidatorio delle loro minacce. Un altra delle vittime, titolare di un impresa di movimento terra, a fronte di un debito di circa euro, contratto tra il 2004 ed il 2010, è stato costretto a restituire la somma di euro, con un tasso usurario quindi del 120%, ma il gruppo criminale, non contento, ha preteso l ulteriore pagamento di euro, tant è che aveva costretto quest ultima vittima a vendere un escavatore ed un camion di proprietà, cessione che non andava a buon fine solo per la difficoltà di reperire un acquirente. Ad un terzo imprenditore veniva invece estorta, in due diverse circostanze, la somma complessiva di 750 euro.

11 Nel corso dell indagine è emerso che i profitti illeciti accumulati dall associazione, nei confronti dei tre imprenditori, ammontano a circa Nicola Guarini ed Angelo Caracciolo dovranno rispondere, inoltre, di detenzione di armi comuni da sparo, poiché dalle indagini tecniche emergeva che i due avevano la disponibilità di alcune pistole, come più volte paventato anche alle vittime. Le perquisizioni, eseguite contestualmente alle misure cautelari, consentivano di rinvenire cambiali ed assegni bancari dell importo complessivo di euro , nonché la somma contante di euro Tutto sottoposto a sequestro poiché verosimile provento delle attività delittuose poste in essere dagli associati. Inoltre, nel corso di ulteriori attività di perquisizione esperite d iniziativa e comunque correlate all indagine in questione, veniva arrestata una quinta persona, R.A. 29enne di Crispiano, in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, poiché sorpreso in possesso di 476 grammi di hascisc, frazionata in vari pezzi, e di 1 grammo di cocaina, suddivisa in 5 dosi, nonché di due bilancini di precisione e del materiale necessario per il confezionamento dello stupefacente. Tutto sottoposto a sequestro. I quattro destinatari della misura coercitiva, esperite le formalità di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Taranto, mentre il quinto arrestato in flagranza veniva sottoposto al regime degli arresti domiciliari, su disposizione della competente A.G..Le indagini, comunque, proseguono allo scopo di individuare ulteriori vittime dell associazione per delinquere. Gli inquirenti sperano, infatti, che l odierna operazione, portata a termine positivamente, induca altre persone, fatte oggetto dell attività usuraria ed estorsiva dei quattro, ad uscire allo scoperto e decidersi a denunciare. In merito all operazione odierna è già pervenuto, al Comando

12 Provinciale dell Arma dei Carabinieri del capoluogo jonico, il particolare apprezzamento del Prefetto di Taranto, Umberto Guidato, il quale nel ringraziare gli operanti per la celere, capillare e preziosa attività svolta con successo, ha ricordato l importanza del denunciare e la necessità di una risposta concreta, rimarcando l importanza del rapporto di collaborazione da parte delle vittime con le Forze dell Ordine, improntato alla reciproca fiducia ed al colloquio anche informale, utile a far emergere il fenomeno dal sommerso. Il Prefetto ha oltre ribadito le strategie messe in campo dal legislatore per contrastare l usura e dare sostegno a chi denuncia, senza dimenticare il supporto alle vittime di tali reati che viene fornito attraverso l accesso al fondo di solidarietà appositamente istituito per le vittime di racket ed usura. Truffa due anziani correntisti, arrestata una dipendente di Poste Italiane I militari della Stazione Carabinieri di Palagianello, in esecuzione di ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dall Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, hanno tratto in arresto, una cinquantenne, incensurata del posto, dipendente del locale ufficio postale responsabile di truffa aggravata continuata, falsità in scrittura privata aggravata e falsità in atto privato firmato in bianco. L infedele dipendente, in violazione anche di disposizioni interne all ufficio consistenti nella mancata comunicazione al direttore dell ufficio postale di prelievi di notevole entità, in occasione di ciascuna delle operazioni della titolare, dirottava, ad insaputa dell anziana intestataria e a più riprese, per importi variabili, parte delle somme su altro libretto postale acceso a nome della citata anziana, per poi prelevarne gli importi ed in un caso depositarli su un libretto postale intestato propria figlia. Naturalmente, tali prelievi, avvenivano grazie ai moduli in bianco che venivano fatti firmare alla povera vittima, così come l apertura del nuovo conto corrente di cui l anziana non aveva per nulla contezza. La delicata, articolata e minuziosa attività investigativa avviata nello scorso mese di agosto dai Carabinieri di Palagianello con la piena e fattiva collaborazione del Nucleo Antifrode e delle sedi di

13 Taranto e Palagianello di Poste Italiane, ha fatto emergere, sia attraverso l esame dalla documentazione contabile che mediante l analisi delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza interna ed esterna del predetto ufficio, che la donna, dipendente di Poste Italiane, in qualità di operatrice di sportello presso l agenzia di Palagianello, in concorso con altro dipendente e con la propria figlia, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, approfittando della fiducia accordatale dalle vittime, nella fattispecie una coppia di coniugi ottantenni, con efficace artifizi, eseguiva operazioni di prelievo dai libretti postali intestati alle ignare vittime. È stato accertato, che tutte le operazioni fraudolente sul libretto postale di risparmio erano state effettuate, ad eccezione di una soltanto, dalla stessa dipendente e che le somme abusivamente prelevate ammontavano ad euro ,00. I Carabinieri hanno già recuperato alcune migliaglia di euro dal conto corrente intestato alla truffatrice è stanno ultimando gli accertamenti per reperire la rimanete somma. I prelievi sono stati effettuati da febbraio ad agosto dell anno in corso ed i reati contestati sono aggravati sia perché è stato cagionato alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante gravità sia perché è stato commesso con abuso di prestazione d opera. Alla luce di ciò il G.I.P. del Tribunale di Taranto Dott. Giuseppe Tommasino, condividendo le risultanze investigative della Polizia Giudiziarie, dirette dal S. Proc. Lelio Festa, ha emesso un ordinanza di misura cautelare che dispone la custodia cautelare degli arresti domiciliari eseguita ieri sera dai militari di Palagianello. Sono al vaglio degli investigatori ulteriori accertamenti intesi a verificare altre operazioni illecite effettuate dall arrestata in danno di altri correntisti. Presentato il Calendario Storico 2015 dell Arma dei Carabinieri Nella mattinata odierna, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Taranto, si è svolta la presentazione alla stampa del Calendario Storico 2015 dell Arma dei Carabinieri, quest anno dedicato al tema Il Carabiniere e la famiglia. Gli stati d animo, le ansie, lo sconforto e i disagi, ma anche la fierezza, i consigli, le rassicurazioni e l amore che i Carabinieri trasmettevano ai propri familiari, anche in circostanze drammatiche, permettono di leggere in modo diverso alcuni episodi noti o meno noti della storia

14 dell Arma. Il notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell Arma, oggi giunto a una tiratura di copie, di cui in lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice sia dell affetto che della vicinanza di cui gode la Benemerita, sia della profondità di significato dei suoi contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, a testimonianza del fatto che quasi in ogni famiglia c è un Carabiniere. il Col. Daniele Sirimarco, Comandante Provinciale Carabinieri di Taranto Iniziata nel 1928, dopo l interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la pubblicazione del Calendario, giunto alla sua 82^ edizione, venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stato puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell Arma e, attraverso di essa, della Storia d Italia. Le tavole artistiche dell edizione 2015 del Calendario Storico, ideate e realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo sono state presentate dal Comandante Provinciale di Taranto, Col. Daniele Sirimarco, nel salutare i presenti, ha sottolineato l importante e silenzioso ruolo svolto dalla famiglia nel quotidiano agire del carabiniere, spiegando così i motivi della scelta di dedicare ad essa il primo calendario del terzo secolo di vita dell Arma. Il Comandante Provinciale ha ricordato e sottolineato con l occasione l importanza degli Enti morali quali l Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell Arma dei Carabinieri

15 (O.N.A.O.M.A.C.) e dell Associazione Nazionale Carabinieri (A.N.C.), che si occupano rispettivamente di assistere i figli della grande famiglia dell Arma ai quali è venuto meno un genitore Carabiniere e di mantenere saldi i valori dell Arma tra coloro non più in servizio. Arrestati dai Carabinieri, due tarantini sorpresi con un chilogrammo di cocaina. I Carabinieri del Reparto Operativo della Compagnia di Taranto hanno arrestato R.C. 58enne e D.T. 52enne, entrambi tarantini, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e porto di arma impropria. I militari, nell ambito di mirati servizi per la repressione dei reati in materia di sostanze stupefacenti, hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso l abitazione del 58enne, sita nel rione Tamburi, all interno della quale, poco prima con fare sospetto, si era introdotto il 52enne. Nel corso delle operazioni, all interno di un mobile del soggiorno, i Carabinieri rinvenivano un panetto di cocaina pura del peso di kg 1, ancora perfettamente imballato e un bilancino di precisione, mentre nella tasca del 52enne, i militari recuperavano la somma contate di euro 350,00, ritenuta provento dell attività di spaccio nonché un coltello del genere vietato. Il tutto veniva sottoposto a sequestro e i due tarantini dichiarati in arresto, al termine delle formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore D.ssa Daniela Putignano, venivano tradotti presso la Casa Circondariale di Taranto. Sono in corso ulteriori indagini tese ad individuare l eventuale coinvolgimento di altri soggetti e a determinare la provenienza della sostanza stupefacente sequestrata.

16 Ancora una volta "Striscia la notizia" si occupa dei problemi evidenziati dal Corriere del Giorno Ancora una volta gli articoli del Corriere del Giorno, dopo le nostre contestazioni ufficiali fatte alla Polizia Municipale, Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza, hanno ispirato un dettagliato servizio (vedi QUI) del programma Striscia la Notizia sugli abusi commessi dai tarantini che circolano tranquillamente per tutta la città alla guida motorini e motociclette senza casco, talvolta in 3/4 persone e bambini sulla stessa motocicletta, mettendo in pericolo la propria vita e calpestando le norme della Codice della Strada. E cosa dire delle ridicole giustificazioni del Comandante della Polizia Locale Matichecchia, che si è permesso pure di fare dell ironia dimenticando di avere 200 uomini a disposizione nel corpo, che è più facile incontrare nei bar cittadini a prendere il caffè e parlare dei fatti proprio che nelle strade cittadine. Probabilmente se il dr. Guidato, Prefetto di Taranto invece di convocare riunioni per i motivi più vari in Prefettura, e di girare per i negozi del centro, si facesse dei bei giri in città con il proprio autista, si accorgerebbe che un forestiero, un turista, un visitatore qualsiasi arrivando a Taranto in macchina, invece di sentirsi nella città che ospita il più grande centro dell acciaio d Europa, la base navale principale della Marina Militare italiana, potrebbe essere confuso e pensare di essere a Scampia, cioè nel quartiere più malfamato ed a rischio di Napoli o ad Acerra, dove la Legge notoriamente non esiste. Quando si riuscirà a dare un immagine più seria di una città che viene sempre più mortificata dai suoi propri cittadini? Il comandante dei vigili Matacchiera, invece di girare per commissioni e

17 consulenze varie, si occupasse del corpo di Polizia Locale che è sempre più screditato ed inviso agli occhi dei cittadini. Ed anche il Prefetto Guidato dovrebbe capire che non basta ripulire le strade quando arriva il Presidente del Consiglio o qualche Ministro in Prefettura. Anche perchè in quei casi le forze dell ordine si vedono finalmente in ogni angolo della città. Quindi esistono. Il contrasto ai reati ambientali e monitoraggio del Mar Piccolo con la videosorveglianza Domani 26 novembre 2014 presso la Sala Specchi di Palazzo di Città sarà presentato il sistema di monitoraggio del Mar Piccolo per il contrasto ai reati ambientali con un infrastruttura di videosorveglianza di tipo evoluto, nell ambito del Programma Operativo Nazionale Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007/2013 del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell Interno. L iniziativa progettuale è stata avviata dal Comune di Taranto, per il tramite della Direzione Ambiente, che ha operato in stretto raccordo con il Comitato Provinciale per l ordine e la sicurezza pubblica, attesa la necessità di mettere a punto una condivisa e articolata strategia di interventi. I lavori saranno aperti dal saluto del Sindaco di Taranto, Dott. Ippazio Stefáno. Seguiranno gli interventi del Prefetto di Taranto, Dott. Umberto Guidato, e del Comandante Provinciale Carabinieri di Taranto, Col. Daniele Sirimarco. Gli aspetti relativi alla tutela della privacy nell ambito del sistema di videosorveglianza ed i dettagli tecnico-operativi saranno approfonditi nella seconda parte programma della mattinata dal Prof. Michele Iaselli, Presidente dell Associazione Nazionale per la Difesa della Privacy e da Giancarmine De Luca, Responsabile della divisione sistemistica SETI. Il sistema di videosorveglianza per il monitoraggio del Mar Piccolo nasce con il fine di essere in grado di soddisfare le esigenze di sicurezza e di contrasto ai reati ambientali dell area in questione, attraverso la realizzazione di un modello di controllo tecnologico, centralizzato ed integrato nel territorio. L azione di sorveglianza

18 dell area consente di innalzare la capacità di contrasto ai reati ambientali, particolarmente quelli connessi allo sfruttamento illegale del sito e della possibile immissione sul mercato di prodotti contaminati, tutelando, nel contempo, lo sviluppo dell economia legale e il recupero alla legalità. L architettura del sistema è basata su un infrastruttura di rete mista che adotta tecnologie in grado di conferire al sistema notevole flessibilità, modularità, integrabilità e scalabilità, grazie al collegamento radio wireless composta da un impianto di telecamere di diversa tecnologia, una sala di controllo e una sala apparati presso il Comando di Polizia Locale di Taranto e una ulteriore sala operativa presso il Comando della Capitaneria di Porto di Taranto. Sfruttando poi la connettività esistente presso il Comando di Polizia Locale, mediante la fornitura di un firewall, i server sono pubblicati sulla rete internet, offrendo la possibilità alle altre forze di polizia (Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza) di connettersi all impianto. Tentano una rapina a mano armata ma vengono fermati ed arrestati da un Carabiniere libero dal servizio Nel tardo pomeriggio di ieri i Carabinieri della Compagnia di Martina Franca hanno tratto in arresto, per tentata rapina e detenzione e porto abusivi di arma da sparo in concorso Giovanni Cardiota, classe 1983, censurato e un minorenne, classe 1998, incensurato, entrambi tarantini. Gli arresti sono maturati grazie alla brillante intuizione di un militare del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto che, libero dal servizio, percorreva le vie cittadine. Ad un tratto, il militare, che ha riconosciuto il Cardiota di cui aveva ben presente il curriculum criminale, si è insospettito per l atteggiamento dei due che si aggiravano in prossimità degli esercizi commerciali presenti in zona con un comportamento circospetto, che lasciava presagire un imminente azione delittuosa.

19 Dopo aver allertato l equipaggio di turno dell Aliquota Radiomobile, il militare del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo ha continuato a seguire i due fino a quando sono stati sul punto di introdursi all interno di un negozio martinese. A quel punto il Carabiniere è intervenuto e, supportato dal personale del N.O.R. di Martina, ha bloccato i due che nel frattempo avevano tentato di celare la propria identità indossando dei cappucci. La perquisizione personale ha consentito, poi, di rinvenire, nella disponibilità degli arrestati una pistola a salve, fedele riproduzione di una semiautomatica, modificata in modo tale da poter esercitare efficace azione di fuoco. L arma, che aveva un colpo in canna ed un altro inserito nel caricatore, è stata messa in sicurezza e sottoposta a sequestro. I due, terminati gli accertamenti, sono stati arrestati per detenzione e poro abusivi di arma e per tentata rapina, sventata solo grazie all intuito del giovane Carabiniere che da casa stava andando in palestra, quando si è accorto della situazione. Il minorenne, come disposto dal Pm minorile Dr. Giuseppe Carabba, è stato collocato agli arresti domiciliari, mentre il maggiorenne, su disposizione del Pm Dr. Remo Epifani condotto presso la casa Circondariale di Taranto. Arrestati due 20enni incensurati. Tentavano di rubare una motocicletta. Durante la scorsa notte all una e trenta,, una pattuglia di Carabinieri del 112 Radiomobile di Taranto, ha intercettato nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele III, due giovani che spingevano una motocicletta di grossa cilindrata. Raggiunti in gran fretta dai militari, i due hanno abbandonato il due ruote e si sono dati subito alla fuga. Poco è durata la speranza di farla franca, poiché sono stati immediatamente bloccati e perquisiti. Naturalmente nulla invece hanno saputo riferire in merito al possesso della motocicletta. hanno arrestato due giovani per furto aggravato. I due giovani tarantini,

20 entrambi 20enni ed incensurati, sono stati dichiarati in arresto per furto aggravato e sottoposti ai domiciliari a disposizione del PM di turno. La motocicletta è stata, invece, restituita al legittimo proprietario. Condotti in caserma, i Carabinieri hanno iniziato l attività volta a rintracciare il reale proprietario del veicolo, che effettivamente svegliato nel pieno della notte ha asserito di aver regolarmente parcheggiato la propria Laverda 1000 nel garage. Il successivo sopralluogo, neanche a dirlo, ha riscontrato la mancanza del veicolo, che era quello che i due ladri stavano tentando di trafugare. Un romeno latitante internazionale, arrestato a Taranto dai Carabinieri I Carabinieri della Stazione Taranto Centro, in collaborazione con i colleghi del Reparto Operativo del NOR, hanno arrestato un latitante rumeno, Nicorus Adrian Sirbu 28 anni, colpito da mandato di cattura internazionale. L uomo, era stato condannato per rapina e sequestro di persona in associazione con altri connazionali, aveva cercato dapprima rifugio in Spagna e successivamente, e da alcune settimane si era rifugiato nel capoluogo jonico.

21 Le ricerche sono state avviate dopo che i Carabinieri avevano preso visione del mandato di cattura europeo inserito nel portale dell Interpol, e sono quindi sono partite a seguito di un intensa attività info-investigativa. La profonda conoscenza del territorio ha permesso ai militari di individuare un palazzo, sito in una centralissima via del Borgo, in cui da poco tempo si era insediata una coppia di rumeni sospetti. I Carabinieri, hanno monitorato il portone di ingresso dell edificio per alcuni giorni, riscontrando dei movimenti strani: spesso vi entrava un uomo che portava una busta e usciva a mani vuote, come se consegnasse viveri a domicilio a qualcuno che per necessità non poteva farsi notare per strada. Circostanza questa abbastanza sospetta che hanno avviato dei controlli, attività che ha subito avvalorato i loro sospetti: in una delle abitazioni nessuno apriva la porta. In breve tempo, tenuto conto che all interno vi era sicuramente qualcuno, i militari hanno fatto irruzione e si sono ritrovati davanti un grosso cane immediatamente messo in sicurezza mentre, all interno di una delle stanze, c era una donna. Del latitante apparentemente non vi era traccia, a parte alcune fotocopie di documenti risultati falsificati, ritraenti la sua immagine, ma non le sue generalità. La donna, condotta in caserma al termine della perquisizione, è risultata assolutamente reticente a collaborare. L attenzione dei militari si è quindi concentrata su un telefono cellulare sequestrato nell appartamento perquisito. La svolta è giunta quando uno di contatti recenti è risultato riconducibile a un connazionale del ricercato, che abita nel capoluogo jonico. Individuata la dimora del soggetto intestatario del numero,

22 l uomo è stato localizzato e pedinato fino a piazza Messapia. Il rumeno, dopo aver parcheggiato, è sceso dall auto e parlando al telefono si è avviato verso una via adiacente, introducendosi nel portone di un palazzo. I Carabinieri hanno fatto irruzione nell androne dell edificio ed in un appartamento al piano terra ricavato all interno del cortile condominiale, hanno sorpreso tre rumeni intenti a confabulare, di cui uno con uno zaino. Fra i tre vi era anche il 28enne Nicorus Adrian Sirbu, catturando internazionale colpito da mandato di arresto valido ai fini dell estradizione emesso da autorità rumene. L uomo è stato immediatamente ammanettato, arrestato e concluse le formalità di rito trasferito ed associato presso il carcere di Taranto. Il coinvolgimento dei suoi connazionali per favoreggiamento è attualmente al vaglio dell autorità giudiziaria che procede nei loro confronti Un pregiudicato fa irruzione durante il TG armato di una pistola giocattolo Cosimo Caforio Cosimo Caforio, un pregiudicato di 53 anni. ha fatto irruzione nella sede dell emittente tarantina Studio 100 armato di una pistola, irrompendo nello studio del telegiornale mentre la giornalista Rosalba De Giorgi, era alla conduzione in diretta del telegiornale delle ore 14, pretendo di leggere un comunicato in diretta. Dalla regia hanno intelligentemente immediatamente interrotto la messa in onda e la conduttrice con grande sangue freddo e

23 professionalità ha assecondato il malintenzionato che credeva di essere in diretta, invitandolo a mettere via la pistola, che il malintenzionato ha riposto in tasca ed acconsentiva a quanto richiesto e, pertanto, quest ultimo dava lettura del suo delirante comunicato concernente circostanze relative alle proprie vicissitudini di vita che lo avevano portato, sovente, in carcere. I colleghi della De Giorgi hanno quindi buttato giù la porta dello studio, ma sono stati bloccati dalla giornalista ha subito detto che l uomo aveva un arma con sè, rivelatasi per fortuna un arma giocattolo. Immediatamente sono arrivati sul posto la Polizia ed i Carabinieri pressochè contemporaneamente. Indosso all uomo, venivano rinvenuti e sequestrati, inoltre, n. 2 grimaldelli per cui lo stesso veniva denunciato per il reato di possesso di arnesi atti allo scasso. Il Caforio, è un pregiudicato peraltro già sottoposto a sorveglianza speciale, è stato quindi tratto in arresto per inosservanza della misura restrittiva e quindi denunciato per violenza privata e minacce. La brava collega Rosalba De Giorgi, con grande professionalità, ha deciso di riprendere a condurre subito il telegiornale in diretta spiegando ai telespettatori cosa era accaduto ed il lieto dine di quei momenti di terrore I Carabinieri scovano e sequestrano 50 chili di marijuana. Ma non i trafficanti Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Talsano, durante un servizio perlustrativo lungo la costa jonica, hanno notato in lontananza un grosso involucro nascosto su uno scoglio del tratto di mare del Tramontone. Insospettiti dalle dimensioni si sono avvicinati a piedi, ed incuriositi dalla curacon cui era stato confezionato il plico, lo hanno recuperato ed aprendolo si sono accorti con stupore che quel grosso involucro in cellophane del peso di circa 50 kg conteneva marijuana.

24 La sostanza, è stata quindi sequestrata, ed è stata immediatamente inviata al laboratorio di analisi del Comando Provinciale di Viale Virgilio per gli accertamenti tecnici volti a verificarne l analogia con altra marijuana sequestrata in zona. Sono in corso indagini volte a risalire alla provenienza e al destinatario del plico. Forse lasciarla ed appostarsi per risalire a chi la possedeva e nascondeva non sarebbe stata un cattiva ida Il gip Todisco alla Procura: «L inquinamento dell' ILVA continua» Una relazione è stata inviata dal gip del tribunale Patrizia Todisco, al procuratore capo della repubblica di Taranto Franco Sebastio, all interno della quale si evidenzia la prosecuzione dell attività inquinante e illecita dell ILVA, la stessa cattività che portò nel luglio del 2012 al sequestro degli impianti a caldo dello stabilimento di Taranto, Nella propria lettera,il gip Todisco si riferisce alle relazioni redatte dai tre custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, più un quarto custode delegato alle funzioni amministrative-contabili, successivamente ai sopralluoghi effettuati con i Carabinieri del Noe tra febbraio e agosto scorsi nello stabilimento siderurgico di Taranto. I custodi giudiziari hanno periodicamente accertato e documentato all autorità giudiziaria del loro lavoro lo stato degli impianti sottoposti al sequestro (con facoltà d uso) e lo stato di attuazione delle prescrizioni previste dalla Via. Emergerebbe dai rapporti redatti che gli interventi maggiormente significativi necessari e propedeutici per l interruzione dell attività illecita, a partire dalla copertura dei parchi minerari, non sarebbero stati realizzati.

25 I custodi giudiziari nello loro relazioni hanno evidenziato il continuo reiterarsi di accadimenti irregolari con le conseguenti emissioni incontrollate di polveri non meglio caratterizzate che sembrano essere comunque collegate ai malfunzionamenti ed anomalie nelle acciaierie. Il giudice Todisco si è quindi rivolta alla Procura della Repubblica, ufficio giudiziario competente ad attivare l azione penale ottemperando a quanto previsto dal Codice Penale, tenendo ben presente che l Unione europea ha puntato i propri riflettori sull ILVA di Taranto, sottolineando la violazione reiterata da parte del gruppo RIVA del diritto al rispetto della proprietà, oltre al doveroso diritto alla vita e al fondamentale rispetto della vita privata, e che di comune accordo e valutazione i periti incaricati di svolgere l incidente probatorio sulle emissioni dell ILVA, abbiano ritenuto fondamentale e principale la questione del risanamento ambientale. Quella effettuata dai custodi giudiziari è stata di fatto attività di controllo analoga all analoga attività dell Arpa Puglia e dall Ispra, istituto quest ultimo delegato per legge ad accertare l attuazione delle prescrizioni dell Autorizzazione integrata ambientale. Che gli accertamenti effettuati dai custodi non contenessero riscontri positivi, era peraltro circostanza ben nota. In merito alle emissioni inquinanti, l Arpa Puglia ha affermato in questi mesi ripetutamente che la situazione dalla diossina al benzoapirene per una serie di inquinanti a Taranto, è sensibilmente migliorata rispetto a quella riscontrata dei due anni precedenti, aggiungendo e precisando però che si tratta di un miglioramento causato alla circostanza che lo stabilimento siderurgico è in attività al di sotto della sua potenzialità e che a partire dalle cokerie che hanno un maggior impatto, molti impianti sono inattivi. Il commissario straordinario Piero Gnudi, ha precisato e ribadito invece di un impegno finanziario di 583 milioni di euro in parte proveniente dalla precedente gestione commissariale di Enrico

26 Bondi e nella sua prima relazione sull andamento di gestione dell azienda. Gnudi, parlando in commissione bicamerale sulle ecomafie ha spiegato che ai gruppi che si sono affacciati perché interessati all ILVA ho posto due condizioni a cui non si può rinunciare: il rispetto dell Aia e dei livelli occupazionali. Il costo dell Aia è un macigno che pesa ha spiegato il commissario Siamo aperti a modifiche per diverse soluzioni tecniche ma sul livello di emissioni non ci sono margini di discussione. I problemi di inquinamento a Taranto, ha aggiunto Gnudi, si possono risolvere con volontà e denaro. L Aia non dice dove prendere il denaro. C è speranza, ma non sicurezza, che si potrà prendere il denaro dai Riva. Il problema, però, è il tempo: fra dieci anni i soldi non mi servono, perché l Aia dà tempi ristretti. Concludendo Gnudi soffermandosi sulla qualità dell aria, ha affermato che attualmente è buona sia per gli interventi fatti sia per la minore produzione.andremo presto a Bruxelles a chiarire tutti i termini per evitare la procedura di infrazione, ed in relazione al rispetto dei livelli occupazionali ha spiegato, di non essere disponibile a una svendita nè ad una liquidazione. Chi compra deve mantenere gli attuali livelli occupazionali. Arrestato stalker mentre tentava di sfondare la porta di casa della ex moglie. Attimi di terrore quelli vissuti ieri sera da una donna e dalla propria figlia a Taranto, in una centralissima via del Borgo. Intorno alle ore 18.00, tre pattuglie dei Carabinieri sono arrivate a sirene spiegate presso un palazzo, all interno del quale si era introdotto un pregiudicato tarantino 37enne, ex marito della donna che perseguivata ormai da mesi, il quale minacciava di morte la stessa e la sua figlioletta, e a calci e spallate stava cercando di sfondare la porta dell abitazione delle due donne. Dopo pochi minuti sono arrivati i Carabinieri i quali hanno fatto irruzione nell androne del palazzo, sorprendendo l energumeno che continuava a minacciare moglie e figlia, quindi in flagranza di reato. Alla vista dei Carabinieri, la furia del pregiudicato non si è fermata; anzi l uomo ha continuato a inveire anche contro di loro,

27 minacciandoli che se si fossero avvicinati, avrebbe ammazzato la moglie. I militari con tutte le cautele del caso sono riusciti ad immobilizzarlo, senza che nessuno si sia fatto male. Immobilizzato ed ammanettato, lo stalker è stato arrestato e quindi condotto presso il carcere di Taranto. L attività persecutoria nei confronti della donna andava avanti ormai da mesi, ma ieri si è raggiunto il momento più pericoloso. Le due vittime sono state quindi rassicurate ed assistite dai militari dell Arma secondo le procedure previste, con l intervento ed ausilio di personale di un centro antiviolenza operante a Taranto. Arrestato dai Carabinieri l'autore delle rapine-lampo ai supermercati Saitta Gianfranco I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Martina Franca hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gianfranco Saitta, un pregiudicato 37enne

28 di San Giorgio Jonico con precedenti per rapina, in quanto ritenuto autore di ben 5 rapine commesse ai danni di supermercati insistenti nei Comuni di San Giorgio Jonico, Monteiasi e Fragagnano che risalgono alla seconda metà del 2012, allorquando alcuni Comuni insistenti nella giurisdizione della Compagnia di Martina Franca e vicini al capoluogo jonico vennero colpite da una serie di rapine a supermercati. l modus operandi era sempre lo stesso: i malviventi qualche giorno prima dell assalto agli esercizi commerciali rubavano un autovettura, generalmente una piccola utilitaria, così da essere sicuri di non poter essere rintracciati durante la fuga, qualora qualche cittadino prendesse il numero di targa e poi colpivano, sempre in prossimità degli orari di chiusura, pomeridiani o serali, dei vari supermercati. La rapina era rapidissima e durava il più delle volte non più di 17 secondi. Mentre un complice rimaneva all esterno del supermercato con il motore acceso e lo sportello aperto, il Saitta, insieme ad un altro complice, entrava all interno armi in pugno e con incredibile velocità sradicava le casse contenenti il denaro. Dopodiché i tre rapinatori si volatilizzavano con il denaro sottratto, facendo ritrovare qualche ora dopo sia le automobili di volta in volta impiegate per compiere le rapine, che gli indumenti utilizzati.

29 Proprio dagli indumenti sono partite le indagini, da un lavoro certosino e accuratissimo di prelevamento e repertamento dei vari indumenti effettuato da militari della SIS del Comando Provinciale di Taranto, che ha consentito al RIS di Roma di estrapolare il DNA dei tre malviventi e ai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Martina Franca di comparare tali campioni con il DNA che nel frattempo era stato prelevato dal Saitta. Il risultato, frutto anche dell attenta visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, è stato di una piena compatibilità fra il campione di DNA del Saitta e quello del rapinatore autore delle 5 rapine e pertanto per lui si sono immediatamente aperte le porte della Casa Circondariale di Taranto, ove è stato associato e messo a disposizione del PM Dott.ssa Antonella De Luca.

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