PIANO DELLA PERFORMANCE 2014/2016

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1 PIANO DELLA PERFORMANCE 2014/2016 Approvato con Delibera di Giunta n. 2 del 30 gennaio

2 Sommario 1. Presentazione del Piano pag Sintesi delle informazioni di interesse per i cittadini e gli stakeholder esterni pag. 6 a) L amministrazione pag. 6 b) Mandato istituzionale e Missione pag. 7 c) L organizzazione burocratica pag. 8 d) Le attività pag. 9 e) Ipotesi di sviluppo pag Analisi del contesto esterno pag. 15 I. Lo scenario internazionale e le prospettive di crescita dell economia italiana pag. 15 II. Le dinamiche dell economia provinciale pag. 17 III. La dinamica congiunturale e le previsioni per il 2013 pag. 21 IV. Le politiche per riattivare il circuito economico pag Analisi del contesto interno pag. 26 I. Le logiche in base al nuovo modello organizzativo pag. 26 II. Le infrastrutture e le risorse umane e tecnologiche pag Il quadro normativo e finanziario di riferimento pag. 45 a) Disposizioni in tema di contenimento della spesa e di sviluppo pag. 45 b) Fondo Perequativo per rigidità di bilancio pag. 49 c) Fondo Perequativo progettuale pag. 50 d) Partecipazioni dell Ente camerale in società non di sistema pag Albero della performance pag Area strategica: Competitività dell Ente pag Area strategica 2: Competitività delle imprese e del territorio pag. 61 2

3 1. Presentazione del Piano Il Piano della performance che, con il presente documento si va a perfezionare, costituisce, pur in una logica di continuità, determinata dal comune riferimento al programma di mandato adottato dal Consiglio Camerale all indomani del suo insediamento e per tutta la durata in carica 2011/2016, l avvio del secondo ciclo della performance. E appena il caso di ricordare che l Ente camerale, in applicazione del D.lgs 150/2009 di riforma della Pubblica Amministrazione, c.d. Legge Brunetta, aveva tempestivamente dato esecuzione ai principi di performance e premialità in esso contenuti, adottando fin dall anno 2011 il Piano della Performance ed il Nuovo Sistema di misurazione e valutazione del personale e recependo nell apposito programma triennale della trasparenza e integrità l esigenza di accessibilità, tracciabilità e controllo degli atti pubblici. Fin dall inizio del Ciclo, l Amministrazione aveva provveduto, pur in presenza di una normativa la cui applicabilità alle Camere di Commercio all epoca appariva non evidente, all individuazione e alla nomina dell Organismo Indipendente di Valutazione delle Performance, che costituisce l organo di riferimento interno ed esterno per i controlli sulla corretta e tempestiva attuazione del Piano della Performance. La progressiva implementazione del Ciclo della Performance, anche dovuta all incessante attività della CIVIT Commissione per la valutazione, la trasparenza e l integrità delle amministrazioni pubbliche istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione Pubblica, e ora rinominata A.N.AC. Agenzia Nazionale AntiCorruzione e per la valutazione e la trasparenza della Pubblica Amministrazione, ha portato alla necessità di una integrazione del ciclo della performance con gli strumenti e i processi relativi alla qualità dei servizi, alla trasparenza, all integrità e in generale alla prevenzione della anticorruzione. Per le amministrazioni di diretta applicazione del D.Lgs. n. 150/2009, relativamente al Piano della performance , da adottare entro il 31/01/2014, tenendo conto anche dell evoluzione del quadro normativo sull anticorruzione e, in particolare, dell emanazione nel 2013 dei decreti legislativi n. 33 e n. 39 sul riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità e trasparenza e il regime delle inconferibilità e incompatibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni, occorre rendere evidente l integrazione degli strumenti programmatori e, quindi, 3

4 garantire il collegamento tra performance e prevenzione della corruzione; nei Piani della performance dovrà essere esplicitamente previsto il riferimento a obiettivi, indicatori e target relativi ai risultati da conseguire tramite la realizzazione dei Piani triennali di prevenzione della corruzione (P.T.P.C.) e dei Programmi triennali della trasparenza. In tale ottica di integrazione e coerenza, richiamata anche nell Allegato 1 del Piano Nazionale Anticorruzione, approvato in applicazione della legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione, è stato opportuno prevedere nel Piano della performance obiettivi, indicatori e target sia per la performance organizzativa, tramite indicatori di risultato e di processo, prevalentemente associati al livello strategico e operativo, sia per la performance individuale, tramite obiettivi assegnati al responsabile della prevenzione della corruzione e al personale, dirigente o meno, a vario titolo coinvolto nella realizzazione del P.T.P.C.. Nel quadro generale fin qui disegnato trova necessariamente collocazione di rilievo anche la nuova disposizione di cui al Decreto del Ministero dell Economia e delle Finanze 27 marzo 2013 che, in applicazione del D.Lgs 91/2011, ha disciplinato l armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili delle Pubbliche amministrazioni al fine di assicurare il coordinamento della finanza pubblica attraverso una disciplina omogenea dei procedimenti di programmazione, gestione, rendicontazione e controllo. E evidente lo stretto nesso che esiste tra la programmazione economica, esplicitata anche nei nuovi documenti di budget economico annuale e pluriennale, e la programmazione strategica e operativa estrinsecata nel Piano della Performance; così come appiano maggiormente orientati, anche se visti da un punto di vista maggiormente contabili, in tale direzione il prospetto delle previsioni di spesa articolato per programmi e missioni e soprattutto, in un ottica di performance, il piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio. Tale ultimo documento, elaborato in base a linee guida di carattere nazionale che ne consentono il confronto tra le pubbliche amministrazioni, in attesa di una definizione certa dei costi medi dei processi, avviata quest anno in maniera sperimentale e con riferimento all anno 2012, è stato elaborato con esplicito riferimento alle attività della Camera, non costituendo, così, altro che una anticipazione e definizione degli obiettivi e degli indicatori che trovano poi consacrazione nel Piano delle Performance. 4

5 Trattasi invero di un processo di evoluzione della pubblica amministrazione, da un modello puramente erogatore di servizi a soggetto capace di interagire con tutti gli Organismi siano essi istituzionali che economici presenti sul territorio, che ha fatto sì che l Ente assumesse impegni concreti in termini di definizione di linee strategiche e programmatiche attraverso la cui attuazione compiere il pieno raggiungimento della propria missione istituzionale e questi impegni li rendesse definiti, chiari e conoscibili ai terzi. Secondo quanto previsto dall art.10 comma 1 del DLGS 150/2009, pertanto, il presente Piano della Performance ha lo scopo di assicurare la qualità, la comprensibilità ed attendibilità dei documenti di rappresentazione della performance. La qualità della rappresentazione della performance viene garantita attraverso l esplicitazione del processo e delle modalità attraverso le quali sono stati formulati gli obiettivi di questa Amministrazione e la loro articolazione. La comprensibilità della rappresentazione della performance viene garantita dal presente documento attraverso l esplicitazione del legame tra i bisogni della collettività, la missione istituzionale, le priorità politiche, le strategie, gli obiettivi e gli indicatori dell amministrazione. La garanzia di una facile lettura del piano semplifica la comprensione della performance dell Ente intesa come risposta ai bisogni della collettività. Infine, l attendibilità della rappresentazione della performance viene assicurata dalla verificabilità ex-post della correttezza metodologica del processo di pianificazione (principi, fasi, temi e soggetti) e delle sue risultanze (obiettivi, indicatori, risultati attesi). Oltre a rispettare i requisiti previsti dal DLGS 150/2009, il Piano della Performance diviene un mezzo utile all ottenimento di importanti vantaggi a livello organizzativo e gestionale consentendo di individuare ed incorporare le attese degli stakeholder, favorire una effettiva accountability e trasparenza, facilitando i meccanismi di comunicazione interna ed esterna, e migliorare il coordinamento tra le diverse funzioni e strutture organizzative. 5

6 2. Sintesi delle informazioni di interesse per i cittadini e gli stakeholder esterni Vengono ribaditi in questa sezione i principali elementi del Piano che sono di interesse immediato per i cittadini e gli altri stakeholder esterni riportando informazioni di base sul ruolo e le funzioni della Camera di Commercio, sulle strategie in atto e gli obiettivi generali da perseguire. a) L amministrazione La Camera di Commercio di Catanzaro è un Ente pubblico dotato di autonomia funzionale che svolge nell ambito della circoscrizione territoriale di competenza, coincidente con la provincia, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell ambito dell economia locale. Fondata nel 1862, quindi ha compiuto nel 2012 il suo 150 compleanno, aveva come iniziale missione quella di rilevare le attività economiche della provincia e comunicarle al Ministero dell economia nazionale. Nel corso della sua storia, la Camera ha ampliato il suo campo di azione nell ambito dei servizi a supporto delle imprese e oggi è l interfaccia tra l economia reale del Paese e la Pubblica Amministrazione, quale punto d incontro tra il pubblico ed il privato. L Ente si avvale, infatti, di una struttura di indirizzo politico, costituita da 20 Consiglieri nominati in rappresentanza delle categorie economiche maggiormente rappresentative del territorio e da 2 Consiglieri nominati rispettivamente dai Sindacati e dalle Associazioni di Consumatori più rappresentativi. La novità introdotta dal recente Decreto legislativo n. 23/2010 di riforma del sistema camerale prevede la presenza, all interno del Consiglio, anche di un rappresentate degli Ordini Professionali, che sarà individuato a partire dal prossimo mandato; ciò a significare la valenza e la duttilità delle funzioni camerali che si interfacciano continuamente, oltre che con le imprese e la pubblica amministrazione, anche con Notai, Commercialisti, Avvocati e quant altro. Il Consiglio dura in carica 5 anni e svolge funzioni di indirizzo politico e programmazione; nomina peraltro al suo interno il Presidente e la Giunta camerale, composta, quest ultima, da 5 componenti tra i quali deve essere garantita la presenza dei rappresentanti dei settori dell agricoltura, dell artigianato, dell industria e del commercio. La Giunta svolge compiti di natura esecutiva ed il Presidente ha la rappresentanza legale dell Ente. 6

7 L attività di controllo è svolta da un Collegio dei Revisori dei Conti composto da 3 membri designati rispettivamente dal Ministero dell Economia e delle Finanze, con funzioni di Presidente, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Calabria; il collegio svolge funzioni di controllo di legittimità e compatibilità economico finanziaria sull attività dell Ente. Il nuovo D.LGS 150/2009 ha introdotto, in sostituzione dei vecchi Nuclei di valutazione, uno specifico organo di valutazione strategica chiamato Organismo Indipendente di Valutazione con il compito di monitorare lo stato di attuazione dei programmi e la capacità dei Dirigenti di soddisfare gli obiettivi posti dall Ente. b) Mandato istituzionale e Missione Il mandato istituzionale definisce il perimetro nell ambito del quale La Camera di Commercio può e deve operare. Esso è esplicitato in maniera sintetica, oggettiva e coerente con la normativa che disciplina le attribuzioni/competenze istituzionali, anche sulla base dell articolo 2 del Decreto Legislativo 23/2010 che riforma la legge 580/93. In particolare la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Catanzaro, come recita lo Statuto, è un ente pubblico dotato di autonomia funzionale che svolge, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali. La Camera svolge funzioni di supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali, nonché, fatte salve le competenze attribuite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato alle amministrazioni statali, alle regioni, e agli enti locali, funzioni nelle materie amministrative ed economiche relative al sistema delle imprese. Esercita, inoltre, le funzioni ad essa delegate dallo Stato e dalla Regione, nonché i compiti derivanti da accordi o convenzioni internazionali, informando la propria azione al principio di sussidiarietà. La missione identifica la ragion d essere e l ambito in cui l ente camerale opera in termini di politiche e azioni perseguite. La missione rappresenta l esplicitazione dei capisaldi strategici di fondo che guidano la selezione degli obiettivi che l organizzazione intende perseguire attraverso il proprio operato. 7

8 Per il raggiungimento dei propri scopi, la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Catanzaro, inoltre, promuove, realizza e gestisce strutture ed infrastrutture di interesse economico generale a livello locale, regionale e nazionale, direttamente o mediante la partecipazione, secondo le norme del codice civile, con altri soggetti pubblici e privati, ad organismi anche associativi, ad enti, a consorzi e a società. Strettamente interconnessa alla missione, la visione indica la proiezione dell organizzazione in uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi e incentiva all azione all interno dell amministrazione. L obiettivo ambizioso che l Ente camerale si pone è quello di costruire attorno ai settori più rilevanti dell economia provinciale, quali i comparti dell agroalimentare, del turismo, del manifatturiero, un modello virtuoso di crescita, i cui benefici possano essere condivisi dall intero territorio, con un conseguente aumento del benessere economico diffuso. La Camera di Commercio vuole proporsi nella veste di soggetto di stimolo e di aggregazione al fine di affrontare, congiuntamente a tutti gli attori provinciali e non solo, lo sviluppo dei temi che condizionano la crescita del benessere collettivo. In tal modo, il soggetto pubblico potrà essere considerato non solo come organo burocratico e amministrativo, ma come reale agente di sviluppo locale, in prima linea nella programmazione e nella pianificazione della crescita di un territorio. c) L organizzazione La Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Catanzaro è un ente pubblico dotato di autonomia funzionale che svolge, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali. Queste funzioni e competenze sono assolte per mezzo della propria struttura. La struttura burocratica amministrativa è diretta dal Segretario Generale, cui compete di dare attuazione ai programmi degli organi di indirizzo e garantire la legittimità dei provvedimenti; egli svolge anche le funzioni di datore di lavoro ed è quindi responsabile dell organizzazione degli uffici e dei servizi, nonché della gestione del personale. 8

9 L organizzazione camerale prevede due figure dirigenziali, una con competenza su tutti i processi relativi alle attività istituzionali e di supporto, temporaneamente scoperta e quindi assolta ad interim dallo stesso Segretario Generale, ed una con competenza su tutti i servizi di diretto contatto con l utenza esterna, quali i servizi anagrafico certificativi e di regolazione del mercato, che svolge anche funzioni di Vicario. L organigramma si snoda attraverso sei Servizi chiave presidiati dalle c.d. Posizioni Organizzative, uno per il settore amministrativo e del personale, uno per il settore economicofinanziario, uno per le attività anagrafico certificative, uno per il settore statistico, metrico e della regolazione del mercato, uno per il settore ambiente, e uno per la Promozione e diverse Unità Organizzative e Uffici di supporto che si occupano delle diverse funzioni camerali. Allo stato sono in servizio 39 dipendenti, dei quali 2 con rapporti di lavoro flessibile, su una pianta organica che, appena rimodulata, ne prevede 46. Presso la Camera di Commercio è istituita una azienda speciale, Promo Catanzaro presieduta da un componente nominato dalla Giunta e da 4 Consiglieri che ne costituiscono il Consiglio di Amministrazione; la stessa è diretta dallo stesso Segretario Generale e si avvale della collaborazione di 2 dipendenti a tempo indeterminato e di 1 a tempo determinato L azienda svolge funzioni di promozione e formazione e gestisce, per conto della Camera di Commercio, il Centro di Taratura Accreditato L.A.T. Sud Misure. d) Le attività Oggi, la Camera di Commercio è prima di tutto l'interlocutore delle oltre imprese che in provincia producono, trasportano o scambiano beni e servizi e delle categorie economiche che le rappresentano. Ma è anche un'istituzione al servizio dei cittadini/consumatori, attiva accanto agli enti locali per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. La Camera di Commercio di Catanzaro svolge, in sintesi, tre tipi di attività, per grandi linee intese: attività amministrative: tenuta di albi, elenchi, ruoli, nei quali vengono registrati e certificati i principali eventi che caratterizzano la vita di ogni impresa, che trova il suo principale punto di forza nel Registro delle Imprese. Il miglioramento del livello di efficienza dei servizi da rendere all utenza, il rispetto della normativa in costante evoluzione, una sempre più estesa applicazione della telematica, 9

10 rappresentano gli obiettivi strategici che l Ente intende perseguire, fino a garantire la riduzione della tempistica di lavorazione e di sospensione delle pratiche, un ulteriore incremento del numero degli utenti telematici con la conseguente riduzione delle richieste di servizio allo sportello.. attività di promozione e informazione economica: sostegno alla competitività delle imprese, consolidamento e sviluppo della struttura del sistema economico locale (promozione dello sviluppo economico del territorio e monitoraggio), studio e analisi dei dati sull'economia locale in un ottica di programmazione mirata degli interventi di supporto. I principali ambiti strategici di intervento riguardano: a). l implementazione di attività di assistenza creditizia alle imprese, con l aspettativa di incrementare il numero di beneficiari ed un miglioramento sensibile delle condizioni di accesso al credito, anche attraverso il finanziamento dei Confidi; b). l internazionalizzazione, con l obiettivo di consolidare le relazioni esistenti con i Paesi del Mediterraneo, accedere a mercati esteri con alto potenziale economico, intensificare l attività di intermediazione a livello nazionale e comunitario; c). la promozione della cultura d impresa, con l obiettivo di volere garantire una maggiore conoscenza delle iniziative camerali, supportare lo sviluppo dell imprenditoria femminile e di nuove imprese in genere, anche attraverso mirate attività di formazione; d). l innovazione e la ricerca a sostegno della competitività, per contribuire alla realizzazione a livello regionale di un centro di eccellenza per la ricerca nelle energie rinnovabili, con il coinvolgimento delle Università e degli Organismi locali competenti, per la creazione di un Distretto della Conoscenza quale polo di studio e di ricerca e il supporto ad Organismi esterni strumentali allo sviluppo del territorio; e). le iniziative per l attuazione di distretti/sistemi produttivi locali e dei contratti di rete, la valorizzazione e promozione turistica del territorio, la politica agroalimentare, le peculiarità produttive artigianali. attività di regolazione del mercato e tutela della fede pubblica: composizione delle controversie derivanti dalle relazioni economiche tra imprese e tra imprese e cittadini, garanzia 10

11 della funzionalità del servizio di rilevazione dei prezzi sul mercato, vigilanza e metrologia legale, tutela del consumatore e delle imprese attraverso l attività di controllo sui prodotti. Promuovere gli strumenti di regolazione del mercato rappresenta il principale obiettivo strategico nell ambito di detta attività. L Ente punta, da un lato, a garantire la massima funzionalità dei servizi di arbitrato e conciliazione e a consentire un risparmio in termini sia economici che di tempo a favore delle imprese, dall altro a tutelare consumatori e utenti attraverso l aumento dei controlli dei prodotti per contribuire alla riduzione delle illegalità. Da un punto di vista strettamente formale l art.2 dello Statuto camerale elenca le funzioni e i compiti della Camera di Commercio di Catanzaro, in particolare relativi a: a) tenuta del registro delle imprese, del Repertorio economico amministrativo, ai sensi dell'articolo 8 della legge 580/93, e degli altri registri ed albi attribuiti alle camere di commercio dalla legge; b) promozione della semplificazione delle procedure per l'avvio e lo svolgimento di attività economiche; c) promozione del territorio e delle economie locali al fine di accrescerne la competitività, favorendo l'accesso al credito per le PMI anche attraverso il supporto ai consorzi fidi; d) realizzazione di osservatori dell'economia locale e diffusione di informazione economica; e) supporto all'internazionalizzazione per la promozione del sistema italiano delle imprese all'estero, raccordandosi, tra l'altro, con i programmi del Ministero dello sviluppo economico; f) promozione dell'innovazione e del trasferimento tecnologico per le imprese, anche attraverso la realizzazione di servizi e infrastrutture informatiche e telematiche; g) costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori e utenti; h) predisposizione di contratti-tipo tra imprese, loro associazioni e associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti; i) promozione di forme di controllo sulla presenza di clausole inique inserite nei contratti; l) vigilanza e controllo sui prodotti e per la metrologia legale e rilascio dei certificati d'origine delle merci; m) raccolta degli usi e delle consuetudini; n) cooperazione con le istituzioni scolastiche e universitarie, in materia di alternanza scuolalavoro e per l'orientamento al lavoro e alle professioni. 11

12 Per il raggiungimento dei propri scopi, inoltre, la Camera di Commercio promuove, realizza e gestisce strutture ed infrastrutture di interesse economico generale a livello locale, regionale e nazionale, direttamente o mediante la partecipazione, secondo le norme del codice civile, con altri soggetti pubblici e privati, ad organismi anche associativi, ad enti, a consorzi e a società. Per la realizzazione di interventi a favore del sistema delle imprese e dell'economia, le Camere di Commercio e le loro unioni possono partecipare agli accordi di programma ai sensi dell'articolo 34 del citato decreto legislativo 18 agosto 2000, n La programmazione degli interventi in favore del sistema delle imprese e dell'economia, nell'ambito del programma pluriennale di attività di cui all'articolo 11, comma 1, lett. c), è formulata in coerenza con la programmazione dell'unione europea, dello Stato, di Unioncamere nazionale e delle Regioni. La Camera di commercio, infine, può costituirsi parte civile nei giudizi relativi ai delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio e può, altresì, promuovere l'azione per la repressione della concorrenza sleale ai sensi dell'articolo 2601 del codice civile. e) Ipotesi di sviluppo L anno 2013 ha confermato, pur a fronte delle consistenti restrizioni imposte dalla legge di stabilità e dalle disposizioni di cui al D.L. 112/2008 convertito nella legge 133/2008 e delle successive disposizioni di cui alla Legge 133/2010 e da ultimo dal succedersi delle diverse normative di contenimento della spesa pubblica e per il rilancio dell economia, il crescente impatto della Camera di Commercio su numerosi temi di importanza strategica per il sistema produttivo locale; convinto di poter concretamente aiutare le imprese a superare la fase di crisi in atto, l Ente camerale si è mosso, peraltro in piena coerenza con le strategie nazionali e regionali, concentrando particolare attenzione sul fronte dello sviluppo della competitività dei sistemi territoriali, dell assistenza all internazionalizzazione e allo sviluppo del turismo, della semplificazione amministrativa e della trasparenza, della formazione, della promozione dei nuovi strumenti di giustizia alternativa, della presenza sui mezzi di comunicazione. Ciò senza far venir meno la massima attenzione alla necessaria efficienza dei servizi istituzionali, sempre più sottoposti a continue revisioni normative e tecnologiche, garantendo sempre, quale 12

13 maggior agente di contrasto alla corruzione e al clientelismo, procedure snelle e trasparenti, efficienza dell apparato burocratico, scrupoloso e tempestivo rispetto dei numerosi adempimenti amministrativi. Tuttavia la situazione economica di crisi ancora in atto e gli scenari che si aprono devono indurre l Ente, a favorire sempre più le associazioni di categoria, le imprese, i consulenti d impresa ed i professionisti sempre più coinvolti nelle attività camerali -, attraverso incentivazioni e promozioni, a ricorrere alle tecnologie più avanzate, che comporteranno la necessità di accrescimento del valore aggiunto dei servizi e porteranno allo sviluppo e alla valorizzazione del ruolo dell Ente quale elemento di modernizzazione del sistema e di supporto alla competitività delle imprese, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e tracciabilità. A questo processo evolutivo l Ente è riuscito, pur non senza difficoltà, a far fronte, accompagnando un disegno che consentisse, da un lato di rimodulare la propria struttura aprendosi a nuove professionalità, dall altro di favorire lo sviluppo delle competenze e delle professionalità interne. La Camera di Commerci, quindi, in un panorama di competenze e di funzioni sempre più allargato ed eterogeneo, intende focalizzare la sua attenzione su quegli interventi che possano fornire immediata ed urgente risposta alle esigenze di sviluppo delle imprese e del territorio, tenendo conto delle vocazioni, delle peculiarità, e degli orientamenti strategici delle politiche economiche Comunitarie, nazionali e regionali, cercando, anche, di fornire analisi dei dati e delle conoscenze che siano in grado, in qualche modo, di indirizzarli. La recente analisi di sintesi sull economia della Provincia, presentata in occasione della giornata regionale dell economia realizzata in collaborazione con l Istituto G. Tagliacarne, costituisce uno studio di estremo interesse per capire punti di forza e di debolezza del nostro sistema economico e produttivo, anche al fine di individuare possibili traiettorie di sviluppo del territorio; la conoscenza del sistema produttivo locale, gli studi sul lavoro sommerso, le opportunità derivanti dagli insediamenti industriali, l analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese, le capacità attrattive e la rischiosità del territorio e, da ultimo, l incidenza dell illegalità sull economia del territorio, costituiscono tutti elementi fondamentali per accompagnare correttamente la programmazione delle attività e la verifica dei fabbisogni reali delle imprese. 13

14 Il piano di azione della Camera di Commercio, tracciato nel programma pluriennale di attività e dal quale non si può prescindere per costruire le linee programmatiche per il prossimo triennio, trae le proprie mosse da alcuni punti fondamentali, dei quali viene ribadita la centralità: da un lato la necessità di assicurare l efficienza e la trasparenza dell azione amministrativa per garantire all utente/cliente servizi di qualità, da cui deriva l obbligo di investire nell organizzazione interna per la semplificazione, l ammodernamento e lo snellimento delle procedure, dall altro la necessità di sostenere ed accrescere la competitività del tessuto economico imprenditoriale con azioni in grado di contrastare il particolare momento congiunturale. Sono state quindi individuate due aree strategiche, sulle quali si innestano diversi obiettivi strategici esplicitati attraverso piani e programmi operativi, meglio descritti nelle apposite schede, parte integrante del presente piano. Le Aree strategiche individuate sono: a) Competitività dell Ente b) Competitività delle imprese e del territorio Nella linea a) sono previsti i seguenti obiettivi strategici: 1) Salute dell'amministrazione : Miglioramento della gestione delle risorse economiche, patrimoniali e finanziarie dell'ente 2) Semplificazione: Miglioramento e semplificazione dei processi interni (re-ingegnerizzazione, dematerializzazione, procedure snelle) 3) Efficienza: Miglioramento dei livelli di qualità dei servizi anagrafici all'utenza 4) Tutela: Consolidamento dell'immagine camerale come soggetto attivo nell'ambito della Regolazione del Mercato 5) Trasparenza: Miglioramento della trasparenza dell'ente, della comunicazione esterna e del coinvolgimento degli stakeholder. Nella linea b) sono previsti i seguenti obiettivi: 1) Sostenere la competitività del territorio e delle imprese favorendo lo sviluppo della qualità dell'offerta ricettiva al fine di migliorare l'attrattività del territorio da un punto di vista turistico 14

15 2) Sostenere l'imprenditorialità delle imprese, in particolar modo giovanili e femminili, agevolando l'accesso al credito ed incentivando forme di internazionalizzazione ed innovazione Da quanto sopra si evince un quadro programmatico dei possibili interventi organizzativi, per ciascuno dei quali occorre procedere ad una attenta disamina delle esigenze, delle risorse e dei limiti legislativi presenti e futuri, per come riassunti dalle apposite schede di programmazione operativa allegate al presente piano per farne parte integrante. Tali obiettivi estrinsecati in successivi programmi e azioni, quasi in una visione premonitrice, sintomatica di una capacità di programmazione proiettata al futuro, corrispondono nella sostanza a quanto sottolineato da Unioncamere ma soprattutto appaiono coerenti con il piano di riforma della pubblica amministrazione già varato dal Ministro Brunetta e, da ultimo, con il programma di rilancio varato dal Governo Letta; non solo, ma confermano come il sistema camerale, per propria vocazione istituzionale, si proponga come la pubblica amministrazione più attenta nei confronti dei bisogni delle imprese e dei cittadini tutti, ai quali sono ormai costantemente dedicate attenzioni e servizi. 3. Analisi del contesto esterno L evoluzione del contesto esterno di riferimento rimanda all analisi realizzata dalla Camera di Commercio, in collaborazione con la società di sistema Istituto G. Tagliacarne, relativa allo stato dell economia calabrese e della provincia, presentato agli stakeholders lo scorso mese di giugno, nel corso dell XI^ Giornata dell Economia, che ben sintetizza i dati sull andamento dell economia del territorio sia come analisi congiunturale che come prospettive di crescita; appare tuttavia opportuno riportare alcune interessati considerazioni. I - Lo scenario internazionale e le prospettive di crescita dell economia italiana Il biennio 2012/2013 è stato particolarmente complesso per l economia internazionale. Il prodotto mondiale ha rallentato l intensità della propria crescita in ragione delle incertezze dell economia statunitense e dell Area Euro. I mercati finanziari hanno registrato, ultimamente, una condizione di minore volatilità, legata alle misure prese dall Eurosistema ed al sentiment dei principali operatori, in miglioramento nonostante i rischi ancora in corso. Nei paesi comunitari si continua a registrare un arretramento della domanda interna, trascinata al ribasso dagli investimenti e da una spesa per 15

16 consumi stagnante; solo il commercio internazionale risulta favorevole, ma pesa la scarsa tonicità degli scambi internazionali. La flessione dell attività produttiva riguarda i principali paesi comunitari, alle prese con la rigidità del sistema creditizio e con la debolezza della domanda interna. Il 2012, per l intera Area Euro si è rivelato recessivo (stima FMI: -0,4%). Il nostro Paese, in questo scenario, sconta il sovrapporsi di ritardi strutturali, squilibri di bilancio, scarsa produttività e recessione della domanda interna. La fase ciclica, in Italia, è stata recessiva a partire dall ultimo trimestre 2011 e non si riscontrano inversioni di tendenza; gli ultimi trimestri del 2012 si sono rivelati particolarmente severi (PIL IV trimestre: -2,8%), determinando la contrazione del prodotto più elevata delle economie avanzate nel 2012 (IMF; PIL Italia 2012:-2,4%; valori concatenati base 2005). Nell ambito della domanda aggregata, sia gli investimenti fissi che i consumi delle famiglie trascinano al ribasso la domanda interna. Dal lato degli investimenti si registra un clima d opinione delle imprese molto incerto, nonché una disponibilità di risorse poco favorevole. La disponibilità di risorse finanziarie delle imprese, infatti, risulta condizionata da una elevata pressione fiscale, vendite in calo e rigidità creditizia che, ormai, dura dall inizio della prima crisi finanziaria. A tal proposito, le commissioni bancarie, negli ultimi due anni, sono cresciute del 36% (Stima Università Bocconi); rilevante anche l aumento dei tassi di interesse in alcune aree del nostro Paese. Tali fattori, oltre ad influenzare la propensione ad investire, determinano un modesto livello di produttività delle imprese, le quali utilizzano il credito soprattutto per affrontare la gestione corrente. Molto complessa appare la situazione in alcuni settori produttivi, come quello delle costruzioni e della relativa filiera. Il mercato delle compravendite è in rapida contrazione dal 2008 ed interessa numerose imprese di piccole dimensioni ed artigiane. La produzione industriale è in calo nell ultimo biennio, con punte di flesso pari al -9,3% nell agosto dello scorso anno (a marzo 2013: -5,2%. Fonte Istat). In questo contesto crescono le difficoltà delle famiglie. La spesa per consumi si rivela recessiva da sei trimestri; inoltre, cambiano i comportamenti di acquisto, sempre più orientati al risparmio ed alla riduzione degli sprechi. Nascono nuovi (o rinnovati) fenomeni, come i gruppi d acquisto che si rivolgono direttamente ai produttori; il rapporto qualità/prezzo è ritornato centrale nelle transazioni. In ogni caso, tutti i settori soffrono; solo l elettronica di consumo mantiene i livelli pregressi. Numerosi elementi concorrono a diminuire il livello dei consumi delle famiglie, tra cui la riduzione dei redditi pro capite, le spinte inflattive generate da elevati livelli di tassazione (pressione fiscale 16

17 effettiva nel 2012: 55,5% del Pil. Fonte Istat), la crescita dei livelli di povertà relativa (8,4 milioni di individui) e quella assoluta (3,4 milioni), la riduzione del numero degli occupati e l ingente utilizzo di ammortizzatori sociali. Per quanto concerne l occupazione, nel 2013, il nostro Paese registra il livello più basso del numero di occupati che si è riscontrato nell ultimo anno e mezzo (22,674 milioni); piuttosto modesta anche l intensità lavorativa, ovvero il numero di ore lavorate. La disoccupazione, peraltro, si rivela in crescita; a marzo 2013 il relativo tasso si attestava all 11,5%, con punte elevatissime nel segmento giovanile. Di conseguenza, si contrae il monte salari e si riduce la velocità e l intensità dell intero ciclo economico italiano. In sintesi nel biennio la crisi dell economia italiana è il riflesso di politiche economiche d intonazione restrittiva, di una ripresa dell economia globale ancora incerta e relativamente debole, di tensioni sul mercato lavoro che non si sono mai completamente riassorbite e, anzi, hanno finito con l aggravarsi. Ancora una volta il Mezzogiorno si conferma come l area più debole del Paese, penalizzata soprattutto dal lato della domanda interna e dalla persistenza di perdite occupazionali più significative che altrove. Il rientro dell economia italiana su tassi di sviluppo positivi avrà luogo non prima del 2014 e rimarrà ancorato a traiettorie di crescita più intensa per il Nord e più debole per il Mezzogiorno, senza contribuire, pertanto, alla riduzione dei divari territoriali. Il 2013 si è rilevato un nuovo anno recessivo. In ogni caso, il risultato annuo del Pil avrà il segno meno, a partire dal 2014 si potranno intravedere deboli segnali di ripresa. II Le dinamiche dell economia provinciale Nello scenario economico nazionale, sempre più caratterizzato da elementi ostativi alla crescita, la provincia di Catanzaro sta attraversando una fase di complessità, derivante dal sovrapporsi degli effetti della crisi economica con fragilità intrinseche del sistema produttivo provinciale. Le caratteristiche del sistema economico della provincia contribuiscono a generare un percorso ciclico, in cui i fattori tipici del modello di sviluppo locale acuiscono il loro carattere ostativo alla crescita economica. Sul versante dell offerta, si evidenzia come il sistema produttivo locale risulti ampiamente caratterizzato dalla piccola impresa, operante spesso in settori di mercato di prossimità e/o marginali. Inoltre, la sempre più consistente terziarizzazione di un tessuto produttivo composto in larga misura da piccole realtà produttive, impedisce di innescare quelle leve (grandi progetti di 17

18 investimento, aggregazioni produttive, innovazione, ecc.) che favoriscono lo sviluppo endogeno e la crescita aggiuntiva di un economia. In particolare, le imprese del commercio rappresentano il 38% del totale, circa 11 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale (Italia: 27,1%). Spesso, tale settore rappresenta la porta di ingresso dei giovani al mercato del lavoro, attraverso fenomeni di auto imprenditoria. Tuttavia, sovente tali attività incontrano consistenti barriere allo sviluppo, tra cui la burocrazia e la necessaria liquidità per avviare iniziative capital intensive, in grado di accedere non passivamente ad idonei segmenti di mercato. In tale contesto, la complessità delle normative può favorire il mancato rispetto delle regole ed alimentare processi di marginalizzazione soprattutto per le imprese minori, meno dotate di figure professionali. Nello specifico, sebbene Catanzaro sia la città italiana ove risulta più semplice avviare una iniziativa imprenditoriale in termini di rapporto costo/tempi, si riscontrano importanti impedimenti nella misura in cui occorrono 309 giorni per ottenere i permessi edilizi (Catanzaro è la seconda peggiore delle 13 città italiane esaminate: media 230,5 giorni) e giorni per la risoluzione di dispute commerciali (media 13 città italiane: 1.301,8 giorni). Poste tali premesse e passando a considerare nel dettaglio i risultati economici, l analisi settoriale della ricchezza prodotta mostra i tratti principali del modello di specializzazione produttiva provinciale che, analogamente al resto della Calabria, si presenta essenzialmente di tipo terziario. Nel 2011, i servizi concorrono per l 80,2% alla ricchezza prodotta, mentre decisamente contenuto è il contributo offerto dall industria in senso stretto che registra un incidenza sul totale della ricchezza provinciale pari al 6,7% (Italia:18,5%). Inoltre, il peso di settori che mediamente presentano una bassa intensità tecnologica, risultano più elevati rispetto alla media nazionale: l incidenza del settore agricolo, infatti, raggiunge il 6,7% e quella delle costruzioni il 6,4%. Non stupisce, quindi, come il sistema produttivo locale, faccia fatica ad imprimere all economia provinciale l inversione di tendenza necessaria per riattivare una circolazione delle risorse ormai ingessata. Ciò, in periodi in cui la spesa degli enti locali è vincolata al patto di stabilità interno, quella nazionale alla politica di austerity ed il ciclo di programmazione si rivela molto indietro negli indici di impegno e spesa. Le stime sull andamento del valore aggiunto a prezzi correnti indicano come il 2012 sia nuovamente un anno recessivo (Catanzaro -1,4%; Italia: -0,8%), dopo un 2011 di particolare difficoltà (Catanzaro -2,6%; Italia +1,4%). Occorre, tuttavia, contestualizzare tali risultati. In ambito 18

19 regionale, la provincia di Catanzaro mostra una maggior resistenza alla crisi, in relazione della rilevante presenza del settore pubblico che, per caratteristiche intrinseche, è un settore anelastico rispetto al ciclo. Il settore pubblico, sebbene generi flussi economici piuttosto rigidi, garantisce un discreto apporto alla creazione di ricchezza provinciale, attraverso la spesa per consumi delle famiglie che, nel quinquennio , si attesta al +3,7% nominale; un valore favorevole ma non certamente tale da compensare le dinamiche inflattive (mediamente il 2,5/3% l anno). In merito ai flussi di risorse che hanno caratterizzato l economia della provincia, risulta non secondaria la disamina delle dinamiche creditizie. A fine 2012 si osserva, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, una riduzione dello 0,4% degli impieghi (Italia: -1,2%), mentre i depositi bancari si accrescono del +2,7% (Italia: +7%). Di conseguenza, il rapporto impieghi/depositi, pari al 99,5% a dicembre 2011, tende a rivelare una esposizione minore (dicembre 2012: 96,4%) segnalando un atteggiamento prudenziale da parte delle banche locali, motivato ovviamente dalla prosecuzione di una fase di instabilità sui mercati finanziari. Di fatto, tale rapporto risulta superiore a quello calabrese (88,7%) ma nettamente inferiore al dato nazionale (156,8%), segnalando una capacità del sistema creditizio provinciale di alimentare l economia locale, in termini di immissione di risorse utili sotto forma di prestiti, senza generare eccessivi squilibri. Rispetto alla quota di impieghi destinati ad attività produttive, la provincia di Catanzaro si discosta dalla situazione regionale evidenziando un maggior peso rivestito dalle imprese (Catanzaro: 36,9%; Calabria: 34,2%). Tuttavia, l assorbimento da parte delle imprese è meno importante, soprattutto con riferimento alle realtà di maggior dimensione, se raffrontato con il dato nazionale, pari al 44,9%. Inoltre, nel 2012, cresce del +9,1% il numero di affidati (Italia: +5,2%). Rispetto allo scenario nazionale, nella struttura delle sofferenze per dimensione degli affidati, a Catanzaro sembra prevalere una maggiore diffusione sugli affidati più piccoli (famiglie consumatrici e famiglie produttrici), riducendo il rischio di crisi di sistema dovuta alla sofferenza di un grande prenditore. Di converso, ciò significa anche che, se le sofferenze sembrano essere appannaggio soprattutto di piccoli mutuatari, le azioni legali intraprese per recuperare il credito saranno, per costoro, probabilmente del tutto rovinose. In ogni caso, sia per effetto della rischiosità del territorio che per i modesti livelli medi di fido, il costo del denaro risulta particolarmente oneroso per le imprese (tassi a breve, dicembre 2012: Catanzaro 10%; Italia 7,8%). 19

20 Entrando nel merito delle dinamiche del tessuto produttivo provinciale, nel 2012 quest ultimo cresce di appena lo 0,1% (Italia:-0,7%). Considerando le variazioni percentuali per settore, si osserva come crescano in maniera significativa le imprese che operano nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica e gas (+25%); tassi di crescita favorevoli si registrano, inoltre, fra le imprese operanti nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione (+4%), attività di noleggio e agenzie di viaggi (+10%), attività immobiliari (10%) ed attività artistiche (+4%). In calo, invece, i settori caratteristici dell economia locale: agricoltura (-2%); costruzioni (-1%). Soltanto le imprese attive nel commercio segnano una variazione positiva (+1%). In un ottica temporale di medio periodo, i tassi di variazione 2012/2009 tendono a confermare le dinamiche di breve periodo: si assiste, infatti, ad una contrazione del numero delle imprese operanti nel settore primario, nel manifatturiero e nell edilizia. Viceversa, è possibile notare il consolidamento di settori meno caratteristici, con una conseguente crescita delle imprese in aree di operatività che potrebbero divenire i nuovi driver dell economia provinciale: utilities energetiche (+149%), attività immobiliari (+38%), attività artistiche e di intrattenimento (+20%). Nel corso del 2012, ma si stima uguale crescita anche per il 2013, le esportazioni della provincia di Catanzaro, con un valore di 111,9 milioni di euro, hanno contribuito in maniera significativa (30%) a determinare il valore delle esportazioni della Calabria. Inoltre, il tasso di variazione realizzato a livello provinciale nell ultimo anno (+16%), risulta superiore a quello del resto del Paese (+3,6%). La provincia di Catanzaro, comunque, risulta molto poco internazionalizzata come denota il peso dell export sul valore aggiunto (Catanzaro 1,2%; Italia 27,4%). Inoltre, gli effetti della crisi economica non sembrano avere inciso sul riposizionamento geografico dei mercati di destinazione e provenienza dei flussi commerciali internazionali che interessano la provincia di Catanzaro. L export sui mercati europei, che assorbono il 91% del totale, si accresce, infatti, del 17,3% nel periodo considerato. Di conseguenza, il forte orientamento delle imprese locali verso il mercato europeo rappresenta un freno alla ricerca di nuovi mercati di sbocco, portando a trascurare quelli di economie emergenti come Brasile, Cina, Giappone ed India, dove, tra l altro, nel 2012 si verifica una contrazione dei flussi di export. Chiaramente, le dinamiche sopra osservate si riflettono sul mercato del lavoro. In provincia di Catanzaro, tra il 2008 ed il 2012 la forza lavoro si è accresciuta del +9,8% (occupazione +3,1%; disoccupazione: +51,7%). Osservando congiuntamente l andamento della forza lavoro ed il tasso di disoccupazione si rileva come, nei periodi in cui decresce la forza lavoro, 20

21 si assiste anche ad una diminuzione della disoccupazione. Ne deriva che il decremento della disoccupazione in provincia di Catanzaro, in alcuni periodi, è dovuto alla sola uscita di lavoratori dalla forza lavoro e non ad un effettivo incremento dell occupazione, ciò in quanto per gli espulsi dal mercato del lavoro provinciale risulta molto difficile trovare una nuova collocazione lavorativa. Nella suddivisione del mercato del lavoro per genere, i tassi di occupazione/disoccupazione del 2012 continuano a mettere in rilievo una marginalizzazione del lavoro femminile. Nel 2012, a livello provinciale, il tasso di occupazione maschile è risultato pari al 59,9%, contro il 34,9% fatto registrare dalle donne: in sostanza, solo una donna su tre è occupata in provincia di Catanzaro, contro una media nazionale del 47,1%. Anche il tasso di disoccupazione penalizza maggiormente la componente femminile (23%) rispetto al dato nazionale (11,9%), traducendosi in una modesta partecipazione delle donne al mercato del lavoro (in maniera analoga a quanto registrato a livello regionale). Le dinamiche dell attività produttiva e del mercato del lavoro si riflettono in un livello delle ricchezza media distribuita (valore aggiunto pro capite) piuttosto contenuto, soprattutto se si pensa ad un Capoluogo di regione, pari al 77,2% della media nazionale nel III - La dinamica congiunturale e le previsioni per il 2013 Il progressivo deteriorarsi del ciclo economico ed il graduale spostamento degli effetti della crisi, partita dai mercati finanziari, sull economia reale hanno fatto sì che anche le economie locali negli ultimi anni sperimentassero una perdurante recessione, caratterizzata dalla flessione dei principali indicatori congiunturali. Nello specifico, anche in provincia di Catanzaro, si è assistito ad una crescente contrazione delle attività e delle performance d impresa. Considerando il periodo tra il 2009 ed il 2013, emerge come i tassi di variazione del fatturato siano rimasti sempre in area negativa. Nel 2012, l intensità della contrazione del volume d affari si è rivelata a due cifre, facendo registrare una diminuzione del -13,2%. In particolare, produzione e fatturato sono gli indicatori che hanno sperimentato le flessioni più marcate rispetto all anno precedente (rispettivamente -14,6% e -13,2%). Le difficoltà sono state riscontrate in tutti i settori dell economia locale, tra questi la flessione più severa del fatturato si è avuta nel settore turistico della provincia (-21,1%); seguono trasporti ed il commercio, settori nei quali il volume d affari si è attestato rispettivamente al -14,7% ed al -14,4% nel corso del

22 L industria manifatturiera locale è il settore nel quale si è assistito al calo del fatturato meno intenso nel 2012 (-10,3%). All interno del manifatturiero, le imprese che svolgono attività metallurgiche hanno visto il loro volume d affari crescere del +1,7%, affermandosi come unico comparto ad aver realizzato una variazione positiva del fatturato. Al contrario, la meccanica risulta il comparto manifatturiero che ha registrato i risultati meno soddisfacenti, facendo registrare una contrazione del fatturato del -14,6%. Anche il settore commerciale della provincia si caratterizza per aver riportato variazioni negative in doppia cifra del fatturato; tra i comparti, la distribuzione al dettaglio ha sofferto maggiormente nel corso del 2012, facendo registrare una flessione del fatturato del -15,3%, testimoniando, da un lato la contrazione della spesa delle famiglie, dall altro le difficoltà delle imprese che operano esclusivamente sui mercati di prossimità. Tali dinamiche, si sono inevitabilmente ripercosse sulla forza lavoro, provocando una riduzione del numero di addetti interni alle imprese. La flessione più severa dell occupazione è stata registrata nel settore dei trasporti (-9,4%). Significative fuoriuscire di personale sono state inoltre registrate anche nel settore primario, in cui l occupazione è scesa del -7%. L ambito produttivo in cui l occupazione ha risentito meno del ciclo negativo è stato quello del terziario avanzato, in quest ultimo settore gli addetti nel 2012 sono scesi del -1,9%. Per ciò che concerne gli investimenti, in via prioritaria emerge come nel 2012 sia diminuito il numero di imprenditori che ne ha effettuati. Infatti, mentre nel 2010 quasi un imprenditore su 5 aveva dichiarato di aver investito, nel 2012, tale quota è scesa al 14,7%. Dall analisi dei flussi, emerge come nella larga parte dei settori considerati, le risorse impegnate a tale scopo dalle imprese risultano sostanzialmente stabili rispetto al Solo nelle costruzioni si assiste ad una variazione degli investimenti pari al +0,6%. Le principali finalità degli investimenti imprenditoriali sono la sostituzione delle attrezzature (opzione scelta dal 33,3% degli intervistati) e l aumento della capacità produttiva (25%). Gli investimenti sono stati quindi orientati prioritariamente al ripristino degli impianti senza puntare ad una vera e propria funzione innovativa e all aumento della competitività. Chiaramente, in periodi recessivi, l incertezza e la riduzione dell attività economica inducono gli imprenditori a rinviare spese consistenti ed espansioni in ambiti di attività ad elevato tasso di rischio. Esaminando le performance congiunturali secondo le diverse categorie di impresa, e livello dimensionale emerge come nel 2012 siano state le imprese meno strutturate a soffrire maggiormente gli effetti della congiuntura negativa. In particolare, nel 2012, le imprese con un 22

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