Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
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- Ida Neri
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1 PRODOTTI IN METALLO Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il settore della metallurgia e della fabbricazione dei prodotti in metallo è un settore importante dell economia italiana; negli anni duemila il valore aggiunto prodotto dal settore rappresentava il 3.2 per cento del Pil italiano. La dinamica del settore ha mostrato un trend positivo nel corso dell ultimo trentennio. Nella seconda metà degli anni novanta la crescita media annua è stata dell 1.6 per cento, e tra il 2001 e il 2005 dell 1.2 per cento; la performance del settore è risultata costantemente superiore alla dinamica complessiva dell industria in senso stretto. Nell ultimo decennio la metallurgia ha beneficiato, indirettamente, della dinamica vivace della domanda di investimento; i prodotti del settore rappresentano infatti beni intermedi sia per la produzione di beni strumentali che per l attività edilizia. In particolare, durante tra il 2005 ed il 2007 il valore aggiunto del settore della metallurgia è cresciuto mediamente del 3.7 per cento all anno. Ma nel 2008 il trend positivo del settore si è bruscamente interrotto; nel biennio l attività produttiva è crollata complessivamente di oltre il 26 per cento. In effetti, il settore è stato pesantemente colpito dalla crisi; la forte riduzione nei livelli produttivi è dovuta al crollo della domanda nei settori a valle, dovuto all evidenziarsi di un eccesso di capitale per molti di questi. In prospettiva, la domanda di beni d investimento sarà in parte frenata nel medio periodo, e di conseguenza sarà meno vivace la ripresa dei livelli produttivi dei settori a monte, come la metallurgia. 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1
2 Nel 2010 si è osservato un primo rimbalzo dell attività produttiva: l incremento del valore aggiunto è stato del 9.6 per cento. Nel medio termine si prevede una prosecuzione della ripresa, con una dinamica che torna a muoversi lungo un trend crescente, ma con ritmi contenuti se confrontati alle perdite subite. Nel periodo , infatti, si prevede un incremento a tassi medi annui del 2.7 per cento, che però non permetteranno, nemmeno a fine periodo, di tornare sui livelli pre crisi. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0-25, (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro 2 è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La dinamica della produttività è stata positiva per tutti gli anni novanta; ma se nella prima metà del decennio era a tassi brillanti, anche per effetto di una ristrutturazione in atto del settore, nella seconda parte si è osservata una stabilizzazione dell andamento. La stabilizzazione della produttività è proseguita anche nei primi anni duemila, dati i tassi molto contenuti di sviluppo, con incrementi medi annui dello 0.2 per cento tra il 2001 ed il Benché l andamento sia proseguito anche negli anni successivi, in media tra il 2006 ed il 2010 la produttività ha registrato una contrazione dello 0.3 per cento all anno. Tale risultato risente della caduta, complessivamente di 15 punti percentuali, osservata nel biennio La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2
3 Il settore è stato difatti fortemente interessato dal fenomeno del labour hoarding: la caduta del valore aggiunto si è difatti tradotta in una parallela contrazione della produttività del lavoro, mentre la correzione della domanda di lavoro, pur considerevole, è stata più contenuta. Il fenomeno del labour hoarding comporta, durante la fase di ripresa, un recupero della produttività: man mano che i livelli produttivi aumentano, la manodopera presente viene utilizzata in maniera più intensiva. Ed è quanto si è osservato in effetti nel 2010: la ripresa della produzione è stata interamente affrontata mediante incrementi nella produttività. È in atto una ristrutturazione del settore, per adeguarlo ai nuovi livelli produttivi (dato che alcune perdite sono permanenti). In prospettiva, quindi, la produttività del settore è prevista continuare a recuperare, con aumenti del 2 per cento in media all anno. Produttività del lavoro Livello, 1980=1 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0, Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. Dopo una ristrutturazione conclusa nella prima metà degli anni novanta, il settore della fabbricazione dei prodotti in metallo ha evidenziato una crescita costante dei 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3
4 livelli occupazionali, almeno fino al Il dato risulta particolarmente significativo se valutato congiuntamente alla dinamica della produttività del lavoro e del valore aggiunto. L occupazione è infatti aumenti a fronte di incrementi, seppure contenuti, della produttività, il che denota che l assorbimento di occupati da parte del settore sia avvenuta al fine di soddisfare una domanda finale crescente, mentre allo stesso tempo è stata lievemente migliorata l efficienza del processo produttivo. Nella prima metà degli anni duemila, nel settore sono stati creati 50 mila posti di lavoro: la creazione di occupazione ha registrato un accelerazione tra il 2005 ed il 2007; nel biennio di espansione è salito al 3.9 per cento, in media, rispetto ad un tasso di crescita medio,nella prima metà del decennio, dell 1.2 per cento. Sebbene il labour hoarding abbia consentito di assorbire parte della recessione in una correzione della produttività, con la crisi si è osservata una brusca inversione nelle tendenze della domanda di lavoro. Le unità di lavoro si sono contratte complessivamente del 13 per cento nel biennio La contrazione è peraltro proseguita anche nel 2010, per effetto del recupero degli squilibri sulla produttività. Nel biennio di crisi la caduta dei livelli occupazionali è stata però più contenuta di quella delle unità di lavoro: buona parte dei costi occupazionali della recessione sono stati assorbiti dalla diminuzione delle ore lavorate per occupate, anche facendo ricorso alla Cassa Integrazione. Dal 2010, però, si è osservata un inversione di tale tendenza, con l occupazione che si è contratta di più delle unità di lavoro, per effetto del graduale venire meno delle riduzioni di orario. In prospettiva, la ripresa della domanda di lavoro sarà molto lenta, data la ristrutturazione del settore e i recuperi di produttività che assorbiranno, soprattutto nei primi peridi, la crescita della produzione. Tra il 2011 e il 2015 le unità di lavoro sono previste crescere a tassi medi annui piuttosto contenuti, pari allo 0.7 per cento, e nel 2015 saranno ancora inferiori di 14 punti percentuali rispetto ai livelli pre crisi. Ancora più modesta la dinamica dell occupazione a causa del venire meno degli strumenti, come la Cassa integrazione, che avevano consentito di ridurre le ore di lavoro. Il calo nei primi anni seguito da un lieve recupero negli ultimi porta ad avere tassi medi di variazione annua nel periodo nulli. Nel 2015 gli occupati saranno sostanzialmente sugli stessi livelli del 2010 (con un aumento di 1500), ma rispetto alla situazione pre crisi il settore della metallurgia avrà perso complessivamente quasi 86 mila occupati. 4
5 Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia Unità di lavoro Occupati totali L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP
6 L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** ** Totale occupazione *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 6
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