Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
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- Ilario Mattei
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1 CARTA, STAMPA ED EDITORIA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il valore aggiunto prodotto dall industria cartaria e della stampa rappresenta l 1.1 per cento del Pil italiano. Il settore ha evidenziato un andamento complessivamente favorevole dell attività produttiva nel corso degli anni novanta, con incrementi mediamente di 1.2 punti percentuali all anno. La tendenza crescente si è però interrotta con gli anni duemila. Il valore aggiunto si è contratto, in media, dello 0.9 per cento all anno nel periodo tra il 2001 ed il Nella seconda metà del decennio inoltre la flessione è andata accentuandosi, quando l attività produttiva si è ridotta del 2.5 per cento in media all anno. La caduta osservata nel biennio di crisi ( ), quando il valore aggiunto dell industria cartaria si è complessivamente ridotto del 14.7 per cento, ha ovviamente influito sul tasso di crescita medio del periodo esaminato. La fabbricazione della carta ha risentito della contrazione della domanda industriale internazionale, come la quasi totalità dei settori che producono beni intermedi. Nel 2010 si è osservata una modesta ripresa, del tutto insufficiente a consentire di recuperare i livelli produttivi pre crisi. Il periodo di previsione prefigura un profilo di debolezza per l attività del settore: il tasso di variazione previsto nel medio periodo, tra il 2011 ed il 2015, è pari -0.8 punti percentuali in media all anno. 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1
2 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-12,0-14,0 Variazioni % annue (*) A prezzi costanti Valore Aggiunto (*) La produttività del lavoro 2 è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. Il trend seguito dalla dinamica della produttività dell industria cartaria nel corso degli anni ottanta e novanta è stato positivo. L andamento crescente si è arrestato con gli anni duemila. La produttività si è ridotta nella prima parte del decennio, a tassi medi annui dello 0.5 per cento, mentre tra il 2006 ed il 2010 si è osservata una variazione media annua sostanzialmente nulla. Tale risultato nasconde però al suo interno delle oscillazioni anche ampie che però tendono a compensarsi: dopo un biennio di crescita, difatti, nel periodo di crisi , la produttività si è complessivamente ridotta di 7.6 punti percentuali, per poi registrare un rimbalzo nel Il settore è stato difatti interessato dal fenomeno del labour hoarding: la caduta del valore aggiunto si è tradotta in una parallela contrazione della produttività del lavoro,seguita da un recupero ciclico. Una volta compensati però gli squilibri determinati dal ciclo, la produttività è prevista muoversi nel medio periodo lungo un trend sostanzialmente piatto. 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2
3 Produttività del lavoro Livello, 1980=1 1,90 1,80 1,70 1,60 1,50 1,40 1,30 1,20 1,10 1,00 0, Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. La domanda di lavoro nell industria cartaria negli ultimi vent anni ha avuto una dinamica negativa; il calo è stato particolarmente marcato ad inizio anni novanta ed è andato poi attenuandosi, ma il trend è rimasto negativo. L espulsione di occupati, nell ambito della ristrutturazione del settore, ha consentito un recupero di produttività negli anni novanta. La domanda di lavoro è risultata stagnante nei primi anni duemila; nel periodo tra il 2001 ed il 2005, in media, le unità di lavoro si sono ridotte dello 0.4 per cento all anno. La flessione si è accentuata nel periodo successivo, quando il tasso medio annuo di riduzione è stato del 2.5 per cento, soprattutto per effetto della crisi (nonostante il labour hoarding). In prospettiva, dato il trend cedente previsto per l attività produttività, le unità di lavoro dovrebbero continuare a contrarsi, seguendo la tendenza negativa evidenziatasi, seppur con un attenuazione dei ritmi. Tra il 2011 e il 2015 la domanda di lavoro nell industria cartaria si ridurrà dello 0.9 per cento all anno. 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3
4 L occupazione dovrebbe avere, come in passato, un evoluzione non molto differente da quella delle unità di lavoro. Continuerà quindi l espulsione di occupati dal settore, che tra il 2000 ed il 2010 è stata complessivamente di oltre 27 mila addetti. Nel periodo di previsione la fuoriuscita di occupati sarà di circa 12 mila persone, ad un tasso medio annuo dell 1 per cento. Le perdite cumulate nel 2015 rispetto ai livelli pre crisi saranno pari a quasi 35 mila 500 occupati. Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 320 Unità di lavoro Occupati totali L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP
5 L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** ** Totale occupazione *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5
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