Comunità Parrocchiale di Rovellasca

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1 Comunità Parrocchiale di Rovellasca il bollettino - giugno 2009

2 sommario Parla il parroco... Un Estate più bella 3 Note di redazione Spes contra Spem 5 Vita parrocchiale GREST e Vacanze 6-7 Percorso Pastorale Parrocchiale 8 Animatori in... corsa 8 Verso nuovi orizzonti 9 Pellegrinaggio zonale 11 Grazie alla Speranza 11 Rinnovo dei Voti delle nostre suore 12 Cronaca di due giorni di semina 13 Speranza La speranza in Dio e la speranza del tifoso 14 Lettera agli anziani 16 Immagini di speranza 18 La sapienza che viene dalla terra 18 Il Volto 20 Per amore del mio popolo 21 Ascensione, un invito alla speranza 22 Anno Sacerdotale 24 Proverbi 27 Agiografia Il Curato d Ars fratello dei parroci 28 Appunti Il Fondo Diocesano 30 Il matrimonio canonico 35 Correva l anno Anniversario Evoluzionismo e creazionismo 34 Dall archivio 38 Hanno offerto 39 Itinerari di fede Il Santuario della Beata Vergine del Carmine 40 Consiglio Parrocchiale 42

3 parla il parroco... Un Estate più bella Un altra estate! Significa che un altro anno pastorale si avvia alla conclusione, con il suo carico di gioie, di fatiche, di speranze realizzate o deluse. E, come sempre, un anno colmo di volti, di persone, di incontri spesso sfuggevoli, a volte duraturi. Già, a volte mi sorprendo a chiedermi di che qualità siano gli incontri di un prete, incontri così spesso esposti agli umori del momento, alle esigenze pratiche... E poi, mi chiedo anche, che cosa cercano o pretendono le persone dal prete? Certo, l assoluta disponibilità, la pazienza, il sorriso, la capacità di risolvere in un attimo i problemi... Come è difficile, per il prete, avere sempre la parola giusta al momento giusto, l atteggiamento adeguato, la disponibilità di cuore e di tempo. E, magari, sarà un po difficile anche per le persone che lo incontrano pensare di non essere il centro dell universo, che ci sono tanti altri che hanno bisogno, che, alla fine, anche il prete è un uomo in carne ed ossa, con le sue stanchezze e le sue pigrizie: si impegna, ce la mette tutta, prega anche, ma resta un uomo! Volti e incontri: in fondo la pastorale è tutta qui. Tutte le (troppe?) attività che vengono proposte vorrebbero avere come scopo ultimo l incontro. Ma non solo l incontro umano, bensì anche l incontro con Dio, un Dio che ci interpella continuamente, che ci parla nella persona che incontriamo. E se questo è vero, allora quanti incontri sciupati, vissuti in modo superficiale, solo umano, dove, a prevalere, sono solo i sentimenti umani, le simpatie o le antipatie, le frustrazioni o i bisogni inconsci. Che bello sarebbe riuscire a rivestire di fede tutti i nostri incontri. Sarebbe un estate (e una vita!) più bella, più ricca. Sarebbe un estate piena di Gesù. don Roberto 3

4 Quarantore programma Giovedì 11 Giugno ore S. Messa ore Esposizione ore Adorazione guidata ore Vespri e Benedizione ore S. Messa ore Adorazione guidata sino alle ore Adorazione silenziosa sino alle Confessioni: ore (don Alberto) ore (don Ivano) Venerdì 12 Giugno ore S.Messa ore Esposizione ore S. Messa e Adorazione per gli ammalati ore Vespri e Benedizione ore S. Messa ore Adorazione guidata sino alle ore Adorazione silenziosa sino alle Confessioni: ore (don Ivano) ore (don Roberto e don Alberto) Sabato 13 Giugno ore ore ore Confessioni: S. Messa Esposizione Vespri e Benedizione ore (don Roberto e don Ivano) ore (don Roberto e don Aberto) Domenica 14 Giugno Solennità del Corpus Domini ore S. Messa con i bambini della scuola materna ore S. Messa Solenne per il 10 anno di Sacerdozio di don Ivano ore S. Messa per l Interarma della Solidarietà ore Adorazione Eucaristica fino alle ore Vespri e Processione La Processione terrà il seguente percorso: Via Roma, via Garibaldi, via Verdi, via Cavallotti, via Monte Grappa, via Grassi É sospesa la S. Messa delle

5 Spes contra Spem contro ogni speranza è la che vince le difficoltà, che Speranza è caparbietà, che è impegno, che è metter tutto se stessi nella realizzazione di un progetto. Per chi crede è la Speranza cristiana, per tutti è la Speranza nella realizzazione di un mondo più a misura dell uomo, di ogni uomo, oltre ad ogni ragionevole speranza e aspettativa umana. La speranza cristiana non è lo sforzo di noi uomini nel vedere il bene dove c è il male, ma la fiducia di superare il male, perché Dio ci viene in aiuto. Partendo dalla storia, la speranza di Abramo si concretizza nell attesa, nella promessa di un figlio, il desiderio più naturale e spesso più irraggiungibile, ma nel figlio della promessa si apre la prospettiva non di una vita, ma di un popolo che è chiamato a fidarsi di Dio ed a fondare su di lui il suo futuro, Fondato sulla promessa di Dio, non esitò nell incredulità, ma si rafforzò nella fede (Rom, 4, 18.20) Nel mondo greco la speranza indica solo aspettazione, desiderio, il concetto è quindi quello di uno slancio verso l avvenire che non esiste ancora e forse non esisterà mai, perciò il mondo greco voleva preservare l uomo dal pericolo di sperare perché il saggio disprezza ciò che non è a sua portata e il motto della sapienza greca era vivere senza speranza e senza timore. Per la Bibbia invece, il verbo sperare acquista un significato nuovo: è sempre attesa di un bene, attesa carica di confidenza. La speranza è innanzi tutto attesa perché sperare una cosa che si vede, non è più sperare. La speranza cristiana è verità difficile perché la nostra vita si svolge e si sviluppa in mezzo a difficoltà, contraddizioni, e fallimenti garantiti. Allora la domanda che sorge in noi è: come sperare? La risposta arriva con Cristo in cui abbiamo il superamento del male e della disperazione. Se è vero che Abramo credette al di là di ogni speranza, ciò è ancora più vero nel Cristo Signore, perché ha operato nella sua vita il passaggio dalla morte alla vita. Egli è la speranza che si concretizza, perché rivela come Dio affronta il male del mondo, che si evidenzia nella note di redazione morte. La morte non è l ultima parola di questa nostra storia, ma la penultima. È la vita che viene da Dio la svolta ultima e definitiva. Così, nella morte di Gesù si rivela la vittoria di Dio sulla morte. La speranza cristiana è il risultato del dono della grazia e della presenza di Dio, ma la speranza, come la fede, si fonda sull esperienza dell azione di Dio che riempie la vita. La nostra vita è segnata dalla croce, la che non aiuta a credere, ma a disperare, la croce non manca mai! Ma non è più segno di maledizione perché il credente la vive nell atteggiamento e nello spirito di Gesù, ciò che è decisivo è l azione della grazia di Dio che si fa sentire presente nelle nostre difficoltà, che ci chiama a partecipare al suo mistero attraverso la contemplazione e al desiderio di comunione con lui. La speranza è la virtù teologale per la quale noi veniamo disposti ad attendere da Dio con confidenza la vita eterna e tutto ciò che può aiutarci ad ottenerla: nel Cristo noi siamo stati salvati, la sua risurrezione è garanzia della nostra poiché non c è nessuna dannazione per coloro che sono in Cristo Gesù, chi crede in Lui ha già la vita eterna! La speranza è quindi la virtù ottimistica per eccellenza, per questo il martire è pieno di gioia e di confidenza anche nelle prove più terribili, il coraggio del martire davanti alla morte è testimonianza dell intensità della sua fede. Come non concludere l articolo senza ricordarci di don Peppino Diana a 15 anni dalla sua morte, affinchè la denuncia ma soprattutto la Preghiera siano la fonte della nostra speranza per una Rovellasca Nuova e certamente migliore. La speranza oggi qui si chiama coraggio, la speranza si chiama Impegno e Progetti; la speranza si chiama meno parole e più fatti da parte di tutti! Cari ragazzi, innamoratevi della vita e siate capaci di vivere e di non lasciarvi vivere. (don Luigi Ciotti, Casal di Principe 19 marzo 2009). Magnacavallo Rupert 5

6 oratorio Grest con la collaborazione del COMUNE di ROVELLASCA. dal 16 GIUGNO al 12 LUGLIO per quattro settimane (dal lunedì al venerdì) si offre a BAMBINI E RAGAZZI DALLA 1^ ELEMENTARE ALLA 2^ MEDIA l occasione di stare insieme, di giocare, di divertirsi, di crescere, di trascorrere le vacanze con i propri amici, di imparare qualcosa di nuovo... attraverso l esperienza dell oratorio estivo, il famoso.,. GREST! Ci auguriamo che le famiglie condividano gli obiettivi educativi proposti, partecipino ai momenti di festa e, per quanto possibile, diano la disponibilità a collaborare per varie necessità (merenda e/o pulizie). A questo proposito faremo una riunione con tutte le persone disponibili a dare una mano lunedì 15 giugno in oratorio alle ore 21,00. Se l esperienza NON È NUOVA, INVITA I TUOI AMICI E VIVILA INSIEME A LORO... Se l esperienza È NUOVA, PROVA A SCOPRIRLA...! Domenica 12 luglio ore 10,30 S. MESSA di fine Grest, alla sera ore 21,00 SPETTACOLO conclusivo Musical Grease 6 La giornata del Grest: Ore 13,50; si aprono i cancelli. Ore 14,00: si inizia (inno, preghiera)... e si gioca. Ore 16,00: merenda. Ore 16,30: riprendono le attività. Ore 17,45 (il venerdì alle 17,15): tutti sotto il portico! Ore 18,00 (il venerdì ore 17,30): conclusione, ciao e a domani... PULIZIE A GRUPPI ogni giorno 1 squadra diversa La settimana del Grest: II MERCOLEDÌ (tranne la prima settimana) si va in GITA e verrà consegnato un modulo di volta in volta. Il VENERDÌ la chiusura sarà alle 17,30 per permettere di partecipare alla Messa delle ore 18,00. Le Gite del Grest: 1. Verona a trovare i missionari comboniani 2. Istituto dei ciechi a Milano 3. Piani di Artavaggio (LC) NOVITÀ per garantire una maggiore attenzione ai bambini e una migliore riuscita del Grest il pomeriggio gli spazi dell oratorio e il bar rimarranno chiusi ai non partecipanti fino all orario di conclusione delle attività.

7 oratorio VACANZE ESTIVE LUGLIO 1 a, 2 a e 3 a media a ESINO LARIO (LC) Alloggio: in AUTOGESTIONE Quota d Iscrizione: 200 (50 di acconto con l iscrizione, il resto alla riunione coi genitori) Posti disponibili: 40 ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE il 14 GIUGNO presso don Alberto. Il giorno 13 LUGLIO (lunedì) alle ore 21 ci sarà un incontro con Don Alberto, gli educatori e i genitori degli iscritti, in cui verranno date comunicazioni circa il tema e lo svolgimento del campo e su ciò che occorre 27 LUGLIO 2 AGOSTO Per le superiori Cancano in Valtellina (SO) Alloggio: in AUTOGESTIONE Quota d Iscrizione: 200 ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE il 31 MAGGIO presso don Alberto. Martedì 14 LUGLIO alle ore 21,00 presso l oratorio maschile di Rovellasca ci sarà un incontro con don Alberto, gli educatori e i genitori degli iscritti, in cui verranno date comunicazioni circa il tema e lo svolgimento del campo e su ciò che occorre. Il CAMPO ESTIVO è un esperienza ricca ed educativa, vissuta in allegria. Costituisce il momento di sintesi di un anno catechistico e/o il punto di partenza per un cammino insieme di crescita umana e nella fede: viene offerta la possibilità di approfondire la conoscenza di sé, del Signore, della bellezza di stare e vivere insieme con gli altri nella Chiesa, crescendo nella fraternità, nell accoglienza e nel servizio, nonostante le fatiche e la diversità di ciascuno 7

8 vita parrocchiale Percorso Pastorale Parrocchiale anno 2008/09 GRUPPO FAMIGLIE MATURE Parlare del gruppo famiglie mature non è facile, cominciamo a dire; Chi siamo? Siamo una decina di coppie sposate da più di 15 anni. Alcune partecipano a questi incontri da diversi anni, altre si sono aggiunte cammin facendo, altre si sono perse cammin facendo. Le ragioni del mettersi insieme sono molte, le più frequenti sono: leggere e approfondire la Bibbia, leggere e commentare le varie Encicliche, parlare dei propri figli e migliorarsi come genitori, confrontare esperienze quotidiane di coppia, sentirsi parte viva di una comunità, condividere momenti di festa e di preghiera. Dove e quando ci incontriamo? L incontro di formazione e preparazione si tiene alla domenica, in Oratorio alle ore 16:00, rispettando l orario di inizio con la massima puntualità. Il mese successivo la preghiera con la comunità si tiene nella Chiesa Parrocchiale alle ore 17:00. La preghiera con la comunità dura circa 40/50 minuti, si svolge in un clima di massima semplicità ed accoglienza, affrontando anche problemi concreti, in modo che possa essere apprezzata anche da chi non è abituato a pregare. Alcuni temi Religiosi scelti in questo anno pastorale. La Festa del Crocifisso, domenica 18 gennaio 2009, preghiera e condivisione con la comunità sul tema: Preghiamo per le famiglie con l aiuto dell esortazione apostolica Familiaris Consorzio di Giovanni Paolo II La Santa Pasqua, domenica 8 marzo 2009, preghiera e condivisione con la comunità sul tema: La Via Crucis della Famiglia. La Madonna (mese di Maggio), domenica 17 maggio 2009, preghiera e condivisione sul tema: Il Santo Rosario della Famiglia Altri argomenti trattati: L anno abbiamo approfondito e sviluppato il tema sulla famiglia e i bisogni del mondo, Maria, Gesù e i nostri figli, le aspettative i sogni per i nostri figli, che futuro gli prepariamo, siamo pronti a condividere le loro scelte, preghiamo con loro? Nell anno abbiamo voluto conoscere l idea di famiglia che emerge dagli scritti e dai discorsi di Giovanni Paolo II. L anno abbiamo considerato i Frutti dello Spirito Santo, come ad esempio la Mitezza e il dominio di sé, nella vita familiare. Fortunato Franzolin Animatori in corsa Ciao, mi chiamo Jessica, e faccio parte del gruppo di ragazzi che in questi ultimi mesi ha frequentato il CORSO ANIMA- TORI! Quest anno, infatti, il nostro oratorio si è mescolato con quello di Manera per far preparare noi adolescenti al GREST 2009! Questa nuova esperienza, però, ci fa capire anche quanto sono importanti il rispetto, l ascolto reciproci unendoli alla preghiera e ai suoi valori È un avventura che consiste nel farci diventare più responsabili, ma anche più creativi nei confronti dei bambini che incontreremo questa estate e non solo infatti il corso è servito anche per coinvolgerci nell animazione dei giochi domenicali! Dovete sapere che i genitori che ci lasciano i loro bambini confidano in noi sperando che si divertano e che stiano al sicuro, passando, magari, una giornata diversa dal solito per questo ci stiamo impegnando molto affinché queste persone trasformino la loro speranza in sicurezza nei nostri confronti Credo che questa iniziativa sia molto importante per il nostro oratorio e per la nostra comunità, perché ha fatto in modo che ci scambiassimo idee con persone diverse e questo aiutasse ad 8

9 vita parrocchiale arrivare allo stesso scopo, conoscendosi e crescendo insieme Ricordo che lo stiamo facendo per tutti i bimbi ma anche per noi stessi e che non solo noi ci siamo messi in gioco ma anche gli animatori più grandi, lavorando e smussando i nostri difetti Spero di vedere adulti che si METTANO IN GIOCO per vivere insieme a noi questa fantastica esperienza! Jessica Verso nuovi orizzonti In un mondo in cui fanno notizia solo fatti di cronaca nera; in un mondo in cui i mass-media designano noi ragazzi come la generazione che non saprà portare avanti il mondo, fatta da gente irresponsabile, che pensa allo sballo, al divertimento senza regole ; in un mondo in cui quasi non si spera più, c è stato un piccolo gruppo di venti persone che per due giorni è stato in una comunità di recupero per tossico-dipendenti. Apparentemente niente di straordinario, infatti penso che in nessun giornale sia uscito in prima pagina un articolo che ne parlasse ma proprio le testimonianze sul cambiamento di vita dei ragazzi che abbiamo incontrato, ora improntata sulla fede, sono un messaggio di speranza. Quando i nostri catechisti ci hanno proposto questa uscita, devo ammettere che i troppi pregiudizi inizialmente mi hanno portato a pensare che forse non sarebbe stata una buona idea passare un fine settimana fra brutta gente. La mia coscienza, però, mi diceva: Amelia, devi assolutamente andare e non sprecare questa possibilità 9

10 vita parrocchiale ALLA COMUNITÀ NUOVI ORIZZONTI Montevarchi (AR) sera del Una volta arrivati, scesi dal pullman e mi trovai davanti dei tipi alti e scuri; subito pensai: Dove siamo capitati? e durante la cena anche i ragazzi della comunità erano indifferenti e forse un po imbarazzati dalla nostra presenza. Subito dopo, alcuni di loro ci hanno raccontato le loro esperienze e il perché le avessero vissute. C erano padri di famiglia, ex alcolisti, ragazzi che avevano fatto per troppi anni uso di sostanze stupefacenti ed erano ancora evidenti nei loro occhi gli anni di orrore per le strade, e uno addirittura stava scontando lì gli arresti domiciliari. Come mai vi siete dati allo sbando? chiesi ad uno di loro. Mi rispose: Perché per me la felicità era un bicchiere, una dose; non sapevo cosa volesse dire la felicità o essere amato, perché nessuno sapeva accogliermi. Fu più o meno questa la risposta che tutti diedero. E come mai ora vi trovate in una comunità RELI- GIOSA? fu un altra domanda spontanea. Perché Dio è stato l ultima spiaggia; avevamo provato ad entrare in altre comunità, ma dopo qualche periodo eravamo nuovamente in strada. Ed è proprio la preghiera e la fede saldissima che fanno sì che i ragazzi rimangano lì per ritrovarsi in se stessi. mattino del Di buon mattino, dopo la colazione, incontrammo i responsabili della comunità. Entrambi erano degli ex-accolti da Nuovi Orizzonti, lui per problemi di tossicodipendenza, lei perché, dopo essere stata la droga di un uomo avevano il bisogno di ritrovare il loro io. Ora sono persone nuove: hanno un lavoro, sono sposati e aspettano una bimba e la cosa che più mi ha stupito della loro testimonianza è stato con quanta gioia ringraziassero Dio dei loro errori, perché solo ora assaporano il vero gusto della vita. pomeriggio del I ragazzi della comunità nel giro di mezza giornata erano riusciti ad insegnare a noi cosa fosse l amore di Dio, quando in realtà si pensa che essi siano persone che hanno solo da imparare. Stando lì sentivo quella tranquillità che sento solo quando sono in casa mia. Tutti formavano una grande famiglia e non si erano scelti, si erano trovati lì per caso, come disse uno di loro, e insieme stavano camminando sulla via del Signore. Solo allora capii che era stata la SPERANZA la loro arma per vincere la dura battaglia della vita. Nuovi Orizzonti è tante vite, tante anime alla ricerca del senso della vita le quali, trovato- lo o ritrovatolo nell AMORE, sentono la gioia di poterlo condividere con gli altri, come un grazie di amore all amore ricevuto. Amelia 10

11 Pellegrinaggio zonale dei chierichetti a Sotto il Monte (BG) Martedì 14 aprile si è svolto il consueto pellegrinaggio zonale dei chierichetti e delle ministranti. Ogni anno si sceglie la meta in modo tale da far conoscere un grande santo che può essere da esempio per la vita quotidiana dei chierichetti. Quest anno la scelta è caduta su Papa Giovanni XXIII, pontefice molto amato che ha tanti devoti anche tra le persone giovanissime. La partenza è stata alle prime luci dell alba dai diversi punti di ritrovo della nostra zona pastorale. Siamo arrivati verso le nove e ci siamo subito recati alla Casa Natale del papa gestita dai missionari del PIME, dove siamo stati accolti dal responsabile. Dopo una breve introduzione ci siamo divisi in tre gruppi, i quali a turno hanno visitato i luoghi che hanno caratterizzato i primi anni della vita di Papa Giovanni: innanzitutto la Casa Natale; poi la chiesetta di santa Maria in Brussico, dove è stato battezzato e dove è conservato il sarcofago in marmo che ha contenuto il corpo fino all esposizione nella basilica vaticana; quindi la residenza Ca maitino, dove il cardinale Roncalli amava passare le Grazie alla speranza Carissime Suor Marina, Suor Stella, Suor Chiara e tutte le persone che ci hanno aiutato. Vi ringraziamo con tutto il cuore per la generosità e disponibilità che avete dimostrato nei nostri confronti e in particolare per la nostra VITALÙ. Il nostro ringraziamento per Voi è la preghiera al Signore, perché accompagni tutti Voi nel cammino quotidiano e in ogni scelta. La nostra preghiera è anche affinché nessuno conosca mai la malattia dei propri cari. Nella certezza del Cristo Risorto auguriamo a tutti Voi ogni bene! Un Abbraccio Forte. Vitalù, Barbara e Nicola vita parrocchiale sue vacanze estive, trasformata oggi in museo. L ultima tappa della visita mattutina è stata la chiesa parrocchiale dove sono tumulati i genitori di Giovanni XXIII. Per quanto riguarda il pranzo siamo stati ospitati nell oratorio di Sotto il Monte, dove abbiamo passato anche la prima parte del pomeriggio giocando nel campo di calcio. A metà pomeriggio ci ha ricevuto in udienza mons. Loris Francesco Capovilla, ormai più che novantenne e che per tanti anni è stato il segretario di Giovanni XXIII, il quale ci ha raccontato tanti episodi della sua vita con il papa. L incontro è terminato con la sua benedizione, dopodiché siamo saliti sul pullman per tornare nelle nostre parrocchie di origine. Questa giornata ha fatto a tutti una buona impressione e penso che sia servita per conoscere più da vicino la vita di questo grande uomo, di questo papa caratterizzato dalla bontà e che speriamo sia presto dichiarato santo. Gianluigi M. e Riccardo Z. 11

12 vita parrocchiale Rinnovo dei Voti delle nostre suore Sono passati 800 anni da quando la Regola scritta da San Francesco è stata approvata da Papa Innocenzo III e noi ci troviamo ancora a pregarla, meditarla e assaporarla. La cosa dona stupore e meraviglia perché nonostante i tempi siano passati e siano molto diversi da quelli attuali essa è ancora viva e vivificante per l intera famiglia francescana e per tutta la chiesa: testimonianza concreta che essa fosse voluta da Dio? Le cose di Dio sono infatti le più durature!! Cerchiamo di scoprirne il segreto!! La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo : così scrive Francesco all inizio della Regola bollata (Rb I, 1). Il cuore di tutta la Regola è proprio questo. Francesco comprende se stesso e la vita dei suoi frati interamente alla luce del Vangelo. Questo è il suo fascino. Questa la sua perenne attualità. Tommaso da Celano riferisce che Santo Francesco portava sempre nel cuore Gesù. Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra Egli è diventato un Vangelo vivente, capace di attirare a Cristo uomini e donne di ogni tempo e specialmente i giovani, che preferiscono la radicalità alle mezze misure. Egli fu salutato come luce venuta a rischiarare un mondo avvolto nelle tenebre. Artista e maestro di vita evangelica veramente glorioso A tutti dava una regola di vita, e indicava la via della salvezza a ciascuno secondo la propria condizione (1 Cel 37). Egli è stato così capace di cogliere i segni dei tempi e di tutti i tempi perché ha scrutato ogni realtà e l ha illuminata con la Parola di Dio. Per questo il Vescovo di Assisi Guido e poi il Papa Innocenzo III riconobbero nel proposito di Francesco e dei suoi compagni l autenticità evangelica, e seppero incoraggiarne l impegno in vista anche del bene della Chiesa. L osservanza della legge per Francesco era contenuta nell invito alla conversione e nell esortazione a vivere secondo la forma del Signore nostro Gesù Cristo in obbedienza,senza nulla di proprio e in castità. Da qui Francesco attinge forza, creatività, coraggio, spirito e tanto entusiasmo per riprodurre nella sua vita e in quella dei suoi frati la vita del suo Signore. Anche noi, come sorelle minori, abbiamo riascoltato la chiamata a portare la pace e la riconciliazione agli uomini e alle donne del nostro tempo e a condividere con loro l unica nostra ricchezza: il Bene, ogni Bene, il sommo Bene, il Signore Dio, vivo e vero. Con sinceri sentimenti di gratitudine in unione a tutta la nostra famiglia religiosa, Sabato 18 Aprile abbiamo rinnovato la nostra consacrazione al Signore desiderando sempre più appartenergli e corrispondere più al suo Amore fedele e profondo. Continuiamo a pregare e ad offrire le nostre vite a Lui con il vivo desiderio che ogni uomo possa incontrarlo, amarlo e servirlo in questa vita e goderlo per l eternità. Suor Chiara 12

13 vita parrocchiale Cronaca di due giorni di semina in Val d Intelvi I giorno - Sabato pomeriggio, partenza dall oratorio di Rovellasca. Prendiamo posto in auto: Giorgio davanti, Paolino e Roberto dietro. Sbattere di portiere. Il cd scivola nel lettore dell auto. Linkin Park a manetta, tanto per entrare in atmosfera, e quindi Gem Boy a seguire (che così ci sganasciamo dalle risate con le parodie dei cartoni giapponesi). Davanti a noi si snoda e serpeggia una lunga teoria di auto: quella del Don davanti, quindi suore, genitori, catechisti ed a chiudere la carovana quella di papà. Un ora di strada circa, tra canzoni e battutacce, ed eccoci in quel di Ponna Cima. Don Alberto ci ammassa in cortile, ben allineati e coperti, poi ci assegna i posti branda. Dopo esserci rifocillati con un tè ristoratore sorbito nel salone del piano terra, veniamo divisi in varie squadre ed il gioco ha inizio: caccia al tesoro!! Ma è una caccia alquanto singolare, come avremo modo di verificare. Da noi sottoposto a notevoli pressioni, impazienti di cominciare e confrontarci, al Don non resta che tracciarci il primo indizio. Dopo il primo disorientamento iniziale (ma che cavolo vorrà dire sta frase che ci ha lasciato il Don???) come letali squadre di commandos ci sparpagliamo per il territorio, guardinghi e diffidenti gli uni degli altri, concentrati sull obbiettivo finale: arrivare primi al tesoro (che sarà?). Le meningi lavorano mentre tentiamo di decriptare i messaggini che i catechisti ci consegnano, con aria sadicamente beffarda, ad ogni tappa conquistata. Corriamo su e giù per i prati coperti di neve, tra pini ed abeti di alto fusto, respiriamo a fondo l aria a pungente dell inverno in valle, ridiamo per un nonnulla, scherziamo e discutiamo sulle ipotesi di soluzione dei rebus. Ed ecco finalmente raggiunta l agognata a meta della ricerca; tutti gli indizi ci hanno alla fine portato ad un vero tesoro di verità: la parabola del buon seminatore. Ci guardiamo e ci ripromettiamo o che, da oggi, eviteremo per quanto possibile di incappare in sassi, terreni aridi e rovi. Meglio crescere su un terreno fertile! Grande abbuffata, preghierine e tutti in branda, stanchi e soddisfatti. II giorno Iniziamo la giornata, ci sembra giusto, ringraziando il Signore nella Messa domenicale: celebra Don Alberto. Ancora giochi, scherzi e divertimento. La casa parrocchiale è accogliente, lo sguardo si perde tutt attorno tra le cime delle vicine montagne e l azzurro terso del cielo invernale. Quindi ci raduniamo nella mansarda dove il Don ci fa ragionare ancora sulla parabola oggetto della caccia al tesoro del giorno prima. Segue un intenso e serrato interrogatorio da parte del Don che, con una raffica di domande, cerca di rassicurarsi sul fatto che abbiamo capito almeno qualcosa. Confortato dalle nostre risposte, almeno così sembra, il Don ci permette di addentare qualcosa: seconda ed ultima abbuffata della gita. Sistemate le stanze, puliti i cessi e ramazzato il pavimento, riuniti i bagagli, siamo pronti a tornare alle nostre casine di pianura. Il gruppo, felice di aver trascorso un divertito fine settimana tra amici, grato al Don dei piccoli semi di fede raccolti, si scioglie infine in quel di Rovellasca intorno alle 18. Grazie Don, riproviamoci!! Giorgio Papp, II^ media. Sì, riproviamoci! Adesso c è il campo estivo. A mia volta ringrazio molto suor Estela e gli educatori. Senza di essi riusciremmo a fare ben poco e non vorrei prendere da solo i meriti di un lavoro comune. don Alberto 13

14 speranza La speranza in Dio e la speranza del tifoso Immaginiamo uno di quei quiz televisivi dove si buttano, o si regalano, soldi a palate. Al concorrente viene chiesto il nome della seconda virtù teologale. Scorrono i secondi e il poveretto in evidente affanno insegue vaghi ricordi di un catechismo appreso in anni lontani. Anch io da telespettatore sono nelle stesse condizioni. Scade il tempo e i sogni con i soldi svaniscono nel nulla. Eppure la risposta è semplice: la seconda virtù teologale si chiama speranza. Dico che è semplice perché ha lo stesso nome del sentimento che ha motivato quell immaginario concorrente a partecipare al quiz: la speranza di vincere. Speranza: un vocabolo dai molteplici usi e significati. Il dizionario offre un ventaglio di definizioni. Tutte hanno un comune denominatore: indicano una attesa, una aspirazione, un atteggiamento, una convinzione rivolta al futuro. Spaziano da attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole ad aspirazione, spesso illusoria, a un vago avvenire di bene o di felicità. In marina l àncora di riserva si chiama speranza. Salendo di livello, nella morale cattolica secondo il dizionario Devoto-Oli, speranza è: la seconda delle virtù teologali per la quale il credente aspira anzitutto alla visione beatifica di Dio. Il concorrente partecipante al quiz spera di vincere. Il tifoso interista qualche mese fa paradossalmente tifava Juventus sperando che questa fermasse il Milan. Tutti sperano di realizzare i propri progetti. Il marinaio in difficoltà si affida alla speranza buttandola in mare. Tante definizioni, troppe interpretazioni. Che valenza attribuire alla speranza? Nella morale cattolica naturalmente si sale molto in alto. Nel catechismo l atto di speranza recita più o meno: Mio Dio spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e per i meriti di Gesù Cristo nostro salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare. Signore che io non resti confuso in eterno. C è molto da osservare o da discutere. Sembra a mio parere un pro-memoria al buon Dio: guarda che è vero che debbo compiere delle buone opere per meritare la vita eterna però ricordati anche che io spero molto nella tua bontà e nelle tue promesse. Sul confuso in eterno non ho le idee molto chiare. È una mia personale interpretazione e questo è la conferma che da una enunciazione apparentemente chiara e semplice possono derivare comportamenti errati. Non per nulla sono previsti e configurati nella morale cattolica i peccati contro la speranza: peccati per eccesso e per difetto di speranza. Così apprendo dalla lettura di una lezione teologica sui peccati contro la Speranza. Qui cominciano i guai. La speranza è catalogata tra le Virtù (è la seconda di tre, le altre due sono la Fede e la Carità). È difficile immaginare un peccato,nel senso di trasgressione, contro una Virtù teologale. Di solito si trasgredisce contro un comandamento, un precetto, più in generale contro una regola; si pecca assecondando un vizio. Eppure i teologi, incontentabili allungano la già non cortissima lista affermando che anche contro la Speranza si può peccare. O meglio si possono assumere atteggiamenti peccaminosi e li catalogano con tanto di nome e cognome: peccati per difetto e per eccesso. Primi dubbi e perplessità: dove termina il difetto e quando inizia l eccesso? In una scala da 0 a 100 il difetto inizia a 0 e l eccesso termina a 100. Gli altri confini evidentemente sono stabiliti dalle conseguenze di comportamenti soggettivi. Sempre più difficile, complicato e opinabile. Peccati contro la Speranza per difetto. I teologi li dividono in due grosse categorie: disperazione e scoraggiamento. In questo contesto, disperato è chi non crede alla vita eterna e chi dispera di raggiungerla. Disperato è chi non crede più alla carità di Cristo. Disperato è lo sfiduciato che indebolisce la propria fede e dubita della benevolenza e misericordia di Dio. Disperato è chi non sa o non vuole rinunciare ai beni materiali. E la disperazione, sostengono sempre i teologi, inquadrata nell ottica di difetto di speranza è un peccato molto pernicioso perché paralizza gli sforzi per compiere il bene e superare le difficoltà. Anticamera della disperazione, come è scritto più o meno letteralmente in quella lezione è lo scoraggiamento che va distinto dalla dispera- 14

15 speranza zione non solo quando pesa involontariamente sull anima come tentazione o malattia, ma anche quando è accolto nella volontà: esso infatti non è la rinuncia, ma il rallentamento della speranza. Esempio pratico di scoraggiato è colui che rifiuta l umile consapevolezza della propria miseria spirituale, dimentica il ricordo delle grazie ricevute e il pensiero della nostra incorporazione in Cristo. Sempre più difficile e complicato. Tradurre queste definizioni in comportamenti umani, per un non addetto ai lavori, è problematico. Come pure è problematico inquadrare la seconda grande categoria dei peccati contro la Speranza, ovvero i peccati contro la Speranza per eccesso. Qui non sono previste sottocategorie ma vengono coinvolte addirittura due interpretazioni del cristianesimo,due eresie definite, in quella complicatissima a lezione di teologia, presunzioni: la presunzione del monaco Pelagio che confida molto sulle forze dell uomo per raggiungere la salvezza senza il soccorso della grazia divina, e quella più nota di Lutero che per lo stesso scopo o si affida solo ai meriti di Cristo. Un filo comune le unisce: sono o entrambe in overdose di Speranza. Sempre più difficile e complicato. Leggendo quel benedetto trattato intravedo un orizzonte inatteso e del tutto sconosciuto ove scorgo ombre inquietanti lottare contro certezze rassicuranti. Tornando più terra a terra è tuttavia opportuno focalizzare il concetto di speranza nel suo significato più comune, nella vita quotidiana, di fronte alle normali difficoltà. Si osserva un fatto curioso. Il presuntuoso, lo spavaldo, l ultrà delle curve non spera di riuscire, di vincere. È sicuro della propria riuscita,della vittoria. Sfodera e urla la propria convinzione. Si comporta come chi pecca contro la speranza per difetto:rifiuta o rinuncia alla speranza. Anche il rassegnato, lo sfiduciato, lo scoraggiato, il disperato rinuncia alla speranza. Si comporta anche lui come chi pecca contro la speranza per difetto. E quando manca la speranza, come insegna la morale cattolica, cresce l egoismo e la violenza; i valori di solidarietà e tolleranza evaporano nel nulla. Sul fronte opposto l indeciso, il timoroso, il tifoso della domenica in poltrona vive sperando, si nutre di illusioni, spera molto nei comportamenti altrui e inevitabilmente incappa in atroci delusioni, cade nello sconforto. L avaro, l egoista ugualmente spera nei comportamenti altrui e altrettanto inevitabilmente incappa in atroci delusioni, cede allo sconforto. Tutti si comportano come chi pecca contro la speranza per eccesso. Questo non significa che il tifoso televisivo o della curva nord, lo spavaldo, l arrogante, l avaro, l egoista o il remissivo commettono un peccato in quanto tali: riderebbero anche i polli se così fosse. Dobbiamo però tenere presente che rapportandoci scorrettamente con il concetto di speranza facilmente si può sconfinare nel peccato, per quanto svalutata e inflazionata sia l attuale percezione della colpa. I peccati contro la speranza cui fa riferimento la teologia riguardano il rapporto diretto con Dio anche se le conseguenze comportamentali dell uomo sono molto simili. Senza speranza o con troppa speranza si vive male. Quale atteggiamento assumere? Capi- re il giusto dosaggio non è facile. Ognuno possiede una propria personalità e quindi comportamenti ed esigenze diverse. Sull ottovolante della vita esiste una sola certezza: senza la giusta fiducia nell opera di Dio, lontano o addirittura contro il Suo insegnamento si percorre poca strada, anzi si rimane fermi. Non c è dosaggio di speranza che tenga. Chi vuole approfondire il discorso non vada troppo lontano. Segua i consigli di quel giovane sacerdote dalla bianca ingannevole capigliatura che alloggia proprio di fianco alla chiesa parrocchiale. Vi colmerà di speranza,senza esagerare. E.C. 15

16 speranza Lettera agli anziani Carissimi anziani di ogni lingua e cultura Così Papa Giovanni Paolo II nel lontano 1999 rivolge ai propri coetanei, come egli stesso li definisce più volte, una lettera portatrice di un messaggio di speranza. Con il solito tono affettuoso ed empatico con cui il Papa riusciva a farsi vicino ad ognuno per toccargli il cuore con le sue parole, così ancor più teneramente scrive alle sorelle e fratelli anziani. Dopo un incipit salmico dichiara subito Anziano anch io, ho sentito il desiderio di mettermi in dialogo con voi, esprimendo l esigenza profondamente sentita di dialogare con coloro che condividono la sua condizione di uomo che ha vissuto, nel senso più pieno della parola, che ha alle sue spalle momenti felici e tristi, emozioni, sentimenti, affetti, persone con le quali ha condiviso un tratto di cammino. Ricorda con fermezza come tutto domini nella storia la mano divinamente paterna provvidente e misericordiosa di un Dio a cui il Salmista alza il suo canto: Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza e ancor oggi proclamo i tuoi prodigi. E ora, nella vecchiaia e nella canizie, Dio, non abbandonarmi, finchè io annunzi la tua potenza, a tutte le generazioni le tue meraviglie (Sal 71 [70], 17-18). Il Papa esprime con tenerezza la consapevolezza dei problemi e delle difficoltà che gli anziani devono fronteggiare nella nostra società. Sembra essere proprio questa consapevolezza a spingerlo a ragionare di cose che sono di esperienza comune con questi ultimi e far così loro sentire la propria vicinanza e la vicinanza di Dio Padre tramite lui per ricordare come Egli non ci lasci mai soli. Nella corsa serrata ed inesorabile del tempo, l esistenza umana appare cosa fragile ed insensata se non si riscopre il senso di una speranza ultraterrena che trova in Cristo il suo fondamento: Egli è il principio e la fine, è l alfa e l omega. A lui appartengono il tempo e i secoli. 1 La vicenda umana, pur soggetta al tempo, viene posta da Cristo nell orizzonte dell immortalità. Egli si è fatto uomo tra gli uomini, per unire il principio alla fine, cioè l uomo a Dio. 2 1 Liturgia della Veglia Pasquale. 2 S. Ireneo di Lione, adversus haereses, 4, 20, 4. Inizia poi un excursus storico, di quella Storia con la S maiuscola che è stato sfondo e contensto comune alle vicende personali di molti suoi coetanei, passa in rassegna con tristezza ma lucidamente i devastanti eventi storici vissuti: le contese territoriali, le due guerre mondiali, la guerra fredda, i regimi totalitari. Il tributo pagato sui vari fronti alla follia bellica fu incalcolabile e altrettanto terrificante fu l eccidio consumato nei campi di sterminio, veri Golgota dell epoca contemporanea. Accanto agli orrori delle guerre passate, osserva gli orrori delle guerre attuali in cui si ripropongono odio razziale e terribili violenze troppo presto dimenticati dalle cronache. Pur riepilogando i drammi della storia umana, Giovanni Paolo II guarda anche ai segnali positivi di questo III millennio, quali la conquista dei diritti umani, il valore riconosciuto alla democrazia, al libero mercato che mantenga una giustizia sociale, alla dignità della donna, allo sviluppo delle comunicazioni ed al nascere di una benefica sensibilità ecologica. Entrando, dunque, nel vivo del messaggio, il Papa riflette sul valore dell ultima stagione della vita dell uomo, quale culmine del percorso personale, in cui l uomo trova la saggezza germinata dall accumulo dell esperienza in virtù della quale egli è capace di meglio cogliere il senso della vita. La vecchiaia deve essere, infatti, rivalutata in una società come la nostra, dove l efficienza delle prestazioni fisiche, la velocità e le immagini plastificate relegano troppo spesso ai margini chi, per ragioni biologiche, non può offrire questo ad una comunità che ragiona per lo più in termini di produttività. Invece gli anziani hanno molto da offrire ad una società disorientata come la nostra, il Papa li definisce custodi di una memoria collettiva, cioè custodi di una storia, ma anche di un mondo di valori sani e vivibili di cui tutt oggi noi tutti abbiamo bisogno. La stabilità, la sicurezza, la lentezza che è pacatezza di azione ma anche di pensiero, la gentilezza, la fermezza sono cose che credo i nipoti apprezzino ancora nei nonni, risorsa umana e sociale. 16

17 speranza Escludere gli anziani è come rifiutare il passsato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria. Gli anziani, grazie alla loro matura esperienza, sono in grado di proporre ai giovani consigli ed ammaestramenti preziosi. In questa prospettiva la vita nella sofferenza e nella fragilità apparentemente inutile dell anziano acquista un senso nella comunità, ed anche la sua fragilità fisica si tramuta in un richiamo alla solidarietà e all interdipendenza che legano tra loro le generazioni, ricordandoci i come nessuno di noi sia un isola indipendente e perennemente autosufficiente, ma come abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri in un arricchente comunione dei doni e dei carismi di tutti. Papa Giovanni Paolo II con questo messaggio vuole infondere e speranza nei propri coetanei, come pure esortare a riflettere la società sul rispetto e sulla considerazione in cui dovrebbe tenere e le proprie radici più antiche, evidenziando anche il ruolo di testimoni di fede che gli anziani assumono spesso nelle famiglie. La fede illumina così il mistero della morte e infonde serenità alla vecchiaia, non più considerata e vissuta come attesa passiva di un evento distruttivo, ma come promettente approccio al traguardo della maturità piena. Sono anni da vivere con un senso di fiducioso abbandono nelle mani di Dio, Padre provvidente e misericordioso; un periodo da utilizzare in modo creativo in vista di un approfondimento della vita spirituale, mediante l intensificazione della preghiera e l impegno di dedizione ai fratelli nella carità. Infine, conclude con una preghiera, dopo essersi rivolto ai giovani, incitandoli a stare accanto ai più anziani, poichè la giovinezza ha bisogno della vecchiaia più di quanto ne sia consapevole e poichè è così facile per un giovane illuminare la giornata di un anziano con un sorriso. Lucia Carughi Dacci, o Signore della vita, di prenderne lucida coscienza e di assaporare come un dono, ricco di ulteriori promesse, ogni stagione della la nostra vita. Fa' che accogliamo con amore la tua volontà, ponendoci ogni giorno nelle tue mani misericordiose. E quando verrà il momento del definitivo passaggio, concedici di affrontarlo con animo sereno, senza nulla rimpiangere di quanto lasceremo. Incontrando Te, dopo averti a lungo cercato, ritroveremo infatti ogni valore autentico sperimentato qui sulla terra, insieme con quanti ci hanno preceduto nel segno della fede e della speranza. E tu, Maria, Madre dell'umanità pellegrina, prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte. Tienici sempre stretti a Gesù, Figlio tuo diletto e nostro fratello, Signore della vita e della gloria. Amen! 17

18 speranza Immagini di Speranza Nel 2000 l allora cardinale Joseph Ratzinger ha scritto Bilder Der Hoffnung che nel 2005 è stato pubblicato in italiano dalle Edizioni San Paolo: Immagini di Speranza è un viaggio con tredici tappe disposte lungo l anno liturgico cristiano. Il bue e l asino del presepe di Greccio, la grotta della Natività a Santa Maria Maggiore, San Paolo e la Cattedra di San Pietro nella Basilica Vaticana, le campane e l agnello di Pasqua, per cominciare. Poi l Ascensione, il...sursum corda, un movimento verso l alto a cui tutti veniamo chiamati, la Pentecoste, la lingua di fuoco che brucia e trasforma l essere uomo, e il Corpus Domini, raccontato dal mosaico absidale di San Clemente a Roma che è stato composto quando la festa ancora non c era. La Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, il piccolo luogo legato alla grande realtà dello spirito e della fede che è l indulgenza del 2 agosto, il Cimitero Teutonico e le Catacombe a Roma, dove convivono dolore e consolazione, morte e vita eterna. Tra questi luoghi e tempi, un solo uomo: Volfango, che lasciò il monastero di Einsiedeln per accettare e l incarico di vescovo di Ratisbona senza mai smettere di essere monaco e...proprio perché non cercava se stesso...è un pastore credibile. Tredici soste che, assaporate nella loro sostanza, si rivelano immagini di speranza per la nostra fede. Miriam La sapienza che viene dalla terra Carissimi forse vado a deludere (ma non credo che ci sia qualcuno che possa dirsi deluso delle mie povere parole) o meglio a eludere il vostro suggerimento di scrivere qualche riga sulla Sapienza. Vi ho pensato poi mi son detto perché non scrivere di un uomo che è stato nel suo tempo non solo sapiente ma anche e soprattutto profetico; scrivere di un uomo che ha saputo leggere con occhio critico la realtà del suo tempo con quella sapienza che nasce dalla vicinanza o prossimità di chi è povero. Parlo di don Primo Mazzolari, amico di Montini e ricevuto calorosamente da Giovanni XXIII, ma soprattutto dell uomo che mai si è considerato sopra le righe e ha sempre definito se stesso come un povero prete. Moriva a Bozzolo (MN), 12 aprile Con i suoi scritti e le sue parole a ringiovanito di un poco la Chiesa. Dicono tutti che è l ora dei poveri, e lo dicono sotto nomi diversi. Di quest ora che mi fa pensare all evangelico è giunto il momento, ed è questo (Giovanni, 4, 23), nessuno se ne rallegra al pari di un prete, che, nonostante il si dice, con la povera gente vive veramente gomito a gomito in campagna e alla periferia, o nel centro del paese, e vede come tira e quanto patisce: ma non vorrei che un giorno i poveri, arcistufi di tante e sviscerate concorrenti dichiarazioni di amore, dicessero a questi e a quelli: vogliateci un po meno bene e trattateci un po meglio. [ ] Io prete, sprovveduto per investitura di ogni mira temporale, dovrei essere il più adatto per il ministero dei poveri. 18

19 speranza La Parola è predicata ai poveri: la Grazia è per i poveri. (Chi più povero di un peccatore?). Tutto è per il povero, poiché basta essere uomo per essere povero, sostanzialmente e irrimediabilmente povero. Prete dei poveri quindi, come si è definito, secondo il Vangelo, san Vincenzo de Paoli: che non fa torto a nessuno, e non scantona davanti a nessuno, poiché tutti gli uomini, i ricchi in prima fila, sono dei poveri. La povertà è l unica condizione dell uomo, che il peccato ha finito per alterare al pari di ogni altra condizione: e così avviene che ci sono poveri che si credono ricchi e poveri che si rifiutano o si vergognano di esserlo. Il primo diviene cattivo per paura di perdere ciò che stima di avere: e l altro si incupisce per timore di essere stato defraudato. Il benestante è malato come il fariseo. Essendosi appropriato di qualche cosa che è solo del Padre, si crede diverso dagli altri che non hanno niente. E davanti all altare prega come il fariseo: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini (cfr. Luca, 18, 11), ho casa, campi, automobile e ville. Quando i poveri sentono pregare in tal modo e vedono che c è qualche prete che sarebbe disposto a mettere l imprimatur su tale preghiera, non solo si sentono offesi e umiliati, ma sono in tentazione di non credere che ci sia un Padre comune, il quale, se è vero - così ragionano nella loro disperazione - che vuol bene a tutti e può tutto, le cose di quaggiù non le dovrebbe lasciare andare così. E i ricchi, a loro volta, ispessiti nel cuore dai loro averi e sempre timorosi di perderli, se la prendono col Signore, che mette al mondo tante bocche. Così nessuno è contento di Dio, per questione di una ricchezza che tignola e ruggine consumano e ladri scassinano e rubano (Matteo, 7, 20). E se non c è la ruggine o la tignola, se non vengono i ladri, arriva la morte: Stolto, questa notte tu morirai (Luca, 12, 20). Il sacerdote, pur avendo lo sguardo sulla condizione dell uomo, che è di comune e irrimediabile povertà finché si rimane sul piano delle cose che oggi sono e domani non sono (cfr. Matteo, 6, 30) e che anche quando sono ingombrano invece di saziare, si inserisce in questo momento esterrefatto del peccato, che separa gli uomini in ricchi e poveri. Il suo ufficio non è quello di far ricchi i poveri o poveri i ricchi con accorgimenti legali o di ordine economico-sociale. Che vi sia chi lo tenti questo lavoro di equità, è buona e doverosa cosa specialmente per un cristiano che non voglia rinnegare la fraternità. Ed è pure buona cosa che il sacerdote inviti e suggerisca tale sforzo, che entra nei normali doveri della società cristiana; ma la sua propria funzione è di portar via il peccato, che crea le disuguaglianze e ogni male. Ecco l Agnello di Dio, ecco Colui che porta via i peccati del mondo (cfr. Giovanni, 1, 36). Se va via il peccato dal nostro cuore, si fa anche l eguaglianza e i vasi comunicano. E siccome il peccato è purtroppo un retaggio comune, patrimonio tanto dei ricchi come dei poveri, dato che il male è dentro di noi, e il bicchiere va lavato dal di dentro, il sacerdote deve predicare agli uni e agli altri: ai ricchi che fanno del possedere il mammona, ai poveri che misconoscono la loro grande dignità per il solo fatto che non ha contropartita immediata. Da secoli, da quando Cristo ci ha mandato a predicare la buona novella ai poveri (cfr. Luca, 4, 18) ci troviamo in questo poco comodo ufficio. Né i poveri ci ascoltano, né i ricchi ci ascoltano: e ciò che ancor più ci umilia, par che abbiano lor buone ragioni tanto questi che quelli. I ricchi dicono: è coi poveri contro di noi: adula i poveri per averli in mano contro di noi. I poveri dicono: tiene coi ricchi perché sono i più forti e lo foraggiano. Non è raro il caso che ricchi e poveri si mettan d accordo, come Erode e Pilato, per farlo tacere (cfr. Luca, 23, 12). [ ] Il Regno dei Cieli non è a destra né a sinistra, né coi poveri né coi ricchi, finché ricchi e poveri si differenziano soltanto per quello che hanno, non per quello che sono. Tra questi due fronti, che il peccato ha innalzato e che il peccato tiene in piedi, ci sta, crocifisso, il sacerdote: crocifisso tra due ladroni, uno buono l altro un po meno, ma ladroni entrambi. [ ] Il prete è una sbarra che ha il cuore, e il colpo, venga da destra o da sinistra lui lo riceve nel cuore, e non può ricambiarlo, neanche lamentarsi. Oscilla soltanto, ed è per grande carità: ma gli altri dicono che parteggia perché se viene colpito a destra oscilla verso sinistra e viceversa. E così perde anche l onore. don Ivano 19

20 speranza Il Volto Nell arco dei prossimi quattro anni si svolgerà la visita pastorale del nostro Vescovo Mons. Diego Coletti in ogni singola parrocchia dell intera Diocesi di Como. È un tempo importante ed occasione favorevole di crescita comunitaria e personale nella conoscenza della Fede. Molti sono i punti interessanti. Intendo evidenziare in particolare un aspetto più volte sottolineato nelle riflessioni dal nostro Vescovo: la parola il Volto. Il Volto rappresenta l identità esteriore e l originalità di ogni persona. La persona agisce attraverso le relazioni con gli altri, che sono fondamentali per scoprire l interiorità del carattere. Le relazioni se vissute adeguatamente, ri- cercando i valori genuini, conducono alla bellezza delle emozioni, che sono il colore della vita. Conoscere l essenza del volto delle persone è conoscere il Volto di Gesù, e seguire il suo comandamento: Che Vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. (Gv. 13,34). Gabriele Forbice 20

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