Il nazismo: la presa del potere in Germania

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1 Il nazismo: la presa del potere in Germania 1. LA CRISI TEDESCA E L EMERGERE DEL NAZIONALSOCIALISMO In Germania le conseguenze economiche e politiche della crisi sono le più drammatiche e gravide di conseguenze. Con la crisi del 29, vennero meno i fondamentali prestiti che gli USA avevano concesso alla Germania: la produzione industriale ebbe un nuovo crollo (dopo quello dei primi anni 20 e la successiva ripresa) e la piaga della disoccupazione assunse enormi proporzioni (sette milioni di disoccupati nel 1932), colpendo non solo i proletari, ma anche impiegati e piccoli borghesi, per non parlare della crisi degli agricoltori. I governi della repubblica di Weimar, con le forze politiche che li sostengono, non riescono a gestire la situazione proponendo e attuando soluzioni davvero efficaci: è questo il contesto in cui il partito nazionalsocialista di Hitler trova spazio e consensi crescenti. Non mancano le analogie con l ascesa del fascismo, di cui abbiamo parlato: cittadini disorientati, disillusi e scontenti delle autorità, non sanno a chi rivolgersi; forti movimenti delle classi subalterne, apparentemente presaghi di una rivoluzione sociale, ma incapaci di attuarla; risentimento nazionalistico contro i trattati di pace, di cui già abbiamo parlato (si ricordi, in analogia, l italiana vittoria mutilata ); la farraginosità burocratica della pur democratica e avanzata costituzione di Weimar risulta impotente e inadeguata (come accade anche per lo Stato liberale italiano). Volendo portare avanti la nostra analogia, potremmo anche dire che la ricetta di Hitler non fu troppo dissimile da quella mussoliniana. Anche nel nazionalsocialismo troviamo infatti elementi ideologici e politici eterogenei (nazionalismo, anticomunismo, ma anche antiliberalismo) che si uniscono ad una azione politica intesa come violenza e come mobilitazione delle masse dal basso, facendo leva sul malcontento dei ceti medi. Identica anche la tattica del doppio binario : un movimento che è da una parte rivoluzionario (nei confronti dell evidente inettitudine del governo) e violento, ma dall altra si propone come legalitario (si pensi all importanza data dal nazionalsocialismo alla necessità di ristabilire l ordine sociale). All inizio fu forte anche l inclinazione verso un certo anticapitalismo, con il richiamo ad un socialismo nazionale (che era comunque da contrapporsi fortemente, sia chiaro, al comunismo). Le formazioni paramilitari naziste colpirono i nemici politici e si sostituirono anche alla polizia nella repressione cruenta contro i comunisti, in particolare, e la sinistra, in generale, con le sue organizzazioni. Fu, comunque, la tragica crisi economica a decretare in maniera decisiva la fortuna del nazismo. Come già abbiamo visto, Hitler militò all inizio nel partito operaio tedesco, che nel 1919 confluì nel partito nazionalsocialista. Nel 1921 nacquero le SA, sezioni di assalto, al comando di Ernst Rohm. Nel 1923, Hitler fu arrestato dopo un tentativo fallito di colpo di Stato (con Ludendorff e Goering) e venne rilasciato nel Nel 1928, i nazionalsocialisti si presentano al voto, ottenendo un modesto 2,5%, ma con la crisi del 29 e i suoi effetti destabilizzanti sul governo le due successive tornate elettorali (nel 1930 e 1

2 nel 1932), segnarono fondamentali balzi in avanti (da 12 seggi in Parlamento si arrivò ai 107 del 1930, fino ai 230 del 1932 con l acquisizione della maggioranza relativa). Gli storici ritengono che furono in particolare i giovani a votare in massa Hitler: forte era la convinzione che solo Hitler, con un partito interclassista e dunque assai diverso dai partiti fino a quel momento impostisi sulla scena politica, sarebbe stato capace di dare unità e forza alla Germania. L ideologia del partito nazionalsocialista era, come sappiamo, ben compendiata nel Mein Kampf: ivi venivano rifiutati i valori della società liberale in favore dei miti di sangue, razza, obbedienza al capo carismatico (Furher) ed una organizzazione nuova di stato e società. Visto che le razze non hanno il medesimo valore (biologismo) è evidente che è la razza meglio dotata dalla natura, ovvero la razza ariana 1, a dover sottomettere le altre e a dominare su di esse. Questo è il suo destino, ciò a cui essa è chiamata. L obiettivo che, per primo, occorreva perseguire era quello dello spazio vitale: scacciando ebrei e stranieri, la Germania doveva riprendere i territori perduti con la Prima guerra mondiale ed espandersi verso Est a danno degli inferiori popoli slavi. Un popolo, in particolare la razza dominante, deve infatti avere sufficiente spazio per espandersi e così esprimere al meglio le proprie potenzialità. La dicotomia superiorità/inferiorità veniva applicata non solo ad interi popoli e razze, ma anche a singoli individui all interno della medesima etnia. Ecco emergere l idea dell uomo superiore 2, cioè del capo, massima espressione della razza germanica. La massa ha valore non in termini di democrazia, ma nella misura in cui è disposta a seguire il capo e la sua illuminata guida. Proprio questo è, del resto, il ruolo del capo: quello di controllare e guidare la massa della popolazione. La propaganda serviva esattamente a questo scopo: come le femmine, anche la massa ama chi la domina, sosteneva Hitler. La propaganda doveva essere semplice, fatta di slogan, rassicurante e capace di individuare un nemico ben visibile e concreto: i comunisti, gli ebrei, i partiti di sinistra, le associazioni dei lavoratori... Gli avversari politici non seppero avversare queste idee, né questa scalata nei consensi. Causa di tale incapacità fu anche la divisione fra i diversi partiti che, pure avversi al nazionalsocialismo, non riuscirono a creare un fronte comune. Fu, in particolare, la divisione fra comunisti e socialdemocratici ad impedire un azione unitaria in chiave antinazista. Non a caso, alla fine del anni 20 i dirigenti dell Internazionale comunista, convinti che il capitalismo stesse vivendo una crisi fatale, identificarono come nemici comuni tanto il fascismo che la socialdemocrazia, vista come il maggior ostacolo alla rivoluzione (a questo riguardo fu coniato, in ambito comunista, il termine socialfascismo ). 1 Gli ariani erano in realtà antiche popolazioni dell Iran e dell India, originarie (probabilmente) dell attuale Afghanistan. I nazisti diedero quindi al termine ariano una indebita estensione. 2 Attenzione: l uomo superiore del nazismo non si può identificare, a meno di gravi forzature, con l oltre-uomo di Nietzsche. È pur vero che alcune opere del filosofo tedesco, soprattutto quelle edite per tramite della sorella, trovarono molti estimatori proprio fra i nazisti. 2

3 E INIZIO 1933: HITLER VICINO AL POTERE Dopo il crollo di Wall Street, in Germania i governi si avvicendarono rapidamente. Dopo che i socialdemocratici furono usciti dal governo di coalizione che pure guidavano dal 1928, nel 1930 fu la volta del governo di Heinrich Bruning, leader del partito di centro cattolico (Zentrum): egli governò appoggiandosi ora al Partito socialdemocratico ora a gruppi di destra. Nelle elezioni del 30 anche i comunisti ebbero un grande rafforzamento, mentre i partiti di Weimar (Zentrum e socialdemocratici, appunto) si erano indeboliti. Bruning rimane al potere (tornando alla guida del governo anche dopo le elezioni) ma non seppe opporsi al radicalizzarsi della lotta e della violenza fomentata dalle SA e dalle SS (squadre di difesa, comandate da Heinrich Himler), né i suoi interventi legislativi (riduzione dei salari, contrazione delle spese statali e nuovi tributi) riuscirono a sortire effetti positivi in relazione alla crisi economica. In una simile condizione, il clima nel Paese si fece progressivamente più ostile nei confronti della Repubblica, tanto da parte dei ceti più umili quanto da parte degli industriali. Nell ottobre del 31 si radunò ad Harzburg, in Sassonia, l'opposizione nazionale composta da nazionalsocialisti, vari esponenti politici della destra tradizionale, con personalità di ambiente militare, finanziario ed industriale. Da questo incontro emerse la richiesta di una politica nazionale più decisa che, in particolare, fosse orientata al riarmo della Germania. Ecco che, alle elezioni presidenziali del marzo-aprile 1932 (che videro la rielezione del maresciallo Hindenburg, ma solo al secondo turno e non senza che vi fosse stata una grande affermazione personale di Hitler) la forza del nazionalsocialismo appariva ormai preponderante, proprio quando la crisi economica era all apice. In un clima di violenze sempre crescenti, le pressioni di chi voleva Hitler al governo aumentavano. Dopo che Bruning si fu dimesso, il nuovo cancelliere Franz von Papen indisse un altra tornata elettorale per il luglio del Il nazionalsocialismo divenne il primo partito (14 milioni di voti) e Hitler rifiutò la proposta di divenire vicecancelliere: i nazionalsocialisti ormai, forti degli ampi consensi, puntavano alla piena responsabilità di governo. Una nuova tornata elettorale si tenne in novembre: in questa occasione il nazionalsocialismo perse consensi, ma mantenne la maggioranza relativa. Fu nominato cancelliere il generale Kurt von Schleicher, ma ormai nessuno riteneva che fosse possibile governare la Germania senza i nazionalsocialisti. Un folto gruppo di imprenditori, armatori, banchieri fece appello al presidente Hindenburg affinché si decidesse a nominare Hitler cancelliere del Reich, con von Papen come suo vice: ciò accadde il 30 gennaio LA FINE DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR E LA NASCITA DEL TERZO REICH Diversamente da quanto era accaduto in Italia con l ascesa del fascismo, Hitler demolì immediatamente la Repubblica e la Costituzione di Weimar. Innanzitutto, Hitler convinse il presidente Hindenburg a sciogliere il Reichstag e a indire nuove elezioni per il 5 marzo 1933; nel frattempo Hermann Goring, uno dei più importanti collaboratori di Hitler, avviò la riforma della polizia immettendo in essa uomini delle SA e delle SS, oltre a creare la polizia segreta di Stato (GESTAPO). Per gli oppositori politici vennero immediatamente costituiti dei campi di concentramento (il primo a Dachau, vicino a Monaco). 3

4 Nella notte fra il 27 e il 28 febbraio 33 la sede del parlamento, il Reichstag, venne data alle fiamme e i nazisti incolparono del fatto i comunisti: in realtà, l incendio era stato organizzato da Goring. A seguito di questo avvenimento il partito comunista venne messo fuori legge e vi furono moltissimi arresti fra le sue file. Una ordinanza presidenziale venne emanata allo scopo di abrogare alcuni articoli della costituzione di Weimar: venne così limitata la libertà di espressione e di stampa (furono chiusi numerosi giornali), di riunione e di associazione, insieme al ripristino della pena di morte. L'intera campagna elettorale fu caratterizzata, naturalmente, dalla violenza intimidatoria delle SA (come era accaduto in Italia nelle elezioni del 24, quelle che avevano portato all omicidio di Giacomo Matteotti). I nazionalsocialisti ottennero quasi il 44% (dunque non la maggioranza assoluta) e Hitler ebbe, di fatto, pieni poteri: già nella prima riunione del nuovo parlamento, infatti, venne conferita al governo la piena potestà legislativa, relativa quindi sia alle leggi ordinarie che alla costituzione. I governi regionali dei Lander (regioni) vennero eliminati, insieme ai diritti di sovranità dei Lander stessi. I capi dei sindacati vennero arrestati, furono chiuse tutte le organizzazioni di sinistra, sciolto il partito socialdemocratico (SPD), mentre il Zentrum si scioglie da sé... Quando ormai tutti i partiti, salvo il nazionalsocialista, erano di fatto scomparsi viene emanata una legge (luglio 33) che vietava la formazione di nuove associazioni partitiche. In ottobre la Germania uscì dalla Società delle nazioni e, in dicembre, venne ufficialmente sancita la fusione dello Stato con il partito unico. In breve tempo venne anche riorganizzata la burocrazia con l allontanamento di tutti i funzionari non ariani o, comunque, non graditi al regime e si giunse persino all emanazione di una legge che contemplava la sterilizzazione di chi risultasse affetto da serie malattie ereditarie (una norma del 1939, poi, arriverà a prevedere l eliminazione dei malati incurabili e terminali). Viene stabilito per legge anche il controllo dello Stato su religione e cultura (il Ministero della Propaganda e quello dell Educazione popolare, tenuti entrambi da Goebbels, furono importanti strumenti per la diffusione dell ideologia nazista). Alla fine del 33, in novembre, si svolsero nuove elezioni che videro una tanto scontata quanto schiacciante maggioranza: oltre il 92% dei consensi. La Repubblica di Weimar ormai non esisteva più. Nel 1934 Hitler, con un abile mossa, scambiò la piena fiducia da parte dell esercito con l eliminazione della frangia più estremista del movimento, ovvero quelle SA che rischiavano di divenire un potere staccato e indipendente da quello delle SS, ovvero la guardia personale di Hitler. Fra l altro Rohm e le SA, con le loro tendenze di stampo socialista, intimorivano gli industriali mettendo a rischio il loro consenso. Durante la notte del 30 giugno 1934 Ernst Rohm, capo ed organizzatore delle SA, fu massacrato barbaramente insieme a tutti i responsabili delle SA: si tratta delle celebre notte dei lunghi coltelli. Il vecchio presidente, Hindenburg, morì nell agosto 1934: a questo punto Hitler ebbe modo di diventare anche presidente, titolo che subito modificò in favore di un altro: Fuhrer, il capo carismatico, l uomo superiore. Hitler emana le leggi, a lui le forze armate giurano fedeltà, egli riassume in sé lo Stato. I cittadini tornano di fatto ad essere sudditi: come Luigi XIV, il Fuhrer avrebbe potuto dire lo Stato sono io. Questo è il Terzo Reich, l impero che a detta di Hitler sarebbe durato mille anni... 4

5 4. IL NAZISMO: LO STATO TOTALITARIO FRA CONSENSO E OPPOSIZIONE ED ECONOMIA Volendo continuare a proporre in termini analogici il fascismo e il nazismo mantenendo sempre l accortezza di non spingere troppo oltre i punti di somiglianza non sarà inutile ricordare che anche Hitler ricorse allo strumento del Concordato. In un primo momento, sia il Papa che i prelati tedeschi videro nel nazismo una utile forza di opposizione nei confronti della rivoluzione bolscevica. Non a caso il Concordato del 1933 (negoziato dal futuro Pio XII, eletto nel 1939) vide significative concessioni alla Chiesa: essa poteva gestire in autonomia scuole, nominare docenti di teologia nelle università (anche quelle pubbliche) e manteneva la libertà di associazione. Certo è che, con l emergere sempre più prepotente della vera natura del nazismo, questa condizione di accordò si incrinò assai rapidamente, tanto che quando Hitler verrà in visita in Italia, nel 1938, Pio XI non accetterà di incontrarlo. Ancora maggiore si rivelò l iniziale consenso da parte protestante, al cui interno addirittura nacque un movimento filo-nazista (il movimento cristiano-tedesco) che vedeva proprio nel movimento hitleriano una possibilità per giungere all unificazione di tutti i cristiani tedeschi. I protestanti che, al contrario, decisero di avversare il nazismo (essi diedero vita alla Chiesa confessante ) dovettero subire numerose persecuzioni e arresti. Hitler, in effetti, desiderava unificare le numerose confessioni religione presenti in Germania in una sola Chiesa, la Chiesa nazionale del Reich, Chiesa all interno della quale l ideologia nazista e il cristianesimo avrebbero dovuto giungere ad una sintesi. Il tentativo rimase, di fatto solo sulla carta, e ciò non può stupire in considerazione delle effettive intenzioni del Fuhrer: tutte le Chiese non aderenti erano destinate alla distruzione, la Bibbia sarebbe stata sostituita, nelle chiese, dal Mein Kampf di Hitler stesso, la croce sarebbe stata ovunque sostituita dalla svastica (Programma di Rosenberg). Hitler, oltre a ceti medi e Chiesa, convinse anche la grande industria, sedotta dagli attacchi ai sindacati e dal miraggio delle commesse governative conseguenti ad una nuova politica di potenza. Era necessario, naturalmente, che la Germania riuscisse a uscire dalla gravissima crisi economica in cui era caduta. Una delle premesse della rinascita economica venne individuata proprio nella cessazione di ogni opposizione sindacale. Già nel 33 tutti i sindacati vennero sciolti e al loro posto nacque il Fronte tedesco del lavoro al quale tutti i lavoratori furono iscritti d ufficio. Questa organizzazione richiamava le corporazioni fasciste: riunendo lavoratori e datori di lavoro, era del tutto priva di qualsiasi capacità di contrattazione. Una legge del 34 suddivideva l economia in sei distinti settori, tutti compresi nella Camera dell economia del Reich. Hitler non era certo un economista e, pertanto, non aveva una vera e propria politica economica: era però sua convinzione che il riarmo della Germania avrebbe risolto la questione. Il riarmo, infatti, avrebbe generato ampie commesse industriali, riducendo la disoccupazione. Nel 35 venne anche introdotta la leva obbligatoria per i giovani: ogni anno moltissimi ragazzi vedevano la necessità di trovare un impiego procrastinata di un biennio! A partire dal 1936, la Germania punta sulle spese militari e la preparazione alla guerra. Hitler ritira i rappresentanti tedeschi alle Società delle Nazioni, denunciando i forzati limiti imposti dal Trattato di Versailles all esercito tedesco. La percentuale del PIL dedicata agli armamenti ebbe un grande balzo in avanti, superando quella di tutte le altre potenze occidentali. 5

6 Contro la disoccupazione vi furono anche altre misure: la riduzione dell orario lavorativo e anche un ingente piano di opere pubbliche nel settore dell edilizia (strade, canali, autostrade, cosa che contribuisce anche al rilancio dell automobile...). Anche per l agricoltura furono previste delle novità: i debiti degli agricoltori vennero soppressi, l importazione di molti prodotti agricoli fu sottoposta a maggiori dazi e, con la Corporazione nazionale dell alimentazione, l intera filiera produttiva e commerciale venne gestita direttamente dal governo centrale. Anche a livello ideologico vi furono interventi a favore del mondo delle campagne: quale poteva essere la base della razza tedesca se non il suolo tedesco e, dunque, il mondo rurale? La purezza della razza germanica richiedeva che questo mondo si conservasse intatto: una legge del 33 stabilì che ogni podere poteva essere ereditato da un solo figlio, in modo da evitare eccessive suddivisioni. Il Paese cominciò effettivamente a riprendersi e, in questo, un ruolo importante lo ebbe anche la conferenza di Losanna del 1932, dove venne stabilita la sospensione definitiva dei pagamenti dei debiti di guerra. La produzione industriale aumentò moltissimo, portando enormi profitti alle industrie. In breve tempo la Germania raggiunse la piena occupazione e, addirittura, il deficit occupazionale. I salari aumentarono, soprattutto per la manodopera specializzata. Nel settembre del 1936 venne varato un piano economico quadriennale, il cui obiettivo era chiaro: la Germania doveva raggiungere il maggior grado possibile di indipendenza economica. A questo scopo diveniva fondamentale l idea dello spazio vitale da conquistarsi con la guerra: questo avrebbe fornito una riserva di materie prime tale da garantire proprio l autosufficienza. 5. L'IDEOLOGIA RAZZISTA: VERSO LA SOLUZIONE FINALE Solo chi era di sangue tedesco come era stato stabilito già nel programma del 1920 aveva il diritto di appartenere alla Comunità popolare e, dunque, allo Stato nazista. Questa concezione esclusivista portò con sé discriminazione, emarginazione e, infine, eliminazione. Dato il carattere fortemente antisemita del nazismo, già nel 33 gli Ebrei furono dichiarati esclusi dalla Comunità popolare. Gli ebrei sono esclusi dapprima dalle professioni di funzionario, poi dal giornalismo e dall insegnamento. Il nazista tipo apparteneva alla classe media, era protestante, abitante in provincia e giovane: Hitler fece sì che per questi uomini l ebreo divenisse il nemico, dunque la causa di tutti i mali del Paese, dalla crisi economica alla sconfitta nella Prima guerra mondiale. Hitler riuscì a indirizzare le frustrazioni dovute alla crisi in odio razziale. Il nazismo era l alternativa valida alla democrazia, al capitalismo, al bolscevismo, fenomeni tutti indicati come di produzione ebraica e, per ciò, negativi. La situazione peggiorò con le leggi di Norimberga, del 1935: gli ebrei perdono la cittadinanza e, addirittura, vengono vietati i matrimoni misti. Cittadino del Reich è soltanto l appartenente allo stato di sangue tedesco o affine il quale col il suo comportamento dia prova di essere disposto ad adottare e servire fedelmente il popolo e il Reich tedesco. La persecuzione nei confronti degli ebrei si apprestava a compiere un ulteriore balzo, ciò che si delineò nitidamente nel 1938: il 10 novembre (a seguito dell uccisione di un ufficiale dell ambasciata tedesca a Parigi per mano di un ebreo), nella cosiddetta notte dei cristalli, vennero distrutte moltissime sinagoghe e negozi appartenenti ad ebrei. 6

7 Nei giorni successivi, ebrei furono arrestati e deportati. Ormai esclusi da ogni aspetto della vita civile gli ebrei non potevano avere la patente, non potevano frequentare le scuole tedesche, non avevano diritto al possesso del passaporto né, dal 41, a presentarsi in pubblico senza la stella ebraica per gli ebrei si avvicinavano i giorni della soluzione finale. Questa venne avviata con la guerra e coinvolse anche i rom, gli slavi, i minorati mentali, gli omosessuali, prostitute, minoranze religiose... Il razzismo che ben presto divenne, oltre a una ideologia, uno strumento di controllo sociale, un abito diffuso nella popolazione influenzò anche la politica demografica. Si cercò di favorire la natalità e, parallelamente, di migliorare la qualità dei nuovi nati. In questo senso venne creato, sotto Himmler, un Dipartimento apposito: l aborto venne vietato e la donna si vedeva privata di ogni effettivo diritto, salvo quello di essere moglie e madre. 6. L'ORGANIZZAZIONE DEL CONSENSO Anche in Germania, come in Italia, repressione e organizzazione del consenso andarono di pari passo. Nacquero già nel 34 i tribunali del popolo, deputati al giudizio di chi si oppone al nazismo. Chiunque fosse sospettato di poter essere un nemico del Reich venne rimosso dal proprio posto lavorativo e sostituito, mentre gli individui considerati davvero pericolosi vennero semplicemente eliminati. Nel 36 Himmler, già capo delle SS, subentrò a Goring come capo della GESTAPO, la polizia segreta, subordinandola alle SS stesse. Già nel 33 erano cominciate le deportazioni nei campi di concentramento. Fra gli altri, comunisti e, a vario titolo, non meno di un milione di tedeschi vi sarebbero stati imprigionati. Tutto ciò, naturalmente, senza contare i prigionieri ebrei. Ogni manifestazione culturale che potesse apparire come in opposizione al regime venne sistematicamente eliminata. Non a caso, moltissimi intellettuali abbandonarono la Germania, emigrando: fra questi possiamo ricordare i celebri (fra molti altri) Albert Einstein, Thomas Mann, Ernst Cassirer, Kurt Godel. Il 10 maggio del 1933, di fronte alla biblioteca di Berlino, i giovani nazionalsocialisti raccolsero e bruciarono in un immenso falò tutti quei libri frutto di autori antitedeschi. L eliminazione degli oppositori, di per sé, non era sufficiente. Lo spazio lasciato da questi libero doveva venir riempito e questo fu lo scopo di un apparato di organizzazione delle masse assai complesso ed articolato che faceva capo al ministero della propaganda e dell educazione del popolo tedesco (retto da Goebbels), creato nel 33. Venivano organizzate con cura grande manifestazioni di autoesaltazione del regime, ricche di elementi coreografici e di impatto. Fra i mezzi di comunicazione, anche in Germania la radio ebbe una grande diffusione e fu ampiamente utilizzata a scopi propagandistici. Anche al cinema e al teatro venne riservato un ruolo analogo. Proprio come accadde in Italia, anche in Germania la scuola e l università vennero asservite alle esigenze del regime. I programmi vennero opportunamente rivisti e una materia definita scienza razziale venne introdotta già a partire dal 33. Anche lo sport assunse una valenza nuova, proprio come accadde sotto il fascismo. 7

8 Fondamentali erano anche le organizzazioni giovanili: nel 1936 la Gioventù hitleriana assorbì in sé tutte le associazioni preesistenti, mentre le ragazze vennero inquadrate nella Unione ragazze tedesche. Centrale per l educazione dei ragazzi era il motivo razziale e la strutturazione gerarchica della società nazista, una gerarchia nella quale erano e dovevano essere il più forte, il più bello e il più virile a primeggiare. Hitler fece anche costruire delle scuole speciali, le quali avrebbero dovuto allevare una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita [ ]. Non voglio una educazione intellettuale. Il sapere rovina la gioventù [ ] i giovani devono imparare il senso del dominio. 8

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