D.M. 16 gennaio 2004 n 44. Alcune difficoltà interpretative ed applicative. Dott. Chim. Valter Ballantini Firenze, 10 marzo 2005
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1 D.M. 16 gennaio 2004 n 44 Alcune difficoltà interpretative ed applicative Dott. Chim. Valter Ballantini Firenze, 10 marzo 2005
2 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI qualsiasi composto organico che abbia a 293,15 K una pressione di vapore di 0,01 kpa o superiore, oppure abbia una volatilità corrispondente in particolari condizioni d'uso. Occorre fare una attenta valutazione perché non tutti i composti elencati nella tabella D del D.M. 12 luglio 1990 sono classificabili come C.O.V.
3 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI qualsiasi composto organico che abbia a 293,15 K una pressione di vapore di 0,01 kpa o superiore, oppure abbia una volatilità corrispondente in particolari condizioni d'uso. Nome del composto Stato fisico Pressione di vapore Formaldeide Gas - Stirene Liquido 0,7 kpa Acetone Liquido 24 kpa Anilina Liquido 40 Pa Pentano Liquido 54 kpa Dinitrobenzene Solido < 0,1 kpa Naftalene Solido 11 Pa Fenolo Solido 47 Pa
4 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI I dati relativi alla presenza di uno o più componenti volatili in un preparato si ricavano, di solito, dalla Scheda di Sicurezza. Deve però essere messo in evidenza che la disciplina in materia di etichettatura di preparati pericolosi prevede che debbano essere riportate solo quelle sostanze che superano una certa soglia variabile a seconda della loro pericolosità. Pertanto non tutte le sostanze classificate come COV saranno presenti in tale scheda.
5 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI I dati relativi alla presenza di uno o più componenti volatili in un preparato si ricavano, di solito, dalla Scheda di Sicurezza. Quando le sostanze sono presenti spesso le loro quantità sono indicate come un intervallo di concentrazione.
6 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI È una miscela
7 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI I dati relativi alla presenza di uno o più componenti volatili in un preparato si ricavano, di solito, dalla Scheda di Sicurezza. Altre volte sono presenti dei componenti non comuni e per i quali può essere difficile stabilire la loro appartenenza ai COV.
8 È organico. È volatile?
9 ?
10
11 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI Sarebbe opportuno che i produttori di preparati contenenti Composti Organici Volatili indicassero nelle Schede di Sicurezza (o in Schede tecniche) la percentuale di solvente presente. Questo valore è necessario per calcolare le emissioni totali autorizzate.
12 COMPOSTI ORGANICI VOLATILI I dati relativi alla presenza di uno o più componenti volatili in un preparato si ricavano, di solito, dalla Scheda di Sicurezza. Deve però essere messo in evidenza che la disciplina in materia di etichettatura di preparati pericolosi prevede che debbano essere riportate solo quelle sostanze che superano una certa soglia variabile a seconda della loro pericolosità. Pertanto non tutte le sostanze classificate come COV saranno presenti in tale scheda.
13 SOGLIA DI CONSUMO Per determinare l'applicazione della norma si devono determinare le soglie di consumo: il valore di consumo di solvente espresso in tonnellate/anno, riferito alle attività di cui all'allegato I, determinato in riferimento alla capacità nominale dell'impianto. Tale valore si determina in riferimento alle potenzialità della singola attività, come previsto a livello di progetto, e tenendo conto delle condizioni di esercizio normali.
14 SOGLIA DI CONSUMO È bene ricordare che con esercizio normale si intendono : tutti i periodi di funzionamento di un impianto o di un'attività, ad eccezione delle operazioni di avviamento, di arresto e di manutenzione delle attrezzature Impianto in avviamento Un impianto viene considerato in fase di avviamento quando viene gradualmente messo in servizio fino al superamento del minimo tecnico. Minimo tecnico Minimo tecnico È il carico minimo di processo compatibile con l'esercizio dell'impianto in condizione di regime. Il minimo tecnico viene dichiarato dall'esercente alle autorità competenti tramite la definizione dei parametri di impianto che lo caratterizzano.
15 SOGLIA DI CONSUMO È bene ricordare che con esercizio normale si intendono : tutti i periodi di funzionamento di un impianto o di un'attività, ad eccezione delle operazioni di avviamento, di arresto e di manutenzione delle attrezzature Impianto in fermata (o fase di arresto) Un impianto viene considerato in fermata quando viene (gradualmente) messo fuori servizio ed escluso dal ciclo produttivo [...] Inizia al di sotto del minimo tecnico. Minimo tecnico È il carico minimo di processo compatibile con l'esercizio dell'impianto in condizione di regime. Il minimo tecnico viene dichiarato dall'esercente alle autorità competenti tramite la definizione dei parametri di impianto che lo caratterizzano.
16 SOGLIA DI CONSUMO Per determinare l'applicazione della norma si devono determinare le soglie di consumo: il valore di consumo di solvente espresso in tonnellate/anno, riferito alle attività di cui all'allegato I, determinato in riferimento alla capacità nominale dell'impianto. Tale valore si determina in riferimento alle potenzialità della singola attività, come previsto a livello di progetto, e tenendo conto delle condizioni di esercizio normali.
17 CAPACITÀ NOMINALE La capacità nominale NON corrisponde alla quantità consumata!, ma la massa giornaliera massima teorica. La lettura restrittiva della norma (e che ci è stata presentata questa mattina dal dott. Chim. Romanelli) prevederebbe l'uso dell'impianto per 24 ore giornaliere, 330 giorni all'anno. La conseguenza di questa lettura sarebbe che pur ampliando di molto il numero delle aziende soggette al Decreto 44/2004, per determinare una modifica sostanziale si dovrebbero avere incrementi di consumo significativamente più alti.
18 CAPACITÀ NOMINALE La capacità nominale NON corrisponde alla quantità consumata!, ma la massa giornaliera massima teorica. La lettura realistica della norma (e quella proposta da varie associazioni di categoria e vari professionisti) prevederebbe l'uso dell'impianto per 8 ore al giorno, 220 giorni all'anno per gli impianti eserciti su turno unico (o comunque secondo i dati dell'autorizzazione). La conseguenza di questa lettura è che viene limitato il numero delle aziende soggette al Decreto 44/2004, e per determinare una modifica sostanziale bastano incrementi di consumo significativamente più bassi
19 MODIFICA SOSTANZIALE Per stabilire se una modifica debba essere considerata modifica sostanziale la norma fa riferimento alla capacità nominale Per i piccoli impianti è definita una modifica della c.n. che porta ad un incremento delle emissioni di C.O.V. superiore al 25%. Ad esempio in una stampa offset (attività 1 dell'allegato II) con consumo di 20 tonn/anno di solvente è ammesso un incremento fino a 25 tonn/anno senza necessità di richiedere una nuova autorizzazione.
20 MODIFICA SOSTANZIALE Per stabilire se una modifica debba essere considerata modifica sostanziale la norma fa riferimento alla capacità nominale Per i piccoli impianti è definita una modifica della c.n. che porta ad un incremento delle emissioni di C.O.V. superiore al 25%. In una attività di fabbricazione di preparati per rivestimenti, vernici, inchiostri ed adesivi (attività 17 dell'allegato II) con consumo di 833 tonn/anno di solvente è ammesso un incremento fino a 1000 tonn/anno senza necessità di richiedere una nuova autorizzazione.
21 VALORI LIMITE DI EMISSIONE Nella nuova normativa i limiti di concentrazione, per le emissioni canalizzate, espressi in mg di Carbonio per Nmc, sono: In base a cosa sono state scelte? In che rapporto stanno con i limiti del D.M. 12 luglio 1990?
22 VALORI LIMITE DI EMISSIONE Nome del composto Formula Peso molec. % C Limite (mg/nmc) Limite (mgc/nmc) Dicloroacetilene C 2 Cl 2 94,9 25,3 5 1,3 Metilacrilato C 4 H 6 O 2 86,1 55,8 5 2,8 Carbonio tetracloruro Ccl 4 153,8 7,8 20 1,6 Metil stirene C 9 H ,2 91, ,3 Solfuro di carbonio CS 2 76,1 15, ,7 Stirene C 8 H 8 104,1 92, ,5 Alcool i-propilico C 3 H 8 O 60,1 60, ,0 Toluene C 7 H 8 92,1 91, ,9 Etilacetato C 4 H 8 O 2 88,1 54, ,0 Cicloesano C 6 H 12 84,2 85, ,6
23 VALORI LIMITE DI EMISSIONE Per rapportare i nuovi limiti a quelli presenti nelle autorizzazioni degli impianti esistenti è necessario verificare come queste ultime siano state espresse. È infatti necessario provvedere ad elaborare un progetto di adeguamento nel caso in cui la concentrazione misurata sia superiore a quella indicata nel D.M. 44/2004. Se, come spesso è avvenuto, le concentrazioni sono state espresse in mg di SOV per Nmc occorrerà risalire alla composizione della miscela.
24 OBIETTIVO DELLA NORMA L'obiettivo della norma è quello della riduzione delle emissioni dei Composti Organici Volatili che partecipano alle reazioni atmosferiche fotochimiche. I mezzi per realizzare questo obiettivo sono legati al piano di riduzione dei consumi. La norma appare di troppo complicata applicazione rispetto all'obiettivo. Di questo si è già reso conto anche il legislatore europeo.
25 TRASFORMAZIONE DELLA NORMA: IL CASO DELLE AUTOCARROZZERIE Lo scorso 30 aprile 2004 è stata pubblicata la Direttiva 2004/92/CE che ha soppresso la parte dell'allegato I, sezione Finitura di veicoli, il rivestimento dei veicoli stradali o di parte degli stessi eseguito ai fini di riparazione, manutenzione e decorazione al di fuori degli stabilimenti di produzione. Il recepimento DEVE avvenire entro il 30 ottobre 2005.
26 TRASFORMAZIONE DELLA NORMA: IL CASO DELLE AUTOCARROZZERIE Come si realizza allora l'obiettivo di riduzione dei solventi? All'allegato 2 della direttiva 2004/42/CE indica il contenuto massimo di C.O.V. delle pitture e delle vernici. G Dal Dal Sottocategorie Tipo g/l g/l BA Primer BS K Pitture multicolori BA BS
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