Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano.

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1 REGIONE LIGURIA Dipartimento Salute e Servizi Sociali Settore Prevenzione, Sanità Pubblica e Fasce Deboli Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano. Linee di indirizzo comportamentali per l organizzazione dei controlli esterni (rev.2010) Elaborazione a cura di:

2 SOMMARIO PREMESSA RACCOLTA E ORGANIZZAZIONE DEI DATI... 4 Anagrafica e mappatura delle risorse idriche sfruttate a scopo potabile... 4 Anagrafica e mappatura degli acquedotti pubblici, impianti e reti di adduzione... 4 Anagrafica e mappatura dei punti di prelievo del controllo esterno Individuazione dei punti di prelievo dell acqua in rete di distribuzione RISORSE IDRICHE E IMPIANTI DI ADDUZIONE, ACCUMULO E POTABILIZZAZIONE: PROGRAMMAZIONE DEI CONTROLLI ESTERNI, CAMPAGNE DI CAMPIONAMENTO, DEFINIZIONE FASE PREANALITICA, PROFILI ANALITICI, FLUSSI INFORMATIVI, INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI RETI DI DISTRIBUZIONE: PROGRAMMAZIONE DEI CONTROLLI ESTERNI E CAMPAGNE DI CAMPIONAMENTO Criteri per il controllo di qualità Frequenza dei controlli RETI DI DISTRIBUZIONE: DEFINIZIONE FASE PREANALITICA RETI DI DISTRIBUZIONE: PROFILI ANALITICI PER PUNTO DI CONTROLLO Criteri Profili analitici Interpretazione dei risultati analitici RETI DI DISTRIBUZIONE: FLUSSI INFORMATIVI DELLE RISULTANZE ANALITICHE RETI DI DISTRIBUZIONE: GESTIONE CASI NON REGOLAMENTARI (SUPERAMENTO DEI VALORI LIMITE) A. Gestione di non conformità in caso di supero indicativo di presumibile rischio per la salute umana B. Gestione di non conformità in caso di supero non indicativo di presumibile assenza di rischio per la salute umana INFORMAZIONE AI CONSUMATORI ALLEGATO 1 METODI ANALITICI UTILIZZATI DAI PARAMETRI PREVISTI DAL DECRETO LEGISLATIVO 31/01 LABORATORI ARPAL PER LA RICERCA DEI 2

3 PREMESSA Nel corso dell anno 2010, fra Regione, ARPAL ed AASSLL è stato costituito un Gruppo di Lavoro * allo scopo di analizzare e individuare criteri e modalità omogenei per l applicazione del Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, procedendo ad una revisione, modifica ed implementazione del documento Traccia per l organizzazione dei controlli esterni del 15/10/2003, opportune dopo più di cinque anni di applicazione della norma. Il presente documento riprende ed aggiorna, in un ottica integrata, il precedente, già applicato nell ambito territoriale ligure durante questi anni. Sono stati delineati gli aspetti di reciproco coinvolgimento per la parte organizzativa e operativa individuando comuni criteri di applicazione per i controlli esterni. In particolare sono stati affrontati i seguenti argomenti: l integrazione tra attività di controllo analitico e ispettivo/valutativo l importanza delle conoscenze delle caratteristiche impiantistiche e/o gestionali l individuazione dei punti critici e del grado di affidabilità degli acquedotti la gestione degli esiti non conformi Nell ambito di una gestione integrata della risorsa idrica e con lo sviluppo delle conoscenze, in funzione della complessità del sistema in cui si opera, l esito delle attività del gruppo di lavoro ha consentito di predisporre le seguenti linee guida contenenti criteri per l organizzazione e la gestione del piano annuale dei controlli esterni; strumento che, allo stato attuale, rappresenta un contributo concreto allo sviluppo sostenibile ed al miglioramento della salute della popolazione. * Regione Liguria: Verardo Alberto ARS Liguria: Lamanna Sara ARPAL: Molina Marina; Belguardi Alessia ASL1: Iannello Giuseppe ASL2: Peluffo Mauro ASL3: Basso Cristina; Trebino Valter ASL4: Chiappara Gianmarco ASL5: Cardelli Riccardo 3

4 1. RACCOLTA E ORGANIZZAZIONE DEI DATI Anagrafica e mappatura delle risorse idriche sfruttate a scopo potabile Elemento essenziale per una corretta anagrafica è un posizionamento dei punti di prelievo, per acque superficiali e sotterranee (pozzi e sorgenti) da sottoporre a controllo, che garantisca la rappresentatività del campione. I punti di prelievo, inoltre, devono essere situati in posizioni che consentano un accesso rapido e sicuro per gli operatori ed essere sottoposti a regolare manutenzione. Per quanto riguarda la mappatura della captazione e dei punti di prelievo, ogni captazione/punto di prelievo relativi ad una fonte di approvvigionamento devono essere corredati di informazioni anagrafiche, per una corretta identificazione e una migliore localizzazione storica (la conoscenza della storia dei punti di prelievo è importante ai fini di una corretta attività di controllo). A tal fine i dati essenziali per ogni corpo idrico (fonte di approvvigionamento superficiale o sotterranea) sono: codice stazione, corpo idrico/bacino, comune (nome e codice Istat) e località ove è ubicata l opera di presa comune (nome e codice Istat) e località ove è ubicato il punto di prelievo (descrizione del punto) - acquedotto alimentato/rete - gestore acquedotto - tipo acqua (captata superficiale, captata sotterranea, tipo punto: pozzo/sorgente), classificazione (A1, A2, A3, suba3 per acque superficiali), data provvedimento di classificazione, frequenza controlli, ove possibile georeferenziazione, tipo trattamento effettuato, località servite. I codici che identificano il corpo idrico devono essere univoci. Queste informazioni organizzate possono essere utilizzate a supporto delle attività relative e potranno confluire nei sistemi informativi che sono in via di sviluppo sia a livello regionale che nazionale. Anagrafica e mappatura degli acquedotti pubblici, impianti e reti di adduzione Gli elaborati in carico al gestore dell acquedotto inerenti il censimento, la registrazione, l ubicazione su planimetria, devono essere in costante aggiornamento e comprendere: i dati sulla documentazione relativa ai processi autorizzativi e/o concessioni allo sfruttamento risorsa idrica, i dati della planimetria che illustri l ubicazione della risorsa idrica captata e le relative aree di salvaguardia, la stratigrafia della zona interessata, una relazione tecnica in merito a caratteristiche costruttive/cronologia di realizzazione dell impianto di acquedotto/distribuzione media annua e giornaliera/numero utenti serviti, le località servite, lo sviluppo della rete di adduzione e di distribuzione. Nel caso intervengano modifiche sostanziali che determinino variazioni nelle modalità di approvvigionamento e distribuzione, il gestore è tenuto a comunicarle con immediatezza a Regione, ATO *, AASSLL, ARPA deputati al controllo esterno, i quali effettuano le opportune valutazioni ai fini di eventuali modifiche dei criteri di controllo (per es. variazione dei punti di prelievo stabiliti, del profilo e delle frequenze applicate, etc.). Qualora la comunicazione delle suddette variazioni non pervenga con la dovuta * Questo riferimento all Autorità d Ambito Territoriale Ottimale e quelli che si troveranno successivamente nel testo si intendono salvo quanto previsto dalla Legge 26 marzo 2010 n 42 4

5 tempestività, l organo di vigilanza adotterà, a propria discrezione, i provvedimenti ritenuti necessari. E da sottolineare che sono soggetti al controllo esterno tutti gli acquedotti, sia pubblici che privati, che forniscono acqua a terzi. Anagrafica e mappatura dei punti di prelievo del controllo esterno Individuazione dei punti di prelievo dell acqua in rete di distribuzione L individuazione dei punti di prelievo da sottoporre al controllo esterno richiede una corretta identificazione del punto di prelievo appartenente a una rete di distribuzione, che approvvigiona una zona geograficamente definita considerabile uniforme, e riferibile ad un impianto di potabilizzazione (appartenente ad un acquedotto). Tale individuazione risulta essenziale per la gestione dei controlli, per l adozione di eventuali provvedimenti e per l elaborazione successiva dei dati. Un acquedotto può essere costituito e scomposto in: 1. reti non direttamente comunicanti e approvvigionate da fonti differenti; 2. reti direttamente comunicanti e approvvigionate da fonti differenti; 3. reti poste fra altre non direttamente comunicanti e quindi approvvigionate dalle fonti di entrambe. Un acquedotto può essere inoltre costituito e comprendere più tipologie di rete: 1+2; 1+2+3; 1+3. Mentre resta più frequente il caso costituito da una sola rete nel quale l acquedotto coincide con la rete. La zona di approvvigionamento uniforme, citata dal decreto, può essere identificata nella rete nei casi di: 1. acquedotto costituito da reti separate, facenti capo a singole fonti; 2. acquedotto costituito da un unica rete, alimentata da una singola fonte; 3. acquedotto costituito da un unica rete alimentata, tramite un sistema di adduzione, da una o più fonti. Per acquedotti alimentati da più fonti che immettono in rete in punti diversi di una stessa rete si può considerare l acquedotto costituito da un numero di zone di approvvigionamento pari al numero di linee di immissione più una rappresentativa dell acqua miscelata. Il controllo va effettuato in punti significativi dell acquedotto, vale a dire rappresentativi delle caratteristiche dell acqua nei diversi punti della rete/linee distributive nell arco dell anno. Il controllo va effettuato su punti che siano in grado di individuare possibili situazioni di rischio. Se è possibile dimostrare che la distribuzione non influenza negativamente la qualità dell acqua è possibile prelevare campioni solo alla fonte per determinati parametri. In caso di fonti di approvvigionamento sorgive, poste in località montana o pedemontana, che forniscono acquedotti minori, il controllo effettuato lungo la rete di distribuzione fornisce informazioni anche in merito alla fonte di approvvigionamento. 5

6 I parametri chimici non dovrebbero subire variazioni rilevanti rispetto al punto di immissione dell acqua nelle reti (ad eccezione del cloro residuo): per il loro controllo vanno bene i punti in rete di distribuzione anche prossimi alla sede dell impianto di trattamento o lungo linee principali. I parametri microbiologici possono subire modifiche lungo la distribuzione, per cui il relativo controllo va fatto su punti in rete prossimi all immissione e in rete terminale. Il numero dei punti scelti dipende dall estensione della rete/linea acquedottistica di distribuzione, caratteristiche di acquedotto, n. abitanti serviti: possono essere sufficienti solo controlli in rete terminale per gli acquedotti più piccoli con una breve rete (anche in considerazione di un bilancio delle risorse e possibilità di garantire adeguate frequenze di controllo). La scelta di dove posizionare i punti di prelievo si basa sulla mappatura degli acquedotti, pertanto i punti vanno localizzati secondo le caratteristiche dell acquedotto. La scelta tiene conto, anche, di un necessario bilancio fra numero dei punti e frequenza correlata: alla scelta di un minore numero di punti, posti a monte, dovrebbe corrispondere una maggiore frequenza dei controlli; ad un maggior numero di punti, posti a valle, può collegarsi una minore frequenza dei controlli. A titolo esemplificativo: per gli acquedotti caratterizzati da reti estese e grande-media distribuzione si possono considerare il punto significativo anche prossimo all immissione e il/i punto/i in rete terminale; per gli acquedotti caratterizzati da reti piccole e piccola distribuzione (sotto i 500 utenti) possono essere sufficienti i punti in rete terminale. La rete di distribuzione di un acquedotto va controllata con punto/i di prelievo costanti nel tempo, infatti la storicizzazione dei controlli (serie storiche di dati) è un elemento estremamente importante che può essere utile per quanto riguarda i comportamenti di gestione del dato non regolamentare. Occorre utilizzare punti di prelievo, predisposti ad hoc, di facile accesso, facilmente disinfettabili, rappresentativi, quali rubinetti allestiti appositamente con idonee cassette, univocamente individuati ed in attesa di poter disporre di tali punti, si può ricorrere a fontanelle pubbliche. E necessario situare i punti in tratte di proprietà o sotto il controllo del gestore dell acquedotto e non ubicarli in edifici privati. I controlli in stadi a valle del punto di consegna possono configurare tre situazioni che non prevedono controlli programmati con sistematicità nell ambito della sorveglianza routinaria (vale a dire secondo frequenza del D.Lgs. 31/01), bensì effettuati per situazioni puntuali (su segnalazioni, esposti, richieste, emergenze). Tali situazioni sono caratterizzate da differenti gradi di responsabilità: controlli in edifici, appartenenti alla pubblica amministrazione, che ospitano strutture in cui l acqua è fornita al pubblico, quali scuole, ospedali. In questo tipo di situazione si configura la responsabilità del titolare della struttura. 6

7 controlli in pubblici servizi (es. ristoranti, bar ). In questo caso si configura la responsabilità del gestore del servizio. controlli in edifici privati. Eventuali istanze di accertamenti a carattere privatistico sono a carico del richiedente. In questo caso si configura una responsabilità individuale. Nel caso in cui si esegua un controllo a valle del punto di consegna va effettuato contestualmente il controllo su un punto rappresentativo del punto di consegna. Per quanto riguarda la mappatura dei punti di prelievo ogni punto di prelievo, appartenente ad una rete di distribuzione/linea di un acquedotto, va corredato di informazioni anagrafiche, per una corretta identificazione ed una migliore localizzazione storica. A tal fine i dati essenziali per i punti di prelievo sono: codice stazione, acquedotto controllato/rete - gestore - località prelievo (descrizione punto), tipo acqua (rete di distribuzione), comune (nome e codice Istat), località servita, n. abitanti serviti, volume acqua distribuita, tipo trattamento, provenienza/influenza da acque superficiali, tipo controllo, frequenza controllo, informazioni su fonti di approvvigionamento, utilizzo stagionale, fluttuazione abitanti, georeferenziazione, caratteristiche rete distribuzione. Inoltre è opportuno corredare le informazioni con eventuale materiale fotografico. I codici che identificano il punto di prelievo devono essere univoci; in caso di cambiamento sostanziale del punto di prelievo è necessario procedere a nuova codifica. Queste informazioni organizzate possono essere utilizzate a supporto delle attività relative e potranno confluire sui sistemi informativi che sono in via di sviluppo sia a livello regionale che nazionale. La caratterizzazione di acquedotti e punti di controllo (completa di tutte le informazioni correlate: anagrafica + profilo analitico) funziona da base per stesura di schede utilizzabili sul campo, per l aggiornamento del sistema informativo e per la storicizzazione del dato. Di seguito viene riportato un possibile modello per l anagrafica del punto rete e per la definizione del profilo analitico che lo caratterizza. 7

8 Tabella 1 CONTROLLO ACQUA IN RETE PUNTO DI PRELIEVO Parametro Comune/Codice Comune AASSLL/Codice AASSLL Latitudine Y Gauss Boaga Longitudine X Gauss Boaga Descrizione località prelievo Tipo acqua* Nome acquedotto Gestore - Tipo gestione* n abitanti serviti* n massimo di abitanti serviti per fluttuazione stagionale* Volume erogato acquedotto medio min max (mc/die) Periodo di utilizzo dell'acquedotto Caratteristiche della rete* Località servite dall'acquedotto Tipo di trattamento* Tipo di disinfezione Utilizzo di cloramina nel trattamento (sì/no) Utilizzo di alluminio nel trattamento (sì/no) Utilizzo di ferro nel trattamento (sì/no) Proven./influenza acque superficiali (sì/no) Fonti di approvvigionamento NOTE (punto di nuovo utilizzo, etc ) Controllo di routine - Freq. annua Controllo di verifica/allargato - Freq. annua 8

9 LEGENDA PER ALCUNE VOCI (*) CONTENUTE NELLA TABELLA 1 Tipo acqua Tipo gestione N abitanti serviti N massimo di abitanti serviti per fluttuazione stagionale Caratteristiche della rete Tipo di trattamento L acqua potrà essere definita come: acqua della rete di adduzione, acqua della rete di distribuzione, acqua captata superficiale, acqua captata sotterranea. Si intendono le diverse forme di gestione dell acquedotto che potranno essere: gestione pubblica, gestione unica in affidamento temporaneo, gestione salvaguardata, gestione privata. Si considera il numero di abitanti dichiarati come effettivamente serviti dall acquedotto, non sempre coincidente con il numero di abitanti residenti. Questo campo verrà compilato solo nei casi nei quali in alcuni periodi si verifichino fluttuazioni significative della popolazione servita. Il campo viene compilato con le tipologie di materiale utilizzato per la realizzazione delle reti di captazione, adduzione e distribuzione dell acqua. Si intende la serie di processi utilizzati per la potabilizzazione dell acqua. Identificativo delle tipologie di controlli e di parametro relativo alla successiva Tabella 2. R Parametri effettuati in controllo di routine A Parametri microbiologici D.Lgs.31 Tabella A All.1 V Parametri effettuati in controllo di verifica B Parametri chimici D.Lgs.31 Tabella B All.1 All Parametri effettuati in controllo allargato 1 C Parametri indicatori D.Lgs.31 Tabella C All.1 X Parametri supplementari Rx Parametri di radioattività D.Lgs.31 All.1 Reg Parametri effettuati su giudizio regionale Acc Parametri accessori D.Lgs.31 All.1 1 Il profilo analitico allargato, non previsto espressamente dal decreto 31/01, è un particolare controllo di verifica che viene effettuato secondo le specifiche necessità territoriali e che comprende parametri indicatori e parametri chimici mirati (es. trialometani, piombo). 9

10 Tabella 2 Parametro Tipo controllo Decreto Legislativo 31/01 Tab. All. 1 Parametro Tipo controllo Ammonio R/V/All C Epicloridrina V B Conduttività R/V/All C Fluoruro V B Concentrazione ioni idrogeno R/V/All C Idrocarburi policiclici aromatici V B Batteri coliformi a 37 C R/V/All C Manganese V/All C Escherichia coli R/V/All A Mercurio V B Colore, Odore, Sapore R/V/All C Nichel V B Torbidità R/V/All C Nitrato (comeno3) V/All B Disinfettante residuo R/V/All C Ossidabilità V/All C Alluminio V/All C Piombo V/All B Ferro V/All C Rame V B Nitrito (come NO2) V B Residuo secco V/All C Clostridium perfringens R/V C Selenio V B 1,2 dicloroetano V B Sodio V/All C Acrilammide V B Solfato V/All C Antimonio V B Tetracloroetilene + Tricloroetilene V B Antiparassitari V B Trialometani - Totale V/All B Antiparassitari - totale V B Vanadio V B Arsenico V B Conteggio colonie su agar a 22 C VAll C Benzene V B Enterococchi V A Benzo(a)pirene V B Dose totale indicativa Reg Rx Boro V B Trizio Reg Rx Bromato V B Batteriofagi anti-e.coli X Acc Cadmio V B Enterobatteri patogeni X Acc Carbonio organico totale (TOC) V C Stafilococchi patogeni X Acc Cianuro V B Alghe X Acc Clorito V/All B Nematodi a vita libera X Acc Cloruro V/All C Enterovirus X Acc Cloruro di vinile V B Funghi X Acc Cromo V B Protozoi X Acc Durezza V/All C Pseudomonas aeruginosa X Acc Tab. All. 1 10

11 2. RISORSE IDRICHE E IMPIANTI DI ADDUZIONE, ACCUMULO E POTABILIZZAZIONE: PROGRAMMAZIONE DEI CONTROLLI ESTERNI, CAMPAGNE DI CAMPIONAMENTO, DEFINIZIONE FASE PREANALITICA, PROFILI ANALITICI, FLUSSI INFORMATIVI, INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI Le norme di riferimento sono: il D.M. del 26 marzo 1991 (norme tecniche di prima attuazione del DPR 236/88, attualmente abrogato, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano) il D.Lgs. 152/2006 (per quanto riguarda il controllo degli approvvigionamenti superficiali usati a scopo potabile e loro classificazione ai sensi dell Allegato 2 Tabella A e per quanto attiene la disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano ex art.94) il D.Lgs. 30/09 (controllo dell approvvigionamento sotterraneo ai fini di qualità ambientale) Nei testi citati si descrivono le regole per le attività di controllo: modalità tecniche, tipologia di controllo ed indagini analitiche, flussi informativi, criteri per giudizio di qualità e idoneità d uso dell acqua. In particolare per le analisi da effettuare prima di utilizzare a scopo potabile un acqua dolce di origine sotterranea, quali indagini preliminari su acque di nuova utilizzazione, il riferimento ai parametri previsti è il D.Lgs. 31/01. I principi riferiti nelle norme attinenti non vengono approfonditi in questo contesto. 3. RETI DI DISTRIBUZIONE: PROGRAMMAZIONE DEI CONTROLLI ESTERNI E CAMPAGNE DI CAMPIONAMENTO Criteri per il controllo di qualità Secondo la finalità del Decreto Legislativo 31/01 il controllo di qualità è volto a garantire la salubrità e la pulizia delle acque destinate al consumo umano. La programmazione si avvale delle risultanze degli esami ispettivi svolti, dell andamento storico delle indagini analitiche effettuate, delle valutazioni legate alla concreta realtà locale e di una buona conoscenza delle caratteristiche dell acquedotto e del territorio. Nella strutturazione dei controlli si deve privilegiare il controllo più frequente dei parametri più significativi nei punti più significativi, piuttosto che il controllo meno frequente di un maggior numero di parametri in tutti i punti di prelievo. Occorre mantenere costante la periodicità del campionamento salvo il caso in cui vi siano motivi per maggiori controlli in un determinato periodo dell anno. La frequenza minima dei controlli indicata potrà essere variata in diminuzione (se esistono i presupposti) o in aumento, laddove se ne manifesti la necessità. La variazione in aumento o diminuzione delle frequenze di controllo va riferita al singolo parametro e/o al singolo punto di controllo (non al modello analitico e non all insieme dei punti di controllo). 11

12 Per i criteri di riduzione della frequenza dei controlli si fa riferimento alle indicazioni della nota 4 alla tabella B1 dell allegato II del D. Lgs. 31/01, ovvero Per i differenti parametri di cui all allegato 1 l Azienda unità sanitaria locale può ridurre il numero dei campioni indicato nella tabella se: a) i valori dei risultati dei campioni prelevati in un periodo di almeno due anni consecutivi sono costanti e significativamente migliori dei limiti previsti dall allegato 1 e b) non esiste alcun fattore capace di diminuire la qualità dell acqua. La verifica delle caratteristiche qualitative dell acqua erogata viene effettuata anche sulle risultanze dei controlli interni e tale verifica è indice dell affidabilità della gestione dell acquedotto. Per acquedotti che approvvigionano zone soggette a fluttuazioni consistenti di utenti occorre modulare la frequenza dei controlli. A titolo esemplificativo: un controllo aggiuntivo nei tre mesi estivi, periodo di massima affluenza, rispetto a quelli da programma secondo i residenti (es. 2 controlli su 3 mesi). Frequenza dei controlli Si progetta annualmente il piano di frequenza dei controlli, che viene rivisitato e se necessario riprogrammato per gli anni successivi, sulla scorta dei controlli dell anno/i precedente/i. Il piano di frequenza annuale dei controlli (campionamenti) viene stabilito in base al volume d acqua distribuito o prodotto dall acquedotto in una zona di approvvigionamento (vedi criteri di individuazione della zona di approvvigionamento al punto1 C); in alternativa si fa ricorso alla popolazione servita, secondo la disponibilità del dato. Si possono prevedere frequenze di controllo maggiori, rispetto a quelle minime, per particolari situazioni di rischio, locali o temporali. Le frequenze minime annue di campionamento da garantire (per quei volumi d acqua non espressamente individuati in tabella B1) sono individuate in almeno due controlli, di cui uno routinario ed uno di verifica. La periodicità del campionamento nell arco dell anno va mantenuta costante, ad eccezione di particolari circostanze (es. fluttuazioni stagionali, situazioni a rischio). A titolo esemplificativo. La frequenza minima annuale dei controlli per gli acquedotti minori, vale a dire quelli che servono meno di 100 mc al giorno (meno di 500 abitanti serviti), non prevista espressamente dalla norma, potrebbe essere fissata ad almeno uno/due routinari ed una verifica completa (che può essere ridotta ad anni alterni) per un totale di 2/3 campioni all anno. Potrebbe essere opportuno dividere in fasce di popolazione servita come di seguito: per acquedotti che servono da 101 a 500 utenti: almeno 3 campioni all anno in totale (2 routinari+1 verifica completa o ridotta) per acquedotti che servono 100 utenti 2 campioni all anno in totale (1 routinario +1 verifica completa o ridotta) 12

13 4. RETI DI DISTRIBUZIONE: DEFINIZIONE FASE PREANALITICA Il campionamento costituisce una tappa fondamentale, strettamente connessa alle determinazioni analitiche, delle fasi preanalitiche che concorrono a determinare l esito analitico finale. Occorre attenersi scrupolosamente alle modalità di prelievo, conservazione e trasporto dei campioni definite nel D.M. 26 marzo 1991, integrate da indicazioni fornite dai laboratori (istruzioni operative correlate contenenti volumi di campione necessari per controllo di routine e controllo di verifica, contenitori per campionamento, condizioni di trasporto - temperature, tempi di trasporto e altre). Durante la fase di prelievo dei campioni, per le analisi sia microbiologiche che chimiche, occorre evitare ogni possibile contaminazione accidentale. Tutti i campioni prelevati devono essere etichettati in modo chiaro con tutte le indicazioni necessarie alla loro identificazione. Le stesse indicazioni andranno riportate sul verbale di accompagnamento del campione al laboratorio. Contenuti indispensabili del verbale di prelievo: - codice punto - eventuale descrizione punto - eventuale nome acquedotto - sigla e/o n. registro del prelevatore - tipo controllo (sigla profilo analitico) - disinfettante residuo: (segnare il valore in x,x mg/l) - colore: (segnare accettabile/non accettabile per i consumatori) - odore: (segnare accettabile/non accettabile per i consumatori) - sapore: (segnare accettabile/non accettabile per i consumatori) - torbidità: (segnare accettabile/non accettabile per i consumatori) - campo note (per eventuali considerazioni sulla qualità dell acqua) - tipo campione (programmato, ripetitivo, ufficiale) - orario di prelievo Eventuale parametro aggiuntivo: - temperatura acqua Il giudizio di accettabilità o non accettabilità per i consumatori relativo ai parametri colore, odore, sapore e torbidità si riferisce alla mancanza o presenza di segnalazioni negative da parte dell utenza, e/o ad una valutazione del prelevatore di uno o più dei parametri sopraindicati e non si riferisce ad un controllo analitico vero e proprio effettuato in situ. Solo in caso di segnalazione di segnalazione di non accettabilità di uno di tali parametri si deve procedere all'esecuzione del relativo esame in laboratorio. 13

14 Gli attributi di programmato e ripetitivo definiscono la tipologia del campione. Il campione programmato è un campione prelevato nell ambito della frequenza di campionamento prevista per quel punto; il campione ripetitivo viene effettuato per necessità di controllo successivo a superi di valori parametrici; i campioni ripetitivi costituiscono i campioni effettuati nell ambito degli accertamenti necessari per l espletamento delle procedure di garanzia dei diritti alla difesa. Ove venga effettuato un campionamento con procedura di garanzia dei diritti alla difesa, la comunicazione al Gestore della facoltà di assistere all esecuzione delle analisi è a cura di AASSLL secondo le procedure vigenti presso le singole AASSLL. L orario usuale di apertura dei campioni viene individuato da ARPAL, in accordo alla propria organizzazione e secondo le norme tecniche appropriate, che ne garantisce il rispetto. 5. RETI DI DISTRIBUZIONE: PROFILI ANALITICI PER PUNTO DI CONTROLLO Criteri I controlli esterni su punti alle reti di distribuzione vengono effettuati secondo parametri microbiologici, parametri chimici e parametri indicatori (organolettici e gestionali). Possono essere valutati parametri accessori (di cui all avvertenza dell allegato 1 del D.Lgs. 31/01) ed altri parametri, qualora vi sia motivo di sospettarne la presenza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute. Per i parametri sono previsti valori limite. I valori di parametro devono essere rispettati nel punto di consegna ovvero, ove sconsigliabile per difficoltà tecniche o pericolo di inquinamento del campione, in un punto prossimo della rete di distribuzione rappresentativo e nel punto in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano. Si considera che il gestore dell acquedotto abbia adempiuto agli obblighi quando i valori di parametro sono rispettati nel punto di consegna. La responsabilità che la rispondenza ai valori di parametro venga mantenuta oltre il punto di consegna ricade: - sull amministratore condominiale negli edifici di civile abitazione per quanto concerne le parti condominiali di responsabilità collettiva fino al contatore delle singole utenze - sull utente privato per quanto concerne i valori al punto in cui l acqua fuoriesce dal rubinetto domestico (punto d uso) di un appartamento, studio medico etc. inseriti in un edificio di civile abitazione - sull utente titolare di una struttura che fornisce acqua a terzi (servizi di collettività) per quanto concerne i valori al punto d uso; in particolare, vi è un preciso obbligo di intervento da parte dell ente, società o privato titolari o gestori dell edificio per quegli edifici che ospitano strutture in cui l acqua è fornita a terzi. 14

15 Il Gestore dell acquedotto deve mettere in atto misure appropriate per ridurre o eliminare il rischio che le acque al rubinetto dell utente domestico risultino non conformi ai valori di parametro: modificare la natura e le caratteristiche delle acque prima della fornitura (es. correzione della corrosività), fornire consulenza ai proprietari degli edifici, offrire informazioni ai consumatori interessati, consigliare provvedimenti correttivi supplementari (es. trattamenti al punto d uso). Per quanto riguarda i controlli interni effettuati dai gestori, i metodi di analisi della qualità delle acque devono essere tali da garantire risultati affidabili e comparabili, con caratteristiche di prestazione come espressamente quantificate dalla norma. Sarebbe opportuno pervenire all utilizzo degli stessi metodi analitici sia per il controllo interno che per il controllo esterno, in modo da garantire la confrontabilità del dato. Si riporta l allegato 1 Metodi analitici utilizzati dai laboratori ARPAL per la ricerca dei parametri previsti dal decreto legislativo 31/01. Tale tabulato con i parametri effettuati dai laboratori ARPAL ai sensi del D.Lgs.31/01 e le relative metodiche analitiche utilizzate, costituisce una fotografia dell attuale realtà (dati al dicembre 2009) ovviamente suscettibile di variazioni ed aggiornamenti nel corso del tempo. I profili analitici possono essere differenziati in base a: localizzazione del punto di prelievo (immissione o rete distributiva) caratteristiche della zona (agricola, industriale, urbana, ambiente naturale, alpina, pianura ) provenienza dell acqua (superficiale o sotterranea) destinazione (trattamento subito, caratteristiche della rete, utenze servite, contenitori) La definizione dei profili analitici dei controlli di routine e di verifica deve perseguire il criterio delle analisi giuste al posto giusto; dal punto di vista dei profili analitici la normativa evidenzia espressamente di tenere conto di: 1. tipo trattamento di disinfezione utilizzato (se si usa clorammina si devono ricercare i nitriti anche in c. routine, oltrechè in c. di verifica,) 2. tipo di trattamento fisico utilizzato (se si usa Alluminio come flocculante si deve ricercare Alluminio anche in c. routine oltrechè in c. di verifica; se si usa Ferro come flocculante si deve ricercare Ferro anche in c. routine oltrechè in c. di verifica) 3. se le acque provengono o sono influenzate da acque superficiali occorre ricercare il Clostridium perfringens in c. routine oltrechè in c. verifica 4. per approvvigionamenti d acqua superiori a metri cubi al giorno è necessario misurare il TOC (l ossidabilità viene misurata solo per approvvigionamenti inferiori a metri cubi al giorno) 5. residui di prodotti fitosanitari 6. tipo di disinfezione (biossido di cloro, ipoclorito, ozono, UV) Nella definizione dei profili analitici bisogna tenere conto delle caratteristiche dell acqua, del trattamento, delle modificazioni subite durante il trasporto in rete. 15

16 In relazione al trattamento utilizzato può essere necessario ricercare a. bromati b. cloriti c. trialometani In relazione alle caratteristiche costitutive della rete può essere necessario ricercare d. benzoapirene e. epicloridrina (parametro attualmente non fattibile tecnicamente dai laboratori ARPAL) f. cloruro di vinile g. acrilammide (parametro attualmente non fattibile tecnicamente dai laboratori ARPAL) I parametri indicatori elencati nell'all. 1 parte C vengono considerati per una valutazione complessiva del giudizio (trend della concentrazione e assenza di variazioni anomale nel tempo). Ai fini del giudizio, consentono una interpretazione discrezionale, fondata su una valutazione di merito circa un effettivo rischio igienico-sanitario. La loro presenza in quantità superiore al limite di parametro richiede la ricerca di strategie per il miglioramento della qualità dell acqua ed una crescente attenzione in rapporto all'entità del superamento. A scopo esemplificativo si riporta di seguito una scheda contenente, in modo sintetico, la possibile fonte di contaminazione per parametri e il loro significato in qualità di indicatori, di cui è previsto il controllo. 16

17 Tabella 3 Sorgente prevalente di contaminazione dell acqua/indicatore Parametro Acrilammide Cloriti Cloruro di vinile Trialometani Bromato Epicloridrina Benzoapirene Trattamento/Materiali rete (tubature, serbatoi ) X (chiariflocculazione) X (da biossido di cloro) X (da tubazioni e contenitori in PVC) X (sottoprodotti disinfezione, da clorogas e ipocloriti in particolare) X (da ozonizzazione) X (chiariflocculazione, cessione come monomero di resine epossidiche) X (condutture) Scarichi industriali, uso agricolo X (alimenti, cosmetici) X Ambiente naturale Cadmio X (tubature) X X Cromo X X Rame X (tubature) X Antimonio Arsenico X prevalentemente X Piombo X (tubature) Boro X prevalentemente X Mercurio X X Nichel X X X Selenio X X Alluminio X (flocculante) X Vanadio X X Benzene X X Cianuro 1,2 dicloroetano X Fluoruro X X Nitrati X X Nitriti X X Antiparassitari X X X 17

18 Idrocarburi Policiclici Aromatici Ammonio Sorgente prevalente di contaminazione dell acqua/indicatore Parametro Tetracloroetilene, tricloroetilene Trattamento/Materiali rete (tubature, serbatoi ) Scarichi industriali, uso agricolo X X X Ambiente naturale Cloruro X X Ferro X (flocculante) X Manganese X (condutture) X Ossidabilità X X Solfato Sodio TOC X X ph X X Odore,colore,sapore X X X Torbidità X X X X X Escherichia coli Enterococchi Coliformi a 37 C Carica batterica a 22 C Clostridium perfringens X (per verifica efficienza del trattamento) X (per verifica efficienza del trattamento) X (per verifica efficienza del trattamento) X (indicatore di fecalizzazione) X (indicatore di fecalizzazione) X X X 18

19 Acque influenzate da acque superficiali possono considerarsi quelle in cui: le zone di approvvigionamento dell acquedotto vengono alimentate da una o più fonti di approvvigionamento idrico superficiale; le zone di approvvigionamento dell acquedotto vengono alimentate da una o più fonti di approvvigionamento idrico misto (profonde + superficiali); le zone di approvvigionamento dell acquedotto vengono alimentate da una o più fonti di approvvigionamento da falda freatica (la falda detta freatica o libera, in quanto falda limitata solo inferiormente da terreni impermeabili e che può ricevere apporti laterali e dalla superficie; è individuabile come zona vulnerabile ai sensi del D.Lgs.152/06 Allegato 7 parte AII). La frequenza minima dei controlli, intesa per il singolo parametro e per singolo punto di prelievo, potrà essere variata in diminuzione (su valutazione di serie storiche), e in aumento, per eventuali necessità. Per particolari parametri chimici, quando si ritiene che i parametri siano stabili e compresi entro i limiti previsti dal D.Lgs. 31/01, e non siano modificabili negativamente in fase di distribuzione, i controlli effettuati sulle fonti di approvvigionamento possono essere utilizzati ai fini del D. Lgs. 31/01. (es. i controlli per il D.Lgs. 152/06 su acque superficiali possono valere ai fini del DLgs 31/01), riducendo il numero di parametri da esaminare durante i controlli sui punti rete. Per quanto riguarda la ricerca degli enterovirus, in considerazione degli studi scientifici esistenti, della mancanza di metodiche analitiche standardizzate, della mancanza di un indicatore fra i virus, dei tempi analitici occorrenti si ritiene che tale ricerca debba essere riservata per riscontri epidemiologici e focalizzata alla ricerca di un determinato virus (visto il grande numero di particelle ricomprese fra gli enterovirus). Per quanto concerne la frequenza del controllo della radioattività (Trizio e Dose totale indicativa) la Regione può non fare effettuare controlli sull acqua potabile quando sia accertato che sulla base di altri controlli i livelli del trizio o della dose totale indicativa sono ben al di sotto del valore di parametro (D.Lgs. 31/01 Allegato 1 Nota 10 della parte C). A garanzia di questo aspetto viene effettuata da ARPAL la ricerca sistematica di alcuni radioisotopi (Cobalto-60, Cesio-134, Cesio-137, Iodio-131, Potassio-40, Manganese-54) sulle acque degli acquedotti della Liguria. Profili analitici Tutti gli esami di laboratorio vanno eseguiti con la frequenza dovuta e nel rispetto del programma di campionamento: I profili analitici vanno predisposti tenendo conto dei criteri per il controllo della qualità dell acqua illustrati al paragrafo 3 del presente documento (vedi pag.15) e possono essere relativi a tre tipologie di controllo: o controllo di routine comprende per tutti i punti di prelievo parametri organolettici (colore, odore, sapore, torbidità di cui si è già detto alle pagine 19-20), parametri microbiologici (E. coli, Batteri coliformi a 37 C) parametri chimici e fisici (ammonio, conduttività, ph) 19

20 parametri aggiuntivi come alluminio e ferro (se usati come flocculanti), nitriti (se usata cloramina come disinfettante), Clostridium perfringens (se le acque provengono o sono influenzate da acque superficiali), disinfettante residuo (se impiegato), eventuali parametri a rischio o controllo di verifica (finalizzato a integrare le informazioni fornite dal controllo di routine) comprende per tutti i punti di prelievo tutti i parametri indicati dal decreto, su cui è possibile adottare modifiche in base alla tipologia della situazione: tutti parametri previsti per il controllo di routine (è possibile escludere i parametri collegati a specifici trattamenti) tutti gli altri parametri previsti nelle tabelle parte A, B, C dell Allegato I del D.Lgs.31/01 con eventuale sottrazione di quei parametri per cui non ne sussista l opportunità ed/od eventuale aggiunta di sostanze o microrganismi, per cui non sono fissati valori di parametro, ma per cui si ritiene possibile la presenza e che possano costituire pericolo per la salute. o controllo allargato utilizzato in sostituzione del controllo di verifica per i punti appartenenti agli acquedotti minori, vale a dire che forniscono o producono meno di 100 mc al giorno, per cui non è espressamente prevista una frequenza dei controlli, comprende: tutti parametri previsti per il controllo di routine (come sopra descritto, è possibile escludere i parametri collegati a specifici trattamenti) altri parametri previsti nelle tabelle parte A, B, C dell Allegato I del D.Lgs.31/01 per cui sussista l opportunità A titolo esemplificativo: o controllo di routine come da norma (profilo base + focalizzazione) per tutti i punti o controllo di verifica (come da norma con specifica focalizzazione dei parametri per tutti i punti o controllo allargato in sostituzione di controllo di verifica (indicatori del controllo di verifica + durezza + eventuale parametro/i significativo/i) per punti di acquedotti minori Il risultato analitico, ai fini dell espressione del dato, deve essere ricondotto alle stesse cifre significative previste dai valori di parametro indicati dal D.Lgs. 31/01, indipendentemente dalla sensibilità della tecnica analitica utilizzata. Si riportano una serie di profili analitici, di routine - verifica - allargato, comprendenti varie combinazioni di parametri, derivati dalla flessibilità analitica fornita dalla normativa; altri possibili profili sono ipotizzabili sulla base dei dati storici e sulla conoscenza della realtà territoriale (fattori antropici e naturali). 20

21 POSSIBILI PROFILI ANALITICI SECONDO IL DECRETO 31/01 PER IL CONTROLLO DI VERIFICA VERIFICA (comprendente tutti i parametri previsti dal decreto) 01: POT-VERIFICA toc 02: POT-VERIFICA ox 1,2 dicloroetano Acrilammide Attualmente non effettuab. da Arpal Alluminio Ammonio Antimonio Arsenico Benzene Benzo(a)pirene Boro Cadmio Carbonio organico totale (TOC)/Ossidabilità Cianuro Cloruro Cloruro di vinile Clostridium perfringens (spore comprese) Conteggio delle colonie su agar a 22 C Cromo Durezza Enterococchi Epicloridrina Attualmente non effettuab. da Arpal Ferro Fluoruro Idrocarburi policiclici aromatici Manganese Mercurio Nichel Nitrato (come NO3) Nitrito (come NO2) Piombo Rame Residuo secco Selenio Sodio Solfato Tetracloroetilene + Tricloroetilene Vanadio Antiparassitari Antiparassitari - totale Bromato Clorito Trialometani - Totale Cloruro di Vinile 02bis: POT-VERIFICA VC 21

22 ALTRI TIPI DI VERIFICA (senza Cloruro di vinile) VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari totale VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari - totale Bromato VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari - totale Clorito VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari - totale Trialometani - Totale VERIFICA MENO Bromato VERIFICA MENO Clorito VERIFICA MENO Trialometani - Totale VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari - totale Bromato Clorito Trialometani - Totale VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari - totale Clorito Trialometani - Totale 03: POT-VERIFICA toc - PF 04: POT-VERIFICA ox - PF 05: POT-VERIFICA toc PF BrO 3 06: POT-VERIFICA ox PF BrO 3 07: POT-VERIFICA toc PF ClO 2 08: POT-VERIFICA ox PF ClO 2 09: POT-VERIFICA toc PF THM 10: POT-VERIFICA ox PF THM 11: POT-VERIFICA toc BrO 3 12: POT-VERIFICA ox BrO 3 13: POT-VERIFICA toc ClO 2 14: POT-VERIFICA ox ClO 2 15: POT-VERIFICA toc THM 16: POT-VERIFICA ox THM 17: POT-VERIFICA toc PF BrO 3 ClO 2 THM 18: POT-VERIFICA ox PF BrO 3 ClO 2 THM 19: POT-VERIFICA toc PF ClO 2 THM 20: POT-VERIFICA ox PF ClO 2 THM 22

23 VERIFICA MENO Antiparassitari Antiparassitari - totale Bromato Clorito VERIFICA MENO Bromato 21: POT-VERIFICA toc PF BrO 3 ClO 2 22: POT-VERIFICA ox PF BrO 3 ClO 2 23: POT-VERIFICA toc BrO 3 ClO 2 24: POT-VERIFICA ox BrO 3 ClO 2 Clorito VERIFICA MENO Bromato Trialometani - Totale VERIFICA MENO Bromato Clorito Trialometani - Totale 25: POT-VERIFICA toc BrO 3 THM 26: POT-VERIFICA ox BrO 3 THM 27: POT-VERIFICA toc BrO 3 ClO 2 THM 28: POT-VERIFICA ox BrO 3 ClO 2 THM 23

24 POSSIBILI PROFILI ANALITICI SECONDO IL DECRETO 31/01 PER IL CONTROLLO DI ROUTINE ROUTINE (comprende tutti i parametri che possono essere previsti per questo tipo di controllo) Ammonio Batteri coliformi a 37 C Colore Concentrazione ioni idrogeno Conduttività Disinfettante residuo (se impiegato) Escherichia coli Odore Sapore Torbidità Alluminio Clostridium perfringens (spore comprese) Ferro Nitrito (come NO2) 47: POT-ROUTINE R BASE (comprende i parametri strettamente previsti per questo tipo di controllo) Ammonio Batteri coliformi a 37 C Colore Concentrazione ioni idrogeno Conduttività Disinfettante residuo (se impiegato) Escherichia coli Odore Sapore Torbidità R base più Alluminio R base più Clostridium perfringens (spore comprese) 29: POT-R base 30: POT- R base + Al 31: POT - R base + Clostr. 24

25 R base più Ferro R base più Nitrito (come NO2) R base più Alluminio Clostridium perfringens (spore comprese) R base più Clostridium perfringens (spore comprese) Ferro R base più Alluminio Nitrito (come NO2) R base più Ferro Nitrito (come NO2) R base più Alluminio Clostridium perfringens (spore comprese) Nitrito (come NO2) R base più Clostridium perfringens (spore comprese) Ferro Nitrito (come NO2) 32: POT - R base + Fe 33: POT - R base + NO 2 34: POT- R base + Al Clostr. 35: POT- R base + Clostr. Fe 36: POT- R base + Al NO 2 37: POT- R base + Fe NO 2 38: POT- R base + Al Clostr. NO 2 39: POT- R base + Clostr. Fe NO 2 25

26 POSSIBILI PROFILI ANALITICI SECONDO IL DECRETO 31/01 PER IL CONTROLLO ALLARGATO ALLARGATO (parametri routine base+parametri riportati di seguito) Cloruro Conteggio delle colonie su agar a 22 C Durezza 40: POT- All. Ferro Manganese Nitrati Ossidabilità Residuo secco Sodio Solfato ALTRI TIPI DI ALLARGATO ALLARGATO PIU Clorito 41: POT- All. + ClO 2 ALLARGATO PIU Trialometani - Totale 42: POT- All. + THM ALLARGATO PIU Piombo 43: POT- All. + Pb ALLARGATO PIU Clorito Piombo 44: POT- All. + ClO 2 Pb ALLARGATO PIU Piombo Trialometani - Totale 45: POT- All. + Pb THM ALLARGATO PIU Clorito 46: POT- All. + ClO 2 Pb THM Piombo Trialometani - Totale 26

27 ALLARGATO PIU Alluminio 48: POT- All. + Al LEGENDA SCHEDE PROFILI POT VERIFICA toc VERIFICA ox ROUTINE R base All. PF Al Clostr. BrO 3 ClO2 Fe NO2 Pb THM Aa VC Epi Acronimo per le matrici acque potabilizzate Controllo di verifica comprensivo di TOC Controllo di verifica comprensivo di ossidabilità Controllo che comprende tutti i parametri possibili per il controllo di routine Controllo che comprende i parametri strettamente previsti per il controllo di routine Controllo di verifica allargato Antiparassitari Antiparassitari - totale Alluminio Clostridium perfringens (spore comprese) Bromato Clorito Ferro Nitrito (come NO2) Piombo Trialometani - Totale Acrilammide Cloruro di vinile Epicloridrina 27

28 Interpretazione dei risultati analitici I parametri analitici sono suddivisi in tre gruppi: parametri microbiologici (parte A), parametri chimici (parte B), parametri indicatori (parte C). I primi due gruppi (microbiologici e chimici) di parametri hanno una relazione diretta con la protezione della salute umana, rappresentano i requisiti minimi di qualità il cui superamento rende l acqua non idonea al consumo umano; ARPAL trasmette tempestivamente i dati rilevati analiticamente alle AASSLL. In caso di non corrispondenza alle prescrizioni della norma avvia apposita segnalazione con carattere d urgenza. Con le stesse modalità di urgenza vengono trasmesse le risultanze analitiche relative ai controlli non routinari (campioni ripetitivi, emergenze, segnalazioni, esposti, richieste, ), indipendentemente dall esito; I provvedimenti proposti dalle AASSLL in caso di supero di tali parametri dovranno essere prospettati tenendo conto dei rischi che sarebbero provocati da una interruzione dell approvvigionamento idrico o da un uso limitato delle acque destinate al consumo umano: es. divieto dell uso, limitazione dell uso, altri provvedimenti a tutela della salute umana; I Gestori devono individuare la causa del superamento e adottare i conseguenti provvedimenti correttivi necessari per il ripristino della qualità dell acqua distribuita. I parametri del terzo gruppo (indicatori), in caso di superamento del valore di parametro, non comportano necessariamente un giudizio di non conformità dell acqua; essi forniscono una indicazione tempestiva delle variazioni della qualità dell acqua e dell efficienza del trattamento, per cui ne deriva l eventuale necessità di adottare azioni correttive; il superamento dei valori fissati per i parametri indicatori comporta un esame da parte delle AASSLL per stabilire se tale inosservanza costituisca un rischio per la salute umana; l ATO, sentito il parere delle AASSLL in merito al possibile rischio per la salute umana, dispone che vengano presi provvedimenti volti a ripristinare la qualità delle acque ove ciò sia necessario per tutelare la salute umana. In particolare le AASSLL si potranno avvalere di A.R.P.A.L. quando è necessario valutare un dato analitico considerando le informazioni derivanti dal monitoraggio delle fonti di approvvigionamento (corpi idrici superficiali e sotterranei). Per una migliore valutazione delle situazioni occorrenti risulta importante poter usufruire di dati che derivino da metodi analitici paragonabili; le metodiche in uso nel controllo esterno ed interno dovrebbero, pertanto, essere uniformi e con requisiti di prestazione il più possibile confrontabili. 28

29 6. RETI DI DISTRIBUZIONE: FLUSSI INFORMATIVI DELLE RISULTANZE ANALITICHE Le modalità di seguito illustrate sono quelle previste ai sensi del D.Lgs. 31/01. I soggetti coinvolti a livello regionale sono: ARPAL, AASSLL, Sindaco, Gestore, ATO, Regione (per competenza o per conoscenza) Fase Risultati analitici ARPAL effettua: Comunicazione urgente, via fax, di campioni non regolamentari (superamento di valore limite) e conseguenti campioni ripetitivi ad AASSLL. Nel caso di situazioni particolari può essere messa a conoscenza Regione. Trasmissione rapporti di prova regolamentari e non ad AASSLL. Fase Valutazione risultati analitici AASSLL a seguito di campioni non regolamentari, in relazione alle valutazioni del caso, effettua: 1) Comunicazione urgente di riscontro di superamento dei valori limite ed eventuale giudizio di qualità e di idoneità d uso dell acqua corredati dall esito non regolamentare dei campioni 2) Eventuale proposta di adozione di interventi necessari a salvaguardare e/o promuovere la qualità dell acqua 3) Eventuale proposta di adozione di provvedimenti cautelativi, contingibili e urgenti a tutela della salute pubblica 4) Applicazione di sanzioni amministrative In tutti i suddetti casi è previsto l invio di comunicazione, in base alle rispettive competenze, a Sindaco, Gestore ed ATO. Fase Provvedimenti ripristino normalità ATO, messi in atto gli adempimenti di competenza, a seguito di campioni non regolamentari per il superamento di parametri indicatori, effettua comunicazione circa la disposizione di provvedimenti intesi a ripristinare la qualità delle acque a Gestore, Sindaco, AASSLL. Fase Gestore Il Gestore effettua comunicazione dei provvedimenti messi in atto ed eventuale comunicazione dell esito dei controlli analitici interni ad ATO, AASSLL, Sindaco. Fase Termine non conformità AASSLL, a seguito delle valutazioni del caso su esito dei provvedimenti adottati dal gestore dell acquedotto, effettua la comunicazione urgente di avvenuto ripristino della qualità delle acque, corredata da proposta di revoca di eventuali atti e provvedimenti cautelativi a tutela della salute pubblica a Sindaco, Gestore, ATO. 29

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