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1 IL CENSIMENTO DELL INDUSTRIA E DEI SERVIZI 2011 a cura di Ufficio Studi CCIAA Rimini 71

2 INTRODUZIONE Il 9 Censimento generale dell industria e dei servizi e Censimento delle Istituzioni non profit, svoltosi negli ultimi mesi del 2012, ha concluso la tornata censuaria (comprendente anche il 6 Censimento dell agricoltura del 2010 e il 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni del 2011), che è stata contraddistinta da una forte attenzione all innovazione e da un ampio uso di dati amministrativi. Il Censimento si è articolato in tre differenti rilevazioni sul campo: - rilevazione campionaria sulle imprese; - rilevazione sulle istituzioni non profit; - rilevazione sulle istituzioni pubbliche. Le operazioni sul campo relative alla rilevazione multiscopo sulle imprese e la rilevazione sulle istituzioni non profit sono state affidate alle Camere di Commercio italiane, presso le quali si sono costituiti gli Uffici Provinciali di Censimento I censimenti economici sono realizzati con l obiettivo principale di fornire un quadro informativo statistico sulla struttura del sistema economico nazionale a livello di grande dettaglio territoriale. Il 9 Censimento generale dell industria e dei servizi e Censimento delle Istituzioni non profit, oltre prefiggersi questo tradizionale obiettivo, mirava ad approfondire la conoscenza di specifici aspetti del sistema produttivo italiano producendo sistemi informativi inerenti a differenti sottopopolazioni di imprese e a specifici domini di analisi. Inoltre esso ha consentito l ampliamento, l aggiornamento ed il miglioramento della qualità dell Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) e la creazione dei registri delle istituzioni non profit e delle istituzioni pubbliche. Il Censimento economico che si è svolto nel 2012 è stato realizzato a partire da liste precensuarie prodotte dall Istat mediante integrazione tra fonti amministrative e statistiche e ha fatto riferimento alla situazione al 31/12/2011. LA RILEVAZIONE SULLE IMPRESE La rilevazione sulle imprese del Censimento generale dell industria e dei servizi rappresenta la prima indagine multiscopo di questo genere promossa dall Istat in relazione sia alle tematiche investigate, trasversali rispetto alle indagini svolte attualmente, sia alla copertura in termini di unità rilevate per le singole tematiche. L esistenza di un registro statistico consolidato, aggiornato annualmente anche con le informazioni sulle unità locali (ASIA Unità locali) ha consentito l introduzione di un innovazione importante. A differenza dei censimenti svolti fino a oggi, la rilevazione sulle imprese non coinvolge direttamente tutte le imprese italiane, ma solo un campione di esse, pari a circa 260 mila unità, che comprende tutte le imprese con almeno 20 addetti e un campione di imprese con meno di 20 addetti, con la finalità di assicurare la migliore copertura sul territorio, contenere i costi di esecuzione e ridurre al minimo il disturbo statistico per le unità di rilevazione. Ulteriori innovazioni consistono nell inserimento nel questionario di quesiti sul tema della competitività e dei processi decisionali e nell utilizzo di questionari diversi, più o meno articolati a seconda della dimensione dell impresa, finalizzati a coglierne le caratteristiche reali, i fattori di competitività e le specificità rilevate. L informazione restituita può fornire un immagine multidimensionale del sistema economico, perché mira non solo a cogliere le specificità dell impresa in sé, ma anche a posizionarla nella trama dei processi decisionali e strategici, attraverso l utilizzo di quesiti di tipo qualitativo. Il campo di osservazione della rilevazione sulle imprese è costituito dalle imprese, definite come unità giuridico economiche che producono beni e servizi destinabili alla vendita e che hanno facoltà di distribuire i profitti realizzati ai soggetti proprietari. Tra le imprese sono quindi comprese imprese individuali, società di persone, società di capitali, società cooperative (ad esclusione delle cooperative sociali), consorzi di diritto privato, enti pubblici economici, aziende speciali e aziende pubbliche di servizi. Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Sono invece escluse dal campo di osservazione le imprese che svolgono le attività economiche elencate in tabella 1. 72

3 ATTIVITÀ ESCLUSE DAL CAMPO DI OSSERVAZIONE DELLE RILEVAZIONE SULLE IMPRESE (SEZIONI ATECO 2007) Sezioni Descrizione 01.1 Coltivazione di colture agricole non permanenti 01.2 Coltivazione di colture permanenti 01.3 Riproduzione delle piante 01.4 Allevamento di animali 01.5 Coltivazioni agricole associate all allevamento di animali: attività mista 01.6 Attività di supporto all agricoltura e attività successiva alla raccolta O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 94 Attività delle organizzazioni associative T U Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale Organizzazioni ed organismi extraterritoriali LA RILEVAZIONE SULLE ISTITUZIONI NON PROFIT Negli ultimi anni il crescente interesse da parte di studiosi e policy maker per il settore non profit e le sue dinamiche ha stimolato la richiesta di informazioni sempre più dettagliate e nell ultimo decennio gli istituti di statistica nazionali e internazionali hanno conseguito progressi rilevanti sia nella rilevazione di informazioni di base affidabili, sia nella rappresentazione statistica del contributo del settore allo sviluppo economico e sociale del Paese. La prima rilevazione censuaria sulle istituzioni non profit è stata condotta dall Istat nel La rilevazione ha permesso di fornire una rappresentazione statistica ufficiale, affidabile e dettagliata del settore e delle sue dimensioni principali, confrontabile con i risultati conseguiti a livello internazionale. Nel 2001 l Istat ha censito nuovamente le istituzioni non profit nell ambito dell 8 Censimento generale dell Industria e dei servizi, rilevandone le principali caratteristiche strutturali. Il Censimento delle istituzioni non profit del 2011 rappresenta la terza rilevazione condotta sul settore nel suo complesso e colma il rilevante vuoto informativo creatosi nell ultimo decennio, ponendosi l obiettivo di rispondere alle esigenze informative di policy maker, studiosi esperti e operatori del settore, definire la consistenza del non profit in Italia e pervenire alla sua rappresentazione statistica, rispondere alle esigenze informative nazionali e internazionali, realizzare un registro statistico dedicato alle istituzioni non profit fondato sull uso di fonti amministrative, aggiornabile annualmente. Anche il Censimento delle istituzioni non profit è realizzato a partire da una lista precensuaria prodotta attraverso l integrazione di fonti amministrative a carattere generale nonché di altre fonti amministrative e statistiche specifiche dei settori di pertinenza, anche se la frammentazione del quadro normativo di riferimento ne ha reso estremamente difficoltosa la realizzazione. Il campo di osservazione di questa rilevazione è costituito dalle istituzioni non profit formalmente costituite, dotate di autonomia istituzionale, che non abbiano come fine il profitto e che non distribuiscano gli utili ai propri soci, membri o dipendenti. Alcuni esempi di tipologie istituzionali oggetto del censimento sono le associazioni culturali e ricreative, le associazioni sportive, le associazioni di solidarietà, le organizzazioni di volontariato, le organizzazioni non governative, le fondazioni bancarie, le istituzioni sanitarie, le istituzioni educative e di formazione, le istituzioni di studio e ricerca, i partiti politici, i sindacati e le associazioni di categoria, le università private. LA RILEVAZIONE SULLE ISTITUZIONI PUBBLICHE La rilevazione sulle istituzioni pubbliche è parte del Censimento generale dell industria e dei servizi 2011 effettuato dall Istat. L Istat attraverso questa rilevazione ha acquisito non solo informazioni tradizionali sul settore pubblico, ma anche dati relativi a nuove tematiche di interesse del settore, quali l amministrazione sostenibile, l Ict e le caratteristiche e modalità di erogazione dei servizi sul territorio. In questo modo è possibile definire un preciso quadro informativo statistico sulle peculiarità strutturali e organizzative del settore pubblico in Italia e sui processi di modernizzazione della pubblica amministrazione, con una particolare attenzione al dettaglio territoriale tramite la rilevazione dei dati a livello delle singole unità locali presso cui operano le istituzioni. La rilevazione era articolata in due fasi successive, la prima propedeutica alla seconda. La 73

4 compilazione e restituzione dei questionari di rilevazione si è svolta esclusivamente on line e non sono stati impiegati rilevatori. L universo di riferimento di questa rilevazione è costituita dalle unità giuridico - economiche la cui funzione principale è quella di produrre beni e servizi non destinabili alla vendita e/o di ridistribuire il reddito e la ricchezza e le cui risorse principali sono costituite da prelevamenti obbligatori effettuati presso le famiglie, le imprese e le istituzioni non profit o da trasferimenti a fondo perduto ricevuti da altre istituzioni dell amministrazione pubblica. Le istituzioni pubbliche coinvolte nella rilevazione sono state circa , inserite dall Istat in una lista precensuaria predisposta sulla base di archivi amministrativi e fonti statistiche specifiche dei settori di pertinenza. Alcuni esempi di tipologie istituzionali oggetto del censimento sono: organi costituzionali e di rilievo costituzionale, presidenza del Consiglio e Ministeri, agenzie fiscali, enti di regolazione dell attività economica, enti produttori di servizi economici, autorità amministrative indipendenti, enti a struttura associativa, enti produttori di servizi assistenziali, ricreativi e culturali, enti e istituzioni di ricerca, istituti e stazioni sperimentali per la ricerca, regioni e province autonome, enti locali (Province, Comuni, Comunità montane, Unioni di comuni), aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere, policlinici e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, camere di commercio, enti regionali di sviluppo agricolo, parchi nazionali, consorzi fra enti pubblici LA RILEVAZIONE SULLE IMPRESE IN PROVINCIA DI RIMINI La rilevazione campionaria in provincia di Rimini ha visto coinvolte imprese, distribuite su 23 comuni (nessuna impresa dei comuni di Casteldelci, Maiolo, San Leo e Talamello è stata selezionata nel campione). Il 77,3% dei rispondenti ha preferito la modalità di compilazione online. Alla conclusione delle attività di rilevazione, in provincia di Rimini risultano attive sedi di impresa, in aumento dell 8,9% rispetto al censimento del 2001, e unità locali (+9,5%), che coinvolgono addetti (dipendenti e indipendenti, +11,7% rispetto al censimento del 2001), lavoratori esterni (-42,1%) e 359 lavoratori temporanei (+6,2%). Il tessuto imprenditoriale riminese è costituito per il 55,1% da imprenditori individuali, seguiti da società in nome collettivo (17,0%) e società a responsabilità limitata (14,9%). Le imprese individuali assorbono il 27,8% degli addetti, il 24,0% sono impiegati nelle società a responsabilità limitata e il 20,9% nelle società in nome collettivo. IMPRESE ATTIVE E ADDETTI ANALISI PER NATURA GIURIDICA UNITA' LOCALI CENSIMENTO 2011 (dati al 31 dicembre 2011) SEDI CENTRALI Imprenditore individuale, libero professionista e lavoratore autonomo Società in nome collettivo Società in accomandita semplice Altra società di persone diversa da snc e sas Società per azioni, società in accomandita per azioni Società a responsabilità limitata Società cooperativa esclusa società cooperativa sociale Altra forma d'impresa Totale Per quanto riguarda le caratteristiche dei lavoratori dipendenti, prevale la componente maschile (55,8% dei dipendenti), di età compresa tra 30 e 49 anni (60,5%), di nazionalità italiana (82,2%) e con un contratto da operaio (55,7%) o impiegato (35,4%). Dal punto di vista della dimensione di impresa, prevalgono le microimprese: sono tali il 95,6% delle sedi centrali e il 95,5% delle unità locali. Tale caratteristica dimensionale si riscontra, in misura solo leggermente meno marcata, anche nelle imprese dell Emilia Romagna (94,4% delle sedi centrali), del Nord Est (94,0% delle sedi centrali) e dell Italia (95,2% delle sedi centrali). 74

5 UN ANALISI DEI FATTORI COMPETITIVI IN EMILIA-ROMAGNA, NEL NORD EST E IN ITALIA Una delle novità del 9 Censimento dell industria e dei servizi 2011 consiste nell avere indagato, oltre le caratteristiche strutturali delle imprese, i fattori che ne determinano la competitività. Un analisi in questo senso può essere condotta sino al livello regionale. L appartenenza a un gruppo è uno dei fattori competitivi che può risultare determinante per le piccole imprese. Dall analisi dei dati risulta che il 4,9% delle imprese attive in Emilia Romagna ne fa parte, percentuale superiore sia a quella riscontrata nel Nord Est (4,7%) che in Italia (4,1%). Esaminando le imprese con almeno 3 addetti, dal grafico sottostante si evince come il mercato di riferimento non solo per le imprese emiliano romagnole, ma anche per quelle dei territori presi in esame, sia principalmente quello locale e nazionale. Si nota però che la tendenza a rivolgersi ai mercati esteri in Emilia Romagna è più marcata di quella riscontrata in Italia, ma inferiore a quella rilevabile nelle regioni appartenenti alla ripartizione territoriale di confronto. IMPRESE CON 3 ADDETTI E PIÙ PER MERCATO DI RIFERIMENTO (VALORI %) 23,0 26,0 21,9 22,7 21,7 20,3 54,3 52,4 57,8 Emilia-Romagna Nord Est Italia Mercato locale Mercato nazionale Mercati esteri Per quanto riguarda la delocalizzazione, le imprese emiliano-romagnole manifatturiere con 3 addetti e più, che hanno delocalizzato attraverso un investimento diretto estero o tramite accordi e contratti si attestano sul 4,4%, dimostrando una propensione sostanzialmente in linea con quella italiana (4,3%), ma inferiore a quella delle imprese del Nord Est (4,8%). Tra le imprese che delocalizzano, in tutti i territori analizzati prevalgono comunque gli accordi e i contratti, rispetto ai più impegnativi e rischiosi investimenti diretti esteri. 100% IMPRESE MANIFATTTURIERE CON 3 E PIÙ ADDETTI CON DELOCALIZZAZIONE PER TIPO DI DELOCALIZZAZIONE 80% 60% 73,4% 73,3% 77,3% 40% 20% 0% 26,6% 26,7% 22,7% Emilia Romagna Nord Est Italia investimenti diretti esteri accordi e contratti 75

6 Dal punto di vista delle risorse umane, fattore competitivo di straordinaria importanza, circa il 30% delle imprese con almeno tre addetti appartenenti alle regioni prese in esame ne ha acquisite. Come si evince dalla tabella seguente le risorse acquisite sono prevalentemente generiche, mentre quelle ad elevata qualifica non superano il 9% in nessuna delle realtà territoriali considerate. IMPRESE CON 3 ADDETTI E PIÙ CHE HANNO ACQUISITO RISORSE UMANE PER TIPO DI QUALIFICA (INCIDENZA % SUL TOTALE DELLE IMPRESE CON 3 ADDETTI E PIÙ) Elevata qualifica altro Totale Emilia Romagna 8,4% 21,0% 29,5% Nord Est 8,9% 21,8% 30,7% Italia 8,2% 19,8% 28,0% Sul versante dell innovazione i dati relativi alle sole microimprese mostrano che il 34,1% delle imprese emiliano-romagnole ha introdotto almeno un innovazione, percentuale superiore a quella delle imprese italiane (32,1%), ma inferiore a quella delle imprese del Nord Est (36,0%). Per quanto riguarda il tipo di innovazioni introdotte, queste sono prevalentemente di prodotto/servizio e organizzative. Sono invece meno rilevanti quelle di processo. IMPRESE CON 3-9 ADDETTI CHE HANNO INTRODOTTO INNOVAZIONI PER TIPO DI INNOVAZIONE (INCIDENZA % SUL TOTALE DELLE IMPRESE CON 3-9 ADDETTI) Innovazione di prodotto o servizio Innovazione di processo Innovazione organizzativa Innovazione di marketing Emilia Romagna 16,5% 10,7% 17,0% 15,6% 34,1% Nord Est 18,3% 12,3% 18,2% 16,7% 36,0% Italia 15,4% 11,3% 16,6% 14,9% 32,1% A livello nazionale le imprese parte del campione, sono state riclassificate in cinque profili di imprese: - Conservatrici ( ,9 milioni di addetti dimensione media 8,9 addetti); - Dinamiche tascabili ( ,6 milioni di addetti dimensione media 12,9); - Aperte ( ,7 milioni di addetti dimensione media 22,9); - Innovative ( ,5 milioni di addetti dimensione media 19,5); - Internazionalizzate spinte ( ,1 milioni di addetti dimensione media 39,5). Le prime rappresentano il 64% del campione, le seconde il 19%, le ultime tre insieme il 17%. LA RILEVAZIONE SULLE ISTITUZIONI NON PROFIT IN PROVINCIA DI RIMINI La rilevazione censuaria in provincia di ha visto coinvolte istituzioni non profit, distribuite su 27 comuni. Il 60,0% dei rispondenti ha preferito la modalità di compilazione online. Alla conclusione delle attività di rilevazione, in provincia di Rimini risultano attive sedi di istituzioni non profit, in aumento del 50,3% rispetto al censimento del 2001, e unità locali (+62,6%), che coinvolgono addetti (dipendenti e indipendenti, +53,2% rispetto al censimento del 2001), lavoratori esterni (+135,8%), 42 lavoratori temporanei (+100,0%) e ben volontari, più che raddoppiati rispetto alla precedente rilevazione censuaria. Nel comune di Rimini si concentra oltre la metà delle istituzioni non profit censite (sedi e unità locali), che assorbono il 64,4% dei lavoratori e il 53,2% dei volontari. Totale 76

7 SEDI CENTRALI DI ISTITUZIONI NON PROFIT PER TIPOLOGIA Altra Istituzione Non Profit 4,2% Società Cooperativ a Sociale 4,0% Associazione riconosciuta 19,9% Fondazione 1,6% Associazione non riconosciuta 70,2% Le istituzioni non profit presenti in provincia di Rimini sono per la maggior parte associazioni non riconosciute (70,2%) e, secondo la classificazione ICNPO (International Classification of Nonprofit Organizations) sono attive prevalentemente in attività di cultura, sport e ricreazione (66,4%), assistenza sociale e protezione civile (8,9%), relazioni sindacali e rappresentanza di interessi (6,8%). Le prime due sono anche le attività che coinvolgono la maggior parte dei volontari (rispettivamente 61,7% e 20,1%). I lavoratori sono invece impiegati principalmente nelle istituzioni che si occupano di assistenza sociale e protezione civile (29,8%), sviluppo economico e coesione sociale (20,2%), cultura, sport e ricreazione (16,3%), sanità (12,9%), istruzione e ricerca (12,2%). ISTITUZIONI ATTIVE, ADDETTI E ALTRI OCCUPATI - ANALISI PER SETTORE DI ATTIVITÀ CLASSIFICAZIONE (ICNPO) CENSIMENTO 2011 (dati al 31 dicembre 2011) UNITA' LOCALI SEDI CENTRALI Lavoratori esterni Lavo-ratori tempo-ranei Volontari Cultura, sport e ricreazione Istruzione e ricerca Sanità Assistenza sociale e protezione civile Ambiente Sviluppo economico e coesione sociale Tutela dei diritti e attività politica Filantropia e promozione del volontariato Cooperazione e solidarietà internazionale Religione Relazioni sindacali e rappresentanza di interessi Altre attività Totale

8 LA RILEVAZIONE SULLE ISTITUZIONI PUBBLICHE IN PROVINCIA DI RIMINI Alla conclusione delle attività di rilevazione, in provincia di Rimini risultano attive 46 sedi di istituzioni pubbliche, in diminuzione del 31,3% rispetto al censimento del 2001, e 409 unità locali (-13,0%), che coinvolgono addetti (dipendenti e indipendenti, +10,7% rispetto al censimento del 2001), 196 lavoratori esterni (-41,5%), 25 lavoratori temporanei (-26,5%) e 22 volontari (-95,2%). Nel comune di Rimini si concentra il 35,2% delle istituzioni pubbliche censite (sedi e unità locali), che assorbono il 65,9% dei lavoratori. Oltre la Provincia, i Comuni e le Comunità Montane e le Unioni di Comuni e l Azienda Sanitaria Locale, sul territorio riminese sono presenti 14 sedi centrali di altre istituzioni pubbliche; più della metà delle unità locali appartengono a organi statali, mentre il 31,5% ai Comuni. ISTITUZIONI PUBBLICHE ATTIVE, ADDETTI E ALTRI OCCUPATI - ANALISI PER TIPOLOGIA CENSIMENTO 2011 (dati al 31 dicembre 2011) UNITA' LOCALI SEDI CENTRALI Lavoratori esterni Lavoratori temporanei Volontari Organi statali Organi regionali Provincia Comuni Comunità Montana e Unione di Comuni Azienda del Servizio Sanitario Nazionale Altra istituzione pubblica Totale

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