ORGANISMO UNITARIO DELL AVVOCATURA ITALIANA. Responsabile: Claudio Rao (tel. 06/

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1 ORGANISMO UNITARIO DELL AVVOCATURA ITALIANA Ufficio stampa Rassegna stampa 7 giugno 2012 Responsabile: Claudio Rao (tel. 06/ claudio.rao@oua.it) 1

2 SOMMARIO Pag. 4 CONVEGNI: La responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. 231/01 Lecce giugno Locandina Pag. 5 CONCILIAZIONE: Udienza fissata al 23 ottobre (il Sole 24 Ore) Pag. 6 COMUNICATI STAMPA: Tre no alla riforma forense così come è stata approvata dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati comunicato stampa OUA Pag. 7 GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: No riforma, prosegue sciopero bianco avvocati Lucca (Ansa) Pag. 8 GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: A Lucca la protesta degli avvocati contro la chiusura degli uffici (Guida al Diritto) Pag. 9 GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: A Lucca l OUA denuncia l ingiusta chiusura di centinaia di presidi di giustizia (Agenzia Parlamentare) Pag.10 GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: Gli avvocati protestano in auto (Italia Oggi) Pag.11 RIFORMA FORENSE: Si sblocca la riforma forense (il Sole 24 Ore) Pag.13 RIFORMA FORENSE: Riforma, via libera con riserve (Italia Oggi) Pag.14 RIFORMA FORENSE: Cassinelli, importante passo avanti verso (Agi) Pag.15 PROFESSIONI: La riforma in mano agli ordini (Italia Oggi) Pag.16 PROFESSIONI: Biologi al voto il 21/22 giugno (Italia Oggi) Pag.17 PROFESSIONI: Formazione vuol dire innovazione (Italia Oggi) Pag.19 TEMPI PROCESSI: Processi lumaca, indennizzi certi (Italia Oggi) Pag.21 RIFORME GIUSTIZIA: Corruzione, il governo sceglie la fiducia (La Repubblica) Pag.22 RIFORME GIUSTIZIA: Giustizia, protesta delle toghe (La Stampa) Pag.23 RIFORME GIUSTIZIA: Corruzione, verso la fiducia Lo «scoglio» incandidabilità (Il Sole 24 Ore) Pag.24 RIFORME GIUSTIZIA: Paletti all arbitrato (Italia Oggi) Pag.25 MEDIAZIONE: Più spinta alla mediazione (Italia Oggi) Pag.26 SVILUPPO: Niente Imu per le nuove case. Legge fallimentare, si cambia (Il Corriere della Sera) Pag.28 FISCO: Sconti fiscali e mini-bond. Ecco il decreto sviluppo (La Stampa) Pag.29 SVILUPPO: Con il concordato azienda rilanciata (Il Sole 24 Ore) Pag.30 FISCO: Patroni Griffi, se il tecnico sceglie una parte di Dario Di Vico (Il Corriere della Sera) Pag.31 FISCO: L'elusione sarà ancora reato (Il Sole 24 Ore) Pag.33 FISCO: Liti fiscali, mandato speciale per rinunciare al contenzioso (Italia Oggi) Pag.34 FISCO: Autonoma organizzazione, il Governo lavora sull'irap (Il Sole 24 Ore) Pag.35 FISCO: Delega fiscale, gioco d'anticipo (Italia Oggi) Pag.36 FISCO: Un modello per lo spesometro (Italia Oggi) Pag.37 FISCO: F24 con indicazione delle rate (Il Sole 24 Ore) Pag.38 FISCO: La cedolare sugli affitti piace per i nuovi contratti (Italia Oggi) Pag.39 SPESE DI GIUSTIZIA: Spese di giustizia online (Italia Oggi) Pag.40 CITTADINANZATTIVA: Cittadini, fame di giustizia (Italia Oggi) Pag.41 CARCERI: Regimi aperti per la detenzione (Italia Oggi) 2

3 Pag.42 L INTERVISTA: Iannini: Non sono in conflitto di interessi, mio marito Vespa non c entra niente (La Repubblica) Pag.43 STALKING: Cooperazione giudiziaria contro lo stalking (Italia Oggi) Pag.44 L INTERVENTO/1: Chi vuole intimidire la magistratura di Silvia della Monica Senatrice Pd (L Unità) Pag.45 L INTERVENTO/2: Terrorismo. L anarco-insurrezionalismo principale minaccia eversiva di Antonio Marini (Specchio Economico) Pag.47 MEDIACONCILIAZIONE: L OUA mette a disposizione degli avvocati atti e documenti da esibire in tutte le procedure di mediaconciliazione e nei giudizi che riguardano le materie per le quali è fissata la obbligatorietà Pag 48 MEDIACONCILIAZIONE: Sette fondate questioni di incostituzionalità del D.Lgs.n.28/2010 Pag 55 MEDIACONCILIAZIONE: Disegno di legge sen. Benedetti Valentini Pag 57 MEDIACONCILIAZIONE: Disegno di legge sen. Della Monica ed altri Pag 58 MEDIACONCILIAZIONE: Procedimento suggerito per ridurre i riflessi negativi della mediaconciliazione obbligatoria Pag 60 MEDIACONCILIAZIONE: Disapplicazione dell obbligatorietà della mediaconciliazione 3

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5 IL SOLE 24 ORE CONCILIAZIONE Udienza fissata al 23 ottobre Sulla conciliazione obbligatoria udienza al 23 ottobre. Scavalla l'estate la discussione su una delle più rilevanti questioni di legittimità aperta in materia civile. Relatore sarà il giudice Alessandro Criscuolo. A sollevare la questione è stato il Tar del Lazio che ha messo nel mirino alcuni aspetti cruciali della procedura di recente estesa anche a nuove materie come il condominio. 5

6 COMUNICATO STAMPA GIUSTIZIA, PER L OUA LA FUTURA RIFORMA FORENSE APPROVATA DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA NASCE GIÀ VECCHIA E INUTILE DE TILLA: TRE DECISI NO A QUESTA RIFORMA, STRETTA TRA LIBERALIZZAZIONI E MORTIFICAZIONE DEL RUOLO DELL AVVOCATO GIUGNO A ROMA ASSEMBLEA NAZIONALE DELL AVVOCATURA PER DISCUTERE DELLE POSSIBILI INIZIATIVE DI ASTENSIONE E DI PROTESTA Va avanti in Parlamento l iter di approvazione della riforma forense, tuttavia l Organismo Unitario dell Avvocatura (Oua) sottolinea come le dichiarazioni del ministro di Giustizia Paola Severino, delimitino chiaramente la futura legge comprimendola dentro i limiti imposti dalle liberalizzazioni selvagge. Per tutte queste ragioni l Oua, l organismo di rappresentanza politica della categoria, chiama gli ordini e le associazioni forensi a un assemblea nazionale a Roma il 15 e 16 giugno (15 giugno Sala Seminari della Cassa Forense e 16 presso la Sala Meeting Visconti Palace Hotel). Netto il giudizio del presidente Oua, Maurizio de Tilla, che è intervenuto in un convegno promosso dal Consiglio dell Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia: «A che serve una legge di riforma forense che elimina le tariffe oltre che i minimi dei compensi e che consente i soci di capitale nelle società professionali tra avvocati? Perché dirsi soddisfatti di un provvedimento che non tiene conto della funzione costituzionale dell avvocato? Da parte nostra sono tre decisi no al testo licenziato dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati». «Non si possono condividere le dichiarazioni del Ministro della Giustizia continua il presidente Oua - quando afferma drasticamente la contrarietà a qualsiasi norma dell ordinamento forense che contrasti con i principi e le norme di liberalizzazione oltre che la riaffermata vigenza ed efficacia del principio di delegificazione che contrasta con il dettato costituzionale. Questa riforma nasce già vecchia, inutile, inadeguata e mortifica la professione di avvocato». «Per tutte queste ragioni conclude de Tilla - nell Assemblea convocata dall OUA per i giorni 15 e 16 giugno, sono stati invitati tutti i presidenti degli Ordini e delle Associazioni forensi per valutare la possibilità di proclamare una prolungata astensione dalle udienze in segno di protesta». Roma, 7 giugno

7 ANSA No riforma, prosegue sciopero bianco avvocati Lucca (ANSA) - LUCCA, 6 GIU - Continua lo sciopero bianco proclamato dagli avvocati lucchesi per protestare contro il taglio delle risorse economiche destinato alla giustizia: lo ha deciso l'assemblea lucchese dell'organismo unitario dell'avvocatura, riunitasi oggi al cinema Moderno di Lucca alla presenza del presidente nazionale Maurizio De Tilla.Anzi, la protesta probabilmente diventera' ancora piu' dura, dopo che il ministro alla Giustizia Paola Severino ha detto no a qualsiasi revisione dei tagli. L'assemblea lucchese ha infatti proposto a De Tilla di proclamare una vera e propria astensione dal lavoro a livello nazionale nel giro di pochi giorni. E il presidente dell'organo politico degli avvocati ha detto che la proposta sara' valutata in tempi brevi a Roma. Tutti d'accordo sui motivi della protesta, contro i tagli che, ad esempio, in provincia di Lucca, porterebbero all'accorpamento del giudice di pace di Viareggio con quello di Lucca. I diritti della giustizia, in questo momento, per De Tilla, sono in grave pericolo. (ANSA). 7

8 GUIDA AL DIRITTO A Lucca la protesta degli avvocati contro la chiusura degli uffici Si è svolta oggi a Lucca la manifestazione di protesta contro le liberalizzazioni selvagge e la rottamazione della giustizia, contro gli anomali, arbitrari e esagerati provvedimenti di revisione della geografia giudiziaria, cui hanno partecipato insieme al locale presidente dell ordine degli avvocati, Alessandro Garibotti, anche il presidente dell Oua Per Maurizio de Tilla: «I numeri sono esemplificativi: si intende chiudere più di 600 uffici di giudici di pace rispetto a un esigenza di meno di 200, si intendono sopprimere 160 sezioni distaccate rispetto a meno di 40 necessarie. La revisione della geografia giudiziaria varata da questo governo è un processo di smantellamento e rottamazione della nostra giustizia pubblica. Le vittime sono i cittadini, non solo i professionisti che operano nella trincea della nostra macchina giudiziaria. Invece di sperimentare, innanzitutto, un riequilibrio sul territorio, si chiude, con la pretesa di fare solo cassa, nell'immediato. Un esempio: a Viareggio si elimina l unica sede distaccata con un bacino di 150 mila abitanti. Un nonsenso». «Sono tante le strade possibili per rivedere la geografia giudiziaria con criteri razionali e pertinenti - continua de Tilla - ma quella intrapresa dal Governo è solo basata sulla compressione del diritto costituzionale alla giustizia. Eppure, nella delega vi erano diversi aspetti positivi che consentivano una diversa interpretazione. Detto ciò anche l Oua ha avanzato una serie di proposte costruttive, per esempio, provvedere al disegno della nuova geografia in maniera complessiva e non parcellizzata come emerge dalla relazione ministeriale e solo dopo aver sentito le componenti dell avvocatura, quelle istituzionali, politiche, economiche e sociali di ciascun territorio. Soprassedere dalla chiusura dei Tribunali minori, come richiesto nella mozione finale approvata dal Congresso Nazionale Straordinario Forense di Milano optando per un'ipotesi di riequilibrio territoriale. Rivisitare l attuale criterio adottato dalla legge (148/2011). Prevedere la ridistribuzione preventiva dei territori che dovranno superare i limiti geografici della provincia e da valutarsi non quale criterio sussidiario ma principale, ai fini dell ampliamento degli attuali uffici sopprimendi, così mantenendo inalterate le attuali economie già presenti e creando uffici il più proporzionati possibili». «Infine, rivedere la distribuzione del territorio anche delle sezioni distaccate secondo gli indicati parametri o assegnando loro l intero giudizio monocratico e, ove possibile, a seguito del loro accorpamento, istituire nuove sedi di tribunale». 8

9 AGENZIA PARLAMENTARE A Lucca l OUA denuncia l ingiusta chiusura di centinaia di presidi di giustizia (AGENPARL) - Lucca, 06 giu - Oggi a Lucca si è svolta una manifestazione di protesta contro le liberalizzazioni selvagge e la rottamazione della giustizia, contro gli anomali, arbitrari e esagerati provvedimenti di revisione della geografia giudiziaria. Insieme al presidente dell Ordine degli Avvocati di Lucca, avv. Alessandro Garibotti, è intervenuto il presidente dell Oua, Maurizio de Tilla, che ha ribadito la contrarietà dell avvocatura alle politiche del Governo Monti, frutto di scelte irrazionali e perdenti: «I numeri sono esemplificativi: si intende chiudere più di 600 uffici di giudici di pace rispetto a un esigenza di meno di 200, si intendono sopprimere 160 sezioni distaccate rispetto a meno di 40 necessarie. La revisione della geografia giudiziaria varata da questo governo è un processo di smantellamento e rottamazione della nostra giustizia pubblica. Le vittime sono i cittadini, non solo i professionisti che operano nella trincea della nostra macchina giudiziaria. Invece di sperimentare, innanzitutto, un riequilibrio sul territorio, si chiude, con la pretesa di fare solo cassa, nell'immediato. Un esempio: a Viareggio si elimina l unica sede distaccata con un bacino di 150 mila abitanti. Un nonsenso». «Sono tante le strade possibili per rivedere la geografia giudiziaria con criteri razionali e pertinenti continua de Tilla ma quella intrapresa dal Governo è solo basata sulla compressione del diritto costituzionale alla giustizia. Eppure, nella delega vi erano diversi aspetti positivi che consentivano una diversa interpretazione. Detto ciò anche l Oua ha avanzato una serie di proposte costruttive, per esempio, provvedere al disegno della nuova geografia in maniera complessiva e non parcellizzata come emerge dalla relazione ministeriale e solo dopo aver sentito le componenti dell avvocatura, quelle istituzionali, politiche, economiche e sociali di ciascun territorio. Soprassedere dalla chiusura dei Tribunali minori, come richiesto nella mozione finale approvata dal Congresso Nazionale Straordinario Forense di Milano optando per un'ipotesi di riequilibrio territoriale. Rivisitare l attuale criterio adottato dalla legge (148/2011). Prevedere la ridistribuzione preventiva dei territori che dovranno superare i limiti geografici della provincia e da valutarsi non quale criterio sussidiario ma principale, ai fini dell ampliamento degli attuali uffici sopprimendi, così mantenendo inalterate le attuali economie già presenti e creando uffici il più proporzionati possibili. Infine, rivedere la distribuzione del territorio anche delle sezioni distaccate secondo gli indicati parametri o assegnando loro l intero giudizio monocratico e, ove possibile, a seguito del loro accorpamento, istituire nuove sedi di tribunale». 9

10 ITALIA OGGI In Liguria Gli avvocati protestano in auto Sono partiti ieri a decine, una cinquantina di auto in tutto, alle 7,30 circa: da Ventimiglia, Bordighera e Sanremo, per andare in tribunale a Imperia. Si tratta di una cinquantina di avvocati del Foro di Sanremo, che protestano contro il paventato accorpamento del tribunale della città dei Fiori, a quello di Imperia, nell'ambito del piano riorganizzativo previsto dal governo Monti. L'obiettivo consisteva nel dimostrare i tempi di percorrenza, che un avvocato, ma anche un cittadino qualunque che si sposta in auto deve patire per raggiungere il palazzo di giustizia di Imperia. Intanto, prosegue l'astensione delle udienze indetta dalla categoria, dal 4 al 9 giugno. Si tratta anche di una delle innumerevoli iniziative organizzate dal Comitato Salviamo il tribunale di Sanremo, che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sui disagi che ne deriverebbero da un'eventuale soppressione degli uffici giudiziari di Sanremo. 10

11 IL SOLE 24 ORE Avvocati. Concluso in commissione l'esame degli emendamenti al Ddl - Da lunedì il test dell'aula della Camera Si sblocca la riforma forense Approvata delega sulle società Compenso ai praticanti Si sblocca la riforma dell'ordinamento forense. E approda all'esame dell'aula della Camera a partire da lunedì. La commissione Giustizia ha concluso l'esame degli emendamenti e il disegno del legge riceverà nelle prossime ore i pareri delle altre commissioni competenti. La versione al voto ricalca in larghissima parte l'impianto votato dal Senato e questo nelle aspettative dovrebbe assicurare un'approvazione della riforma prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, dopo un nuovo esame a Palazzo Madama. E il fattore tempo non è certo trascurabile, dal momento che il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha confermato martedì in commissione l'intenzione del Governo di esercitare la delega sulla riforma delle professioni, affidatagli dalla manovra dell'estate scorsa, anche per scongiurare il rischio che le norme in vigore sugli ordinamenti professionali siano abrogate in ogni caso dalla data del 13 agosto Roberto Cassinelli, avvocato, deputato Pdl e relatore sul provvedimento è ottimista: «Abbiamo trovato un buon punto di equilibrio, condiviso, sia pure con diverse sfumature, dalle forze che sostengono la maggioranza. Credo che la riforma possa tutelare i giovani che si affacciano alla professione, garantendo un elevato livello di preparazione professionale». Tra i punti chiave, l'attribuzione all'avvocatura di una forma di esclusiva sulla consulenza stragiudiziale, facendo salva comunque l'attività dei giuristi d'impresa e delle associazioni di categoria a favore degli iscritti. Prevista poi una delega per la disciplina delle società tra avvocati, tenendo conto della specificità di una professione, come quella forense, che ha nel «segreto professionale» un elemento qualificante, a forte rischio per una presenza troppo invasiva dei soci di capitale. Misura che, nel momento in cui il ministero della Giustizia si accinge a scoprire le carte sul regolamento della società tra professionisti, potrebbe contribuire a un rimescolamento delle carte. Non si chiameranno più tariffe, ma parametri, tuttavia la funzione rimarrebbe analoga: il disegno di legge di riforma prevede infatti la redazione di un preventivo da parte dell'avvocato da presentare al cliente, in vista di un accordo sulla prestazione, ma i parametri, già in fase di redazione da parte del ministero, avranno uno scopo di supplenza per la liquidazione della parcella. Il tirocinio sarà svolto nella forma breve di 18 mesi invece di 24 e 6 di questi 18 potranno essere svolti in università. Spazio alle specializzazioni con la possibilità di acquisire titoli per effetto di incontestabili esperienze nel settore (a regime con la frequenza di percorsi di formazioni specifici). Sarà il Cnf a dovere fissare le condizioni per il riconoscimento. In questo modo dovrebbe essere permessa l'attribuzione del titolo anche ai professionisti di lungo corso da tempo in attività. Compenso, 400/500 euro, anche per i giovani praticanti, che non potrà essere inferiore al 30% dei contratti di 11

12 apprendistato. Quanto alla giustizia domestica, la riforma prova a rafforzare le esigenze di autonomia e indipendenza, stabilendo l'istituzione di consigli distrettuali di disciplina dei quali sono chiamati a fare parte gli avvocati del distretto e non quelli dell'ordine locale. Tra le altre novità, la previsione di uno sportello obbligatorio presso ogni Ordine a cui il cittadino potrà rivolgersi anche per farsi un'idea dei costi sia economici sia di durata della causa che intende proporre. Giovanni Negri I punti chiave 1 IL GOVERNO TIENE DURO SULLA DELEGA 01 L'APPROVAZIONE. La commissione Giustizia della Camera ha concluso l'esame degli emendamenti della riforma dell'ordinamento forense 02 I TEMPI. L'Aula di Montecitorio esaminerà il testo a partire da lunedì prossimo con l'obiettivo di rendere possibile il via libera definitivo, per il quale servirà l'ok anche del Senato entro l'estate 03 IL GOVERNO. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha però confermato la volontà di esercitare la delega di riforma complessiva delle professioni 2 PARAMETRI AL POSTO DELLE TARIFFE 01 LE TARIFFE. Al posto delle tariffe spazio ai parametri che dovranno essere definiti dal ministero 02 LE SOCIETÀ. Inserita una delega per la disciplina della società professionale con l'ingresso di soci di capitale 03 IL COMPENSO. Ammesso l'equo compenso per i praticanti, fissato nel 30% del contratto di apprendistato 04 IL DISCIPLINARE. La giustizia domestica sarà affidata a consigli distrettuali senza la presenza di legali dell'ordine locale Archivia 12

13 ITALIA OGGI Avvocati Riforma, via libera con riserve La riforma forense approda in Aula alla Camera. Ma con l'altolà del governo ai suoi principi fondanti. Molti articoli del disegno di legge, infatti, hanno dei profili di contrasto con i principi dettati dall'esecutivo in materia di professioni nel dl n. 138/2011 e nel dl n. 1/2012. Quindi, l'altro ieri, il governo si è riservato di esprimere il proprio parere sugli emendamenti alle disposizioni controverse, come la disciplina delle società professionali, le tariffe professionali e tutto il capitolo che regolamenta l'accesso alla professione. I criteri delle scelte dell'esecutivo sono stati illustrati dallo stesso ministro della giustizia, Paola Severino, che è intervenuta in Commissione per dichiarare, in particolare, che «i predetti pareri tengono conto che molte delle disposizioni contenute nel provvedimento in esame vertono su materie oggetto della delega di cui all'articolo 3, comma 5, del dl 13 agosto del 2011, n. 138, convertito con modificazioni in legge dall'articolo 1, comma 1, della legge 14 settembre 2011, n. 148, relativa agli ordinamenti professionali». «Considerato che il governo intende esercitare la predetta delega», ha continuato Severino, «anche al fine di scongiurare il rischio che, ai sensi del comma 5-bis, le norme vigenti sugli ordinamenti professionali in contrasto con i princìpi di cui al c. 5, lettere da a) a g), siano abrogate in ogni caso dalla data del 13 agosto 2012, cioè anche in assenza delle nuove disposizioni regolamentari volte a riformare la disciplina degli ordini professionali, preannuncia che verrà espresso parere contrario su ogni emendamento in contrasto con i principi di delega». Nel dettaglio, il sottosegretario Salvatore Mazzamuto ha espresso riserve sugli articoli 4, 9, 10, 11, 12, 17, 18, 19, 38, 39, 40, 41, 42, 43. Soddisfatto comunque il relatore, Roberto Cassinelli (Pdl). «Il testo approvato», afferma, «prevede misure estremamente importanti per la categoria tra cui il rinvio a una delega legislativa in materia di società tra avvocati, nuovi criteri per la determinazione delle materie oggetto di specializzazioni e la possibilità di acquisire titoli specialistici a fronte di comprovate esperienze nel settore, la creazione di parametri di riferimento per il compenso del professionista». Gabriele Ventura 13

14 AGI Riforma forense: Cassinelli, importante passo avanti verso sì (AGI) - Roma, 6 giu. - Il parlamentare del Pdl, relatore della riforma della professione forense alla Camera, esprime grande soddisfazione per la conclusione dell'esame degli emendamenti in Commissione Giustizia. "Il provvedimento - sottolinea - sara' sottoposto all'aula di Montecitorio a partire da lunedi' prossimo 11 giugno: siamo molto soddisfatti perche' abbiamo compiuto un ulteriore passo avanti verso l'approvazione di una riforma che gli avvocati italiani aspettano da oltre 70 anni". "Dopo un lungo e faticoso lavoro da parte di tutta la Commissione Giustizia della Camera la riforma approda finalmente nell'aula - prosegue Cassinelli - sta per aprirsi un nuova epoca per la nostra categoria. La figura dell'avvocato non verra' rivoluzionata, ma la riforma dara' un forte contributo al suo rilancio, restituendogli quella dignita' che e' andata via via scomparendo nel corso degli anni". (AGI) Ted (Segue) GIU 12 14

15 ITALIA OGGI ItaliaOggi anticipa i contenuti dei decreti sulle professioni. Tariffe, il decreto al Consiglio di stato La riforma in mano agli ordini Sei mesi di tempo per recepire le linee guida del Mingiustizia Altri sei mesi o più prima che la riforma delle professioni diventi realtà. Perché se è vero che la delega (legge 148/11) prevede l'emanazione di un dpr governativo entro il prossimo 13 agosto, è altrettanto vero che il provvedimento demanderà a ulteriori regolamenti, predisposti dagli stessi ordini professionali, l'attuazione dei principi riformatori contenuti nei vari provvedimenti (legge 148/2011; legge di stabilità 183/2011; decreto salva Italia 201/2011; decreto legge 24/01/2012, n. 1). Sembra essere questo, infatti, al momento, l'orientamento del ministero della giustizia che, mentre ha ultimato il regolamento sulle Società tra i professionisti e ha inviato il decreto ministeriale sui parametri giudiziali al Consiglio di stato per il parere di legittimità, tenta lo sprint sul decreto di delegificazione. Tanto che le intenzioni sono addirittura quelle di portarlo sul tavolo del Consiglio dei ministri che si riunirà la prossima settimana. Una cosa sembra comunque certa: per agosto nulla (o quasi) sarà cambiato, perché è lo stesso provvedimento a ripassare la palla della riforma di nuovo alle categorie. Il testo di riforma. Secondo alcune indiscrezioni, le intenzioni dell'ufficio legislativo del ministero della giustizia guidato da Paola Severino sono, dunque, quelle di arrivare alla prossima settimana alla predisposizione di un dpr asciutto (al massimo di 20 articoli) demandando, poi, a specifici regolamenti l'autoriforma delle singole categorie. Nessuna preoccupazione dunque se, secondo la giurisprudenza costituzionale, il decreto di delegificazione non potrà essere applicato a tutti. L'intenzione è quella di fare in fretta e non mancare all'appuntamento previsto per agosto. Una volta approvato il dpr quindi saranno le categorie a essere chiamate in causa e, con regolamenti ad hoc, ad adeguarsi ai princìpi di libero accesso alla professione, formazione continua, tirocinio, preventivo, assicurazione obbligatoria, pubblicità. In assenza di riforma, saranno abrogati gli ordinamenti in contrasto con tali princìpi. Gli altri provvedimenti. Se però sul dpr circolano ancora solo bozze, il regolamento sulle Stp è pronto. Si tratta di un testo di dodici articoli che affronta il tema dell'incompatibilità, del conferimento dell'incarico e dell'iscrizione all'albo e al registro delle imprese. Tra le altre cose, per esempio, il regolamento interministeriale definisce con molta attenzione il rapporto negoziale che si instaura tra cliente e società, specificando che la «prestazione oggetto dell'incarico deve essere eseguita solo dai soci che hanno i requisiti per l'esercizio della professione, come l'iscrizione all'albo. La società deve, poi, informare correttamente il cliente sulla compagine sociale e sui professionisti che ne fanno parte, mentre la scelta del professionista a cui assegnare l'incarico spetta al cliente, che resta libero di valutarla». Infine, il decreto ministeriale che contiene i parametri per i compensi nelle liquidazioni giudiziali, secondo le ultime indiscrezioni, già al Consiglio di stato. Ma come sono stati stabiliti questi parametri? Per le professioni tecniche si è tenuto conto del valore dell'opera e, a partire da questo, è stata elaborata una formula matematica da applicare a seconda del tipo dell' opera (edilizia, infrastrutture, impiantistica). Diverso invece il parametro applicato per le professioni economico-legali: in questo caso si è puntato prevalentemente (ma non solo) sul principio della vacazione che, nei precedenti sistemi tariffari, ha reso il fattore tempo l' elemento principale di valutazione. Benedetta Pacelli 15

16 ITALIA OGGI Elezioni Biologi al voto il 21/22 giugno Clima rovente all'ordine per il rinnovo delle cariche Il commissario straordinario dell'ordine nazionale dei biologi ha indetto ieri le elezioni per il rinnovo dei vertici della categoria. Le consultazioni si terranno nei giorni 21 e 22 giugno, in prima convocazione. E andranno avanti, eventualmente in seconda e terza convocazione, tutti i giorni utili, a partire dal 23 giugno fino al 13 luglio La determinazione del commissario di recentissima nomina, Giampaolo Leccisi, arriva nel pieno di una crisi di credibilità interna all'organo di autogoverno della professione. Le precedenti operazioni elettorali del 23 ottobre 2010, infatti, sono state annullate per irregolarità il 10 giugno del Mentre il primo commissario straordinario, Lucio Botte, dopo pochi mesi ha rassegnato le dimissioni informando il ministero della giustizia del clima infuocato all'interno della categoria tanto da «determinare uno stato di stress tale da non rendere più fisicamente sopportabile la presenza all'ordine» (si veda ItaliaOggi del 25/5/2012). Una situazione tuttavia già nota al dicastero. Visto che il dipartimento per gli affari di giustizia con apposita comunicazione, il 3 aprile 2012, invitava il commissario straordinario Botte a indire le elezioni al più presto per il rinnovo dei vertici in quanto dopo una serie di sentenze (nn. 2029/12, 2030/2012, 2031/2012, 2032/2012, 2034/2012 depositate il 29 febbraio 2012), il Tar Lazio ha respinto tutti i ricorsi avverso la decisione dell'annullamento delle elezioni. Nella stessa comunicazione, considerata l'accesa conflittualità che caratterizza i rapporti tra gli iscritti e l'ordine, il ministero sottolineava «la necessità della massima vigilanza sul regolare svolgimento delle operazioni elettorali, soprattutto sotto il profilo della trasparenza e del rigoroso rispetto della legge per consentire la più ampia partecipazione democratica». A sostituire Botte (già docente universitario) arriva un magistrato per gestire la fase transitoria in quanto, spiegherà il decreto di nomina del 18 maggio 2012, «soggetto estraneo agli interessi della categoria e che vanta una profonda cultura giuridica e una spiccata autonomia e indipendenza». Ritornando alla futura tornata elettorale, sul sito sono state pubblicate le raccomandazioni indirizzate all'ordine da parte del ministero della giustizia cui il commissario intende attenersi per il corretto svolgimento delle elezioni. Considerato inoltre che con la delibera che indice le consultazioni occorre procedere alla formazione del seggio elettorale, il commissario comunica che questo sarà presieduto da Angelo Raffaele Rinaldi. Tuttavia anche su quest'ultima determinazione non mancano le polemiche. Sempre nella giornata di ieri, l'ex vice presidente dell'onb, Nicola Tafuri, ha infatti scritto al commissario straordinario per informarlo che già il 5 giugno, un giorno prima che fossero ufficializzate le elezioni ordinistiche, la comunicazione era già di dominio pubblico sul sito di Federbiologi Sicilia Snabilp ( che, ricorda Tafuri, sostiene nella nuova competizione elettorale il già presidente uscente «perché caducato dal ministero della giustizia in virtù di una sentenza della magistratura che ha annullato il precedente voto». Ignazio Marino 16

17 ITALIA OGGI Fondoprofessioni lancia l'avviso 01/2012 per finanziare l'apprendimento d'eccellenza Formazione vuol dire innovazione A disposizione 150 mila per sperimentare nuovi metodi Le profonde trasformazioni in atto nel mondo delle libere professioni stanno imprimendo una forte spinta innovativa ai processi di formazione continua negli studi. Da un lato, c'è la spinta alla competitività e le nuove tendenze del mercato del lavoro; dall'altro, c'è il dovere di assicurare ai cittadini una prestazione professionale con elevati standard qualitativi. In mezzo, la necessità di adeguare skills e competenze alle mutate esigenze di una economia intellettuale che deve fare i conti con i nuovi orizzonti normativi comunitari, pur sempre in un difficile quadro congiunturale. Dai rinnovati assetti organizzativi degli studi stanno emergendo figure professionali più complesse, che assommano una pluralità di conoscenze tecniche a capacità relazionali che vanno oltre le tradizionali mansioni lavorative. Si tratta di un processo irreversibile che deve essere accompagnato anche da una visione innovativa, non convenzionale, del modo di fare formazione. Non basta più, infatti, fermarsi ai consueti moduli di apprendimento, ma occorre sempre più spingersi su nuovi modelli formativi, sperimentare diverse formule nel metodo per arrivare a definire il contenuto dei profili professionali che stanno emergendo all'interno degli studi. Le nuove frontiere della formazione continua oggi si chiamano training on the job, innovazione di processo, trasferimento d'eccellenze e sono la punta dell'iceberg delle sperimentazioni formative d'innovazione metodologica, che rappresentano la risposta di Fondoprofessioni alle diffuse istanze di modelli di apprendimento più evoluti. Unico nel panorama dei fondi interprofessionali, il bando 01/12 del Fondo si rivolge, infatti, esclusivamente alla realizzazione di sperimentazioni formative d'innovazione metodologica, con una dota di 150 mila euro destinato alla formazione d'eccellenza all'interno degli studi professionali e delle aziende. «Il nuovo bando del Fondo intende premiare le eccellenze ed incentivare modelli formativi dall'elevato profilo qualitativo e contenutistico», ha affermato Massimo Magi, presidente di Fondoprofessioni. «Il settore delle professioni ha bisogno di modalità di apprendimento nuove. E noi siamo pronti a cogliere la sfida». Ancora una volta, il comparto degli studi professionali si pone all'avanguardia nel campo della formazione continua e, attraverso Fondoprofessioni, diventa il punto di riferimento per proporre pratiche formative d'innovazione metodologica rivolte ai dipendenti degli studi professionali e, più in generale, delle micro-strutture aziendali, attraverso le risorse messe a bando dal Fondo. Università, scuole di alta formazione, istituti di formazione specialistica post laurea, enti pubblici di ricerca, oltre agli enti attuatori già accreditati presso il Fondo, sono il target della sfida all'innovazione e all'eccellenza lanciata dal presidente Magi, per valorizzare pratiche formative innovative nell'ambito di un'ampia gamma di interventi formativi strategici quali appunto il training on the job, il trasferimento d'eccellenze, le azioni per l'introduzione di innovazione di processo e le attività finalizzate all'avvio lavorativo. 17

18 Nel dettaglio, l'avviso 01/12 è stato tagliato sugli studi professionali e micro-imprese con un massimo di 15 lavoratori in organico, comprese tutte le figure contrattuali. Il bando prevede una equa ripartizione tra le risorse destinate alla formazione dei dipendenti degli studi e quelle riservate alla formazione del personale delle aziende aderenti al Fondo. Le strutture che applicano il Ccnl degli studi professionali possono beneficiare di un budget di 75 mila euro; stessa somma per le micro-imprese. Ogni singola iniziativa formativa d'innovazione metodologica potrà essere finanziata con un massimo di 25 mila euro. Gli enti proponenti interessati avranno tempo fino al 31 agosto 2012 per presentare al Fondo una proposta di sperimentazione d'innovazione metodologica, attraverso la compilazione dell'apposito formulario (scaricabile dal sito Dovranno essere specificati gli elementi innovativi della proposta presentata e le caratteristiche distintive dell'attività. Affinché la domanda di accesso alle risorse risulti completa dovranno essere inviati al Fondo a mezzo posta elettronica certificata (Pec): formulario compilato, originale della domanda di finanziamento, statuto del soggetto proponente e documentazione dimostrativa delle competenze formative, documento del legale rappresentante del soggetto proponente. La valutazione dei progetti sperimentali pervenuti sarà effettuata dalla Direzione del Fondo, allargata ai responsabili di servizio, sulla base di criteri di analisi qualitativa. Il testo del bando 01/12 di Fondoprofessioni è consultabile sul sito Per informazioni è possibile contattare il numero 06/ o scrivere all'indirizzo mail info@fondoprofessioni.it. 18

19 ITALIA OGGI Il decreto crescita fissa in tre anni la durata del giudizio di primo grado. Due per l'appello Processi lumaca, indennizzi certi Da 500 a per ogni anno oltre il termine ragionevole Processi lumaca indennizzati con una tariffa che va da 500 euro a euro per anno. Il decreto legge sulla crescita sostenibile che dovrebbe andare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri modifica l'impianto sostanziale della legge Pinto (n. 89/2001) sia con riferimento all'indennizzo dovuto sia ai presupposti per ottenerlo. Viene, a questo proposito, fissato il calendario del processo con tempi massimi per ciascun grado. Inoltre cambia la procedura che si articola in due fasi: prima una fase monocratica con l'emissione del decreto di condanna dell'amministrazione; poi una eventuale fase, di competenza della corte di appello in composizione collegiale, di opposizione al decreto. Novità anche per l'appello civile: si introduce uno sbarramento per le impugnazioni probabilmente (secondo la valutazione del giudice) infondate. La prospettiva è che in molti casi i gradi di giudizio si riducano a due (primo grado e cassazione). Ma passiamo a esaminare tutte le novità. Durata ragionevole. Il decreto entra nel merito della durata dei processi e considera ragionevole la durata di un processo se sta nel limite dei tre anni in primo grado, dei due anni in secondo grado, di un anno nel giudizio di legittimità. Per il procedimento di esecuzione forzata il termine ragionevole è di tre anni, mentre per le procedure concorsuali è di sei anni. Oltre alle scadenze per le tappe interne, il decreto fissa una regola di chiusura: è comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni. Quindi se un primo grado dura sei anni e la sentenza passa in giudicato, l'interessato non potrà chiedere nulla. In sostanza ci possono essere compensazioni tra i singoli gradi. Indennizzo escluso. Non è riconosciuto alcun indennizzo a chi ha iniziato una lite temeraria o ha rifiutato in maniera ingiustificata una proposta di accordo in un procedimento di mediaconciliazione. Niente indennizzo nel processo penale concluso con dichiarazione di prescrizione connessa a condotte dilatorie della parte e quando l'imputato non ha depositato una istanza di accelerazione del processo penale nei 30 giorni successivi al superamento dei termini. Più in generale se si riscontra un abuso dei poteri processuali, causa di una ingiustificata dilazione dei tempi del procedimento, l'indennizzo salta. Peraltro le disposizioni sono talmente vaghe che apriranno la strada anche a disparità di trattamento o a sentenze contrastanti. 19

20 Importi. L'equa riparazione dovrà essere stabilito in misura non inferiore a 500 euro e non superiore a euro, per ciascun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, eccedente il termine ragionevole di durata del processo. La somma tuttavia non può essere superiore al valore della causa o, se inferiore, a quello del diritto accertato dal giudice. Questo significa che per una causa di piccolo valore l'indennizzo sarà decisamente basso se rapportato al numero di anni eccedenti la durata massima. Procedimento. Il procedimento diventa monocratico seguito da una eventuale fase collegiale. La domanda di equa riparazione si propone con ricorso al presidente della Corte d'appello. Il presidente della Corte d'appello, o un magistrato designato, provvede sulla domanda di equa riparazione con decreto motivato, entro 30 giorni dal deposito del ricorso. Il decreto specifica i documenti che vanno allegati alla domanda: atto di citazione, il ricorso, le comparse e le memorie; i verbali di causa e i provvedimenti del giudice; il provvedimento che ha definito il giudizio. Se il ricorso è accolto il giudice pronuncia il decreto con cui ingiunge all'amministrazione di pagare. Non disturbare il giudice. La domanda di riparazione non potrà più essere proposta durante la pendenza del processo lumaca: bisogna aspettare la sentenza definitiva e non sforare i sei mesi dalla sentenza, altrimenti si decade dalla possibilità di chiedere l'indennizzo. Fasi successive. Una volta concesso, il decreto va notificato all'amministrazione interessata entro 30 giorni, altrimenti diventa inefficace. L'amministrazione può presentare opposizione e in questo caso si apre un contenzioso avanti alla corte di appello, che giudica in composizione collegiale. Rimane ferma la comunicazione del decreto anche alla Corte dei conti, perché attivi eventuali procedimenti per responsabilità erariale. Non abusare. Quando la domanda per equa riparazione è dichiarata inammissibile o manifestamente infondata, l'interessato potrà essere condannato al pagamento in favore della cassa delle ammende di una somma da a euro. Appello civile. Il decreto prevede uno sbarramento in entrata ai procedimenti di appello civile: il giudice deve valutare se c'è ragionevole probabilità che l'impugnazione sia accolta. In caso contrario l'appello è inammissibile (tranne che per alcuni processi).se scatta l'inammissibilità, allora si può tentare un ricorso alla Corte di cassazione, ma nei limiti dei motivi specifici già esposti con l'atto di appello. La novità riguarderà anche il processo del lavoro. Lodo arbitrale. Con altra novità relativa ai lavori pubblici, forniture e servizi, il decreto prevede che nei giudizi arbitrali il lodo è impugnabile davanti alla corte di appello, oltre che per motivi di nullità, anche per violazione delle regole di diritto relative al merito della controversia. Antonio Ciccia 20

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23 23 IL SOLE 24 ORE Giustizia. Gli altri nodi: incarichi fuori ruolo e reati contro la Pa Corruzione, verso la fiducia Lo «scoglio» incandidabilità «Signor presidente non siamo pronti». Per la seconda volta in due giorni, il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Donato Bruno chiede di sospendere l'esame del ddl anticorruzione in aula perché il comitato ristretto non è ancora riuscito a sciogliere i nodi dell'incandidabilità dei condannati per delitti non colposi (articolo 10) e il governo non ha ancora «sciolto la riserva» sui pareri alla norma che limita gli incarichi fuori ruolo per i magistrati (12) nonché a quelle che ridisegnano i reati contro la pubblica amministrazione e le relative pene (articoli 13 e 14). Punti nevralgici, oggetto di continue riunioni, anche ieri sera, tra l'esecutivo e i rappresentanti della maggioranza, e che a questo punto potrebbero finire in un maxiemendamento su cui il governo chiederebbe la fiducia la prossima settimana. Stamattina ci sarà un altro vertice governo-maggioranza e poi ancora una riunione del comitato ristretto in cui, riferisce Bruno, «il ministro Severino ha assicurato che darà i pareri». Poi l'aula riprenderà, ma solo per mezza giornata. Il rinvio a martedì prossimo è scontato e così pure la richiesta di fiducia su incandidabilità e parte penale. Fiducia che già ieri sembrava a un passo, vista la presenza in aula del ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Sono le 19,00 quando la seduta dell'aula viene sospesa. Tre ore e mezza sono trascorse per approvare gli articoli 2, 4 e 6 della parte sulla prevenzione, accantonati il giorno prima. Quindi: la pubblica amministrazione potrà ricorrere agli arbitrati ma solo previa autorizzazione motivata (con tanto di compenso) dell'amministrazione interessata e, «preferibilmente», con dirigenti pubblici; incompatibilità di un anno ad assumere ruoli dirigenziali per chi ha ricoperto cariche pubbliche elettive; sì alla white list nelle Prefetture con l'elenco delle imprese "virtuose" per le quali non sarà più richiesta l'informazione antimafia. La «strana» maggioranza ha retto, anche se sugli arbitrati si è verificata una bizzarra convergenza dell'idv su alcuni emendamenti più rigoristi del pidiellino Francesco Paolo Sisto (tutti respinti). Presente anche Giarda, che in un paio di occasioni si è appartato con i capigruppo di Pdl e Pd, Fabrizio Cicchitto e Dario Franceschini per discutere della fiducia. Ai problemi sugli articoli 13 e 14 della parte penale si sono infatti aggiunti quelli sull'articolo 10: il Pd, per non essere scavalcato in aula dall'idv, ha proposto l'incandidabilità dei parlamentari condannati sia definitivamente sia solo in primo grado se si tratta di reati gravi (mafia, terrorismo, concussione, corruzione, riciclaggio ecc.) nonché la decadenza degli eletti se sopraggiunge una di queste cause. Il Pdl però non vuole saperne, meno che mai se il governo dovesse chiedere la fiducia su questo punto. Non avrebbe obiezioni, invece, a votare la fiducia sulla parte penale, che consentirebbe anzi di blindare la mediazione della Severino, sebbene tutti i gruppi continuino a chiedere modifiche. Ieri si è rivisto anche Niccolò Ghedini: l'avvocato dell'ex premier è entrato e uscito dall'aula per una riunione con Cicchitto e con il capogruppo in commissione Giustizia Enrico Costa. In serata un'altra riunione e l'orientamento di blindare con la fiducia la mediazione della Severino sul penale (così com'è uscita dalle commissioni) nonché la proposta originaria sull'incandidabilità, ovvero la delega al governo per disciplinare la materia. Donatella Stasio

24 ITALIA OGGI La previsione nel ddl sulla corruzione alla Camera Paletti all'arbitrato Placet della p.a. e tetto ai gettoni Sì agli arbitrati nelle amministrazioni pubbliche, purché autorizzati dall'organo di governo, e con un tetto al compenso del dirigente che li svolgerà. E un anno di stop agli ex politici che aspirano ad un poltrona al vertice di un organismo statale, divieto che non riguarderà chi è stato in lizza, senza essere eletto. Ma nessuna decisione sulla incandidabilità dei condannati. L'approvazione del disegno di legge contro la corruzione (C 4434-A e abb.) va avanti a rilento, nell'aula della Camera, dove l'esame riprenderà oggi. Disco verde, ieri, all'articolo 2 sulla trasparenza dell'attività amministrativa, accantonato e poi riformulato da uno dei relatori, Jole Santelli (Pdl): verranno considerati nulli gli arbitrati privi del via libera dell'organo di governo dell'amministrazione, regola estesa anche alle società a partecipazione pubblica, o che comunque abbiano ad oggetto opere o forniture finanziate, in tutto o in parte, con risorse a carico dello stato. Prefetture in prima linea e con ampi poteri contro i rischi di infiltrazione mafiosa nelle imprese: passa, infatti, l'articolo 6 che crea le cosiddette «white list» delle aziende pulite, prive di qualunque condizionamento; nelle sedi prefettizie ci dovrà essere l'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di penetrazione della criminalità organizzata. Il testo individua anche le attività più a rischio, fra cui quelle di «trasporto di materiale e discarica conto terzi, trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti conto terzi», nonché «confezionamento, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti». E se stamani si tenterà di sciogliere il nodo sulla incandidabilità di chi abbia ottenute condanne nel Comitato dei 18 delle commissioni affari costituzionali e giustizia, nelle stesse ore sono attesi i pareri del governo sugli articoli 12 e 13 del ddl concernenti le modifiche al codice penale su concussione e corruzione, e che introducono i nuovi reati di corruzione fra privati e traffico illecito di influenze. Simona D'Alessio 24

25 ITALIA OGGI Gli ultimi dati del Mingiustizia presentati a un convegno internazionale Più spinta alla mediazione Ad aprile oltre tentativi in più di febbraio Decolla la mediazione obbligatoria. Nel mese di aprile, infatti, che è stato il primo dall'entrata in vigore delle ultime due materie, rc auto e condominio, i procedimenti iscritti sono stati Più di mille in più rispetto a marzo e oltre rispetto a febbraio. Più in generale, i tentativi di mediazione sono passati da poco più di 60 mila, registrati al 31 dicembre 2011, nell'arco di circa dieci mesi, a al 30 aprile Il che vuol dire che negli ultimi quattro mesi le controversie sono state il 72% rispetto ai primi nove. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni della Direzione generale di statistica del ministero della giustizia, che ha fatto il punto sull'andamento del dlgs n. 28/2010 dalla sua entrata in vigore, il 21 marzo 2011, a fine aprile Via Arenula ha rilevato anche il tasso di successo dei tentativi di conciliazione a seconda della categoria degli organismi. Ebbene, le percentuali più alte sono registrate dagli organismi privati (51,4%), seguiti dalle camere di commercio (49,8%) e dagli ordini degli avvocati (34,5%). Il nuovo rapporto del ministero è stato presentato ieri in occasione della conferenza internazionale, organizzata da Adr Center e co-finanziata dalla Ue, dal titolo «Il giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione: prima e dopo la direttiva europea», che si è svolta a Milano presso la Corte d'appello. All'evento sono state anche avanzate delle proposte sulla mediazione a livello europeo. In particolare, Arlene McCarthy, europarlamentare e relatore della direttiva sulla mediazione, ha chiesto di «esigere dagli stati membri un numero minimo di mediazioni all'anno, per contribuire in modo concreto e misurabile a facilitare l'accesso alla giustizia dei casi che più lo meritano». Anche il primo presidente della Corte di cassazione Ernesto Lupo, ha sposato la posizione del Parlamento europeo, riconoscendo come «gli incentivi alla mediazione, tra cui la previsione, in talune ipotesi, dell'obbligatorietà del tentativo, e le relative sanzioni, sono una componente essenziale di un modello di mediazione capace di produrre risultati apprezzabili» e rilanciando «l'esigenza di incentivi che valgano a bilanciare i costi del ricorso alla mediazione Incentivi certi, e all'altezza dei vantaggi sociali che sarebbero assicurati dalla più ampia diffusione dell'istituto». Gabriele Ventura 25

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29 IL SOLE 24 ORE Giustizia. Le modifiche sui fallimenti Con il concordato azienda rilanciata Alla fine, all'appello mancano solo le procedure di allerta. Del lavoro del gruppo istituito presso il ministero della Giustizia con l'obiettivo di modificare alcuni aspetti della legge fallimentare è stato recepito quasi tutto nel testo del decreto legge. Resta una parte sulle esecuzioni che potrebbe essere inserita in sede di conversione. Ultimo ingresso una misura di natura penale per sanzionare il professionista che «espone informazioni false ovvero omette di riferire informazioni rilevanti» nell'ambito degli accordi di ristrutturazione del debito oppure di esecuzione delle nuove norme sul concordato finalizzato alla continuità aziendale. Pesante la sanzione prevista: la reclusione da 2 a 5 anni e la multa da 50mila a 100mila euro. Con possibilità oltretutto di aumentare la pena sino alla metà se dal fatto illecito è derivato un danno ai creditori. Sempre per quanto riguarda i professionisti, vengono meglio precisati i requisiti di autonomia di chi attesta la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità (e non più la semplice ragionevolezza) del piano di risanamento: oltre a non dovere essere legato all'impresa stessa (un'incompatibilità che agisce anche in maniera retroattiva ai 5 anni precedenti e investe anche la partecipazione a organi di amministrazione e controllo), il professionista deve essere svincolato da tutti coloro che hanno interesse all'operazione di risanamento. Le altre modifiche si occupano del concordato preventivo, permettendo l'accesso alle forme di protezione previste dall'istituto in via anticipata. Così, l'imprenditore può depositare il ricorso con la domanda di concordato riservandosi di presentare solo in un secondo momento la proposta, il piano e la documentazione relativa. Lo slittamento può arrivare, su autorizzazione della magistratura, sino a 180 giorni. Inserita una disposizione sui contratti in corso di esecuzione, stabilendo che l'imprenditore al momento della presentazione della domanda di concordato preventivo può chiedere all'autorità giudiziaria lo scioglimento dei contratti in corso di esecuzione oppure la loro sospensione. In questi casi al contraente spetta però un risarcimento per mancato adempimento. Via libera poi al concordato in continuità aziendale con l'obiettivo di agevolare la prosecuzione dell'attività. In questa prospettiva va letta la possibilità che il piano preveda la sospensione fino a un anno del pagamento dei crediti privilegiati. I contratti in essere possono proseguire e l'impresa può comunque gareggiare per appalti pubblici. Bloccata poi l'operatività della causa di scioglimento delle società per perdita del capitale quando si sceglie di ristrutturare il debito secondo una delle procedure previste dalla legge fallimentare. Per gli accordi di ristrutturazione del debito si scandisce il pagamento dei creditori estranei entro 120 giorni dal l'omologazione in caso di crediti già scaduti a quella data oppure entro 120 giorni dalla scadenza per quelli non ancora scaduti. Giovanni Negri 29

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