PROVIDUNE (LIFE07NAT/IT/000519) Conservazione e ripristino di habitat dunali nei siti delle Province di Cagliari, Matera, Caserta PROGETTO ESECUTIVO

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1 Provincia di Caserta PROVIDUNE (LIFE07NAT/IT/000519) Conservazione e ripristino di habitat dunali nei siti delle Province di Cagliari, Matera, Caserta Interventi nel SIC IT Pineta della Foce del Garigliano Comune di Sessa Aurunca PROGETTO ESECUTIVO Allegato: Tavola: Scala: Relazione Paesaggistica Data: Ottobre 2013 Responsabili per la progettazione esecutiva CRITERIA s.r.l. _ Città:RIcerche:TERritorio:Innovazione:Ambiente via Cugia, Cagliari (Italy) tel fax criteria@criteriaweb.com; Arch. Paolo Falqui Direttore Tecnico Dott. Geol. Maurizio Costa Dott. Biol. Patrizia Sechi UNICA Provincia di Cagliari Provincia di Caserta Provincia di Matera TECLA

2 Provincia di Cagliari - Committente Progettazione esecutiva CRITERIA s.r.l. _ Città:RIcerche:TERritorio:Innovazione:Ambiente via Cugia, Cagliari (Italy) tel fax Coordinamento generale e tecnico-scientifico Arch. Paolo Falqui, Direttore Tecnico e direzione tecnico operativa, Dott. Geol. Maurizio Costa, direzione tecnico operativa, aspetti geologici, ambientali e progettazione delle opere naturalistiche Dott. Biol. Patrizia Sechi, aspetti biotici e naturalistici, supporto alla progettazione Esperti di settore e progettazione Ing. Francesca Etzi, progettazione delle opere naturalistiche e delle infrastrutture Ing. Mauro Medici, supporto alla progettazione e verifica strutturale delle passerelle in legno Arch. Sebastiano Gaias (studio Gaias), coordinatore della sicurezza in fase di progettazione Aspetti specialistici e valutazione Dott. Nat. Valentina Lecis, valutazione aspetti biotici e naturalistici Dott. Geol. Silvia Pisu, valutazione aspetti geologici e geomorfologici Dott. Pian.Terr. Luca Picciaredda, caratterizzazione territoriale e paesaggistica Dott. Cinzia Marcella Orrù, cartografia e GIS Dott. Geol. Michele Corona, relazione geotecnica Indagini geognostiche in sito, caratterizzazioni geotecniche e rilievi plano-altimetrici Ing. Giuseppe De Angelis - PRISMA s.r.l.

3 SOMMARIO PROVIDUNE 1 Il progetto Descrizione dei caratteri paesaggistici del contesto e delle aree di intervento Caratteri generali di inquadramento dell area e del contesto paesaggistico: sistema delle relazioni alla scala locale e di area vasta Configurazione e caratteri geomorfologici Appartenenza a sistemi naturalistici (biotopi, riserve, parchi naturali, boschi) Sistemi insediativi storici (centri storici, edifici storici diffusi) Appartenenza a sistemi tipologici di forte caratterizzazione locale e sovralocale Appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi panoramici Appartenenza ad ambiti a forte valenza simbolica (in rapporto visivo diretto con luoghi celebrati dalla devozione popolare, dalle guide turistiche, dalle rappresentazioni pittoriche o letterarie) Indicazione e analisi dei livelli di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell'area di intervento considerata Quadro vincolistico di riferimento Relazioni rispetto agli strumenti di pianificazione Rapporto sulla percezione dei luoghi Elaborati di progetto Inquadramento territoriale dell area di intervento e descrizione delle opere Descrizione delle opere Motivazione delle scelte progettuali Elementi per la valutazione di compatibilità paesaggistica Simulazione dettagliata dello stato dei luoghi a seguito della realizzazione del progetto Previsione degli effetti delle trasformazioni da un punto di vista paesaggistico Opere di mitigazione

4 1 Il progetto Il progetto si riferisce agli Interventi di conservazione e ripristino di habitat dunali nei Siti delle Province di Cagliari, Matera e Caserta. Il progetto è finanziato dalla Comunità Europea tramite i fondi comunitari LIFE + Nature e Biodiversity. Gli interventi sono inquadrati nell ambito delle azioni previste dal progetto LIFE07NAT/IT/ PROVIDUNE e mira a salvaguardare gli ambienti dunali presenti in alcuni Siti di Importanza Comunitaria facenti parte della rete Natura Gli interventi e le opere previste dal presente progetto esecutivo interessano tre differenti settori del litorale compreso nel SIC della Pineta della Foce Garigliano (cod. IT ), ricadente nel Comune di Sessa Aurunca e Cellole, in Provincia di Caserta. Per una migliore identificazione grafica e rappresentazione descrittiva, nella fase di indicazione degli interventi prevista nel documento conclusivo dell azione di studio A5 dall Autorità di Bacino Liri Garigliano e Volturno, i settori del litorale sono stati individuati dalle sigle: A1, A2 e C. Interventi nei settori di spiaggia A1 e A2 Azione C1: si realizzerà lungo tutta l area di intervento una viminata basale la cui funzione è quella di protezione del piede della duna e della porzione sommitale della spiaggia, nonché delimitazione di accesso alla zona dunale in sostituzione della delimitazione con dissuasori proposti nei documenti del progetto LIFE; nella parte retrostante rispetto all area di localizzazione della viminata, in corrispondenza dei varchi creatisi tra gruppi di vegetazione a causa del calpestio, degli accessi non regolamentati ecc.., verranno realizzate barriere verticali con l inserimento del cordone di fascine a tergo ricoperta da biostuoia la cui funzione sarà quella di limitare il processo di erosione del sistema dunale e la trattenuta del materiale trasportato da eventuali mareggiate in area dunare. Vengono inoltre previsti nel settore dunale impianti di specie autoctone, in particolare di Juniperus oxycedrus e Crucianella maritima. Inoltre essi verranno protetti attraverso barriere frangivento con moduli quadrati disposti a scacchiera, di 4 metri di lato. Vengono inoltre previste aree di eradicazione di specie aliene, nel caso specifico del Carpobrotus spp., che può alterare con la sua capacità competitiva, le comunità psammofile autoctone. Verranno inoltre eseguiti abbattimenti selettivi di esemplari deperenti (settore A1) e abbattimenti di alberi adulti (settore A2), di esemplari di pino non funzionali allo sviluppo della pineta e che interferiscono con la naturale seriazione degli habitat (compromettendo in particolare l habitat 2250*), e di specie aliene come l Acacia saligna che stanno 2

5 compromettendo la crescita della vegetazione autoctona. Vengono inoltre posizionati cartelli informativi e didattici per la sensibilizzazione dei fruitori dell area. Azione C3: nel settore A1 si realizzerà una passerella in legno in corrispondenza dei punti di maggiore vulnerabilità della vegetazione dunale dovuti al calpestio, come da particolare costruttivo (vedi Tav Planimetria e particolari costruttivi della passerella di accesso alla spiaggia), delimitata ai lati da dissuasori realizzati con il sistema palo corda palo. Tale passerella sarà sopraelevata nella parte di accesso alla spiaggia, nell attraversamento del cordone dunale, e sarà invece realizzata poggiata al suolo nella zona pinetata (particolari costruttivi Tav ). Il sentiero di accesso verrà delimitato lateralmente in parte da dissuasori e, nei sentieri sterrati al di fuori della fascia pinetata, da recinzione a croce di Sant Andrea soprattutto in corrispondenza della intersezione con altri sentieri e varchi, e dell accesso con la strada provinciale in modo da impedire la fruizione e la percorrenza in aree sensibili da proteggere, obiettivo primario del progetto LIFE. Tali varchi verranno anche delimitati in parte da cancelli in legno, cosi da delimitare anche gli accessi alle aree di proprietà privata. Un area attrezzata sarà realizzata su una superficie pubblica disponibile e limitrofa alla Strada Provinciale. Tale area sarà finalizzata alla sola percorrenza e sosta ciclabile e pedonale, sarà dotata di rastrelliere per la sosta di biciclette e di una superficie realizzata con grigliati in plastica per facilitare l eventuale alloggiamento di manufatti temporanei e removibili per l espletamento di servizi di supporto alla fruizione naturalistica del Sito. La superficie dell area attrezzata sarà realizzata attraverso il solo livellamento delle asperità presenti, regolarizzazione delle pendenze e successiva compattazione del piano di calpestio, senza modifiche sostanziali alla morfologia originaria del sito. Verrà inoltre realizzato un accesso carrabile da utilizzarsi occasionalmente per mezzi di servizio autorizzati e/o di soccorso, regolamentato con la messa in opera di un cancello in legno. 3

6 Figura 1 Interventi in progetto nel Settore A1 e A2 4

7 Interventi nel settore C Azione C1: in quest area di intervento si realizzerà una viminata basale al piede della duna con l inserimento del cordone di fascine a tergo ricoperta da biostuoia, le motivazioni alla base della tipologia scelta sono le stesse evidenziate per le altre due aree di intervento. Nella zona a monte verranno realizzati impianti di specie differenti a seconda che si trovino nell area propria dell habitat 2250* Dune costiere con Juniperus spp. o in quella 2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae. La protezione di tali impianti varia a seconda della localizzazione, infatti nella zona più interna verranno utilizzate celle rettangolari di ampia superficie, mentre nella zona frontale a ridosso della spiaggia saranno utilizzate strutture frangivento con moduli a scacchiera di 4 metri di lato. Vengono inoltre posizionati, come negli altri due settori, cartelli informativi e didattici per una migliore sensibilizzazione dei fruitori dell area. Azione C3: si realizzerà una passerella in legno come da particolare costruttivo. Il sentiero di accesso verrà delimitato lateralmente da una recinzione a croce di Sant Andrea, in modo da impedire la percorrenza sia pedonale che carrabile in aree sensibili. Figura 2 Interventi in progetto nel Settore C Tavole di riferimento: Planimetria di inquadramento degli interventi; 2.7 Planimetria di progetto 5

8 Descrizione dei caratteri paesaggistici del contesto e delle aree di intervento 1.1 Caratteri generali di inquadramento dell area e del contesto paesaggistico: sistema delle relazioni alla scala locale e di area vasta Alle presenti considerazioni di natura sintetica che consentono di inquadrare in termini generali le relazioni di carattere paesaggistico, segue una parte di contenuti organizzati in termini analitici, in funzione delle indicazioni suggerite dal DPCM 12/12/2005. Gli ambiti di intervento sono situati all interno del settore litoraneo del SIC IT Pineta della Foce del Garigliano. Il SIC è ubicato nella Regione Campania, all interno della Provincia di Caserta, compreso nei comuni di Sessa Aurunca e Cellole. Il territorio del SIC è collocato geograficamente nella Piana del fiume Garigliano, in prossimità della foce; tale fiume è costituito dall unione, a pochi chilometri dalla foce, del Fiume Liri e del Fiume Gari. La Piana del Fiume Garigliano, insieme alla piana del Fiume Volturno, si inseriscono nella porzione settentrionale della Piana Campana. È un sito caratterizzato da un cordone dunare in cui è presente una pineta denominata Pineta della Foce del Garigliano" e fasce di vegetazione psammofila in evidente stato di degrado. Esso risulta fortemente compromesso a causa dell intenso sfruttamento del territorio, che ne ha fortemente modificato l assetto morfologico e il paesaggio naturale. L aspetto che maggiormente sottolinea questa instabilità è l arretramento della linea di riva a seguito dell instaurarsi di fenomeni erosivi riconducibili alla pressione antropica sia a carattere locale, che ha dato spazio a centri balneari, villaggi turistici, porticcioli ecc.. procedendo con la distruzione dei sistemi dunali, sia a carattere sovralocale, che ha generato un decremento degli apporti solidi attraverso la foce del fiume Garigliano e il conseguente avanzamento del cuneo salino nella falda costiera. Per quest ultimo fattore ha svolto un ruolo determinante anche l attività di bonifica sulle aree retrostanti la fascia costiera situate ad una quota inferiore al livello del mare ed un tempo costituenti il cosiddetto Pantano di Sessa. Le aree di intervento sono state individuate nei settori di spiaggia limitrofi alle strade sterrate di accesso al litorale, occupando nei settori A1 e A2 la parte di retro spiaggia antistante la pineta dell omonimo SIC. La terza area di intervento è stata individuata accanto allo sbocco a mare del Canale del Consorzio di Bonifica Aurunco Macchine Vecchie, in prossimità della località turistica Baia Domizia, in cui sono presenti il Camping Internazionale Baia Domizia ed il Villaggio, gli unici insediamenti turistico-balneari che interessano il tratto di litorale in esame. 6

9 Tavole di riferimento: Inquadramento territoriale; 2.2 Planimetria dello stato attuale 1.2 Configurazione e caratteri geomorfologici L'area di interesse si colloca a margine di un esteso territorio pianeggiante, delimitato a nord dal fiume Garigliano, ad est dal massiccio vulcanico del Roccamonfina, a sud dalla dorsale calcareo-dolomitica del Monte Massico. Essa è ubicata, in particolare, nel tratto più settentrionale del Litorale Domitio, caratterizzato da costa bassa e sabbiosa, che nella sua interezza si estende dalla Piana del Garigliano fino a Monte di Procida per circa 50 km. L'ambiente, condizionato prevalentemente dalla dinamica fluviale nel caso in esame, del fiume Garigliano è compromesso da un intenso sfruttamento antropico del territorio, da un intensa urbanizzazione, da attività agricole e zootecniche e da opere costiere, che hanno profondamente modificato l assetto morfologico e il paesaggio naturale originario. Il litorale considerato mostra una notevole progradazione della linea di riva conseguente alla ridistribuzione dei sedimenti erosi della cuspide deltizia generata attraverso i secoli - mentre un progressivo arretramento si registra a partire dagli anni 70 del secolo scorso, a seguito della completa rettificazione della linea di costa. Questa è caratterizzata da un'ampia spiaggia, cui fa seguito un doppio cordone di dune, dei quali uno mobile e soggetto a erosione, l'altro fisso e coperto da macchia mediterranea o pineta. Estesa era, per questo motivo, una zona immediatamente retrostante composta da sabbie e terreni alluvionali a matrice sabbioso-argillosa, che si presentava in passato caratterizzata dalla presenza di una serie di paludi e lagune costiere: le fonti ricordano quelle di Minturnae presso la foce del Garigliano e, più a sud, il "pantano di Sessa", sottoposto ad interventi di bonifica sin dall'età romana 1. Elaborato di riferimento: Relazione Geologica 1 M. Pagano, Note sulla bonifica romana in Campania, in Interventi di bonifica agraria nell'italia romana, ATTA 4, 1995, pp

10 1.3 Appartenenza a sistemi naturalistici (biotopi, riserve, parchi naturali, boschi) Condizioni di naturalità, biodiversità, connettività ed efficienza ecologica Il SIC Pineta della Foce del Garigliano è collocato nella valle del Garigliano attraversata dall omonimo fiume, che scorre per circa 38 km per poi sfociare nel Mar Tirreno in prossimità delle aree di intervento. L area del SIC è delimitata dalla Strada Provinciale Garigliano-Monte Massico, a monte del tracciato si trova una vasta piana occupata da suoli ad uso agricolo, mentre a valle si trova la pineta da cui prende il nome il SIC. Le due aree di intervento ricadenti nel settore A si trovano a ridosso della pineta, che necessiterebbe di interventi selviculturali a favore della salvaguardia del patrimonio forestale. L area del settore di intervento C risulta invece maggiormente antropizzata, per la presenza di strutture per l attività turistica, anche se a ridosso delle aree in cui si effettueranno gli interventi risulta evidente lo stato di degrado della vegetazione. Presenza di parchi naturali, SIC e loro localizzazione Come detto, l area di intervento è situata all interno del SIC Pineta della Foce del Garigliano univocamente determinato dal Codice Natura 2000 di identificazione del sito IT , così come indicato dal Decreto Ministeriale del 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva Habitat dell Unione Europea (92/43/CEE) e della Direttiva Uccelli (79/409/CEE). Il SIC ha un estensione di circa 180 ha e si trova al confine sud-ovest del parco del Parco Regionale Roccamonfina-Foce Garigliano (Istituito con Deliberazione di Giunta Regionale n del 12 aprile 2002 L.R. 1 settembre 1993 e successive modifiche). Il parco si estende per circa ettari ed è sovrastato dal complesso vulcanico del Roccamonfina. Il Parco Regionale è suddiviso in diverse zone, quali: - Area di riserva integrale (Zona A); - Area di riserva generale orientata e di protezione (Zona B); - Area di riqualificazione dei centri abitati di protezione e sviluppo economico e sociale (Zona C). Tavole di riferimento: Quadro dei livelli di tutela - vincoli normativi; 8

11 1.4 Sistemi insediativi storici (centri storici, edifici storici diffusi) L indirizzo metodologico alla base della caratterizzazione storico culturale ed architettonica si fonda essenzialmente sul riconoscimento del valore storico contestuale di ciascun bene e delle valenze attuali che potenzialmente legano risorse storico culturali a risorse ambientali ed economiche. Per riconoscimento del valore storico contestuale si intende l inquadramento di un bene storico nel contesto territoriale di riferimento e nella sua relazione con altri siti, beni o luoghi che contribuiscono a ricostruirne il significato storico. L individuazione di un bene, il riconoscimento ufficiale, la tutela e la conservazione regolamentata da norme vigenti e lo studio approfondito di come una valorizzazione tesa alla fruizione ne potenzia il valore senza snaturarne il senso storico individuato sono le fasi operative che dovrebbero riguardare ogni bene storico culturale architettonico, archeologico o demo-etno-antropologico e il rispetto e la qualificazione del valore storico contestuale ne connota la valenza paesaggistica. La connessione e l integrazione delle risorse storico culturali con la tutela, la conservazione e la gestione prevista per le aree ad alto valore ambientale è il campo di interesse più pertinente nelle recenti iniziative di rivalutazione, a livello di pianificazione regionale, dell importanza della sostenibilità ambientale e paesaggistica delle attività sul territorio e dell orientamento di forte promozione del patrimonio identitario e culturale. Sebbene sia ubicata all'interno di un comprensorio tra i più ricchi di testimonianze archeologiche, l'area interessata dal progetto non sembra recare, almeno alla stato attuale della ricerca, tracce rilevanti del popolamento antico. Le evidenze insediative storiche più prossime alle aree oggetto degli interventi, sono quelle individuate sulla riva sinistra del Garigliano, in prossimità della foce, sul sito della distrutta Torre di Pandolfo Capodiferro, relativi ad un probabile abitato della tarda età repubblicana. Sempre lungo la riva sinistra del Garigliano, ma più all'interno, nella frazione S. Castrese loc. S. Donato, è presente invece una villa residenziale, probabilmente con un proprio approdo sul fiume; altre strutture, in loc. Scafa di S. Caterina, quasi del tutto crollate nel letto del Garigliano, potrebbero essere invece pertinenti ad un ponte 2. Tornando sulla costa, verso sud, invece, l'edificazione selvaggia ha stravolto tutto: bisogna spingersi, infatti, fino ai sobborghi settentrionali di Sinuessa per riscontrare delle 2 G. Gasperetti, Testimonianze archeologiche delle infrastrutture idrauliche di età romana tra il Garigliano ed il Massico, in ATTA 12, 2003, p

12 testimonianze archeologiche. A nord del Rio S. Limato, in comune di Cellole, resta infatti uno dei più importanti impianti di tipo residenziale e costiero a noi noti sul litorale Domitio. Ad interessare marginalmente la zona costiera è naturalmente anche il tracciato esterno della via Appia, lungo la quale è plausibile si disponessero altri insediamenti e necropoli oltre a quelli già noti; si consideri, comunque, l'opera di distruzione perpetrata ai suoi danni in occasione della costruzione della moderna Domiziana. Gli interventi previsti nel progetto, indispensabili per il mantenimento delle dune, che costituiscono la dominante paesaggistico-ambientale del luogo, non prevedono alcuna trasformazione dell assetto morfologico dei luoghi ma si limitano alla mitigazione degli impatti della fruizione balneare, alla riorganizzazione degli accessi alle spiagge, all eliminazione delle specie aliene invasive sulle dune (eradicazione del carpobrotus), nonché all implementazione di servizi per i bagnanti, il tutto senza interferire con il sistema complesso di testimonianze che definiscono il paesaggio locale storico-culturale. Si specifica inoltre che, data la natura tipologica delle opere previste, non prevedendo sostanziali trasformazioni delle superficie del suolo, assenza di escavazioni e movimenti terra, non sono attesi in fase di realizzazione e di esercizio interferenze significative con il contesto archeologico eventualmente presente. 1.5 Appartenenza a sistemi tipologici di forte caratterizzazione locale e sovralocale Il territorio del SIC è compreso tra due aree litorali fortemente antropizzate, quali la Baia Domizia a sud del limite del Sito in oggetto, in cui sono presenti svariati alberghi, camping e villaggi turistici, e Marina di Minturno frazione del comune di Minturno (Regione Lazio) a nord della Foce del fiume Garigliano, località turistica nella Provincia di Latina. Il centro abitato più vicino al SIC è quello di Cellole, collegato alle aree di intervento tramite la SS7 quarter; a questo comune è legato un caso grave di abusivismo edilizio che ha in parte determinato l espansione turistica del centro. A partire dai primi anni 80 si consentì la realizzazione di strutture precarie in località Pantano a poca distanza da Baia Domizia, la zona immediatamente a ridosso di quella urbanizzata. Questo in totale spregio alla Legge Galasso ed alla logica che vorrebbe quell'area destinata ad uno sviluppo turistico di qualità. Il centro urbano più importante della zona è quello di Sessa Aurunca, localizzato a nord-est rispetto al Sito in oggetto, il suo territorio si spinge però fino al litorale e risulta collegato alle aree di intervento grazie alla Strada Statale Appia. Il SIC ricade infatti quasi interamente nel 10

13 territorio comunale di Sessa Aurunca. Baia Domizia, località turistica di cui sopra, nasce agli inizi degli anni 60 quando il comune di Sessa Aurunca vendette l'area dopo deliberazione del consiglio comunale del 29/9/1962 alla società Aurunca Litora S.p.a. a condizione che rimanesse aperta a tutti e che fosse sviluppata e valorizzata per scopi "turistico-balnearoresidenziale" come citato nell'atto di compravendita. 1.6 Appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi panoramici Il corredo delle immagini raccolte nelle tavole della simulazione fotografica evidenziano le aree da cui gli interventi risultano maggiormente visibili. Come risulta dalle tavole di progetto gli interventi proposti sulla base di un approccio orientato a qualificare positivamente l inserimento ambientale delle opere sono legati alla ridefinizione dell assetto distributivo dell area, alle modifiche apportate agli spazi liberi di percorrenza per l accesso alla spiaggia sostituendoli con percorsi che incanalano i flussi pedonali alleggerendo il carico pedonale e veicolare e all inserimento di servizi utili ai fruitori della spiaggia. Per quanto riguarda gli interventi legati alla protezione e al risanamento dei sistemi dunari, questi sono inseriti completamente all interno del contesto morfologico e vegetazionale del compendio sabbioso dunare, risultando visibili dall avanspiaggia e dalla battigia, ma i toni cromatici dei materiali naturali utilizzati nelle opere (pali in legno, corde di canapa, cannuciati, stuoie in fibra naturale di cocco, ecc.) consentono di ottenere un armonioso rapporto cromatico e materico con le superfici sabbiose in cui sono inseriti. Tavole di riferimento: Planimetrie di progetto; 2.9 Planimetria e particolari costruttivi della passerella di accesso alla spiaggia; Particolari costruttivi delle opere di ingegneria naturalistica (Azione C1) e delle opere di infrastrutturazione (Azione C3); Planimetria e particolari costruttivi dell area attrezzata; Simulazioni fotografiche degli interventi progettuali 1.7 Appartenenza ad ambiti a forte valenza simbolica (in rapporto visivo diretto con luoghi celebrati dalla devozione popolare, dalle guide turistiche, dalle rappresentazioni pittoriche o letterarie) Il territorio costiero del Litorale Domitio possiede una forte riconoscibilità fondata sui caratteri del paesaggio identitario relativamente allo scenario paesaggistico del litorale, che per quanto fortemente alterato dagli interventi antropici, coniuga armonicamente il sistema del 11

14 litorale sabbioso con la pineta e la foce del fiume Garigliano con il retrostante sistema agricolo e gli insediamenti costieri. Il complesso di risorse ambientali costituisce uno dei principali elementi di attrazione del comparto turistico, principale volano dell economia locale. I rapporti visivi più sedimentati e rappresentativi sono l insieme di pineta-spiaggia, percepibili prevalentemente dal mare e dalla spiaggia, mentre dalle strade restrostanti domina la fascia pinetata. Alcuni parametri per la lettura delle caratteristiche paesaggistiche, utili per l'attività di verifica della compatibilità del progetto Parametri di lettura di qualità e criticità paesaggistiche - diversità: riconoscimento di caratteri /elementi peculiari e distintivi, naturali e antropici, storici, culturali, simbolici, ecc.; - integrità: permanenza dei caratteri distintivi di sistemi naturali e di sistemi antropici storici (relazioni funzionali, visive, spaziali, simboliche, ecc. tra gli elementi costitutivi); - qualità visiva: presenza di particolari qualità sceniche, panoramiche, ecc.; - rarità: presenza di Il sistema ambientale, nelle sue componenti biotiche ed abiotiche, si caratterizza per la presenza di ambienti estremamente diversificati racchiusi in un areale relativamente ristretto (spiaggia, dune, impianti artificiali a Pino, pianure della bonifica storica, sistema agricolo). Sotto il profilo insediativo la presenza, all'interno del SIC, di strutture ricettive e camping, stabilimenti balneari dotati di chioschi e infrastrutture leggere, permettono lo sviluppo dell attività turistica. Il litorale sabbioso, nonostante si trovi in un evidente stato di degrado dovuto alla pressione antropica e alla erosione della spiaggia, manifesta caratteri di naturalità in cui è possibile leggere i rapporti funzionali tra le diverse componenti del sistema di spiaggia, delle dune, della zona boscata. In particolare le boscaglie a ginepro delle dune manifestano ancora caratteri di integrità che necessitano di protezione e salvaguardia. Le pratiche di attraversamento del sistema dunare per l accesso alla balneazione protratte nel tempo e l utilizzo delle zone retrodunari, attraverso l abbandono di rifiuti, lo sviluppo di piste e tracciati stradali, camminamenti, ecc. hanno determinato la frammentazione degli habitat costieri e del compendio dunale, con fenomeni di degrado dei corpi sabbiosi, arretramento della linea di riva, innescando processi di degrado paesaggistico, che s intende contrastare con gli interventi progettuali proposti. Il sistema paesaggistico esprime una discreta qualità visiva in relazione alla varietà di ambienti ed alla morfologia dei corpi dunari, della pineta che delimitano il sistema di spiaggia. Il progetto è volto a ricostruire e riqualificare questa particolare qualità scenica, soprattutto intervenendo sulla continuità dei sistemi biotici ed abiotici (coperture vegetali e sistemi dunali). Il sistema ambientale e il paesaggio del SIC si configura come un cordone sabbioso sub-rettilineo, impreziosito dalla presenza delle 12

15 elementi caratteristici, esistenti in numero ridotto e/o concentrati in alcuni siti o aree particolari; - degrado: perdita, deturpazione di risorse naturali e di caratteri culturali, storici, visivi, morfologici, testimoniali; formazioni boschive della retrostante pineta oramai naturalizzata. Il sistema ambientale di spiaggia è costituito da un lungo cordone sabbioso sub rettilineo, caratterizzata da una ormai limitata superficie di avanspiaggia cui seguiva, in origine, un vasto campo dunare attualmente confinato e limitato nelle sue componenti morfologiche e vegetazionali. Tali aspetti, in tutto il litorale campano, rappresentano autentici elementi di rarità, da preservare dai processi di antropizzazione e urbanizzazione che caratterizzano ormai interi tratti del litorale nazionale. Evidenti fenomeni erosivi della spiaggia e di degrado del sistema dunare comportano la perdita e la deturpazione dello stesso che si esprime in una progressiva sottrazione della sua consistenza volumetrica ed un impoverimento quali-quantitativo della copertura vegetale, in particolare delle formazioni dunali a ginepro. I caratteri ecologici, funzionali e paesaggistici della zona manifestano in misura crescente fenomeni di degrado connessi prevalentemente con la forte pressione che su tale ambiente vengono esercitate dalle attività antropiche riferibili alla fruizione non regolamentata: attraversamenti pedonali, accessi veicolari (seppur vietati), aree parcheggio, incendi dolosi, scavi abusivi, abbandono di rifiuti, vandalismo sulle infrastrutture esistenti, ecc. La situazione di degrado è sottolineata anche dall assenza di gestione attiva dell area, tra cui anche dalla mancata gestione forestale della pineta, che necessita di interventi selvicolturali e fitosanitari; inoltre anche la casualità degli accessi pedonali e l abbandono del litorale, da cui consegue la diffusa presenza di rifiuti abbandonati, scavi e opere abusive pregresse, ecc.. determinano una generale percezione di bassa qualità ambientale e paesaggistica dell area. Creano situazioni di degrado le stesse aree di attraversamento pedonale, che tendono a definire la via più breve per raggiungere il litorale attraverso le dune, generando una progressiva perdita della vegetazione naturale e di conseguenza dei caratteri morfologici, percettivi e testimoniali. Parametri di lettura del rischio paesaggistico, antropico e ambientale: - sensibilità: capacità dei luoghi di accogliere i cambiamenti, entro certi limiti, senza effetti di alterazione o diminuzione dei caratteri connotativi o degrado della qualità complessiva La localizzazione degli interventi si propone come sistema di azioni preventive e opponenti ai processi di degrado ecologico e dei fenomeni di erosione del corpo sabbioso delle dune e della pineta della foce del Garigliano, causati dallo stato di abbandono delle risorse presenti e dalla frequentazione incontrollata. La realizzazione di una serie di percorsi pedonali attraverso la pineta, hanno lo scopo di ridurre il processo di degrado e deframmentazione della vegetazione dovuto al passaggio incontrollato dei bagnanti che si muovono dalle aree parcheggio retrostanti, attraverso l'area boscata, verso la spiaggia. I cambiamenti proposti partono dal riconoscimento dei caratteri di sensibilità dell area e sono organizzati per contrastare quei processi di fruizione indifferenti alle sensibilità espresse dal sistema ambientale. 13

16 - vulnerabilità/fragilità: condizione di facile alterazione o distruzione dei caratteri connotativi Da un punto di vista ecologico si rileva una specifica vulnerabilità del sistema spiaggia-duna determinata dalla fragilità della seriazione morfo-vegetazionale del compendio sabbioso e delle relazioni funzionali tra spiaggia emersa e sommersa, avanduna, dune stabilizzate e piana delle bonifiche retrolitorali. - capacità di assorbimento visuale: attitudine ad assorbire visivamente le modificazioni, senza diminuzione sostanziale della qualità - stabilità: capacità di mantenimento dell'efficienza funzionale dei sistemi ecologici o situazioni di assetti antropici consolidate Il sistema delle modifiche previste non incide sui caratteri strutturali e morfologici del luogo, in modo tale da alterarne la riconoscibilità. Il sostanziale carattere di reversibilità delle opere, inoltre, incide in termini positivi sulla capacità di assorbimento visuale non essendo previste opere a carattere permanente, finalizzati a ricostituire il manto vegetale e la struttura dei cordoni dunari, anch essi realizzati con materiali naturali che progressivamente tendono a biodegradarsi restituendo la condizione di naturalità originaria. La scelta delle forme e dei materiali utilizzati si conforma con i caratteri dei luoghi interessati La stabilità, in relazione ai fattori di efficienza funzionale dei sistemi ecologici è sostanzialmente definita dalla possibilità di non ostacolare i processi e le dinamiche eoliche connesse con l evoluzione dei corpi dunari. Le opere previste si inseriscono in modo tale da assecondare e favorire gli spontanei processi geomorfologici di accrescimento delle dune e delle relative colonizzazioni vegetali. In particolare, l insieme di interventi integrati di sistemazione dei corpi dunari del litorale riguardano essenzialmente il ripristino dei naturali equilibri dinamici che regolano l'evoluzione tra campo dunare e sistema di spiaggia, mediante la mitigazione dei processi erosivi marinp-costieri e/o connessi con la frequentazione in genere, favorendo la rinaturazione delle formazioni vegetazionali. - instabilità: situazioni di instabilità delle componenti fisiche e biologiche o degli assetti antropici Le modalità di fruizione pedonale e veicolare del sistema dunare della spiaggia protratta nel tempo, unita alla scarsa gestione attiva dell area, ha indotto fenomeni di instabilità del sistema, che necessitano di urgenti misure di risanamento ambientale, ai fini della conservazione della copertura vegetale e della consistenza delle dune. Il progetto è volto a mettere sotto controllo e mitigare tali pratiche incompatibili con la stabilità del sistema dunare mediante azioni mirate di risanamento ambientale e di buone pratiche di gestione ambientale delle risorse naturalistiche ancora presenti. Pertanto le situazioni di attuale instabilità del sistema spiaggia-duna potrebbe essere mitigata attraverso interventi poco invasivi e reversibili, innescando anche processi di feedback positivo sui fruitori locali, innalzando la consapevolezza verso l importanza delle risorse ambientali e paesaggistiche. 14

17 2 Indicazione e analisi dei livelli di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell'area di intervento considerata Sono stati analizzati e rappresentati i livelli di tutela discendenti dispositivi normativi e dalla pianificazione regionale, provinciale, comunale e di settore, attraverso la selezione dei dispositivi cartografici e normativi degli strumenti di pianificazione vigenti. Tavole di riferimento: Quadro livelli di tutela vincoli normativi, scala 1: Quadro vincolistico di riferimento Le aree di intervento sono classificate di notevole interesse pubblico, ai sensi della L. 1497/39 art.1 comma 4 Protezione delle bellezze naturali: Sono soggette alla presente legge a causa del loro notevole interesse pubblico le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. Inoltre sono soggette ad altri vincoli definiti da leggi di settore (come riportato nella Tavola Quadro dei livelli di tutela vincoli normativi) quali: - Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) Pineta della Foce del Garigliano (cod. IT ) istituito con decreto del Ministero dell Ambiente del 3 aprile 2000, ai sensi della Direttiva Habitat dell Unione Europea (92/43/CEE). Gli interventi, ricadendo all interno di un area SIC, determinano che il progetto sarà soggetto alla procedura di Valutazione di Incidenza, tenuto conto delle caratteristiche specifiche del sito e degli obiettivi di conservazione, secondo la Direttiva 92/43/CEE e il relativo regolamento di attuazione del D.P.R. 8/9/97 n. 357 e sue modifiche e integrazioni; - Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano istituito con la delibera delle Giunta Regionale n.1406 del 12 aprile 2002, ai sensi della L.R. 33/93, modificata dall art.34 della L.R. 18/2000; - Vincolo idrogeologico (R.D.L. 3267/23), a cui è sottoposta tutta l area del SIC compresa all interno del perimetro del Parco Regionale di Roccamonfina e Foce Garigliano; - Bene culturale e ambientale, vincolato ai sensi del Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352, vi ricade l intera superficie del SIC; - Vincolo ambientale e paesaggistico ai sensi della ex L. 431/85 (Galasso) - Conversione in legge con modificazioni del decreto legge 27 giugno 1985, n. 312 concernente disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale. 15

18 - Vincolo boschivo, individuato ai sensi del Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 227 "Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57" Dall analisi delle relazioni tra gli interventi previsti e gli elementi di tutela sopra riportati non emergono fattori di criticità rilevanti tali da pregiudicare gli interventi in progetto. 2.2 Relazioni rispetto agli strumenti di pianificazione Relazioni con il Piano Territoriale Regionale (PTR) Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato nel Novembre 2006 il disegno di legge Approvazione e disciplina del Piano Territoriale Regionale, che dà ufficialmente il via ad un Piano che rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione territoriale regionale, assunto quale documento di base per la territorializzazione della programmazione socio-economica regionale. Il 30 Novembre 2006 il Consiglio Regionale della Campania con Deliberazione N. 1956, ha adottato, ai sensi della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 Norme per il Governo del territorio della Campania, il Piano Territoriale Regionale. Il 13 ottobre 2008 il Consiglio Regionale ha approvato la legge regionale (L.R 13/2008 pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 48-bis del 1 dicembre 2008), con la quale, in attuazione della L.R, n. 16, 22 dicembre 2004 entra definitivamente in vigore il Piano Territoriale Regionale, di seguito denominato PTR. Il PTR, che si propone come un piano di inquadramento, indirizzo e promozione di azioni integrate, è un piano territoriale che non trascura la sfera sociale ed economica e al quale la Regione ha cercato di dare un'impronta fortemente processuale e strategica, promuovendo ed accompagnando azioni e progetti locali integrati. La Regione ha inteso dare al Piano Territoriale Regionale (PTR) un carattere fortemente processuale e strategico, promuovendo ed accompagnando azioni e progetti locali integrati. Al fine di ridurre le condizioni d incertezza, in termini di conoscenza e interpretazione del territorio per le azioni dei diversi operatori istituzionali e non, il Piano prevede cinque Quadri Territoriali di Riferimento utili ad attivare una pianificazione d area vasta concertata con le Province. Le Linee guida per il paesaggio in Campania sono il quadro di riferimento unitario della pianificazione paesaggistica, attraverso cui la Regione indica alle Province ed ai Comuni un percorso istituzionale ed operativo coerente con i principi dettati dalla Convenzione europea 16

19 del paesaggio, dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e dalla L.R. 16/04, definendo direttive specifiche, indirizzi e criteri metodologici il cui rispetto è cogente ai fini della verifica di coerenza dei piani territoriali di coordinamento provinciali (PTCP), dei piani urbanistici comunali (PUC) e dei piani di settore, da parte dei rispettivi organi competenti, nonché per la valutazione ambientale strategica prevista dall art 47 della L.R. 16/04. Le aree di intervento essendo ricomprese all interno della fascia costiera, dovranno tenere conto delle linee guida per la fascia costiera e le isole riferite all Ambito di individuazione della fascia costiera regionale, comprendente per intero i sotto-sistemi del territorio rurale e aperto nei quali ricadono i diversi tratti costieri del territorio regionale, unitamente ai sottosistemi ad essi contigui che concorrono significativamente ai diversi funzionamenti della fascia costiera e del sistema terra-mare. Gli indirizzi per la fascia costiera sono integrativi di quelli delle diverse partizioni generali del territorio rurale e aperto (aree montane, aree collinari, complessi vulcanici, aree di pianura). Dall analisi dei documenti di piano non sono emersi fattori di incongruenza tra le finalità del progetto e dello strumento pianificatorio Relazioni con il Piano Territoriale Paesistico Per la Campania sono stati redatti dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, per l effetto dei poteri sostitutivi, quattordici piani paesistici relativi ai perimetri delimitati con i DD.MM. 28/3/1985. Di fatto i Piani approvati in via sostitutiva hanno sicuramente svolto un importante azione di tutela, anche se nei contenuti, si sono spesso manifestate estensioni dai limiti propri dello strumento redatto in via sostitutiva. Anche in conseguenza di ciò i piani hanno avuto effetto di non offrire una certezza normativa in quanto il T.A.R. ha accolto numerosi ricorsi di impugnativa emanando sentenze di annullamento. Il SIC Pineta della Foce del Garigliano, ricade nell ambito disciplinato dal Piano Territoriale Paesistico Litorale Domitio, redatto ai sensi dell art.1 bis della legge 08/08/1985 n.431, è stato approvato il 22 Ottobre 1996 (G.U. 280 del 24/11/96) ed è costituito dalle norme di attuazione e dalle tavole di zonizzazione. Tale Piano è stato annullato dal TAR Campania, che ha accolto numerosi ricorsi di impugnativa emanando pertanto sentenze di annullamento. Nonostante l annullamento, si è tenuto conto ugualmente conto dello strumento pianificatorio, è stato analizzato ed è stata verificata la coerenza tra il progetto e le disposizioni in esso contenute. 17

20 Il territorio interessato dal PTP Litorale Domitio era suddiviso in 8 Zone omogenee, per ognuna di esse furono definite delle norme tecniche specifiche. Dall analisi degli strumenti del Piano non sono risultati elementi di incongruenza tra le proposte progettuali e le disposizioni contenute nelle norme tecniche di zonizzazione Relazioni con il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Il Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI) rappresenta uno stralcio di settore funzionale del Piano di bacino relativo alla pericolosità ed al rischio da frana ed idraulico, contenente, in particolare, l'individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, nonché le relative misure di salvaguardia. Il PAI è un documento programmatico che individua scenari di rischio collegati ai fenomeni franosi ed alluvionali presenti e/o previsti nel territorio ed associa ad essi normative, limitazioni nell uso del suolo e tipologie di interventi, strutturali e non, che sono finalizzati alla mitigazione dei danni attesi. Il PAI costituisce il quadro di riferimento al quale devono adeguarsi e riferirsi tutti i provvedimenti autorizzativi e concessori. La valenza di Piano sovraordinato, rispetto a tutti i piani di settore, compresi i piani urbanistici, comporta nella gestione dello stesso un'attenta attività di coordinamento e coinvolgimento degli enti operanti sul territorio. La normativa del piano stralcio ha per oggetto oltre che la disciplina dell'uso del territorio nelle aree di pericolosità e rischio idrogeologico, tutta una serie di problematiche alla stessa collegate. Infatti, gli strumenti organizzatori individuati dalla legge, la suddivisione delle competenze, i rapporti tra i vari soggetti pubblici coinvolti nella gestione, le interferenze con i vari strumenti di utilizzo del territorio, ne costituiscono parte integrante e sostanziale. Le aree di intervento del presente progetto ricadono all interno dell Autorità di Bacino n.1 Liri Garigliano e Volturno, organo competente per la redazione del: - Piano Stralcio di Difesa delle Alluvioni (PSDA), approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 21/11/01 e pubblicato sulla G.U. del 19/02/02, n. 42; - Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Rischio frane (PsAl-Rf), adottato dal C.I. con Delibera n 1 del 25/02/03; approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 12/12/06 e pubblicato sulla G.U. del 28/05/07 n.122; - Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Rischio idraulico (PsAI-Ri), adottato dal C.I. con Delibera n 2 del o5/04/06, approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. 12/12/06 e pubblicato sulla G.U. del 28/05/07 n

21 Dall analisi degli elaborati cartografici dei piani stralcio, inerenti: il rischio idraulico, il rischio frane nonché dall analisi delle carte del rischio di alluvione del Piano Stralcio Difesa dalle Alluvioni, è emerso che le superfici interessate dagli interventi non sono soggette a rischio idrogeologico Parco Regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano Istituito con delibera della Giunta Regionale n.1406 del 12 aprile 2002, ai sensi della L.R. 33/93, modificata dall art.34 della L.R. 18/2000, il Parco Regionale Roccamonfina e Foce Garigliano. Il Regolamento del Parco, è stato approvato in via definitiva dalla Comunità del Parco nella seduta del 14 dicembre 2005, è efficace sino alla adozione di altro Regolamento da parte del Consiglio direttivo dell Ente Parco. L area del Parco Regionale di Roccamonfina foce Garigliano è suddivisa, ai sensi della L.R. n. 33/1993 nelle seguenti zone: Zona A: Aree di riserva integrale Zona B: Aree di riserva generale orientata e di protezione Zona C: Aree di riqualificazione dei centri abitati di protezione e sviluppo economico e sociale. Ciascuna zona (A, B, C) viene sottoposta ad un particolare regime tutela in relazione ai valori naturalistici, ecologici, geomorfologici ed ambientali delle rispettive aree, nonché in rapporto agli usi delle popolazioni locali ad alla situazione della proprietà e delle forme esistenti. Una parte degli interventi previsti ricadono all interno dei confini del Parco. La maggior parte di essi sono ubicati in zona A di Riserva Integrale, mentre una parte della recinzione di Sant Andrea ricade in zona B di Riserva Generale orientata e di protezione; gli interventi previsti nel settore C ricadono invece al di fuori del limite del Parco. Dall analisi del regolamento del Parco non sono risultati elementi di incongruenza con gli interventi proposti Relazioni con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è uno strumento di pianificazione complesso che riguarda vari aspetti del territorio, cercando di individuarne le destinazioni d uso e le vocazioni prevalenti. Attualmente il PTCP è in fase di proposizione, per cui 19

22 diventerà fondamentale la sua adozione (L. n. 142/1990): allo stato attuale la Provincia di Caserta fa riferimento, per quanto riguarda la pianificazione provinciale, alle Linee programmatiche per il mandato 2005/2010. Attualmente il PTCP è stato approvato dalla Giunta Provinciale ai sensi dell art. 134, comma 4 del D.Lgs. 18/08/2000 n. 267, con deliberazione n. 45 del 20 aprile Pertanto, è stato tenuto conto delle valutazioni e delle direttive contenute nel suddetto piano. Nell allegato D1: Norme del Piano di Coordinamento, sono state definite regole inerenti le trasformazioni da attuarsi nelle aree dunali e litoranee, in particolare l articolo 20 Aree dunali e litoranee: Comma 2: Il piano individua gli elementi morfologici dell ecosistema costiero (spiagge, dune litoranee, depressioni retrodunari, paleodune, aree di foce), per tutti i quali è vietato ogni intervento che possa compromettere l attuale stato di conservazione. Comma 3: Nel rispetto delle normative specifiche riguardanti le fasce costiere, sono consentiti interventi di ripristino dell originario stato dei luoghi, finalizzati alla tutela ed alla valorizzazione dell intera fascia costiera. La natura degli interventi previsti in questo progetto non presenta elementi di conflitto con la disciplina pianificatoria proposta a livello provinciale, inoltre le finalità, si allineano con quelle legate all intervento di riqualificazione ambientale della fascia costiera, individuato nell allegato E1 Schede programmatiche: interventi infrastrutturali e progetti territoriali prioritari del suddetto PTCP di Caserta Relazioni con il Piano di Gestione dei SIC Pineta della Foce del Garigliano (IT ), Vulcano di Roccamonfina (IT ), Fiume Garigliano (IT ) I tre SIC oggetto del Piano di Gestione sono stati raggruppati all interno di un unico strumento di governo in quanto ricadono all interno del Parco Regionale Roccamonfina foce Garigliano e pertanto fanno parte di un unico contesto ambientale e gestionale, protetto uniformemente a livello Regionale. Il Parco si estende per circa ettari, tra i territori del basso Lazio, del Molise e dell area urbana di Caserta. Comprende i comuni di Sessa Aurunca, Teano e cinque centri della Comunità Montana Monte Santa Croce : Roccamonfina, Galluccio, Conca della Campania, Marzano Appio e Tora e Piccilli. Il Piano di Gestione dei tre SIC Pineta della Foce del Garigliano (IT ), Vulcano di Roccamonfina (IT ), Fiume Garigliano (IT ) è per loro lo strumento 20

23 gestionale e ha come finalità generale quella di garantire la presenza in condizioni ottimali degli habitat e delle specie che hanno determinato la proposizione dei siti, mettendo in atto strategie di tutela e gestione che lo consentano pur in presenza di attività umane. Il Piano di Gestione è quindi mirato ad individuare misure di conservazione e tipologie di interventi ammissibili, previa valutazione dello status degli habitat e delle specie di interesse comunitario e delle relative criticità. Gli habitat e le specie cui è rivolto questo tipo di tutela sono elencati rispettivamente nell Allegato II della Direttive 92/43/CEE Habitat e nell Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Uccelli. I Piani di Gestione, insieme agli altri strumenti di governo del territorio, contribuiscono alla pianificazione per garantire la tutela e la valorizzazione dei sistemi ambientali. Gli attuali piani di gestione dei SIC dell Ente parco, sono stati adottati con provvedimento dello stesso, ma non approvati dall Ente preposto che è la Regione Campania. È da sottolineare che il SIC IT80100 ricade nel territorio di competenza del parco Regionale di Roccamonfina soltanto per la parte ricadente nel comune di Sessa Aurunca, ma risulta al di fuori del parco tutta l area del SIC ricadente nel comune di Cellole (Comune che non fa parte del parco). Il piano di gestione del SIC deve essere quindi integrato per la parte di territorio del Comune di Cellole sul quale l Ente parco non ha titolo per pianificare la gestione. Tale integrazione, unitamente agli aggiornamenti degli studi geobotanici e sedimentologici, e della mappatura degli habitat, è oggetto dell azione C4 del progetto PROVIDUNE. Tuttavia, considerando che il territorio del SIC in cui sono previsti gli interventi del presente progetto, ricade in pratica interamente nel comune di Sessa Aurunca, in area di competenza dell Ente Parco. E necessaria anche un analisi della coerenza delle azioni progettuali con gli obiettivi e le azioni di tutela e salvaguardia previste dallo strumento di gestione del S.I.C, pur considerando che si tratta di un Piano di Gestione adottato dal Parco, ma non ancora approvato dall Ente preposto che è la Regione Campania, e che è stato redatto sulla base di studi ad un livello di approfondimento e di dettaglio superati da quelli compiuti nell ambito del progetto PROVIDUNE azione A1, A2, A3, A5. Gli interventi previsti risultano coerenti sia nella loro collocazione spaziale che nelle finalità con gli interventi specifici per il SIC Pineta della Foce del Garigliano (IT ), in particolare con le seguenti azioni specifiche individuate negli elaborati descrittivi e grafici del Piano di Gestione: 21

24 Interventi attivi (IA) di tutela e gestione degli habitat e delle specie di interesse comunitario - IA7 - Interventi per la difesa attiva degli habitat dunali; - IA8 - Interventi di ripristino della vegetazione dunale a tutela dell erosione; - IA9 Interventi per la difesa della vegetazione dunale pionera; - IA11 - Realizzazione di passerelle in legno a tutela degli habitat dunali e della pineta. Figura 3 - Carta degli interventi del SIC "Pineta della Foce del Garigliano", fonte: Piano di Gestione del SIC Figura 4 - Legenda degli interventi del SIC " Pineta della Foce del Garigliano, fonte: Piano di Gestione del SIC 22

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