MA e la Lancia Beta Montecarlo. MA era nato in una officina di riparazione auto dove fino agli anni sessanta si

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Luciana Rocchi
8 anni fa
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1 Le mille e una auto Quando si acquista un auto storica non si sfoglia un catalogo, non si entra dal concessionario; l acquisto è frutto di ricerca attiva, di nostalgia di auto guidate o solo viste passare quando si era bambini. Ogni auto ha dietro una storia che vale la pena di raccontare. Vorrei che questa mia storia fosse la prima di una lunga serie con per soggetto la passione di uomini per le loro auto (storiche). Non credo che sia possibile arrivare a mille (.si cambierà il titolo), ma se comunque saranno tante e soprattutto scritte con molto sentimento potremo riunirle in un volume per poter condividere tutti assieme questi racconti e poter forse contagiare altri a questa nostra passione.

Vorrei che questa mia storia fosse la prima di una lunga serie con per soggetto la passione di uomini per le loro auto (storiche).

2 MA e la Lancia Beta Montecarlo MA era nato in una officina di riparazione auto dove fino agli anni sessanta si preparavano anche auto per le gare di velocità: Mille Miglia, gare in salita (Bologna- Raticosa, Parma Poggio di Berceto, Bologna San Luca, Castellarquato-Vernasca, ), gare in Circuito (autodromo di Modena). MA aveva quindi nel sangue un po di piombo tetraetile, amava i carburatori rossi di super e le Lancia in particolare per le vittorie alla Mille Miglia e alla Carrera Panamericana. Dopo uno svezzamento a base di Fiat (500, 600, 850 coupè) negli anni dell università, con i primi guadagni della sua attività lavorativa potè iniziare a viaggiare in Lancia: prima Fulvia Zagato, poi Beta Berlina e nel fiore dei suoi anni nel 1978 approdò alla Lancia Beta Montecarlo. Purtrop po questo modello era poco adatto all uso di famiglia, perché questa era composta da tre unita: MA, moglie e un setter di nome Cooper; quando la famiglia usciva al completo si doveva quindi usare la Dyane della moglie; la cosa non potè durare a lungo e a malincuore MA dovette privarsi della amata Montecarlo per passare alla Lancia Delta. Per quasi trent anni MA soffrì di questa mancanza, ma poi nel 2007 decise che era ora di riempire questo vuoto e in breve tempo trovò l auto giusta a Firenze. In realtà anche se il colore era lo stesso della sua auto di 30 anni prima tra le due macchine vi erano delle differenze in quanto il nuovo acquisto era un coupè della seconda serie, e non un targa della prima serie come quella della gioventù. L acquisto soddisfò molto MA, sia per le condizioni dell auto sia per le migliorate prestazioni della seconda serie in particolare per i freni e per le ruote di 14 e non più di 13.

MA aveva quindi nel sangue un po di piombo tetraetile, amava i carburatori rossi di super e le Lancia in particolare per le vittorie alla Mille Miglia e alla Carrera Panamericana.

3 La Carrozzeria Dopo qualche tempo però l angelo custode di MA si distrasse un po e intervenne il diavoletto custode che consigliò a MA di modificare l auto per avvicinarla ai prototipi sportivi che erano stati o antenati o evoluzioni della Montecarlo. Quattro erano le soluzioni possibili: a) Abarth SE030 b) Lancia 037 (Campione Mondiale Rally 1983) c) Lancia Beta Montecarlo Turbo (campione Mondiale Marche 1980 e 1981) d) Lancia Rally

4 A questo punto bisogna dare il giusto merito a M A che ha resistito al diavoletto che lo spingeva verso la soluzione a) o c) e che ha optato per la soluzione Lancia Rally. In breve tempo (sant ) Antonio eseguì la trasformazione voluta e le cose passarono da così: a così:

5 Il motore Siete stanchi? Riposatevi, perché non siamo alle conclusioni. La macchina aveva un look sportivo richiamando la silhouette della Lancia Rally, ma il motore? Era quel 2000 normale delle Beta; si! aveva in più gli alberi a cammes Abarth che però tiravano a non finire in alto, ma in basso proprio niente fino a quasi 3000 giri.e poi anche la Trevi (una delle più brutte berline della Lancia!) aveva la versione col Volumex e quindi.. a caccia del Volumex. Sembrava tutto facile a Maranello (a peso d oro) MA trova un Volumex (compressore volumetrico-brevetto Abarth) con il suo carburatore; però per comandare il compressore servono una serie di pulegge dentate e relativi supporti introvabili sul mercato ricambi; in più la testa dei motori Volumex sono leggermente diverse da quelle dei motori aspirati. Niente paura: MA trova a Livorno una Beta coupè Volumex radiata e abbandonata in un campo da alcuni anni, la porta a Bologna ne estrae il motore completo di Volumex e relative pulegge e supporti; lo fa revisionare e sorpresa la testa è incrinata. La nuova testa si trova a Padova, ma.evidentemente il difetto dell incrinatura non è sporadico, ma sistematico e per trovarne una integra occorre fare un po di andirivieni tra Bologna e Padova; evidentemente il Volumex spinge anche troppo. A questo punto il motore può essere messo in moto e il risultato è fantastico..ripaga di tutte le spese.poche ( se lo legge mia moglie) e di tutte le ansie. Tutto è bene quel che finisce bene (finchè..il Volumex non esagererà!) prima dopo

e poi anche la Trevi (una delle più brutte berline della Lancia!) aveva la versione col Volumex e quindi.. a caccia del Volumex.

6 Gli interni Onestamente qui non centra il diavoletto; fin dal primo giorno a M A non erano piaciuti gli interni di un classico, ma molto triste grigio Lancia. D altra parte la sua prima Montecarlo aveva gli interni in pelle..e la conseguenza era obbligata: Connoly è sempre Connoly. Da così A così Per adesso.è finita.ma.

D altra parte la sua prima Montecarlo aveva gli interni in pelle.

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