Chiuso in redazione il 30 giugno 2009

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1 Il Sole 24 Ore - UNITELNews24 Le Newsletter de Il Sole 24 ORE Percorsi di informazione ed approfondimento per professionisti, aziende e Pubblica Amministrazione Servizio di informazione ed approfondimento in tema di ambiente, appalti, edilizia, urbanistica e sicurezza Chiuso in redazione il 30 giugno Il Sole 24 ORE S.p.a. I testi e l elaborazione dei testi, anche se curati con scrupolosa attenzione, non possono comportare specifiche responsabilità per involontari errori e inesattezze Sede legale e Amministrazione: via Monte Rosa, Milano a cura della Redazione Elettronica Edilizia, Ambiente e PA de Il Sole 24 ORE Tel redazione.ediliziaeambiente@ilsole24ore.com

2 n giugno 2009 Sommario Pagina NEWS Ambiente, antincendio, appalti, economia e finanza, edilizia e urbanistica, energia, fisco, lavoro e previdenza, mercato, Pubblica Amministrazione, rifiuti, sicurezza 4 RASSEGNA DI NORMATIVA Leggi, decreti, circolari: sintesi e classificazione 22 RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA Appalti, beni culturali, edilizia e urbanistica, inquinamento, pubblica amministrazione, Pubblico Impiego, rifiuti, sicurezza ed igiene del lavoro 24 APPROFONDIMENTI Ambiente NUOVA DELEGA SUI CORRETTIVI AMBIENTALI Entro il 30 giugno 2010 i decreti per integrare e modificare le norme emanate in base alla legge del 2004 A. Corrado, Guida al Diritto, Il Sole 24 Ore, 4 luglio 2009, n Contratti pubblici RINNOVO E RIPETIZIONE DI SERVIZI ANALOGHI SONO ISTITUTI DISTINTI Il Consiglio di Stato ribadisce la necessità che l azione contrattuale della PA sia definita prima dell avvio della procedura di gara. Non sono ammessi ripensamenti sulla gara bandita se non fondati su esigenze sopravvenute collegate alla tutela dell interesse pubblico Stefano Usai, Diritto e Pratica Amministrativa, Il Sole 24 Ore, 1 giugno 2009, n Contratti pubblici LE CAUSE SULL AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI TESORERIA APPARTENGONO ALLA GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA Meno convincente è l affermazione che non sarebbe necessaria una chiara indicazione delle ragioni dell esclusione, quando esse siano ben note a entrambe le parti Giuseppe Caruso, Guida al diritto, Il Sole 24 Ore, 27 giugni 2009, n Rendimento energetico in edilizia ENERGIA, TUTTI I VINCOLI AI PROGETTI Con l arrivo del Dpr 59 sul rendimento dei fabbricati aumentano i compiti del progettista. Occorre calcolare anche il fabbisogno estivo. Impiantisti più qualificati Vittorio Deborah Appolloni, Edilizia e Territorio, Il Sole 24 Ore, giugno 2009, n Rendimento energetico in edilizia EDIFICI, LE REGOLE PER CALCOLARE LE PRESTAZIONI ENERGETICHE ESTIVE Il nuovo Regolamento di attuazione del Dlgs 192/2005 compie un passo avanti verso l attuazione della direttiva europea 2002/91 sul rendimento energetico in edilizia. Ma il mosaico non è completo e il traguardo ancora lontano Giuliano Dall Ò, Edilizia e Territorio, Il Sole 24 Ore, giugno 2009, n UNITELNews24 2

3 Fisco TOSAP. ESENZIONE PER GLI ENTI PUBBLICI LOCALI La Commissione tributaria regionale di Palermo, sez. XVI, con la Sentenza , n. 122/2009, affrontando il tema dell esenzione dal pagamento della Tosap per le occupazioni effettuate dagli enti pubblici territoriali, ha statuito la non assoggettabilità alla tassa dell occupazione del sottosuolo di una strada provinciale, avvenuta da parte di un Comune che vi aveva istallato una condotta di acqua per uso agricolo Pietro Sacchetta, La Settimana Fiscale, Il Sole 24 Ore, 9 luglio 2009, n Pubblico Impiego PUBBLICO IMPIEGO: LA MALATTIA NON TAGLIA LE PENSIONI Quali sono i riflessi contributivi della disciplina delle assenze per malattia dei dipendenti delle PA di cui all art. 71 del Dl 112? A questo interrogativo risponde l Inpdap con la circolare n. 13 del 28 maggio scorso Giuseppe Rodà, Guida al Pubblico Impiego, Il Sole 24 Ore, giugno 2009, n Sicurezza nei cantieri DEFINIZIONE DEL RESPONSABILE DEI LAVORI: UN RITORNO ALLA DIRETTIVA COMUNITARIA Tra le modifiche alla precedente normativa sui cantieri temporanei e mobili, la più controversa e discussa nel Titolo IV, D.Lgs. n. 81/2008, riguarda certamente il responsabile dei lavori, per nomina, per competenze e per responsabilità che l'incarico configura nella nuova impostazione. Il legislatore, nel ridefinire questa figura, così come per le altre modifiche, ha fatto riferimento all'esperienza e alla casistica derivante dall'applicazione più che decennale della precedente normativa, ai dati sugli infortuni ancora elevati del settore e al rispetto della direttiva comunitaria 92/57/CEE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute nei cantieri temporanei e mobili. Questi elementi hanno condotto alla coincidenza del responsabile dei lavori con il progettista, nella fase di progettazione, e con il direttore dei lavori nella fase di esecuzione Maria Pacchiana, Ambiente & Sicurezza, Il Sole 24 Ore, 7 luglio 2009, n L ESPERTO RISPONDE In questa edizione gli esperti de Il Sole 24 ORE rispondono a quesiti in materia di appalti, DURC, edilizia e urbanistica, fisco, professionisti, Pubblica Amministrazione 61 UNITELNews24 3

4 Ambiente e territorio Ambiente/Delega al Governo. Entro il 30 giugno del 2010, il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi in materia ambientale, recanti le disposizioni integrative delle norme già introdotte ai sensi dell art. 1 della Legge 308/2004. A prevederlo è la nuova Legge 69 del 18 giugno 2009 (pubblicata in GU, n. 140 del 19 giugno 2009, Suppl. Ordinario. n. 95) che dispone, all art. 12, di precisare quali debbano essere le caratteristiche ambientali di rocce e terreni da scavo destinati ad interventi di miglioramento di siti anche non degradati, con l obiettivo di accertare la compatibilità chimico-fisica e geotecnica dei siti di destinazione. (Legge 18 giugno 2009, n. 69 art. 12 sintesi redazionale) Dragaggi ancora al palo. Quando, quasi a fine dello scorso anno, con decreto del ministro dell Ambiente, Stefania Prestigiacomo, venne sbloccata la disciplina per semplificare le procedure di escavo dei fondali e scarico dei fanghi, si disse che gli scali marittimi si avviavano verso una nuova fase di sviluppo. Con il dragaggio si potevano realizzare infrastrutture più moderne e dare competitività agli scali nazionali. A distanza di più di sei mesi la situazione non appare così fluida, tanto che Assoporti, nel convegno romano che ha aperto i Maritime Days dell Unione europea, osserva testualmente che «allo stato attuale nessun porto italiano sta muovendo un grammo di fango, sabbia o quant altro dai suoi fondali». Che cosa non ha funzionato? Giriamo la domanda a Francesco Nerli, presidente di Assoporti e convinto sostenitore che senza dragaggi i porti italiani sono destinati fatalmente al declino. «Diciamo subito risponde Nerli che con il decreto cosiddetto Prestigiacomo un passo avanti è stato fatto. Ma la materia è ancora troppo imbrigliata in una normativa che si fonda su un equivoco di fondo: in Italia qualsiasi materiale di risulta dal dragaggio dei fondali portuali è considerato rifiuto. Va trattato, quindi, secondo regole che, oltre a essere complicate, sono di applicazione molto costosa. Assoporti chiede un primo chiarimento sui materiali dragati: quali devono essere considerati rifiuti e quali no. E, pertanto, non da trattare. Secondo, bisogna semplificare ancora la normativa. Tra l altro, manca il coordinamento tra porti cosiddetti Sin (siti d interesse nazionale, ndr) e non, e far ripartire il tavolo con Trasporti e Ambiente per definire pratiche certe, snelle e semplici. Infine, attivare i finanziamenti necessari per un buon piano di bonifica. Bastano, secondo noi, 200/300 milioni». La questione dragaggi in Italia (si veda la tabella a fianco, ndr) è seria. «Bisogna portar via dai fondali dice Nerli non meno di 50 milioni di metri cubi di materiali. Ma non bisogna sbalordirsi. La cifra non è nulla se paragonata ai 280 milioni di mc che occorreranno per realizzare il terminal Maasvlakte 2 a Rotterdam e agli otto milioni di mc, che il solo porto di Amburgo, ogni anno, draga per mantenere i fondali ai livelli esistenti». Sabbia e fanghi scavati vengono depositati in alto mare. Com è ora la situazione nei porti? «Il contesto generale dice l associazione non è buono. Napoli, per esempio, ha impiegato cinque anni per approvare un piano dragaggi necessario alla realizzazione di un nuovo terminal contenitori sulla darsena di Levante. A La Spezia i guai peggiori. Martoriata da ricorsi ambientalisti, Contship (gestore del terminal, ndr) ha deciso di portare altrove sei nuove gru. A Genova, finalmente a luglio, partiranno i lavori che per ora saranno eseguiti al terminal crociere di ponte dei Mille. A Livorno, Zim ha enormi problemi e più volte ha minacciato di dirottare le proprie navi». Intanto, non solo in Nord Europa si approfitta della crisi per rimodernare e potenziare gli scali. In Spagna, è noto che il molo Prat a Barcellona è stato realizzato mediante lo spostamento della foce di un fiume, con un piano assicurano gli spagnoli che metteva insieme rispetto per l ambiente ed esigenze economiche. «La crisi e la conseguente diminuzione dei traffici avverte Nerli non deve servire da alibi a mascherare i ritardi e far venir meno l esigenza di infrastrutture adeguate, accentuando la competitività tra i porti. Anzi, la tendenziale eliminazione dal mercato delle navi meno giovani, fa presagire che, alla ripresa, vi sarà la necessità di offrire strutture in linea con naviglio più evoluto e di capacità maggiore nei diversi segmenti di traffico. Per Assoporti va UNITELNews24 4

5 elaborato un piano strategico di pianificazione dei fondali, operando con priorità sulle urgenze con un processo burocratico-amministrativo specifico, semplice e veloce. (Trasporti, Il Sole 24 Ore, 25 maggio - 6 giugno 2009, n. 10, p. 11) Appalti I consumi energetici e il Co2 entrano nelle gare di appalto. Le pubbliche amministrazioni di tutta Europa, a partire dal prossimo 4 dicembre 2010, dovranno acquistare soltanto autovetture, autobus e pullman che rispettino criteri ecologici. Orientando in maniera decisa i prossimi sviluppi del mercato. È quanto prevede la direttiva 2009/33/Ce relativa alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada, pubblicata sulla Guce L 120 dello scorso 15 maggio. E che fissa proprio alla fine del prossimo anno il termine ultimo per l adeguamento degli Stati membri. La direttiva impone alle amministrazioni aggiudicatrici, agli enti aggiudicatori e agli operatori che svolgono funzioni di servizio pubblico di tenere conto dell impatto energetico e ambientale dei veicoli adibiti al trasporto su strada al momento del loro acquisto. Soprattutto, dovranno essere considerati il consumo energetico e le emissioni di Co2 e di altre sostanze potenzialmente inquinanti. Il rispetto di questi principi potrà essere garantito in diversi modi. L amministrazione potrà fissare specifiche tecniche in materia di prestazioni energetiche e ambientali nella documentazione per l acquisto di veicoli adibiti al trasporto su strada. Oppure, in caso di procedura di appalto, potrà inserire tra i criteri di aggiudicazione l impatto energetico/ambientale dei veicoli. In alternativa, l impatto ambientale dovrà essere trasformato in valore monetario per essere integrato nella decisione di acquisto, secondo i criteri indicati dalla direttiva all articolo 6. In questo modo l impatto ambientale del mezzo viene convertito in una cifra. Per rendere più semplice l operazione, la direttiva definisce una gamma di costi delle emissioni di Co2 e di altre sostanze: le diverse amministrazioni potranno così adattare le regole europee alla loro situazione concreta. A partire dall entrata in vigore della direttiva, ogni due anni, la Commissione elaborerà una relazione sulla sua applicazione e sulle azioni intraprese dai singoli Stati per promuovere l acquisto di veicoli verdi. Nella relazione si stimerà anche in che misura il mercato europeo è stato influenzato dalla direttiva, valutando di volta in volta la possibilità di integrare le proprie politiche con nuove azioni. (Giuseppe Latour, Trasporti, Il Sole 24 Ore, 8-20 giugno 2009, n. 11. p. 25) Appalti di progettazione, il mercato cresce in aprile. L Osservatorio mensile dell OICE, l associazione di categoria delle società di ingegneria, registra in aprile un miglioramento dei risultati rispetto ai mesi precedenti. Tuttavia il consuntivo del 2009, alla luce del primo quadrimestre, è in calo a causa della tendenza recessiva della domanda rilevata soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio. Gare di aprile 2009 e confronti con i mesi precedenti: le gare indette in aprile sono state 364 (in marzo 374), delle quali 46 sopra soglia (in marzo 45) per un importo complessivo di 65,7 milioni di euro, dei quali 51,6 sopra soglia (in marzo 60,3 milioni di cui 45,4 sopra soglia). Rispetto ad aprile del 2008 le gare sono diminuite di numero del 16,9% (+4,5% quelle sopra soglia; 19,3% quelle sottosoglia) ma sono cresciute di valore del 7,8% (+17,2% quelle sopra la soglia e 16,7% quelle sottosoglia). Andamento del primo quadrimestre: complessivamente, nel primo quadrimestre del 2009 sono state indette gare di progettazione, delle quali 175 sopra la soglia con un valore di 248,6 milioni di ero, di cui 196 sopra la soglia. Nei confronti del 2008, primi 4 mesi, le gare sono diminuite del 15,9% ( 9,3% quelle sopra soglia, 16,8% quelle sottosoglia) e presentano una diminuzione del 6,5% se si confronta il numero attuale con quello medio dei cinque anni precedenti. Offerte con ribassi sempre più alti: continua ancora come già nei mesi scorsi, secondo OICE, a essere allarmante l andamento dei ribassi con i quali le gare vengono aggiudicate: in aprile il ribasso medio è stato del 33,6% con una punta che ha raggiunto il 65% in alcune gare di maggiore importanza. Nord ovest in calo: l analisi territoriale del quadrimestre rivela che la recessione complessiva si differenzia sensibilmente tra le varie zone geografiche. Il nord ovest è in ribasso del 23% per numero di gare e del 53,4% in valore. In pratica, il calo di Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d Aosta ha pesato sul mercato per 30 milioni di euro. Nel nord est la flessione riguarda il numero di gare ( 2,7%) ma non il valore (+14,1%); il centro cresce invece sia per numero (+12,3%) che per valore (+1,9%); il meridione UNITELNews24 5

6 compensa con l incremento di valore (+18,4%) il forte calo di gare ( 26,8%). Le isole infine registrano, come il nord ovest, una riduzione sia di gare ( 20,7%) che di valore ( 10%). Flessione anche a livello europeo: il numero delle gare italiane pubblicate sulla Gazzetta Europea, passato dalle 193 del gennaio-aprile 2008 alle attuali 175, mostra una contrazione del 9,3%. Anche nell insieme degli altri partner dell Unione Europea la domanda di servizi di ingegneria evidenzia una flessione, pari però al 9% simile a quella italiana. L Italia incide solo per il 3,4% sul mercato europeo dei progetti, lontana dagli altri Paesi leader (Francia 36,9%, Germania 11,3%, Spagna 11%, Gran Bretagna 4,9%, Polonia 5,9%). L organizzazione delle società di ingegneria rileva, comunque, la persistente criticità del settore con un quadro di interventi per l ingegneria asfittico e preoccupante ; chiede, quindi, urgenti misure finanziarie e normative, come il completamento dell iter di approvazione del regolamento del Codice dei contratti pubblici. Inoltre, l occasione negativa offerta dal terremoto in Abruzzo deve essere colta per rilanciare il contributo dei tecnici nella prevenzione e nei controlli antisismici. (Consulente immobiliare, Il Sole24Ore, n. 840/2009, p. 1077) Tendenza positiva per gli appalti misti di progetti e lavori. La domanda indiretta di progettazione che si esprime attraverso gli appalti per l affidamento congiunto di lavori e servizi di ingegneria mostra un primo quadrimestre favorevole: le gare pubblicate sono 319 per un valore di 4,022 miliardi di euro. Rispetto al primo quadrimestre del 2008 c è un aumento numerico dell 1,3% ma un incremento di valore del 50,7%. Nel dettaglio risultano bandite in quattro mesi: 48 gare di project financing per un valore di 476,5 milioni in diminuzione rispetto al 2008 del 14,3% in numero e del 66,2% in valore; 84 gare per affidare concessioni di costruzione e gestione per un importo di 1,503 miliardi (rispetto al ,4% per numero e +207,8% in valore); 176 gare per appalti integrati per un valore di 1,421 miliardi (confronto sul ,7% in numero e +108,7% in valore); 8 gare di appalto concorso per un valore di 49,6 milioni (rispetto al ,2% nel numero e 45,8% per valore); 3 gare per la ricerca di general contractor per un valore di 572 milioni (nel 2008 non era stata bandita nessuna gara). (Consulente immobiliare, Il Sole24Ore, n. 840/2009, p. 1078) Abruzzo/A giorni gara aperta per mille case di legno. Imminente la pubblicazione del bando di Gara indetto dalla Protezione Civile, per la realizzazione di circa mille edifici prefabbricati in legno, pronti per l inizio dell autunno a dare un tetto ad altrettante famiglie sfollate della provincia dell Aquila. Alloggi temporanei, destinati ai 48 Comuni dell hinterland colpiti dal sisma. Il bando, del valore di 50-55mlni sarà aperto e non richiederà iscrizioni Soa. Le case dovranno essere dotate di ambienti sanitari, riscaldamento, cucina elettrica. In effetti, le case da realizzare sono mille800, ma di queste 800 sono state donate all Abruzzo da soggetti di diversa natura: la provincia di Trento, la Regione Friuli, e le società di calcio Roma e Milan. I costi. Se un prefabbricato ad uso permanente comporta una spesa di realizzazione intorno ai mille200 /mq, nel caso dei prefabbricati ad uso temporaneo la spesa è stata calcolata fra gli 8 e i 900 /mq, che moltiplicati per 60 (superficie in mq di ogni modulo abitativo) danno come indice fra i 48 e i 64mila ad unità, per un valore totale del bando compreso, quindi, fra i 50 e i 55mlni. Le case dovranno essere pronte per la consegna fra settembre e ottobre, mentre entro fine giugno la Protezione Civile pubblicherà altri bandi destinati a prefabbricati a due piani con funzioni differenti da quelle abitative, come scuole e uffici pubblici. (Alessandro Arona, Il Sole 24Ore, Tabloid Edilizia e Territorio, n. 23, del giugno 2009, pag. 2 sintesi redazionale) Aria Cala lo smog ma non quello dei trasporti. Nel 2007 le emissioni di gas a effetto serra sono calate dell 1,6% (Ue a 15) rispetto all anno precedente, ma il settore dei trasporti continua ad accrescere la sua quota di inquinamento nella Ue. Lo ha comunicato il commissario all Ambiente Stavros Dimas, divulgando gli ultimi dati elaborati dall Agenzia europea dell ambiente. «Con tale calo spiega una nota di Bruxelles le emissioni nell Ue - 15 scendono del 5% rispetto al loro livello nell anno di riferimento (il 1990 nella maggior parte dei casi). Nell Ue a 27 le emissioni sono UNITELNews24 6

7 calate dell 1,2% nel corso dell anno e risultano diminuite del 12,5% rispetto all anno di riferimento». Nella maggior parte dei settori, informa la Commissione, è stata registrata una riduzione delle emissioni nel periodo che va dall anno di riferimento al 2007 (Ue-15). Di segno contrario l inquinamento causato dagli spostamenti di persone e merci che rispetto all anno di riferimento sono cresciute considerevolmente, di un buon 23,7 per cento, con un picco del gas provocato dal trasporto stradale pari al 24,7 per cento. Complessivamente le emissioni del settore industriale sono calate del 14,1%, quelle del settore dell energia senza i trasporti del 7,4%, quelle dovute all uso di solventi e di altri prodotti del 23,7%, quelle dell agricoltura dell 11,3% e quelle provocate dai rifiuti del 38,9%. Anche nell Europa allargata i trasporti rappresentano insieme ad altri settori una delle principali cause di inquinamento. In ogni caso il bilancio della Commissione è nel suo complesso positivo. «Le recenti riduzioni delle emissioni nell Ue-15 ha affermato Dimas ci confermano che saremo in grado di raggiungere l obiettivo per noi previsto dal protocollo di Kyoto. Il fatto che ancora una volta nel 2007 si registri una notevole riduzione delle emissioni in oltre la metà degli Stati membri dell Ue-15 ci porta a concentrare i nostri sforzi sulla conclusione di un ambizioso accordo globale sul clima per il periodo successivo al 2012 nell ambito della conferenza di Copenaghen in dicembre. Tale accordo costituirà l ambito per procedere a riduzioni delle emissioni a livello mondiale in futuro». (Luciano Bosso, Trasporti, Il Sole 24 Ore, 8-20 giugno 2009, n. 11, p. 25) Cambiamento climatico. Le produzioni agricole rischiano perdite fino a 2,4 miliardi di dollari. Le produzioni agricole rischiano perdite fino a 2,4 miliardi di dollari. Il cambiamento climatico determinerà progressivamente un calo della produzione agricola mondiale pari a quasi 190 miliardi di dollari all anno, con un rischio di perdita per l Italia di quasi 2,4 miliardi di dollari l anno. È il dato che emerge dal Report del Barilla center for food and nutrition su «Cambiamento climatico, agricoltura e alimentazione». Il settore primario è legato a doppio filo alle problematiche del riscaldamento globale. Da un lato, infatti, l attività agricola e i cambiamenti d uso dei suoli sono responsabili del 33% dei gas serra prodotti ogni anno nel mondo. In Italia le emissioni in agricoltura rappresentano il 7% del totale e la principale attività generatrice di gas serra è la deforestazione, che causa emissioni annuali pari a tonnellate di anidride carbonica equivalente, seguita dall attività di fertilizzazione (2.100 tonnellate di CO2 equivalente) e dai gas provenienti dalla digestione bovina (1.800 tonnellate di CO2 equivalente). Al tempo stesso però, l agricoltura subisce gli impatti negativi del «climate change», in termini di riduzione della produttività e di incremento dei rischi legati alla sicurezza alimentare. Tra i dati globali, è rilevante il contributo del settore agroalimentare alle emissioni di metano e protossido di azoto, rispettivamente per il 49,3% e per l 82,5% del totale. Il suolo agricolo è il più importante generatore di protossido di azoto (75% del totale delle emissioni), mentre l allevamento e la gestione del fertilizzante lo sono in buona parte per le emissioni di metano (35% del totale delle emissioni). Sempre relativamente al terreno agricolo, i cambiamenti nel suo utilizzo generano circa il 18% del totale dei gas serra, prevalentemente causati dalla deforestazione. Le strategie per un agricoltura «clima-compatibile» indicate nel Report del Barilla center coinvolgono un ampio ventaglio di misure. Dalla tutela delle foreste alla valorizzazione delle bioenergie. Per quanto riguarda la gestione dei terreni agricoli, va data priorità a tecniche adeguate, come la riduzione delle lavorazioni del suolo, le rotazioni, l impiego di colture arboree e di cereali perenni (attualmente due terzi della terra arabile sono coltivati a cereali annuali). Per ridurre l impatto delle risaie (che emettono grandi quantitativi di metano, soprattutto nella stagione di crescita della pianta) si dovrebbe ricorrere a specifiche pratiche gestionali, quali la riduzione del livello di acqua presente sul terreno agricolo durante la fase di crescita della pianta, la bonifica dei terreni durante i periodi di pre-semina, il corretto impiego di residui organici. Un ruolo fondamentale è infine giocato dalla gestione sostenibile dell irrigazione. (Agrisole, Il Sole 24 Ore, giugno 2009, n. 24, p. 15) Associazioni e categorie Da ICMQ e Adiconsum una nuova guida sulla certificazione energetica degli edifici. Il 26 maggio scorso, presso la Casa dell energia di Milano, è stata presentata la guida su La UNITELNews24 7

8 certificazione energetica degli edifici: gli obblighi, le scadenze, i benefici realizzata da ICMQ e Adiconsum. La guida, che può essere scaricata dai siti internet e è uno strumento utile per fornire alle famiglie, agli amministratori di condominio, agli enti locali e a tutti gli altri soggetti interessati indicazioni chiare per la comprensione e l uso della certificazione energetica per contenere i consumi diminuendo la spesa delle famiglie e delle imprese italiane. In particolare, la guida contiene un ampia sezione dedicata agli interventi suggeriti per risparmiare energia, mettendo in relazione i costi e i benefici energetici (e quindi monetari) che ne derivano. Si parte da indicazioni sull orientamento, la forma, la distribuzione degli ambienti, il tipo di involucro, per arrivare agli interventi migliorativi negli edifici esistenti, che si possono prevedere in occasione di lavori di manutenzione straordinaria. Agendo sull isolamento termico delle coperture e delle facciate si possono ridurre i consumi di energia per il riscaldamento anche del 30%, così come migliorando le prestazioni dei serramenti, sostituendo le vecchie caldaie con impianti ad alta efficienza, isolando i tubi di distribuzione, installando valvole termostatiche per regolare l erogazione di calore in relazione all effettivo fabbisogno. (Consulente immobiliare, Il Sole24Ore, n. 840/2009, p. 1076) Economia, finanza, fisco, agevolazioni e incentivi Trasporti pubblico locale. Federalismo fiscale. Nessuna certezza senza i decreti attuativi previsti dalla delega. Le Regioni aprono il libro del federalismo fiscale al capitolo Tpl. Dentro, però, ci trovano scritto poco. La legge delega approvata a fine aprile, infatti, introduce i nuovi parametri «standard» per il calcolo di costi e fabbisogni anche per il trasporto pubblico locale, sostituendo il criterio della spesa storica. Ma, in attesa dei decreti attuativi (che dovranno essere varati entro due anni) che declinino la cornice normativa del federalismo, i nuovi criteri restano dei contenitori vuoti. E lasciano spazio a ipotesi e prese di posizione sulla forma da attribuire al cambio di regime. Una delle prime occasioni in cui si è discusso di federalismo fiscale applicato ai trasporti è stato il convegno organizzato da Federmobilità lo scorso 14 maggio a Roma. Presenti, tra gli altri, gli assessori ai Trasporti di Lombardia, Campania ed Emilia Romagna. Le amministrazioni regionali, insomma, preparano le proprie ricette per definire le nuove regole e già si delineano posizioni diverse tra le Regioni con una maggiore capacità fiscale, come quelle del Centro-Nord, pronte a rivoluzionare tout court il principio della spesa storica, e l atteggiamento più guardingo dei rappresentanti del Sud. Il sistema deve essere interamente costruito, ma sembra avere le idee chiare su come farlo Raffaele Cattaneo, assessore a Infrastrutture e Mobilità della Lombardia, che vorrebbe accelerare sulla definizione dei nuovi criteri. «Sappiamo poco su cosa significhi applicare il federalismo fiscale al campo dei trasporti ha detto Cattaneo ma conosciamo i principi basilari: solidarietà ed efficienza; responsabilità nella gestione di risorse e fiscalità; premialità con incentivi all esercizio di una solidarietà efficiente e di una responsabilità reale. Per il Tpl, nei prossimi due anni, dovremo affrontare i veri nodi, ma non dovrà esserci un maquillage per riproporre i criteri storici». Ecco la road map: «Innanzitutto, occorre definire il servizio adeguato. Uno standard omogeneo in questo senso si può assicurare tenendo conto di quattro fattori: dimensione del territorio, popolazione, densità e articolazione della struttura urbana. Poi bisogna calcolare le quantità di trasporto necessarie, superando l ideologia dell omogeneità: il servizio non deve essere uguale per tutti, perché diverse sono le esigenze dei territori. Per quanto riguarda i costi di produzione standard, bisogna andare a vedere i singoli elementi di costo, diversi fra territori: costi differenti non sono un tabù. Solo così si potrà calcolare il contributo pubblico realmente necessario». Un approccio diverso emerge dalle parole di Ennio Cascetta, assessore ai Trasporti della Campania, che frena laddove Cattaneo accelera. «Non ho ricette pronte per il federalismo applicato ai trasporti ma, in ogni caso, si dovrà procedere con cautela», ha detto l assessore campano e ha aggiunto: «Inutile nutrire illusioni eccessive: esiste la dittatura dello status quo. Rivedere i corrispettivi e garantire l efficienza cancellando 50 anni è una illusione. Bisogna individuare nuove tendenze e percorsi, non rivoluzionare tutto. Bisogna atttivare un processo virtuoso, a partire da una conoscenza condivisa e matura del settore. Analizzare con uno sguardo concreto la situazione del Tpl è il valore aggiunto per affrontare la partita del federalismo fiscale, ancora tutta da giocare». Insomma, niente rivoluzioni repentine. Una linea in parte condivisa da Alfredo Peri, titolare dei Trasporti in Emilia Romagna e presidente di Federmobilità: «Serve un piano nazionale dei trasporti che faccia da bussola. Ma partiamo dalle UNITELNews24 8

9 funzioni territoriali per ridefinire la geografia delle competenze. Capire i meccanismi delle entrate e studiare una fiscalità più funzionale. La situazione non è così facilmente riproducibile in termini standardizzati per i diversi territori». A trarre le conclusioni più strettamente normative e a cogliere le criticità della nuova legge è invece Stefano Zunarelli, docente di Diritto dei Trasporti all Università di Bologna. «Un punto critico della legge delega, ha spiegato, «è che il Tpl non è assimilato agli altri servizi pubblici per cui devono essere garantiti livelli essenziali secondo l articolo 117 della Costituzione. Per il trasporto pubblico locale si va più nel vago, stabilendo un livello adeguato del servizio. Una previsione contestabile: quello alla mobilità è un diritto costituzionale». E poi conferma: «I contenuti del federalismo debbono ancora essere individuati così come gli strumenti. C è solo da attendere i decreti attuativi». (Francesco Nariello, Trasporti, Il Sole 24 Ore, 25 mag. - 6 giugno 2009, p. 5) Compravendite in calo per immobili non residenziali. Compravendite in calo e quotazioni stabili per gli immobili non residenziali, un mercato che vale 24 miliardi l anno, in difficoltà per il rallentamento degli investimenti produttivi vittime della crisi. Nel 2008, secondo il rapporto dell Agenzia del territorio realizzato in collaborazione con Assilea, sono state scambiate unità immobiliari, in calo del 12,1% rispetto al Andamento negativo anche nel primo trimestre dell anno per gli scambi di negozi, uffici e capannoni. «Il generalizzato crollo degli investimenti produttivi che ha colpito il settore industriale e l andamento delle nuove operazioni di leasing», si sottolinea nel rapporto, evidenziano «forti contrazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 20,6% nel terziario, 23,9% nel commerciale, 33,5% nel produttivo». Lo scorso anno la contrazione maggiore delle compravendite è stata registrata dagli uffici, in calo del 15,1%, soprattutto nel centro Italia e nelle Isole ( 20%), mentre gli scambi di capannoni hanno avuto una flessione minore nel corso dell anno, pari a 8,7%, con il nord-est a 4,1%. Restano, invece, ancora stabili le quotazioni medie che variano dai euro al metro quadrato dei negozi (+2,6% rispetto al 2007), ai euro a metro quadrato degli uffici (+3,1%), fino ai 540 euro al metro quadrato dei capannoni (+2,6%). (Radiocor immobiliare, Consulente immobiliare, Il Sole24Ore, n. 840/2009, p. 1072) Abruzzo/A giorni gara aperta per mille case di legno. Imminente la pubblicazione del bando di Gara indetto dalla Protezione Civile, per la realizzazione di circa mille edifici prefabbricati in legno, pronti per l inizio dell autunno a dare un tetto ad altrettante famiglie sfollate della provincia dell Aquila. Alloggi temporanei, destinati ai 48 Comuni dell hinterland colpiti dal sisma. Il bando, del valore di 50-55mlni sarà aperto e non richiederà iscrizioni Soa. Le case dovranno essere dotate di ambienti sanitari, riscaldamento, cucina elettrica. In effetti, le case da realizzare sono mille800, ma di queste 800 sono state donate all Abruzzo da soggetti di diversa natura: la provincia di Trento, la Regione Friuli, e le società di calcio Roma e Milan. I costi. Se un prefabbricato ad uso permanente comporta una spesa di realizzazione intorno ai mille200 /mq, nel caso dei prefabbricati ad uso temporaneo la spesa è stata calcolata fra gli 8 e i 900 /mq, che moltiplicati per 60 (superficie in mq di ogni modulo abitativo) danno come indice fra i 48 e i 64mila ad unità, per un valore totale del bando compreso, quindi, fra i 50 e i 55mlni. Le case dovranno essere pronte per la consegna fra settembre e ottobre, mentre entro fine giugno la Protezione Civile pubblicherà altri bandi destinati a prefabbricati a due piani con funzioni differenti da quelle abitative, come scuole e uffici pubblici. (Alessandro Arona, Il Sole 24Ore, Tabloid Edilizia e Territorio, n. 23, del giugno 2009, pag. 2 sintesi redazionale) L area destinata dal PRG a centro sportivo paga il Registro, non l Iva. La sussistenza, su un fondo, di un vincolo urbanistico di carattere conformativo non consente di classificare un'area come edificabile. Sconta l imposta di Registro in misura proporzionale la cessione di un terreno, destinato, sulla base del PRG comunale, a centro sportivo. E la presenza di un limitato indice di edificabilità, rispondente a fini di mera pertinenza e accessorio a tale destinazione, risulta irrilevante. La Corte di Cassazione, con Sentenza dell'11 maggio 2009, ha definito la nozione di area edificabile, in merito all'assoggettabilità di questa all imposta di Registro piuttosto che all Iva. La Cassazione ha osservato che la locuzione "utilizzazione edificatoria", ricorrente UNITELNews24 9

10 nell'articolo 2 del DPR 633/1972, va raccordata con la nozione di edificabilità derivante dalla disciplina urbanistica, quale possibilità per il privato di esercitare lo ius aedificandi, realizzando nell area costruzioni e opere di urbanizzazione ad esse collegate. Ne deriva che un vincolo di destinazione ad attività sportiva, con annesso limite di edificabilità minimo, evidentemente funzionale alla realizzazione di impianti finalizzati alla pratica dello sport, impedisce la riconducibilità di tale area alla categoria dei terreni "suscettibili di edificazione edificatoria", individuata dalla norma. Tale esclusione si fonda sul fatto che il vincolo preclude le forme di trasformazione del suolo riconducibili alla nozione di edificazione. La Cassazione ha ricordato inoltre (vd Sentenza 19668/2008, in materia di imposte indirette) che un'area destinata a verde pubblico dallo PRG vigente non può essere considerata suscettibile di utilizzo edificatorio, benché inserita nel PRG in zona di completamento residenziale, anche nel caso in cui fosse previsto margine di edificabilità residuo, strumentale e finalizzato al verde pubblico. (Agenzia delle Entrate, Fisco Oggi, del 17 giugno 2009 sintesi redazionale) Immobili/Imposta di Registro all 1% per chi fa trading. L acquisto di un fabbricato da parte di una società di trading immobiliare sconta l imposta di Registro con aliquota dell 1% - ed imposta ipotecaria e catastale in misura fissa - solo se la cessione avviene da parte di un impresa in esenzione da Iva. L agevolazione dunque non si applica se il venditore è una persona fisica che non agisce nell esercizio di un attività d impresa. Il chiarimento arriva da una risposta fornita ieri (17 giugno 2009) dal Ministero dell Economia ad un interrogazione parlamentare (vd in materia la Risoluzione 93/E del 1999 dell Agenzia delle Entrate). La norma richiamata è contenuta nell art. 1, c. 1, quinto periodo, della Tariffa, parte prima, allegata al DPR 131/1986, Testo Unico dell Imposta di Registro, che dispone l agevolazione in argomento al ricorrere del presupposto che si tratti di acquisto in esenzione Iva, ai sensi dell art. 10, c. 1, n. 8bis, del DPR 633/1972, e cioè che la cessione abbia ad oggetto un bene non strumentale. Ai fini del conseguimento dell agevolazione, occorre che la cessione sia stata posta in essere da un soggetto Iva che non abbia costruito il fabbricato o che non abbia eseguito su di esso alcun intervento a fini di restauro o di carattere conservativo, o ristrutturazioni edilizia o urbanistica; oppure da un soggetto che, pur avendo costruito il fabbricato, ed eventualmente anche eseguito su di esso uno degli interventi nominati, lo abbia ceduto solo al trascorrere di 4 anni dall ultimazione dei lavori, a meno che il fabbricato sia stato locato per un periodo non inferiore a 4 anni in attuazione di programmi di edilizia residenziale convenzionata, caso questo in cui la cessione è imponibile ad Iva, e non esente. Necessario inoltre ai fini dell agevolazione che l acquirente sia un impresa, il cui principale o esclusivo oggetto sia il trading immobiliare e che espliciti nell atto di trasferimento della proprietà il proprio impegno a non rivendere l immobile non oltre i tre anni dalla data di acquisto. Se però quest ultima condizione non si realizza, le imposte di Registro, ipotecaria e catastale sono dovute nella misura ordinaria alle quali si rende applicabili una sanzione del 30% oltre agli interessi di mora. (Angelo Busani, Il Sole 24Ore, Norme e Tributi, 18 giugno 2009, pag. 31 sintesi redazionale) I fabbricati rurali senza obbligo ICI. I fabbricati rurali non sono soggetti all ICI, come previsto dall art. 23 del DL 207/2008. L articolo in questione contiene indicazioni interpretative in merito alla nozione di fabbricato soggetto a regime fiscale ICI (v. anche DLgs 504/1992). Non si considerano fabbricati le unità immobiliari iscritte o iscrivibili al Catasto fabbricati, per le quali ricorrono i requisiti di ruralità riportati dall art. 9 del DL 557/1993, (v. L. 133/2004): in tal senso, una costruzione per la quale vengono rispettati i requisiti di ruralità non è un fabbricato e pertanto non può essere soggetto ad imposta comunale, anche se tale costruzione è stata iscritta al Catasto urbano in quanto di recente edificazione o a causa di un intervenuta modifica di intestazione (v. Agenzia del Territorio, Cir. 96/T/1998). Risulta in conseguenza da applicare il principio, individuato dall Agenzia delle Entrate con la Circolare 50/E/2000 che riconosce l esclusione da imposta (ICI) per i fabbricati rurali anche se provvisti di rendita. I proprietari di tali manufatti allo scadere dei termini (16 giugno 2009) per il versamento dell acconto ICI, pari al 50% - sono quindi tenuti a verificare se sussistono i requisiti di ruralità dell immobile, e in caso affermativo non devono assolvere l imposta. A questo riguardo, merita evidenziare che l art. 9 DL 557/1993, modificato dal 42bis DL 159/2007, conferma che le abitazioni non sono rurali quando di proprietà di un soggetto diverso dal proprietario del terreno su cui sorgono. (Gian Paolo Tosoni, Il Sole 24Ore, Norme e Tributi, 16 giugno 2009, pag. 35 sintesi redazionale) UNITELNews24 10

11 Housing sociale/da Cassa Depositi e Prestiti, 1 miliardo. La disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti ad intervenire nei piani di housing sociale, nell ambito di un obiettivo di Governo a realizzare 20mila nuovi alloggi, ammonta ad 1 miliardo. L annuncio arriva dai vertici della CDP che indicano come a fronte di finanziamenti al 40% delle iniziative di Edilizia residenziale sociale, si possono attivare risorse per 3,5 mldi. A tale scopo, la CDP ha dato vita a una Sgr che nel tempo di due tre mesi potrebbe essere attiva, in attesa del successivo DPCM sulle modalità operative che dovrebbe essere approvato a breve. Secondo i dati diffusi dalla CDP al VI forum di Edilizia e Territorio, il mercato dell'housing sociale in Italia è pari ad appena il 5% a fronte di quote del 17-18% in Francia e del 34% in Olanda. Ogni anno, la Cassa eroga circa 6mldi agli Enti Locali. Nel 2008, la spesa - pari a 8 mldi - è risultata doppia rispetto all'anno precedente. (Agenzia del Demanio, 24 giugno 2009 sintesi redazionale) Accesso al credito agevolato. Pubblicata la norma per erogare i bonus. È approdato in «Gazzetta Ufficiale» il decreto del presidente del Consiglio che recepisce la comunicazione della Commissione europea in materia di accesso al credito agevolato da parte delle imprese e regimi diretti di sostegno alle attività economiche. Il provvedimento era stato valutato positivamente da parte di Bruxelles che il 2 giugno ha dato il nulla osta alla disciplina italiana che di fatto libera la normativa sugli aiuti di Stato dai pesanti vincoli sulla compatibilità con le regole della concorrenza. Sulla Gu n. 131 del 9 giugno scorso il Dpcm contenente le «Modalità di applicazione della comunicazione della Commissione europea quadro di riferimento temporaneo comunitario per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell accesso al finanziamento nell attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» reca anche una clausola preliminare (articolo 10, comma 4) «che al momento spiega Clara Ricozzi, direttore generale Autotrasporto di persone e cose del ministero Infrastrutture e trasporti è venuto a decadere, visto che l autorizzazione di Bruxelles è arrivata dopo la redazione del testo». Il Ministero tiene anche a precisare che il tetto di 500mila euro si «intende comprensivo delle risorse de minimis percepite nel 2008 che quindi andranno considerate nel cumulo totale». La disciplina prevede infatti un divieto di cumulo con il de minimis oltre la soglia fissata e pone un vincolo anche sullo stato di salute dell impresa all inizio del regime di aiuti. In particolare «ai fini della concessione degli aiuti previsti nella Comunicazione di cui all articolo 1, le amministrazioni concedenti verificano, anche sulla base di dichiarazioni acquisite in via telematica, che le imprese beneficiarie non versavano in condizioni di difficoltà alla data del 30 giugno 2008», come recita il comma 2 dell articolo 2. «Si tratta spiega Ricozzi di verificare che gli aiuti servano davvero ad aiutare le imprese che hanno qualche chance di ripresa, non a far sopravvivere qualche mese aziende che comunque sono destinate a uscire dal mercato». Sono cinque i canali su cui interviene la direttiva del presidente del Consiglio. Il primo (articolo 3) accende i regimi degli aiuti di importo limitato, ovvero « euro per impresa nel triennio dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2010 (...)». Anche in questo caso cinque i requisiti: gli aiuti devono essere erogati nell ambito di un regime di agevolazioni, gli aiuti devono essere trasparenti, divieto di cumulo con il de minimis, l importo massimo di 500mila euro deve essere calcolato al lordo delle imposte dovute. Ci sono poi gli aiuti concessi sotto forma di garanzie (articolo 4) con le modalità di calcolo del premio annuale, gli sconti applicabili, il massimale concesso e le destinazioni dei prestiti (investimento e capitale di esercizio). Il tasso di interesse agevolato (articolo 5) applicato ai prestiti segue le procedure standard con la fissazione del tasso overnight rilevato dalla Bce. Gli aiuti di Stato per i prodotti «verdi» (articolo 6) sono finalizzati a progetti «che comportino un adeguamento anticipato a standard comunitari di prodotto»: l anticipo deve essere di minimo due anni rispetto al naturale ingresso sul mercato dei prodotti più ecosostenibili. Infine ci sono gli aiuti di Stato al capitale di rischio (articolo 7) disciplinati con tranche massime di investimento di 2,5 milioni e partecipazione dei capitali privati del 30 per cento. (Flavia Landolfi, Trasporti, Il Sole 24 Ore, 22 giu. - 4 lug. 2009, n. 12. p. 13) Consiglio di Stato: sì alla Consulta. «Presto l Osservatorio sul gasolio». Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole allo schema di regolamento che «riorganizza il funzionamento della Consulta generale per l autotrasporto e per la logistica, nonché del Comitato centrale per l Albo nazionale degli Autotrasportatori», rendendo imminente il via libera definitivo al rinnovato funzionamento della stessa Consulta per l autotrasporto nella forma voluta dalla riforma del UNITELNews24 11

12 settore. Ma via libera soprattutto alla costituzione, da realizzare sempre presso la Consulta, dell Osservatorio sui costi del gasolio, molto atteso dal mondo dell autotrasporto, che determinerà mensilmente «il costo medio del carburante per chilometro di percorrenza, con riferimento alle diverse tipologie di veicoli e la quota, espressa in percentuale, dei costi di esercizio dell impresa di autotrasporto per conto terzi, rappresentata dai costi di carburante». Grazie al pronunciamento del Consiglio di Stato, arrivato l 8 giugno, il sottosegretario ai Trasporti e presidente della Consulta, Mino Giachino, ha potuto dichiarare «ormai veramente prossima l istituzione dell Osservatorio sui costi, che rimane l unico strumento effettivamente adatto a gestire in modo corretto l andamento, a volte schizofrenico, dei costi di esercizio a carico delle imprese». Il pronunciamento è in via di pubblicazione, visto che, al momento, è alla firma del presidente della Sezione alla quale l analisi del provvedimento di legge era stata affidata. Non appena il testo verrà firmato e protocollato verrà anche reso disponibile sul sito del Consiglio di Stato. Perché quella che, allo stato attuale, è di fatto ancora una bozza di regolamento abbia piena validità giuridica, manca, però, ancora un ultimo passaggio, l approvazione definitiva in Consiglio di Ministri, che dovrebbe avvenire in tempi brevi, anche per compensare il lasso di tempo piuttosto lungo che il Consiglio di Stato ha impiegato per dare una risposta positiva sul provvedimento. Il sì delle toghe è infatti arrivato dopo una prima sospensione di giudizio con successiva richiesta di chiarimenti agli estensori della norma. Alla fine è arrivato il verdetto positivo, giunto però dopo più di tre mesi dalla prima approvazione del testo di legge avvenuta nel Consiglio dei Ministri del 27 febbraio scorso. Il nuovo regolamento è importante anche per sbloccare la fase di stallo in cui si trovano questi due organismi della Pa dedicati alla gestione del settore che sono ancora legati a procedure e gestioni pre-riforma proprio per l assenza di un testo normativo che desse piena attuazione dei contenuti della legge che ha riscritto le regole dell autotrasporto. (Paolo Pastiglia, Trasporti, Il Sole 24 Ore, 22 giu. - 4 lug. 2009, n. 12. p. 15) Edilizia e urbanistica Costruzioni/Edifici con nuove norme dal 1 luglio. Alle nuove norme tecniche sulle costruzioni (DM 14 gennaio 2008, la cui entrata in vigore è fissata per il prossimo 1 luglio) si accompagna la Circolare pubblicata in GU n. 47 del 26 febbraio 2009, Suppl. ord, n. 27. Un testo contenente norme destinate a disciplinare la fase di progettazione dei nuovi edifici. La Circolare detta tuttavia disposizioni afferenti agli edifici esistenti (proprietà meccaniche delle murature, analisi del consolidamento delle strutture murarie, dei ponti e di qualunque manufatto in cemento armato. Il capitolo 10 della Circolare, ad esempio, è dedicato a disposizioni sulla manutenzione, oltre che alle modalità di redazione dei progetti esecutivi. Il capitolo 4 è inerente invece alla verifica degli stati-limite di esercizio degli edifici (deformabilità, fessurazioni, interferri e così via). Una dei capitoli di maggior interesse per i professionisti è il n. 6, dedicato alla geotecnica, in cui si indica come giungere ai valori di riferimento, in materia di verifica della sicurezza. Norme ad hoc anche sul fronte anti-sismico, riservate alla progettazione strutturale in presenza di rischio terremoti. Infine, in relazione ai materiali, particolare rilievo assume il capitolo 11, in quanto alle regole di controllo della resistenza del calcestruzzo in opera mediante carotaggi. Uno fra gli aspetti che in passato sono stati al centro di complessi contenziosi. (Franco Angotti, Il Sole 24Ore, Norme e Tributi, 15 giugno 2009, pag. 10 sintesi redazionale) Partenze differite per il piano casa. E non solo perché le Regioni si muovono in ordine sparso sul varo delle singole leggi. Anche una volta entrate in vigore sul territorio, le singole disposizioni possono non risultare subito applicabili. Molte Regioni, infatti, sulla scia di quanto previsto dall intesa con il Governo del primo aprile hanno lasciato spazio ai Comuni, dando loro il tempo di decidere se applicare o no sul proprio territorio gli ampliamenti del piano casa e i bonus sulla sostituzione edilizia. Altre invece hanno scelto di limitare il potere dei Comuni alle indicazioni prescrittive da dare, caso per caso, ai singoli progetti. Nessun potere invece è stato concesso ai Comuni nell escludere o graduare l applicazione per tre Regioni: Toscana (già legge), Friuli Venezia Giulia e Campania (disegni di legge, che quindi possono subire ulteriori modificazioni). In questo, quindi, le decisioni della Regione si impongono e prevalgono andando a limitare il controllo che il Comune ha sul proprio territorio. Anche se va detto che in questi tre casi le leggi UNITELNews24 12

13 regionali già provvedono a escludere da sole una delle parti più delicate del territorio: i centri storici. Negli altri casi invece ai Comuni è riconosciuto un margine di autonomia: con la conseguenza che per capire con esattezza se un determinato intervento è possibile o no in una zona occorrerà attendere le decisioni dell ente locale. In media, un tempo variabile dai 30 ai sessanta giorni dall entrata in vigore della legge. I cui effetti quindi si spostano sempre più in avanti. In realtà l applicazione differita è citata in modo esplicito e netto solo nei disegni di legge della Lombardia, del Piemonte del Veneto e dell Emilia Romagna. La Lombardia, ad esempio, prevede che nessun intervento possa essere realizzato prima del 16 settembre. O meglio da quella data possono essere presentate le richieste di Dia. Questo perché si dà ai Comuni tempo fino al 15 settembre sia per escludere del tutto sia per imporre alcune prescrizioni, in particolare sulla necessità di trovare spazi anche per il verde e i parcheggi pertinenziali. I Comuni possono poi dire la loro anche sui singoli progetti in aree non vincolate, sentendo la commissione Paesaggio e pronunciandosi nei 30 giorni di attesa per il silenzio assenso della Dia. Il Veneto il cui disegno di legge atteso già per la scorsa settimana è ancora in attesa di approvazione al momento di andare in stampa è altrettanto esplicito. Si prevede che entro 60 giorni i Comuni possano pronunciarsi, e il termine è definito «perentorio». La scelta non si limita a un eventuale esonero, ma anche alla possibilità di mettere un freno ad ampliamenti e demolizioni e ricostruzione, «in relazione alle caratteristiche proprie delle singole zone e del diverso grado di saturazione edilizia». Anche in Piemonte varrà il termine «perentorio» dei 60 giorni. Un termine che però comincia a suscitare qualche preoccupazione proprio nei Comuni. Nei giorni scorsi ad esempio l assessore uscente all Urbanistica di Ferrara, Raffaele Atti, ha scritto a Vasco Errani e gli ha fatto presente che i sessanta giorni sono pochi. «Il termine inderogabile di 60 giorni ha detto dall entrata in vigore della legge, rischia di essere del tutto inadeguato per l istruttoria di un atto complesso e indubbiamente di competenza dei Consigli comunali, molti in fase di rinnovo e quindi alle prese con le inevitabilmente lunghe procedure di insediamento». Potranno intervenire invece soltanto sui singoli progetti i Comuni siciliani, che potranno imporre prescrizioni entro 30 giorni dalla presentazione dell istanza. (Valeria Uva, Edilizia e territorio, 29 giugno - 4 luglio 2009, n. 25, p. 3) Piano Casa. DIA possibile in teoria ma si rischia il contenzioso. Benché l intesa del 1 aprile scorso fra Stato, Regioni ed enti locali non preveda alcunché di specifico sul punto (salvo il generico riferimento a possibili piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni), alcune normative regionali in materia di piano casa, concedono alle amministrazioni comunali la facoltà di escludere in tutto o in parte o su determinate aree del proprio territorio l applicabilità delle disposizioni sugli incrementi volumetrici, al fine di evitare che tali previsioni di carattere straordinario si configurino come una imposizione calata dall alto, in deroga più o meno accentuata agli strumenti urbanistici locali. In tal senso, alcuni progetti normativi come, ad esempio, quello delle Regioni Veneto, Piemonte e Umbria concedono ai Comuni un termine perentorio di sessanta giorni entro il quale pronunciarsi sul punto, con apposita delibera di Consiglio comunale. In simili circostanze, e per l ipotesi che gli attuali disegni di legge vengano approvati in via definitiva nella loro odierna formulazione, è legittimo il dubbio che può sorgere negli operatori del settore, circa la concreta possibilità o, comunque, l opportunità di presentare qualche istanza edilizia di ampliamento nelle more del termine entro il quale i singoli enti locali possono ancora pronunciarsi, escludendo tout court o riducendo la portata degli interventi ammissibili. I tempi. Premesso che, ove le leggi regionali non stabiliscono il contrario (come ad esempio il progetto normativo della Lombardia), ciascun cittadino a livello quantomeno teorico e a patto di aver già fatto predisporre idoneo progetto può presentare la propria domanda di incremento volumetrico anche all indomani dell entrata in vigore del piano casa della propria regione, è comunque certo che motivi di opportunità consigliano di soprassedere, quantomeno per il caso in cui si debba o si intenda presentare un istanza di permesso di costruire. È, infatti, evidente che, durante i tempi tecnici necessari all espletamento della fase istruttoria della pratica edilizia (comunemente più di sessanta giorni), il Consiglio comunale potrebbe intervenire a negare l applicabilità delle disposizioni premiali del piano casa regionale proprio sull area o sull immobile del richiedente, con la conseguenza che l istanza di ampliamento, presentata subito dopo l entrata in vigore della legge della Regione, non potrebbe che venire respinta. Con l ulteriore corollario che il cittadino avrebbe, così, sostenuto spese tecniche di predisposizione del progetto e delle necessarie relazioni, senza poter conseguire UNITELNews24 13

14 alcun positivo risultato. La DIA. Diverso è il discorso in cui il privato possa e intenda farsi autorizzare il progettato intervento edilizio, mediante la più semplice denuncia di inizio attività. Poiché è principio generale dell azione amministrativa che qualsiasi provvedimento (anche tacito) è legittimo ove sia conforme alla situazione di fatto e di diritto del momento della sua adozione, dovrebbe concludersi che il diritto a edificare, in capo al cittadino, si maturi del tutto legittimamente, laddove il trentesimo giorno dalla presentazione della dichiarazione di inizio attività al protocollo del Comune decorra prima che il Consiglio comunale intervenga a negare applicabilità al piano casa regionale per quella determinata zona o area. Né, in tal caso, l ente locale potrebbe successivamente agire in autotutela, per annullare il titolo edilizio inveratosi con la Dia, in quanto l annullamento è il rimedio previsto per i provvedimenti illegittimi ab initio, ma nello specifico come abbiamo appena visto la Dia si sarebbe maturata in maniera del tutto legittima. Non è difficile immaginare che si tratta di problematica potenzialmente foriera di notevole contenzioso. (Domenico Chinello, Edilizia e territorio, 29 giugno - 4 luglio 2009, n. 25, p. 3) Accelera l iter di approvazione del testo di legge che dovrà recepire il piano casa in Emilia Romagna. La scorsa settimana la commissione Urbanistica si è riunita per approvare una serie di articoli che verranno inseriti nella più ampia legge regionale 20/2000 di riforma delle norme urbanistiche. Il provvedimento, che sarà votato questa settimana (nella seduta di martedì), prevede una serie di norme, nel complesso abbastanza estensive, per la regolamentazione di ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni. Gli ampliamenti, nella misura massima del 20%, sono consentiti su edifici abitativi, esistenti alla data del 31 marzo 2009, monofamiliari e bifamiliari o di altra tipologia edilizia, aventi una superficie utile lorda comunque non superiore a 350 metri quadrati da realizzarsi «con l utilizzo di tecniche costruttive che garantiscano l applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici». Nei Comuni classificati a media sismicità, poi, si dovrà procedere anche «alla valutazione della sicurezza e, ove necessario, all adeguamento sismico dell intera costruzione». L aumento, anche in sopraelevazione, è invece ammesso fino a un massimo del 20% di ciascuna unità residenziale, fino a 70 mq di superficie utile lorda per l intera struttura. Nel caso di applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica e degli impianti energetici per tutto lo stabile, l aumento potrà toccare il 35%, per complessivi 130 mq. Sul fronte demolizioni e ricostruzioni, la quota massima dell ampliamento è addirittura del 50%, per la demolizione di edifici residenziali che il piano classifica «incongrui o da delocalizzare» oppure collocati in zone di tutela (ambientale, culturale o paesaggistica). Gli interventi sono consentiti anche su edifici all interno dei quali siano presenti unità immobiliari aventi destinazioni d uso diversa dall abitativa, nella misura comunque non superiore al 30% della superficie complessiva. Per accelerare l iter burocratico, tutti questi interventi (ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni) potranno essere effettuati durante il periodo di validità del provvedimento, fissato in 18 mesi con la semplice dichiarazione di inizio attività. (Lorenzo Bordoni, Edilizia e territorio, 29 giugno - 4 luglio 2009, n. 25, p. 4) La Toscana vara un Piano da 2mila500 alloggi. La Regione Toscana ha dato il via al programma straordinario per l'emergenza abitativa. L investimento è di 143mlni destinati, nel prossimo triennio, alla realizzazione di almeno 2mila500 nuovi alloggi, il 50% dei quali disponibili entro fine Lo sforzo finanziario regionale si aggiunge al precedente investimento di 180mlni previsto dal nuovo piano di Edilizia residenziale pubblica, articolando 5 diverse misure che mirano innanzitutto al ripristino e riqualificazione del patrimonio esistente, per un totale di 25 mlni, finalizzati all'assegnazione di almeno 750 nuovi appartamenti. Una seconda misura, realizzata per metà entro il 2009 e per la restante parte entro i successivi due anni, prevede un investimento di 55 mlni per il recupero, la costruzione e l acquisto sul mercato di almeno 450 nuovi alloggi. Il terzo capitolo del pacchetto prevede agevolazioni per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale sociale destinati alla locazione, a canone sostenibile per almeno 25 anni, tramite recupero ed utilizzazione di immobili esistenti ad immediata disponibilità. L impegno in questo senso è di 45 mlni per un minimo di 900 nuovi appartamenti. Agevolazioni, per un totale di 5 mlni di contributi, sono fissate per singoli nuclei familiari, a favore di giovani coppie e di residenti in Comuni con forti disagi abitativi. Un ultima tranche di 13mlni è destinata infine a programmi sperimentali, che permetteranno la costruzione di circa 130 abitazioni. (Agenzia del Demanio, 16 giugno 2009 sintesi redazionale) UNITELNews24 14

15 Piano Casa/Regione Friuli. La possibilità di ampliare un abitazione, prevista nel Piano Casa, nel Friuli Venezia Giulia sarà permanente e non soggetta al limite di mesi come nelle altre Regioni. Lo prevede il Ddl del Codice Regionale dell Edilizia, approvato lo scorso 11 giugno ed attualmente al vaglio del Consiglio delle Autonomie Locali. Fra le altre differenze contenute nella Legge del Friuli rispetto a quanto stabilito dall Intesa Stato-Regioni c è ad esempio il limite di ampliamento degli edifici residenziali esistenti che sarà di 200mc per tutti gli immobili e non del 20% del volume. Altra peculiarità friulana: il bonus del 35% di cubatura concesso in caso di ristrutturazione edilizia senza richiedere come in altre regioni la demolizione e ricostruzione. Il varo definitivo del Codice è previsto per settembre ottobre. (Fabrizio Patti, Il Sole 24Ore, Economia e Imprese, del 22 giugno 2009 sintesi redazionale) Edilizia/Efficienza idrica, le disposizioni regionali. L art 1, comma 288, della Finanziaria 2008 (Legge 244/2007) dispone che dal 2009 il rilascio del permesso di costruire un edificio sia subordinato oltre che alla certificazione energetica del manufatto anche alle caratteristiche strutturali dell immobile mirate a conseguire il risparmio dei consumi d acqua oltre che il reimpiego dell acqua piovana. Su tale orientamento, alcune Regioni avevano dettato già norme specifiche. In Lombardia, il Regolamento 2/2006 prevede ad esempio che i progetti di costruzione di nuovi edifici o di recupero del patrimonio edilizio esistente dotino i nuovi manufatti di contatori di consumo e dispositivi per la riduzione del consumo di acqua, quali frangitetto, riduttori di portata o dispositivi di erogazione a orario dell acqua calda. In Toscana, vige il Decreto del Presidente di Giunta 2/2007 che impone che gli atti di governo del territorio e i regolamenti edilizi introducano norme che dispongano che nella costruzione di un nuovo edificio o nell ampliamento di un edificio esistente almeno un quarto della superficie fondiaria sia lasciato libero da edificazione per permettere l assorbimento almeno parziale dell acqua piovana. Il Regolamento 2/2007 della Regione Marche obbliga gli alberghi e i campeggi a dotarsi di regolatori di flusso, in modo che dai rubinetti e dalle docce non siano erogate quantità d acqua superiori ai 12l/minuto e 10l/minuto. Nel Lazio, la LR 6/2008 impone per le nuove costruzioni il riutilizzo delle acqua piovane e delle acque grigie per gli scopi compatibili tramite sistemi di raccolta, filtraggio ed erogazione; l installazione di cassette d acqua per water con scarichi differenziati, l impiego di rubinetteria dotata di miscelatori aria/acqua e pavimentazioni drenanti nel caso di copertura superiore al 50% della superficie. Disposizioni simili sono introdotte dalla Legge 1/2008 della Provincia di Trento e dalla Legge 13/3008 della Regione Puglia. (Silvio Rezzonico, Giovanni Tucci, Il Sole 24Ore, Economia e Imprese, del 22 giugno 2009, pag. 17 sintesi redazionale) Urbanistica/Consiglio di Stato. L organo competente a verificare in via ordinaria la compatibilità di un Piano comunale di governo del territorio (Pgt) con il Piano territoriale di coordinamento (Ptcp) è la giunta provinciale. A chiarirlo è il Consiglio di Stato (Decisione 3333/2009 della IV sezione, depositata il 28 maggio), intervenuto su una procedura di formazione dei nuovi strumenti urbanistici in Lombardia. (Guido A. Inzaghi, Il Sole 24Ore, Norme e Tributi del 22 giugno 2009, pag. 9 sintesi redazionale) Allarme sostenibilità per edificazione su territorio già carico. «Nell ipotesi che nel brevemedio periodo i modelli locali di sviluppo tendano a riprodursi con le stesse modalità del passato recente, si possono definire critiche o poco sostenibili le situazioni in cui una forte domanda di edificazione insiste su un territorio già sovraccarico». Si legge nel Rapporto Annuale 2008 dell ISTAT che dedica un ampio capitolo al Territorio. L espansione dell urbanizzazione ha conosciuto, nel periodo , soprattutto in importanti aree del Paese (Mezzogiorno, Veneto e Lazio), un accelerazione senza precedenti in assenza di pianificazione sovra-comunale: i comuni hanno rilasciato in media permessi di costruire per 3,1 miliardi di metri cubi (22,3 all anno per abitante), il 40% dei quali per edilizia residenziale e il resto per attività produttive. E si tratta solo dell edificazione legale. Su questo andamento hanno influito i condoni edilizi del e Nel 2001 le aree urbanizzate includevano il 6,4% del territorio nazionale, con un incremento del 15% rispetto al Secondo gli approfondimenti dell ISTAT, quella del territorio italiano è una UNITELNews24 15

16 situazione particolarmente critica in termini di consumo di suolo, che riguarda sia i sistemi locali metropolitani, che quelli di hinterland; e ancora il triangolo veneto-lombardo-romagnolo. Tra il 2001 e il 2008, limitatamente alle regioni per le quali è in corso il processo di perimetrazione delle aree urbanizzate, la superficie edificata aumenta in misura più consistente in Molise (18%) e in Puglia, Marche e Basilicata (tra il 12% e il 15%). In Veneto, che già nel 1991 condivideva con la Lombardia il primato di regione più costruita d Italia, le superfici edificate crescono del 5,4%, approssimando situazioni di saturazione territoriale. Con Lazio e Puglia, il Veneto è anche la regione dove in assoluto si è costruito di più (oltre 100 km quadrati di nuove superfici edificate). L analisi combinata della densità di popolazione delle aree extraurbane e della pressione della domanda di nuova edificazione mette in luce alcune situazioni critiche: dove il modello insediativo ad alto consumo di suolo tende a riprodursi saturando completamente i residui spazi disponibili come nella pianura padano-veneta, nella fascia litoranea marchigiano-abruzzese e nelle aree d influenza di Roma e Napoli; e dove, invece, in aree a bassa e media densità di popolazione extraurbana, l indicatore di pressione segnala un cambio di paradigma, che rischia di mettere in crisi la stessa immagine storica dei territori, come in Puglia, nella pianura friulana, nella bassa lombarda e nel Campidano. (Radiocor immobiliare, Consulente immobiliare, Il Sole24Ore, n. 840/2009, p. 1073) Edifici agricoli, cambio d uso libero. Il mutamento funzionale della destinazione d uso di un fabbricato da agricolo ad artigianale non necessita di alcun permesso di costruire, dato che non comporta un oggettiva modificazione dell assetto urbanistico ed edilizio né incide sugli indici di edificabilità. Questo il principio desumibile dalla sentenza n. 236 del 10 dicembre 2008, depositata il 2 aprile 2009, con la quale il Tar Abruzzo (sezione I) ha accolto il ricorso proposto contro un ingiunzione comunale di demolizione di opere edili eseguite in assenza di permesso di costruire. Con provvedimento del 26 luglio 2005 un Comune della provincia di L Aquila ha intimato a due soggetti di ripristinare l utilizzo originario del fabbricato oggetto di trasformazione d uso da magazzino di rimessa per prodotti agricoli a uso artigianale senza opere edili, nonché l immediata sospensione dei lavori di trasformazione d uso e la richiesta di risarcimento dei danni subiti e subendi. Contro tale provvedimento i soggetti ingiunti hanno censurato, tramite apposito ricorso al Tar, il comportamento assunto dal Comune, dato che al Comune stesso era stato denunciato l inizio dell attività di trasformazione di destinazione d uso, senza opere, da locale magazzino agricolo a locale uso artigianale. Dal canto suo l ufficio tecnico comunale ordinava di non effettuare l intervento oggetto della Dia in quanto riteneva necessario il rilascio del permesso di costruire (articolo 10 del Dpr 380/2001). Secondo l amministrazione comunale, il permesso di costruire è necessario anche nei casi di trasformazione d uso funzionale di un immobile, senza opere edili, in quanto la regione Abruzzo non ha disciplinato quali siano i mutamenti d uso sottoposti a Dia e quali quelli assoggettati a permesso di costruire. A parere dei ricorrenti, invece, il mutamento di destinazione d uso funzionale non può essere sottoposto ad alcun preventivo assenso, in quanto non dà luogo ad alcuna modificazione dell assetto urbanistico edilizio del territorio. Il mutamento di destinazione d uso funzionale dei singoli edifici è quindi libera, perlomeno in linea generale. I giudici amministrativi, dopo avere constatato che si è trattato di una trasformazione, senza opere, dell uso di un fabbricato (magazzino di circa 300 mq) da agricolo ad artigianale, cioè di una trasformazione che non ha comportato un oggettiva modificazione dell assetto urbanistico ed edilizio né poteva incidere sugli indici di edificabilità, hanno accolto le ragioni dei ricorrenti. (Antonio Piccolo, Agrisole, Il Sole 24 Ore, giugno 2009, n. 24, p.22) L allarme di Bertolaso: 500 ospedali si trovano in zone a rischio sismico. Almeno cinquecento ospedali italiani, considerati strategici in caso di emergenza, avrebbero bisogno di interventi di messa in sicurezza perché si trovano in zone a rischio sismico. È l allarme lanciato dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, nel corso di un audizione davanti alla commissione d inchiesta sul sistema sanitario nazionale del Senato. «Sappiamo che alcune strutture strategiche in zone ad alto rischio sismico, considerate punto di riferimento in caso di emergenza, richiederebbero interventi» ha spiegato il sottosegretario, sottolineando che si tratta di strutture che si trovano principalmente lungo tutta la dorsale appenninica e nelle regioni meridionali. L unica struttura «sicura» da questo punto di vista, prosegue Bertolaso, è il nuovo ospedale del Mare a Napoli, costruito su 327 cuscinetti antisismici. Dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia (nel crollo UNITELNews24 16

17 della scuola morirono 27 bambini e una maestra), ha sottolineato Bertolaso, «siamo finalmente riusciti a far capire che è necessario mettere a punto interventi finalizzati non solo alla fase dell emergenza ma anche e soprattutto alla prevenzione». Ed è in quest ottica che quasi 300 milioni sono stati investiti per verificare le condizioni di quelli che vengono definiti edifici pubblici strategici, cioè scuole, ospedali, caserme dei vigili del fuoco e sedi di governo, ma anche ponti e viadotti. La maggior parte dei circa settemila controlli di vulnerabilità hanno però riguardato le scuole. (Guida agli Enti locali, Il Sole 24 Ore, 20 giugno 2009, n. 25) Energia Energia/Entro il 2030 previsto un forte aumento di capacità installata da fonti alternative. L ipotesi di una correlazione fra consumi di energia e cambiamenti climatici è ormai da tempo diffusa. Secondo i calcoli di previsione dell Eia (la US Energy Information Administration), nel periodo fra il 2006 e il 2030 i consumi di energia a livello globale dovrebbero aumentare del 44% con conseguente crescita di immissioni di gas serra del 46%. E questo perché non appena conclusa la fase recessiva attuale, entro uno o due anni, la domanda di energia riprenderà a correre a ritmi sostenuti, specialmente nei paesi emergenti. Secondo le stime dell Eia, nel caso resti invariato l impegno mondiale attuale nella lotta ai mutamenti climatici, è presumibile l installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per circa 700 Gigawatt (un Gigawatt è un miliardo di watt). Il totale mondiale dell energia consumata dovrebbe così passare dagli 11,6mldi di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) del 2006 ai circa 16mldi di tep nel 2030, con un aumento del 40%. A far fronte a tale aumento saranno le risorse alternative, fra cui i biocombustibili. Accanto a questi dati, però, l Eia prevede per il 2020 anche una crescita complessiva, stimata intorno al 35% dei consumi di energia ricavata da fonti fossili e nucleari. In tal senso, infatti, l Eia ritiene decisivi i progressi tecnologici dei prossimi anni, in assenza dei quali, le energie da fonti rinnovabili ad eccezione dell idroelettrico corrono il rischio di risultare non competitive rispetto ai costi. Va peraltro osservato che le proiezioni dell Eia vengono contestate dalla Ucs (Union of concerned scientist l associazione degli studiosi di settore) secondo cui soddisfare entro il 2020 il 25% del fabbisogno Usa da fonti rinnovabili comporterebbe un risparmio di oltre 64mldi $ sulle bollette elettriche e sul metano. Dati Enel ricavati da diverse fonti indicano invece per il 2020 un enorme crescita del settore energetico, concentrata specialmente nell UE e in Asia, già nel 2008 ai vertici mondiali dei consumi, con livelli rispettivi di 390 e 350 Gigawatt rispettivamente installati. Sia Europa che Asia, sempre secondo Enel, nel 2020, si porteranno intorno a quota 1000Gigawatt. (Rosanna Mameli, Il Sole 24Ore, Mondo, del 22 giugno 2009, pag. 14 sintesi redazionale) Energia/I programmi di Bruxelles per i prossimi vent anni. Nell Europa a 27, il progresso delle rinnovabili nel settore produzione di energia elettrica e trasporti appare non omogeneo. La stessa UE lo ha appurato nel corso della verifica biennale prevista per gli Stati membri, da cui emerge la difficoltà a centrare gli obiettivi fissati per il 201o dalle Direttive 2001/77 e 2003/30. Secondo le stime, è probabile che entro il prossimo anno la produzione nell UE di energia elettrica da rinnovabili possa toccare il 19% del totale (contro il previsto 21%) ed il 4% (invece del 5,75 programmato) nel settore trasporti. Restando nell ambito previsionale, entro il 2030, Bruxelles attende una crescita intorno al 90% della produzione di energia da rinnovabili, grazie al contributo che essa può fornire sia sul fronte ambientale che della sicurezza e del risparmio limitando la dipendenza dell UE dall import di energia primaria (essenzialmente il petrolio). Secondo calcoli di Enel Green Power, i settori eolico, solare e delle biomasse dovrebbero raggiungere la scala industriale nel medio-lungo termine, con un taglio dei costi maggiore di tutti gli altri comparti rinnovabili. In particolare, dall eolico ci si aspetta entro il 2030 una quantità di MW 15 volte superiore rispetto a quella prodotta nel Secondo stime dell UE, entro il 2030, la domanda di energia primaria (attualmente assolta da petrolio e gas) aumenterà dell 11%, e a farvi fronte saranno metano e rinnovabili, il cui maggior impiego risulterà nella produzione di energia elettrica, seguita dai trasporti e dai condizionatori d aria. (Rosanna Mameli, Il Sole 24Ore, Mondo, del 22 giugno 2009, pag. 14 sintesi redazionale) UNITELNews24 17

18 Rendimento Energetico/Il DPR favorisce la caldaia unica. Il sistema normativo previsto dal DPR 59/2009 (pubblicato in GU n. 132 del 10 giungo 2009, ed in vigore dal prossimo giorno 25 giugno) è finalizzato a scoraggiare l adozione di caldaie singole all interno degli edifici ed inverte la rotta rispetto a quanto disposto dalla Legge 10/1991. L art. 1 del DPR definisce le regole generali i metodi di calcolo e i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici in rapporto sia al riscaldamento invernale che alla produzione dell acqua calda sanitaria. Anche l art. 3 interviene sui metodi di calcolo delle prestazioni energetiche dell edificio e degli impianti, tramite le norme EN che applicano la Direttiva europea 2002/91/CE della serie UNI/TS Il DPR tiene conto sia delle unità abitative presenti all interno del condominio, che della potenza nominale del focolare (espressa in kw), disciplinando i casi di sostituzione dei generatori alla luce dell obbligo di presentazione della dichiarazione di conformità dell impianto secondo quanto previsto dal DM 37/2008. In ogni caso, per tutti gli edifici e gli impianti termici nuovi o ristrutturati è disposta l installazione di dispositivi automatici di regolazione della temperatura nei singoli locali o zone dell edificio allo scopo di evitare sovra esposizione al riscaldamento ad opera di eccessivi apporti interni. Gli eventuali impedimenti tecnici alla realizzazione di tali impianti centralizzati, ovvero la scelta di soluzioni impiantistiche equivalenti, devono essere evidenziati nella relazione tecnica. (Giulio Benedetti, Il Sole 24Ore, Norme e Tributi, del 22 giugno 2009, pag. 9 sintesi redazionale) Pubblica Amministrazione Derivati: sotto inchiesta 44 amministrazioni locali esposte per 9 miliardi. La Guardia di finanza ha attivato nell ultimo anno e mezzo 24 filoni di indagine sull utilizzo di derivati da parte di Enti locali e società pubbliche. È quanto emerso nel corso di un audizione dei rappresentanti Gdf in commissione Finanze del Senato, in cui è stato sottolineato in particolare che 44 enti territoriali risultano aver stipulato contratti derivati per un valore di nove miliardi di euro. Nel dettaglio, 16 investigazioni di polizia giudiziaria sono state aperte per ipotesi di truffa, appropriazione indebita e falso presso le Procure. Altre 8 riguardano invece accertamenti della Corte dei conti. (Guida agli Enti locali, Il Sole 24 Ore, 20 giugno 2009, n. 25) Pagamenti della Pa, la Corte conti ricorre alla Consulta Il blocco dei pagamenti alle imprese, imposto ai Comuni e alle Province dal Patto di stabilità, in base anche all ultima legge finanziaria, potrebbe essere incostituzionale. Per questo motivo la sezione lombarda della Corte dei conti ha deciso di sollevare la questione, davanti alla Corte costituzionale, con una pronuncia che crea una situazione di potenziale conflitto «senza precedenti». Nella pronuncia la Corte dei conti lombarda ricorda che Comuni e Province, da tempo, sono sottoposte a tetti di spesa fissati dall Unione europea mediante il meccanismo che va sotto il nome di Patto di stabilità. Le 18 pagine dell ordinanza di rinvio spiegano che «se le amministrazioni non pagano, sono le imprese a subire pesanti ripercussioni, mentre se invece queste ultime vengono saldate, nonostante il blocco fissato dal Patto di stabilità, sono le amministrazioni ad andarci di mezzo e a essere penalizzate». (Guida agli Enti locali, Il Sole 24 Ore, 20 giugno 2009, n. 25) L effetto Consip non si sente. Il risparmio diretto per le Pa è passato da 465 a 712 milioni di euro (+53%). Il transato sulle convenzioni di acquisto vale quasi 2,5 miliardi di euro (+75% sull anno precedente), quello sul mercato elettronico ammonta a 172 milioni (+ 106 per cento). Gli ordinativi on line sono stati 90mila, più del doppio rispetto al Le convenzioni di acquisto hanno consentito un risparmio medio del 22% sui prezzi di acquisto normalmente ottenuti dalle amministrazioni. Cresce anche la customer satisfaction, dal 70,14% al 71,78 per cento. Questi sono solo alcuni degli indicatori di performance della centrale acquisti della Pa Consip ottenuti nel 2008 rispetto all esercizio precedente, riportati nell «annual report 2008» recentemente diffuso. Miglioramenti percentuali a due o tre cifre che farebbero pensare a un andamento virtuoso della spesa pubblica per beni e servizi (tecnicamente: «consumi intermedi»). Il conto non torna. La spesa totale della Pa per consumi intermedi è passata da 121,5 miliardi del 2007 ai 128 del 2008, con un incremento del 5,3% (a fronte di un differenziale Istat del 3,3 per cento). Il mancato UNITELNews24 18

19 «effetto Consip» sui volumi globali della spesa è spiegato da altri dati ricavabili dal rapporto. In primo luogo è interessante verificare la «copertura» del paniere di spesa per B&S esercitata dalle convenzioni di fornitura stipulate dalla centrale acquisti. In termini di «spesa affrontata» (spesa per merceologie riconducibili a quelle delle convenzioni) si va da milioni del 2007 a milioni del 2008 (-13%). Al di là dell andamento negativo, in valore assoluto la spesa affrontata non raggiunge il 10% del totale della spesa per consumi intermedi. Il valore del transato (2,49 miliardi di acquisti effettivi nel 2008), poi, è ragguagliabile all 1,9% della spesa medesima. Qualunque mirabolante performance sui prezzi, quindi, sconta la bassa copertura del paniere. Oltre che dai prezzi, la spesa è condizionata dai consumi. Il ribasso dei prezzi viene vanificato dall eventuale spreco nei consumi. Se ne è finalmente accorto il legislatore: con la Finanziaria 2008 ha previsto che Consip individui «indicatori di spesa sostenibile per il soddisfacimento dei fabbisogni collegati funzionalmente alle attività da svolgere, tenendo conto delle caratteristiche di consumo delle specifiche categorie merceologiche». Parametri e indicatori che però non sono ancora disponibili. Risparmi reali o virtuali? Diminuisce nel 2008 il «risparmio potenziale» sulle categorie merceologiche su cui sono attive convenzioni, come effetto anche del trend negativo della spesa affrontata (la flessione è dovuta sia all avvio dell attività delle centrali regionali, sia all esaurimento anticipato di alcune convenzioni). Il risparmio potenziale è individuato dall Istat come raffronto tra i prezzi medi della Pa e il valore di aggiudicazione Consip, per merceologie comparabili. Si compone di 2 indicatori: il risparmio diretto, da intendersi come risparmio reale, a seguito degli acquisti effettuasti tramite le convenzioni, e il risparmio indiretto che risulta dall applicazione dell effetto benchmark, determinato dall obbligo nelle contrattazioni autonome di utilizzo dei parametri di qualità/prezzo ottenuti da Consip. Si passa dai milioni (465 di risparmio diretto di risparmio da benchmark ) nel 2007, ai milioni ( ) nel 2008 (-29 per cento). Cresce comunque il risparmio diretto, come effetto del consolidamento delle convenzioni avviate. Sulle modalità di misurazione delle performances si è espressa la Corte dei conti nella relazione sull attività della Consip del 2007: «La spesa affrontata costituisce un parametro di riferimento di incerta e labile consistenza. È peraltro a essa che si correla il risparmio potenziale». «Resta, in ogni modo, difficile - continua la magistratura contabile - la quantificazione precisa dei risparmi ottenuti dal sistema delle convenzioni». «In carenza, infatti, di un adeguato sistema di rilevazione e di una base informativa inerente la situazione degli esercizi pregressi - nonché, più in generale, dell impianto della contabilità analitica nell ambito della Pa - gli stessi risparmi diretti sono ricavati con meccanismi di stima e scontano, fra l altro, l invarianza della quantità di beni e servizi acquistati. Il contenimento della spesa non si realizza solo con l abbattimento dei costi unitari, ma presuppone anche una corretta programmazione dei fabbisogni e il controllo dei consumi». Quanto mi costi. In tema di costi operativi, il conto economico 2008 non fornisce una rappresentazione esaustiva del segmento di attività relativo alle attività di centrale di acquisto per la Pa, rispetto al complesso delle attività Consip. Il costo per il personale, di 26,907 milioni, relativo a 521 unità in organico, aumenta rispetto al 2007 di 1,403 milioni (a fine 2007 risultavano in organico 515 dipendenti, di cui 170 assegnati al programma acquisti in rete). Nel 2008 i compensi agli organi sociali, pari a complessivi 825mila euro, sono stati erogati a 5 amministratori (765mila euro) e 3 sindaci (60mila euro). Viceversa, i ricavi sono distinti tra attività informatica e supporto acquisti Pa. Per quest ultima attività Consip ha fatturato al Mef nel ,181 milioni, contro i 28,831 dell esercizio precedente. Questo può essere considerato il prezzo della centralizzazione degli acquisti. Esso viene determinato nell ambito di una convenzione Mef- Consip in quota fissa e con riferimento a una serie di indicatori variabili, quali la spesa gestita. Si tratta quindi di un prezzo fuori mercato, in quanto non determinato in un ambito concorrenziale. La normativa di riferimento sulle competenze e attività di Consip non ha subìto scossoni nel 2008, né la manovra di finanza pubblica per il 2009 contiene disposizioni modificative del quadro operativo della Centrale. Uniche eccezioni sono l articolo 48 del decreto legge 112/2008 che vincola le Pa statali alle convenzioni Consip sull energia e le altre a ottenere risparmi equivalenti, e il Ddl 1082 («Disposizioni per lo sviluppo economico») che prevede rilevanti interventi di centralizzazione degli acquisti degli enti locali attraverso il ricorso e il coinvolgimento di Consip. Quindi, il quadro normativo attuale, delineato dalla legge finanziaria 2007, obbliga tutte le amministrazioni statali (escluse le scuole) a approvvigionarsi utilizzando le convenzioni-quadro per una serie definita di categorie merceologiche (arredi, carburanti, utenze energetiche, telefonia, noleggi, buoni pasto), mentre tutti gli altri enti possono acquistare autonomamente, utilizzando però i parametri di qualità e prezzo fissati da Consip come limite massimo per la stipula dei contratti. Gli enti Ssn sono UNITELNews24 19

20 in ogni caso tenuti ad approvvigionarsi utilizzando le convenzioni stipulate dalle centrali regionali di riferimento, se e in quanto istituite in forza della medesima Finanziaria Con questa legge, infatti, dopo vari ribaltoni normativi sulla vincolatività del sistema Consip, è stato definito un modello a rete (centrale regionali delle Regioni per le amministrazioni locali e Consip per le amministrazioni dello Stato, il tutto in logica di sistema). Consip acquisisce, nei confronti delle amministrazioni locali, una funzione consulenziale e di supporto tecnico. Nel 2008 le relazioni con le amministrazioni territoriali si sono concretizzate in accordi di collaborazione con 4 Regioni e con l implementazione di 21 progetti con altrettante singole amministrazioni. (Marco Boni, Sanità, Il Sole 24 Ore, 26 maggio 1 giugno 2009, n. 20, p. 8) Rifiuti Italia: ciclo dei rifiuti al collasso. Molti dei 6mila impianti italiani di riciclo e recupero dei rifiuti non pericolosi lavorano a mezzo servizio. Così, secondo le stime di Assoambiente entro due anni in Italia non sarà più disponibile spazio in discarica per la raccolta dei rifiuti: a rischio sono il 47% dei rifiuti solidi urbani ed il 44% dei rifiuti industriali o di attività produttive. In tal senso, Assoambiente ha censito tutte le imprese italiane che si occupano del ciclo dei rifiuti, individuando in Liguria e Puglia due fra le aree del paese che prima di altre potranno andare in tilt. L attuale produzione italiana è di 164mlni di tonnellate di rifiuti l anno, a cui vanno sommati altri 80mlni di tonnellate di rifiuti generati dal ciclo produttivo. A fronte di tali cifre, solo il 12% del totale viene oggi bruciato in Italia per generare energia elettrica, contro una media europea del 20%. Buone notizie sul versante del riciclo di imballaggi (con un 65% di vetro) e di spazzatura elettricoelettronica (il 67% delle imprese separa i due gruppi, secondo l analisi del Consorzio Ecorit), ma poi il meccanismo si blocca al successivo livello, con una ridotta capacità di recupero energetico da parte degli inceneritori distribuiti senza omogeneità. Superlavoro al Nord, dove si concentra il 69,8% degli impianti, e utilizzo frenato a Centro e Sud con valori ridotti al 14,6 e al 15,6%. (Jacopo Giliberto, Il Sole 24Ore, Economia e Imprese, 16 giugno 2009, p. 19 sintesi redazionale) Imballaggi idrosolubili per i prodotti alimentari. Obiettivo sostenibilità per gli imballaggi alimentari, monopolizzati dalle plastiche di origine sintetica. È l obiettivo del progetto di ricerca ReBioFoam (Renewable Bio-polymer Foams) di cui l Italia è capofila. L iniziativa è finanziata dall UE all interno del 7 Programma Quadro e prevede la collaborazione di 10 partner provenienti da otto Paesi europei (Italia, Polonia, Spagna, Repubblica Ceca, Irlanda, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito). Lo comunica una nota della Novamont. La ricerca che sarà coordinata dalla stessa Novamont, con la collaborazione della European Renewable Raw Materials Association si propone di sviluppare un nuovo processo a basso impatto energetico ed ecosostenibile, per la produzione di imballaggi espansi biodegradabili e idrosolubili, attraverso l impiego di materie prime rinnovabili. Per ottenere l espansione si utilizzeranno le microonde (su stampi ad hoc con rivestimenti innovativi), che permetteranno di sfruttare l acqua naturalmente presente nei biopolimeri, come agente espandente. Il progetto impegnerà i partner aderenti nei prossimi 4 anni. L applicazione finale di questi imballaggi è quella di svolgere principalmente la funzione protettiva, un settore in cui normalmente vengono impiegati materiali quali il polistirene espanso, il poliuretano, il polietilene e il polipropilene, tutti polimeri di origine sintetica, che potranno quindi essere sostituiti con materiali rinnovabili. Il settore dell imballaggio cerca nuove frontiere per diventare meno impattante e più facilmente gestibile una volta arrivato a fine vita. Una direzione auspicata anche dall Osservatorio nazionale rifiuti, che a questo tema ha dedicato un capitolo del suo rapporto annuale. «Nel campo dei materiali in contatto con alimenti si legge nel Rapporto dell Osservatorio nazionale rifiuti (Onr) le nanotecnologie sono già in rapida ascesa a livello mondiale in quanto consentono un miglioramento delle prestazioni di materiali di imballaggio, sotto svariati aspetti». Sono infatti già presenti sul mercato applicazioni che migliorano le proprietà barriera di una materia plastica alla luce, all ossigeno, ai gas o all umidità, conservando le proprietà sensoriali di un alimento e proteggendolo dallo sviluppo di microrganismi. «Anche lo sviluppo di alcune nanotecnologie con specifiche caratteristiche antimicrobiche continua l Onr contribuisce a queste proprietà. Ciò prolunga al di là di ogni aspettativa rispetto ai materiali tradizionali la vita utile di un alimento, con ripercussioni economiche e sociali di potenziale grande impatto». (Roberto Faben, Agrisole, Il Sole 24 Ore, giugno 2009, n. 24, p. 10) UNITELNews24 20

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