Protocollo operativo semina erba medica Progetto Proteine Vegetali Azione 4
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- Alfredo Di Matteo
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1 Protocollo operativo semina erba medica Progetto Proteine Vegetali Azione 4 Impianto delle prove sperimentali Richiesta e distribuzione del seme Il seme verrà richiesto alle ditte sementiere dal CRPA e verrà distribuito alle varie Unita Operative in un quantitativo pari almeno al doppio di quello necessario per effettuare la semina, tenendo conto delle riserve. Le varietà saranno elencate in ordine alfabetico e in questo ordine devono essere randomizzate nelle diverse località. Schema sperimentale Blocchi randomizzati con quattro ripetizioni Numero parcelle elementari Sono previste da progetto 20 varietà con possibilità di aumentare di una o due varietà a seconda del numero di arrivi. Ogni Unità Operativa potrà inoltre inserire a livello territoriale, varietà o linee pre-commerciali ritenute innovative o interessanti per il proprio ambiente. Eventuali materiali seminati a livello territoriale devono essere comunicati al CRPA e inseriti nell elenco con numero progressivo alla fine di quelli provati nella rete sperimentale interregionale. Il numero totale di parcelle elementari deriverà dal numero di entrate complessivo per quattro replicazioni. Superficie parcellare La superficie parcellare minima è di 9 m 2. Superficie delle prove La superficie delle prove, risulta dalla superficie totale delle parcelle, aggiungendo ad essa gli stradelli necessari per la raccolta dei foraggi e il movimento delle macchine operatrici oltre a una fascia di rispetto intorno al perimetro esterno di non meno di 4 metri. Concimazione Grazie alla simbiosi rizobica, il medicaio in produzione è completamente autosufficiente nei confronti dell azoto. Pur essendo una coltura ad alte richieste di calcio, nei tipici ambienti italiani di coltivazione non si rende necessario alcun apporto, in quanto raramente la medica viene destinata a terreni con ph inferiore a 6,5. Per quanto riguarda fosforo e potassio, la concimazione con questi due elementi non è necessaria in terreni in cui le analisi hanno accertato una disponibilità superiore alle soglie, rispettivamente, di mg/kg di P assimilabile (metodo Olsen) e di 150 mg/kg di K scambiabile (metodo Siss). In terreni carenti o con livelli appena sufficienti dei due elementi, apportare kg/ha di P e kg/ha di K all aratura. Negli anni intermedi: solo in accertate condizioni di carenza, si possono distribuire kg/ha di P a fine inverno, ricordando che, se il terreno ha una dotazione superiore alle soglie appena ricordate, la somministrazione in copertura non giova né alla produzione né alla longevità del prato; anche per Prot. N FAR 23/02/06 Protocollo medica def Pagina 1 di 5
2 quanto riguarda il potassio, distribuire kg/ha di K a fine inverno solo se il terreno ha livelli analitici inferiori alla soglia di risposta. Semina La preparazione del letto di semina deve essere accurata, come per tutte le specie a seme piccolo; per un emergenza del prato omogenea e pronta è bene rullare il terreno prima e dopo la semina. Tuttavia, nei terreni limosi, particolarmente soggetti alla formazione di crosta superficiale, occorre valutare con prudenza l opportunità di effettuare le rullature, per le quali è comunque necessario utilizzare rulli scanalati. Modalità: con seminatrice di precisione, a file distanti cm. Dose: in buone condizioni colturali si consiglia l uso di kg/ha; la dose più alta va impiegata nei terreni più pesanti o con preparazione meno accurata. Profondità: 1-1,5 cm al massimo. Diserbo Il diserbo chimico del medicaio è indispensabile per poter valutare in condizioni uniformi le varietà oggetto della sperimentazione. E quindi necessario intervenire, già nelle prime fasi di vita del medicaio e, se necessario, anche negli anni successivi. La scelta del prodotto deve essere fatta in funzione dell epoca di intervento, del tipo di infestanti e dello sviluppo sia della medica che delle infestanti stesse. Informazioni circa la sensibilità delle principali infestanti oltre alle caratteristiche tecniche e modalità d uso dei principali erbicidi, sono contenute nella pubblicazione del CRPA Le Piante Foraggere (II a Edizione) edizioni L informatore Agrario pagg Se necessario è comunque possibile contattare direttamente il CRPA. Lotta ai fitofagi Tra i diversi insetti che possono danneggiare il medicaio solo alcuni raggiungono talora un livello di presenza tale da causare seri problemi in vaste aree ove la medica è più diffusamente coltivata. Il problema è divenuto più evidente negli ultimi anni poiché, a causa del decorso stagionale più caldo e siccitoso della norma, si sono registrati attacchi particolarmente diffusi e intensi, in particolare dei seguenti insetti: Fitonomo o punteruolo (Hypera postica Gyllenhal, sinonimo di Hypera variabilis Herbst): è un coleottero curculionide; l adulto presenta il tipico rostro, misura 4-6 mm, ha forma ovale e colore bruno e presenta tre strisce più scure sulla parte dorsale; la larva, che è responsabile dei danni alla coltura, ha il capo nero e il corpo prima giallo poi verde; attacca prevalentemente i primi due tagli dell annata. Crisomela (Gonioctena = Phytodecta fornicata Brügg.): è un coleottero della famiglia Crisomelidae; l adulto misura 6-8 mm, è di colore rosso scuro con sette macchie nere sulla parte dorsale; la larva, che è anche in questo caso responsabile dei danni arrecati alle piante, è di colore giallastro punteggiata di nero. Attacca prevalentemente la produzione primaverile. Apion (Apion pisi F.) è un coleottero curculionoideo della famiglia Apionidae; l adulto misura 2-3 mm, ha forma tozza e colore nero-blu brillante; i danni sono arrecati alla coltura, sia dagli adulti sia dalle larve, prevalentemente sulla produzione primaverile (primo e secondo ricaccio) e in minor misura su quella autunnale. Anche per questo aspetto della tecnica colturale, alle pag della pubblicazione Le Piante Foraggere (II a Edizione) è possibile trovare informazioni utili circa la sensibilità degli insetti ai principi attivi registrati e le caratteristiche tecniche e modalità d uso dei principali insetticidi. Se necessario è comunque possibile contattare direttamente il CRPA. Prot. N FAR 23/02/06 Protocollo medica def Pagina 2 di 5
3 Produzione areica di biomassa tal quale Tipo rilievi e protocollo sperimentale Tutte le varietà devono essere tagliate contemporaneamente. E indispensabile procedere nell esecuzione dello sfalcio per blocchi al fine di minimizzare l errore determinato, nel caso di sfalci manuali, dal modificarsi delle condizioni ambientali. Nell Italia centro-settentrionale, le temperature primaverili sono generalmente insufficienti a garantire una fioritura omogenea del prato, per cui l epoca ottimale per il primo sfalcio, più che sulla presenza dei fiori, si basa sull emissione dei nuovi germogli dalla base della pianta; è necessario quindi intervenire prima che questi possano essere danneggiati o asportati con la falciatrice, compromettendo la velocità e la quantità del ricaccio, oltre alla vitalità dei cespi. Per quanto riguarda gli sfalci successivi, il momento ottimale si ha con la fioritura del 10-20% dei racemi; orientativamente, è possibile effettuare uno sfalcio ogni 4-5 settimane. Anche per lo sfalcio autunnale spesso la temperatura è insufficiente per la differenziazione di tutte le gemme fiorali e si ricorre all esame dei germogli, come nel caso del taglio primaverile. In ogni caso l ultimo sfalcio deve essere fatto indicativamente almeno quattro settimane prima dell arrivo delle prime gelate in modo che per quel momento la pianta sia già in una fase di quiescenza e con un minimo di ricaccio in grado di garantire una protezione nel periodo invernale. La produzione tal quale di foraggio verde viene pesata in campo al momento dello sfalcio con gli opportuni strumenti di misura (bilance a stadera o a dinamometro) aventi un grado di precisione non inferiore a 50 grammi per pesi fino a 50 chilogrammi e non inferiore a 100 grammi per pesi superiori. La produzione parcellare, espressa in chilogrammi, viene poi rapportata alla superficie di un ettaro ed espressa in tonnellate di foraggio verde. Nel caso non sia possibile raccogliere l intera superficie parcellare, la superficie minima sulla quale viene determinata la produzione non deve essere inferiore a 6 m 2. Contenuto di sostanza secca Al momento della raccolta viene prelevato un campione di biomassa avente un peso non inferiore a 0.8 kg; il campione deve essere rappresentativo dell intera parcella e deve essere pesato in campo immediatamente dopo la raccolta per evitare perdite di umidità. Utilizzare una bilancia (a stadera o a dinamometro) con precisione di 10 gr. Il campione viene posto in essiccatoio fino a raggiungere un livello costante di umidità e viene quindi pesato con bilancia a stadera o elettronica (precisione non inferiore ai 2 gr): il rapporto tra peso del campione secco e del campione verde al netto della tara, espresso in percentuale, esprime il tenore di sostanza secca del materiale vegetale. Se il campione non può essere essiccato tempestivamente dopo la raccolta, deve essere prevista la conservazione in congelatore, al fine di evitare fermentazioni indesiderate, che comprometterebbero l attendibilità del dato. La temperatura di essiccazione deve essere di 105 C. Solo i campioni prelevati dai confronti varietali di secondo anno (semine 2006 anno di raccolta 2007), nelle prove condotte da CRPA (Emilia-Romagna), ERSAF (Lombardia) e Università di Ancona (Marche), devono essere essiccati a 65 C. Ciò è molto importante per garantire la correttezza delle analisi delle frazioni azotate. Essendo diversi i fattori che influenzano il tempo necessario per una corretta essiccazione dei campioni (livello di riempimento della stufa, umidità del foraggio allo sfalcio, efficienza delle stufe) Prot. N FAR 23/02/06 Protocollo medica def Pagina 3 di 5
4 per essere certi di avere dati riferiti effettivamente alla sostanza secca si consideri un tempo minimo di essicazione di almeno 36 ore a 105 e 48 a 65 e deve in ogni caso essere previsto un rivoltamento dei campioni dopo circa 12 ore di stufa; inoltre al termine delle 36 o delle 48 ore effettuare il peso su alcuni campioni (uno per ogni ripiano della stufa) e ricontrollare il peso dopo 6 ore per verificare che sia rimasto invariato. Produzione areica di sostanza secca La produzione di sostanza secca, che viene espressa in tonnellate per ettaro, non è un dato rilevato, ma deriva dalla moltiplicazione della produzione tal quale per il contenuto percentuale di sostanza secca: la sua precisione deriva quindi dalla qualità dei dati rilevati di partenza. Grado di dormienza dell erba medica Viene misurato come altezza, espressa in centimetri, all uscita dall inverno (indicativamente nel periodo Marzo) per quanto riguarda la dormienza primaverile e dopo l ultimo sfalcio (indicativamente tra la prima e la seconda decade di ottobre) per quanto riguarda la dormienza autunnale; la misura deve essere ripetuta 4 volte per ogni parcella elementare. Il parametro sarà misurato nella prova condotta da CRPA e in una seconda località da individuare tra quelle che presentano condizioni ambientali diverse dalla prima. Velocità di ricaccio Viene misurata come altezza, espressa in centimetri, dopo circa dallo sfalcio solo sul primo e sul secondo ricaccio (cioè dopo il primo e il secondo taglio). La misura deve essere ripetuta 4 volte per ogni parcella elementare nella sola stazione di Parma (Azienda Sperimentale Stuard ). Ricoprimento speci.fico Il ricoprimento deve essere effettuato indicando la percentuale di parcella sulla quale sussistono piante vitali della specie oggetto della sperimentazione. Il rilievo viene effettuato dopo l ultimo sfalcio nell ultimo anno produttivo della prova in tutte le località. Metodi di elaborazione statistica I risultati della sperimentazione su parcelle debbono essere sottoposti ad analisi della varianza a due vie per il calcolo del test F; nelle tabelle finali deve essere indicata la significatività del test, mediante la consueta simbologia (n. s. = non significativo; * = p 0.05; ** = p 0.01; *** = p 0.001). Per ogni parametro, quando il test F risulta significativo, si deve provvedere a separare le medie di tesi, utilizzando il test di Scott-Knott o altro test equivalente. I vari sottogruppi debbono essere indicati da lettere maiuscole: le cultivar con lettere diverse sono statisticamente diverse al livello di probabilità del 5%. L elaborazione deve comprendere anche l indicazione del coefficiente di variazione (C.V. %), che esprime l uniformità dei dati per il parametro in esame. Valori elevati del coefficiente di variazione sono indice di scarsa omogeneità per ragioni ambientali, biologiche o per scarsa precisione nella conduzione dell esperimento e tendono pertanto a ridurre l efficacia dell analisi statistica. Oltre alle tabelle finali con i dati elaborati, devono essere inviati al CRPA i dati parcellari elementari che verranno elaborati cumulativamente e archiviati. Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile contattare Marco Ligabue o Fabrizio Ruozzi telefonando al CRPA o scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica: foraggi@crpa.it. Prot. N FAR 23/02/06 Protocollo medica def Pagina 4 di 5
5 Note: 1) Il CRPA è in grado di fornire le etichette necessarie alla corretta e univoca identificazione dei campioni prelevati nelle diverse stazioni sperimentali. 2) Per la raccolta dei campioni, la loro conservazione in freezer e la successiva essiccazione in stufa devono essere utilizzati dei sacchetti di juta che possono essere forniti dal CRPA. 3) Tutte le Unità Operative devono comunicare con tempestività via al CRPA gli eventi significativi che si verificano durante l annata (es.: data di semina, emergenza, trattamenti effettuati, data di effettuazione degli sfalci o dei rilievi, ecc.). 4) Il CRPA è in grado di fornire se necessario le schede di rilevamento dati in modo da uniformare le procedure di annotazione dei dati di campo. 5) Sono previste nel corso della durata del progetto, visite concordate con le Unità Operative, per favorire lo scambio di informazioni tecniche con il coordinamento. Prot. N FAR 23/02/06 Protocollo medica def Pagina 5 di 5
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