Marzia Mortarino, Mauro Reali, Gisella Turazza. Divum Domus. Letteratura, lingua, autori latini VERSIONE MULTIMEDIALE. L età augustea.

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1 Marzia Mortarino, Mauro Reali, Gisella Turazza Divum Domus Letteratura, lingua, autori latini VERSIONE MULTIMEDIALE 2 L età augustea libro misto

2 L OFFERTA online DI LOESCHER EDITORE IMPAROSULWEB La piattaforma delle risorse didattiche digitali di tutti i libri misti della Casa editrice. Accesso con registrazione. Portali di materia Portali dedicati alle singole materie o aree disciplinari contenenti materiali integrativi costantemente aggiornati. Accesso libero. webtv La webtv che offre on demand videolezioni, documentari originali e interviste in italiano e in lingua straniera sulle principali materie. Possono essere corredati da sottotitoli e da schede di attività. mia mialim Versione elettronica e sfogliabile del libro per creare lezioni personalizzate e interattive. CLOUDSCHOOLING La piattaforma online che permette ai docenti di creare e gestire le proprie classi virtuali e di utilizzare i tutor della Casa editrice. cicero Il tutor online per l analisi e la traduzione del testo latino. Aiuta lo studente a costruire le sue competenze e permette al docente di valutare l intero processo di apprendimento. eugenio Il tutor online di italiano per l analisi e la comprensione del testo che si adatta al livello di competenza dello studente. PALESTRE INTERATTIVE Esercizi interattivi costruiti su brevi porzioni di testo. Possono essere assegnati dai docenti nella classe virtuale, oppure svolti dai ragazzi in autoapprendimento.

3 Marzia Mortarino, Mauro Reali, Gisella Turazza Divum domus Letteratura, lingua, autori latini Versione multimediale 2 L età augustea LOESCHER EDITORE

4 Loescher Editore - Torino I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i paesi. L acquisto della presente copia dell opera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, Milano, autorizzazioni@clearedi.org e sito web L editore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori dal proprio catalogo editoriale. La fotocopia dei soli esemplari esistenti nelle biblioteche di tali opere è consentita, non essendo concorrenziale all opera. Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dell editore, una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche. Nel contratto di cessione è esclusa, per biblioteche, istituti di istruzione, musei ed archivi, la facoltà di cui all art ter legge diritto d autore. Maggiori informazioni sul nostro sito: Ristampe N ISBN Divum domus è frutto del lavoro comune degli autori, che insieme hanno redatto le Tabelle dei generi letterari. Marzia Mortarino ha scritto le unità 3 (Orazio), 4 (L elegia romana: Tibullo e Properzio). Mauro Reali ha scritto il profilo storico-letterario e le schede Storia, civiltà, cultura, Arte, Luoghi, I classici nella cultura europea delle unità 1 (Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto), 2 (Virgilio), 5 (Ovidio), 6 (Livio e la storiografia minore di età augustea). Ha inoltre redatto tutte le schede Itinera e le sezioni di esercizi per il Recupero e potenziamento. Gisella Turazza ha scritto la sezione antologica e le schede Opere e Letteratura delle unità 1 (Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto), 2 (Virgilio), 5 (Ovidio), 6 (Livio e la storiografia minore di età augustea). Ha inoltre redatto le Tavole cronologiche e il Dizionario di metrica. Fabio Cannatà ha steso le Verifiche e ha contribuito alla revisione didattica dei laboratori e delle analisi del testo. Mirjam Patanè ha contribuito all annotazione dei testi antologici. Irene Ferrari ha curato la sintesi del profilo dell unità 1 (Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto). Sergio Audano ha curato la sintesi dei profili delle unità 2 (Virgilio), 3 (Orazio), 5 (Ovidio). Si ringraziano per la consulenza didattica le professoresse: Irene Ferrari, Laura Gianferri, Francesca Razzetti. Si ringraziano inoltre per gli utili suggerimenti didattici le professoresse: Patrizia Esposito, Gabriella Ricci, Carla Torre. Nonostante la passione e la competenza delle persone coinvolte nella realizzazione di quest opera, è possibile che in essa siano riscontrabili errori o imprecisioni. Ce ne scusiamo fin d ora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo al miglioramento dell opera stessa, vorranno segnalarceli al seguente indirizzo: Loescher Editore s.r.l. Via Vittorio Amedeo II, Torino Fax clienti@loescher.it Loescher Editore S.r.l. opera con sistema qualità certificato CERMET n A secondo la norma UNI EN ISO Progetto e coordinamento editoriale: Milena Lant Redazione: Chiara Mantegazza Progetto grafico: Cristina Rainoldi (Matricardi.com) Ricerca iconografica: Emanuela Mazzucchetti, Milena Lant Cartografia: LS International Cartography - Milano Videoimpaginazione: Puntografica - Torino Copertina: Visualgrafika - Torino Stampa: Stige S.p.a. - Via Pescarito San Mauro Torinese (TO)

5 PRESENTAZIONE Divum domus, «La casa degli dèi», è, per l Enea di Virgilio (Eneide 2,241), la patria d origine, e cioè Troia, della quale sta rievocando la caduta per mano dei guerrieri Achei. Quando formula quell espressione è ormai lontano, profugo, accolto da poco dalla regina cartaginese Didone: per lui «casa degli dèi» sta a significare un luogo dove si conservano le radici più profonde religiose, etiche, culturali del suo popolo. Enea giungerà poi nel Lazio e i suoi successori fonderanno Roma, città che gli dèi eleggeranno a caput mundi, a dispensatrice di lingua, civiltà, diritto per tutto il mondo conosciuto. Agli occhi dei Romani è dunque proprio Roma la nuova Divum domus, e così era talora chiamata in epoca antica. E per noi, oggi, dov è la Divum domus, la «casa» nella quale risiedono le nostre radici linguistiche, culturali e giuridiche? È nello straordinario patrimonio letterario che il mondo latino ci ha lasciato: è una Domus ideale, fatta di parole, idee, valori nella quale se entriamo accompagnati dalle necessarie «guide» trovare, davvero, buona parte delle radici della nostra civiltà. La nostra opera, dunque, come una casa (domus) cercherà di essere luminosa ed accogliente, senza dimenticare tuttavia la profonda suggestione che emanano autori e opere, i suoi «abitanti» (Divum). Incontriamo il libro Il profilo storico-letterario Gli autori e i fenomeni culturali sono proposti in una prospettiva diacronica, cercando sempre un loro rapporto con il contesto storico e sociale che li ha espressi; a integrare le informazioni sui principali eventi della storia romana, le Tavole cronologiche poste all inizio. L antologia Pur in un contesto di sintesi, il progetto presenta una ricca selezione antologica, garantendo così una notevole flessibilità didattica. per ciascun autore di particolare rilievo didattico si segnala un Testo di apertura, presentato in latino con note, seguito da traduzione italiana e commentato da analisi del testo: un brano emblematico per conoscere l autore e nel quale, in una necessaria didattica breve, l approccio testuale si può anche esaurire; i testi sono proposti in italiano, in latino e italiano, ma soprattutto in latino con note grammaticali e linguistiche ed elementi traducenti evidenziati in colore; tutti i passi antologici sono raccolti in percorsi per temi o nodi concettuali che esemplificano, anche grazie a frequenti rimandi, le linee interpretative sviluppate nel profilo: antologia e profilo, raccordati in maniera puntuale, sono così realmente complementari; appuntamento conclusivo di ogni sezione antologica è il Laboratorio, che propone attività di analisi e comprensione di un nuovo testo in latino e italiano (Lavorare sul testo) e, per i prosatori, anche un brano latino di Versione e guida all analisi. 3

6 Per l approfondimento In ciascuna unità si inseriscono, sia nella parte espositiva sia in quella antologica, schede di approfondimento dedicate a temi di civiltà, arte, storia, letteratura e ad aspetti di cultura materiale, unitamente ad un accurata selezione di materiale critico. Specifiche sezioni tematiche, Itinera, permettono di fare il punto su temi e motivi della latinità, recuperati trasversalmente ai diversi autori, con puntuale riferimento ai testi presenti nelle sezioni antologiche, ma anche con l inserzione di brani aggiuntivi: La figura di Catilina (in Sallustio, in Cicerone ), Didone e il suo «mito» (in Virgilio, in Ovidio ). Le schede Le parole di permettono di volta in volta di valorizzare il campo semantico prevalente del lessico di un autore, sempre con rimando ai testi antologici. Per gli autori che hanno avuto maggiore fortuna nel corso dei secoli, la sezione I classici nella cultura europea segue la letteratura anche nei suoi sviluppi successivi. Per la valutazione Oltre alle attività del Laboratorio, in chiusura di ogni unità una specifica Verifica permette di valutare le conoscenze con domande afferenti alle possibili tipologie della attuale Terza prova dell Esame di Stato. Al termine di ciascuna delle quattro grandi scansioni cronologiche in cui sono raccolte le unità, la sezione Esercizi per il recupero e il potenziamento propone verifiche delle conoscenze (per il recupero); saggio breve, testi a confronto, versioni dal latino (per il potenziamento), in risposta alle esigenze di una didattica personalizzata e differenziata. Strumenti di ragguaglio a fine volume Tabelle dei generi letterari, con brevi excursus sulla storia del genere, compresi puntuali riferimenti alla letteratura greca; Dizionario di metrica e, in posizione di facile consultazione, il Glossario essenziale di retorica e stilistica. 4 Presentazione

7 Indice Generale L età augustea Tavole cronologiche Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto Le coordinate storiche Gli eventi storici fino all affermazione di Ottaviano Le conseguenze istituzionali La politica di Augusto La voce della critica (P. Zanker) La corazza di Augusto, simbolo di una nuova era Il clima culturale Mecenate e il suo circolo Arte L Ara Pacis Augustae Gli altri circoli culturali Il classicismo augusteo e il sistema dei generi letterari Erudizione e diritto Vitruvio e la prosa tecnica Le parole dell impero In sintesi Verifica L ENEIDE: LA «MISSIONE» DI ENEA TRA GUERRA, avventura, DOLORE 3.1 La spaventosa morte di Laocoonte (Eneide 2, ) LATINO arte Il Laocoonte dei Musei Vaticani, Virgilio e Winckelmann Giove predice a Venere la grandezza di Roma (Eneide 1, ) ITALIANO ITINERA Didone e il suo «mito» Didone confessa alla sorella l amore per Enea (Eneide 4,1-30) LATINO Enea e Didone: il dovere e la passione (Eneide 4, ) LATINO Luttuoso destino di Marcello (Eneide 6, ) LATINO Eurialo e Niso: il dolore del poeta (Eneide 9, ) ITALIANO la voce della critica (A. La Penna) Virgilio e i giovani eroi: tra compianto e ammirazione Laboratorio Lavorare sul testo Didone, disperata, parla ad Enea (Eneide 4, ) I classici nella cultura europea Virgilio nell opera di Dante...85 In sintesi Verifica Virgilio La vita Le Bucoliche Le opere Le Georgiche Luoghi Lavinium, fine del viaggio di Enea L Eneide Lingua e stile ON LINE Virgilio, poeta augusteo 1 Il vecchio di Corico (Georgiche 4, ) latino 2 Il catalogo degli eroi romani (Eneide 6, ) italiano 3 Verso il Lazio (Eneide 7,1-45) latino italiano 4 Sullo scudo di Enea: la battaglia di Azio (Eneide 8, ; ) latino italiano ANTOLOGIA TESTO DI APERTURA Il proemio dell Eneide (Eneide 1,1-33) LE BUCOLICHE 1.1 Tra finzione pastorale e realtà storica: l esproprio dei campi (Bucoliche 1) LATINO Il puer e il rinnovamento dell umanità (Bucoliche 4) ITALIANO LE GEORGICHE 2.1 Il proemio (Georgiche 1,1-42) LATINO Le lodi dell Italia (Georgiche 2, ) ITALIANO ITINERA L età dell oro dal mito alla storia Orfeo ed Euridice (Georgiche 4, ) LATINO Orazio La vita Le opere Le opere Storia, civiltà cultura Tradizione e significato del simposio in Grecia e a Roma Lingua e stile ANTOLOGIA TESTO DI APERTURA Carpe diem (Odi 1,11) Indice generale 5

8 1 LE SATIRE 1.1 Viaggio e avventure (Satire 1,5) ITALIANO Il rompiscatole: tormento e vendetta (Satire 1,9) ITALIANO LE ODI 2.1 A Mecenate (Odi 1,1) LATINO ITINERA Mecenate e il suo circolo Il gelido inverno e il calore delle gioie (Odi 1,9) LATINO La nave (Odi 1,14) LATINO Modesti piaceri e gloria popolare (Odi 1,20) LATINO Grandezza e rovina di Cleopatra (Odi 1,37) ITALIANO La voce della critica (A. La Penna) Orazio, il buon senso e la filosofia Letteratura Alceo Il fascino della semplicità (Odi 1,38) LATINO Contro l eccesso dell ambizione (Odi 3,1) ITALIANO E se l antico amore rifiorisse... (Odi 3,9) LATINO O fons Bandusiae (Odi 3,13) LATINO L incorruttibile gloria dell artista (Odi 3,30) LATINO Laboratorio Lavorare sul testo Serenità del saggio e destino dell uomo (Odi 2,3) I classici nella cultura europea Ariosto e Orazio In sintesi Verifica ON LINE La musa erotica 1 Fascino dell amore e serena disillusione della maturità (Odi 1,5) latino 2 Passione erotica e amara gelosia (Odi 1,13) latino italiano 3 L ingenuo ritrarsi dell amore (Odi 1,23) latino ANTOLOGIA TESTO DI APERTURA Utopia rustica e amore (Tibullo, Elegie 1,1) TIBULLO 1.1 «Amaro m è il giorno e più amaro il buio della notte» (Elegie 2,4) ITALIANO PROPERZIO 2.1 A Cinzia (Elegie 1,1) ITALIANO La fine dell amore (Elegie 3,25) LATINO Laboratorio Lavorare sul testo Presentazione del poeta (Properzio, Elegie 1,22) In sintesi Verifica ON LINE Le guerre civili: da trauma della memoria ad aspirazione della Pace 1 Che i venti di guerra siano dispersi dalla candida Pace (Tibullo Elegie 1,10) italiano 2 L esperienza della guerra civile (Properzio, Elegie 1,21) ITAliano 5. Ovidio La vita Una poesia varia Le opere Storia, civiltà, cultura Lusso, moda, cosmesi femminile nella Roma di Augusto La voce della critica (I. Calvino) Italo Calvino legge Ovidio, poeta della «leggerezza» e della «rapidità» Lingua e stile ANTOLOGIA 4. L elegia romana: Tibullo e Properzio Le caratteristiche del genere Antecedenti dell elegia latina: l elegia greca antica ed ellenistica Caratteri e temi dell elegia latina Letteratura L elegia greca arcaica Nascita e sviluppo dell elegia Cornelio Gallo Albio Tibullo La vita Le opere del Corpus Tibullianum Le opere Lingua e stile Sesto Properzio La vita La voce della critica (P. Fedeli) Da Catullo agli elegiaci L opera Le opere Lingua e stile Indice generale TESTO DI APERTURA Il proemio dell Ars amatoria (Ars amatoria 1,1-40) L AMORE TRA ELEGIA E INTENTI DIDASCALICI 1.1 La «milizia d amore» (Amores 1,9) LATINO Didone scrive a Enea (Heroides 7,1-18; ; ) ITALIANO I luoghi dell amore: il teatro (Ars amatoria 1,89-134) ITALIANO IL RINNOVAMENTO DELL EPOS 2.1 Il proemio delle Metamorfosi (Metamorfosi 1,1-31) ITALIANO Apollo e Dafne (Metamorfosi 1, ) LATINO La disgrazia di Fetonte e la metamorfosi delle sorelle (Metamorfosi 2, ) LATINO Narciso si innamora della propria immagine (Metamorfosi 3, ) ITALIANO Laboratorio Lavorare sul testo Il mito di Aracne (Metamorfosi 6, ) Le parole dell amore I classici nella cultura europea La metamorfosi di Dafne In sintesi Verifica

9 ON LINE Ovidio: tristi versi dall esilio 1 Dall esilio, alla moglie lontana (Epistulae ex Ponto 1,4,1-8 e 47-58) latino con note e italiano 2 Il bilancio di una vita: l autobiografia di Ovidio (Tristia 4,10) italiano 6. Livio e la storiografia minore di età augustea La vita L opera storiografica Ab Urbe condita Le opere Le idee e i valori di Livio L arte di Livio La voce della critica (E. Gabba) Livio: un letterato, non un politico Pompeo Trogo e la storiografia minore di età augustea L opera di Pompeo Trogo: Roma non è al centro del mondo Asinio Pollione e Tito Labieno, autori di opere «pericolose» ANTOLOGIA TESTO DI APERTURA La lupa salva Romolo e Remo (Ab Urbe condita 1,4) arte La Lupa Capitolina, una statua problematica L «ARCHEOLOGIA» DI LIVIO 1.1 Il metodo storiografico (Ab Urbe condita, Praefatio) ITALIANO Romolo e Remo: la fondazione della città e il fratricidio (Ab Urbe condita 1,6; 1,7,1-3) LATINO Le donne sabine, il coraggio della mediazione (Ab Urbe condita 1,13,1-4) LATINO Apoteosi di Romolo (Ab Urbe condita 1,16) LATINO Lucrezia: la pudicitia portata all estremo (Ab Urbe condita 1,58) ITALIANO Il regifugium e l elezione dei primi consoli (Ab Urbe condita 1,60) ITALIANO LA SECONDA GUERRA PUNICA 2.1 Ritratto di Annibale (Ab Urbe condita 21,4,1-10) LATINO storia, civiltà, cultura Annibale tra storia, letteratura, critica ITINERA Il viaggio tra realtà e fantasia Annibale passa le Alpi (Ab Urbe condita 21,35,4-12) ITALIANO Sconfitta romana presso il lago Trasimeno (Ab Urbe condita 22,6; 7,1-4) ITALIANO Prima di Zama: Annibale e Scipione (Ab Urbe condita 30,30,1-11; 31) ITALIANO Laboratorio Lavorare sul testo La fine della monarchia e i rischi della libertà (Ab Urbe condita 2,1,1-6) Versione e guida all analisi Vittoria romana contro i Veienti Le parole del mos maiorum I classici nella cultura europea Machiavelli «interprete» di Livio In sintesi Verifica ON LINE Numa Pompilio, exemplum di religiosità 1 L investitura di Numa (Ab Urbe condita 1,18) italiano 2 Il tempio di Giano (Ab Urbe condita 1,19) latino con note e italiano 3 Effetti del buongoverno di Numa (Ab Urbe condita 1,21) latino Versione e guida all analisi Sagunto è conquistata dai Cartaginesi A Recupero e potenziamento Fonti delle traduzioni italiane dei passi antologici Tabelle dei generi letterari Dizionario di metrica Glossario essenziale di retorica e stilistica Indice dei nomi Indice generale 7

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11 L ETà augustea 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 2. Virgilio 3. Orazio 4. L elegia romana: Tibullo e Properzio 5. Ovidio 6. Livio e la storiografia minore di età augustea _0009_0026.indd 9 11/03/

12 date EVENTI storici arte E CULTURA date EVENTI storici arte E CULTURA 44 a.c. 43 a.c a.c. Assassinio di Cesare Dopo la cosiddetta guerra di Modena tra Ottaviano e Antonio, creazione del secondo triumvirato tra Ottaviano, Marco Antonio, Lepido Cicerone scrive le Philippicae Muore Cicerone Nasce a Sulmona Ovidio Sallustio scrive il De coniuratione Catilinae e il Bellum Iugurthinum 32 a.c. 31 a.c. Ottaviano e Antonio, ormai rivali, rompono i patti del triumvirato; Antonio convive con la regina d Egitto Cleopatra, per la quale ha ripudiato la moglie Ottavia (sorella di Ottaviano) Ottaviano sconfigge ad Azio Antonio e Cleopatra Morte di Attico 42 a.c. Bruto e Cassio sconfitti a Filippi a.c. Tito Livio incomincia a scrivere Ab Urbe condita a.c a.c. 40 a.c. 39 a.c. 38 a.c. Cosiddetta guerra di Perugia tra Ottaviano e Lucio Antonio, fratello di Marco Pace di Brindisi, che ribadisce dopo alcuni disaccordi i patti tra i triumviri Virgilio compone le Bucoliche Asinio Pollione crea a Roma la prima biblioteca pubblica Sallustio inizia a scrivere le Historiae Virgilio entra nel circolo di Mecenate Virgilio inizia a scrivere le Georgiche 30 a.c. 29 a.c. 28 a.c. 27 a.c a.c. 26 a.c. Suicidio di Antonio e Cleopatra: l Egitto diventa romano Ottaviano celebra il trionfo, in una posizione giuridicamente incerta; promuove inoltre alcune campagne militari in Spagna Il senato conferisce a Ottaviano la tribunicia potestas, l imperium proconsulare e l epiteto ufficiale di Augustus Orazio pubblica il II libro delle Satire e gli Epodi Virgilio inizia a comporre l Eneide Properzio entra nel circolo di Mecenate e pubblica il I libro delle Elegie Vitruvio scrive il De architectura Cornelio Gallo è costretto al suicidio a.c. Tibullo pubblica il I libro delle Elegie 25 a.c. Inizio delle campagne militari contro le popolazioni alpine; la Galazia diventa provincia romana Properzio pubblica il II libro di Elegie C Un pastore munge una pecora, da un rilievo del i secolo a.c. (Roma, Museo della Civiltà Romana) a.c. 23 a.c. Tibullo scrive il II libro di elegie Orazio pubblica i primi tre libri delle Odi 37 a.c. Orazio entra nel circolo di Mecenate Varrone compone il De re rustica a.c. 22 a.c. Ovidio pubblica gli Amores Properzio pubblica il III libro di Elegie a.c. Ottaviano combatte con successo le incursioni piratesche di Sesto Pompeo 20 a.c. I Parti restituiscono ad Augusto le insegne strappate a Crasso nel 53 a.c. Orazio pubblica il I libro delle Epistole 35 a.c. Morte di Sallustio Orazio pubblica il I libro delle Satire 19 a.c. Il generale Agrippa, genero di Augusto, pacifica la Spagna Morte di Virgilio 10 Tavole cronologiche

13 date EVENTI storici arte E CULTURA date EVENTI storici arte E CULTURA a.c. 18 a.c. 17 a.c a.c. 15 a.c. 13 a.c. Leggi Iuliae per la moralizzazione dei costumi Agrippa, cui viene affidata la tribunicia potestas, è di fatto associato all impero Celebrazione dei Ludi saeculares Campagne di Tiberio e Druso nella regione alpina; Rezia e Norico diventano province romane Morte di Tibullo Orazio compone il Carmen saeculare Properzio pubblica il IV libro di Elegie Orazio pubblica il IV libro delle Odi e il II delle Epistole 1 a.c.- 1 d.c. 2 d.c. 2-8 d.c. 4 d.c. 4-6 d.c. 6-9 d.c. 8 d.c. Morte di Lucio Cesare, nipote di Augusto che era col fratello Gaio suo possibile erede Morte di Gaio Cesare; Augusto adotta Tiberio, figlio che sua moglie Livia ha avuto da un precedente matrimonio Nuove campagne di Tiberio in Germania Sollevazioni contro Roma in Pannonia e Illirico Ovidio pubblica l Ars amatoria, i Remedia amoris e i Medicamina faciei femineae e nell 1 d.c. la seconda edizione degli Amores Ovidio compone le Metamorfosi e i Fasti Morte di Asinio Pollione Nasce a Cordova Seneca Ovidio è condannato alla relegatio a Tomi; compone il primo libro dei Tristia 12 a.c. 11 a.c. 9 a.c. Tiberio in Pannonia, Druso in Germania Augusto è pontefice massimo Morte di Agrippa Morte di Druso C Statua in marmo di Augusto come pontifex maximus, i secolo d.c. (Roma, Museo Nazionale Romano). Inaugurazione del teatro di Marcello 9 d.c d.c. C Stele di un legionario romano caduto in battaglia nella Selva di Teutoburgo, 9 d.c. (Bonn, Landesmuseum). Sconfitta di Quintilio Varo in Germania: tre legioni romane sono interamente distrutte Ovidio compone gli altri libri (II-V) dei Tristia 8 a.c. 7-6 a.c. 6 a.c. Inizio delle campagne di Tiberio in Germania Sottomissione finale dei popoli alpini; erezione del Trofeo di La Turbie; fine delle campagne germaniche di Tiberio Tiberio ottiene la tribunicia potestas; successivo peggioramento dei suoi rapporti con Augusto, che lo esilia temporaneamente a Rodi Inaugurazione dell Ara Pacis Augustae Morte di Mecenate e di Orazio 10 d.c d.c. 12 d.c. 13 d.c. 14 d.c. Tiberio è nuovamente in Germania Tiberio è formalmente associato all impero Morte di Augusto, cui succede Tiberio Ovidio compone l Ibis Pompeo Trogo scrive le Historiae Philippicae Il senato ordina di bruciare l opera storica di Tito Labieno Ovidio pubblica i primi tre libri delle Epistulae ex Ponto Tavole cronologiche 11

14 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto Roma nella tarda Repubblica Il secondo triumvirato La battaglia di Filippi Antonio e Cleopatra La battaglia di Azio Le coordinate storiche Gli eventi storici fino all affermazione di Ottaviano L assassinio di Cesare (44 a.c.) non risollevò le sorti critiche delle istituzioni repubblicane, inadatte alla gestione di un territorio vastissimo e inadeguate di fronte alle problematiche connesse con la nuova struttura sociale, in quanto si erano venuti a creare vasti strati intermedi, per così dire «borghesi», tra la vecchia nobiltà terriera e la massa di contadini-soldati degli albori della res publica. Né si deve dimenticare il logoramento che Roma aveva subito come conseguenza dei lunghi conflitti politico-sociali della prima metà del i secolo a.c. La dittatura di Cesare, dunque, era stata una risposta all inadeguatezza istituzionale della vecchia gestione collegiale del potere repubblicano, che necessitava di una coesione civica e di un senso collettivo dello Stato ormai inesistente: alla morte del dictator sorsero infatti nuovi conflitti interni. Il periodo successivo all assassinio di Cesare, organizzato da un gruppo di congiurati guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio, nostalgici delle istituzioni repubblicane, vide come protagonisti Marco Antonio, già luogotenente di Cesare e Gaio Giulio Cesare Ottaviano, nipote adottivo ed erede di Cesare. Per sconfiggere i cesaricidi ed eventuali altri nemici interni, Antonio e Ottaviano, stipulato ufficialmente con Marco Emilio Lepido nel 43 a.c. il secondo triumvirato, vennero nominati triumviri rei publicae constituendae, con l incarico di riorganizzare lo Stato. La vittoria su Bruto e Cassio che si suicideranno avvenne nella battaglia di Filippi (in Macedonia) nel 42 a.c., e dopo tale successo, durante un incontro a Brindisi, Ottaviano e Antonio ribadirono la loro alleanza, spartendosi le aree di influenza politica: Ottaviano avrebbe assunto il controllo dell Occidente, Antonio quello dell Oriente, mentre a Lepido, il cui ruolo diventava sempre più marginale, sarebbe spettata l Africa. Impegnati dapprima nelle rispettive aree di influenza, Ottaviano sconfisse Sesto Pompeo nel a.c. ponendo così fine alla guerriglia piratesca intorno alla Sicilia, mentre Antonio iniziò, con alterni successi, alcune campagne militari in Oriente. Dopo l avvicinamento di Antonio alla regina d Egitto Cleopatra, della quale era divenuto amante, il rapporto tra i due triumviri si logorò al punto che Ottaviano, ottenuto il solenne giuramento di fedeltà delle truppe occidentali (coniuratio occidentis), dichiarò ufficialmente guerra (32 a.c.) ad Antonio, ormai presentato agli occhi dei Romani come un degenerato, zimbello della regina d Egitto, desideroso di trasformare Roma in una sorta di monarchia orientalizzante. Antonio e Cleopatra, sconfitti nella battaglia di Azio nel 31 a.c., si daranno la morte l anno successivo (la regina, suicidandosi con il rituale sacro dell avvelenamento mediante il morso di un serpente). Con questa data si suole, in genere, fare iniziare l età augustea (e con essa la cosiddetta età imperiale), anche se il titolo di Augusto venne assegnato a Ottaviano solo nel 27 a.c. Vincitore dell ennesima guerra civile del i secolo a.c., Ottaviano, per riuscire a governare lo Stato profondamente lacerato, trovò un valore unico verso cui convogliare le aspettative, la fedeltà e il rispetto di tutto il popolo romano: la propria persona, vista come unica garanzia sia dell esistenza stessa di Roma (con il complesso delle sue tradizioni etiche e religiose) sia del mantenimento della pace universale. 12 L età augustea

15 Auctoritas Imperium Tribunicia potestas Pontifex maximus e pater patriae Princeps, non rex Le conseguenze istituzionali Il titolo di Augusto Nel 27 a.c. ad Ottaviano fu assegnato il titolo di Augustus, termine che, probabilmente, deve essere accostato etimologicamente al verbo augēre («accrescere») e ai sostantivi augurium (la pratica religiosa propria dei sacerdoti detti àuguri) e auctoritas («autorità morale, carisma»). Quindi è un espressione che richiama le potenzialità di far accrescere le sorti di Roma, che allude alla sfera religiosa e che afferma le eccezionali doti della persona. L epiteto augustus poteva inoltre essere associato anche al nome di qualche divinità, e, pur non potendolo legare ad una sorta di divinizzazione in vita di Ottaviano (cosa che la tradizione politica romana non avrebbe accettato), certo poteva dare alla sua persona un aura sovrumana; il tutto accentuato dalla divinizzazione post mortem di Cesare, del quale egli si proclamava filius, e dalla creazione del mito (complice l Eneide virgiliana) che voleva la gens Iulia fondata da Iulo Ascanio, figlio di Enea e nipote di Venere. Auctoritas, imperium, potestas La tradizione politica romana, però, si basava su concetti giuridicamente consolidati come l imperium (il potere militare) e la potestas (il potere civile), e chiunque volesse governare a Roma doveva detenerli. Ottaviano, ben consapevole di questo, fece leva proprio sull auctoritas, l autorità morale che aveva in quanto Augustus, per riuscire ad assumerli in modo continuativo e per sovrastare chiunque altro. Forte del solenne giuramento delle truppe occidentali prima di Azio, assunse permanentemente l appellativo di imperator, cioè detentore di un imperium che era infinitum (senza limiti di spazio) e maius (superiore a quello di chiunque altro): ovvero si autoproclamò «comandante in capo» dell esercito romano. Volle inoltre ogni anno assumere la tribunicia potestas, che gli dava le vecchie prerogative dei tribuni della plebe, cioè il diritto di veto sui provvedimenti legislativi e l inviolabilità personale. Durante il suo lungo governo (morì infatti nel 14 d.c.) questi poteri gli furono più volte ribaditi e formalizzati, e per di più nel 12 a.c. egli divenne anche pontifex maximus, assumendo così la più alta carica religiosa romana. Nel 2 a.c. la proclamazione a pater patriae («padre della patria») diede ulteriore legittimazione morale alla sua straordinaria posizione, rafforzata pure dalla gestione di ben 13 consolati. Poiché Roma aveva maturato sin dai tempi più antichi un avversione ideologica a istituzioni di tipo monarchico, indegne di un popolo libero, Augusto si sforzò sempre di rassicurare il popolo e il senato sul rispetto della tradizione patria e delle istituzioni repubblicane, insistendo su un generico ruolo di princeps («primo») che ne faceva un primus inter pares, eminente solo per la sua autorità morale. Nonostante le apparenti rassicurazioni di Augusto, è chiaro che l accentrarsi di poteri, prerogative e funzioni nelle mani di un unico uomo rappresentasse l instaurazione di un regime autocratico; pertanto si considera generalmente Augusto il primo imperatore. Il rapporto con il senato La difesa del mos maiorum L ideologia augustea La politica di Augusto La politica interna, l ideologia Obiettivo comune, sia in politica interna che estera, era garantire la pace; per questo Augusto mantenne buoni rapporti con il senato, tanto che si è parlato di diarchia costituita da princeps e senatus. Nel nome della comune fedeltà alla patria e alla figura del principe, promosse una politica di conciliazione sociale che si aprisse anche alle aspettative dei ceti medio-bassi, che avevano riposto in Cesare le loro speranze. Promosse anche una legislazione tesa alla valorizzazione delle tradizioni religiose, alla salvaguardia dei costumi (per esempio contro gli adulteri), alla rinascita dell agricoltura italica messa in ginocchio dalle guerre civili del i secolo a.c., alimentando così il mito di un ritorno al «buon tempo antico», quando il cittadino romano, oltre alla difesa armata della patria, provvedeva al culto degli dèi, alla famiglia e alla coltivazione dei campi; quando cioè si andavano costituendo i valori fondanti del mos maiorum. Solo rimanendo fedele al suo passato Roma poteva aspirare a un futuro che doveva essere eterno. Garante di tutto ciò poteva essere solo chi, augustus per consenso popolare, dotato di imperium militare 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 13

16 straordinario e di una larga potestas, sommo sacerdote e padre della patria, avrebbe guidato il suo popolo verso una «nuova era», che tanto più sarebbe stata nuova, quanto più avrebbe recuperato gli «antichi» valori di Roma: di questa vera e propria ideologia furono veicolo, oltre alla propaganda politica, anche le arti figurative (A La corazza di augusto, simbolo di una nuova era) e la letteratura. La straordinaria promozione di monumentali e sontuose opere pubbliche a Roma e in tutto l impero ebbe inoltre la funzione di dare un segno visivo della prosperità dei tempi del governo augusteo. Successi militari e diplomatici La politica estera, la Pax Augusta Per garantire la pace duratura ai domini di Roma, Augusto utilizzò non solo le campagne militari ma anche gli strumenti della politica e della diplomazia. L annessione dell Egitto dopo la sconfitta di Cleopatra, la pacificazione dei popoli alpini, le vittorie in Iberia, Germania, nelle regioni danu- La voce della critica Paul Zanker La corazza di Augusto, simbolo di una nuova era Una delle più celebri statue di Augusto che possiamo ancora ammirare è quella proveniente dalla Villa di Livia Drusilla a Prima Porta. In essa il princeps indossa una corazza decorata con motivi che ricordano le vittorie contro i Parti, che culminarono nel 20 a.c. con la riconsegna ai Romani delle insegne legionarie strappate a Crasso nel 53 a.c. durante la disfatta di Carre. Si propone qui la descrizione che ne fa Paul Zanker, uno dei massimi esperti dell arte di età augustea, attento alle finalità propagandistiche della statua e pronto a cogliere alcuni paralleli con la poesia di Orazio. Il motivo della vittoria sui Parti trova la sua elaborazione più compiuta nella celebre statua loricata di Augusto proveniente dalla Villa di Livia a Prima Porta. Si tratta della copia marmorea di una statua in bronzo realizzata con ogni probabilità negli anni immediatamente successivi alla vittoria, come risulta dallo stretto rapporto fra le figure del rilievo sulla corazza e i motivi del Carmen saeculare di Orazio 1. Il committente (il senato?) o i suoi consiglieri appartenevano dunque alla stretta cerchia di Augusto e il fatto che la statua trovasse il favore della famiglia imperiale è dimostrato dal luogo del ritrovamento. In un epoca in cui Augusto accentuava ulteriormente la sua già abituale riservatezza, il committente lo fece raffigurare nelle vesti splendide del vincitore e non esitò a richiamare senza mezzi termini la sua origine divina. Nella mano sinistra Augusto teneva la lancia e nella destra forse i signa riconquistati. I piedi nudi ricordano l iconografia degli dèi e degli eroi, mentre la figura di Eros a cavallo su un delfino allude senza dubbio alla progenitrice Venere: nei lineamenti del fanciullino si è voluto addirittura riconoscere il ritratto del nipote Gaio Cesare, nato nel 20 a.c., ma si tratta forse di un interpretazione troppo azzardata. Non solo il ritratto di Augusto, ma l intera statua segue i modelli classici dell arte greca del v secolo, così da innalzare la figura del vittorioso in una sfera più elevata. Dai rilievi della corazza risulta però una nuova concezione della vittoria; al centro della composizione il re dei Parti offre le insegne e le aquile delle legioni a un personaggio in divisa militare, che potrebbe essere un rappresentante delle legioni romane, se non addirittura lo stesso Marte Ultore. L episodio, presentato qui con semplice realismo, si inserisce tuttavia in uno scenario che abbraccia terra e cielo: a destra e a sinistra siedono due figure femminili in atteggiamento afflitto, personificazioni dei popoli sottomessi dai Romani (è la figura col fodero vuoto), o comunque ridotti all obbedienza (figura con la spada). È facile riconoscere nella donna dalla tromba con l estremità a forma di drago e dal vessillo col cinghiale la personificazione dei Celti di Occidente e nell altra figura, umiliata ma non disarmata, la personificazione dei popoli dell Oriente o dei Germani, costretti a pagare il tributo e a difendere i confini dell impero. Ciò corrisponderebbe allo scarno resoconto delle vittorie di quegli anni lasciateci da Orazio in una delle sue Epistulae: «Perché tu sappia come vanno le cose a Roma: / per merito di Agrippa e Claudio Nerone [Tiberio] / sono caduti Càntabri e Armeni; / Fraate, costretto in ginocchio, ha accettato leggi e autorità di Cesare; / e una straordinaria abbondanza di messi / si è riversata dal cielo sull Italia» (Epistole 1,12,26-29; trad. M. Ramous). Anche sul rilievo della corazza la vittoria sui Parti 14 L età augustea

17 Riorganizzazione dell impero biane, ingrandirono e diedero stabilità all impero. Ma senz altro il suo più grande successo (diplomatico più che militare) fu quello del 20 a.c., quando il re dei Parti Fraate IV restituì a Roma le insegne legionarie strappate a Crasso nel 53 a.c. durante la disfatta di Carre. Augusto aveva dimostrato di poter trattare con superiorità il popolo più feroce dell Oriente antico, che aveva ucciso Crasso, fermato Antonio e contro il quale Cesare avrebbe voluto combattere: per questo l episodio fu tra i più celebrati dalla propaganda di regime, grazie anche alla letteratura e alle arti figurative (A La corazza di augusto, simbolo di una nuova era) L impero venne diviso in numerose province, alcune, di antica istituzione, affidate alla cura del senato e altre, più pericolose e militarizzate, affidate allo stesso imperatore e da lui governate per mezzo di legati di rango senatorio. L Italia fu ripartita in undici regioni amministrative. Venne creato un articolato apparato burocratico, del quale Augusto ben comprese l importanza, dato che si trovava a governare su un corpo civico di circa cinquanta milioni di uomini. viene celebrata come l inizio di una nuova era. Sotto la scena centrale è sdraiata la dea Terra, i cui attributi corrispondono in gran parte a quelli della Pace sull Ara Pacis, personificazioni entrambe dell aurea copia propria dell età dell oro. Il nesso è confermato dal richiamo ad Apollo e Diana, che nell iconografia greca appaiono a cavallo su un grifo e su una cerva: qui come nei poeti augustei e nel Carmen saeculare essi appaiono direttamente associati alle divinità astrali sopra il gruppo di mezzo, e precisamente Apollo al dio Sole sul suo carro, e Diana alla dea Luna. Fra i due vediamo Cielo nell atto di dispiegare la volta celeste. Della dea Luna vediamo solo la parte superiore del corpo, mentre il resto è coperto o eclissato dalla figura alata di Aurora, che versa da un anfora la rugiada del mattino. Una grossa fiaccola qualifica la Luna come noctiluca o lucifera e sottolinea intenzionalmente il legame con Diana che, contro la regola, porta una fiaccola accanto alla sua faretra. Anche nel gruppo cultuale del tempio di Apollo Diana portava del resto una fiaccola, che risulta essere un attributo specifico, e proprio di questi anni, della «doppia» divinità Diana- Luna: «[cantate] com è rito il figlio di Latona / e l astro lucente della notte, che cresce / di splendore e feconda le messi, veloce / nel volgere dei mesi» (Orazio, Odi 4,6,37-40; trad. M. Ramous). Anche questo motivo del Carmen saeculare non manca, dunque, nella raffigurazione simbolica della vittoria. Col loro moto ciclico le divinità astrali sono un simbolo di durata eterna, ma insieme al Cielo e alla Terra sottolineano anche il carattere cosmico dello spazio e del tempo. Le due sfingi sulle spalline della corazza siedono come due guardiani cosmici, indicando che la nuova era tanto attesa è già iniziata. La vittoria sui Parti è dunque insieme presupposto e conseguenza del saeculum aureum: il singolo evento storico entra a far parte della nuova storia sacra, di cui gli dèi astrali garantiscono il corso senza peraltro intervenire in prima persona. Il Parto che leva lo sguardo riverente all aquila romana è, non a caso, l unica figura attiva. Il princeps, che porta sulla corazza la nuova immagine della vittoria, è il messaggero della Provvidenza e della volontà divina. Il suo compito non è più quello di portare a termine grandi imprese: il figlio degli dèi garantisce l ordine universale con la sua semplice esistenza, e impersona, in virtù dei suoi antenati, l intesa tra lo Stato e gli dèi. P. Zanker, Augusto e il potere delle immagini, Torino, Einaudi, 1989, pp È il carme che Augusto gli commissionò nel 17 a.c. perché fosse recitato nella cerimonia che doveva segnare l inizio di un nuovo secolo aureo (A p. 90). B La corazza di Augusto, particolare della statua di Augusto di Prima Porta. 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 15

18 La letteratura come mezzo di propaganda Le Res gestae divi Augusti Non mancarono però, nella gestione di un potere tanto vasto, anche momenti di difficoltà, come l annientamento delle tre legioni del generale Publio Quintilio Varo nella selva di Teutoburgo, nel 9 d.c., ad opera di popolazioni germaniche che mal sopportavano l occupazione romana: fu, questa, una delle sconfitte più clamorose e dolorose di tutta la storia di Roma. Il problema della successione L eccezionale potere di Augusto, senza alcuna vera legittimazione giuridica che non dipendesse dall auctoritas, rendeva impossibile pensare tout court a una successione dinastica tanto più che Augusto aveva una sola figlia femmina, Giulia. Quando Augusto morì nel 14 d.c., il potere passò nelle mani di Tiberio, figlio del primo matrimonio della moglie Livia con Tiberio Claudio Nerone e adottato nel 4 d.c. A Tiberio, già dal 6 a.c., Augusto fece assegnare la tribunicia potestas e affidò alcune campagne militari. Nel 14 d.c. Tiberio gli successe alla guida dello Stato. Data l appartenenza di Ottaviano Augusto alla gens Iulia e la nascita di Tiberio in seno alla gens Claudia, gli imperatori fra loro imparentati che si susseguirono fino al 68 d.c. (Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone) sono detti Giulio-Claudi. Il clima culturale La mirata politica culturale promossa dall imperatore fece dell età augustea uno dei periodi più fecondi della letteratura latina. Ottaviano Augusto comprese la necessità di recuperare e indirizzare a proprio vantaggio la vocazione «impegnata» della letteratura romana che nell età repubblicana aveva dato numerose testimonianze di «impegno» civile, atte a giovare alla patria e ai cives romani. Insieme con la maestosità dei monumenti pubblici e con la potenza comunicativa delle immagini di un princeps onnipresente (dalle statue alle effigi sulle monete), la letteratura (e soprattutto la poesia) doveva servire alla legittimazione del potere augusteo e alla sua celebrazione; doveva cioè diventare uno strumento di propaganda. A questo scopo rispondono perfettamente le Res gestae divi Augusti, una sorta di celebrazione autobiografica, concluse dal princeps poco prima della sua morte affinché, incise sul bronzo, ornassero il suo mausoleo. Il profondo significato ideologico propagandistico è testimoniato dal fatto che copie D L impero romano ai tempi di augusto 16 L età augustea

19 Il manifesto del regime augusteo epigrafiche furono diffuse in tutti i domini di Roma (oggi le leggiamo soprattutto dalla copia bilingue greco-latina ritrovata nel 1861 ad Ankara, in Turchia, il cosiddetto Monumentum Ancyranum). L appellativo Res gestae divi Augusti (cioè «le imprese del divino Augusto»), con il quale oggi la chiamiamo, deriva da una formula che precedeva il testo epigrafico nelle copie redatte dopo la morte di Augusto e la sua conseguente divinizzazione. In 35 capitoli, con lo stile asciutto che conviene a un testo epigrafico, Augusto ripercorre le tappe della sua affermazione politica e tesse le lodi delle sue imprese militari e del suo buongoverno, confezionando un vero e proprio «manifesto programmatico del suo regime» (L. Canali). Insistente il richiamo alla vendetta obbligata della morte di Cesare (definito «mio padre», parens meus), alle lotte combattute sempre per il superiore bene della patria, al rifiuto della dittatura, all assunzione di poteri solo perché costretto dal consensus universorum, cioè dalla comune volontà del popolo e del senato romano. Ma, soprattutto, è importante la legittimazione della sua straordinaria posizione politica e istituzionale in virtù di una auctoritas suggellata dall appellativo di Augustus. TESTO 1 A Nel mio sesto e settimo consolato, dopo che ebbi estinto le guerre civili, assunto per universale consenso il controllo di tutti gli affari di Stato, trasmisi il governo della Repubblica dal mio potere alla libera volontà del senato e del popolo romano. Per questa mia benemerenza, con decreto del senato ebbi l appellativo di Augusto, la porta della mia casa fu pubblicamente ornata di alloro, e sull entrata fu affissa una corona civica; nella Curia Giulia fu posto uno scudo d oro con una iscrizione attestante che esso mi veniva offerto dal senato e dal popolo romano in riconoscimento del mio valore, della mia clemenza, della mia giustizia e pietà. Da allora in poi fui superiore a tutti in autorità, sebbene non avessi maggior potere di tutti gli altri che furono miei colleghi in ciascuna magistratura. (Res gestae divi Augusti 34; trad. L. Canali) La potenza comunicativa di questo messaggio epigrafico, moltiplicata dalla serialità della sua riproduzione e dalla capillarità della sua diffusione geografica, dovette dunque giovare non solo al principato augusteo, ma anche ai successivi detentori del sommo potere che sempre si richiamarono al primo Augusto. Mecenate e il suo circolo La letteratura dell età augustea non è una semplice produzione letteraria «di regime», poiché Augusto affidò la sua politica culturale alla sapiente regia dell amico Gaio Cilnio Mecenate, che guadagnò alla causa dell imperatore, grazie alle sue grandi doti di mediatore tra il potere politico e il mondo della cultura, i migliori poeti del suo tempo, quali Virgilio nel 39 a.c., Orazio nel 37 a.c., Properzio nel 28 a.c. La personalità di Mecenate Gaio Cilnio Mecenate (70-8 a.c.), nativo di Arezzo, era di nobili origini etrusche (A itinera, p. 110). Cavaliere romano, di grande cultura e proverbiale raffinatezza, durante l epoca del secondo triumvirato ebbe un importante ruolo di mediazione tra Antonio e Ottaviano, cui era da sempre legato. Dopo il 19 a.c. i suoi rapporti con Augusto peggiorarono portando da un lato ad una sua progressiva emarginazione, dall altro ad un irrigidimento del potere nei confronti degli intellettuali, verso alcuni dei quali il principe non esitò ad assumere atteggiamenti censori o repressivi: è di questi anni, tra l altro, l esilio del poeta Ovidio. Il circolo di Mecenate Al circolo di Mecenate, punto di riferimento ideale per i poeti coinvolti nel grande progetto culturale augusteo, appartenevano oltre ai grandi già nominati, anche altre figure di primo piano come Vario Rufo, Domizio Marso, Quintilio Varo, Plozio Tucca (le opere dei quali sono andate perdute). La celebrazione poetica di Augusto che Mecenate chiese loro consisteva nell esaltazione dei 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 17

20 Il culto delle tradizioni patrie miti, della tradizione, dei valori di Roma e non in un esplicito «culto della personalità» del princeps. Le Georgiche di Virgilio, per esempio, facevano riferimento alla vocazione agricola del popolo romano, tanto cara ad Augusto, mentre l Eneide legava la genealogia del principe a quella dell eroe troiano Enea, avvicinando in modo sobrio e senza eccessi encomiastici la storia e il mito. Le cosiddette Elegie romane di Properzio recuperavano l origine di antichi culti e miti tradizionali, in perfetta sintonia con la restaurazione religiosa augustea. Quanto a Orazio, accenni ad Augusto sono assai frequenti nelle sue opere, anche se egli si rifiutò di scrivere, come Mecenate gli aveva richiesto, un poema epico che lo celebrasse. Il diniego di Orazio è determinato solo dal suo disinteresse per il genere letterario epico e non da una mancata condivisione del programma di Augusto, come si può ricavare dalla composizione del Carmen saeculare, commissionatogli dal princeps nel 17 a.c. per recitarlo come segno dell inizio di un nuovo secolo aureo. La recusatio dell epica da parte di Orazio pone comunque il problema della delicatezza dei rapporti tra il potere politico e i poeti, tra le esigenze della propaganda e quelle dell arte. arte A Disegno ricostruttivo dell Ara Pacis. L Ara Pacis Augustae L Ara Pacis Augustae, monumento eretto fra il 13 e il 9 a.c. a Roma, carico di raffigurazioni allegoriche e simboliche, fu un esempio tra i più illustri del propagandistico sfruttamento del «potere delle immagini» (Paul Zanker): la pace, la prosperità, la fecondità della terra sono possibili solo alla luce della pace che Augusto ha conquistato con le guerre, e cioè la Pax Augusta. L Ara è costituita da un recinto di marmo, di forma pressoché quadrata, collocato su un basamento. Al centro dei lati più corti due aperture danno accesso all altare propriamente detto, poco conservato, che era posto su un podio. Il recinto è decorato sia all interno sia all esterno. Il fregio interno consiste nel livello superiore in festoni, teschi di bue e coppe usate nei riti sacrificali, a ricordo del sacrificio celebrato in occasione della dedica dell altare. Il decoro inferiore riproduce un motivo geometrico che potrebbe alludere al primo recinto, ligneo, precedente a quello in marmo. Particolarmente rilevante la decorazione esterna, che corre sui due lati lunghi. Sul registro inferiore è riprodotta una lussureggiante decorazione vegetale, evocativa della fertilità dovuta alla pace. Nel registro superiore del fregio si snoda un unica processione, che ricorda quella che ebbe luogo per la consacrazione dell Ara. Del corteo fanno parte, oltre ad Augusto che, nelle vesti di pontefice massimo, ne è guida, sacerdoti, consoli e membri della famiglia imperiale, non solo uomini e donne, ma anche bambini, che contribuiscono a rendere vivace la scena. Sui lati corti la decorazione occupa due pannelli. Sul lato est sono raffigurati, rispettivamente, Roma seduta su una catasta di armi, a simboleggiare che la pace è il risultato di una guerra, e la Terra, simbolo della fecondità e della nuova età dell oro di cui Augusto è portatore. Sui pannelli del lato ovest il rilievo riproduce il ritrovamento dei gemelli allattati dalla lupa e il sacrificio di Enea agli dèi Penati: l allusione è alle origini di Roma (Romolo ed Enea), ma anche allo stesso Augusto, che si proclamava discendente di Enea. Merita anche un cenno la complessità delle vicende storiche di questo monumento. Disperse tra Medioevo e Rinascimento, le lastre dell Ara furono rimontate solo nel 1938 sul Lungotevere (in Via di Ripetta), con la protezione di un padiglione di vetro e cemento: tale opera, ideata dall archi- 18 L età augustea

21 Mecenate, amico dei «suoi» poeti Mecenate cercò di instaurare in tal senso un clima favorevole, divenendo, oltre che patrono, anche amico personale di questi poeti dei quali volle sempre rispettare la sensibilità artistica. A loro volta, come attesta ad esempio Orazio, i poeti del circolo non si sentivano messi tra loro in competizione, e anzi condividevano tra loro e con Mecenate anche momenti di svago e ricreazione. Arte o propaganda? Il progetto politico, ideologico e culturale augusteo di fondazione di una nuova Roma nel nome del princeps non ammetteva alcuna forma di sostanziale dissenso: nessuno infatti avrebbe apertamente avversato l operato di un Divi filius, di un Augustus, di un pater patriae. L abilità di Augusto fu però quella di camuffare l assenza di libertà con parole d ordine rassicuranti e largamente condivisibili (ad esempio il ritorno al mos maiorum o la difesa della Pax Augusta) e atteggiamenti paternalistici che, più che imporlo, inducevano sottilmente l opinione pubblica al consenso verso tetto Vittorio Morpurgo, fu fortemente voluta per scopi propagandistici da Benito Mussolini, che di Augusto si professava emulo. Il tempo ha però reso necessari nuovi interventi, poiché polveri, gas di scarico, vibrazioni e umidità minavano il prezioso altare e nel 2006 una nuova e più moderna teca, progettata dell architetto statunitense Richard Meier, ha sostituto quella vecchia e protegge ora l Ara Pacis restaurata. L opinione pubblica, e soprattutto quella degli storici dell arte, si è però divisa: c è chi ha addirittura paragonato l odierna struttura a quella di una «pompa di benzina», che toglie fascino all oggetto antico contenuto. Tali polemiche, del resto, sono abbastanza frequenti quando si sottopongono a restauri i monumenti archeologici; nel caso specifico, però, se l impatto ambientale dei 500 mq dei cristalli della nuova protezione è innegabile, è altrettanto certo che essi preserveranno ottimamente l Ara Pacis anche per le generazioni successive: e ciò dovrebbe essere fuor di ogni polemica il fine principale di ogni intervento di restauro. B L Ara Pacis, nel nuovo museo progettato dallo studio statunitense Richard Meier & Partner Architects. 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 19

22 Sincera adesione al progetto augusteo Dalla politica alla cultura Nostalgia della Repubblica Tibullo e Ovidio la sua persona. È dunque plausibile credere che vi fosse una sincera adesione al suo progetto da parte di numerosi intellettuali del tempo, desiderosi di pace dopo l orrore delle guerre civili che li avevano coinvolti in prima persona. L uso propagandistico delle loro opere da parte del regime augusteo si inquadrava anch esso nel clima di un tempo nel quale, proclamando Augusto pater patriae, il corpo civico aveva posto se stesso e i propri beni sotto la potestà di un solo uomo, eccezionale per auctoritas. Il più grande merito di Mecenate, nei confronti del princeps, fu quello di capire e far capire che le finalità propagandistico-celebrative dell arte erano un doveroso omaggio al salvatore dello Stato. Gli altri circoli culturali Il circolo di Mecenate era affiancato da quello di Asinio Pollione e quello di Messalla Corvino, che, però, mantennero nei confronti del potere augusteo un atteggiamento di maggiore distacco e indipendenza, ma non certo di opposizione. L attività culturale di Asinio Pollione Asinio Pollione (76 a.c. - 4 d.c.), uomo politico legato a Cesare e poi ad Antonio, durante la guerra di quest ultimo contro Ottaviano assunse un atteggiamento di neutralità sino a ritirarsi, nel 39 a.c., dalla vita politica per dedicarsi completamente alla cultura. Poeta tragico, oratore di tendenza atticista, critico letterario, scrisse delle celebri Historiae, ora perdute, che trattavano degli eventi dal 60 al 42 a.c.; gli si attribuisce l introduzione a Roma dell uso, poi divenuto consueto, delle recitationes, cioè delle pubbliche letture delle proprie novità letterarie. Conobbe Cinna e Catullo, nel 41 a.c. salvò la famiglia del giovane Virgilio dagli espropri terrieri, accolse presso di sé lo storico greco Timagene e mantenne atteggiamenti di familiarità con molti altri intellettuali. Nel 39 a.c. fondò a Roma la prima biblioteca pubblica nell atrio del tempio della Libertas. Quando Augusto, qualche tempo dopo, fece aprire una grande biblioteca sul Palatino, lo fece anche per offuscare la fama che Pollione aveva ottenuto con il suo gesto. La poesia «leggera» del circolo di Messalla Corvino Valerio Messalla Corvino (64 a.c. - 8 d.c.), accostatosi a Ottaviano dopo aver parteggiato per Bruto e per Antonio, ebbe incarichi militari, ricoprendo pure varie cariche e funzioni, nonostante il nostalgico atteggiamento filorepubblicano verso il quale il principe si mostrò tollerante in coerenza con l ostentato rispetto per le istituzioni repubblicane che, seppur svuotate, venivano conservate. Oratore di tendenza atticista, poeta di gusto neoterico, Messalla raccolse intorno a sé poeti inclini a una poesia «leggera», di ispirazione soggettiva e dalle forme eleganti, nel solco della tradizione alessandrina; tra di essi gli elegiaci Tibullo e Ovidio nonché il giovanissimo Properzio, prima che si avvicinasse a Mecenate. L estraneità del circolo di Messalla al progetto culturale augusteo era di natura letteraria, poiché la poesia prediletta dai suoi esponenti poco si prestava a contenuti di tipo encomiastico e celebrativo. Classico, cioè «perfetto» Il classicismo Peculiarità dell età augustea: tra Atene e Roma Il classicismo augusteo e il sistema dei generi letterari Classico e classicismo L idea di classico (ad esempio in ambito artistico), indicante qualcosa che fa parte del patrimonio collettivo di una civiltà, è associata, di solito, ad un senso di perfezione, equilibrio e armonia universalmente riconoscibili. Strettamente connesso all idea di «classico» è il cosiddetto «classicismo», e cioè un atteggiamento (tipico delle esperienze artistico-letterarie) tendente a rifarsi a ciò che è considerato classico, nei contenuti e, soprattutto, negli aspetti formali. La Roma del tempo aveva nei Greci, principalmente della Atene del v secolo a.c., i propri «classici», cioè, esempi di un esperienza insuperabile cui tendere con spirito emulativo. L età augustea nonostante la straordinaria tensione emulativa verso i modelli greci, ebbe la con- 20 L età augustea

23 Una mirabile sintesi sapevolezza che il «prodotto» finale dovesse comprendere, attraverso un grande sforzo di fusione e armonizzazione, anche aspetti estetici e contenutistici propri della tradizione e della cultura romane. La «Roma di marmo» che Augusto si vantava di avere lasciato (Svetonio, Vita di Augusto 28), era dunque piena di citazioni, allusioni, riferimenti a edifici e statue dell antica Atene, ma parimenti traboccava di simbologie che si rifacevano alla tradizione del potere politico e religioso romano. Allo stesso modo, poeti e prosatori d età augustea, accanto ai grandi modelli greci d età più antica, conoscevano e apprezzavano le diverse e raffinate esperienze d età ellenistica e alessandrina; ma, nondimeno, sapevano che il tempo in cui vivevano li chiamava al recupero dei valori etico-politico-religiosi della Roma primitiva tanto cari al princeps. Augusto voleva dunque che la produzione intellettuale del suo tempo si configurasse come una sintesi del «meglio» che fino allora si era potuto vedere in Grecia e a Roma. Per questo si può affermare che l arte augustea abbia assunto una dimensione di fruibilità universale ed eterna: il «classicismo» augusteo giunse a esiti che si possono in qualche misura definire «classici», tanto che le sue opere artistiche, la sua produzione letteraria, e perfino una certa retorica politica celebrativa del regime sono stati visti come modelli da imitare nei secoli successivi. Aemulatio e «arte allusiva» L eredità neoterica Il declino dell oratoria e del teatro La rielaborazione dei modelli greci In età augustea il processo di aemulatio nei confronti dei modelli greci non si limitò, come nel passato, ad una sorta di gara giocata con l inserimento di contenuti romani nelle strutture ormai consolidate dei generi letterari, ma fu un processo più complesso, raffinato, frutto di una maggiore autonomia e consapevolezza del proprio valore da parte degli intellettuali latini. Il filologo Giorgio Pasquali ha coniato, a questo proposito, l espressione «arte allusiva», valida soprattutto per quanto riguarda la poesia. Egli intende così affermare come i riferimenti ai modelli greci siano stati spesso ottenuti mediante allusioni che il pubblico romano riconosceva e apprezzava. Per quanto riguarda gli aspetti strutturali, invece, i poeti augustei si segnalano per una maggiore libertà di reinterpretare i loro modelli, apportando talora significative varianti allo statuto dei diversi generi letterari. Ad esempio molte delle Odi di Orazio contengono conclamate citazioni o allusioni ad Alceo, Saffo, Anacreonte, Pindaro, ma la produzione lirica oraziana presenta elementi di autobiografismo e riferimenti alla cultura romana o al mondo augusteo che ne fanno qualcosa di totalmente originale. Altrettanto si può dire per l Eneide che innesta su spunti desunti dall epica omerica elementi patetici tipici dell età ellenistica e riferimenti alla Roma primitiva e ai suoi mores. Proprio dalla rielaborazione e dalla reinterpretazione dei diversi modelli, nascono i capolavori dell età augustea che hanno saputo appropriarsi della raffinatezza e della leggerezza dei poetae novi, anche per una poesia politico-nazionalista. Orazio, che nella sua Ars poetica ricorda come il fine della poesia sia miscere utile dulci (precetto diventato poi un simbolo del classicismo augusteo), sapeva bene che l «utile» consisteva nel riferimento ai valori etico-politici della tradizione romana e dell ideologia augustea, ma che il «dilettevole» stava in quel limae labor, in quell incessante levigatura e perfezionamento dell opera che i neoterici avevano lasciato in eredità alla sua generazione. Autori e generi letterari Quasi tutti i generi letterari ebbero in età augustea una degna rappresentazione, salvo l oratoria e il teatro. La crisi dell oratoria era dovuta all assenza di libertà e alla mancanza di lotta politica sotto il regime augusteo. Da un punto di vista stilistico, forse grazie alla presenza a Roma dei retori Apollodoro di Pergamo (maestro di Ottaviano) e Cecilio di Calatte, prevaleva una tendenza atticista, la cui sobrietà meglio si confaceva alla classicistica ricerca dell armonia: atticisti furono, tra gli altri, Asinio Pollione e Messalla Corvino. I generi teatrali, tragedia e commedia, erano ormai lontani dal gusto del pubblico, che preferiva performance meno impegnative e più spettacolari come il mimo e il pantomimo. Lo stesso Augusto, che tentava (secondo Tacito, Annales 1,54, e Svetonio, Vita di Augusto 45) di far rinascere il teatro tradizionale, per trasformarlo in uno strumento di diffusione dell ideologia imperiale, stravedeva per l attore Batillo, che aveva introdotto a Roma il pantomimo nel 22 a.c. Le tragedie scritte da alcuni 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 21

24 Lirica e satira Poesia bucolica, didascalica ed epica L elegia La storiografia poeti d epoca augustea (Vario Rufo, Asinio Pollione, Ovidio) ebbero così un successo effimero, che non le salvò dal naufragio del Medioevo. La lirica e la satira videro il loro più grande esponente in Orazio, che negli Epodi si accostò anche alla tradizione della poesia giambica di derivazione archilochea e ipponattea. Virgilio rinnovò con le Bucoliche il genere della poesia bucolica di tradizione alessandrina, con le Georgiche il poema didascalico, e soprattutto con l Eneide creò un epica nazionale destinata a uno straordinario successo. L elegia fu rappresentata oltre che da Cornelio Gallo (le cui opere sono quasi del tutto perdute), da Tibullo, Properzio e Ovidio. Per quanto concerne la prosa, l esperienza più importante d età augustea fu l opera storiografica di Tito Livio, in buona parte conservata. Giulio Igino Verrio Flacco Erudizione e diritto Gli studi eruditi In età augustea non solo la poesia ma anche gli studi eruditi furono incoraggiati da Augusto. Roma vide una grande diffusione della cultura anche nelle classi medie, agevolata da una maggiore circolazione di libri (anche con edizioni e commenti delle opere di autori dell epoca) e dalla possibilità di consultarli nelle due biblioteche pubbliche inaugurate nel 28 a.c. e nel 23 a.c. Inoltre diventava sempre più importante l esigenza da parte dei nuovi ceti e della burocrazia imperiale di disporre di opere tecniche che esponessero in modo chiaro e ordinato le informazioni fondamentali nei diversi campi del sapere. Pertanto, accanto alle opere enciclopediche affermatesi con Catone e, nell età di Cesare, con Varrone, si sviluppò la tendenza a comporre opere in prosa di carattere erudito. La politica culturale di Augusto, volta com era al recupero del passato e alla valorizzazione delle tradizioni, diede impulso agli studi di antiquaria e di erudizione. I due più importanti eruditi dell epoca furono Gaio Giulio Igino e Verrio Flacco, entrambi liberti. Igino, nato intorno al 65 a.c., ebbe l incarico da Augusto di dirigere la biblioteca del Palatino inaugurata nel 28 a.c.; negli ultimi anni della sua vita pare fosse caduto in disgrazia presso l imperatore, che lo destituì dall incarico, forse a causa della sua amicizia con il poeta Ovidio. Scrisse numerose opere oggi del tutto perdute, di argomento antiquario (sulla vita di uomini famosi, sulle famiglie troiane, sulle antiche città italiche...) e filologico (fra cui un commento sulle opere di Virgilio e su quelle del poeta neoterico Elvio Cinna). Sotto il suo nome sono tramandate una raccolta di Fabulae (racconti di miti) e un opera di astronomia, che tuttavia si ritiene vadano piuttosto attribuite a un erudito omonimo del ii secolo d.c. Verrio Flacco, che fu scelto da Augusto come precettore dei suoi due nipoti Lucio e Gaio, ebbe grande fama presso gli antichi: i suoi scritti, che trattavano di argomenti eruditi e di antiquaria, non ci sono pervenuti. Conosciamo però la sua opera principale, il De verborum significatu, grazie ai compendi che ne fecero in epoca posteriore Festo (ii-iii sec. d.c.) e Paolo Diacono (viii sec. d.c.). Essa raccoglieva in ordine alfabetico termini difficili o inconsueti, commentandoli anche attraverso citazioni di scrittori romani o excursus storici. Verrio Flacco fu anche l autore dei cosiddetti Fasti Praenestini, un edizione commentata sotto il profilo giuridico-religioso del calendario romano (fino al 22 d.c.), così nominata perché un suo estratto, inciso su marmo, fu esposto nel Foro di Praeneste: di questo si servì anche Ovidio per la stesura dei suoi Fasti. Labeone e Capitone Gli studi giuridici Gli studi giuridici ebbero una certa fioritura durante l età augustea: i due giurisperiti più famosi furono Marco Antistio Labeone e Gaio Ateio Capitone, che rappresentarono due tendenze diverse all interno della giurisprudenza romana. Labeone, difensore della tradizione giuridica della res publica, in dissenso nei confronti del regime augusteo, rifiutò il consolato offertogli dall imperatore e si dedicò all insegnamento del diritto (la sua produzione superò i 400 libri) e a suoi interessi in ambito linguistico e grammaticale. Capitone, invece, percorse tutte le tappe del cursus honorum fino al consolato del 5 d.c.; in ambito giuridico era favorevole ad accogliere innovazioni e ad adeguare le norme giuridiche alle mutate condizioni politiche, mostrandosi particolarmente sensibile alle sollecitazioni 22 L età augustea

25 del potere imperiale. Labeone e Capitone diedero vita a due «scuole», quella dei Proculiani (da Proculo, giurista della prima metà del i secolo a.c. seguace di Labeone) e quella dei Sabiniani (da Masurio Sabino, discepolo di Capitone). Delle due tendenze prevalse quella dei Sabiniani, più inclini a una rielaborazione continua del diritto, anche in sintonia con le nuove istanze del potere politico. Vitruvio e la prosa tecnica La vita Autore del De architectura, unico trattato di architettura pervenutoci dal mondo greco-romano, è Vitruvio, di cui sono ignoti sia il luogo che la data di nascita, come pure la sua completa onomastica. Ufficiale del genio sotto Cesare durante le campagne in Gallia, si era occupato della costruzione e della manutenzione di macchine da guerra. Collaborò con Augusto come architectus, ovvero come architetto e ingegnere, progettando e costruendo, ad esempio, la basilica di Fano; per queste sue attività ebbe, in vecchiaia, una considerevole pensione. Il De architectura L opera Vitruvio scrisse fra il 27 e il 23 a.c. il De architectura, dedicando la sua fatica ad Augusto, che stava realizzando importanti opere pubbliche e progettava la riorganizzazione urbanistica di Roma. L opera è un trattato diviso in dieci libri, ognuno dei quali ha un proemio e alcuni excursus dallo stile più retoricamente elaborato rispetto alle parti più tecniche e descrittive. Il De architectura presenta una vasta gamma di temi: il I libro tratta della cultura che deve possedere un architetto e dei luoghi adatti alla costruzione di una città; il II dell origine dell architettura e dei materiali da costruzione; il III e il IV degli edifici sacri; il V degli edifici pubblici; il VI e il VII delle case private; l VIII degli acquedotti; il IX della costruzione di meridiane e altri strumenti per misurare il tempo; il X delle macchine civili e da guerra. Sappiamo che l opera era anche corredata da tavole illustrative andate però completamente perdute sostituite, in edizioni rinascimentali, da illustrazioni coeve. Vitruvio, nell esposizione degli argomenti, dimostra di avere buone competenze tecniche e una versatile cultura generale; oltre a Varrone, le fonti teoriche del De architectura sono per lo più opere di autori greci come Ermogene, Archimede, Ctesibio, di alcune delle quali non ci è pervenuto l originale. È importante evidenziare come Vitruvio cerchi di delineare nel I libro la figura del buon architetto, che deve possedere anche una vasta e approfondita cultura di carattere enciclopedico. TESTO 2 A Dovrà possedere doti intellettuali e attitudine all apprendere, perché né il talento naturale senza preparazione scientifica, né la preparazione scientifica senza talento naturale possono fare il perfetto artefice. Sia perciò competente nel campo delle lettere e soprattutto della storia, abile nel disegno e buon matematico; curi la sua preparazione filosofica e musicale; non ignori la medicina, conosca la giurisprudenza e le leggi che regolano i moti degli astri. (De architectura 1,3; trad. G. Florian) L «architetto filosofo» e non solo L architettura infatti per Vitruvio non è solamente l unione della fabrica (cioè «la tecnica/l esperienza pratica») e della ratiocinatio (cioè «la teoria»), ma è anche scientia pluribus disciplinis et varis eruditionibus ornata (1,1,1, cioè «una scienza che trae ornamento da molte discipline e varie forme di erudizione»). Pertanto l architetto deve essere competente nel campo delle lettere, della storia, deve essere abile nel disegno e nella matematica, deve conoscere la medicina, la giurisprudenza e anche la filosofia: viene così espressa una concezione dell architetto basata sull humanitas. Egli, con la sua vasta cultura «umanistica», deve seguire una precisa etica professionale e contribuire al progresso dell umanità. Ma c è di più: molte soluzioni architettoniche vitruviane derivano, secondo le parole del critico d arte Giulio Carlo Argan, «da una precisa relazione tra il sistema proporzionale dell architettura e quello del corpo umano assunto come perfezione formale e misura delle cose». In questo modo l architettura diventa essa stessa una scienza umana, contribuendo a dare alla professione di architectus quella dignità e quel prestigio sociale che fino ad allora le erano mancati, poiché relegata al rango di semplice attività manuale. 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 23

26 le parole dell impero Augustus Termine etimologicamente connesso con auctoritas, cioè «carisma, autorità morale», esprime un idea di «venerabilità» difficilmente traducibile. Ottaviano divenne tale nel 27 a.c. (A Testo 1) e, al pari dei successori, completò con l epiteto Augustus la titolatura imperiale. L appellativo emanava un alone divino e talora fu usato anche per indicare alcuni dèi: parlare di Iuppiter Augustus, o Mars Augustus ecc. significava però fomentare un processo di assimilazione tra imperatore e divinità che pur in contrasto con la mentalità romana tradizionale andò gradualmente affermandosi. Il termine Augustus è presente anche nelle fonti letterarie. Caesar Originariamente era il cognomen di Gaio Giulio Cesare; divenne poi elemento permanente della titolatura imperiale, in segno di discendenza virtuale da Giulio Cesare. Nelle fonti, Caesar è usato talora nel senso di «imperatore» (così in Orazio, A Testo 2.5; Virgilio, A Testo 3.2) oppure di «imperatore designato». divus Questo termine, che significa «divino», veniva dato dal senato agli imperatori morti ufficialmente divinizzati; il successore poteva così chiamarsi divi filius (cioè «figlio del divino...»): Augusto, infatti, fu divi Iulii filius, Tiberio divi Augusti filius ecc. L operazione contraria alla divinizzazione era la damnatio memoriae, cioè la «cancellazione della memoria» da tutti i documenti ufficiali dei principes malfamati: toccò, tra gli altri, a Nerone. imperator In età repubblicana significava «colui che possiede l imperium (cioè il potere militare)», e indicava il generale vittorioso. Augusto si riteneva detentore di un imperium permanente e trasformò il termine nel primo elemento ufficiale della sua titolatura imperiale: così faranno tutti i suoi successori, esibendo i titoli di Imperator (finto praenomen) Caesar (finto nomen gentilizio) Augustus (finto cognomen). La parola imperium andò poi anche a indicare il territorio compreso sotto il potere di Roma, di fatto «l impero romano». pater patriae «padre della patria» è un appellativo che Augusto si fece dare nel 2 a.c. Sottendeva un rapporto personale tra Roma e l imperatore, che non era un semplice magistrato, bensì il «padre» protettore (patronus) di tutto il corpo civico, a imitazione del ruolo dei monarchi ellenistici. pontifex maximus Il pontefice massimo era a capo del collegio sacerdotale dei pontifices, di origine antichissima, che contava 15 membri. In età repubblicana egli era la massima autorità per quanto concerne il diritto sacro e l interprete più autorevole delle pratiche religiose tradizionali; inoltre compilava il calendario e redigeva gli annales, cioè gli elenchi con i principali eventi di ogni anno. Data la profonda incidenza sulla vita politica, civile e sociale di tali prerogative, Ottaviano Augusto pensò opportuno nel 12 a.c. assumere tale sacerdozio in forma vitalizia; così fecero anche tutti i successivi imperatori, fino a Graziano che vi rinunciò: ma ormai (fine iv sec. d.c.), il vero pontifex stava diventando il papa di Roma (anche oggi detto «pontefice»). potestas In età repubblicana rappresentava il potere civile detenuto dai magistrati; Augusto e i suoi successori vollero assumere la tribunicia potestas, in quanto garantiva loro le prerogative dei tribuni della plebe, cioè il diritto di veto sui provvedimenti legislativi (intercessio) e l inviolabilità personale (sacrosanctitas). princeps Questo appellativo, che significa «il primo», spettava al senatore che aveva l onore di parlare per primo in senato (princeps senatus). Tale prerogativa spettò poi all imperatore, e dunque princeps, nelle fonti antiche di età imperiale, assunse sempre questo specifico significato. res publica Nonostante il regime repubblicano fosse, di fatto, concluso è questa l espressione che ancora viene usato per indicare lo Stato (A Testo 1). D altronde gli imperatori romani furono sempre contrari a considerarsi a capo di un regnum e ad assumere il titolo di rex («re»), termini relegati in un passato mitico irripetibile, narrato in quegli anni da Tito Livio. virtus Gli imperatori si proposero come esempi di virtus, scegliendo le «virtù» più consone alla loro personalità e facendole raffigurare allegoricamente sulle monete. Augusto ad esempio insistette su valori tradizionali come virtus, clementia, iustitia, pietas (A Testo 1); alla sua clementia egli allude inoltre nelle Res gestae divi Augusti con l espressione omnibus veniam petentibus civibus peperci, mentre la pietas è caratteristica che lo avvicina all Enea virgiliano. 24 L età augustea

27 In sintesi Ottaviano, dopo la fase di incertezza politica successiva alla morte di Cesare, nel 31 a.c. sconfisse il rivale Marco Antonio nella battaglia di Azio: nel 27 a.c. il senato, proclamandolo Augustus, ne sancì la superiorità morale (auctoritas) e politica nei confronti di ogni altro esponente dell aristocrazia romana. Egli, pur dichiarando formale rispetto per le istituzioni repubblicane, fu in realtà l unico arbitro del governo di Roma, accentrando nella sua persona l imperium (il comando militare) e la potestas (potere civile), e assumendo, insieme ad altre funzioni o magistrature, la più alta carica religiosa dello Stato, quella di pontefice massimo: fu, in tutti i sensi, il princeps (cioè il primo e più importante) dei cittadini romani. Morì nel 14 d.c. lasciando lo Stato nelle mani del figliastro Tiberio, dopo avere redatto un autobiografia (le cosiddette Res gestae divi Augusti), che volle fosse incisa su epigrafi e diffusa in tutto l impero. Parole d ordine della politica augustea furono la difesa della pace (la Pax Augusta), il rispetto per le tradizioni religiose e sociali trasmesse dal mos maiorum, la conciliazione sociale. Importante fu anche la sua difesa dell attività agricola sul territorio dell Italia, la costruzione di opere pubbliche monumentali, la promozione delle arti e delle lettere, delle quali comprese l importanza anche come strumento di propaganda. Gaio Cilnio Mecenate, amico e collaboratore di Augusto, fu colui che tenne i rapporti tra Augusto e i maggiori poeti del tempo (Virgilio, Orazio, Properzio), ai quali, pur senza limitarne troppo la libertà creativa, chiese forme di sostegno più o meno esplicito nei confronti del princeps; al di fuori del circolo di Mecenate, altri autori si radunarono intorno a intellettuali come Asinio Pollione e Messalla Corvino (protettore di Tibullo e Ovidio). Quasi tutti i generi letterari (epica, lirica, satira, elegia, storiografia), con le eccezioni dell oratoria e del teatro, trovarono in età augustea straordinaria fioritura, coniugando il rispetto per i grandi predecessori della tradizione greca e latina con la capacità di proporre soluzioni formali e contenutistiche del tutto nuove: si è parlato perciò di «classicismo augusteo», con riferimento all armonia, all eleganza, all equilibrio delle opere di autori che ebbero nei secoli successivi un ininterrotta fortuna. Contemporaneamente fu vivace anche l attività di eruditi, giuristi, scrittori di discipline tecniche: di particolare rilievo un opera conservataci interamente, il De architectura di Vitruvio, trattato che divenne in età rinascimentale un vero e proprio modello da seguire. 1. Politica, letteratura, erudizione nell età di Augusto 25

28 Verifica Trattazione sintetica di argomenti (max 15 righe) 1 Delineare il quadro storico nel quale Ottaviano assunse il controllo dello Stato romano. 2 Illustrare le componenti fondamentali dell ideologia di Augusto. 3 Indicare le caratteristiche del cosiddetto circolo di Mecenate, evidenziando la sua composizione e la sua funzione nella propaganda dell ideologia di Augusto. 7 Quale di questi intellettuali non appartenne al circolo di Mecenate? a) m Orazio. b) m Properzio. c) m Virgilio. d) m Ovidio. 8 Messalla Corvino era: a) m un poeta del circolo di Mecenate. b) m un avversario politico di Ottaviano. c) m uno storico di età cesariana. d) m il protettore di Tibullo. Quesiti a risposta multipla 4 Ottaviano sconfisse definitivamente Antonio: a) m nel 20 a.c. nella guerra contro i pompeiani. b) m nel 31 a.c. nella battaglia di Azio. c) m nel 27 a.c. nella guerra di Modena. d) m nel 42 a.c. nella battaglia di Filippi. 5 Ottaviano nel 12 a.c. assunse la carica di: a) m Augustus. b) m pontifex maximus. c) m pater patriae. d) m imperator. 6 Il secondo triumvirato era composto da: a) m Ottaviano, Antonio e Lepido. b) m Cesare, Pompeo e Crasso. c) m Ottaviano, Antonio e Agrippa. d) m Cesare, Ottaviano e Antonio. Quesiti a risposta singola (max 5 righe) 9 Quali sono i generi letterari più diffusi nell età di Augusto? 10 Cosa sono le Res gestae divi Augusti? 11 Quale legame esiste tra la politica culturale di Augusto e gli studi antiquari ed eruditi? 12 Qual è il rapporto tra mos maiorum e ideologia augustea? 13 Per quale motivo si parla di declino dell oratoria in età augustea? 26 L età augustea

29 2. Virgilio L angoscia per le guerre civili e la compo sizione delle Bucoliche Virgilio e Mecenate: le Georgiche Il poeta augusteo: dalla stesura dell Eneide fino alla morte La vita Publio Virgilio Marone nacque nel 70 a.c. ad Andes, un villaggio vicino a Mantova: apparteneva a un agiata famiglia di proprietari terrieri che consentì al giovane Virgilio di trasferirsi a Roma per completare la sua educazione. Virgilio, durante il periodo delle guerre civili, trascorse gran parte del suo tempo a Napoli, dove seguì le lezioni dei filosofi epicurei Sirone e Filodemo di Gadara. In realtà sappiamo poco della sua biografia in questo periodo, che si concluse però con l episodio della confisca dei terreni, nel Mantovano, di proprietà della sua famiglia per ricompensare i veterani che avevano combattuto a Filippi. Grazie alla protezione dello stesso Ottaviano, in un primo tempo Virgilio riuscì probabilmente a salvare le terre di famiglia, che però perse definitivamente nell inverno del 41 a.c. Molti di questi fatti li deduciamo da allusioni contenute nelle Bucoliche I (A Testo 1.1) e IX, composte proprio negli anni dal 42 al 39 a.c. Le Bucoliche contribuirono a far conoscere Virgilio, anche grazie alla mediazione di Cornelio Gallo, a Mecenate, che lo avvicinò a Ottaviano e ne fece uno dei punti di forza del suo circolo. La vicinanza di Mecenate e il condizionamento ideologico di Ottaviano incisero senz altro sulla composizione delle Georgiche, scritte tra il 38 e il 29 a.c.: il poema ha al centro quel mondo agricolopastorale tanto caro alla tradizione romana, a quel mos maiorum che Ottaviano dal 31 a.c. unico signore di Roma cercava di far rivivere. Virgilio trascorse gli anni successivi attendendo alla composizione dell Eneide, poema epico fortemente voluto da Ottaviano, proclamato ufficialmente Augusto nel 27 a.c. Il principe e la pubblica o- pinione romana attendevano con ansia il lavoro virgiliano, nella coscienza che potesse essere come affermava Properzio (Elegie 2,34,66) «qualcosa di più grande dell Iliade». Nel 19 a.c. Virgilio intraprese un viaggio in Grecia, per conoscere direttamente i luoghi del poema e trarne elementi utili alla revisione finale. Durante una visita alla città di Megara, fu, però, colto da malore e le sue condizioni peggiorarono progressivamente: morì poco dopo il suo sbarco a Brindisi, il 21 settembre del 19 a.c. L Eneide, pressoché finita ma non ancora rivista, venne pubblicata per volere di Augusto a cura dei poeti Vario Rufo e Plozio Tucca, amici di Virgilio; questo, nonostante Virgilio, negli ultimi momenti di vita, volesse egli stesso distruggerne i manoscritti. Il modello Teocrito Le Bucoliche Virgilio e la poesia pastorale di Teocrito Le Bucoliche (anche dette Egloghe o Ecloghe, in quanto il termine ecloga significa «poesia scelta, raffinata»), come si è visto, segnano l esordio poetico di Virgilio. Si tratta di dieci componimenti in e- sametri di argomento pastorale scritti tra il 42 e il 39 a.c. (A le opere, p. 29). Il termine bucolica deriva dal greco boukólos («bovaro») e indica il tentativo di trasferire in ambito romano il genere della poesia bucolica ellenistica, in particolare di Teocrito (iii sec. a.c.). Nelle Bucoliche di Virgilio l imitazione di Teocrito e la ripresa del suo genere letterario sono evidenti non solo nell ispirazione generale, ma anche nelle situazioni che rimandano a singoli i- dilli e nei nomi greci dei pastori. Ma è anche apertamente dichiarata dal poeta romano con diver- 2. Virgilio 27

30 La campagna virgiliana: un mondo ideale si riferimenti a Siracusa e alla Sicilia, patria di Teocrito, ad esempio in IV,1 (A Testo 1.2) con l invocazione alle Sicelides Musae (cioè «Muse siciliane»). Tuttavia a differenza di Teocrito, influenzato dal caldo e vivo paesaggio della Sicilia, Virgilio descrive una campagna dai colori tenui, sfumati, ricca di nebbie e di ombre come quelle che «scendono dagli alti tetti» nell ecloga I,83 (A Testo 1.1): un paesaggio che ricorda la «sua» campagna italica mantovana. Ma non mancano neppure riferimenti geografici a quella regione del Peloponneso, l Arcadia, che sarà poi considerata dalla letteratura d ogni tempo come sede naturale della poesia pastorale. La campagna di Virgilio è quindi un luogo ideale, un locus amoenus, nel quale molti hanno visto probabilmente a ragione una resa poetica di quel mondo semplice e appartato verso il quale gli epicurei spingevano con la loro massima «vivi nascosto» i cittadini romani sconvolti dalle guerre civili. Allusioni personali e politiche L età dell oro nell ecloga IV Partecipazione e autobiografismo A uno sfondo fortemente idealizzato non corrisponde però un distacco dalle vicende dei «suoi» pastori, alle quali Virgilio sembra anzi partecipare con profonda umanità con l inserzione di elementi autobiografici. Il dramma individuale dell esproprio delle terre subito nel 41 a.c. fornisce il più evidente riferimento autobiografico delle Bucoliche, poiché offre lo spunto all ecloga I (A Testo 1.1) e alla IX. Ma Virgilio va ben oltre perché nelle Bucoliche compare la menzione di importanti personaggi del tempo, come Ottaviano (I, A Testo 1.1), il console Asinio Pollione (IV, A Testo 1.2; VIII), e non manca neppure un allusione allegorica alla morte di Giulio Cesare nell ecloga V, a conferma che il «vivi nascosto» epicureo e il disinteresse totale per gli echi della politica non erano del tutto possibili nel mondo romano. I temi delle Bucoliche A temi come l amore nelle sue varie forme (II, VIII), il canto amebeo cioè alternato dei pastori (III, VII), l esaltazione della poesia (V; X), la perdita delle terre (I, A Testo 1.1; IX) si affiancano, nelle Bucoliche virgiliane, tematiche non strettamente pertinenti alla tradizione del genere, come la profezia di una nuova età dell oro (IV, A Testo 1.2; A itinera, p. 58) o la cosmogonia cantata da Sileno (VI). Pochi testi hanno avuto fortuna e attenzione plurisecolare come la IV ecloga (A Testo 1.2). Composta nel 40 a.c. durante il consolato di Asinio Pollione, in essa si profetizza la nascita di un puer che cambierà il corso della storia, riportando l umanità a una sorta di età dell oro. Impossibile dire chi sia il bambino cui si allude: traspare però dai versi di Virgilio una speranza collettiva di pace e prosperità, derivante dalla voglia di lasciarsi alle spalle gli anni difficili delle guerre civili. C è chi ha visto nel testo echi di dottrine orfiche o pitagoriche. E non è neppure mancata, nel Medioevo, un interpretazione allegorica dell ecloga, nella quale l auspicata venuta del puer veniva intesa come una profezia della nascita di Gesù Cristo, contribuendo così alla diffusione di un immagine di Virgilio «cristiano». B La Saturnia Tellus, la dea Terra che, prospera e lieta nell età d oro del regno di Saturno, tiene in grembo due putti e alcune primizie; particolare dai rilievi dell Ara Pacis, fine i secolo a.c. 28 L età augustea

31 Libro I Dopo il proemio e l esposizione della vicenda, ha inizio la narrazione in medias res: l eroe troiano E- nea, scampato alla distruzione della sua città, insieme a pochi compagni, si dirige dalla Sicilia verso l Italia alla ricerca di una nuova patria. Giunone, ostile ai Troiani, convince il dio dei venti Eolo a suscitare una tempesta che causa la perdita di alcune navi. Enea appro- LUCREZIO virgilio / LE OPERE Le Bucoliche Ecloga I (Tityrus) è un dialogo fra due pastori, Titiro e Melibeo. Titiro (identificabile forse con Virgilio), è riuscito a rimanere in possesso delle sue terre grazie all intervento di un giovane benefattore, un «dio» (forse da i- dentificare con Ottaviano); Melibeo invece è costretto a lasciare il suo campo e a emigrare in terre sconosciute. Ecloga II (Alexis) Il pastore Coridone, innamorato del bellissimo Alessi, rivolge alle selve e ai monti un lamento in forma di monologo in cui sfoga tutto il suo dolore per l amore non corrisposto. Ecloga III (Palaemon) Due pastori, Menalca e Dameta, si incontrano e, dopo essersi ingiuriati a vicenda, si sfidano a una gara poetica riportata nelle forme di canto amebeo (un canto alternato a botta e risposta in 12 riprese di due versi). Giudice della gara è il vicino Palemone che alla fine assegna il premio a entrambi e a chiunque abbia fatto esperienza d amore. Ecloga IV (Pollio) Virgilio si allontana qui dalla tradizione teocritea profetizzando la nascita di un bambino (forse il figlio del console Asinio Pollione cui l egloga è dedicata) che riporterà sulla terra la mitica età dell oro. Ecloga V (Daphnis) Due pastori, Menalca e Mopso cantano (in un canto amebeo) la morte e l apoteosi di Dafni, il mitico poeta inventore del canto bucolico. Nella figura di Dafni è forse adombrata quella di Cesare, divinizzato dopo la morte. Ecloga VI (Silenus) Dedicata a Varo, inizia con una dichiarazione di poetica che introduce la seconda parte dell opera: Virgilio esprime il proprio rifiuto del genere epico (recusatio) e l intenzione a continuare a comporre poesia di argomento bucolico. Due giovani pastori, Cromi e Mnasillo, sorprendono Sileno ubriaco e addormentato in una grotta; lo legano e lo costringono a descrivere in un lungo monologo l origine dell universo e i miti più antichi. Viene introdotto anche il poeta elegiaco Cornelio Gallo, l unico cui le Muse donarono una zampogna. Ecloga VII (Meliboeus) Melibeo racconta in prima persona una gara poetica fra due pastori arcadi, Coridone e Tirsi, cui ha assistito in qualità di giudice. Si tratta di un canto amebeo, ma qui i due pastori si scambiano quattro versi a testa anziché due. Ecloga VIII (Pharmaceutria) Dedicata ad Asinio Pollione, descrive una gara di canto fra due pastori, Damone e Alfesibeo. Il primo esprime il suo dolore per il tradimento della donna amata, Nisa, che ha sposato un altro; Alfesibeo invece impersona una donna innamorata che, grazie a un rito magico, riconquista il suo amato. Notevole è l influsso del mimo di Teocrito, L incantatrice. Ecloga IX (Moeris) I pastori Licida e Meri si lamentano poiché sono stati privati delle loro terre. Nel loro canto ricordano anche la sorte di Menalca (Virgilio?) che, nonostante la sua bravura nel canto, è stato cacciato dai suoi poderi. Ecloga X (Gallus) Virgilio chiede alla ninfa Aretusa di ispirargli un canto per consolare l amico e poeta elegiaco Cornelio Gallo, abbandonato dall amata Licoride, che gli ha preferito un soldato in procinto di partire per la Germania. Le Georgiche Libro I (514 versi) Dopo la dedica a Mecenate, l invocazione a Ottaviano e alle divinità agresti, il poeta tratta della coltivazione dei campi: le diverse qualità dei terreni, le tecniche e gli strumenti della coltivazione, i fenomeni atmosferici e i pronostici in base ai quali il contadino deve organizzare il suo lavoro. Due sono le digressioni importanti: quella sulla legge del lavoro voluta da Giove, e quella sui prodigi che si verificarono in concomitanza con la morte di Cesare. Nella parte conclusiva Virgilio deplora lo stato di abbandono delle campagne devastate dalle guerre civili ed esprime l augurio che Ottaviano riporti la pace. Libro II (542 versi) Virgilio, dopo un invocazione a Bacco e una dedica a Mecenate, parla della coltivazione delle piante, in particolare della vite, dell olivo e degli alberi da frutta. Vi sono due digressioni, una è un elogio dell Italia e l altra un esaltazione della vita dei campi. Libro III (567 versi) Dopo un invocazione agli dèi e un elogio di Ottaviano, Virgilio accenna alla sua intenzione di celebrare Ottaviano e le sue gesta in un poema di argomento storico. Il poeta passa poi a trattare dell allevamento del bestiame. Vi è una digressione sugli effetti dell amore sia tra gli animali che tra gli uomini. Il libro si chiude con la celebre descrizione della peste del Norico in cui sono presenti echi lucreziani. Libro IV (566 versi) Dopo la dedica a Mecenate e ad Apollo, il libro tratta dell apicoltura. Virgilio e- samina i compiti del buon apicoltore, le abitudini delle api e la loro organizzazione sociale. Due le digressioni del libro: la prima riguarda la descrizione del giardino del «vecchio di Corico», la seconda è costituita dall epillio di Aristeo, il quale chiede alla madre, la ninfa Cirene, la ragione della moria del suo sciame di api: la madre lo invita a consultare il dio marino Proteo che gli racconta che è stato punito poiché ha causato la morte di Euridice, la moglie di Orfeo. Secondo quanto tramandato da Servio, questo «racconto nel racconto» sostituì le lodi di Cornelio Gallo, caduto in disgrazia presso Augusto nel 26 a.c. L Eneide A 2. Virgilio 29

32 A LUCREZIO virgilio / LE OPERE da sulle coste dell Africa settentrionale vicino a Cartagine, dove viene accolto dalla regina Didone. Durante un banchetto, l eroe racconta la distruzione di Troia e le sue avventure. Libro II Enea racconta le ultime vicende di Troia (la partenza simulata dei Greci, l inganno del cavallo di legno, la morte di Laocoonte). Dopo aver assistito alla morte di Priamo per mano di Pirro, figlio di A- chille, Enea obbedisce all ordine della madre Venere e si mette in salvo portando con sé il padre Anchise, il figlio Ascanio-Iulo, la moglie Creusa e i Penati. La moglie Creusa però scompare misteriosamente durante la fuga dalla città. Libro III Enea e i compagni abbandonano Troia alla ricerca di una nuova patria. Dapprima arrivano in Tracia, dove vengono a conoscenza dell infelice sorte di Polidoro, figlio di Priamo, poi si recano a Delo all oracolo di Apollo, che li esorta a «cercare l antica madre». Si dirigono a Creta da dove proveniva la stirpe di Dardano, ma dopo aver fondato una città, sono costretti a riprendere il viaggio a causa di una pestilenza. Enea ha una visione dalla quale apprende che la terra destinatagli dal Fato è l Ausonia. Una tempesta li spinge verso le Strofadi, isole abitate dalle Arpie; dopo una sosta a Butroto, in Epiro, dove incontrano Andromaca, ora sposa di Eleno, si dirigono in Sicilia e approdano ai piedi dell Etna nella terra dei Ciclopi. Dopo la morte di Anchise in Sicilia, i Troiani riprendono a navigare quando li sorprende la tempesta scatenata da Eolo. Libro IV Il racconto di Enea è terminato e la regina Didone, innamoratasi dell eroe, si confida con la sorella Anna. Grazie anche all accordo fra Venere e Giunone, durante una battuta di caccia si consuma l unione fra i due. Enea, dimentico della sua missione viene sollecitato da Mercurio, inviato da Giove a riprendere il mare e a dirigersi in Italia a fondare una nuova città. Didone, informata dei preparativi della partenza, cerca di trattenere Enea, che però decide di partire. La regina, disperata, mentre Enea salpa, si uccide con la spada dell eroe. Libro V Enea si dirige in Sicilia presso Erice dove, o- spitato da Aceste, celebra i giochi funebri in memoria del padre. Le donne troiane stanche delle peregrinazioni, istigate da Giunone, incendiano le navi che vengono salvate da un temporale scatenato da Giove. Enea decide di lasciare in Sicilia le donne, i bambini e i vecchi; il padre Anchise gli appare in sogno e lo esorta a compiere un viaggio negli Inferi. Enea parte alla volta di Cuma; durante il tragitto, muore il nocchiero Palinuro. Libro VI Enea giunge a Cuma dove, guidato dalla Sibilla, profetessa di Apollo, visita il regno dei morti. Incontra prima Palinuro e poi nell antinferno Didone che non gli rivolge neppure la parola. Dopo aver oltrepassato il Tartaro, giunge nei Campi Elisi dove incontra il padre Anchise che, mostrandogli le anime destinate a reincarnarsi nei suoi discendenti, gli rivela la grandezza cui è destinata Roma. Enea esce dagli Inferi e riprende la navigazione. Libro VII Enea arriva alla foce del Tevere e comprende di essere giunto nella terra destinatagli dal Fato. L eroe invia un ambasceria al re del luogo, Latino, che, memore di un vaticinio che gli prediceva un genero straniero, lo accoglie benevolmente promettendogli in sposa la figlia Lavinia. Giunone invia la furia Aletto da Amata, moglie di Latino, e da Turno, re dei Rutuli e promesso sposo di Lavinia, per scatenare una guerra fra Latini e Troiani. Giunone stessa spalanca le porte del tempio di Giano e ha inizio la guerra. Libro VIII Enea è in difficoltà e, su suggerimento del dio Tiberino, risale il Tevere per chiedere l aiuto del re arcade Evandro, nemico dei Latini, che abita dove sorgerà Roma. Evandro accoglie Enea, si allea con lui e gli affida un contingente di soldati guidato dal figlio Pallante. Su suggerimento di Evandro, Enea si allea anche con gli Etruschi, ostili a Turno. Venere consegna a Enea delle nuove armi forgiate da Vulcano fra cui spicca uno scudo su cui sono raffigurati episodi significativi della futura storia di Roma. Il ruolo di Mecenate: gli haud mollia iussa Le Georgiche Un poema didascalico La seconda opera virgiliana, le Georgiche (dal termine greco gheorgós, cioè «contadino»), è stata composta verosimilmente fra il 38 e 29 a.c., e comunque dopo che il poeta entrò a far parte del circolo di Mecenate. Si tratta di un poema didascalico in esametri di quattro libri (A le opere), dedicati all agricoltura (libri I-II) e all allevamento (III-IV). Il poema è dedicato a Mecenate che è ricordato in tutti e quattro i libri, e non solo come dedicatario (A Testo 2.1), ma anche come vero ispiratore dell opera, se è vero che in 3,41 Virgilio fa riferimento ai suoi haud mollia iussa («comandi non leggeri»). Virgilio dovette ricevere da lui delle sollecitazioni a comporre qualcosa che convergesse, dal punto di vista ideologico, con la politica di Ottaviano. Agricoltura e allevamento, se accompagnati da una profonda religiosità, evocavano quella pacifica prosperità di vita che Ottaviano aveva promesso al mondo romano e che, vincendo ad Azio nel 31 a.c., intendeva garantire. 30 L età augustea

33 LUCREZIO / LE OPERE Libro IX Mentre Enea è lontano, il campo troiano è assediato da Turno e dai suoi alleati. Turno incendia le navi troiane che vengono salvate dall intervento di Cibele, che le trasforma in ninfe. Di notte, Eurialo e Niso cercano di raggiungere Enea per avvertirlo della situazione ma vengono uccisi. Libro X Si apre con il concilio degli dèi invitati alla concordia da Giove. Enea, informato dalle ninfe della situazione, giunge in aiuto ai suoi. Pallante viene ucciso da Turno che lo spoglia delle sue armi; Enea a sua volta uccide Mezenzio e il suo giovane figlio Lauso, alleati di Turno. Libro XI Un solenne corteo funebre riporta il cadavere di Pallante a Evandro, il quale concede una tregua ai Latini. Tuttavia la guerra riprende e muoiono molti guerrieri, fra i quali la giovane Camilla, alleata di Turno. Libro XII Si stabilisce che la guerra venga decisa da un duello fra Turno ed Enea. Nel frattempo Giove si rivolge a Giunone, implacabile nemica dei Troiani, e la persuade a deporre il suo odio. Turno, ferito da Enea, lo dichiara vincitore e lo supplica di non ucciderlo; E- nea, dapprima esita, poi, non appena vede che Turno indossa le armi di Pallante, lo uccide. L Appendix Vergiliana A Virgilio furono attribuiti alcuni componimenti poetici, raccolti in età umanistica col titolo di Appendix Vergiliana: oggi si tende, con l eccezione di due epigrammi (Cataleptá 5 e 8), a metterne in discussione l autenticità. Cataleptón (termine greco che significa «versi alla rinfusa/alla spicciolata») è una raccolta di 14 componimenti in versi elegiaci e giambici che hanno per argomento la vita di Virgilio. La critica considera con grande probabilità autentici il quinto (sulla partenza di Virgilio per Napoli e la scelta di abbandonare la retorica poiché poco congeniale) e l ottavo (in cui il poeta saluta la villetta del filosofo epicureo Sirone). Culex («La zanzara») è un epillio (414 esametri) in cui si racconta come una zanzara abbia salvato la vita a un pastore che, addormentatosi, stava per essere morso da un serpente. La zanzara, pungendolo, lo sveglia ed egli istintivamente la uccide: essa gli appare in sogno lamentandosi di non aver ricevuto un adeguata sepoltura; il giorno successivo il pastore innalza dunque una sepoltura in onore della zanzara. Ciris («L airone bianco») è un epillio mitologico (541 esametri) in cui si narra la storia d amore fra Scilla, figlia di Niso, re di Megara, e Minosse, nemico del padre. Scilla recide il capello che tiene in vita il genitore, ma Minosse la respinge e la lega alla prua della sua nave. La dea marina Anfitrite prova pietà per la sua sorte e la trasforma in un airone bianco. Aetna Poemetto scientifico-didascalico (646 esametri) che tratta dei fenomeni vulcanici. Copa («L ostessa») Poemetto che ha come protagonista un ostessa siriaca che, danzando davanti alla sua taverna, invita i passanti a entrare. Moretum («La torta rustica») Un breve componimento (122 esametri) in cui si descrive la colazione del contadino Similo, che comprende anche una focaccia rustica. Dira («Le maledizioni») e Lydia Il primo (103 esametri) parla delle maledizioni che un contadino, costretto ad abbandonare i suoi campi, rivolge al nuovo padrone; il secondo (80 esametri) racconta la sofferenza d amore di un pastore per Lidia, la donna a- mata che è lontana da lui. Elegiae in Maecenatem Sono due componimenti in distici elegiaci dedicati a Mecenate. Il primo è un elogio funebre, mentre il secondo conserva le parole che Mecenate disse prima di morire: dal momento che Mecenate morì nell 8 a.c. è impossibile attribuire questi testi a Virgilio, deceduto nel 19 a.c. Priapea Sono tre componimenti dedicati alla celebrazione di Priapo, divinità agreste. Il pubblico delle Georgiche La presenza di Ottaviano Risulta evidente come un opera con tali e profonde implicazioni morali, politiche e religiose non potesse avere come reale destinatario gli agricoltori e gli allevatori, ma si indirizzasse a quel pubblico colto e raffinato che Ottaviano voleva guadagnare del tutto alla propria causa e alla propria ideologia. Virgilio riecheggia dunque «parole d ordine», orientamenti ideologici, atteggiamenti del princeps: già nel proemio (1,24 e sgg., A Testo 2.1) Ottaviano è citato, ammantato da un alone di divinità del tutto estranea alla tradizione della poesia romana. La lunga gestazione del poema, dunque, fa trasparire al suo interno i segni del dinamico adeguamento a una realtà storica, politica, culturale in rapida evoluzione. Il rapporto con i modelli: Esiodo e la poesia didascalica di età ellenistica Esiodo Le Georgiche rappresentano l obbligo di misurarsi con una tradizione poetica molto più alta e complessa rispetto alla «leggera» poesia teocritea. Virgilio si richiama ad Esiodo (vii sec. a.c.), l inventor del genere didascalico autore di Le opere e giorni, sui tempi e i modi del lavoro dei campi: così facen- 2. Virgilio 31

34 La poesia didascalica L eredità di Lucrezio Il lavoro e l ambivalenza della realtà do, ne rivendica orgogliosamente l eredità, in particolare circa il ruolo del poeta come guida della sua comunità. La poesia didascalica aveva avuto in età ellenistica un grande successo con Nicandro di Colofone (iii sec. a.c.), autore di un poema intitolato Gheorghiká («Georgiche») dove la poesia era una virtuosistica sfida con la difficoltà degli argomenti trattati: Virgilio ne è conoscitore e non può rifiutarne l eredità. Egli aveva poi il precedente illustre del De rerum natura di Lucrezio, poema didascalico di argomento filosofico e scientifico, che viene fatto oggetto di omaggi e di allusioni nelle Georgiche; diversi richiami ribadiscono il diverso punto di vista dei due poeti: Virgilio (2, ) non si occupa più di «investigare le cause e mettere sotto i piedi tutte le paure, il fato inesorabile, il risuonare dell avido Acheronte» (2, ), bensì, più dimessamente, di educare un uomo che «conosce gli dèi agricoli, Pan e il vecchio Silvano e le Ninfe sorelle» (2, ). Questa diversa prospettiva, meno cosmica e più quotidiana, ma soprattutto inserita in una dimensione religiosa estranea a Lucrezio, rende a Virgilio più facile tenere insieme, armonizzare, una materia tanto composita. I temi delle Georgiche Al centro del poema vi è il tema del lavoro, visto come mezzo tanto faticoso quanto necessario che gli uomini, per volere divino, debbono impiegare per vivere. Siamo così lontani dalla campagna idealizzata delle Bucoliche, perché nelle Georgiche il mondo agreste non è un rifugio spirituale, ma la sede concreta del progressivo incivilimento degli uomini. luoghi Lavinium, fine del viaggio di Enea Il viaggio di Enea, profugo da Troia alla ricerca di una nuova sede, presenta molte analogie con i viaggi di ritorno (i cosiddetti nóstoi) degli eroi Greci che avevano espugnato la sua patria; il più celebre di questi era stato quello di Ulisse, immortalato dall Odissea omerica. La sede definitiva di Enea fu sul versante tirrenico (laddove poi sarebbe sorta Roma) come indica la cartina proposta, che segue la ricostruzione suggerita dall archeologo Valerio M. Manfredi. E proprio sul versante tirrenico sorgono tuttora località connesse a questo mitico viaggio, come il Capo Palinuro (che prende il nome del nocchiero di Enea caduto in mare), il Capo Miseno (così chiamato dal nome di un compagno di Enea trascinato dalle onde), o Gaeta (così chiamata da Caieta, l anziana nutrice dell eroe troiano); né va dimenticato il lago Averno, da dove Enea iniziò la discesa agli Inferi sulla scorta delle indicazioni della Sibilla di Cuma. Ma è solo sui Lavinia... litora (come anticipato in Eneide 1,2-3), che il viaggio si conclude, e cioè su quelle coste che ricordano nel nome quello di Lavinia figlia del re Latino della vicina Laurentum (che Enea sposerà) e quello della città di Lavinio (che Enea fonderà). In effetti Lavinium (a circa quattro chilometri dal mare, a meno di trenta dalle mura di Roma) fu una città importante nell epoca romana, nota come centro religioso, che vantava contatti antichissimi con il mondo greco e orientale. Vi si veneravano infatti, oltre a molte altre divinità (come Giunone, Giuturna, Minerva, Magna Mater...): i Penati (probabilmente in ricordo di quelli troiani portati da Enea), insieme con la dea Vesta, di origine greca; la dea Venere, madre di Enea, cui erano forse consacrati i tredici altari monumentali (del vi sec. a.c.) scoperti in loco; A Statua di Minerva in terracotta, vi secolo a.c. (Lavinium, Pratica di Mare). 32 L età augustea

INDICE L ETÀ AUGUSTEA 1 L ETÀ AUGUSTEA. POLITICA, LETTERATURA, ERUDIZIONE ANTOLOGIA. 1. Le Res gestae divi Augusti

INDICE L ETÀ AUGUSTEA 1 L ETÀ AUGUSTEA. POLITICA, LETTERATURA, ERUDIZIONE ANTOLOGIA. 1. Le Res gestae divi Augusti INDICE L ETÀ AUGUSTEA Tavole cronologiche... 10 Atlante della letteratura... 12 1 L ETÀ AUGUSTEA. POLITICA,, ERUDIZIONE La parola al testo... 14 Augusto si presenta (Res gestae divi Augusti 34) Gli altri

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