Regione Piemonte Parco Naturale Regionale Val Troncea INTERREG III A PROGETTO ACQUA GLI ANFIBI IN VAL TRONCEA

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1 Regione Piemonte Parco Naturale Regionale Val Troncea INTERREG III A PROGETTO ACQUA GLI ANFIBI IN VAL TRONCEA A cura di Stefano Doglio (Associazione Culturale Naturalistica Zirichiltaggi, sede legale: Sassari) Introduzione L unico anfibio presente nel Parco naturale della val Troncea è la rana temporaria (Rana temporaria Linnaeus, 1758). E stato peraltro anche ipotizzata la presenza nel territorio del Parco della salamandra di Lanza (Salamandra lanzai, Nascett et al. 1988), presenza che però non è mai stata confermata e che altresì è estremamente dubbia, a causa delle barriere orografiche che separano le popolazioni della val Germanasca dagli ambienti potenzialmente adatti in val Troncea. Neppure la salamandra pezzata (Salamandra salamandra, Linnaeus 1758) è mai stata osservata, sebbene nelle Alpi occidentali sia segnalata con una certa frequenza non solo in ambienti prealpini ma anche in aree più nettamente alpine, fino a 1700 metri di quota; questa specie, comunque, è decisamente

2 legata ai boschi di caducifoglie, e quindi anche in questo caso è decisamente improbabile una sua presenza non ancora rilevata. In Piemonte questo anfibio è presente tra le quote di 210 metri (nelle Langhe) e i 2760 metri del lago Fauri, attualmente il sito più alto con una popolazione riproduttiva stabile in tutto l areale di questo anfibio. Oltre il 70% dei siti occupati si trovano al di sopra degli 800 metri, anche se a partire dagli anni 90 si assiste ad una certa colonizzazione della fascia pedemontana occidentale, dove storicamente è sempre stata molto rara. All interno del Parco la rana temporaria è diffusa dal fondovalle fino al lago Fauri. La rana temporaria comunque si riproduce in ogni area umida con acqua ferma o al massimo con debole corrente, ed anche nelle pozzanghere effimere lungo la pista di fondovalle e nei parcheggi all entrata del Parco. I principali siti riproduttivi Sebbene le rane si riproducono in ogni zona umida, i siti che garantiscono ogni anno un successo riproduttivo sono in realtà relativamente pochi: - stagni di Laval: 1680 m slm, N E caratteristiche: piccole pozze, in parte interrate, a lato della pista di fondovalle, in destra orografica. minacce: possibile interramento, disturbo antropico. suggerimenti di gestione: ripulire periodicamente le pozze per evitare l interramento e sorveglianza perchè non siano alterate dai turisti. - laghetto delle trote (foto 1 & 2): N E caratteristiche: piccoli bacini utilizzati come vivaio per trote, a lato della pista di fondovalle, in destra orografica. minacce: disturbo antropico, disturbo e predazione da parte delle trote. - Troncea1 (foto 3): 1905 m slm, N E caratteristiche: zona umida formata dal rallentare della corrente in un pianoro immediatamente a sud della borgata Troncea. minacce: limitato disturbo da parte del bestiame al pascolo, così però come è limitata l importanza del sito per la riproduzione. - Troncea2 (foto 4): 1939 m slm, N E caratteristiche: pozza presso abbeveratoio, a nord della borgata Troncea. minacce: fortissimo disturbo da parte del bestiame che si reca all abbeveratoio. suggerimenti di gestione: considerato che questo sito è decisamente importante per la rana temporaria, suggerisco l ampliamento dell abbeveratoio e recinzione della pozza per annullare il disturbo da parte del bestiame, congiuntamente si potrebbe rendere la pozza leggermente più profonda (non di molto, circa 50 cm). - bergerie del Meys (foto 5) caratteristiche: zona umida formata dal rallentare della corrente in un pianoro immediatamente a valle delle bergerie del Meys, destra orografica, è un sito riproduttivo importante: a maggio 2006 ho stimato oltre 50 ovature. minacce: potenzialmente dalla vicinanza delle bergerie e che ci sia relativamente poca acqua, di fatto non ho riscontrato problemi (il sito aveva acqua, e girini, anche a luglio).

3 - vallone del colle Valletta (foto 6 & 7): 2410 m slm, N E caratteristiche: pozze in un piccolo pianoro nel vallone che porta al colle Valletta, in sinistra orografica. minacce: molto ridotte, il sito è poco frequentato e anche il sentiero che porta al colle non si avvicina particolarmente alle pozze, la popolazione però è numericamente ridotta, e quindi piuttosto fragile. I due siti di maggiore importanza sono Troncea2 e il vallone del colle Valletta: Troncea2 perchè oltre ad essere il sito più importante in assoluto su versante, è comunque anche uno dei siti riproduttivi più grandi in assoluto per tutto il Parco. Il sito del colle Valletta è importante perchè, anche se non è in alto quanto il lago Fauri, si trova comunque ai limiti ecologici della rana temporaria. Il lago Fauri Questo lago (foto 8), a 2760 metri di quota (coordinate gps: N E ), è di gran lunga il più importante ed interessante all interno del Parco, in quanto si trova al limite superiore di distribuzione della rana temporaria. Questa ricerca ha potuto confermare la presenza della specie, il ritrovamento di ovature e girini dimostra che non si tratta solo di una sporadica presenza di rane vaganti provenienti dal fondovalle o da siti riproduttivi localizzati a quote inferiori: il lago Fauri è quindi un vero sito riproduttivo. La quota del lago è molto significativa, perché finora il sito di riproduzione confermato più elevato per la rana temporaria sulle Alpi (e peraltro in tutto il suo areale di distribuzione) erano i laghi di Tre Becchi ( m slm) nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, presso il colle del Nivolet. La presenza di riproduzione stabile è stata confermata dalla cattura di 3 esemplari giovani (1 nel 2005 e 2 nel 2006), ed anche dalla ripetuta osservazione di girini: solo 1 nel 2005, al massimo 4 contemporaneamente nell estate Nel 2005 inoltre l autore della ricerca e Luca Maurino hanno osservato anche una singola ovatura. Va ribadito come questi numeri siano veramente molto piccoli, e che indicano come le femmine che riescono a riprodursi ogni anno siano al massimo 3, ma potrebbe esserci anche una sola femmina che effettivamente depone le uova. Dei quattro animali catturati e marcati nel 2005, 3 sono stati ricatturati nel Una così alta proporzione di ricatture è un ulteriore indicazione di una popolazione numericamente esigua, però nel contempo indica anche come il metodo di marcatura utilizzato (il toeclipping, ossia l asportazione di una falange) non abbia danneggiato in alcun modo le rane: tutti gli animali ricatturati erano cresciuti sia in lunghezza che nel peso rispetto all anno precedente. Un dato incoraggiante è che apparentemente sia i girini che i giovani siano in aumento, anche se questa osservazione ovviamente non ha alcun valore statistico. Segue una tabella riassuntiva delle caratteristiche morfometriche delle rane catturate e marcate in questo sito (foto 9, 10 & 11) e nel vallone del Valletta.

4 sito anno di cattura sesso codice SVL (lunghezza, cm) peso (grammi) Fauri 2005 M MF1 7,8 41 Fauri 2006 M MF1 8,1 - Fauri 2005 F FF1 9,2 63,5 Fauri 2006 F FF1 9,5 67 Fauri 2005 J JF1 5,1 13 Fauri 2005 M MF2 8,9 62,5 Fauri 2006 M MF2 9,3 69 Fauri 2006 J J06 3,3 5 Fauri 2006 J J07 4,4 6,5 Valletta 2005 M MV1 7,1 29 Valletta 2005 M MV2 8,9 61,5 Valletta 2005 F FV1 8,9 73 Lunghezza e peso degli animali catturati rientrano all interno dei parametri abituali per la specie. Sviluppi e conseguenze di questa ricerca per l erpetofauna della val Troncea L importanza della val Troncea non è nella presenza della rana temporaria, un animale con un ampio areale di diffusione, e che anche all interno del Parco occupa numerosi siti che corrispondono alle sue necessità ecologiche, ma dal fatto che qui si trova il sito riproduttivo più in quota di tutto l areale. E quindi fondamentale che si garantisca una protezione assoluta al lago del Fauri, che fortunatamente è di accesso piuttosto difficoltoso, e che non vi si permetta per nessuna ragione di introdurre salmonidi. Inoltre, durante i rilevamenti del 2006, un bambino arrivato al lago coi suoi genitori vi ha giocato con una canna da pesca. Il bambino non ha catturato nulla, ed ha smesso quando abbiamo spiegato come nel lago non ci fossero trote ma invece poche e preziose rane, ma questo episodio indica come è necessario vigilare e magari cercare di sensibilizzare i pochi turisti che arrivano al lago (magari anche solo con un piccolo cartello che avverte della presenza delle rane e di non disturbarle?), perchè la popolazione è così piccola che anche solo la perdita di 2 o 3 esemplari può risultare fatale. Per quanto riguarda gli altri siti, in linea di massima non necessitano di una manutenzione particolare rispetto all ordinaria gestione del Parco, tranne appunto che per gli stagni di Laval e Troncea2 (evitare l interramento, recinzione...). Un potenziale pericolo per le rane della val Troncea è l arrivo di nuove malattie o parassiti come il fungo parassita Batrachochytrium dendrobatidis (che interessa popolazioni piemontesi della simile Rana latastei) oppure l altrettanto letale Ranavirus. Presso il londinese Institute of Zoology sono in corso delle analisi genetiche su campioni della val Troncea, per verificare l eventuale presenza del Batrachochytrium. La ricerca potrebbe proseguire con un monitoraggio continuato negli anni delle rane del sito del vallone del colle Valletta e del lago Fauri, per ottenere ulteriori dati morfometrici e della dinamica di popolazione di queste rane che vivono realmente al limite.

5 Bibliografia AA. VV. (1997) Atlas of the Amphibians and Reptiles in Europe SEH, Bonn Andreone F. & Sindaco R. Editors (1998) Erpetologia del Piemonte e della Valle d Aosta. Atlante degli Anfibi e Rettili. Monografie XXVI. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino Bosbach G., Hachtel M., Sander U., Schmidt P., Tarkhnishvili D. & Weddeling K. (2003) Egg size versus clutch size: variation and trade-off in reproductive output of the agile frog (Rana dalmatina) and the common frog ( R. temporaria) in a pond near Bonn - 12th Meeting of the Societas Europaea Herpetologica Congress, St. Petersburg (in press) Hakkinen J, Pasanen S, Kukkonen JV. (2001) The effects of solar UV-B radiation on embryonic mortality and development in three boreal anurans (Rana temporaria, Rana arvalis and Bufo bufo) Chemosphere, 44(3):441-6 Lardner B, Loman J. (2003) Growth or reproduction? Resource allocation by female frogs Rana temporaria Oecologia, 137(4): Laugen AT, Laurila A, Rasanen K, Merila J.(2003) Latitudinal countergradient variation in the common frog (Rana temporaria) development rates--evidence for local adaptation - J Evol Biol, 16(5): Laurila A, Karttunen S, Merila (2002) Adaptive phenotypic plasticity and genetics of larval life histories in two Rana temporaria populations - J Evolution Int J Org Evolution, 56(3): Lebedinsky A. (2003) Polymorphism of the frog populations as indicator of anthropogenic influence - 12th Meeting of the Societas Europaea Herpetologica Congress, St. Petersburg (in press) Marzona E., Giacoma C., Salio C., Travers M. & Zugolaro C. (2000) Intervento di salvataggio di Rana temporaria nel comune di Perrero (TO) - Atti I Congresso SHI - Torino pagg Miaud C. & Merilä J. (2001) Local adaptation or environmental induction? Causes of population differentiation in alpine amphibians Biota, Pavignano I. (1988) Riproduzione di Rana temporaria nella Riserva Naturale di Palanfré - Riv. Piem. St. Nat., 12: Pearman P. B. & Garner T. W. J. (2005) Susceptibility of Italian agile frog populations to an emerging strain of Ranavirus parallels population genetic diversity - Ecology Letters, 8: Ryser J. (1996) Comparative life histories of a low- and high-elevation population of the common frog Rana temporaria - Amphibia-Reptilia vol. 17 pagg Sommer S, Pearman PB. (2003) Quantitative genetic analysis of larval life history traits in two alpine populations of Rana temporaria - Genetica, May 118(1):1-10

6 Van Buskirk J, Arioli M (2005) Habitat specialization and adaptive phenotypic divergence of anuran populations - J Evol Biol 18(3): Vences M., Grossenbacher K., Puente M. & Vieites D. R. (2003) The Cambale s fairy tale: elevational limits of Rana temporaria and other European amphibians revisited - Folia Zoologica 52(2): Vollono C., Guarino F. M. (2002) - Analisi scheletrocronologica in alcune specie di Anfibi e Rettili del Parco Regionale del Matese - I Vertebrati ectotermi del Parco Regionale del Matese,

7 Fotografie foto 1: il laghetto delle trote a maggio 2005

8 foto 2: ovatura al laghetto delle trote

9 foto 3: il sito Troncea 1

10 foto 4: il sito Troncea2

11 foto 5: il sito a valle delle bergerie del Meys

12 foto 6: il sito del vallone del colle Valletta, luglio 2005

13 foto 7: il sito del vallone del colle Valletta, maggio 2006

14 foto 8: il lago Fauri, luglio 2005

15 foto 9: misurazione di J06, il più piccolo dei due giovani catturati durante l estate 2006

16 foto 10: ancora J06

17 foto 11: J07, il più grande dei due giovani (luglio 2006)

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