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1 09_68_salam_2BOZZA :11 Pagina 43 Una ricerca sulla biologia di conservazione della Salamandra di Lanza

2 09_68_salam_2BOZZA :11 Pagina 44 Figura 44 Alcuni strumenti utilizzati per il rilevamento dei parametri ambientali Figura 45 Una salamandra di Lanza in prossimità del suo rifugio, identificato e contraddistinto dai ricercatori con un numero progressivo 44

3 Descrizione del progetto di studio Nel corso del progetto di studio ci si è proposti di analizzare le criticità correlate alle pressioni indotte dalle attività umane e le risposte della specie ad esse associate. Lo stimolo è stato da una parte il grande interesse scientifico per la specie e dall altra la particolare situazione che le due maggiori popolazioni italiane si trovano ad affrontare. Inoltre, non bisogna dimenticare che Salamandra lanzai è attualmente inclusa nell Allegato IV della Direttiva Habitat, cioè tra le specie meritevoli di particolari attenzioni conservazionistiche per le quali un routinario monitoraggio è considerato necessario. Ci si è dunque posti l obiettivo di conoscere lo stato di salute generale di due popolazioni di Salamandra lanzai presenti all interno del territorio piemontese, localizzate in Val Germanasca e in Val Po. A seguito di un imponente piena del torrente Germanasca nel 2000, che ha determinato l erosione delle sponde e l ampliamento del letto del torrente, la zona è stata oggetto di ingenti interventi di rifacimento e canalizzazione delle sponde, attraverso la costruzione di pareti di contenimento, e modifica del letto del torrente, che ne hanno notevolmente ridotto la naturalità dell habitat. Scopo della ricerca era di verificare se l erosione delle sponde e la conseguente scomparsa di parte dell habitat elettivo utilizzato da questa popolazione, insieme ai lavori di sistemazione idraulica, avessero causato danni alla stessa. Per quanto riguarda la Val Po, la popolazione si trova all interno della riserva naturale speciale delle sorgenti del Po; il sito è anche stato designato come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) per la conservazione della biodiversità alpina ed è caratterizzato da una considerevole affluenza turistica. Ci siamo dunque prefissati l obiettivo di comprendere se l intensa presenza di escursionisti possa avere effetti sulla popolazione di salamandra di Lanza. Lo studio è avvenuto nell arco del biennio Nel corso dell estate alpina (fra giugno e settembre) sono stati raccolti diversi dati. Sono state rilevate alcune misure biometriche, fra cui la lunghezza totale (dalla punta del muso alla punta della coda), la lunghezza parziale (dalla punta del muso al margine posteriore della cloaca) e il peso. Per ogni uscita è stata redatta una scheda con dati meteorologici ed ecologici (quali la natura del substrato su cui l animale è stato trovato, se l animale era in attività o in un rifugio e il tipo di habitat circostante). Fra le metodiche di maggiore rilevanza per lo studio delle popolazioni animali vi è la marcatura e il riconoscimento degli individui. La marcatura permette attraverso inferenze statistiche di giungere ad una stima della densità delle popo- 45

4 Figura 46 Misurazione della lunghezza standard e della lunghezza totale 46 lazioni. All interno del nostro studio sono stati utilizzati due differenti sistemi. Il primo (denominato toeclipping) prevede l asportazione di una o più falangi; se ad ogni dito corrisponde un valore numerico è possibile ottenere codici con cui distinguere gli individui. Le falangi asportate sono state conservate per essere analizzate in laboratorio ottenendo in seguito informazioni genetiche e scheletocronologiche. A tale metodica è stato talora affiancato un altro sistema di riconoscimento, che prevede l inserimento di un micro-chip (PIT, Passive Integrated Transponder) dalle dimensioni di pochi millimetri azionato da un lettore manuale che, tramite l emissione di onde radio a bassa frequenza, attiva il microtrasmettitore e consente la lettura del codice alfanumerico d identificazione. Alcuni esemplari sono stati radiografati in modo da verificare la presenza di piccoli. Le ana- lisi radiografiche sono state svolte con l utilizzo di un mammografo, in quanto concepito per tessuti molli trasparenti alla radiazione. L elaborazione dei dati è stata fatta con l ausilio di un calcolatore, le analisi statistiche più approfondite e la loro presentazione in forma grafica sono state effettuate con il programma STA- TISTICA. Per stimare l entità della popolazione è stato utilizzato il programma CAPTURE in grado di calcolare, in particolari situazioni, l abbondanza e la densità degli individui. L insieme dei risultati provenienti dalle differenti analisi è stato riassunto e rielaborato mediante uno specifico programma predittivo di nome VORTEX. Questo è in grado di fornire un supporto nella comprensione degli effetti che cause deterministiche hanno nella dinamica di popolazione delle specie selvatiche, restituendo dei modelli analitici della vitalità di una popolazione. In altre parole è stato usato per fornire previsioni della capacità di sopravvivenza delle popolazioni di salamandra da noi studiate. Riassumendo, lo studio quantitativo di alcune caratteristiche ecologiche e biologiche di Salamandra lanzai svolto con metodo analitico, ci ha permesso di comprendere lo status di due importanti popolazioni e di fornire gli adeguati strumenti gestionali per la conservazione della specie.

5 I risultati dello studio in Val Po e in Val Germanasca Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti è stato possibile, per mezzo dei dati acquisiti nel corso di questi anni, delineare la storia naturale delle popolazioni di S. lanzai. Questo ha permesso di utilizzare uno strumento noto in biologia della conservazione come PVA (Population Viability Analysis), capace di valutare la probabilità di sopravvivenza di una popolazione animale in determinate condizioni ambientali. Il programma VORTEX si è ben adattato alle nostre particolari esigenze; tuttavia un esatta applicazione richiede la corretta impostazione delle opportune modalità di simulazione. La PVA, nata come strumento per stimare i rischi di estinzione, offre la possibilità di valutare differenti strategie di gestione finalizzate alla conservazione delle specie. È un metodo predittivo che integra i dati demografici (p.e., natalità, mortalità, fecondità) con informazioni sulla variabilità ambientale utilizzando modelli che affiancano misure dei tassi di crescita delle popolazioni a simulazioni spaziali, allo scopo di prevedere se la popolazione in esame sarà vitale nel tempo. Simulando diversi scenari è possibile prevedere l effetto determinato da vari fattori di minaccia reali o potenziali sulla popolazione. Tuttavia, dato il significato probabilistico dei risultati, è necessario prevedere una successiva fase di monitoraggio per verificare la correttezza del modello e per adottare eventuali misure correttive. In particolare si è deciso di testare tramite il Vortex alcuni scenari inerenti l andamento della popolazione della Val Germanasca: 1) in condizioni indisturbate, 2) con gli effetti provocati dalla sola alluvione e sommati a quelli provocati dall intervento antropico, 3) le reazioni correlate al susseguirsi di calamità naturali. Dal modello sviluppato, relativo all andamento teorico della popolazione, è risultata una dinamica di popolazione stabile nel tempo settata intorno ai 1600 individui e prossima alla capacità portante del sistema. Lo scenario simulato in condizioni ideali per la doppia catastrofe avvenuta nel 2003 (alluvione più intervento antropico) ha invece descritto un repentino declino della popolazione con una riduzione di circa il 50% degli effettivi recuperato, in assenza di ulteriori catastrofi, in un arco di tempo non inferiore ai cento anni. La simulazione svolta ipotizzando un susseguirsi di catastrofi naturali ripetute mediamente ogni cinquanta anni ha evidenziato un lento ma costante declino della popolazione, la quale tende nel tempo a stabilizzarsi intorno ai mille individui. Il risultato di questa 47

6 09_68_salam_2BOZZA :11 Pagina 48 Figura 47 Una salamandra in fuga dopo essere stata individuata all interno del suo rifugio epigeo, costituito da un sasso lastriforme dotato di idonea cattività sottostante Figura 48 Il massiccio del Monviso 48

7 simulazione evidenzia il ruolo che le calamità naturali svolgono nel regolare l andamento della popolazione impedendo la saturazione del sistema. Infine lo scenario inerente le alluvioni ripetute, seguite da interventi antropici, ha evidenziato un repentino declino seguito da una tendenza alla riduzione della popolazione, culminante nell estinzione a lungo termine della stessa. Per quanto riguarda invece la situazione in valle Po, questa si presenta piuttosto differente. In particolare abbiamo ritenuto interessante testare l ipotesi che il traffico veicolare che interessa l area potesse avere effetti sulla vitalità della popolazione nel medio-lungo termine. Inaspettatamente è emerso che un tasso di prelievo minimo oscillante tra lo 0,5% e il 2% della popolazione porterebbe all estinzione in un arco di tempo inferiore a 500 anni. Abbiamo inoltre lanciato simulazioni teoriche ipotizzanti catastrofi naturali aventi come effetto la distruzione del 5-10% della popolazione; tali simulazioni non hanno manifestato effetti negativi, rimarcando il ruolo regolatore delle catastrofi naturali nella dinamica di popolazione. Per contro a partire da una soglia di distruzione della popolazione del 20% sono emersi scenari tendenti al declino. Dai risultati ottenuti median- te l analisi dei dati di catturamarcatura-ricattura elaborati tramite il programma Capture, la popolazione della Val Germanasca è apparsa considerevolmente inferiore a quella stimata nel In particolare la riduzione è stata da 733 a 414 individui, corrispondente ad un calo del 44% degli effettivi. Al fine di interpretare tale decremento occorre considerare la diminuzione dell area utile, conseguente alla piena del L attività di erosione dovuta alla piena, seguita dalla conseguente canalizzazione, ha infatti comportato una cospicua perdita dell habitat. Considerando tale riduzione la diminuzione del contingente popolazionale è stata direttamente proporzionale alla scomparsa di habitat. Anche la struttura della popolazione è risultata considerevolmente mutata rispetto al 1996 con una minore componente giovanile (adult-juvenile ratio 5,6 vs 3,6) e uno squilibrio numerico a favore del sesso maschile (sex ratio 1,6 vs 0,95). In linea di massima tale cambiamento potrebbe essere dovuto alle nuove condizioni ambientali venutesi a creare in seguito alla piena e al lavoro in alveo. I maschi, che sono tradizionalmente il sesso più attivo, sono risultati più abbondanti a seguito dei mutamenti ambientali. Infatti sarebbe da verificare se tale abbondanza sia dovuta ad un effettivo incre- 49

8 mento della popolazione maschile, oppure ad una sua maggiore contattabilità. Comunque, è evidente come la composizione sia cambiata e verosimilmente questo è da addurre alle mutate condizioni ambientali. I risultati dell analisi morfometrica hanno altresì evidenziato come le dimensioni dei maschi siano generalmente più piccole di quelle delle femmine (86,3 ± 2 vs. 90 ± 16 mm), anche se gli individui misurati nel 2003 (entrambi i sessi) si sono rivelati in genere più grandi (SVL maschi 87,0 ± 7,5 vs 83,7 ± 9,3 mm; SVL femmine 89,9 ± 8,5 vs 84,9 ± 7,5 mm) e pesanti (maschi 12,8 ± 2,8 vs 12,3 ± 3,3 g; femmine 15,7 ± 4,0 vs 14,6 ± 5,3 g) di quelli del Differenti interpretazioni possono essere date per spiegare il fenomeno. La più probabile è che nuovi animali siano emigrati da aree limitrofe nella nuova area messa a disposizione. Questi animali probabilmente più grandi e pesanti, e dunque più robusti, sarebbero stati maggiormente in grado di colonizzare nuovi spazi specialmente all interno di un contesto territoriale. La stima di popolazione realizzata per lo studio della specie al Pian del Re è risultata assai superiore rispetto a quella eseguita nel In particolare si è passati da circa 500 a 1650 individui stimati nel 2004 con un apparente quadruplicazione del numero degli effettivi. Un incre- mento di questa entità è difficile da spiegare in un contesto naturale. Verificando l estensione delle aree studiate nei due differenti periodi di ricerca tramite il GIS (Geographic Information System) è stato possibile capire cosa è accaduto. L area indagata del 2003 è infatti risultata quasi quattro volte maggiore rispetto a quella analizzata per la stima nel 1992, spiegando così il misterioso aumento demografico. In quest ottica i valori di densità per ettaro risultano perfettamente confrontabili (312 salamandre per ettaro nel 1992, contro 390 nel 2003). Infine, un aspetto su cui ci è parso interessante indagare è quello relativo alle distanze di ricattura rilevate nel corso dei due anni di studio. Tale informazione ha permesso di evidenziare quali e quanti animali si sono mossi e la loro potenziale capacità di colonizzare nuovi ambienti. Per la Val Germanasca la distanza media di ricattura per entrambi i sessi è risultata di circa 30 m, mentre per il Pian del Re di circa 40. Abbiamo anche voluto verificare se esistesse una relazione fra dimensioni corporee (lunghezza del corpo, peso) e distanza di ricattura, per capire se animali più grandi si muovessero maggiormente, o viceversa. Non abbiamo rilevato alcuna differenza in tal senso, né fra maschi e femmine, né fra esemplari di differenti dimensioni. 50

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