I Coleotteri Carabidi del Po piemontese (tratto orientale)

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1 Boll. Mus. reg. Sci. nat. Torino Vol. 18 N. 1 pp G. ALLEGRO* - R. SCIAKY I Coleotteri Carabidi del Po piemontese (tratto orientale) ABSTRACT The carabid beetles (Coleoptera, Carabidae) of the Piedmontese Po river (eastern course). The carabid assemblages living in the riparian belt of the Po river, in its Piedmontese course from Casale Monferrato to Alluvioni Cambiò (province of Alessandria), have been studied for a period of over 10 years. Researches were carried out in a farm annexed to the Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura, between Casale Monferrato and Frassineto Po, in the Riserva naturale speciale della Confluenza del Sesia, in the Riserva naturale integrale della Garzaia di Valenza, in the Riserva naturale speciale del Boscone not far from Bassignana and in the Riserva naturale speciale della Confluenza del Tanaro. Different riparian habitats were surveyed, such as the river shores, banks of stagnant waters, barren lands, bushy or woody natural areas, poplar plantations. A total of 187 Carabid species were found, mostly characterized by a widespread distribution. Some peculiar groups however were largely represented: hygrophilous species, typical of flowing or stagnant waters, as well as xerophilic ones, living on sandy alluvial soils, with poor water retention; eclectic species were very common in the cultivated fields. On the contrary tipically forest species were rare, due to the strong reduction of natural woods along the river belt. Some interesting elements were found, such as Leistus ferrugineus, a forest species sporadically present in Piedmont and more common in the alpine area, and Chlaeniellus olivieri, a rare species of the tribe Callistini, which is recorded for the first time in the Region. As a whole, the carabid assemblages of the eastern Piedmontese course of the Po river can be distinguished for a marked northern component, as already noted by other Authors in relation to the assemblages of some humid biotopes in Northern Piedmont. * Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura, Casale Monferrato (AL)

2 174 INTRODUZIONE Il Po rappresenta l arteria idrica pulsante della grande pianura che si formò circa due milioni di anni fa con il ritiro delle acque marine dal Golfo Padano. Le sue acque e gli ambienti ad esse collegati si popolarono ben presto di numerose forme di vita, e con la comparsa dell Homo sapiens diventarono per quest ultimo un preciso punto di riferimento prima alimentare e poi economico e culturale. Il resto è storia recente: la salute di questo delicato ecosistema è stata messa sempre più in pericolo dall elevata antropizzazione dei fertili territori di pianura, che ha portato alla pressochè totale scomparsa dei boschi planiziali e alla costituzione di insediamenti umani anche in ambiti di espansione delle acque, così come dal massiccio sviluppo agricolo e industriale del dopoguerra, che ha talvolta sopravvalutato le capacità di autodepurazione delle acque del fiume. Più in generale, in Europa, è stato stimato che negli ultimi 200 anni le attività umane hanno provocato la scomparsa di oltre l 80% delle aree di vegetazione riparia lungo i corsi d acqua (Petts et al., 1989). Dal 1990 l intero tratto del Po piemontese, con una stretta fascia di territorio che lo costeggia, è entrato a far parte del Parco fluviale del Po, ed è pertanto sottoposto a tutela; se è certo che questo atteso provvedimento porterà indubbi benefici nel lungo periodo, è altrettanto certo che esso non riuscirà a salvare questi fragili ambienti in mancanza di scelte precise e lungimiranti sulle politiche di sviluppo della Nazione e, si può dire oggi, dell Europa intera. Il cammino per la salvaguardia dei preziosi biotopi fluviali passa senza dubbio attraverso la comprensione delle comunità viventi e delle loro interazioni con l ambiente. Malgrado l interesse vitale di queste aree e la grande ricchezza biologica che da sempre esse ospitano, è invece sorprendente la scarsità di studi di carattere faunistico o ecologico che le riguardino. In particolare è stata molto limitata, sino ad oggi, l attenzione verso gli organismi della fauna minore, tra cui gli insetti: persino rispetto a una famiglia di Coleotteri tra le più studiate, quella dei Carabidi, le indagini lungo il Po hanno appena toccato alcuni tratti del suo corso lombardo (Pilon et al., 1991; Rancati & Sciaky, 1994; Rancati, 1996). Gli unici dati riguardanti il tratto piemontese si possono evincere dagli ormai datati cataloghi di Ghiliani (1887), Baudi (1889) e Della Beffa (1911), oppure, più recentemente, dal catalogo di Magistretti (1965) e dal suo supplemento (1965). Per questo motivo, in un arco di tempo più che decennale e con metodologie non standardizzate (salvo che in alcuni casi inseriti in uno studio più ampio, finalizzato alla messa a punto di uno strumento di valutazione ecologica degli ambienti naturali ed agrari), è stata realizzata un indagine mirata alla conoscenza dei popolamenti di Coleotteri Carabidi in

3 175 diversi ambienti ripari della fascia più orientale del Po piemontese. La conoscenza delle cenosi carabidiche rappresenta un tassello importante che, unito agli aspetti botanici e faunistici relativi ad altri gruppi idonei a fungere da indicatori ecologici (mammiferi, uccelli, insetti fitofagi e predatori, opilioni, ecc.), può fornire la chiave per un corretto approccio al problema. La composizione di queste cenosi ed i loro rapporti con gli ambienti fluviali studiati costituiscono l oggetto del presente contributo. Oltre a interessanti indicazioni di carattere faunistico sulla distribuzione di specie di Carabidi rare o mai segnalate prima d ora in Piemonte, questi dati consentono una prima valutazione dello stato di salute delle aree in esame, in virtù della elevata sensibilità di numerose specie all inquinamento e al degrado ambientale in genere. AREA DI STUDIO Lo studio ha riguardato 5 aree comprese in una fascia estesa da Casale Monferrato ad Alluvioni Cambiò, per un totale di circa 35 Km, a immediato ridosso del Po nel suo tratto piemontese più orientale, tutte in provincia di Alessandria (fig. 1): Fig. 1 L area studiata e le stazioni di campionamento: 1. Azienda agricola Mezzi (annessa all Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura); 2. Riserva naturale speciale della Confluenza del Sesia; 3. Riserva naturale integrale della Garzaia di Valenza; 4. Riserva naturale speciale del Boscone; 5. Riserva naturale speciale della Confluenza del Tanaro.

4 176 1) Azienda agricola Mezzi (annessa all Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura) tra Casale Monferrato e Frassineto Po; 2) Riserva naturale speciale della Confluenza del Sesia; 3) Riserva naturale integrale della Garzaia di Valenza; 4) Riserva naturale speciale del Boscone presso Bassignana; 5) Riserva naturale speciale della Confluenza del Tanaro. In questo tratto, a est della confluenza della Dora Baltea, il Po acquista i connotati del grande fiume che lo accompagneranno fino alla foce: le dimensioni dell alveo diventano considerevoli, le acque iniziano a scorrere più lentamente, le alluvioni si fanno qua e là più fini, si formano grandi anse, rami morti e isoloni di ghiaia. Il corso del fiume è qui particolarmente suggestivo, lasciando a destra i rilievi collinari del Basso Monferrato, in gran parte votati alla viticoltura, e a sinistra la piana risicola del Vercellese e della Lomellina. All interno delle golene è molto estesa la coltivazione del pioppo; sono diffuse inoltre le colture del mais e della bietola. I terreni poggiano su un substrato recente: si tratta infatti di formazioni continentali del Quaternario generate da alluvioni ghiaioso-sabbiose o limose recenti ed attuali, con pietrosità e scheletro elevato che ne limitano sostanzialmente la capacità d uso. I parametri climatici della zona, rilevati presso la stazione dell Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale Monferrato, evidenziano, per il periodo , una temperatura media annua di 12,1 C, una media delle minime nel mese di gennaio di -2,5 C e una temperatura massima media del mese di luglio di 28,6 C. Nello stesso periodo le precipitazioni medie annue sono state di 778 mm di pioggia con 387 mm nel periodo vegetativo (aprile-settembre). Il rischio di nevicate precoci o tardive eccezionali risulta basso, mentre non sono da escludere gelate tardive. Il termoudogramma di Bagnouls-Goussen, già illustrato in Casale et al. (1993), non evidenzia periodi di deficit idrico nei mesi estivi. Tuttavia, in relazione alla limitata capacità di ritenzione idrica dei terreni e all oscillazione anche di alcuni metri dell altezza della falda freatica legata alle variazioni di livello del fiume, è frequente la necessità del ricorso alle irrigazioni per i pioppeti e le colture agrarie nei mesi di luglio e agosto. Per quanto riguarda la componente vegetale, le associazioni delle aree fluviali sono notoriamente influenzate, più che da fattori climatici su vasta scala, da fattori ambientali locali quali l umidità edafica, l evoluzione geomorfologica del corso d acqua e l apporto da monte delle sostanze nutritive. In sostanza, la fascia fluviale può essere descritta come un mosaico costituito da tessere di diversi aggruppamenti vegetali, più o meno evoluti a seconda degli eventi passati. Nell area studiata si incontrano alcune formazioni classiche come i saliceti arbustivi e arborei, soprattutto in prossimità delle sponde fluviali e, via via allontanandosi da queste, limitati

5 177 lembi di querco-ulmeto misti a pioppo bianco. Della massiccia presenza delle colture agrarie è già stato detto. La fauna a vertebrati, notevolmente impoverita dalla estrema frammentazione degli habitat, è ancora interessante per quanto riguarda alcuni gruppi di uccelli tra cui gli Ardeidi, che hanno importanti colonie di nidificazione proprio nell area di indagine: si rammenta a questo proposito la riproduzione dell Airone rosso nella Garzaia di Valenza. Come è già stato detto le conoscenze sulla fauna minore sono invece molto lacunose. MATERIALI E METODI Le catture dei Carabidi sono state realizzate mediante trappole a caduta (bicchieri di plastica interrati fino all orlo) innescate con aceto addizionato di sale a scopo conservante (in genere in numero di 4 per ambiente), oppure a vista, mediante inondazioni artificiali, vagliando i residui di vegetazione depositati dalle piene, zappettando il terreno alla base degli alberi, o cercando sotto le pietre e i ciottoli, nei ceppi marcescenti e sotto le cortecce. In genere ogni ambiente è stato indagato utilizzando diversi metodi, anche se sui greti particolare attenzione è stata posta nella ricerca mediante inondazione artificiale, assai efficace verso gruppi come Bembidiini e Clivinini, e al contrario all interno dei boschi nella ricerca mediante trappole a caduta. Date le particolari esigenze di molte specie di Carabidi, si è cercato di identificare in ogni località gli ambienti peculiari che potevano ospitare differenti cenosi. Presso l Azienda Mezzi i rilievi sono continuati dal 1989 al 2000 e hanno compreso: 1) il greto del fiume, costituito da una fascia larga mediamente 20 m a immediato ridosso delle acque correnti del fiume, con vegetazione pressochè assente, substrato costituito da ciottoli grossolani e alcune aree a depositi sabbiosi fini; 2) i coltivi agrari, costituiti da campi di mais, erbai, vivai e barbatellai di pioppo, ai quali sono stati anche assimilati i pioppeti molto giovani; 3) le sponde di una lanca a lento scorrimento, eutrofica, detta lanca di Rivarossa dal colore che le acque assumevano allorchè vi venivano un tempo scaricati i residui dei lavaggi del mattatoio di Casale Monferrato; 4) i pioppeti di età media e avanzata, dal 4-5 anno in avanti; 5) alcuni boschetti prossimo-naturali, della superficie variabile tra i 2 e i 6 ha, risparmiati dalla distruzione per essere utilizzati come serbatoi di selvaggina a scopi venatori; alcuni di essi sono ancora caratterizzati da una vegetazione tipica dei boschi planiziali con Quercus robur, Ulmus campestris, Populus alba e Populus nigra, e con un sottobosco arbustivo di Ligustrum vulgare, Sambucus nigra, Cornus sanguinea e Crataegus monogyna. I popolamenti carabidici dei pioppeti e dei boschetti sono già stati oggetto di uno specifico contributo (Casale et al., 1993).

6 178 Alla confluenza Po-Sesia ( ) il campionamento ha riguardato: 1) il greto del fiume, di caratteristiche molto simili a quelle del greto dell Azienda Mezzi; 2) un prato che occupa una fascia larga circa 50 m immediatamente a ridosso del greto e rispetto a questo sopraelevata di 1,5 m, con vegetazione esclusivamente erbacea costituita in massima parte da Agropyron repens e Helianthus tuberosus; 3) un boschetto di salici costeggiante un piccolo corso d acqua, con sottobosco ricco di graminacee igrofile e Solidago canadensis; 4) un pioppeto dell età di circa 7 anni; 5) un arbusteto ad Amorpha, sopraelevato di 1,5 m rispetto ai pioppeti circostanti; 6) un campo di mais a immediato ridosso del greto. Nella Garzaia di Valenza ( ) sono stati invece considerati: 1) una fascia di alneto d alto fusto lunga circa 600 metri e larga 100 che separa e in parte circonda le due principali lanche; 2) i bordi delle acque ferme (lanche), privi di vegetazione in prossimità dell acqua e poi coperti di Tipha, Juncus, Scyrpus, altre piante igrofile e piccoli salici e ontani. Nell area naturale il Boscone ( ) è stato studiato esclusivamente l ambiente del querceto planiziale relitto, mentre alla confluenza Po-Tanaro ( ) è stato unitariamente preso in esame l ambiente costituito dal greto del fiume con la fascia di vegetazione riparia ad esso immediatamente adiacente. Il controllo delle trappole a caduta, con sostituzione della miscela attrattiva, è stato effettuato mensilmente; contemporaneamente o con uscite ad hoc anche più frequenti sono state effettuate le indagini a vista negli stessi ambienti. RISULTATI E DISCUSSIONE Nel tratto fluviale considerato sono state rinvenute 187 specie di Carabidi (tab. 1), cui vanno aggiunte altre 5 specie segnalate da Magistretti (1965) e non più ritrovate: Parallelomorphus terricola (Bonelli, 1813), Dyschiriodes ruficornis (Putzeys, 1846), Dyschiriodes substriatus (Duftschmid, 1812), Dyschiriodes punctatus (Dejean, 1825) e Dyschiriodes laeviusculus (Putzeys, 1846). Considerando che l intera fauna italiana conta circa 1250 specie di Carabidi e che circa il 50% di queste sono specie eualpine, o legate a foreste montane, o troglobie, alobie, o comunque con specializzazioni ecologiche tali da escluderne la presenza in ambienti interni di pianura, si può concludere che nella breve fascia di fiume studiata è rappresentata circa una specie su tre della fauna italiana compatibile con questo tipo di habitat. In tabella 1 sono riportati il tipo corologico (sensu Vigna Taglianti et al., 1992), lo stato alare ed il tipo riproduttivo delle specie censite. Come risulta evidente dalla figura 2, in questo popolamento si osserva la pressochè esclusiva presenza di elementi a vasta geonemia (olartici ed europei raggiungono insieme il 97%), con una minima presenza di mediterranei (2%)

7 179 ed endemici italiani (1%), questi ultimi rappresentati dai soli Carabus italicus e Abax continuus. E altresì molto elevata la frazione di specie macrottere (83%) e di quelle a riproduzione primaverile (70%), caratteri adattativi che connotano in genere cenosi di ambienti instabili, effimeri o soggetti a drastiche variazioni. Gli ambienti fluviali, caratterizzati dai ciclici e talvolta improvvisi eventi di piena e dalle drastiche variazioni dell umidità edafica, rientrano a pieno titolo in questa categoria. COROTIPI 22% 2% 1% Olartici Europei Mediterranei Endemici 75% FORME DI SVILUPPO ALARE 9% 8% Macrotteri Pteripolimorfi Brachitteri 83% 12% TIPI RIPRODUTTIVI 18% Primaverili Autunnali Non noti 70% Fig. 2 Distribuzione percentuale dei corotipi, delle forme di sviluppo alare e dei tipi riproduttivi della carabidocenosi degli ambienti ripari del Po piemontese (tratto orientale).

8 180 Le caratteristiche delle comunità carabidiche del Po concordano strettamente con quelle delle cenosi studiate da Casale (1990) in alcuni ambienti umidi del Piemonte settentrionale; in particolare per i bacini lacustri o lacustro-torbosi l Autore fa rilevare la forte componente nordica del popolamento, che ne denota il ruolo di rifugio pleistocenico non soltanto per le specie settentrionali ma anche per altre di origine tropicale, pre-quaternaria, come Drypta dentata e Odacantha melanura. Scorrendo l elenco delle specie che popolano l area studiata (tab. 1) si possono identificare alcuni gruppi che caratterizzano in modo peculiare i diversi ambienti fluviali. Una cenosi molto ben connotata è quella dei greti (fig. 3), con una nutritissima rappresentanza di Bembidiini, in gran parte esclusivi di questo habitat. Tale ricchezza è legata alla presenza sia di substrati ghiaiosociottolosi sia di aree con alluvioni sabbiose più fini, entrambi popolati da specie caratteristiche: nei primi abbondano gli Ocydromus dei sottogeneri Bembidionetolitzkya e Peryphus, nei secondi vivono anche gli eleganti Odontium e i Notaphus. Sono poi esclusivi dei greti sabbiosi alcuni Cicindelini come la comune Cicindela hybrida transversalis il nome riparia non può essere usato per omonimia con Elaphrus riparius (Wiesner, 1992) - e la più localizzata Cylindera arenaria. Nello stesso ambiente si incontrano ancora alcune specie di Nebria e diversi Clivinini e Lebiini (Lionychus, Apristus). Harpalus flavescens, poco comune, è un altro tipico abitatore dei greti sabbiosi. Un contingente ovviamente ben rappresentato nelle aree fluviali è quello degli elementi spiccatamente igrofili, caratteristici dei boschi umidi (fig. 4) o delle sponde delle acque lentiche e delle lanche. In questi ambienti è ancora presente Carabus italicus, minacciato nelle aree planiziali dalla progressiva intensivizzazione agricola (Casale et al., 1993). Si incontra inoltre un robusto contingente di Callistini, alcuni dei quali piuttosto esigenti in fatto di pulizia delle acque; tra questi Chlaeniellus olivieri e Chlaeniellus tristis, che trovano nella Garzaia di Valenza (fig. 5) uno degli ultimi rifugi piemontesi. Un folto gruppo di Platynini e Pterostichini ha esigenze ecologiche analoghe: gran parte degli Agonum, diversi Platysma, Omaseus aterrimus intermedius e Stomis pumicatus. Non mancano alcuni Harpalini come gli Anisodactylus, gli Acupalpus, gli Stenolophus, gli Anthracus e alcuni Parophonus. Tra i Trechini si ricorda Lasiotrechus discus, sporadico e talvolta attratto dalle luci. Sono presenti infine alcune altre entità caratteristiche come Patrobus atrorufus, Badister bullatus e Badister sodalis, Panagaeus cruxmajor, Drypta dentata. Un ulteriore gruppo, anch esso discretamente rappresentato, è quello delle specie xerofile, che negli ambienti fluviali trovano la propria nicchia nelle zone sopraelevate, generalmente prive di vegetazione, dove il terreno è ricco

9 181 Cicindela hybrida transversalis Cylindera arenaria Nebria picicornis Omophron limbatus Clivina fossor Dyschirius angustatus Dyschiriodes intermedius Dyschiriodes agnatus Broscus cephalotes Asaphidion caraboides caraboides Asaphidion flavipes Odontium foraminosum Odontium striatum Hydrium laticolle Metallina pygmaea Metallina lampros Metallina properans Emphanes azurescens Leja articulata Bembidion quadrimaculatum Ocydromus fasciolatus Ocydromus coeruleus Ocydromus concoeruleus Ocydromus andreae Ocydromus cruciatus Ocydromus femoratus Ocydromus testaceus Ocydromus tetracolus Ocydromus decorus Ocydromus modestus Princidium punctulatum Paratachys micros Tachyura sexstriata Tachyura thoracica Perileptus areolatus Trechus quadristriatus Paranchus albipes Calathus erratus Argutor vernalis Poecilus lepidus gressorius Poecilus striatopunctatus Amara aenea Anisodactylus signatus Harpalus distinguendus Harpalus anxius Harpalus froehlichii Harpalus flavescens Bradycellus verbasci Chlaenius spoliatus Chlaenius velutinus velutinus Chlaeniellus vestitus Lionychus quadrillum Apristus europaeus Fig. 3 Le specie di Carabidi caratteristiche dei greti del Po nel tratto Casale Monferrato- Alluvioni Cambiò (AL).

10 182 Calosoma sycophanta Carabus granulatus interstitialis Carabus italicus italicus Carabus convexus convexus Leistus ferrugineus Notiophilus substriatus Elaphrus aureus Clivina collaris Dyschiriodes aeneus Broscus cephalotes Asaphidion flavipes Asaphidion stierlini Metallina lampros Metallina properans Bembidion quadrimaculatum Trechus quadristriatus Patrobus atrorufus Platynus assimilis Platynus krynickii Oxypselaphus obscurus Anchomenus dorsalis Agonum viduum Agonum afrum Synuchus vivalis Calathus melanocephalus Calathus erratus Calathus fuscipes latus Platysma nigrum Platysma melanarium Platysma nigrita Platysma anthracinum hespericum Platysma oenotrium Stomis pumicatus Argutor vernalis Phonias strenuus Poecilus cupreus Amara aenea Amara familiaris Amara similata Anisodactylus binotatus Diachromus germanus Parophonus hirsutulus Parophonus maculicornis Pseudophonus griseus Pseudophonus rufipes Harpalus distinguendus Harpalus dimidiatus Harpalus rubripes Harpalus luteicornis Harpalus tardus Stenolophus teutonus Bradycellus caucasicus Chlaeniellus nitidulus Dromius quadrimaculatus Microlestes corticalis Drypta dentata Brachinus ganglbaueri Brachinus explodens Brachinus sclopeta Fig. 4 Le specie di Carabidi caratteristiche dei boschi ripari del Po nel tratto Casale Monferrato-Alluvioni Cambiò (AL).

11 183 Cicindela hybrida transversalis Cylindera arenaria Nebria brevicollis Omophron limbatus Dyschirius angustatus Dyschiriodes aeneus Dyschiriodes agnatus Dyschiriodes nitidus Broscus cephalotes Notaphus varius Emphanes azurescens Leja articulata Bembidion quadrimaculatum Ocydromus andreae Ocydromus femoratus Ocydromus tetragrammus illigeri Princidium punctulatum Paratachys micros Tachyura parvula Tachyura sexstriata Sphaerotachys haemorrhoidalis Perileptus areolatus Paranchus albipes Agonum sexpunctatum Calathus erratus Calathus fuscipes latus Dolichus halensis Argutor vernalis Omaseus aterrimus intermedius Poecilus cupreus Poecilus striatopunctatus Anisodactylus binotatus Harpalus rubripes Stenolophus teutonus Stenolophus discophorus Acupalpus maculatus Panagaeus cruxmajor Chlaenius spoliatus Chlaenius velutinus velutinus Chlaeniellus vestitus Chlaeniellus olivieri Chlaeniellus tristis Oodes helopioides Lionychus quadrillum Apristus europaeus Carabus granulatus interstitialis Clivina collaris Asaphidion flavipes Ocydromus tetracolus Trechus quadristriatus Patrobus atrorufus Platynus assimilis Platynus krynickii Agonum viduum Agonum afrum Platysma nigrum Platysma melanarium Platysma anthracinum hespericum Pseudophonus rufipes Chlaeniellus nitidulus Notiophilus substriatus Elaphrus aureus Metallina lampros Anchomenus dorsalis Platysma oenotrium Stomis pumicatus Phonias strenuus Abax continuus Bradycellus caucasicus Dromius quadrimaculatus Fig. 5 Riserva naturale integrale della Garzaia di Valenza Po. Rappresentazione schematica dell alneto e di una sponda di lanca, con le specie di Carabidi rinvenute nell uno e nell altro ambiente o in entrambi.

12 184 di scheletro e l apporto di umidità per risalita capillare dalla falda è trascurabile. Sono da citare alcune specie di Calathus, alcuni Poecilus, gran parte delle specie di Amara e diversi Harpalus. Sono caratterizzate invece da un impronta più francamente termofila alcune specie a gravitazione centromeridionale, la cui presenza in Piemonte può essere interpretata come relitta: tra questi Scybalicus oblongiusculus, Gynandromorphus etruscus e Amblystomus niger. E presente anche un folto contingente di specie ad ampia valenza ecologica, talvolta antropofile, indifferenti alle lavorazioni del terreno e alle operazioni colturali in genere, che pertanto costituiscono il nucleo forte delle cenosi dei campi coltivati: tra queste Pseudophonus rufipes e Pseudophonus griseus, Poecilus cupreus, Anchomenus dorsalis, Carabus granulatus interstitialis, Campalita auropunctata, vari Brachinus. Si trova sporadico anche Poecilus versicolor, che presenta tuttavia in Piemonte una distribuzione essenzialmente submontana e montana, mentre in Lombardia scende lungo gli affluenti di sinistra del Po fino alla pianura, dove si trova comunemente frammisto a Poecilus cupreus negli ambienti ripariali (Pilon et al., 1991). Il gruppo meno rappresentato, e non può essere diversamente data l esiguità delle superfici boscate relitte, è quello degli elementi tipicamente silvicoli, legati al bosco planiziale padano. Di questi rimangono oggi soltanto Abax continuus, Leistus ferrugineus, Calosoma sycophanta e Carabus convexus. Si riconosce infine un contingente di specie legate ai detriti di inondazione, probabilmente fluitate con le acque di piena, in genere non più reperibili successivamente: esse sono Cychrus caraboides, Atranus collaris, Trechoblemus micros. Si tratta, almeno le ultime due, di specie sporadiche, poco conosciute (per Atranus collaris questa è la prima segnalazione per il territorio piemontese); la prima è invece caratteristica del piano submontano e montano, con ampia distribuzione su buona parte dell arco alpino e appenninico. E interessante confrontare la composizione faunistica di questo tratto del fiume con quelle dei peculiari ambienti confinanti, costituiti dalle colline del Basso Monferrato da una parte e dalla pianura risicola del Vercellese e della Lomellina dall altra. Rispetto alle cenosi dei boschi collinari, recentemente studiate da Allegro (1997), le differenze sono molto spiccate. Già considerando i soli Carabini si nota l assenza negli ambienti fluviali di Cychrus italicus, Carabus glabratus, Carabus intricatus, Carabus rossii e Carabus coriaceus. Tali assenze possono essere ricondotte alla sparizione in epoca recente di gran parte delle superfici riparie boscate, sostituite da strette fasce frammentate e periodicamente inondate dove questi poco vagili Carabini silvicoli hanno scarse possibilità di sopravvivenza e dove è difficile

13 185 la loro reintroduzione per l estendersi delle superfici coltivate a ridosso degli alvei. Supporta questa ipotesi il ritrovamento di Cychrus italicus e Carabus glabratus nel Bosco della Partecipanza di Trino Vercellese, un bosco planiziale relitto situato a breve distanza dal Po su sponda opposta a quella collinare (I.P.L.A., 1999). Ha probabilmente altra spiegazione l assenza di Carabus coriaceus nella fascia di fiume studiata, poichè questa specie è stata ritrovata abbondante lungo il Po appena oltre il confine regionale, a Mezzana Bigli, in territorio lombardo (Allegro, dati inediti). E inoltre sporadico negli ambienti fluviali Steropus melas italicus (non è stato ritrovato del tutto, e non certo per carenza di ricerche, a Casale Monferrato), che costituisce invece un elemento tra i più rappresentati nelle cenosi dei terreni collinari aperti; in questo caso il fenomeno può essere spiegato con una marcata preferenza della specie per i terreni a tessitura fine. Lo stesso discorso vale per Platysma macrum e Dinodes decipiens, pur non così abbondanti come il precedente in Piemonte. Per contro mancano nelle cenosi collinari i nutritissimi contingenti di Clivinini, Bembidiini e Callistini, insieme ad alcuni Cicindelini, tutti tipicamente ripari. Anche le affinità tra le cenosi riparie e quelle della pianura risicola vercellese e lomellina, ambienti per alcuni versi più simili a quelli umidi fluviali (Casale, 1991), sono più scarse di quanto si potrebbe supporre. Infatti, malgrado la considerevole estensione di questi agroecosistemi, la loro fauna è piuttosto povera (Casale, 1990) mancando degli elementi più strettamente silvicoli, vista la pressoché totale sparizione dei boschi, così come di molti elementi reofili tipici delle sponde delle acque correnti (Bembidiini e Nebriini soprattutto). Sono invece presenti specie fortemente igrofile, alcune delle quali assenti lungo il Po, come ad esempio Carabus clathratus antonellii, ormai quasi estinto nella Pianura padana occidentale, e Platysma gracile (legit Allegro). Si riportano di seguito alcuni dati supplementari sulla distribuzione e l ecologia delle specie più interessanti della fascia orientale del Po piemontese. Cylindera (Cicindina) arenaria (Fuesslin, 1775) Specie a distribuzione molto ristretta in Piemonte, indicata da Magistretti (1965) soltanto di Torino. Presente alla Garzaia di Valenza con popolazioni cospicue sulle rive delle lanche ancora prive di vegetazione. Occasionali invece i reperti sui greti di Casale Monferrato.

14 186 Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 Fig. 6-9 Asaphidion caraboides caraboides (Schrank, 1781) (mm 6,5) (6); Odontium foraminosum (Sturm, 1825) (mm 6,2) (7); Leistus ferrugineus (Linné, 1758) (mm 7) (8); Omophron limbatus (Fabricius, 1776) (mm 5,8) (9)

15 187 Leistus (Leistus) ferrugineus (Linné, 1758) Specie già citata da Baudi (1889) ma diffusa in Piemonte in modo molto frammentato e preferenzialmente lungo l arco alpino. In pianura è conosciuta del Bosco del Merlino, presso Caramagna Piemonte, e di Stupinigi (Casale et al., 1993). La sua presenza nei boschetti prossimo naturali dell Azienda Mezzi a Casale Monferrato, da dove è trasgressiva anche nei pioppeti più vecchi, può essere interpretata come relitta. Qualora la popolazione derivasse da esemplari fluitati con le piene del fiume, essa deve essere considerata ormai stabile in quanto diversi esemplari sono stati raccolti a più riprese nel decennio di studio. Dyschirius angustatus (Ahrens, 1830) Elemento sporadico in tutto il suo areale europeo di distribuzione, per il Piemonte segnalato da Della Beffa (1911) e Müller (1922). Presente sia sui greti di Casale Monferrato sia alla Garzaia di Valenza. Notaphus (Notaphus) varius (Olivier, 1795) Specie citata in precedenza per il Piemonte soltanto nei cataloghi di Baudi (1889) e Della Beffa (1911); catturata alla Garzaia di Valenza e ad Alluvioni Cambiò. Leja (Diplocampa) assimilis (Gyllenhal, 1810) Specie luticola, in Italia settentrionale nota di poche località e, dopo la segnalazione di Ghiliani (1887), non più ritrovata nella Pianura padana. Rinvenuta ad Alluvioni Cambiò. Ocys harpaloides (Serville, 1821) Sporadica come la precedente in Italia settentrionale, questa specie non è strettamente ripicola come la maggior parte dei Bembidiini. Mai segnalata in precedenza per il Piemonte, è stata catturata a Casale Monferrato e ad Alluvioni Cambiò sempre nei detriti d inondazione. Tachyura thoracica (Kolenati, 1845) (=curvimana Wollaston, 1854) Gli aspetti nomenclatoriali relativi al genere sono stati recentemente affrontati da Sciaky & Vigna Taglianti (in pubbl.). In riferimento a Tachyura thoracica, i reperti di Casale Monferrato costituiscono la prima segnalazione

16 188 per il Piemonte di specie conosciuta in Italia soltanto della Venezia Giulia e del Centro-sud (Magistretti, 1965). Trechoblemus micros (Herbst, 1784) Pochissimi i reperti italiani di questo trechino, già segnalato per il Piemonte da Baudi (1889), Della Beffa (1911) e Luigioni (1929). E stato catturato ad Alluvioni Cambiò; a pochi chilometri di distanza un altra cattura è stata realizzata a Mezzana Bigli, in territorio lombardo (legit Allegro). Lasiotrechus discus (Fabricius, 1801) Specie sporadica in Italia, nota di poche regioni settentrionali e precedentemente segnalata per il Piemonte soltanto nei cataloghi di Ghiliani (1887), Baudi (1889) e Della Beffa (1911). Legata ai corsi d acqua, è stata rinvenuta a Casale Monferrato e Alluvioni Cambiò. Si segnala la cattura notturna di diversi individui attratti dalle luci a Morano Po (legit Varalda). Atranus collaris (Ménétriés, 1832) Specie a distribuzione discontinua, nota di poche località italiane, che si rinviene quasi esclusivamente nei detriti d inondazione. Quella di Alluvioni Cambiò è la seconda citazione in territorio piemontese dopo quella di Poggi (1972). Anisodactylus (Pseudodichirus) intermedius Dejean, 1829 Altro elemento non comune, citato per il Piemonte da Ghiliani (1887), Baudi (1889), Della Beffa (1911). Luigioni (1929), Sciaky (1978) e Allegro (1997). Ritenuto erroneamente paludicolo, abita gli ambienti più disparati, anche se mai in numero. E stato rinvenuto a Casale Monferrato (1 ex. in pioppeto giovane), alla confluenza Po-Sesia (5 exx. di cui 2 in pioppeto, 2 nel mais e 1 in arbusteto) e ad Alluvioni Cambiò. Harpalus (Harpalus) froehlichii Sturm, 1818 Specie termofila e psammofila citata da Magistretti (1965) della sola Venezia Tridentina. Non rara a Casale Monferrato sul greto del Po e negli aridi adiacenti.

17 189 Harpalus (Acardystus) flavescens (Piller & Mitterpacher, 1783) Tipico elemento dei greti sabbiosi dei fiumi, solitamente poco comune. Noto di poche località dell Italia settentrionale tra cui Torino (Magistretti, 1965) e Ghislarengo (Pescarolo, 1991) in Piemonte. Presente con discrete popolazioni alla confluenza Po-Sesia. Acupalpus maculatus Schaum, 1860 In Piemonte conosciuto del Ticino e della baraggia di Piano Rosa (Pescarolo, 1990 e 1993), del Parco Lame del Sesia (Casale et al., 1993), del Bosco della Partecipanza (I.P.L.A., 1999) e del Verneto di Rocchetta Tanaro (Allegro, 2001). Rinvenuto con discreta frequenza alla Garzaia di Valenza, più sporadicamente a Casale Monferrato. Anthracus consputus (Duftschmid, 1812) Rinvenuto nei detriti di piena alla confluenza Po-Tanaro. Precedentemente segnalato per il Piemonte soltanto nei cataloghi di Ghiliani (1887) e Baudi (1889). Anthracus longicornis (Schaum, 1857) Già segnalato per il Piemonte di piccoli stagni torbosi presso Montalto Dora (Casale & Giachino, 1994), della baraggia di Piano Rosa (Pescarolo, 1993) e del Verneto di Rocchetta Tanaro (Allegro, 2001). Come il taxon precedente rinvenuto nei detriti di inondazione ad Alluvioni Cambiò. Amblystomus niger Heer, 1838 Specie spiccatamente termofila nota soltanto di poche località del Nord. Già citata per il Piemonte da Della Beffa (1911), Luigioni (1929) e Casale (1983), è stata rinvenuta alla confluenza Po-Tanaro. Si segnala un altro reperto a Lomello, distante solo pochi chilometri da Alluvioni Cambiò ma già in territorio lombardo (legit Allegro). Badister sodalis (Duftschmid, 1812) Specie non comune, legata ai terreni paludosi. Per il Piemonte già citata da Pescarolo (1990) della Valle del Ticino, da Casale et al. (1993) del Parco Lame del Sesia, da Casale & Giachino (1994) del lago di Viverone e del maresco di Burolo e da Allegro (2001) del Verneto di Rocchetta Tanaro.

18 190 Chlaeniellus olivieri (Crotch, 1870) Elemento mai segnalato in precedenza per il Piemonte. Rinvenuto soltanto alla Garzaia di Valenza, dove tra i numerosi Callistini presenti è senza dubbio il meno comune (Allegro, in pubbl.). Vive a stretto contatto con l acqua ed è probabilmente molto sensibile al suo inquinamento; la sua presenza testimonia perciò del buono stato di salute delle lanche della Riserva. Chlaeniellus tristis (Schaller, 1783) Per il Piemonte segnalato in precedenza soltanto del lago di Candia (Casale & Giachino, 1994), è stato rinvenuto alla Garzaia di Valenza e alla confluenza Po-Tanaro, sempre ai margini delle lanche. Sporadico e a distribuzione discontinua, presenta esigenze analoghe a quelle della specie precedente in fatto di salute delle acque. CONCLUSIONI La composizione delle cenosi carabidiche degli ambienti fluviali del Po piemontese sottolinea l elevato interesse naturalistico di questi biotopi. Il pregio non risiede nel numero di endemiti presenti nel popolamento, che si è visto essere quasi nullo, bensì nel numero sorprendentemente elevato di specie ospitate e nella stenoecia di numerose di esse, sovente rare o distribuite molto discontinuamente. La ricchezza di questa fauna testimonia di una varietà notevole di habitat caratterizzati da condizioni di temperatura, umidità, struttura del suolo e copertura arborea assai diverse tra loro. Il numero delle specie (187) supera abbondantemente le 148 citate da Pescarolo (1990) per un tratto del Ticino, le 92 del Parco Lame del Sesia (Casale et al., 1993), le 80 censite da Pilon et al. (1991) e le 132 di Rancati (1996) per due diversi tratti lombardi del corso del Po. Anche se un contributo considerevole alla diversità è fornito dai coltivi agrari, la cui fauna è in genere banale e generalista, non è trascurabile l apporto delle ripe del fiume e delle lanche, dove sono rappresentate specie stenotope talvolta molto esigenti rispetto alla qualità dell ambiente. Nei boschi il numero delle specie è più limitato, ma nobilitato dalla presenza di elementi silvicoli specializzati ed estremamente interessanti quali Leistus ferrugineus. Al contrario di altre situazioni, dove una consistente frazione di specie macrottere o pteripolimorfe, in genere dotate di elevata vagilità, conferisce alle comunità caratteristiche di elevata plasticità o di facile ricostituibilità,

19 nel caso degli ambienti fluviali lo stretto legame con l acqua di molti taxa, così come la loro posizione di vertice in alcune catene alimentari, rende le comunità riparie scarsamente plastiche e quindi estremamente vulnerabili in caso di inquinamento dei corpi idrici. Ma le cenosi carabidologiche degli ambienti fluviali non sono solo minacciate dal degrado delle acque, bensì anche dalla estrema frammentazione e dall esiguità delle superfici occupate da formazioni boschive, per degradate che siano: nell arco di poche decine di metri è possibile passare dalle sponde del fiume ai coltivi agrari, che talvolta si frappongono tra gli esigui boschi ripariali relitti come barriere difficilmente superabili dalle specie tipicamente silvicole, spesso brachittere e pertanto poco vagili. I pioppeti specializzati, pur costituendo agroecosistemi estremamente semplificati e instabili, possono giocare un ruolo di conservazione già superiore a quello delle colture erbacee, perchè una volta raggiunto un sufficiente grado di copertura del suolo, che in genere si accompagna alla riduzione degli interventi meccanici per l eliminazione delle infestanti, essi possono costituire utili corridoi biologici che permettono il collegamento tra le aree boscate o quantomeno fungere da rifugio per numerose specie non particolarmente esigenti (Casale et al., 1993). Rimane in ogni caso prioritaria, per la sopravvivenza delle specie strettamente silvicole, la ricostituzione di una sufficiente copertura boschiva con struttura riconducibile a quella del bosco planiziale padano, possibilmente continua o quanto meno provvista di corridoi di collegamento. E opportuna anche la conservazione, insieme ai boschi, di aree a diversa tipologia vegetazionale, come arbusteti, greti e radure, allo scopo di incrementare il numero di ambienti disponibili e quindi di ospitare una fauna più ricca e diversificata. 191

20 192 Tabella 1 - Carabidofauna di ambienti ripari lungo il corso orientale del Po piemontese: Azienda Mezzi presso Casale Monferrato (A); Riserva naturale speciale della Confluenza del Sesia (B); Riserva naturale integrale della Garzaia di Valenza (C); Riserva naturale speciale del Boscone presso Bassignana (D); Riserva naturale speciale della confluenza del Tanaro (E). Le specie contrassegnate con * presentano distribuzione rara o discontinua in Piemonte; quelle con ** non erano ancora state segnalate per il Piemonte. N.CHECK. SPECIE AUTORE Cor. Ali Ripr. A B C D E Cicindela hybrida transversalis Dejean, 1822 SIE M? * * Cylindera germanica germanica (Linné, 1758) CAE M Au * * Cylindera arenaria * (Fuesslin, 1755) ASE M Pr * * Calosoma sycophanta (Linné, 1758) OLA M Pr * Campalita auropunctata (Herbst, 1782) CAE M Pr * Carabus granulatus interstitialis Duftschmid, 1812 OLA P Pr * * * * * Carabus italicus italicus Dejean, 1826 O2 B Pr * * * Carabus convexus convexus Fabricius, 1775 SIE B Pr * * * * Carabus germari fiorii Born, 1901 SEU B Au * Cychrus caraboides caraboides (Linné, 1758) EUR B Au * * Leistus ferrugineus * (Linné, 1758) EUR M Pr * Nebria picicornis (Fabricius, 1801) CEU M? * Nebria psammodes (Rossi, 1792) SEU M Au * Nebria brevicollis (Fabricius, 1792) TUE M Au * * Notiophilus palustris (Duftschmid, 1812) SIE M? * Notiophilus substriatus Waterhouse, 1833 EUM P? * Omophron limbatus (Fabricius, 1776) PAL M Pr * * * Elaphrus aureus P. Müller, 1821 CEU M Pr * * * * Clivina fossor (Linné, 1758) OLA P Pr * * Clivina collaris (Herbst, 1784) TUE M Pr * * * * Dyschirius angustatus * (Ahrens, 1830) EUR M Pr * * Dyschiriodes aeneus (Dejean, 1825) SIE M Pr * * * * Dyschiriodes intermedius Putzeys, 1846 EUR M Pr * Dyschiriodes agnatus (Motsculsky, 1844) TEM M Pr * * * Dyschiriodes nitidus (Dejean, 1825) PAL M Pr * * Broscus cephalotes (Linné, 1758) EUR M Au * * * * Asaphidion caraboides (Schrank, 1781) EUR M Pr * *

21 193 N.CHECK. SPECIE AUTORE Cor. Ali Ripr. A B C D E Asaphidion flavipes (Linné, 1761) SIE M Pr * * * * * Asaphidion stierlini (Heyden, 1880) EUM M Pr * * * Odontium foraminosum (Sturm, 1825) EUR M Pr * * Odontium striatum (Fabricius, 1792) SIE M Pr * * Hydrium laticolle (Duftschmid, 1812) EUR M Pr * * Metallina pygmaea (Fabricius, 1792) EUR P Pr * Metallina lampros (Herbst, 1784) PAL P Pr * * * * Metallina properans (Stephens, 1828) ASE P Pr * * Notaphus semipunctatus (Donovan, 1806) PAL M Pr * Notaphus varius * (Olivier, 1795) PAL M Pr * * Notaphus dentellus (Thunberg, 1787) SIE M Pr * Emphanes azurescens (Dalla Torre, 1877) EUR M Pr * * * Emphanes latiplaga (Chaudoir, 1850) TEM M Pr * * Leja assimilis ** (Gyllenhal, 1810) SIE M? * Leja articulata (Panzer, 1796) ASE M Pr * * * Philochthus inoptatus (Schaum, 1857) EUR M Pr * Philochthus lunulatus (Fourcroy, 1785) EUM M Pr * * Bembidion quadrimaculatum (Linné, 1761) OLA M Pr * * * * Bembidion quadripustulatum Serville, 1821 OLA M Pr * * Ocydromus fasciolatus (Duftschmid, 1812) CEU M Pr * * Ocydromus coeruleus (Serville, 1826) EUM M Pr * * Ocydromus concoeruleus (Netolitzky, 1942) TUE M Pr * * Ocydromus latinus (Netolitzky, 1911) EUR M Pr * Ocydromus andreae (Fabricius, 1787) MED M Pr * * * Ocydromus cruciatus (Schiodte, 1841) PAL M Pr * * Ocydromus femoratus (Sturm, 1825) SIE M Pr * * * * Ocydromus testaceus (Duftschmid, 1812) EUR M Pr * * Ocydromus tetracolus (Say, 1823) OLA M Pr * * * * Ocydromus decorus (Zenker, 1801) CAE M Pr * * Ocydromus modestus (Fabricius, 1801) CEU M Pr * * Ocydromus tetragrammus illigeri (Netolitzky, 1941) CEU M Pr * *

22 194 N.CHECK. SPECIE AUTORE Cor. Ali Ripr. A B C D E Synechostictus decoratus (Duftschmid, 1812) CEU M? * Princidium punctulatum (Drapiez, 1820) CEM M Pr * * * Ocys harpaloides ** (Serville, 1821) EUM M Au * * Paratachys bistriatus (Duftschmid, 1812) TUE P Pr * Paratachys micros (Fischer, 1828) EUM M Pr * * * Porotachys bisulcatus (Nicolai, 1822) OLA M? * * Tachyura parvula (Dejean, 1831) OLA M Pr * Tachyura sexstriata (Duftschmid, 1812) EUM M Pr * * * Tachyura thoracica ** (Kolenati, 1845) TEM M Pr * Sphaerotachys haemorrhoidalis (Ponza, 1805) EUM M Pr * Perileptus areolatus (Creutzer, 1799) EUM M Pr * * Trechoblemus micros * (Herbst, 1784) SIE M? * Lasiotrechus discus * (Fabricius, 1801) ASE M Au * * Trechus quadristriatus (Schrank, 1781) TEM M Au * * * * Patrobus atrorufus (Ström, 1768) SIE B Au * * * * Atranus collaris * (Ménétriés, 1832) SEU M? * Platynus assimilis (Paykull, 1790) SIE M Pr * * * * * Platynus krynickii (Sperk, 1835) SIE M Pr * * * * Paranchus albipes (Fabricius, 1796) OLA M Pr * * * * Oxypselaphus obscurus (Herbst, 1784) OLA P Pr * * Anchomenus dorsalis (Pontoppidan, 1763) PAL M Pr * * * * Agonum sexpunctatum (Linné, 1758) TEM M Pr * * * Agonum mülleri mülleri (Herbst, 1784) OLA M Pr * * Agonum viduum (Panzer, 1797) SIE M Pr * * * Agonum afrum (Duftschmid, 1812) TEM M Pr * * * * Europhilus micans (Nicolai, 1822) ASE M Pr * * Synuchus vivalis (Illiger, 1798) ASE P Au * * Calathus melanocephalus (Linné, 1758) EUR P Au * * Calathus cinctus Motschulsky, 1850 TEM P Au * Calathus erratus (Sahlberg, 1827) SIE B Au * * * Calathus fuscipes latus Serville, 1821 EUM B Au * * * *

23 195 N.CHECK. SPECIE AUTORE Cor. Ali Ripr. A B C D E Dolichus halensis (Schaller, 1783) ASE M Au * * * Platysma nigrum (Schaller, 1783) ASE M Au * * * * Platysma melanarium (Illiger, 1798) OLA P Au * * * * * Platysma nigrita (Paykull, 1790) PAL P Pr * * Platysma anthracinum hespericum Bucc. & Soprac., 1958 CAE P Pr * * * * Platysma oenotrium (Ravizza, 1975) SEU M Pr * * Platysma macrum (Marsham, 1802) ASE M Au * Steropus melas italicus (Dejean, 1828) CEU B Au * Stomis pumicatus (Panzer, 1796) EUR B Pr * * * Argutor vernalis (Panzer, 1796) PAL P Pr * * * * Phonias strenuus (Panzer, 1797) ASE M Pr * * * * Omaseus aterrimus intermedius (Herbst, 1784) PAL M Pr * * Poecilus cupreus (Linné, 1758) ASE M Pr * * * * Poecilus versicolor (Sturm, 1824) ASE M Pr * Poecilus lepidus gressorius (Dejean, 1828) SIE B Au * * Poecilus striatopunctatus (Duftschmid, 1812) EUR M Pr * * * Abax continuus Baudi, B Au * * * * * Amara aenea (Degeer, 1774) OLA M Pr * * * Amara anthobia Villa & Villa, 1833 TUE M Pr * * Amara familiaris (Duftschmid, 1812) SIE M Pr * * Amara lucida (Duftschmid, 1812) TUE M Pr * * * Amara similata (Gyllenhal, 1810) ASE M Pr * * * Amara bifrons (Gyllenhal, 1810) CAE M Au * * Amara municipalis bischoffi Jedlicka, 1946 SIE M? * Amara fulva (Degeer, 1774) SIE M Au * Scybalicus oblongiusculus (Dejean, 1829) EUM M? * Anisodactylus signatus (Panzer, 1797) SIE M Pr * * * Anisodactylus binotatus (Fabricius, 1787) ASE M Pr * * * * Anisodactylus intermedius * Dejean, 1829 EUM M Pr * * * Gynandromorphus etruscus (Quensel, 1806) SEU M Pr * * Diachromus germanus (Linné, 1758) TEM M Pr * * *

24 196 N.CHECK. SPECIE AUTORE Cor. Ali Ripr. A B C D E Parophonus hirsutulus (Dejean, 1829) MED M Pr * * * Parophonus maculicornis (Duftschmid, 1812) SEU M Pr * * * Parophonus mendax (Rossi, 1790) EUR M? * * Ophonus azureus (Fabricius, 1775) TEM B Au * Ophonus cribricollis (Dejean, 1829) TUE M? * Ophonus nitidulus Stephens, 1828 SIE P Au * Ophonus schaubergerianus Puel, 1937 TUE M Au * Ophonus rufibarbis (Fabricius, 1792) TEM M? * Pseudophonus griseus (Panzer, 1797) PAL M Au * * * * Pseudophonus rufipes (Degeer, 1774) OLA M Au * * * * * Harpalus affinis (Schrank, 1781) OLA M Pr * * * Harpalus distinguendus (Duftschmid, 1812) PAL M Pr * * Harpalus smaragdinus (Duftschmid, 1812) ASE M Au * Harpalus dimidiatus (Rossi, 1790) EUR M Pr * * * * Harpalus rubripes (Duftschmid, 1812) ASE M Au * * * Harpalus luteicornis (Duftschmid, 1812) EUR M Pr * * * Harpalus serripes (Quensel, 1806) PAL M Pr * * * Harpalus tardus (Panzer, 1797) ASE M Pr * * * Harpalus modestus Dejean, 1829 ASE M Pr * Harpalus anxius (Duftschmid, 1812) PAL M Pr * * Harpalus froehlichii ** Sturm, 1818 ASE M? * Harpalus flavescens * (Piller & Mitterpacher, 1783) EUR M Au * Harpalus pumilus (Sturm, 1818) PAL P? * Harpalus albanicus Reitter, 1900 ASE M Pr * * Stenolophus teutonus (Schrank, 1781) TEM M Pr * * * * Stenolophus discophorus (Fischer, 1823) EUR M Pr * * * Stenolophus skrimshiranus Stephens, 1828 EUM M Pr * * Stenolophus mixtus (Herbst, 1784) PAL M Pr * Bradycellus verbasci (Duftschmid, 1812) EUR M Au * * Bradycellus caucasicus (Chaudoir, 1846) SIE B? * * * Bradycellus harpalinus (Serville, 1821) EUR M? * *

25 197 N.CHECK. SPECIE AUTORE Cor. Ali Ripr. A B C D E Acupalpus meridianus (Linné, 1761) EUR M Pr * * Acupalpus maculatus * Schaum, 1860 EUR M Pr * * Acupalpus flavicollis (Sturm, 1825) TUE M Pr * Anthracus consputus * (Duftschmid, 1812) ASE M Pr * Anthracus longicornis * (Schaum, 1857) EUR M Pr * Amblystomus niger * Heer, 1838 TEM M? * Badister bullatus (Schrank, 1798) OLA M Pr * * * Badister sodalis * (Duftschmid, 1812) TUE M Pr * Panagaeus cruxmajor (Linné, 1758) SIE M Pr * * Chlaenius spoliatus (Rossi, 1790) PAL M Pr * * * Chlaenius velutinus velutinus (Duftschmid, 1812) EUM M Pr * * * Dinodes decipiens (Dufour, 1820) TEM M Pr * Chlaeniellus vestitus (Paykull, 1790) PAL M Pr * * * * Chlaeniellus nitidulus (Schrank, 1781) CAE M Pr * * * * Chlaeniellus olivieri ** (Crotch, 1870) EUM M Pr * Chlaeniellus tristis * (Schaller, 1783) PAL M Pr * * Callistus lunatus (Fabricius, 1775) TUE M Pr * * * Oodes helopioides (Fabricius, 1792) SIE M Pr * * * * Odacantha melanura (Linné, 1766) ASE M Pr * Lamprias cyanocephala (Linné, 1758) PAL M? * Demetrias atricapillus (Linné, 1758) TEM M Pr * * Demetrias monostigma Samouelle, 1819 ASE B Pr * Dromius quadrimaculatus (Linné, 1758) EUR M Pr * * Philorhizus melanocephalus (Dejean, 1825) TEM M Pr * Syntomus obscuroguttatus (Duftschmid, 1812) EUM M? * Syntomus truncatellus (Linné, 1761) SIE B? * * Lionychus quadrillum (Duftschmid, 1812) EUR M Pr * * * Apristus europaeus Mateu, 1981 SEU M? * * Microlestes minutulus (Goeze, 1777) Cosm M Pr * * Microlestes corticalis (Dufour, 1820) TEM? M Pr? * Drypta dentata (Rossi, 1790) Cosm M Pr * * *

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