EUROPA PER LE IMPRESE N E W S L E T T E R

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1 EUROPA PER LE IMPRESE N E W S L E T T E R L E D I T O R I A L E Riunione del Comitato Tecnico Europa a Bruxelles di Giorgio Squ inzi Presidente Comitato Tecnico per l Europa N.89 G I U G N O 2011 Il 14 e il 15 giugno si è tenuto a Bruxelles, nel cuore dell Unione europea, il secondo appuntamento del Comitato Tecnico Europa per l anno in corso. Una scelta che trova la sua origine nel desiderio di offrire ai membri del Comitato l opportunità di abbinare alla consueta riunione una serie di incontri su alcuni dei temi al centro dell attualità comunitaria, di cruciale interesse per l industria italiana. È ormai sotto gli occhi di tutti l importanza ed il ruolo che l Europa ha assunto negli ultimi anni nel condizionare, attraverso le sue scelte politiche ed i suoi interventi legislativi, l operato dei singoli Stati membri. Per l Italia, ormai quotidianamente chiamata a confrontarsi con le decisioni prese a Bruxelles, è divenuta un elemento caratterizzante dell attività politica e legislativa del paese, oltre che una condizione essenziale per la crescita. La riunione, da me presieduta, in presenza del Vice Direttore Generale di Confindustria Daniel Kraus e del Direttore della Delegazione di Bruxelles Gianfranco Dell Alba, è stata un importante occasione di approfondimento dei temi relativi alle politiche ambientali europee, in virtù degli impatti diretti che esse hanno sulle imprese italiane e, di riflesso, sull economia del nostro Paese. Su questi temi di importanza strategica, Confindustria è sempre stata particolarmente attiva, e sempre di più negli ultimi anni, sia presso le istituzioni nazionali che europee. I lavori hanno avuto inizio con un incontro con i membri titolari italiani della commissione Ambiente del Parlamento europeo per discutere delle principali tematiche attualmente sul tavolo della stessa commissione, quali: - La Roadmap per un economia a basse emissioni di carbonio al Il Rapporto Eickhout relativo alle opzioni per un aumento dell obiettivo di riduzione di emissioni al 30% - La Conferenza sui cambiamenti climatici che si terrà a Durban a dicembre 2011 A questi tre dossier strategici se ne sono aggiunti anche altri apparentemente minori, ma di grande importanza per alcuni nostri settori produttivi, come ad esempio il regolamento europeo sulle emissioni dei trattori stretti. La seconda parte della riunione è stata dedicata all illustrazione del programma di lavoro della Presidenza polacca per il secondo semestre 2011 e delle priorità di Confindustria, con riferimento particolare a: - Dossier trasporti (Libro bianco, rifusione primo pacchetto ferroviario, nuove linee guida TEN-T) - Futuro Programma Quadro Strategico per la Ricerca e l Innovazione - Brevetto comunitario - Nuovo Quadro finanziario pluriennale post-2013

2 I membri del Comitato Tecnico Europa hanno quindi assistito a una parte dei lavori della commissione Ambiente presso il Parlamento europeo e, a seguire, ne hanno incontrato il Presidente on. Jo Leinen. Il giorno successivo è stata la volta di Antonio Preto, capo gabinetto del Vicepresidente Antonio Tajani, che ha presentato un bilancio di questo primo anno e mezzo di mandato del Vicepresidente ed ha anche illustrato le iniziative in pipe line per i prossimi mesi. Nicola De Michelis, vice capo gabinetto del Commissario agli Affari Regionali Johannes Hahn, ha poi fornito alcune anticipazioni relative al prossimo Quadro finanziario pluriennale post-2013, che la Commissione europea presenterà il 29 giugno, con particolare riferimento alla politica di coesione e allo stato dell arte riguardante l utilizzo dei fondi strutturali da parte dell Italia. L obiettivo del Comitato Tecnico Europa è, da sempre, quello di promuovere la conoscenza delle Istituzioni europee alle imprese associate ma questa riunione, più di altre, grazie alla scelta di riunirci presso la sede di Bruxelles, ha rappresentato un occasione unica per dar voce nel modo più appropriato alle istanze del nostro paese. (s) 2

3 L E P R I O R I T À D I C O N F I N D U S T R I A P E R L U G L I O 2011 R I D U Z I O N E D I E M I S S I O N I D I CO 2 O L T R E I L 20% E N T R O I L Nella sua sessione plenaria del 22 e 23 giugno, il Parlamento europeo voterà il rapporto di iniziativa dell On Eickhout (Verdi, Olanda) sull Analisi delle opzioni per un aumento dell obiettivo di riduzione di emissioni di gas serra oltre il 20% al In ragione delle rilevanti e significative implicazioni che tale materia ha sia per l industria italiana nel suo complesso, che per l economia del Paese, Confindustria è stata particolarmente attiva sin dall inizio del dibattito in entrambe le commissioni Ambiente (ENVI) e Industria, Ricerca e Energia (ITRE) del Parlamento europeo. Il rapporto del relatore, approvato lo scorso 24 maggio con 44 voti a favore e 14 contrari, chiede alla Commissione europea proposte entro il 2011 per raggiungere un obiettivo domestico di riduzione di emissioni del 25% entro il 2020 e per un passaggio all obiettivo del 30% entro il Inoltre, si chiede il ritiro (set aside) di quote emissione accumulate dal sistema Emissions Trading dalla terza fase di applicazione della Direttiva ( ). Come sottolineato, peraltro, dalla Commissione europea nella Roadmap per un economia a basse emissioni al 2050, l effettivo raggiungimento di tutti gli obiettivi al 2020 consentirebbe una riduzione di emissioni del 25%, senza alcuna necessità di modificare l attuale quadro normativo. In linea con la posizione espressa da Businesseurope, Confindustria ha giudicato negativamente le finalità di questo rapporto ed ha apprezzato l opinione espressa dalla commissione Industria, Ricerca e Energia (ITRE), che ha rifiutato le proposte di modifiche dell attuale normativa europea, cioè un aumento unilaterale dell obiettivo di riduzione di emissioni di gas serra, un aumento della quota di energie rinnovabili e l adozione di un obiettivo di efficienza energetica vincolante. Il voto è stato oggetto, peraltro, di una lettera rivolta ai deputati italiani dalla Presidente Emma Marcegaglia, che ribadisce la contrarietà di Confindustria a qualsiasi proposta tesa a modificare l attuale assetto normativo al Il mantenimento del quadro normativo attualmente in vigore è essenziale per evitare di destabilizzare le imprese italiane, che si sono impegnate a rispettare gli obiettivi già fissati dal Pacchetto Clima e Energia. (s) Contattare: Barbara Mariani (b.mariani@confindustria.be) 3

4 P R O G R A M M A D I S T A B I L I T À E P N R L E R A C C O M A N D A Z I O N I D E L L A C O M M I S S I O N E A L L IT A L I A Il 7 giugno scorso, nell ambito del semestre europeo, la Commissione ha reso note le proprie raccomandazioni Paese sulla base dei Programmi di stabilità (PS) e dei Programmi nazionali di riforme (PNR) presentati dai 27 Stati membri in aprile. Con riferimento all Italia, la Commissione europea, pur apprezzando l'ambizione del piano di risanamento di bilancio presentato nel PS, ha espresso perplessità circa la sua implementazione: mentre il piano di risanamento fino al 2012, che propone di perseguire la riduzione del debito grazie ad un piano di contenimento della spesa pubblica e alle maggiori entrate provenienti dalla lotta all evasione, è soggetto ad alcuni rischi attuativi, dal 2012 il piano non è ancora supportato da misure concrete. Inoltre la Commissione, nel sottolineare come le prospettive di crescita nel medio termine dell Italia siano minacciate dall esistenza di carenze strutturali di lunga data, ritiene il PNR presentato dall'italia manchi di delineare misure ad hoc per il loro superamento, oltre a non essere sufficientemente ambizioso, specie in ambito di R&I dove l obiettivo dell 1,53% del PIL in spesa in R&S appare insufficiente e di poco superiore al livello attuale. Al fine di far fronte a tali carenze strutturali, la Commissione propone di: implementare il piano di consolidamento fiscale predisposto per il 2011 ed il 2012, al fine di riportare il deficit entro il livello consentito del 3%; introdurre misure per combattere la segmentazione del mercato del lavoro; attuare i principî della riforma della contrattazione collettiva del 2009; aprire alla concorrenza il settore dei servizi; migliorare il quadro per gli investimenti privati in ricerca e innovazione; adottare misure al fine di evitare il mancato utilizzo dei fondi strutturali. Confindustria, nell accogliere favorevolmente le proposte della Commissione (sostanzialmente il linea con Italia 2015 ed i messaggi veicolati durante l audizione pubblica presso le Commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato in seduta congiunta lo scorso 19 aprile), auspica che le raccomandazioni vengano riflesse nella Legge di stabilità e la Legge di bilancio che il governo dovrà presentare al Parlamento italiano entro il 15 ottobre (s) Contattare: Viviana Padelli (v.padelli@confindustria.be) 4

5 S U M M I T B I L A T E R A L E U E - G I A P P O N E Il 28 maggio scorso si è tenuto a Bruxelles il 20 summit bilaterale Ue-Giappone. L evento, che quest anno ha rivestito particolare importanza data la terribile catastrofe naturale che ha colpito il Giappone all inizio di marzo, ha sancito ufficialmente l avvio di un cosiddetto scoping exercise per il possibile lancio di negoziati finalizzati ad un accordo di libero scambio Ue- Giappone. Le discussioni in merito al possibile negoziato sono sul tavolo dell Unione europea dalla primavera scorsa, quando le conclusioni del Consiglio europeo tenutosi il 23 e 24 marzo hanno aperto alla possibilità di approfondire i legami commerciali fra i due attori, facendo esplicito riferimento alla possibilità di lanciare un Accordo di Libero Scambio. Nonostante un tale accordo non figurasse fra le priorità di politica commerciale della Commissione europea, quali elencate nella Comunicazione sulla futura politica commerciale dell Ue pubblicata nel novembre 2010, gli effetti del devastante cataclisma che ha colpito il Giappone hanno portato diversi governi europei a spingere per l avvio di un processo volto a rinsaldare i legami commerciali col Giappone. Lo scoping exercise che Ue e Giappone hanno concordato di lanciare durante il summit avrà dunque lo scopo di valutare l ampiezza dell eventuale futuro accordo, per capire quali settori sarebbero inclusi e quali meno, e su tale base decidere l eventuale avvio dei negoziati. In parallelo tuttavia, la Commissione europea sta già preparando la richiesta per ottenere il mandato negoziale dagli Stati membri, mossa che lascia intendere quanto forte sia, a livello europeo, l intenzione di procedere al negoziato. Confindustria seguirà con attenzione gli sviluppi dello scoping exercise, che dovrebbe avere termine entro la fine dell anno, e continuerà a ribadire la necessità che il Giappone elimini gli ostacoli di natura non tariffaria che tuttora rendono difficile l accesso al mercato nipponico a molte imprese italiane, e che sia disponibile liberalizzare tutti i settori della propria economia, inclusi il mercato degli appalti pubblici e degli investimenti tuttora troppo chiusi alla concorrenza straniera. (s) Contattare: Carlo Pirrone (c.pirrone@confindustria.be) 5

6 R E S P O N S A B I L I T À S O C I A L E D E L L E I M P R E S E : ( V E R S O L A C O M U N I C A Z I O N E D E L L A C O M M I S S I O N E ) Nel quadro della strategia Europa 2020 un rinnovato ruolo è stato attribuito al tema della Corporate Social Responsability (CSR); nella Comunicazione sulla Politica industriale adottata lo scorso ottobre, la Commissione europea si è, quindi, impegnata a promuovere la responsabilità sociale dell impresa attraverso iniziative specifiche ed ha annunciato la presentazione - presumibilmente nel mese di luglio - di una nuova comunicazione, volta a definire un nuovo quadro strategico in materia. Tra gli obiettivi che la Commissione si prefigge di raggiungere e che saranno al centro della futura comunicazione figurano l innalzamento dei livelli di fiducia nell attività di impresa, il rafforzamento del rispetto degli accordi presi a livello internazionale, la promozione di consumi e investimenti responsabili, l integrazione degli aspetti legati alla CSR negli appalti pubblici, l implementazione del quadro ONU sulle imprese ed i diritti umani, il potenziamento delle attività di reporting, anche con riferimento alle informazioni non finanziarie attinenti all attività di impresa. Su quest ultimo punto, sembra confermata l intenzione della Commissione - dietro pressione del Commissario per il Mercato interno Barnier - di esercitare una vera e propria competenza "legislativa" attraverso l introduzione di forme vincolanti di reporting in materia di divulgazione delle informazioni non finanziarie da parte delle imprese (informazioni sociali, ambientali o legate alla governance dell azienda). Sebbene, infatti, la Commissione sembri riconoscere apertamente la distinzione di ruoli tra le imprese, cui spetta il compito di guidare i comportamenti socialmente responsabili e le autorità pubbliche, che devono ricoprire un ruolo di supporto, limitandosi ad incoraggiare e facilitare tali comportamenti senza imporre vincoli e obblighi, essa finisce poi con l ammettere la possibilità di un mix di strumenti volontari e - laddove necessario - vincolanti. Con riferimento specifico alla non financial disclosure, essa è stata recentemente oggetto di una consultazione pubblica da parte della Commissione e viene poi espressamente citata tra le azioni previste dal Single Market Act. La DG Mercato interno sta ora esaminando varie opzioni, tra cui quella di una possibile revisione dell attuale direttiva sui requisiti contabili che rafforzi gli obblighi esistenti per le grandi società di divulgare informazioni non finanziarie. 6

7 Da sempre Confindustria, congiuntamente con Businesseurope, ha affermato il principio della volontarietà in materia di responsabilità sociale d impresa e la necessità di evitare ogni possibile deriva verso approcci rigidi e vincolanti. In occasione di un incontro dedicato alla CSR, organizzato da Confindustria congiuntamente con la Confederazione imprenditoriale tedesca BDA lo scorso 13 aprile presso la sede della Delegazione di Bruxelles, è stata ribadita nei confronti delle istituzioni comunitarie la necessità di lasciare alle imprese la massima libertà di scelta sui modi di comunicare all esterno gli aspetti non finanziari della propria attività, evitando quindi l adozione di strumenti precostituiti volti a stabilire principi o modalità vincolanti di comunicazione. Confindustria ritiene, infatti, che il tema della responsabilità sociale di impresa debba essere promosso lasciando alle singole imprese la possibilità di cercare le soluzioni che più si adattano alla loro dimensione e allo specifico contesto sociale e ambientale in cui operano, diversificando gli strumenti da utilizzare. In questo senso, la responsabilità sociale deve essere considerata non come un vincolo aggiuntivo ma come un fattore che può accompagnare la competitività dell impresa e migliorarne la le prospettive di sviluppo, attraverso percorsi individuati spontaneamente dalle aziende stesse. Secondo Confindustria, pertanto, la flessibilità deve continuare a rimanere l elemento che assicura l adozione e la diffusione di comportamenti socialmente responsabili, soprattutto con riferimento alle PMI, che costituiscono la percentuale più importante di imprese operanti sul territorio italiano e che, come detto, sarebbero quelle più colpite da una regolamentazione in materia, specie nell attuale contesto di crisi. (s) Contattare: Gaia Della Rocca (g.dellarocca@confindustria.be) Funzionario responsabile: M.Cristina Scarfia mc.scarfia@confindustria.be 7

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